Il parroco
stava lodando la figura del nonno e i presenti ascoltavano commossi perché in
paese tutto lo conoscevano.
E’ morto
felice e pienamente soddisfatto della sua vita terrena.
Per quando
mi riguardava, per quello che ha significato per me, non potrei mai
dimenticarlo.
Ascoltavo emozionata
l’omelia e lentamente la mente tornava indietro nel tempo di circa venticinque
anni.
Era
l’estate dell’anno 1990, avevo sedici anni ed ufficialmente ero scappata di
casa. Perché?
Ecco la
spiegazione:
Capitolo
primo (scritto da Guzzon59): La fuga.
A causa
del carattere ribelle. Al liceo tra le studentesse mi giudicavano la più
scalmanata e sovversiva perché facevo incazzare i prof che contestavo e poi ero molto disponibile a scioperare per qualsiasi cazzata.
C’era
anche un altro aspetto che faceva di me una ragazza particolare.
Lo ammetto
senza alcun imbarazzo: mi piaceva il cazzo e scopare per me significava
esprimere la mia libertà sessuale ed emancipazione femminile, considerato che
non possedevo altri talenti.
A quel
tempo il sesso era ancora considerato un argomento che riguardava
esclusivamente l’aspetto privato delle
persone. Non era un argomento che si potesse discutere in pubblico.
Così per
presa posizione il sesso lo avevo mondato di tutti quei fronzoli morali che lo
relegavano nella sfera dell’intimo per
cui lo praticavo in modo estenuante al solo scopo di dimostrare una personalità
disincantate e anticonformista.
Ero anche
avvantaggiata poiché essendo una bella ragazza era scontato che fossi io a
scegliere.
A quel
tempo comunque avevo un ragazzo che consideravo un tromba amico con il quale c’era
un patto: sarebbe rimasto al mio fianco con tutti i benefit se avesse tollerato
la mia liberta sessuale.
Tuttavia quello
che mi faceva più schifo era l’ipocrisia e i pregiudizi che imperavano sovrani e
diffondevano ad arte la maldicenza dei compagni di scuola e dell’intero
istituto che mi giudicavano una vacca ninfomane.
Apparentemente
poteva essere vero ma in realtà non capivano che era il mio modo di essere e
l’espressione del mio senso di libertà.
Durante l’estate
di quello anno, per motivi che non mi ricordo non andammo al mare, così mi
trovai in città a subire una canicola insopportabile in una noia mortale.
In quello
stato mentale piatto mi venne in soccorso una amica del cuore e compagna di
scuola che per certi aspetti ci univa una spregiudicata affinità, per questo
anche lei subiva lo stesso ostracismo venendo assimilata a me per cui il popolo
mormorava che eravamo due grandissime vacche, ma chi se ne fregava.
Cinzia,
questo era il suo nome, mi parlò di suo cugino e del fatto che gli avesse
proposto di passare due settimane al mare. Aveva a disposizione una intera
ville a Follonica in Toscana.
Anche lei
era minorenne e come me tiranneggiata dai genitori.
Mi confidò
che il cugino e una suo amico erano dei grandi fighi e meritavano il nostro
interesse, che nel nostro gergo significava che ce li saremmo scopati entrambi.
L’idea mi
andava alla grande e senza pensare ai divieti che i miei genitori avrebbero
posto riempì lo zainetto del necessario, rubai cinquecento mila lire da un
cassetto e raggiunsi Cinzia e insieme ci imbarcammo sul treno per il paradiso
marino.
I ragazzi
erano maggiorenni e disponevano di una auto.
Erano veramente
belli. Nella prima settimana ci godemmo la vita alla grande. Spiaggia, pizzeria
e discoteca, poi la sera in casa a fare sesso tutti insieme, con tanto di trasgressive
pomiciate tra me e Cinzia.
Quando i
maschi erano spompati e ridotti all’osso, spesso continuavamo a stimolarci con
sublimi sessanta nove e strusciamenti di fica contro fica, per un piacevole e
caldo attrito.
Debbo
confessare che in quel periodo ottenevo più soddisfazione a fare sesso con lei
che con i maschi.
Fino ad
allora non avevo mai incontrato un uomo capace di farmi impazzire dal
godimento.
Mi ricordo
che facevamo largo uso di bevande alcoliche e di spinelli soprattutto durante
le orge a quattro.
Fu così
che una sera esagerai con un mixi di alcool e hascisc e ripresi i sensi in
piena notte al pronto soccorso dell’ospedale in mezzo a persone in camicie
verde e divisa dei carabinieri.
Dopo esser
stata dimessa, una poliziotta scortò me e Cinzia fino a casa affidandoci ai
genitori che in quei giorni si erano disperati ma soprattutto incazzati neri.
Seguirono
ramanzine, cazziatoni e filippiche a raffiche che anticipavano una mortificante
prigionia forzata in casa.
Ma non
durò a lungo perché una mattina vidi la mamma che stava preparando la mia
valigia:
“Che cazzo
fai?
“Smettila
di rivolgerti a me con quel linguaggio triviale! Cosa abbiamo fatto di male per
avere una figlia come te? Ti abbiamo dato tutto! Perché ti comporti così? Bella
riconoscenza!
Era
inutile risponderle, non avrebbe mai capito le mie ragioni e il fatto che
l’affetto non si compra con il denaro.
“Perché prepari
le valigie?
“Abbiamo
deciso che andrai a stare per un po di tempo dal nonno? Non ti abbandoniamo! Ma
non possiamo starti dietro! Tuo padre è una persona impegnata, con una grande
responsabilità aziendale che non può trascurare! Io ho i miei impegni
universitari e come assistente devo presenziare alle sessioni di esame! Tiziana
ti prego aiutaci ad aiutarti! Non ti giriamo le spalle ma abbiamo pensato che
il nonno, persona saggia, possa aiutarti a riflettere per farti trovare un
senso a questa vita che stai buttando nel cesso! E sinceramente non sapremmo cosa
fare per farti capire i disastri che stai combinando per un senso sbagliato di
libertà!
La guardai
senza rispondere conscia del fatto che mi stavano scaricando dalla loro vita, non
mi andava di intavolare una discussione filosofica sulla esistenza che non
avrebbe avuto alcun esito in presenza di due posizioni generazionali
diametralmente opposte.
Papà mi accompagnò
al suo paesino di origine. Il nonno paterno viveva in una casetta tra i boschi.
Ricordava la fattoria del nonno di Hide.
Secondo
capitolo (scritto da guzzon59): Soggiorno forzato dal nonno.
Il nonno
era vedovo da cinque anni, sessanta otto anni suonati ed era completamente
canuto.
Un
pensionato dei trasporti pubblici.
Alla morte
della nonna ristrutturò la vecchia casa di famiglia dove poi si è rifugiato in
solitudine ed immerso nella natura.
Quando
arrivai lo salutai distrattamente. Non lo feci per cattiveria. Il nonno era
l’unico adulto di famiglia che rispettavo perché incredibilmente nonostante l’età
riusciva a capirmi o almeno si sforzava. Credo che la sua sia stata la saggezza
di un uomo semplice e pratico non corrotto dalla cultura complicata e
inconcludente delle discussioni intellettuali sul sesso degli angeli.
Il nonno
quando restaurò la casa divise una stanza e l’arredò solo per me. In tanti anni
non aveva mai cambiato il mobilio e quindi si presentava con sopramobili e arredo
del colore dei manga giapponesi, più adatta ad una bambina di dieci anni. Ma
non mi importava un fico secco, pur di stare lontano da quei bacchettoni dei miei
genitori poteva servire la causa anche un tugurio.
Il nonno e
papà discussero per parecchie ore. Notai che il nonno agitava le mani e lo
guardava con espressione arrabbiata. Papà appariva in difficoltà. Sicuramente,
come sempre, il nonno aveva preso le mie difese.
Quando
vidi l’auto di papà lasciare la fattoria, senza neanche un cenno di saluto,
raggiunsi il nonno.
Lo
abbracciai forte, gli volevo un sacco di bene e qualche volta mi commuovevo a pensarlo da solo in quella
sperduta landa.
Ma col
passare dei giorni mi accorsi che non era un anima solitaria e fuggiasca come
l’avevo immaginato.
“Tiziana!
L’hai fatta grossa stavolta! Non metto in discussione la fuga! Perché con due
genitori come i tuoi pure i santi avrebbero perso la pazienza! Ma rischiare la
salute con quella robaccia! Perché lo fai?
“Lo so! Ho
esagerato! Non so cosa ho! Mi sento insoddisfatta! Sento che mi manca qualcosa!
Non riesco a trovare un senso a questa vita! o a qualcosa che mi entusiasmi!
“E’ il
male dei giovani di oggi! Viviamo in una società di merda che vi ha tolto persino
sogni! E tu però cerca di studiare! Non ti mettere nei guai! E poi, il sesso!
Con tutti i pericoli che ci sono oggi! Dovresti fare molta attenzione! Sei una
bella ragazza! Non svalutarti per chi forse non ti merita!
Il nonno
era così, schietto e l’unico che mi coinvolgeva in discorsi anche di sesso.
“Per me è
qualcosa che mi fa sentire viva e libera! Sono i pochi momenti in cui mi sento
bene!
“Ma
benedetta figliola! Ci vuole moderazione in tutto! Soprattutto nel sesso! Lo
sai che è come il miele? Quando ne abusi ti fa venire il vomito!
“ahahahahah
mi fai ridere!
“perché?
“Pensavo
all’accoppiamento tra il miele e il sesso! Ci vuole una bella fantasia! Ahahah
“ahahha ho
capito! Volevo dire che il troppo storpia!
“ahah quando
non piace!
“Tiziana
per cortesia! Mi hai fatto perdere il filo del discorso!
“Ma nonno!
Sei stato proprio tu a dirmi che nelle vita le cose piacevoli bisogna farle con
entusiasmo ed impegno! Senza rinunciarci!
“si! va bene!
Ma non parlavo di quello! Mi riferivo ad altro! Lo studio per esempio! Al
lavoro!
“Non vado
male a scuola! Anche se sono la più grande rompiscatole della classe!
“Da questo
punto di vista hai preso da me! Sapessi a quanti ho fatto girare la pelle sul
lavoro hahahah
“ahahahah
nonno! Sono contente di stare un po con te!
“Tiziana
ti prego! Approfitta di questo momento per riflettere sulle cose importanti
della vita! Sei una bella ragazza e mi sembra un delitto cedere il proprio
corpo per un atto che consideri sbrigativamente
come espressione di libertà! secondo me è un atto importantissimo perché lo
ritengo il più alto momento di comunicazione empatico tra due persone che si
desiderano, ma anche che si amano! E tu lo pratichi senza alcuna precauzione
sia materiale che affettiva!
“Nonno!
Non sono pronta per i rapporti seri! Ma non voglio privarmi di qualcosa che
ritengo utile alla mia crescita!
“Tiziana!
Sei una ragazzina intelligente! Ma secondo me un po’ confusa! Il tuo corpo e la
tua personalità non sono divise ma compongono una unità di spirito e di carne!
Se avvilisci una offendi l’altra! Certo non devi privarti di qualcosa che ti
dia piacere! Ma essendo un atto che coinvolge una parte di quella unità che è
la tua personalità, dovresti secondo me concederti solo a chi ti dia emozioni e
sentimenti! Che secondo me sono molto più appaganti rispetto ai semplici
piaceri carnali fugaci! Lo dico a ragione veduta perché con tua nonna ho
vissuto una intera vita in perfetto equilibrio spirituale e carnale.
“E’ bello
ciò che dici! Ma sono confusa nonno! Vorrei essere così! Ma poi ci casco sempre
e mi rendo conto che è il mio modo di essere! La mia personalità che si afferma
anche di fronte agli altri!
“Sei
ancora una bambina! Devi imparare a non tener conto del giudizio degli altri!
Il danno lo fai a te stessa! Ora basta con sti discorsi! Sei affamata! Ho
preparato uno stufato e qualche dolce che so che apprezzerai!
“oh nonno!
Grazie! Ti voglio tanto bene!
Lo
abbracciai stringendolo con tutta la mia forza, perché lo sentivo molto vicino
a me e sapevo che mi voleva un bene della madonna.
Col
passare dei giorni i lavori di campagna e le lunghe passeggiate nei boschi mi
dettero una certa serenità ma in me cresceva un disagio che mi faceva sentire
in imbarazzo: Mi mancava il cazzo.
Nonostante
i bei discorsi che aveva fatto il nonno e la mia volontà di seguire i suoi
consigli, in me si agitavano fantasmi erotici incontrollabili che non mi davano
tregua e non mi lasciavano dormire la notte.
A volte
per lenire il desiderio carnale che saturava ogni cellula del mio cervello mi
impegnavo in estenuanti ditalini e masturbazioni che non riuscivano mai a
soddisfarmi completamente.
Arrivai
persino a utilizzare strumenti a forma fallica, come il manico della spazzola e
la sfera di ottone della spalliera del letto, per provare la sensazione di
sentirli dentro me come un cazzo. Però mi rendevo conto che la voglia di un
cazzo vero, duro e pulsante era il fantasma erotico che turbava maggiormente il
sonno e i miei pensieri.
Una volta
capitò di assistere alla copulazione della cagnetta del nonno con un cane
randagio che si era presentato alla fattoria attratto dagli odori secreti dalla
cagnetta in calore.
Vedere il
suo cazzo ficcato nelle fica della cagnetta e incastrati uno nell’altro mi fece
sballare la testa fino a desiderare di essere al posto della cagnetta.
Disperata e con i sensi infiammati corsi in camera a masturbarmi come una pazza
bramando persino il cazzo di quel randagio bastardo.
La mia era
una vera e propria crisi di astinenza di sesso. Stavo diventando matta. Forse i
miei compagni di scuola avevano ragione a dire di me che fossi una ninfomane.
I cetrioli
si rivelarono un ottimo surrogato del cazzo. Erano grossi e la superficie
presentavano dei piccoli rialzi che servivano al caso mio. Ma poi mi rendevo
conto che erano solo oggetti inanimati. Il cazzo vero restava sempre al centro
delle mie riflessione e desiderio di sesso. Soprattutto mi mancava un uomo che
mi scopasse in modo estenuante e in quelle lande deserte non ce ne erano
neanche a pagarli. Erano tutti vecchi contadini bifolchi ed i giovani erano
scappati in città.
Dovevo
resistere fino all’apertura della scuola.
Nell’attesa
trovai anche il modo di moderare quei bollori dello spirito e per combattere i pruriti della fantasia e anche della fica; andavo ad
immergermi in un laghetto non distante da casa. L’acqua era fredda e per alcuni
minuti abbassava la temperatura del mio corpo accalorato dal desiderio.
Una
terapia che iniziai a praticare tutti i giorni e per molte ore.
Una volta capitò
di trovare il posto segreto occupato da una famiglia di villeggianti. Che
rottura di palle pensai.
Così feci
marcia indietro e tornai a casa.
Fino a
quel giorno non mi ero reso conto che il nonno avesse considerato come un
abitudine il fatto che andassi tutti i giorni al laghetto, quindi non si
sarebbe mai aspettato un mio ritorno improvviso.
Capitolo
terzo (scritto da guzzon59): La vita segreta del nonno.
Trovare la
mia spiaggia privata occupata la considerai una seccatura tuttavia si rivelò anche l’occasione
che mi fece scoprire i retroscena inquietanti
della personalità del nonno che lui, furbamente, mi aveva celato dietro un
apparente maschera di integerrimo vedovo nostalgico della defunta moglie.
Sorrisi
quando pensai che mi ero commossa ad ascoltare la sua meravigliosa storia di
amore, l’empatia, la fedeltà e tutte quelle cazzate sul rispetto del proprio
corpo. Altro che sentimenti e affetto spirituale appaganti! A lui piaceva
qualcosa di molto carnale: la figa.
Lo so
siete curiosi di sapere che cosa ho scoperto. Andiamo per gradi.
Arrivai a
casa incazzata perché non avevo fatto il bagno. Davanti all’ingresso scorsi il
motorino del postino, fermo sul cavalletto. Dovrei dire la postina visto che
era una giovane ragazza di circa venti cinque anni.
L’avevo
vista alcune volte, ragazza dai capelli lunghi e rossi. Non era brutta anzi in
quelle lande sperdute faceva anche la sua bella figura.
Quando
girai la maniglia trovai la porta d’ingresso chiusa a chiave. Mi sembrava
strano a quella ora. Il nonno anche se si allontanava non aveva l’abitudine di
chiudere la porta. Quella situazione mi aveva insospettito. Mi domandavo dove
fosse andato e cosa strana dove era finita la postina?
Feci il
giro della casa per dare un occhiata attorno e fui fortunata perché la porta
finestra della cucina era aperta. Entrai ma mi bloccai subito appena sentì la
voce alterata del nonno che incitava qualcuno a succhiargli il cazzo.
“Lo sai
che sei meglio di tua madre! E pensare che solo un anno fa era lei a venire qui
a portare la posta e a prendersi cura del mio cazzo! Ahaha porca miseria ti ha
insegnato bene a fare i pompini! Mmmm si mmmmm così mmmm cazzo mmmm
Mi sporsi
lentamente e vidi la postina nuda inginocchiata davanti al nonno impegnata a
praticagli un pompino coi cazzi! O direi al suo cazzo! E che cazzo!
La prima
impressione fu di sorpresa, perché mai e poi mai avrei immaginato il nonno da
un punto di vista che per me era assolutamente impensabile.
Il nonno
continuava a parlare.
“Quando ti
sei presentata il primo giorno al posto di tua madre credevo che la cuccagna
fosse finita! Ma poi col tempo ho capito che eri di indole puttanesca come lei!
Una giovanissima troia a cui piaceva il cazzo! Mmmm
La ragazza
si stava trastullando con il coglioni ed il cazzo del nonno. Poi si ferma ed alza
la testa.
“Lo sai
che da bambina facevo finta di giocare ma ascoltavo il pettegolezzo delle donne
del paese? tutte parlavano di te! Che eri un animale con un grosso cazzo! Le
hai castigate tutte o quasi!
“ahahahahh
non dimenticare che sono nato e cresciuto qui! Quindi!
“molte
dicevano che ti piacevano le donne con la figa pelosa! Crescendo ho capito
perché in questi cinque anni la mamma curava la sua folta selva e perché veniva
spesso qui!
“ahahahha
tu sei pazza! Ahah mi viene in mente il giorno in cui ti sei alzata la
gonna e tu, con quella faccetta da ragazzetta timida, mi hai chiesto se ti piaceva la tua figa vintage! Porca puttana se mi piaceva! Ed era pelosa e corposa come quella di tua madre! Appena l'ho vista mi hai fatto venire in mente quella delle attrici dei film porno che ho visto in gioventù durante il servizio militare! Il pelo mi ha sempre affascinato!
gonna e tu, con quella faccetta da ragazzetta timida, mi hai chiesto se ti piaceva la tua figa vintage! Porca puttana se mi piaceva! Ed era pelosa e corposa come quella di tua madre! Appena l'ho vista mi hai fatto venire in mente quella delle attrici dei film porno che ho visto in gioventù durante il servizio militare! Il pelo mi ha sempre affascinato!
“ahahahah
lo sai che quando ho iniziato a scopare con il mio ragazzo, che adesso è mio
marito, spesso pensavo alla mamma e alle donne del paese e a te! Mi piaceva
tenere la fica pelosa e a lui non piaceva ma dentro di me pensavo a chi
l’avrebbe apprezzata! Così quando mi hanno assunta come postina il primo
pensiero fu proprio per te e a come avrei potuto prendere il posto della mamma!
E so che ogni tanto viene ancora qui!
“Ma lei lo
sa che cosa fai quando mi porti la posta?
“Certo che
lo sa! Visto che l’ho sostituita! Per questo motivo mi ha lasciato fare il suo
lavoro! E poi a te! Confessati! Non ti dispiace fottere la madre e la figlia
hahahah
“ahahah
certo che no! Hahah
Quei
discorsi mi stavano facendo impazzire. Rivelavano una personalità del nonno
inedita. Ma non era finito lì! Perché c’era un risvolto che mi riguardava.
“Vorrei
dirti una caso!
“Che cosa?
“Ecco!
Quando ho visto arrivare tua nipote ho pensato che per un po non ci saremmo più
incontrati! E poi ti confesso che ho pensato a qualcosa di peccaminoso!
“Che cosa?
“Tu sei un
malato di figa! Con una ragazza bella come tua nipote che ti gira per casa non
ti viene le fantasia di trombarla?
“Ma che
idee ti vengono in testa? Sei matta! E’ incesto! Quella è mia nipote? Non ci
penso nemmeno! Neanche per l’anticamera del cervello!
“Si! Si!
Ti conosco! Appena cominci a notarla nel modo che penso io! secondo me cambi
idea! E poi anche lei deve avere una bella figa pelosa! Come piace a te!
Ahahahah
“A parte
il fatto che l’ho già vista nuda! E non ha la figa pelosa come la tua!
Pensai:
“Porca puttana! quel mandrillone mi spia!
Continuò
nelle sue farneticazioni erotiche circa l’estetica della figa:
“I giovani
di oggi si depilano! Non mi piacciono le fighe senza peli! Mi sembrano quelle delle
bambole di gomma! Che cazzo! una donna è sensuale se ha una bella fica pelosa!
Madre natura l’ha forgiata così perché stimola i sensi dei maschi e quando la
vedi ti viene una grande voglia di chiavarla e anche di immergerci la faccia e
impregnarsi dei fluidi secreti dalla fica! Mmmm non mi ci fare pensare!
“ahahah
hai visto! Sei un porco! Scommetto che se tua nipote avesse una bella fica
pelosa te la tromberesti! Mmmm porco! Ahahah
“Lasciamo
perdere questi discorsi! Dai fammela leccare che mi hai fatto venire una
voglia!
“ahahahhaha
porco stai pensando a me o a tua nipote? Hahahahah
Il nonno
la spinse sul divano e si inginocchiò tra le sue cosce aperte. Poi iniziò a
massaggiare la fica strapelosa separando le lebbra interne. Quando vide la
carne viva si butto con la lingua in quella pelliccia untuosa suscitando il
lamenti della giovane postina.
“mmmmmmmm
mmmmm si si mmmmmm
Il
discorso del nonno mi aveva messo il fuoco nel sangue. Il mio corpo bruciava
voglioso di sensazioni simili a quelli che stava provando quella ragazza.
Cominciai a masturbarmi con forza strofinando le labbra della fica.
Ero
eccitata a vedere il nonno che leccava la fica di quella ragazza e la sua testa
bianca agitarsi in mezzo a quelle cosce chiare mi faceva impazzire.
L’apoteosi
la raggiunsi quando vidi il suo grosso cazzo, duro e palpitante campeggiare
davanti allo sguardo abbagliato della postina e poi puntare dritto contro la
fica pelosa della ragazza e sparire dentro.
“cazzo che
fica calda che hai! Impazzisco quando vedo il cazzo perdersi tra i peli della
tua fica! Non sono maniaco ma amo il pelo! Davanti ad una fica capellona come
la tua perdo il controllo! Mmm
“mmmmm
fottimi… si cosi mmm più forte mmmmm cazzo mmmmmm sei meraviglioso! Il tuo
cazzo è meraviglioso! Mmmmm
Il nonno
l’aveva placcata sul divano e la stava chiavando con grande slancio. Tutto mi
sembrava incredibile. Il nonno nudo, canuto, che si era trasformato in un ariete
folle. E da come batteva si capiva che imprimeva grande forza spingendo il suo
cazzo in profondità. Gli effetti di quello impeto causavano le urla di gioia
della giovane ragazza. Un canto acuto.
“Aaaaaaaaaaa
mmmmmmmmmmmmm dio godo mmmmm dio godoooooo mmmmmmm
Più la
postina gridava e più forza il nonno imprimeva al corpo. Il suo cazzo spariva
nella fica pelosa, ridotta ad un ricettacolo oscenamente slabbrato, fino
all’elsa.
Ogni volta
che cambiavano posizione la ragazza lo spompinava a dovere per tenere in tiro
quel cazzo magnifico. Che mi affascinava sempre di più.
In quei
giorni di astinenza forzata avevo usato surrogati fallici che di fronte al
cazzo del nonno apparivano ridicoli. Mi sentì stupida al pensiero che in quei
giorni avessi agognato un cazzo vero, senza sapere che accanto a me ci fosse
quel meraviglioso palo che avrebbe soddisfatto ampiamente le mie aspettative sessuali.
Quel bastardo mi aveva preso per il culo con i suoi discorseti da nonno saggio;
mentre lui si godeva la vita alla grande io mi ero ridotta a deprimenti
ditalini. Ma le cose sarebbero cambiate. Quel cazzo doveva essere mio a
qualunque costo.
Era questo
che pensavo mentre mi trastullavo la fica e guardavo sconvolta dalla brama le
evoluzioni di quel grosso cazzo mosso dal nonno.
Le
posizioni si alternavano:
Alla
pecorina….. mmmmm dio quando avrei voluto essere al posto di quella troia!
A smorza
candela… io avrei fatto di meglio di quella sfigata mmmm molto di meglio!
Alla
missionaria… dio quando sarebbe stato bello farsi sbattere da quel cazzo
supremo e fissare negli occhi il nonno!
Alla fine
di quella maratone di sesso la stronza ha preteso che il cazzo del nonno si
liberasse del carico di sperma sul suo viso e sulle tette.
Turbata
alla radice dei sensi mi allontanai veloce per evitare un incontro spiacevole.
Avevo comunque
deciso: Da quel giorno basta con il rasoio! volevo che il pelo della mia fica
diventasse fitto e ribelle. Non so che cosa avessi in mente e cosa escogitassi,
ma una cosa l’avevo fissa in testa ed era il desiderio di quel meraviglioso
cazzo e di farla finita nell’uso dei cetrioli.
I giorni
passavano ed il pelo pubico cominciava a riprendersi il suo spazio naturale. Mi
guardavo alla specchio e finalmente alla base del mio ventre iniziò ad
intravedersi un incipiente fica pelosa. Speravo che piacesse al nonno.
Alla fine
il pelo copriva copioso il monte di venere e parte della labbra. Mi sorpresi a
vedere che la mia fica pelosa era gradevole a vedersi. Il nonno non era un
maniaco ma un vero maschio virile che apprezzava le cose naturali! La mia fica
mi piaceva e sarebbe piaciuta anche a lui! Ricordava le fiche pelose dei film
vintage, quelli preferiti dal nonno. Ora dovevo trovare il modo di fargliela
vedere e desiderare.
Altri
incontri con la postina seguirono dopo quello. Ormai il cazzo del nonno era
quanto di meglio potessi bramare. Lo desideravo come l’aria che respiravo.
Avevo ripreso a ficcarmi in figa qualsiasi cosa di forma fallica per lenire il
prurito che mi assaliva quando pensavo al quel cazzo borioso. Dio mio mi
sembrava di impazzire. Alcune notte mi era venuta persino la voglia di ficcarmi
nel suo letto e violentarlo. Ma volevo che fosse lui a farlo. Perché mi piaceva
come trattava le donne: da grandi zoccole.
Il piano
ebbe inizio:
Presi
l’abitudine di fare la doccia e vestirmi lasciando le porte spalancate. Sapevo
che lui mi spiava, perché lo aveva rivelato alla sua puttana. Nell’ultimo
incontro le aveva finalmente confessato che mi aveva sorpresa in bagno e che con
sorpresa mi aveva visto una folta peluria spiccare tra le cosce. La ragazza lo
incalzò subito e lui, dovette ammettere che quel cespuglio lo attirava come la
calamita.
Ero
contenta di sentire quelle parole, perché voleva dire che il nonno si stava
interessando a me. La trappola che gli stavo preparato stava per attirarlo
nella rete delle mie brame.
La sera
presi l’abitudine di guardare con lui la TV, in quelle circostanze allargavo le cosce per
mostrargli l’incavo vaginale coperto dalla selva oscura. Certe volte quando mi
sedevo a tavola tenevo le gambe larghe per offrigli il sublime panorama del mio
scoscio straripante di peli. Gli effetti potevo constatarli quando lo sentivo
parlare con la sua puttana.
Finalmente
confessò che lo avevo turbato a tal punto che per calmare l’eccitazione più
volte ha dovuto correre fuori nel bosco a spararsi le seghe altrimenti avrebbe
ceduto alla tentazione di entrare e fottermi sul divano.
Lei ironicamente
lo incalzava invitandolo ad approfittare perché da buona puttana aveva intuito
che lo stavo provocando. Lui le rispose che aveva avuto la stessa sensazione
ma che non se la sentiva di azzardare un gesto forse sbagliato, perché aveva
paura di una eventuale reazione contraria che lo avrebbe messo in imbarazzo.
Poi tagliò corto brontolando che era il nonno e non se la sentiva di
approfittare di sua nipote come una qualsiasi puttana.
Sorrisi
perché presi coscienza che il grosso pesce aveva abboccato all’amo. Dopo quello
che avevo sentito decisi che era arrivato il momento di agire d’iniziativa con
atti più espliciti; il pollo ormai era cotto a dovere.
Il nonno
conosceva la mia inclinazione libertine e sapeva che ero spregiudicata e
incline al sesso facile. Quindi non dovevo fare altro che provocarlo apertamente
sul quel campo e lasciare che i suoi istinti animaleschi si scatenassero
devastando il mio praticello. Lo avevo in pugno.
Una sera.
“Nonno!
Ero nel
bagno.
“Cosa c’è!
“Potresti
venire un momento ho bisogno di te!
“Ma
tesoro! Non mi sembra il momento adatto!
“presto!
vieni qui!
Entrò nel
bagno.
“Cosa c’è?
“Guardami!
Sul suo
viso comparve un espressione indescrivibile ma non era sorpreso.
Avevo
puntato la manichetta della doccia contro la mia fica. Avevo separato le labbra,
massaggiandola sotto il suo sguardo allucinato. Lo scroscio dell’acqua calda
colpiva la carne viva bagnando il pelo.
Il nonno fissava
con un espressione incantata. La mia fica lo aveva conquistato.
Mentre la inondavo
d’acqua strofinavo le labbra e qualche volta affondavo le dita tra le
fenditura.
Poi con
una vocina da gatta morta:
“Me la
lavi tu! Mi stanco a farlo da sola!
In quel
momento agivo da grande zoccola. Lo stavo provocando di brutto. Qualunque uomo
al suo posto sarebbe entrato nella doccia e li mi avrebbe bloccata contro le
piastrelle e scopata violentemente come la cagnetta.
Il nonno
si inginocchiò prese la manichette e la puntò contro la fica inzuppandola
d’acqua. Poi prese a strofinarla con forza.
Era troppo
per me. Vedere la sua mano rugosa e callosa immergersi nel pelo della fica;
quel gesto mi trasmise un terremoto di adrenalina alla massima potenza. Fu come
se mi avessero folgorata con una carica di corrente elettrica fortissima.
Quando il grosso dito ad uncino del nonno sparì tra i peli della fica fu
l’epifania del piacere.
Appena lo
mosse, chiavandomi il canalone infiammato, esplose il mio primo orgasmo, mi
strinsi le cosce e mi aggrappai alle sue robuste spalle.
“Aaaaaaaaaaaa
mmmmmmmmmmmmmmmm si mmmmmmmmmmm godo nonno mmmmm
Il nonno
chiuse la doccia mi prese in braccio e mi portò nella camera da letto. Tirò fuori
il suo grosso cazzo e lo menò davanti a me mentre fissava la figa pelosa.
Il suo
grosso cazzo spuntava minaccioso e palpitante dal grembo come una spada pronta
ad affondare nel mio ventre.
Dio quando
ero eccitata al pensiero che stavo per ricevere quel palo atavico dentro di me.
Emozionata lo afferrai, sostituendomi alle sue mani lo menai stringendolo forte,
poi, la voglia di sentirlo in bocca prevalse e in un attimo mi trovai impegnata
a pompare quel voluminoso tubero che saturava le mie gote.
Ma fu per
poco, perché il nonno voleva placare il grande desiderio di ficcare la sua
lingua nella mia vulva pelosa.
“che figa
Pelosa! Nipote o no! Hai una figa pelosa mmmmmm a cui non so resistere mmmm
“E’ tua
nonno! Mmmmmm
Un invito
inutile perché era già impegnato a leccarmi ogni piccolo anfratto della vagina.
Incredibilmente la sua testa canuta si agitava tre le mie cosce aperte. Era
straordinariamente sublime sentirlo leccare e succhiare il mio clitoride come
mai nessuno aveva fatto prima di allora o forse era la situazione straordinaria
che me lo faceva pensare.
Tuttavia i
ragazzi con i quali avevo fatto sesso erano dei veri e propri sprovveduti senza
alcune esperienza. Lui invece sapeva come far godere una donna e soprattutto
come stimolarla.
Ringraziai
il destino per avermi dato quella ghiotta opportunità che avvantaggiò la mia
esperienza. Da lui imparai a essere donna e per il futuro ad esigere dal
maschio il meglio del meglio, considerato che nella mia testa c’era lui come metro
di paragone.
Man mano
che incalzava con la lingua stavo impazzendo dal godimento e fremevo impaziente
di sentire il suo cazzo dentro di me.
“Nonno!
Prendimi mmm ti prego non ce la faccio più! Ho voglia di chiavare mmmmm
Mi ero
stufata dei cetrioli.
Si alzò mi
strinse un piede e lo baciò dolcemente. I suoi occhi fissavano i miei
imploranti. Ero pazza e folle di desiderio. Anche i tempi di attesa erano
fortemente emozionanti. Il nonno da amante esperto sapeva cadenzare gli attimi
di attesa impazienti fino alla soddisfazione del mio desiderio. Sorrise e si
avvicinò con il suo bacino al mio preceduto dalla lunghezza del suo cazzo. Poi
finalmente il sogno si realizzò quando avvertì la grossa cappella prevaricare
l’’ingresso della mia fica; infine quando fu dentro, si scatenarono l’inferno
dei sensi e furono loro a dettare il ritmo di quella sconvolgente chiavata; a
darmi la gioia di vita che in quel momento infondeva un senso idilliaco di
perfetta fusione tra lo spirito e la carne, un unità della mia personalità che
si stava realizzando pienamente.
Incredibilmente
i miei genitori per allontanarmi dalle tentazioni della carne mi avevano
mandata nel luogo dell’estrema perdizione dei sensi. In casa di un diavolo
perverso che aveva fatto dei piaceri della carne il suo modo di essere. Ed io
ero la sua degna nipote, sacerdotessa dei suoi riti incestuosi e la sua ultima
puttana immolatasi sul suo grandioso obelisco.
“Aaaa
mmmmmmmm aaaaaaaaaaaaaaaaaa
Impazzivo
dal godimento mentre incassavo i suoi fendenti devastanti. Averlo visto
all’opera con la giovane postina fu una cosa sconvolgente ma subirlo sul
proprio corpo e sentirne gli effetti dal vivo e vedere quel cazzo che mi
entrava fino all’elsa mi facevano sentire sensazione difficilmente immaginabile
se non li avessi vissuti di persona. Mai più sperimentati nel mio futuro.
I suoi
capelli bianchi mi accarezzavano il collo, la sua bocca si attaccava alle mie
tette e ciucciava forte.
I
capezzoli sensibili fremevano all’unisono con il grande godimento che saliva dal
basso ventre e mi sconvolgeva la mente.
Il tempo e
lo spazio si erano annullati. Mi trovai ad essere un fascio di nervi stimolati.
“Aaaaaaaaaaaaa
mmmmmmmmmm aaaaaaaaaaaaaaa
Le
posizioni si susseguivano e io come la postina, lo prendevo in bocca tra una
pecorina, uno smorza candela e una missionaria.
Avevo
perso la cognizione del tempo, mi sembrava una situazione di perenne godimento.
Alla fine
purtroppo tutto finisce e anche io ebbi il mio carico di sborra spalmata in
faccia e sulle tette.
Un colpetto
alla spalla mi destò dai miei pensieri.
“Signora
Tiziana! Vorrei farle le mie più sentite condoglianze!
Era la
vecchia postina del paese, la ragazza giovane che il nonno si scopava. Dietro
di lei c’era un ragazzo. Lo fissai.
Pensai: “Cazzo
non poteva essere vero!
La sua
faccia ricordava quella del nonno alla sua età.
Si
avvicinò:
“Le mie
più sentite condoglianze!
La vecchia
postina lo presentò come suo figlio. Sorrisi perché ebbi un intuizione.
Il giovane
colpito dal mio sguardo indagatore e di forte intensità, mi disse:
“So che
sta ristrutturando la vecchia casa di suo nonno! Faccio tanti lavori manuali se
per caso avesse bisogno di me questo è il mio numero di cellulare!
Presi il
suo biglietto con sorriso malizioso.
Pensai:
“Certo che ti invito. E’ il destino che ti manda!” - sorrisi verso il cielo -
“Grazie Nonno!
Era come
se si fosse incarnato in quell‘uomo.
Le cose
andarono proprio come avevo sperato e con lui rivissi i vecchi riti incestuosi!
Come il nonno anche lui era patito per la figa pelosa. Ma non si accontentò
solo di me ma estese il suo interessa libidinoso anche a mia figlia adolescente
dal carattere ribelle e libertino! Buon sangue non mente!
Ma questa
è una altra storia.
Così va la
vita!
Guzzon59