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venerdì 12 febbraio 2021

Una figlia ingrata

Il matrimonio di mia figlia Carla, ha sancito la fine del mio. Il giorno dopo, avevo capito che era Carla a tenere unita la famiglia. Lei sapeva come aggiustare i dissidi, che molto spesso caratterizzavano i rapporti con mia moglie. Ma, non era l'unico motivo di coesione familiare.


Il giorno che ci presentò Carlo, il promesso sposo, per me fu una tragedia, come se mi avessero trafitto il cuore. La gelosia fu il primo sentimento che provai verso mio genero. Ma, per ovvie ragioni, dovetti sopprimerlo e fare buon viso. Tuttavia, il cambiamento ci fu subito, perché tutte le attenzione di mia figlia, si riversarono verso il suo moroso. Prima che arrivasse lui, Carla, mi dava tutto il suo affetto. Un'attenzione che non si limitava solo al sentimento astratto, ma si manifestava anche fisicamente, quando la sera, si rannicchiava al mio fianco sul divano, oppure cavalcava il mio grembo, come faceva da bambina.


Le cose erano cambiate, almeno per me. 

Vederla crescere e fiorire in una donna, attraente e sensuale, mi avvidi, mio malgrado, che il mio affetto era pervaso da una attrazione diversa che un semplice amore paterno, direi che poteva dirsi desiderio sessuale. Infatti, quando Carla divenne una donna adulta, le sue attenzioni fisiche, iniziarono ad imbarazzarmi, perché alimentavano una fantasia incestuosa. Vederla aggirare per la casa vestita in modo succinto, che esaltava i lati migliori del suo corpo di donna, era come se il diavolo in persona mi incendiasse la mente.


Mi era difficile prendere le distanza da quel desiderio morboso e coinvolgente. Carla divenne il mio sogno proibito, la donna che più di tutte suscitava una bramosia incontenibile. Un desiderio che, quando non la sfogavo con mia moglie, spesso, andavo a soddisfarlo con le puttane, scegliendo le giovani e, preferibilmente, somiglianti a mia figlia.


Un anno dopo il matrimonio di Carla, iniziarono i dissapori con mia moglie, che, nel giro di qualche mese, ci portarono alla rottura totale, quindi, alla separazione, per ora solo consensuale.


Mi trovai un piccolo appartamentino, non lontano da dove abitava Carla. Mi bastava averla vicino, contattarla, non cercavo altro. Lo so che non era amore paterno, ma lussuria. Tuttavia, vederla era quello che volevo, per alimentari quei sentimenti di concupiscenza, che mi piaceva provare, ed erano sufficienti a farmi sognare. Chiaramente, il desiderio sessuale, continuamente alimentato da lei, veniva sfogato con le puttane. Fui fortunato, perché ne trovai una molto somigliante a lei, e, quando la scopavo, avevo l'impressione di chiavare con mia figlia.


Insomma, avevo fatto la quadra della mia situazione. Potevo provvedere alle necessità di mia figlia, come un buon padre di famiglia, e, nello stesso tempo, nutrire la fantasia erotica, con l'oggetto del mio desiderio.


Ero cosciente che, quei desideri proibiti, fino a quando sarebbero rimasti entro i limiti delle sole intenzioni, non potevo sentirmi in colpa verso mia figlia, desiderata sessualmente. 

Certo, ero cosciente che per un padre quel desiderio non era naturale. Ma in fondo, non era poi un attrazione fatale così rara. Scommetto che, come me, molti padri, in cuor loro desiderano la figlia, ma si vergognano ad ammetterlo, poiché, la morale comune li castra mentalmente, in quanto li condannerebbe come degenerati. Ma io, avendo una mentalità aperta, e, conoscendo alcuni spunti della psicologia di Freud, che ammetteva come naturale quel sentimento, accettai il mio desiderio, consapevole che sarebbe rimasto inappagato. Tuttavia, ne ricavavo una grande soddisfazione, quando potevo sfogarlo con le puttane.


Carla insegnava in una scuola elementare, mentre Carlo, suo marito, era ingegnere. Carlo, spesso, per motivi di lavoro, passava lunghi periodi all'estero.


Questa era la situazione, quando, una mattina, squilla il cellulare. Guardai il display, era Carlo. Mi stava chiamando dal Golfo Persico. Stava lavorando su una piattaforma per l'estrazione del petrolio.


Ciao Carlo!

Ciao Vittorio!

Tutto bene laggiù?

Si, solita routine, ma, per fortuna, ancora pochi giorni e poi rientro!

Bene! Carla sarà contenta!

Ti chiamo! Perché c'è un problema, grave, che mi tormenta!

Un problema? Per caso riguarda Carla?

Si! E' inutile girarci attorno! Mi tradisce! Da circa un anno!


Colpito è affondato. Quella frase sferzò il mio petto, come un violento fendente. La mia Carla, una adultera? Come era possibile?


Vittorio? Sei ancora in linea?

Si... si.. scusami! Ma sei sicuro di quello che dici?

Più che sicuro! Non solo, so anche chi è il suo amante!


Le prove, glie le aveva fornite un suo amico, che gestisce un agenzia di assicurazione.


Lo sdegno per mia figlia, crebbe in modo esponenziale. Mai, avrei immaginato che Carla, potesse condurre una vita privata così sciagurata. Cominciai ad immaginarla come una lasciva puttana, che, in assenza del marito, si dava a cani e porci. Forse ero troppo severo, ma, la gelosia mi aveva stravolto la mente.


Vittorio, capisco che la notizia ti abbia sconvolto! Ma vedi, io amo Carla, e, detto tra noi, potrei anche perdonarle questa scappatella. Ma, ho pensato, che non sarebbe opportuno se fossi io a scoprirla. La convivenza matrimoniale diventerebbe un vero inferno. Sarebbe meglio che lei continuasse a pensare che io sia all'oscuro di tutto.

Come?

Ecco! quello che ti propongo! Il suo amante è il direttore didattico, in pratica il suo capo. So che si incontrano il sabato mattina a casa nostra, mentre negli altri giorni in uno squallido motel. Ecco, ho pensato, visto che tu hai le chiavi di casa, potresti andare e sorprenderla con il suo amante. Ti arrabbi, le fai una sonora ramanzina, la umili, e poi, le fai capire, da padre amorevole, che se smettesse di frequentare il suo amante, nessuno verrà a sapere del suo tradimento!


Rimasi basito. Non pensavo che un uomo, potesse amare una donna fino a perdonare il tradimento. Carlo, con quella proposta, dimostrava che teneva a mia figlia. La cosa mi commosse, e, dopo averci pensato.


Carlo, ammiro la tua apertura mentale! Non so, se, al tuo posto mi sarei comportato allo stesso modo! Questo mi conforta, ma allo stesso tempo mi indigna, per il comportamento da sgualdrina di mia figlia! Da uomo a uomo, ti dico che non ti merita, ma visto che è mia figlia, anche se è una puttana, farò come dici tu!


Parlammo per altri minuti e poi ci salutammo, con l'intesa che avrei rispettato il suo volere.


Sabato mattina, mi appostai sotto casa di mia figlia. Vidi arrivare l'auto del suo amante. Scese e si avvicinò al palazzo, estrasse una chiave dalla tasca, aprì il portone dell'androne, sparendo all'interno, mentre la porta si chiudeva automaticamente. Quella puttana di mia figlia le aveva dato anche le chiavi di casa. Il sangue mi montò alla testa, la rabbia, come i gradi di un termometro, stavano salendo ai massimi valori. Ma, mi controllai da andare a prenderlo a calci nel culo. Attesi una buona mezzora. Venne il mio turno di entrare in scena.


Fatta la prima rampa di scale, mi avvicinai alla porta d'ingresso dell'appartamento di mia figlia. Con cautela, cercando di non fare rumore, introdussi la chiave e, lentamente, cominciai a girare, fino a quando non arrivai ad aprirla. Entrai, appena fatti pochi passi, mi assalirono i gemiti intensi di Carla. La zoccola era in piena estasi dei sensi.


To! troia! Ti piace il cazzo del capo?

Si! Hoooooo si mmm si si mmmmm cazzo! se mi piace!

Dal primo giorno che ti ho vista! Ho capito che dietro quel bel visino innocente, si nascondeva una troia! Una succhia cazzi! E che troia! Mmm to to

si!.... si!.. hooooo si! hooooooooo si! hooooooooo si! …...


La scena che si presentò davanti agli occhi era di quelle che, ad un debole di cuore, non lo consiglio.


Carla, era inginocchiata sulla poltrona, con un negligè nero di seta trasparente, tirata oltre i
fianchi. Indossava reggi calze nere. Lingeria sexy ricercata, che esaltava la candida pelle delle natiche e delle cosce, rispetto al colore scuro delle calze. La puttana si era vestita sexy per quel bastardo, che, in quel momento, la stava scopando a pecorina, ed era ancora vestito. Aveva i pantaloni calati sotto il culo. Ma la cosa che mi infuriò come una bestia, era vedere il cazzo di quel farabutto che scivolava dentro la figa di Carla. I fendenti erano veloci e possenti. Lui la teneva ferma dai fianchi, mentre spingeva il suo cazzo duro dentro la figa di mia figlia. Dio che rabbia. Maledetta puttana, pensai.


““si!.... si!.. hooooo si! hooooooooo si! hooooooooo si! …...

To! troia! Ora ti prendo a schiaffi sul culo! Prima di incularti!

hooooooo si! Si! mmmm hooooooooooooo si si hoooooooo


Nella stanza, iniziarono ad echeggiare il rumore secco degli schiaffi, che colpivano le chiappe di Carla. In perfetta sinergia con le spinte del cazzo, che si perdeva tra le natiche di mia figlia. Che rabbia.


Ciaf ciaf ciaf.....


Era troppo per le mie pupille. Carla ed il suo amante, erano talmente concentrati a chiavare che non si accorsero della mia presenza. Infatti, mi accostai alle spalle dell'uomo. Incazzato come una iena, ed in preda all'ira, lo afferrai dal collo. Lo sollevai in aria, e, con una forza immane, lo scaraventai sul pavimento. Poi, mi avvicinai ed iniziai a prenderlo a calci. Colpivo alla cieca, nel ventre, in faccia, nei coglioni.


mio dio! papà!


Intanto, quel farabutto, gridava come se lo stessero scannando.


Papà! Fermati! lo stai ammazzando!

Meglio! Questo pezzo di merda! Che ha approfittato del suo ruolo! E tu, puttana, stai zitta! Con te faremo i conti dopo!


Dopo una vagonata di calci, lo afferrai dal cravattino, e, mentre lo trascinavo verso la porta, mi feci restituire le chiavi. Ma, prima di buttarlo fuori di casa, lo minacciai di riferire tutto l'accaduto all'intendenza scolastica, per farlo radiare, per comportamento indegno. Bastardo, schifoso.


Ritornai in salotto. Carla era rannicchiata sulla poltrona. Mi fissava con uno sguardo esterrefatto. Mi piazzai al centro del salotto, ed iniziai ad osservare quella puttana.


Non so! Cosa pensare! Ma come hai potuto metterti con quel pezzo di merda? Solo a vederlo si capisce che non vale una cicca! Certamente non è solo colpa sua! Ti sei concessa a lui, senza alcun ritegno o senso di colpa! Sei una schifosa puttana! Ti piace il cazzo del capo? Da come urlavi, ho capito che a te piace il cazzo!

Papà! io....

Stai zitta! Sei una puttana! Succhiacazzi! Guardati! Ti sei vestita come una troia, per chi? Per quel pezzo di merda! Sono indignato! Hai tradito la mia fiducia! Il mio affetto!


In preda alla rabbia, le assestai uno schiaffo in pieno volto. In quei momenti mi resi conto che provavo piacere ad insultarla. Più infierivo e più mi eccitavo. Alla fine i miei sensi si erano talmente alterati, da farmi perdere il senso della ragione. Non mi ricordavo più perché ero lì. Davanti a me non vedevo mia figlia, ma una puttana vestita in una lingeria provocante e molto sexy, da far venire un infarto. Era arrapante a tal punto che cominciai a valutare l'idea di approfittare della situazione. Ormai ero partito ed eccitato come un satiro. Del resto è stata lei a rompere l'equilibrio del rispetto. Manifestando la sua vera natura, quella trasgressiva, apriva le mie aspettative di padre incestuoso. Del resto, avrei preso il posto di un amante qualunque.


Vieni qui! Puttana! Inginocchiati e chiedi perdono! per quello che hai fatto!


La situazione aveva superato il punto di non ritorno. Ero maledettamente eccitato, ed una possente erezione aveva catalizzato i miei sensi. Carla si avvicinò, strofinandosi la guancia, sulla quale le avevo dato uno schiaffo, poi, si genuflesse davanti ai miei piedi.


La fissai negli occhi, inviperito. Lei, spaventata, congiunse le mani.


Papà! Perdonami! Non so, perché mi sono lasciata andare! Ti giuro! Non lo farò più!

Puttana! Sei una puttana! Lo sai? frequento le puttane come te! da una vita! E sai perché?


Mi fissava, spaventata dalle mie parole, aspettando la risposta.


Ho sempre cercato le puttane più giovane, che avessero un particolare, e sai quale?

Non so!

Le puttane che mi scopavo, somigliavano a te! Si, perché nella mia fantasia eri tu l'oggetto del mio desiderio! Scopavo loro, fantasticando che fossi tu a sollazzarmi il cazzo!

Papà! Ti prego! Mi spaventi!

Ora! Non ci sono più barriere! Visto che le hai infrante, facendo la puttana! Tanto vale scopare l'originale!

Papà! Che dici?


Mentre parlavo, mi ero tirato fuori il cazzo. Quando Carla lo vide strabuzzò gli occhi. Tentò di allontanarsi, ma la bloccai.


Le afferrai i capelli e la tirai verso il mio inguine, mentre con l'altra mano brandivo il cazzo. Appena la sua bocca urtò la cappella del mio cazzo, la spinsi schiacciandola contro le labbra chiuse.


Forza! fai vedere anche me che sei una succhiacazzi! Apri la bocca e succhiami il cazzo! E no? Cara la mia puttana! Adesso mi succhi il cazzo!

mmmmm hoooo


Carla, lamentandosi, aprì la bocca, ne approfittai per spingere la cappella dentro. Nello stesso istante, le tenni ferma la testa ed iniziai a chiavarle la bocca.


To! … succhiacazzi!... Puttana! fammi vedere quanto sei brava! mmmm e dai! .... succhia!


Carla si arrese. Mi fece segno di fermarmi. Il debito di ossigeno le provocò un conato di vomito. Sputò rivoli di saliva.


papà! Ritorna in te! Sono tua figlia! Lo sai?

Lo so da una vita! Ma sei anche una donna! Da quando hai messo su le tette! Cazzo! se mi hai fatto soffrire! Quanti notti insonni ho passato, immaginando di scoparti! Soprattutto, fottere quel bellissimo culo! che ti ritrovi.

Ma, papà!

Adesso! sto perdendo la pazienza! Te la sei cercata!


Le assestai un altro schiaffo.


Ora! Ti decidi a prendere in bocca il cazzo? Tranquilla, il cornuto di tuo marito non lo verrà a sapere, sarà il nostro segreto! ora succhiami il cazzo!


Carla mi guardava con un'espressione indefinita. Alla fine, indotta dalle condizioni di costrizioni, a cui l'avevo sottoposta, forse anche spaventata dalla mia ira, prese una boccata d'aria, afferrò il cazzo ed iniziò un succulento pompino!


Si! Così!... Succhiacazzi! mmm fammi vedere quanto sei brava... così... cazzo.. che
impressione vedere la tua bocca giocare con il mio cazzo!.. mmm si! Così!.. fai felice il paparino... mmmm hooooo.


Dopo averla addomesticata al mio volere, era arrivato il momento di realizzare i sogni più estremi. Deliziarmi con la sua fica.


Fermati!... Vieni qui! allarga le cosce! .. e siediti sul mio cazzo! ho una grande voglia di chiavarti! Visto che la fica e già carburata. Ho voglia di prenderti sulle ginocchia, e farti saltellare! Ti è sempre piaciuto!


Papà! Non puoi! Non è naturale!

Non rompere il cazzo! Tu! Ora, sei una puttana! Quindi, mi soddisfi come le puttane! Ora, non rompere i coglioni! ed apri le cosce! E siediti sul mio cazzo!


Carla, rassegnata, si tirò su il negligé nero trasparente, scoprendo le grosse tette. Sotto era nuda. Non avrei mai pensato che un giorno, mi sarei trovata al cospetto di mia figlia, nuda, in procinto di penetrare la sua fica.


La sua fica, che avevo immaginato un milione di volta, ora potevo ammirarla dal vivo, in tutta la sua superlativa corposità. Fissai Carla, affascinato, mentre cosce a aperte stava collimando la sua fica alla punta del mio cazzo. Quando abbasso il fondo schiena, avvertì un calore intenso avvolgermi il cazzo.


Si.... ora si che si ragiona! Cazzo! Hai la fica caldissima! Quel farabutto te la stimolata a
dovere! Ora la sento calda ed avvolgente!


Carla, non rispose, ma emise un lungo sospiro!


hooooooooooo hooooooooo

““Ora galoppa! Muoviti su e giù! stimolami il cazzo! Voglio sentire la fica ingorda! scivolare sul mio cazzo! Faglielo ingoiare fino in fondo... così

hooooo hooooooooo mmmm hooooooooo


Mentre lei saltellava sul mio cazzo, dal mio punto di vista lo scorgevo sparire, mentre si infilava nell'angolo delle cosce. Che meraviglioso spettacolo!


Brava! Così! Salta! salta! Mmmm Cazzo! Che scopata! Tu sei cento volte meglio di quella
puttane! Si! Così!

hoooooooooooo hooooooooooo

Ora voglio vedere il rovescio della medaglia! Girati verso di me! Voglio deliziarmi della tue tette! Mentre giochi sul mio grembo!


Si era girata, porgendomi le sue meravigliose tette. La tenni dalle natiche mentre il cazzo, dritto come un torre, si infilava nuovamente nella sua caldissima fica.


hoooooooooo hoooooooooooo


Dopo l'ennesimo ed intenso singulto, prese a saltare sul mio cazzo. Le sue tette colpivano il mio viso, mentre andavano su e giu. In quel momento, le tenevo ferma dalla natiche, mentre il cazzo, spariva profondamente dentro la sua fica, su e giu!


Guardami in faccia! Ti piace il cazzo del paparino! Si! Certo che ti piace! To!

hooooooooooooo hoooooooooooooooo


Non mi rispondeva, evitando di guardarmi in faccia. Ma dai gemiti che emetteva si capiva che la scopata era di suo gradimento.


Dopo alcuni minuti frenetici, durante i quali Carla saltellava sul mio grembo, in una
meravigliosa smorza candela. La mia mente lavorava di fantasia. Percepire il suo meraviglioso culo muoversi sopra il mio cazzo, mi fece venire la voglia di ammirarlo, mentre la prendevo a pecorina. Lo avevo visto prima, quando quel farabutto la scopava, anche se ero arrabbiato, non mi era sfuggito le belle fattezze di quel fondo schiena sodo.


Fermati! Adesso appoggiati con le mani su tavolino! Mettiti a pecorina! Mmmm voglio godermi il tuo meraviglioso culo! Voglio tutto! Tutto quello che ho sognato di te!


Carla, ormai rassegnata a ruolo di puttana, senza dire una parole, continuando a stare muta, si appoggiò con le mani al tavolino, mostrandomi il suo fantastico fondo schiena.


Cribbio! Che visione! Ho sempre cercato di immaginarlo! Ma vedermelo davanti, così! è.... è fantastico! credo che la realtà sia di gran lunga superiore alla fantasia!


Come un satiro arrapato, con il cazzo duro che spuntava dal mio grembo. Mi incuneai tra le cosce divaricate e puntai la cappella nella nicchia pelosa, pressai e il cazzo venne fagocitato, fino alla base. Quindi, ben piantato con i piedi a terra, mi afferrai dai suoi fianchi, ed inizia a martellare duro.


haaaaaaaaaaaaaaaa haaaaaaaaaaaaaaa


Stavolta non erano gemiti, ma urla.


La chiavai in quella posa per alcuni minuti. Era spettacolare, poter ammirare il mio cazzo, stretto tra gli orli tesi della fica, mentre scivolava dentro, in profondità. Le spinte erano possenti, ed il mio inguine impattava violentemente contro le sue rotonde e sode natiche.


Cazzo! È magnifico... to to .. grida! Godi! Sento che la tua fica è in preda al delirio degli
orgasmi! Non puoi negarlo!

Hoooooooooooooooo haaaaaaaaaaaaaaaa

tieni! So che ti piace prendere schiaffi sul culo! To ciaf! Ciaf! Ciaf!


Soddisfatto di quella posa, arrivò il momento di deliziarmi della sua fica, mentre la guardavo in faccia. La spinsi sul divano; lei cadde di schiena a cosce spalancate. Il suo sguardo lucidi era eccitato e, lasciando intendere che fosse impaziente che io riprendessi a chiavarla.


Ero su di giri, perché il desiderio di una vita si stava realizzando. In quel momento mi venne naturale dire.


Perfetto! Tutto è compiuto!


Tenendo il cazzo dritto, mi inginocchiai in mezzo alle sue gambe aperte, assunta una
posizione consona, appoggiai la cappella contro la fica, utilizzandola come un segugio, alla ricerca del pertugio, nascosta sotto un folto pelo, che percepivo slabbrata dall'azione del mio cazzo. Una lieve spinta in avanti, ed il cazzo sparì facilmente tra la fitta boscaglia e dopo aver divaricato le piccole labbra umide, sprofondai in quel pozzo, come una sonda, fino alla base dei coglioni.


Hooooooooooo

Si.... cazzo... non sto sognando... che bello! trovarmi con il cazzo dentro la tua fica... Cazzo! quanto lo bramata!


Iniziai subito a chiavarla con grande audacia. Gli affondi erano convulsi e violenti. Era un
piacere immenso, vedere gli orli della fica accerchiare la compattezza del mio cazzo. Il godimento che stavo provando non aveva pari. Un conto era scopare una puttana qualunque, che somigliava a mia figlia, un altro era scopare lei, in carne ed ossa.


haaaaaaaaaaaaaaa haaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa


Il ritmo prese subito un andamento energico ed intenso. Tuttavia, lei continuava ad essere refrattaria ad accogliere la mia lingua in bocca. Ma, c'erano i segnali di un cedimento, perché, nella concitata azione, il motore del suo corpo si stava accendendo. La sentivo gemere, e, a poco, a poco, fremere, fino a partecipare al coito. Alla fine.


Si!... si! mmm hoooooooooo sto godendo... cazzo papà! Mi piace il tuo cazzo!.. sei un
demonio.. dio! mi stai facendo impazzire!... è incesto! Mmm una situazione meravigliosamente eccitante! Che mi manda in orbita la mente! .. ho i brividi che mi stanno assillando la schiena e la fica.. hoooooooooooo

Carla... dovevi fare la puttana... per realizzare il mio sogno! Mmmm sono fiero di te... ora posso dirmi realizzato... chiavare la propria figlia... non ha prezzo.. mmmm to to to dimmi la verità! Ti piace il mio cazzo?

Si! Mmmm si! Tantissimo! Hoooooo si! Hooooooooooo non smetterei di prenderlo!


Era completamente soggiogata dal mio ardore, per rendere gli affondi più efficaci, le tenevo le gambe sparate in aria ed appoggiate sulle mie braccia.


Il mio corpo, come un monolite, si muoveva sopra di lei, su e giù, sempre più veloce. Volevo che il mio cazzo incidesse ed affondasse dentro di lei, il più profondo possibile. Avvertivo i coglioni schiacciarsi contro il perineo, ma non era dolore, ma piacere.


haaaaaaaaaaaaa si hooooooooo sto godendo .. haaaaaaaaaaaaa


In quei frangenti, percepivo la sua fica pulsare, le pareti stringersi attorno al cazzo, come se avessero vita propria. Erano spasmi muscolari, indotti dagli orgasmi, che le stavano sconquassando la fica.


Il momento era talmente straordinario, che i conati di sborra aggredirono subito la radice del cazzo. I coglioni si erano irrigiditi e sollevati, mentre il cazzo era talmente rigido, che lo sentivo scivolare dentro, senza deformarsi. Gli effetti erano evidenti.


Haaaaaaaaaa hooooooooo si grggggggggg sto godendo!..... mmm sto godendo! mmmmm

sto venendo!... Carla... sto venendo!.. cazzo! ..

Vieni dentro hoooooooo si! Si! riempimi la fica1... haaaaaaaaaaaaa del seme che mi ha dato la vita! Cazzo! solo a pensarci! è sconvolgente! Hoooooooooo si! Hooooooooo godo oooooooooo!


Mentre lei delirava, io iniziai una sequela di affondi, continui e senza soluzione. Ormai, ero quasi sfinito come un maratoneta ed alla fine della corsa, Per cui, sfruttando le ultime forze, mi ero accanito contro la sua fica, assaporandone gli anfratti, la morbidezza, il calore, fino al traguardo finale.


“ “si!.... si!.. hooooo si! hooooooooo si! hooooooooo si! …... godo hooooo


Sentirla gemere e gridare, mi dava una forza immensa, in quei momento, la baciavo, ficcandole la lingua in bocca. Poi, alla fine della corsa, infilai la faccia in mezzo alle tette e, incollandomi al suo corpo, iniziai a fremere, mentre scaricavo una copiosa sborrata dentro la sua fica. Una lussuria immensa, mi induceva a spingere il bacino in avanti, spostando il cazzo dentro il condotto vaginale, fino a quando, svuotato, ho iniziato a sentire la diminuzione della consistenza.


hooooooooooo hoooooooooooo si.... godo mmmmmm godo mmmmmmm


Al termine, di quella galoppata folle e fuori dall'ordinario, lo tirai fuori, e prima di alzarmi, lo strofinai sul pelo pubico, impregnandolo di sborra.


Carla, rimase ferma nella posa della missionaria. Mi fissava intensamente. Dall'espressione estasiata dello sguardo, lucido e perso nel vuoto, si capiva che stava ancora patendo gli effetti di quella chiavata estenuante e fuori dal comune.


Bene! Ora mettiamo le cose in chiaro. Quel pezzo di merda non oserà più toccarti con un dito! A scaldare la tua fica ci penserà il paparino! E da oggi, quando, tuo marito lavorerà all'estero, sarò io a sostituirlo nei doveri coniugali. Ci siamo capiti?


Non rispose, stava accarezzandosi le labbra della fica, dalle quali colava uno sborra spessa e copiosa.


Mentre mi guardava con espressione estasiata, fece un gesto che suggellò il nostro patto. Si passò un dito impregnato di sborra sulla lingua, poi, lo leccò, imitando il pompino.


Vado a casa e faccio la valigia! Ci vediamo stasera!


Telefonai a Carlo. Le raccontai tutto, tranne la scopata incestuosa. Nella circostanza gli dissi che da quel giorno, quando lui sarebbe andato all'estero, io sarei andato a vivere a casa sua, così avrei avuto la situazione sotto controllo. Mi ringrazio!


E vissero felici, cornuti, e contenti.


Così va la vita. (claudiogusson@ymail.com)