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domenica 17 agosto 2014

Trauma 3


Questa e la storia di Emilia, un'assistente sociale.


Emilia era accorsa al capezzale di una ragazza violentata da un branco; gli stringeva la mano, nel vano tentativo di lenire un dolore che non aveva alcuna localizzazione fisica; un eco mentale che toccava l'anima ed era più forte perché non c'erano medicine idonee a placarlo, ma solo il silenzio di un trauma che bruciava come un devastante incendio; Emilia, come succedeva da sempre, davanti a tali tragedie, rievocava i suoi dolori, che come lame acuminate, tagliavano la sua mente ferendola ancora con la stessa crudeltà del passato.

Si rivide ragazzina, una sera di venti anni prima, con il papà a la mamma mentre stava guardando il famoso film gioventù bruciata.

All’epoca Emilia era una adolescente di quattordici anni.

Il padre aveva un fratello di trenta anni, di cui la metà trascorsi tra  riformatorio e carcere.

Emilia, ingenuamente, immaginava suo zio Enzo come il personaggio del film che stava guardando, un giovane ribelle, che aveva bruciato la sua giovane età, sfidando l’ordine costituito e diventando un pericolo pubblico per il sistema. Per certi aspetti lo aveva idealizzato come un eroe affascinante, vittima dei soprusi di una società ingiusta, che ha combattuto come un cavaliere impavido.

Quella sera si trovò a passare davanti alla camera da letto dei genitori;  quando sente il nome dello zio; si blocca e presa dalla curiosità inizia ad origliare.

“Tuo fratello Enzo non lo voglio in casa! Sei stato uno sciocco a farti intortare dal giudice di sorveglianza! Ti rendi conto? Quello deve scontare ancora tre mesi agli arresti domiciliari! Qui? In casa nostra? Hai pensato a tua figlia? Non credi che potrebbe farle del male! Se non sbaglio è stato condannato per violenza sessuale!
“I tuoi sono pregiudizi assurdi! Era la sua ex ragazza! Lo ha denunciato per vendetta! Mio fratello lo conosco! Ha avuto sfortuna! E’ stato deviato da cattive amicizie! In lui c’è del buono! E' mio fratello lo so! sono l’unico congiunto che ha! In questa maledetta società ci deve pure essere qualcuno che gli dia una possibilità di riscatto? Se non lo faccio io? chi cazzo ci pensa? Non posso voltargli le spalle!
“Non capisci! Sono i tuoi sentimenti fraterni a farti ragione in questo modo! Lo capisci che quello è un delinquente?
“Ho dato la mia parola! Non lo tradisco! Voglio aiutarlo a rifarsi una vita! Sono l’ultima speranza che gli rimane!
“Fai come vuoi! Spero che i tre mesi trascorrano in fretta! Dopo non lo voglio più in casa! Hai capito?
“Certo! Lo aiuterò a trovarsi un lavoro e una casa! Sono sicuro che è cambiato! Non è più un ragazzino! Il carcere deve averlo maturato!
“Lunedì lo sapremo!

Emilia, appoggiata alla parete, in silenzio, rimase con il fiato in gola, fino a quando non ha sentito quella bella notizia. Era euforica, perché finalmente avrebbe conosciuto il suo eroe. Aveva alcune foto di quando era ragazzino. Bello e forte. Una foto lo ritraeva in sella ad una moto ed era custodita con amore nel suo diario; la mostrava orgogliosa a tutte le amiche dicendo che era il suo ragazzo; voleva farle morire di invidia.

Il primo giorno.

Lunedì mattina, davanti al carcere.

Lino, si era preso un giorno libero; si presentò da solo. La moglie, che non aveva cambiato opinione, si era rifiutata di seguirlo.

Enzo uscì dal penitenziario con un grosso borsone nero.

I fratelli si abbracciarono.

“Allora?
“Grazie! Mi stai facendo un grosso favore! Stavo scoppiando li dentro! Altri tre mesi così e sarei morto!
“Enzo! Ti devo avvertire di una cosa!
“Immagino! Capisco che come fratello maggiore mi devi fare la paternale! Ti prego risparmiala! Li dentro non ci torno più!
“Mi fa piacere sentirti parlare così! Ho un problema con mia moglie! Ti devo avvisare! Lei non era d'accordo a prenderti in casa! Ti prego di limitare gli attriti per futili motivi! Mi raccomando! In questi tre mesi ti chiedo di temperare il tuo caratteraccio!
“Lino! Stai tranquillo! Sarò invisibile!
“Mi raccomando evita discussioni inutili, soprattutto quando non sono in casa!
“Lino! Tranquillo! Non sono un ragazzino! Fai passare questi tre mesi del cazzo e poi tua moglie non mi vedrà più!

La moglie di Lino, in quel momento gli frullavano mille pensieri per la testa. Si era informata sulla vita del cognato; un ragazzo terribile che aveva dato molte preoccupazioni ai genitori. A soli quindici anni aveva partecipato ad una rapina finita male; un componente era stato ucciso nel corso di un conflitto a fuoco con la polizia. Anche lui aveva riportato ferite non gravi. Dopo alcuni anni di riformatorio, appena uscito si trovò coinvolto addirittura con la delinquenza organizzata. Andava in giro a recuperare i crediti degli usurai e a sistemare altri delinquenti come lui che avevano sgarrato. Poi il favoreggiamento della prostituzione e infine la violenza sessuale sulla sua ex ragazza. Ora quel maniaco stava entrando in casa sua. Aveva paura per lei e la figlia Emilia.

I rumori secchi della serratura annunciarono l'arrivo del marito e del fratello.

Si fece coraggio e andò a riceverli, cercando di fare buon viso.

Enzo appena si trovò davanti la cognata, rimase colpito. Il sentimento di antipatia, che aveva avuto quando suo fratello gli aveva riferito che non lo gradiva in casa, svanì appena si trovò davanti una magnifica cavalla statuaria.

Elena, era una donna alta e magra. Era nel pieno della gioventù, a trenta cinque anni era uno splendore. Sguardo ammaliatrice, capelli biondi, occhi azzurri, seno prorompente e gambe lunghe e robuste.

Enzo, fulminato da quell'abbondanza.
Pensò: “Porca troia che pezzo di fica! Se il buongiorno si vede dal
mattino! Spero che la giornata si annunci gioiosa! Cazzo! Questa me la devo scopare! Cognata o no! Sta figona me la devo sbattere! Cazzo sono cinque anni che non tocco una donna!

Enzo stava guardando la cognata con cupidigia ed in quel frangente dimostrava di avere un livello morale completamente assente. Cinico, egoista e spregiudicato.

“Enzo ti presento mia moglie Elena!

Pensò: “Un nome un programma! Spero che sia anche troia!

“E' una piacere conoscerti! Non so cosa dire! Grazie e spero di non disturbare troppo!

Elena lo squadrò dalla testa ai piedi.

Il cognato era un bel ragazzo. Moro, occhi neri profondi, che contrastavano con i suoi, il tutto associato ad un fisico atletico e robusto, curato con duri allenamenti all'interno del carcere. A vedersi non sembrava un delinquente.

Elena si sforzò di sorridere:
“Ci fa piacere aiutarti!

Lino fissò la moglie soddisfatto. Suo fratello aveva fatto una buona impressione. Forse la convivenza sarebbe filata liscia come l'olio.

La piccola Emilia quel giorno non stava nella pelle. Per tutta la mattina, a scuola, non faceva che guardare l'orologio; gli sembrava che il tempo scorresse più lento del solito. Alla fine, quando suonò la campanella dell'ultima ora di lezione, fu lei la prima ad uscire dalla classe correndo. Per lei c'era una sorpresa meravigliosa che aspettava a casa.

“Allora papà? E' a casa?
“Si!
“hooooo che bello!
“Emilia! Ti chiedo un po di riservatezza! Non stargli troppo addosso! Lasciagli un po privacy!
“Certo!

Risposta di circostanza. In cuor suo gioiva dalla felicità. Era euforica e non vedeva l'ora di arrivare a casa.

In quel momento a casa.

Enzo era nella sua stanza a sistemare i vestiti.
Elena, passeggiava in casa nervosa, aveva paura di stare da sola con lui.
Si strinse le mani nervose e poi si decise. Doveva affrontarlo ora; chiarire subito le cose prima che rientrasse Lino. Uomo avvisato mezzo salvato.

Prima che la porta si aprisse Enzo era concentrato a pensare a lei. Soffriva al pensiero di trovarsi da solo in casa con una donna sensuale come la cognata. Il destino era stato crudele, dopo cinque anni di duro penitenziario gli aveva messo davanti una provocazione simile ad un fuoco che in carcere gli aveva bruciato l'anima nei momenti in cui il desiderio era diventato insopportabile e l'autoerotismo insufficiente a soddisfarlo in modo permanente. La cognata aveva riacceso quella fiamma infernale mettendogli il fuoco nelle vene che gli agitava i sensi come un frullatore.
In quell'istante la porta si aprì e apparve proprio lei, l'oggetto dei suoi pensieri, come se si fosse materializzata dalla sua testa:

“Enzo?
“Si?
“Posso parlarti?
“certo!

Pensò:”cazzo sarebbe un bel miracolo se mi chiedesse di sfondargli il culo!

“Voglio essere franca con te! Non sei stato uno stinco di santo! Ti presenti bene! Ma io non sono come tuo fratello! resto fedele alle mie riserve su di te!
“Non ti fidi di me? Vero?

Pensò:”E' così! stronza! Sei una figa galattica ma sei anche una grandissima stronza!

“Si! Non mi fido di te e mi fai paura! Soprattutto adesso che non c'è Lino in casa!
“Sei coraggiosa ad entrare nella tana del lupo?
“Che cosa potresti farmi? Non ti converrebbe farmi del male!

Pensò: “zoccolona se non fossi stata mia cognata a quest'ora non saresti uscita sana da questo stanza! Vediamo come reagisce! La voglio provocare!

“Sai dopo cinque anni di carcere! Di cui due passati in isolamento! Si perde il senso della realtà! E certe cose della vita ( gli fisso le gambe ed il seno ) quelle belle …..ti mancano! E quando ti capitano davanti te li prendi!

Lo sguardo intenso di Enzo fece venire i brividi ad Elena, perché quella frase lasciava immaginare le intenzioni lascive che si celavano sotto quegli occhi intensi da maniaco. Con voce turbata:

“Ecco lo sapevo! Ti prego non farci del male! Emilia è ancora una bambina!
“Emilia?
“Si! Mia figlia!
“quanti anni ha?
“quattordici! Ma dimostra di più e potrebbe ingannare un uomo!
“Cosa vuoi da me?
“di starle alla larga! - prese coraggio - Se soli ti azzardi a sfiorarla io!
“Mi minacci?

Enzo getto la roba sul letto con gesto nervoso; si avvicinò a sua cognata. Il suo viso era quasi attaccato a quello di Elena. Fissandola negli occhi.

Pensò:”ti piace il brivido del pericolo! Lo sento dal tuo respiro! Vediamo coma reagisci a queste parole!

“Sei una donna coraggiosa! Mi piaci! Sei il tipo di donna che ho sempre sperato di incontrare! Inoltre sei anche bella! Molto bella!

Mentre parlava gli sfiorò un fianco.

Quelle frasi e il contatto fisico fecero sussultare il corpo di Elena; che spaventata dallo sguardo glaciale del cognato, sentiva il pericolo di essere completamente esposta alla sua  personalità forte e perversa.

“Sei la moglie di mio fratello! Farò uno sforzo! Ma non ti illudere! Un altra provocazione simile e non risponderò più delle mie reazioni!
“scusami.... non volevo minacciarti! Ma mettiti nei miei panni! Un uomo che ha passato tutta la sua vita in galera! Fa paura! Tu mi fai paura!

Enzo in quel momento si sentiva un feroce predatore, attratto dalla cognata; avrebbe voluto cedere al suo fascino; gli venne la voglia di stringerla e baciarla e magari andare oltre per soddisfare la brama di sesso che gli scaldava i coglioni. Cinque anni di astinenza si stavano facendo sentire in tutta la loro forza prorompente. Avvertiva il suo cazzo che si ingrossava e palpitava al ritmo del suo cuore agitato.
Assecondando una voluttà in aumento, d'istinto posò le mani sui fianchi della cognata e fissandola negli occhi, sforzandosi di controllare i suoi ormoni impazziti, con voce eccitata:

“Elena! Calmati! Non devi preoccuparti! Non ti farò del male! Te lo prometto! Io......

Si soffermò a fissarla negli occhi, mentre le mani si stringevano attorno al giro vita della cognata; nella sua testa stava prendendo piede l'idea di approfittare di quella situazione vantaggiosa.
Elena imbarazzata, si destò prendendo subito coscienza di quanto stava succedendo.

“Scusami! Ho esagerato!

Si divincolò e corse via, lasciando Enzo con le mani a mezza aria, come se stessero ancora stringendo i suoi fianchi. Lei era uscita dalla stanza in tempo, perché se avesse tardato ancora pochi secondi avrebbe subito l'azione impetuosa del cognato, che eccitato come un montone, stava per agire in modo scellerato.

Il respiro era in affanno, ma fuori da quella stanza riprese il suo ritmo normale. Però un senso di pericolo angosciava i suoi pensieri.
Enzo, rimasto solo, prese fiato e si strofinò il cazzo pensando: “Porca puttana devo fare qualcosa altrimenti impazzisco! Quella stronza! Non ti prometto nulla! Appena rimaniamo da soli ti spacco il culo!

In quel momento gli arrivarono le grida di giubilo della nipote.

“Zio Enzo!

La ragazza entrò in camera come un saetta, si precipitò verso di lui con le braccia aperte, poi lo strinse forte e lo baciò su una guancia con grande enfasi.

“Ciao! Emilia!

Enzo rimase colpito anche da lei; Emilia era la copia più giovane della
madre. Come lei era bionda e imponente.
Enzo, con la mente eccitata e corrotta dalla libidine suscitata dalla madre, se la strinse forte a se, sublimando la sua mente dal dolce contatto con il fisico sodo della nipote; piacevole a toccarsi. Inoltre percepì il grosso seno che pressava contro il suo petto. La ragazza era un incanto, sensuale e molto appetitosa per i suoi gusti. Enzo fece un sforzo smodato per restare inerte davanti a tanta provocazione dei sensi evitando di andare oltre, sebbene le sue intenzioni fossero quelle di ficcargli le mani sotto la gonna e razzolare tra le calde cosce. L'allontanò subito da se per evitare che percepisse il duro e voluminoso nerbo che si era ingrossato e spingeva nel suo inguine.

“Fatti guardare!

Tenendola da una meno gli fece fare una piroetta.

“Ho una nipote bellissima!
“Ho uno zio bellissimo!
“ahahahah (in coro)

Enzo, abbracciato ad Emilia, raggiunse il fratello. Elena appena lo vide stretto a sua figlia lo fulminò con uno sguardo minaccioso. Come dire: “stai attento a quello che fai!

Emilia, disattendendo le raccomandazione del padre, passò tutto il pomeriggio a farsi coccolare dallo zio. L'entusiasmo di Emilia e il suo ingenuo affetto verso Enzo, non fecero che aumentare le ansie e le preoccupazioni di Elena ed i pensieri libidinosi di Enzo.

Il secondo giorno.

La mattina:
Lino non era in casa. Elena, lavorava par-time e finiva alle dieci.

Quando rincasò trovò un silenzio tombale. Enzo stava ancora dormendo. Meglio pensò, così poteva preparare il pranzo senza la sua presenza inquietante.

Era in cucina, quando Enzo la raggiunse. Lei ostentando gentilezza gli offrì il caffè.

“Il caffè è ancora caldo!
“Grazie! Cognatina!

Enzo si sedette dietro Elena. Lei sentiva il suo sguardo addosso; infatti Lui stava gustandosi la bevanda fumante ammirando l'abbigliamento della cognata. Non si era cambiata. Indossava un gonna nera aderente, non molta lunga. La maglietta era attillata e quando si girava per prendere qualcosa non poteva fare a meno di osservare le grosse poppe che risaltavano in ogni dettaglio. Enzo si leccò le labbra pensando ai giochetti che avrebbe potuto fare con quei provoloni.

“Lo sai che Emilia ti somiglia tantissimo!
“Lo dicono tutti!
“E' bella come te!

Elena tremò davanti a quel complimento perché significava che il cognato si interessava alla figlia; si controllò e fingendo indifferenza fece spallucce senza rispondere.

“Avevi ragione tu!
“Su che cosa!
“Emilia non sembra una ragazza adolescente! Se non conoscessi la sua età avrei potuto prenderla per una ragazza adulta! Una diciottenne!

Aveva superato il limiti di sopportazione; Elena preoccupata per le parole di Enzo, si girò verso di lui; in quel momento maneggiava un grosso coltello da cucina.

“Senti! Non te lo ripeto più! Togliti dalla taste certe idee! Hai capito?
“Cosa è? un processo alle intenzioni?
“Lo so che cosa hai fatto alla tua ragazza! L'hai violentata e dopo l'hai data in pasto ai tuoi amici! Ho letto le notizie sul processo!
“Senti! La devi smettere! Di fare la stronza!

La fissò con uno sguardo intenso. Si accarezzò il mento e con un sorrisetto malizioso:

“Anzi sai che ti dico? Hai proprio ragione! Cinque anni di astinenza cominciano a farsi sentire! Se tu non fossi stata mia cognata a quest'ora ti avrei fatto passare a modo mio quell'atteggiamento irritante e forse avrei fatto un pensierino proprio su di te!

Pronunciando le parole con un grassa risata e una strizzata di cazzo..

Quel gesto indecente e irriguardoso le provocarono dei forti brividi alla schiena. Reagì prontamente puntandogli il coltello alla gola.

“Bastardo! Non ti azzardare a toccarmi!
“Leva dalla mia faccia sto coltello del cazzo! Altrimenti!
“Altrimenti cosa?

Enzo, da delinquente incallito abituato a quelle situazioni estreme, con un gesto repentino gli afferrò il polso, la disarmò; poi afferrandola dal collo, la bloccò contro il frigorifero.

“Sei una stronza!

Elena era terrorizzata. Placcata da suo cognato, avvertì tutto la sua crudeltà e il vigore del fisico di uomo spietato.
Enzo la fissò negli occhi. Il viso sconvolto e gli occhi azzurri disperati destarono la sua indole di feroce predatore.

“Cazzo! Sei bellissima! Non ce la faccio! Tu mi piaci! Stavolta hai superato il limite!
“Lasciami!
“Troppo tardi! Mi hai provocato di nuovo! Ti avevo avvertita! Adesso sono cazzi tuoi! Mi piaci! Quando una cosa mi piace me la prendo! Ti voglio! Non me ne fotte un cazzo che sei la moglie di mio fratello! Hai capito? Adesso ti faccio sentire cinque anni di astinenza!

Schiacciò le sue labbra contro quelle di Elena, nel tentativo di baciarla. Ma lei tenne la bocca chiusa, impedendo alla sua lingua di penetrarla; lui non si scoraggiò continuando a baciarla sul collo e sul petto; dopo che gli aveva alzato la maglietta, come una furia incontrollata, baciò le tette e succhiò i capezzoli, poi infilò le mani sotto la gonna, accarezzando con forza le cosce; risalì sotto il vestito impossessandosi della rotonde natiche.

Elena, in quei momenti drammatici, incapace di fermarlo stava subendo l'aggressione con animo terrorizzato:

“In questa casa faccio quella che voglio! Se ho voglia di Emilia tu non potrai impedirlo! Ahi capito? La nipotina la chiavo  con questo cazzo! Quando voglio! Hai capito? Ma prima lo dovrai assaggiare tu! Troia!

Elena spaventata da quella frase minacciosa si fece prendere dal panico ed in preda alla paura:

“Ti prego lascia in pace Emilia! Iiiiiiii (pianto)
“Adesso mi occupo di te! poi si vedrà! Zoccola!

Elena si sentiva impotente e sottomessa alla cieca violenza del cognato,  vista la situazione ormai compromessa si fece avanti con una proposta indecente, dettata dalla disperazione e dall'idea che fosse l'unica soluzione per tenerlo lontano da sua figlia

“Se ti lascio sfogare! Mi prometti che non farai del male ad Emilia?

Si stava sacrificando per il bene della figlia.

“ahahah certo! Elena di troia! Lo avevo intuito che razza di puttana che eri!

Schiacciando il grosso pacco contro il pube di Elena:

“Lo senti! Mmmm il cazzo del cognatino! Puttana!
“Bastardo non sono una troia! Lo faccio per il bene di mia figlia!
“Ok! Voglio soddisfare la tua voglia di troia! Ma tu dovrai sottostare a tutte le mie voglie! Altrimenti alla cara nipotina gli spacca pure il culetto! Pelo e contro pelo! Ahahahh Gli faccio sentire il potere del cazzo che ancora non conosce hahahaah! Prima o poi qualcuno dovrà insegnarle a prendere un bel cazzo ahahahah Dimmi che ti piace il mio cazzo! Dimmelo!

Quelle parole provocarono in Elena un brivido di terrore; Si era messa nella mani di un maniaco; cercava di convincersi che la decisione di concedersi al cognato fosse stata la scelta giusta, così, incapace a rispondere a tono, fece cenno di si con il capo, cedendo alla sue richieste e mettendosi completamente nelle fauci di quel maniaco.

“ahahahah Bene! Bene! Per prima cosa! Voglio farmi subito una bella chiavata! Sono cinque anni che i miei coglioni non si sfogano a dovere! L'ultima figa che ho visto era di quella puttana che mi ha denunciato! Cazzo cinque anni di seghe! Ora se permetti! Non voglio perdere tempo in preliminari del cazzo e in chiacchiere inutili!

Così dicendo, strattonandola violentemente la costringe a mettersi supina sul tavolo; la spinse con forza, poi come una bestia idrofoba gli saltò addosso; sollevandole le gambe in aria, poi, con fare violento gli strappò le mutande, gettando i lembi sul suo viso sconvolto da quella violenza. 
Quando vide la figa della cognata, con occhi allupati e mente eccitata urla.

“wow Cribbio! Che fica aaaaaaaaaaa Dopo cinque anni è una visione paradisiaca! Sei magnifica! Mmmm hai una fica galattica! Il pizzetto di peli biondi sul pube la rendono più appetitosa! Mmmm Me la voglio mangiare! Ho una fame arretrata che devo soddisfare immediatamente mmmmmmmm

Enzo si tuffò come un malato in fase delirante, leccando ingordo le parti molli, poi separò le labbra della vagina, mettendo a nuda la carne viva.
Elena subiva in silenzio quella cieca aggressione. Nonostante i forti stimoli provocati dal cognato, che agiva in modo convulso, si stava sforzando a restare inerme perché non voleva emettere alcun gemito, che lasciasse capire un suo compiacimento o gesti accondiscendenti.
Chiuse gli occhi e si predispose a sopportare stoicamente quel furore della natura. Percepiva l'imponenza della sua forza e stringendo i denti cercava di non dargli alcuna soddisfazione.
Enzo se ne sbatteva i coglioni dei sentimenti della cognata. In quel momento trattava il suo corpo come un mero oggetto di piacere. Agiva da egoista incurante di quello che poteva provare. Voleva la carne e no la sua anima, quindi l'accarezzava, la leccava, da ingordo affamato, ignorando la parte spirituale.

“Che bellezza! La notte nel penitenziario non facevo altro che pensare a questo giorno! Agognando una donna come te! Mmmmm cazzo !!!!! ora voglio sbattertelo dentro! Se potessi ti farei sentire pure i coglioni hahahahah

Dopo averla leccata a dovere, trafilato e agitato, si abbassò i pantaloni della tuta esibendo un cazzo rigido e di notevoli dimensioni. Pronto ad invadere le parti intime di Elena;

ahahahah eccolo il mio bambino! Mmm ora ti infilo in questa culla morbida e calda mmmm dai piccolino fagli vedere quando sei bravo a farla godere sta troia mmmmm

La bestia, brandendolo il cazzo come una mazza, con il bacino incastrato tra le cosce aperte di Elena, spinse la grossa cappella contro la vulva vaginale della cognata; dopo avere rovistato tra le labbra interne crestate e umide, sfondò quella labile difesa, invadendo l'interno della vagina con il resto del corno, fino alla base dei coglioni. Poi prese a spingere con movimenti potenti e secchi.

“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bastardo aaaaaaaaaaaaa
“Cristo! Finalmente! Finalmente! Ahahahah che gioia ahahah Mmmm dopo cinque anni mmmm una troia! Ho una troia che mi soddisfa il cazzo mmmmm ahahah cazzo quanto sei calda ! To to   to to mmmmmm ti spacco in due troia! Puttana! To to to

L'aveva placcata con la schiena sul tavolo, e la gambe spalancate in aria, mentre il suo bacino si muoveva velocemente tra le cosce aperte.

Nello stesso istante le mani avevano afferrato le grosse tette e le stringevano con energia.

" mmmm Che belle tette.. mmmm sode e grosse mmmmm dio quanto sei bona... to to to mio fratello ha gusti raffinati mmmm si si si mmmmmmm

Il cazzo scivolava lungo le pareti infiammate della figa di Elena, senza
dargli tregua, con una velocità impressionante. Enzo era in pieno estesa dei sensi. Eccitato come un montone in calore, si stava accanendo contro la cognata spingendo veloce e in profondità un cazzo duro e grosso. Stava sfogando con rabbia una voluttà accumulatasi in cinque anni di astinenza forzata dalla legge.

“Troia! Guardami in faccia! Quando ti chiavo! Fammi vedere che ti piace il cazzo di tuo cognato! Scommetto che mio fratello non ti scopa così! La tua fica merita di meglio! Il meglio sul mercato hahahah to to  to to puttana! Puttana!

Gli piaceva insultarla, accompagnare la sua nefanda azione con impropri osceni, che esaltavano una mente sconvolta e violenta per attitudine.

Le mani, non restavano indifferenti, in quella frenetica azione di sesso scatenato e a senso unico, contribuivano anche loro a completare un quadro di soprusi. Si erano appropriate delle grosse tette, stringendo con  grande energia, quasi a volerle farle esplodere come due palloncini. Artigli che ubbidivano ad una mente diabolica.

“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa mi fai male aaaaaaaaaaaaaaa bastardo ooooooo
“zitta! mmmm zitta! non devi parlare mmmm puttana! Puttana! Sei come quella puttana che mi ha mandato in galera! Ma io te la faccio pagare! Puttana!

Stava delirando. Aveva perso il senso del tempo.

“Stronza puttana to to to!

Mentre la scopava con violenza, iniziò a colpirla con schiaffi.

"Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa fermati bastardo iiiiiiiiiiiii (pianto)
“to puttana! Puttana! Grggggggggggg hooooooooooooooooo tooooooooooo sto per sborrare mmmm ggggggggggggggg

Al termine di una sequela di colpi secchi e profondi, Enzo gli afferrò il collo e stringendolo con forza, si incollò al basso ventre scaricando una abbondante sborrata nell'utero in tumulto e infiammato da quella azione devastante.

Gli scatti della serratura lo bloccarono in quella posa. Si staccò subito dalla cognata; con i pantaloni della tuta calati ancora a mezza coscia si dileguò velocemente nella sua camera.
Elena, si aggiustò i vestiti, raccolse le mutande da terra, dove giacevano lacerate e le infilò in un cassetto. La prima ad entrare fu Emilia.

“Ciao mamma! Stai bene? Sei tutta rossa in viso!
“Sto bene! Ho in po di mal di testa! Mi passerà!
“Vado a salutar lo zio!
“No! Emilia!
“Cosa?
“Non stare troppo attaccata a tuo zio! Dovresti..... stare attenta...

Non fini la frase che Enzo compare in cucina.

I due si fissarono intensamente. Enzo mostrava un ghigno terrificante. Si abbracciò la nipote, che ricambiò.

“Ciao Emilia! Come è andata a scuola?
“Bene zio! Ma non vedevo l'ora di tornare a casa!
“Perché?
“Perché ho voglia di coccolarti e di viziarti!
“ahahahahah ma certo! Vieni abbracciami! Sono felice di farmi coccolare da te hahahah

Se la strinse con grande ardore, spingendo le mani fino sotto i fianchi; nello stesso istante i suoi occhi e quelli di Elena si incrociarono fissandosi intensamente.
Elena tremava dalla paura. Nei pochi minuti in cui era stata la sua vittima aveva capito la ferocia e la crudeltà che si annidavano sotto quella personalità deviata.

Sperava che accontentando i suoi perversi desideri, in quei tre mesi, avrebbe lasciato in pace Emilia. Un sacrificio immane che accettò per il bene della figlia.

Lino entrò:

“Un quadretto da libro cuore! Tutto bene?
“Si!
“Non ti sei annoiato?
“No! Anzi – fissando la cognata – è stata una mattinata piena e soddisfacente!
“Addirittura! Che cosa hai fatto di bello?
“Ho letto e fatto una proficua e interessante chiacchierata con Elena!

Il marito rivolgendosi ad Elena.

“Hai visto! Adesso hai qualcuno con qui con cui chiacchierare! - rivolto al fratello – io purtroppo non gli dedico molta attenzione! Ahahah
“ahahahah (in coro)

Enzo pensò:”caro fratellino sei un coglione! Una sventola come tua moglie non va trascurata! Merita molta attenzione! Ma adesso ci penso io a riempire questi vuoti coniugali! A modo mio hahahah chissà forse anche la nipotina manca di affetto paterno? Hahahahh

Lino rivolto a suo fratello:

“Enzo ho parlato con il tuo avvocato! Forse potresti già lavorare! Verresti autorizzato a lasciare il domicilio per il tempo necessario a raggiungere il posto di lavoro e durante il lavoro! Si tratta ora di trovare un impiego! Conosco persone che potrebbero aiutarci! Chissà magari potresti già trovarti anche una casa tua! E iniziare un nuova vita!

Elena guardò suo marito, con animo disperato: “Volesse la madonna che sto delinquente se ne andasse via! Ho dovuto cedere al suo ricatto lussurioso! E' un diavolo! Che dio mi perdoni!

Il secondo giorno.

Le dieci del mattino. Elena aveva appena aperto la porta, ma non fece in tempo ad entrare che Enzo, in agguato come un feroce predatore, l'afferrò dai capelli e la trascinò dentro; dopo ci furono schiaffi e pugni che si abbatterono sul viso e sul corpo.

“Stronza! Sei in ritardo! Dovevi essere qui alla dieci! Puttana! To prendi puttana!
“aaaaaaaaaaaaaa iiiiiiiiiii (pianto) No! Non è stata colpa mia! Il tram, è arrivato in ritardo!
“Bella e bugiarda! Le conosco le puttane come te! To prendi zoccola! Ora ti faccio vedere che fine fanno le stronze bugiarde! E non fare la furba! Se provi a denunciarmi! Prima che la polizia mi arresti Emilia sarà sfondata in tutti i buchi! Hai capito?

Enzo sapeva usare l'arte del ricatto per piegare ai suoi voleri la volontà di sua cognata.
“iiiiiiiiiii si iiiii ti prego non fare del male ad Emilia iiiiiiiiiii
“Dipende da te e di quanto sei brava a soddisfarmi il cazzo!

Incollerito la prese dal collo e la trascinò nel bagno; dopo una serie di schiaffi secchi in volto la costrinse ad inginocchiarsi davanti alla tazza del cesso.

“Ecco che fine fanno le stronze! La fine della merda ! ahahahahah

Gli spinse la testa nel cesso e tirò lo sciacquone. Tenendogli il volto dentro la costrinse a subire lo scroscio dell'acqua.

“Ti prego basta! Aaaaaaaaaaaaaaa mi fai male aaaaaaaaaaa perché sei cosi malvaggio! Cosa vuoi da me? Aaaaaaaaaaaaaaaaaaa
“La tua vita! Voglio farti diventare la mia schiava! La tua volontà non esisterà più! Da adesso in poi avrò il diritto di vita e di morte su di te! Ora voglio vedere come te la cavi a succhiare il cazzo!

La strattonò fino in salotto. Si abbassò la tuta esibendo un erezione imponente. La violenza agiva da catalizzatore esaltandolo; il potere assoluto che esercitava su sua cognata gli sollecitavano i testosteroni; in un solo giorno l'aveva trasformata in un giocattolo senza volontà, in preda alla sua follia; quello stato di soggiogamento totale lo esaltava.

“Dai succhiami il cazzo! Vediamo quanto sei brava!

Elena, inginocchiata tra le sue gambe spalancate, si impossessò del cazzo e cominciò a succhiare. Tremava dal terrore; era disperata e non riusciva a concentrarsi, anche perché lo faceva contro la sua volontà

“No! Non va bene! Mettiamola così! Se non ti impegni! Penso che dovrò rivolgermi a tua figlia! Le sue labbra carnose le immagino già attorno al mio cazzo! Mmmmm ahahahahah
“Bastardo! Non te lo permetterò mai!
“Puttana! Non sei nelle condizioni di dettare legge! Tu sei la mia schiava! Se non vuoi che sia la nipotina a soddisfarmi allora! È meglio che ci metti più impegno nel pompino ahahahahah

Elena riprese a pompare. Chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi come meglio poteva; in quella situazione era difficile, ma doveva dargli quello che voleva.

“mmmmm si! così va bene! Mmmm visto? Basta volere mmmm dai mmmmm cazzo mmmmmmm

Elena si lasciò andare. Ora la sua bocca scivolava sul cazzo stimolandolo in tutto la sua lunghezza. Ogni tanto, su richiesta del cognato, leccava i contorni e le linee del glande. Decisamente era un signor pompino.

Anche lei si sorprese. Con suo marito non era mai riuscita ad esprimersi su quei livelli.

“Ora basta! Ho voglia di altro!

Dopo essersi soddisfatto con una sublime e gustosa leccata di fica, aveva imposto ad Elena di mettersi a pecorina, poi continuò a sfogare i suoi istinti, penetrandola con forza.

“mmmm Cara cognatina mmmmm hai culo galattico! Mmmm rotondo e bianco come la neve! È un piacere vedere il mio cazzo sparire dentro la tua fica mmmmmmm vedo che il buchetto del culo è ancora strettino! Mmmm quasi quasi mmmm
“No mmmm ti prego mmm lì noooooooooo
“Troia mmmmm non hai nessuna diritto di esprimere opinioni! Sono io che decido cosa è giusto o sbagliato! Ho deciso! Se quel coglione di mio fratello non ti ha mai inculato! Oggi rimediamo al grande errore hahahahahah
“Bastardo! iiiiiiii
“Zitta! Zitta! Puttana!

Schiaffi e pugni sui fianchi sottolinearono quegli impropri osceni e il suo potere su di lei.

Il primo dito ad infilarsi nel buco del culo fu il medio. Enzo iniziò a girarlo come un mestolo. Poi lo associò all'indice continuando una processione dolorosa finalizzata ad allargare l'orifizio anale.

"Aaaaaaaaaa ti prego aaaaaaaaaaa mi fai male aaaaa
“zitta! Sei la mia puttana! Hai capito? Sei la mia puttana! Ahahah

Dopo un intenso lavoro il buco del culo si presentava come un foro slabbrato e oscenamente dilatato.

“Bene! Ora ti faccio vedere che cosa ho fatto a quella troia della mia ragazza!

Puntando la grossa cappella scura e lucida contro il foro anale, spinse fino a farla sparire dentro, poi riprese a muoversi con grande impeto e violenza.

“aaaaaaa sei un animale aaaaaaaaaaa
“un animale? Mmmm quello che ci voleva per sfondarti il culo! Mmmm stretto e caldo mmmmmmm to to mmmm la mia puttana hahahahahah

Dopo una serie di affondi secchi e profondi che scossero il corpo di Elena,  Enzo si staccò lasciando Elena nella posizione della pecorina.

Ritornò subito brandendo un oggetto in mano. Era una zucchina voluminosa.

“Che cosa hai intenzioni di fare con quella?
“Zitta stronza! Voglio vedere quanto è affamato il tuo buco del culo hahahahahah
“No! non voglio iiiiiiiiiiii
“Puttana non sei nelle condizioni di scegliere to to puttana

calci e pugni vinsero la labile resistenza. Elena, rassegnata, si rimise a pecorina.

Il collo della zucchina entrò facilmente fermandosi nel punto in cui si ingrossava.

“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa fermati aaaaaaaaaaaa mi fai male aaaaaaaaaa
“zitta puttana!

Alla fine l'orifizio anale cedette e la zucchina continuò la sua corsa, ingollata fino a metà.

Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa dio mi sento svenire mmmmm sei un depravato! Aaaaaaaaaaaa
“to to mmmmm puttana! Una puttana come te mi rovinato to to ahahahah

stava di nuovo delirando. Elena si sentiva impotente di fronte a quella violenza cieca:

“puttana! hai la fica caldissima aahahah ho voglia di chiavarti! vieni su di me! Forza! No! lasciala la zucchina nel culo ahahahahahah puttana hahah

Elena con la zucchina ficcata nel culo, costretta da Enzo, tremante si impalò sul cazzo; quel folle da da sotto prese a chiavarla con grande impeto, spingendo nello stesso istante la zucchina nel culo ormai ridotto a uno osceno ricettacolo largo e orrendamente deformato.

“sei una zoccola! Come la mia ex! A quella puttana gli ho ficcato una bottiglia di spumante nel culo ahahahahahah dovevi vedere come gridava quella troia hahahah! Poi con i miei amici ce la siamo sbattuta fino a fargli perdere i sensi! Ora dimmi che ti piace prenderlo nel culo e nella fica mmmm to to to to mmmmmm puttana!
“aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa mio dio aaaaaaaaaaaaaaaaaaaa sei pazzo iiiiiii (pianto disperato)
“cazzo mmmmm non ce la faccio più mmmmmm godo mmmmm

Enzo, alla fine di una penetrazione convulsa e senza regole, si lasciò andare ad una copiosa sborrata.

“zoccola aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa mmmmmmmmmmm

Alcuni minuti dopo Elena era nel bagno a curarsi le ferite. Il buco del culo gli faceva male e gli orli si erano gonfiati. Per alcuni giorni sarebbe stato doloroso soddisfare i bisogni fisiologici. Ma doveva affrontare quel sacrificio con coraggio; sperando nell'idea di Lino. Se il marito avesse avuto successo quel demonio sarebbe sparito dalla sua vita, per sempre.

“Mamma!

Era seduta sul bidè a lenire il dolore con l'acqua fresca, quando sentì la voce della figlia: Pensò: “Oddio! E' arrivata Emilia!

“Tesoro sono in bagno arrivo!

Si asciugò in fretta. Quando uscì Emilia non c'era. Non era neanche nella sua stanza. Gli arrivarono le sue risate, provenienti dalla camera da letto di Enzo. Disperata si precipitò dentro.

“ahahah Dai Zio! Ahahahah tu mi prendi in giro!
“Ti dico che sono belle! Me ne intendo di gambe! Hai della bellissime gambe parola di esperto!

Emilia era di fronte a suo zio, incuneata tra le sue gambe aperte; teneva la gonna sollevata fino allo scoscio;

“Emilia! che cosa stai facendo?
“Nulla mamma! Stavo mostrando le gambe allo zio! Mi ha detto che sono belle e sode!
“Hai toccato mia figlia?
“Si! Gli ho accarezzato le gambe facendogli i complimenti che cosa c'è di male? Sono suo zio? Sono carezze innocenti!

“E' vero mamma! Non c'è nulla di male! E' lo zio!
“Ma Emilia! Finiscila di fare la stupida! Sei una signorina! E devi controllarti! Non sei più una bambina! Certe cose non si devono fare! Ora esci da questa stanza e vai in camera tua!

Rimasta da sola.

“Tu bastardo! Che cosa ti sei messo in testa! Hai promesso che non l'avresti sfiorata neanche con un dito!
“ti assicuro che ci provo! Emilia è un vulcano in procinto di eruttare! Con le sue smancerie provoca continuamente e io non sono indifferente alle sue grazie!
“bastardo! È una bambina!
“Bambina? Svegliati! A quella gli ormoni gli girano già a mille all'ora! Se non sarò io, presto qualcuno gli farà la festa!
“Preferisco un estraneo a te! Bastardo! Non ti azzardare più a fare una cosa del genere! Approfittare della sua ingenuità! Sei un demonio!

Enzo risentito da quell'insulto.
“Ok Puttana! visto che sono un demonio! Se devo attenermi ai patti! Ci sono altre condizioni da rispettare!

Mai affidare la propria vita agli altri.

“Che cosa vuoi adesso!
“la notte mi agito! Mi ritrovo sempre una dolorosissima erezione tra le gambe! Insopportabile! C'è un solo modo per lenire quei disagi notturni! La sai benissimo! Quindi stanotte ti aspetto! Generalmente le voglie mi assalgono verso le tre o le quattro di notte!
“Sei impazzito! Emilia e Lino sono in casa!
“E allora? Tu sei la mia puttana! - afferrandogli i capelli – Tu troia vieni qui e non ti permetto di fiatare! Fai quello che ti ho ordinato hai capito? Se non ti vedo arrivare penso che cercherò ristoro nella stanza della nipotina!
“no oooooooooooo no oooooooooo sei un bastardo! Va bene! Farò quello che mi chiede! 

Il terzo giorno.

In piena notte. Elena si alzò dal letto per raggiungere il cognato. Lino dormiva sodo. Utilizzando la luce del porta chiavi raggiunse il cognato con passo felpato; la porta d'ingresso della stanza di Enzo era semi aperta: il diavolo stava aspettando la sua preda.

“Cazzo! Ce ne hai messo di tempo!
“Ho aspettato che Lino si addormentasse!
“Lasciamo perdere spogliati e vieni subito qui! Ho una gran voglia di scopare!

Elena si denudò davanti agli occhi allupati di Enzo. La fioca luce della lampada da tavolo mettevano in risalto le linee morbide dei fianchi, del culo e del seno.

“Cazzo! Sei un super fica!

Così dicendo l'afferrò da un braccio e la trascinò sul letto; poi affamato come un lupo mannaro, si getto su di lei palpandola con foga in ogni dove.

“mmm sei calda e morbida mmmmmm dai fammi un pompino! Ho nostalgia della tua bocca!

Si distese sul letto in attesa che la cognata facesse quanto gli aveva ordinato. Il lunghi capelli biondi si sparsero sul ventre di Enzo quando lei attaccò a succhiare un cazzo duro e palpitante.

“mmmmm puttana! Sei diventata brava! Mmmmmm dai così mmmm

Nello stesso istante le sue mani si erano chiuse sulle grosse tette. Nel momento in cui la cognata incalzava sul cazzo lui, in preda alle vertigini che avvertiva nella zona lombare, stringeva le natiche; e attraverso le mani liberava la tensione serrando con forza le tette.

Elena, sopportava il dolore stoicamente. Non era il caso di mettersi ad urlare con il rischio di svegliare il marito e la figlia.

Dopo i soliti preliminari, Elena si trovò a pecorina ad incassare l'assalto selvaggio del cognato.

“tie tie puttana mmmm non smetterò mai di apprezzare il tuo culo
mmmm solo a vederlo ti viene un gran voglia di sfondarlo mmmmm

Elena pensò: “oddio! No! Li no! Mi fa male! Bastardo mi hai rovinata!

Enzo dopo alcuni colpi penetranti, si fermò. Deglutì e rilascio un lunga colata di saliva. Impregnò il buco del culo.

Appena le dita di Enzo sprofondarono nel foro anale di Elena, una fitta lancinante si espanse dal basso ventre. Elena chiuse gli occhi e prese a mordere il cuscino per evitare di dover urlare dal forte dolore che sentiva.
Ma era solo un anticipo; quando la grossa cappella iniziò a farsi strada nel buco del culo, la sofferenza toccò l'apice ed il dolore era immane. Come se una lama acuminata stesse penetrando da dietro.

Pensava.”Dio dammi la forza di resistere! Mi sento svenire! Iiiiiiiiii

Dopo il dolore iniziale si verificò l'effetto anestetico; quando il cazzo cominciò a scivolare tra le pareti infiammate del buco anale, gli affondi successivi provocarono una sofferenza sopportabile. Il culo si era assuefatto a quella violenta azione.

Enzo, per dare più efficacia all'inculata, si era disteso sulla schiena della cognata, come un fantino in piena corsa; il suo inguine incalzava da tergo ed il cazzo, come un grosso serpente, si infilava nel culo di Elena.
Tale era la scena quando la luce si accese:

“Che cazzo sta succedendo qui? Elena?

Enzo lesto di lingua, fu il primo a rispondere.

“Lino! Non giudicare da quella che vedi! Ti giuro che non è colpa mia! Tua moglie è una grandissima troia! Mi ha provocato! Alla fino ho dovuto cedere!

Elena:
“Non dargli retta! E' un demonio! Ho dovuto cedere al suo vile ricatto! Altrimenti avrebbe violentato Emilia! Lino! Ti prego credimi! Mi conosci!

Enzo si accorse che il fratello era propenso a credere alla moglie. Con un gesto repentino si impossessò della lampada e colpì brutalmente il fratello sul collo.

“No! Lascialo! iiiiiiiiiii (pianto) dio mio l'hai ammazzato! Bastardo! Che cosa vuoi da noi! Ti abbiamo accolto a braccia aperte e tu ci ripaghi in questo modo? Iiiiiiiiiiiii
“Zitta troia!

Si procurò una corda. Trascinò il fratello fino al termosifone del corridoio e lo legò stretto con le mani ai due lati. In quel momento Lino riprese conoscenza.

“Enzo? Che cazzo fai? Slegami! Non fare cazzate! - rivolto a sua moglie – Scusami Elena, se ho dubitato! Enzo! slegami iiiiiiiiii

Nello stesso istante Emilia uscì dalla sua camera da letto:

“Mamma papà! Dio che cosa? Papà!
“Emilia scappa! Corri via!

Enzo, approfittando di quel momento di smarrimento, afferrò Emilia e la gettò a terra. Elena corse in soccorso della figlia abbracciandola per proteggerla dal mostro:

“Stai alla larga da lei! Vattene! lasciaci in pace! Se te ne vai adesso ti giuro che non ti denuncio! Vattene ti prego!
“Proprio tu parli! Zoccola! Ti sei fatta scopare in casa senza battere occhio! Senza dire un cazzo a tuo marito! Sei una puttana!

Lino:
“Perchè ti accanisci contro le uniche persona che ti hanno amato veramente! Non ti basta aver fatto morire papa di crepacuore!
“Papà! Che ne sai di papà! Un debole! Un invertebrato ed un cornuto che era a conoscenza delle porcate che combinava quella puttana della mamma!
“Che cazzo dici? Stai parlando della mamma?
“La mamma era una grande puttana! Che andava a letto con qualsiasi uomo che si proponeva! Ero piccolo! Ma sapevo che cosa venivano a fare quegli uomini in casa nostra quando papà non c'era! Facevo finta di dormire ma vedevo tutto! Quella troia si faceva inculare come una vacca! Non c'era un uomo del quartiere che non se l'era sbattuta! Vittorio, il cugino di papà, era un frequentatore abituale delle cosce della mamma!
“Sei impazzito!
“non sono pazzo!
“Come puoi parlare così delle persone morte! Quel povero diavolo è stato vittima di un pirata della strada!
“Già! Ahahahah
“Sei stato tu?
“uno stronzo di meno! Non l'ho dimenticato il giorno che mi chiuse nell'armadio per sbattersi la mamma!
“Dio! Sei un assassino! Un depravato assassino!
“Basta! Chiudi sta bocca! Mi hai rotto i coglioni!

Era irritato dagli insulti. La rabbia lo indusse a prendere a calci suo fratello. Calci e pugni si susseguirono con violenza inaudita e crudeltà senza limiti.

Elena si frappose tra i fratelli:
“Lascialo l'ho stai ammazzando!! Non vedi che è svenuto! iiiiiiiiiiiiiiiiiii (pianto) sei un demonio iiiiiiiiiii vuoi ammazzarlo? iiiiiiiiii
“Tu stronza! Puttana! Ora la smetti di rompere Il cazzo!

Elena, dopo una lunga sequela di schiaffi, intontita dai violenti colpi, venne legata a fianco del marito.
Quando Elena riprese i sensi si trovò nel corridoio vicino a Lino ancora svenuto. 
Fu presa dal terrore quando si accorse di essere legata e non vide ne Emilia, ne Enzo.
Le urla della figlia le arrivarono come tremende sferzate di vento che le spezzarono  l'anima. Impotente, non restava altro che abbandonarsi alla disperazione e piangere.

Gli agenti di Polizia nei normali controlli dei detenuti agli arresti domiciliari, trovarono Elena e Lino, legati e privi di sensi.
Nella camera da letto di Enzo c'era la figlia, ridotta ad uno straccio. La trovarono nuda sul letto, con lo sguardo perso nel vuoto, il corpo martoriato dai segni delle torture subite.
Una bottiglia di birra giaceva frantumata nel condotto anale. Aveva perso molto sangue. La salvarono per miracolo.

Enzo, nel frattempo era riuscito a scappare all'estero. Utilizzando il passaporto e la carta di credito del fratello; si era rifugiato in Africa; in un villaggio della giungla dell'Angola. Dopo alcuni giorni cadde prigioniero di un gruppo di ribelli. Lo considerarono una spia e venne scorticato vivo. Il suo corpo, esposto al sole, senza pelle, sopravvisse tra atroci dolori ancora per alcuni giorni.


Così va la vita.


guzzon59