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giovedì 11 agosto 2016

Con la mamma al corso di cucina....

La mia famiglia vanta una lunga tradizione di maestri cuochi. Mio nonno è stato persino accreditato durante il G8 a Genova, insieme ai cuochi che hanno preparato i piatti dei grandi della terra. Papà da provetto gourmet ha seguito le sue orme e ora gestisce un avviata struttura di ristorazione. Tanto per restare in tema ha sposato anche una cuoca del Tirolo, per cui la passione per la cucina mi è stata trasmessa nel mio DNA.

Come si dice, buon sangue non mente, dopo l'istituto alberghiero stavo frequentando un accademia per chef, viste le origini ero il primo del corso. Per questo motivo il maestro chef mi annunciò che ero stato scelto per conseguire un master in Francia, per pochi eletti, che mi avrebbe aperto le porte di una carriera sicura e ricca di soddisfazioni. Per accedere al master dovevo prima partecipare ad una preselezione che si sarebbe svolta in Umbria, alla quale oltre ai migliori studenti italiani, dovevo confrontarmi anche con cuochi affermati delle migliori ristorazioni italiane. Professionisti con le palle che avevano anni di esperienza alle spalle.
Non dissi nulla ai miei genitori. Lo avrei fatto solo se fossi stato scelto per partecipare al master francese.
Il luogo ove si sarebbero svolte le selezioni era una pittoresca località delle campagne Umbre, ai piedi di una zona collinare ricca di boschi. La cascina era un maniero che per la circostanza si era trasformata in una vera e propria arena culinaria. Un mio amico mi disse che avrei incontrato molte persone provenienti da ogni angolo d’Italia, tra queste molte belle ragazze. Insomma mi fece capire che se avessi voluto avrei potuto arricchire non solo l’esperienza professionale. Mi strofinai le mani in segno di gioia.
Ai miei genitori inventai una balla colossale, gli dissi che per una settimana sarei stato ospite di un amico. Tutto era stato programmato nei minimi dettagli. Nessun imprevisto avrebbe potuto scalfire quel piano diabolico.

Ma come è noto, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.

Raggiunsi la località umbra in moto, una domenica sera. Quando arrivai mi trovai davanti un antica costruzione medioevale in pietra, una vera fortezza imponente, con una torre sormontata da un tetto a forma di cono. Le cinte erano possenti alte almeno due metri. All’interno tutto era arredato secondo lo stile medievale. Arazzi, candelabri giganti, lampadari enormi di cristallo. Insomma un vero e proprio castello signorile.

Arrivai insieme ad altri ragazzi, ci presentammo, tra questi notai subito una bellissima ragazza. Una mora stupenda, occhi verdi e pelle abbronzata. Era siciliana. Bella da morire. Da come ricambiava lo sguardo intuì che anche io ero di suo gradimento. Eravamo all’opposto, io biondo nordico e lei mora del sud, una coppia perfetta. Si chiamava Valentina e anche lei frequentava una scuola simile alla mia.

Ci accolse il direttore della struttura. Un signore distinto sui quaranta anni circa. Guardandolo meglio mi resi conto che aveva un volto noto. Poi mi venne un flash, lo riconobbi subito: era un cuoco famoso che partecipava a trasmissioni di successo incentrate sulla cucina.
Con lui c’erano i suoi collaboratori. Tre chef, una donna e due uomini e poi alcuni inservienti. Le stanze erano accoglienti anche se arredate con mobili antichi. Ogni stanza ospitava due persone.
Come compagno di stanza mi capitò in sorte un giovane napoletano di origine Nigeriana, si chiamava Gabriel, molto simpatico. Facemmo subito amicizia; lui era molto loquace e mi parlò della cucina tipica di Napoli accennandomi a qualcosa della sua terra di origine. Una miscellanea molto interessante.
Alla fine finimmo per parlare delle ragazze che si erano presentate con noi.

Marco! Ho visto le occhiate che ti lanciava la bella moretta! Secondo me ti fila!
E’ troppo presto per dirlo! Vedremo! E tu cosa ne pensi della cinesina! Ho visto come ti fissava il fior di loto! Ahahahah
ahahahah si! Mannaggia! Cazzo! Se mi piace la cinesina! Abbiamo una settimana di tempo! Basterà!
ahahah! Prima pensiamo alla selezione! Che è più importante!
già! Ahahah

Gabriel era un ragazzo curioso.
Vado a farmi un giretto! E ne approfitto per conoscere gli altri!

Mi lasciò solo. Sistemai i vestiti e la valigia. Mi feci una doccia nel bagno comune dove incontrai altri ragazzi e alcuni adulti, con i quali ho subito legato. Insomma era una bella compagnia.
In quella sessione eravamo circa una ventina.

Qualche ora dopo Gabriel ritornò tutto euforco con un ghigno che le deformava la faccia.

Marco! Non sai che ti sei perso! una figa galattica! Da leccarti i baffi! E’ arrivata in Taxi! Roba raffinata! Mi sono subito offerto di portarle la valigia!
Ti avrà preso per un inserviente! Aahah
No! Mi sono presentato subito! Dovevi vederla! Bella e arrapante!
La vedrò domani!
Già! Sai, non è una ragazzina! Avrà più di quaranta anni! Una bionda teutonica! Tutte curve! Vedessi che pezzo di figa! Una milf!
Be! Tu dovresti avere qualche chance! Alle tardone piacciono molto i ragazzi di colore! Ahahah
ahahah si! Si! Da domani mi metto subito a lavoro! Quella prima di domenica prossima! Me la voglio sbattere come un sandwich! Avanti e dietro! Così! To to to ahahahah Mannaggia! Ahahahah (strappazzò il cuscino)
cazzo! Ahahahah ma sei proprio fissato tu! con la figa!
che cosa c’è di più bello nella vita? oltre a Napoli! È?
Milano! Ahahahha
Ma vai! Ahahah polentone ahahahah
(In coro) ahahahah
Vado a farmi una doccia! va!

Gabriel si spogliò con molta disinvoltura. Appena lo vidi nudo, come sua mamma lo aveva fatto, rimasi impressionato. Il suo cazzo era di una misura sproporzionata. Mi vennero i brividi ai lombi a pensarlo all’opera. Sicuramente la vecchia tardona lo avrebbe apprezzato molto.

Ei! che ne dici! Ne vale la pena! Ahahah
Porca puttana con quel trapano! La nordica la metti K.O! Ahahahha
(in coro) ahahahah sapessi quante soddisfazione ha dato! Ahahah

Gabriel era un vero portento. Mi ha tenuto sveglio fino a tarda notte. Non smetteva di parlare e di raccontare le sue avventure. Alla fine credo di aver ceduto alle lusinghe di morfeo e mi sono perso parte dei sui logorroici racconti.

Il mattino seguente tutti svegli. Toilette e poi nel refettorio a fare colazione. Man mano che i corsisti facevano il loro ingresso Gabriel non smetteva di parlare o sparlare. Questa mi sa che… mmm questa qua non andrà lontano… questo dorme in piedi… cazzo questo mi sembra un figlio di ndrocchia! Insomma ne aveva per tutti. Alla fine arrivò la tardona teutonica.

Appena fece il suo ingresso il cibo mi rimase in bocca, sgranai gli occhi come se un fascio di luce accecante mi avesse abbagliato. Muto e basito. Non credevo ai miei occhi. La donna che Gabriel stava ammirando con la bava alla bocca altro non era che mia madre. Ma come è stato possibile che ci fosse anche lei in quel posto?

Gabriel la salutò con un sorriso che metteva in mostra denti bianchissimi, poi rivolto a me.

Hai visto che roba? Dall’espressione del tuo volto! Mi sa che la tardona piace anche a te! Si vede che ti ha impressionato! Aaaah Quella è una topa di classe! Non c'è che dire!

Gabriel non avrebbe mai potuto immaginare il motivo della mia reazione.

Riflettendo su quella situazione assurda tentai di dare un senso alla presenza della mamma in quel posto. Pensai che forse non era assurdo vederla lì. E’ stata insignita di molti premi per le sue capacità professionali. E' una eccellente cuoca che ha sempre declinato inviti o proposte di lavoro che l’avrebbero allontanata da papà. Ma perché non c’era lui? Che cosa era successo?

Appena mi vide anche lei rimase di sasso. Non si aspettava di trovarmi lì. Mentre io tardavo a riprendermi lei riprese subito il controllo della situazione e con un gesto appena percettibile ma eloquente mi fece segno di stare zitto. Mi sfilò davanti con disinvoltura continuando a parlare con un'altra signora.

Cazzo! hai visto che purchiacca! Che culo! Che tette! Mannaggia!

Mi risentì un pochino per quelle frasi sconce che riguardavano mia madre. Ma dovevo far buon viso e cattivo sangue.

Allora! L’hai vista la bella topona teutonica! Mmmmm
Si!
Non dici nulla? Non ti piace? Non dirmi di no! Cazzo! ma hai visto che pezzo di fica? Bionda! Alta e messa bene pure di gambe!
ma potrebbe essere tua madre!
Mia madre? Sono per caso biondo? Hahahahah
ahahahahh ma sei scemo!
Hai notato che non fa altro che guardare da questa parte! Mi sa che uno di noi due gli piace!

Effettivamente la mamma ogni tanto mi lanciava uno sguardo. Forse anche lei stava cercando di capire perché non l’avevo informata.
Il destino inoltre ha giocato anche un altro scherzo: la mamma e Valentina sono finite nella stessa camera.

Dopo colazione ci trovammo tutti in un grande salone con tanti tavoli come a scuola. Attorno a noi c’erano quadri e arazzi di tutte le specie, un corridoio portava alle cucine che erano ampie, con i piani cottura esattamente allineati.

Il direttore dell’accademia ci illustrò il programma e poi ci divise in quattro squadre formate da cinque elementi. La mamma mi ignorava. Non so come facesse a controllarsi. Io ero emozionato e stupito per la sua presenza. Mi aveva fatto cenno di non dire nulla e sono stato al suo gioco. Ma volevo capire il perché di questa scelta dell’anonimato.

Si fecero le squadre e la mamma capitò proprio nella mia, mentre Gabriel e Valentina finirono insieme nella stessa squadra. Ci rimasi male ma la sorte ha voluto che fossimo concorrenti e avversari e no alleati.

Nel mio gruppo oltre a me capitò la cinesina, che si chiamava Chiara; un altro ragazzo, la mamma e il signore distinto che Gabriel aveva etichettato come vecchio marpione, Vincenzo, toscano di Livorno. Una bella squadra assortita.
Vincenzo dimostrò subito il suo interesse per la mamma. Non sapendo che fossi il figlio, in più occasioni mi aveva confessato che la mamma era una donna piacente e che non gli sarebbe dispiaciuto approfondire la sua conoscenza, nonostante avesse messo in chiaro di essere felicemente sposata.

Appena ebbi l’occasione chiesi alla mamma che cavolo ci facesse lì? Perché non mi aveva detto nulla? E come cavolo ci era arrivata!

Colpa di tuo padre! Lo sai che lui sogna la stella dei migliori ristoranti! Qualche tempo fa l’associazione ristoratori ci ha contattati! Ha detto che eravamo candidati a prendere la stella! Però uno di noi due doveva avere nel suo curriculum la frequenza di questo corso di specializzazione, con profitto, anche se non venivi selezionato per il master in Francia! Insomma era sufficiente la frequenza e il titolo di merito o attestato! Lo sai come è fatto tuo padre! Ha inventato mille scuse per non venire! Quello non si fida dei suoi dipendenti! E’ fatto così! vuole avere tutto sotto controllo! Così, visto che si trattava di una sola settimana, ho dovuto cedere e accettare di frequentare l'accademia! Anche io volevo farti una sorpresa, ma mi sa che sei stato tu a farla a me!
Incredibile! E adesso?
Adesso tu ti impegni ad arrivare tra i primi dieci! E’ importante che tu riesca ad andare in Francia! Se hai bisogno di qualche consiglio! Sono qua! A me interessa solo la frequenza! E sai una cosa? Sono felice di averti trovato qui! Sono due settimane che non ti facevi vivo! E’ meglio che non si sappia che sei mio figlio! Conosco bene l'ambiente e vorrei che ti valutassero per le tue capacità!
Come vuoi tu! Visto che siamo qui! Be adesso godiamoci sta vacanza! Lontano da quel rompiballe di papà! Ahahah
già! Ahahahahah

Alla fine avere la mamma al fianco poteva diventare strategicamente un vantaggio. Lei era una cuoca eccellente ed i suoi consigli mi avrebbero aiutato.

Infatti la nostra squadra si rivelò la migliore.

Intanto Gabriel in più occasioni cercava di intortarsi la mamma con scuse banali. Essendo un ragazzo allegro e spiritoso, nonché napoletano verace, non gli era stato difficile conquistare la sua simpatia. Inoltre la mamma notando che mi era diventato amico, estese anche a lui il suo affetto, e lui, ignaro del legame di parentela che ci univa, equivocò l’atteggiamento aperto della mamma, interpretandolo come un segno palese che la tardona sotto sotto sperava di farsi fottere da un giovane stallone.
Tutte le sere, in camera, era stressante. Non faceva altro che ripetere le stesse parole, di parlare della mamma, diventata una fissazione. Si era intestardito a tal punto da non accorgersi dell’atteggiamento di palese disponibilità della cinesina e di una tardona di Verona, non male.

Allora, visto che siete molto legati, e per questo ti invidio, ti ha parlato di me? Secondo te è interessata a me? Hai visto come ride quando siamo insieme? E poi i suoi occhi azzurri quando mi fissano mi fanno sciogliere il sangue come o sangue e San Gennaro! Madonna!
no! Gabriel! Rassegnati! È una donna seria! Ti sei fatta un idea sbagliata di lei! Perché non punti alla cinesina o a quella tardona di Verona! Io con Valentina mi sono portato già avanti! Stamattina c’è scappata una mezza pomiciata! E tu che fai? perdi tempo con una che manco ti vede? Svegliati!
Senti! Stamattina ho invitato Valeria (la mamma) per domani sera, io, te e Valentina andiamo fuori, a farci una pizza! Poi se sei d’accordo! Ce la portiamo in discoteca! Che ne pensi?
Ma sei scemo? E lei ha accettato?
Si! Anzi era entusiasta! Veramente ha accettato su proposta di Valentina, Ho l’impressione che le piaccia molto! Ma? Speriamo che non sia lesbica!
Ma vai a cagare! Ahahah che cazzo vai a pensare!

Pensai: Effettivamente la mamma si era legata a Valentina, credo, che lo facesse perché aveva capito che mi piaceva! Ecco perché ha accettato di uscire con noi, per controllarmi.
Che situazione imbarazzante.

La sera successiva dopo le prove di cucina e l’ennesimo successo, uscimmo tutte e quattro. Per l’occasione quel figlio e ndrocchia di Gabriel, con le classiche lusinghe napoletane, era riuscito a farsi prestare l’auto da Vincenzo, una piccola utilitaria.

Partimmo alla volta di Perugia. Alla fine invece della pizza optammo per un ristorante tipico del posto. Da cuochi esperti giudicammo che le pietanze non erano tanto male. La mamma non vista, mi aveva sganciato cento euro con la raccomandazione di pagare il conto.
Valentina, non sapendo il legame che avevo con la mamma, convinta che Gabriel le piacesse, le aveva consigliato di vestirsi in modo sexy. Cosi si presentò con un vestito aderente, corto, che esaltava in modo eccessivo il suo corpo. Mi soffermai a guardarla e dovetti ammettere che la mamma era ancora una bella donna matura; pensai che non fosse così strano che un ragazzino come Gabriel potesse perdere la testa per lei.

In ogni caso, in quella storia c'era qualcosa che non quadrava. La bugia aveva creato un equivoco e soprattutto un giudizio sbagliato sul rapporto che c’era tra me e la mamma. Spesse volte lei si era lasciata andare in carezze un po troppo materne, che agli occhi dei miei amici venivano interpretate in modo errato. Gabriel più volte espresse il dubbio che la tardone forse si era invaghito di me. Ma io ribattevo che era solo uno slancio di affetto, dettato dalla sua età. Ma lui ammiccava e schiacciandomi l'occhio:
Affetto? Secondo me tu hai più chance di me! Di fottere la tardona!

Dopo la cena, mezzi allegri, su insistenza di Valentina, andammo in una discoteca del luogo. Mi sentivo imbarazzato. Secondo me a pochi ragazzi è capitato di andare in discoteca con la propria mamma. Lei per contro non sembrava affatto impacciata. Anzi accolse la proposta con molto entusiasmo. Con Valentina si era amalgamata perfettamente, pettegolavano come civette, parlavano sottovoce, e la mamma esplodeva in grasse risate quando Valentina le sussurrava qualcosa alle orecchie.

Dentro trovammo il caos della folla avvolgente. Luci accecanti, specchi, spintoni. Tuttavia la mamma sembrava di trovarsi a suo agio. Ad un certo momento mi stringe la mano, come faceva quando ero bambino. Gabriel notò subito il gesto e dall'espressione mi parve che ci restò molto male. La mamma inconsapevolmente non si rendeva conto che i suoi slanci di affetto erano fraintesi. Infatti quando la musica si placò in un lento quasi statico, Valentina prese la mano di Gabriel e lo trascinò in pista fissandomi con un espressione contratta come dire: “fai lo scemo con la tardona? Tienitela!
La mamma ghignava e beveva molti drink a base di alcol. Ad un certo punto mi afferrò la mano e ridendo mi invitò a seguirla in pista. Con voce bassa le sussurrai:

Mamma! Guarda che è un lento!
E allora? Vuoi che balli con un estraneo? No meglio con te! E poi ho tanta voglia di abbracciarti! Così potrò farlo senza che il nostro segreto possa essere svelato!

Mi abbracciai la mamma. Le misi le mani sui fianchi tenendo le debiti distanza dal suo grembo. Ma lei, in preda all'entusiasmo del momento.

Ma dai! stringimi! Cucciolo!
Ma! Mamma!
ahahahha

E tirandomi a se mi serrò così forte che il suo corpo massiccio impattò contro il mio. La prima impressione che ebbi fu di un caldo intenso che promanavano forte dalle sue membra.

La mamma si comportava in modo materno, mi stringeva e poi in un slancio di tenerezza appoggiò la testa sulla spalla. Quel gesto fu la goccia che fece traboccare il vaso. Cercai lo sguardo di Valentina. Lo trovai mentre mi fissava in modo truce, io le sorrisi. Lei alzò le spalle e rispose con un gesto altrettanto esplicito, stringendosi a se Gabriel. Insomma non so che cosa stesse succedendo ma sembrava palese che le coppie si stessero invertendo.

Con il passare del tempo notai che Gabriel aveva preso sul serio il cambio delle coppie. Infatti lo vidi strusciarsi contro Valentina e nello stesso tempo passare all'attacco con decise toccate di fondo schiena.

L’atteggiamento di Gabriel, la sua fantasia erotica in quel momento in piena attività, agirono da catalizzatore verso i miei sensi; per cui mi capitò di imitarlo inconsapevolmente, forse per ripicca verso Valentina, e lentamente anche io iniziai a strusciarmi contro il corpo della mamma. Non so se fosse vendetta o altro. Il fatto imbarazzante fu che in pochi secondi avvertì il mio cazzo crescere e diventare duro come una pietra. Il grembo della mamma si rivelò un accogliente incavo caldo. Avvertivo il suo corpo sinuoso e molto sensuale. Insomma mi ero confuso mentalmente e sfogando un impulso naturale pressai il mio inguine contro il grembo della mamma.

Incredibilmente non ci fu alcuna reazione contraria. Anzi lei continuava a muoversi attaccata a me. Avvertivo il suo ventre caldo e vivo, molto incollato al mio. Man mano che mi stringevo a lei tremavo e percepivo un latente desiderio sessuale. Ero completamente smarrito in un limbo fuori dal tempo.
Il mio cazzo duro premeva contro il grembo della mamma e credo che la stessa cosa succedeva tra Gabriel e Valentina. Ad un certo punto mi resi conto che Valentina ormai aveva preso una altra strada. Ci rimasi male quando Gabriel e lei iniziarono a baciarsi con grande passione. La mamma intanto se ne stava attaccata a me ignara di quanto stava accadendo e del disastro che aveva provocato con il suo atteggiamento materno.

Ormai Valentina era definitivamente persa e ritenni la mamma responsabile di quanto stava succedendo. Mentre la stringevo cominciai a delirare una vendetta assurda. La fissai e lei ricambiò il solito sorriso, poi con voce ingenua:

Tranquillo! Non ti preoccupare! È una reazione naturale! Non ci fare caso!

Pensai: “Naturale? Avvertire un cazzo duro contro il suo grembo e considerarlo un gesto naturale? Ma era il cazzo del figlio!

Ad un certo punto Gabriel e Valentina spariscono.
La musica cambiò in dance.

La mamma, che aveva intuito:

Secondo me non perdi nulla! Era solo una bella ragazza! E basta!

Pensai: “ma era proprio quello che mi interessava!

Continuando:

Per me non era adatta a te! Troppo farfallina! Hai visto? Alla prima occasione si è comportata per quello che era! una troia!
Ma mamma! Se non mi avessi trascinato in pista non sarebbe successo!

Fece spallucce e sorrise.

Quella sera andò tutto storto. Gabriel ottenne quello che aveva sperato di avere dalla mamma. In macchina. Ma non contento chiese a mia madre se potevano scambiarsi le camere. La mamma fu entusiasta di accontentarli. Gabriel chiaramente mi schiacciò l'occhio come per dire: “hai visto? Che avevo ragione!

La mamma quella sera aveva un po’ esagerato nel bere.
Io ero totalmente deluso per il due di picche che avevo ricevuto da Valentina.

La sera in camera dal letto.

La mamma cantava e ballava come una ragazzina. Era felice di condividere con me la stanza. Sentirla cantare mi dava un nervoso. Così la lasciai sola e andai a farmi una doccia. 

Passai accanto alla stanza che occupava Valentina, chiusi gli occhi dalla rabbia quando percepì i suoi singulti. Gemeva come una scrofa. Pensai alla scena di sesso in atto tra lei e Gabriel ed immaginai il grosso cazzo scuro che in quel momento le stava sconquassando la figa.

Pensai: Cazzo! E pensare che gliela avevo offerta io su un vassoio di argento! Se non ci fosse stata la mamma tra i piedi a quest'ora avrei potuto esserci io la dentro!

Bestemmiai come uno scaricatore di porto.

Al ritorno trovai la mamma stesa sul letto. Porca puttana. Era nuda con gli autoreggenti nere ancora calzati.

Pensai: “E’ talmente ciucca che non ha finito di spogliarsi!
La guardai mentre dormiva di traverso sul letto. Le grosse tette nude si innalzavano imponenti.
Più la fissavo e più mi rendevo conto di quanto fosse arrapante. Cazzo, pensai, Gabriel aveva ragione, la mamma era un gran pezzo di fica e che fica.

In quel momento trovarmela in camera in quelle condizioni diventò mio malgrado una vera tentazione. Mi sedetti al suo fianco la fissai per bene.

Appena avvertì la mia presenza:

ooh Giorgio! Che fai? Non vieni a letto?

Giorgio è il nome di papà. Mi aveva scambiato per lui.

Le sue tette erano un richiamo della natura. Più le guardavo e più aumentava la voglia di toccarle. Saranno morbide o dure?

ohhhh Giorgio! Vuoi scopare? E?

Quella richiesta mi sconvolse le budella.

Pensai: “Che faccio? Magari mi accontento di toccare solo le tette!

Ero super eccitato. Il pensiero ritorno in discoteca. Cazzo mi son sentito bene incollato a mia madre. Naturalmente il cazzo si era nuovamente destato adeguandosi alla situazione incandescente. Lo fissai mentre spuntava dal mio inguini duro e palpitante come un giovane puledro davanti ad una vecchia giumenta in calore.

La tentazione di toccare le tette della mamma era troppo forte, per cui, mi lasciai trasportare da quel richiamo e titubante allungai la mano posandolo su una tetta.

La pelle era liscia e calda. Avvertivo la solidità e la tenerezza che quel tocco trasmetteva.

Le massaggiai prima lentamente, poi con maggiore intensità, lei lo percepì ed aprì gli occhi fissandomi e sorridendo:

Giorgio sei un biricchino! Ti piacciono le mie tette?

Mi fermai dalla timore che mi avesse riconosciuto.
Sentendo il nome di papà, nonostante mi avesse squadrato il volto e non vedendo alcuna espressione di sorpresa, poiché gli occhi rimasero completamente sbiaditi, ripresi a massaggiare con più forza.

mmmmm sento che il tuo cazzo è già duro!

Mi aveva afferrato il cazzo e lo stringeva in tutta la sua lunghezza. La sua mano, saldamente afferrata al palo, lo stimolava facendo scivolare la pelle su e giù.
Un brivido di freddo mi tormentò il fondo schiena, era incredibile a quando stava succedendo sotto i miei occhi. Non credevo fosse possibile una cosa del genere.
Sei il solito biricchino! Mmm quanto è duro!

Ma stava succedendo veramente. Mi ripresi e fissai la mano della mamma che mi stava masturbando. Era troppo per me. Allora mi buttai sul suo petto e iniziai a toccare e baciare le grosse tette. La follia erotica si era impossessato della mia mente.
Era impossibile resistere a quella provocazione.
Ad un certo punto la mamma mi fece una richiesta insolita.

Giorgio! Chiavami in bocca! Coma sai fare tu! Mmmm dai sfondami la gola!

Era impressionante sentire la mamma parlare in quel modo. Non so se si rendesse conto di chi fossi. Tuttavia era troppo eccitante e impossibile tirarsi indietro, per cui ubbidendo alla sua richiesta, ancorché invogliante, mi alzai e mi misi davanti alla sua faccia. Lei mi fissava dal basso verso l'altro, con il capo che pendeva dal bordo del letto. Che strana posizione pensai. Forse con papà la facevano spesso.

Ero completamente nudo e con un imponente erezione in atto. Afferrai il cazzo e lo spinsi verso il basso avvicinando la grossa cappella alla sua bocca.

Fissai le sue labbra carnose, che erano quasi a contatto con la cappella del mio cazzo.
Ero ancora indeciso su cosa dovessi fare. Ma alla fine:
Ma si! Mi hai rovinato la serata! Adesso ti punisco! Ti accontento!

Schiacciai la cappella sulle labbra che magicamente si aprirono. Il cazzo scivolo in bocca fino in fondo. Poi attaccai a chiavarla di brutto. Come mi aveva implorato lei.

ti piace il cazzo in bocca! Hai fatto di tutto per allontanarmi da Valentina! Ora questa sarà la punizione che meriti! To! Ti sfondo la gola!
Mmmmmmmmmmmmmmmm

Non poteva rispondermi. Il mio cazzo scivolava nella sua bocca fino alla base dei coglioni. Nello stesso istante mi tenevo aggrappato alle sue grosse tette.

To to to mmmmmmmm

Mi ero fatto trascinare totalmente in quella situazione inaudita. Ero completamente in delirio e come un folle stavo chiavando la bocca della mamma, come se fosse una vera fica. Visto che c'ero, diedi sfogo alla mia perversione e così di tanto in tanto mi dilettavo a battere il cazzo sulle tette e a masturbarmi schiacciandolo tra i due grossi meloni; mentre lei mi leccava i coglioni. Spesso mi allungavo verso le cosce bianche, per razzolare con la mano nella grossa e corpulenta fica. La fonte della mia vita.

Pensai: da li sono uscito e ora? Cazzo ho voglia di ritornarci! Che faccio?

Fu lei a decidere per me.

Ora chiavami! Gio oo ora gioca con la mia fica! Mmmmm

Non bisogna mai disubbidire alla mamma.

Con grande piacere!

Mi predisposi davanti alla sue cosce spalancate, nella posizione della missionaria. Inizia a giocare con la sua fica. Strusciavo la grossa cappella tra le molli umide labbra. Era affascinato dalle sue cosce bianche, esaltate divinamente dalle calze scure.

Strusciai la cappella tra le rossa labbra, bagnate e lucide, su e giù

Gioooooo che fai? Chiavami ora! Mmmmm

In quel momento era anche il mio più grande desiderio, così dopo una leggera spinta, affondai con il cazzo dentro il suo utero, fino alla base dei coglioni e via con l'arrosto nel forno.

aaaaaaaaaaaaaa mmmmmmmmmmmmmmmmmm si biricchino..... biricchino......
mmmmmm ora pagherai per quella che mi hai fatto! Mi hai fatto perdere una scopata mmmm galattica mmmm to to to mmmm con quella mega fica di Valentina aaaaaaaaa
Si si così mmmmmm così mmmmmmmm biricchino mmmmm si mmmm godo mmmm mmmmm

Iniziai a chiavarla con grande foga, senza darle un attimo di tregua. Rabbia ed eccitazione mischiate, che mi davano una energia distruttiva. Tutto sommato, pensai, la serata non era finita male. Mentre scopavo la mamma mi rendevo conto di quanto fosse emozionante quel rapporto e soprattutto esaltante.
In quel castello lei era l’oggetto del desiderio di quasi tutti i maschi presenti. Ed io ero il fortunato che se la stava infornando alla grande. Inoltre, il fatto che fosse la mamma magnificava ancora di più la mente e mi trasmetteva sensazioni vertiginose. Guardavo la mamma e non capivo se fosse così lucida da rendersi conto che era suo figlio a chiavarla di brutto e no papà.
Il mio corpo era più sottile rispetto a quello grosso di papà. Un fuscello in mezzo ad un tempesta che si dimenava come un diavolo. Il mio cazzo scivolava veloce dentro la fica della mamma fino a quanto potevo.
Lo spingevo in profondità con grande energia.
La fica della mamma era completamente aperta al mio cazzo. Le labbra erano tirate al massimo, fino a ridursi ad un sottile orlo teso e arrossato che attorniava il volume del mio cazzo.

Il clitoride era ben visibile, una bottoncino spianato che tremava al ritmo folle dei miei affondi.

To to mmmmm dio quando sto godendo mmmmm
si si mmmm Gio mmm biricchino mmmm divertiti mmm divertiti mmm come fai sempre! Mmm godo

Stavo galoppando sul corpo della mamma alla massima velocità. Avevo trovato un ritmo regolare, veloce e distruttivo.

Lei se ne stava con le cosce spalancate ad incassare il mio ardore, mentre godeva come una maiala.

Dopo una sequela di affondi secchi, le radici del cazzo mi annunciarono la fine di quella galoppata incestuosa, fatta di rabbia, eccitazione, vendetta e tutto quello che la mia mente ormai fuori controllo immaginava e mischiava.

Mmmmmm non ce la faccio più ùùùùùùùùù mmmmm
Aaaaaaaaaaaaaa siiiiiiiiiii biricchino ooooooooooooo

Sborrai nella fica della mamma fino all’ultima goccia, poi preso dalla curiosità volli fissare quella apertura slabbrata, la fonte della mia esistenza, mentre sputava il liquido bianco e spesso che lei aveva creato.

Rimasi a riflettere. “Cazzo quel buco che mi aveva dato la vita mi ha dato un godimento incredibile.



Così va la vita.


Guzzon59