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giovedì 10 dicembre 2020

L'opportunista

 L'occasione rende l'uomo ladro.


Un sabato pomeriggio, in casa di mio fratello Franco, mi trovai davanti ad una tempesta. Mio fratello, spalle basse, incassava le urla di sua figlia Sara, che sbraitava, incazzata come una iena. Da quello che capii, era arrabbiata verso il suo ragazzo Marco.


Papà se dovesse arrivare Marco, ti avverto! Guai a te se lo fai entrare! Non lo voglio vedere! Mandalo via! Hai capito? Perché se lo vedo, sarei capace di ammazzarlo!

Ci risiamo? Ma possibile che siamo sempre alle solite? Siete peggio di cani e gatti! Che cavolo è successo stavolta?

Lo so io! Non voglio più vederlo! Va bene?

Va bene! Ve bene! Certo che sei la solita esagerata! E che cavolo! Potresti essere un po' più comprensiva! no?


Sara sgranò gli occhi, trattenendo una rispostaccia, poi sbruffò, scosse la testa, allontanandosi veloce. Il forte rumore della porta della sua camera da letto, sbattuta con grande forza, ha lasciato intendere che non era il caso di impicciarsi dei suoi affari.


Con Franco, ci guardammo basiti, senza dire una parola. Poi:


Andiamo in cucina! Ti preparo un caffè!


Con mio fratello gestivamo una officina meccanica, molto avviata. Lui era la mente ed io il braccio. Dopo aver discusso di problemi aziendali.


Certo che Sara ha un bel caratterino!

Già! Tutto sua madre! Caratteri uguali! Di conseguenza sarebbe stato impossibile che potessero convivere! Sara, così, ha preferito venire a stare da me! Non è che mi dispiace, ma come hai visto! mi tocca fare il ruffiano o il messaggero di sciagure!

ahahahah Ti avevo avvertito! Non sposarti! Guarda me! Mmm mi sento libero di fare quello che cazzo mi pare! E ti assicuro che a letto non ci vado mai da solo!

Lascia perdere! Non voglio pensarci!

Non ci crederai? Ma questa filosofia di vita lo imparata da ragazzino!

Non è che sia una bella vita! una botta e via! Credo che siano importanti anche i punti fermi!

Il tuo guai, è che sei una persona troppo seria! Troppo rispettosa! Guarda me? Non è che non rispetti le donne? Anzi! Ma preferisco non impegnarmi! Divertirsi si! Ma senza impegnarsi!

Certo! Fino a quando ci sono quelle che la danno! Ci credo!

Non è scontato! Ti sbagli! Le conquisto, perché conosco l'animo femminile! Non tutte sono desponibili a dartela! Vedi! Devi cogliere il momento giusto! Cioè, azzardare! Perché, nessuna donna te la da di sua spontanea volontà! Te la devi conquistare!

Si! ha parlato il grande stratega! Ma fammi il piacere!

Vuoi un prova? Non avevo compiuto ancora quindici anni, eppure, mi sono scopato una donna fantastica, matura, che tutti credevono irreprensibile e, direi, anche irragiungibile!

Perché abitava ai piani alti! Ahahahahah

Anche! Ahahah, se ti rivelassi il suo nome! Ci resteresti di merda!

Lo so! Premi dalla voglia di dirmelo! Spara!

Te la ricordi la zia Elvira?

Chi? La cugina della mamma?

Si! proprio lei!

ma, non dire cazzate! E' risaputo che era una donna irreprensibile! Su di lei, non ho mai sentito pettegolezzi!

Ti assicuro! Franco, credimi! Lei è stata la prima, con la quale ho sperimentato il mio metodo!

Ma vai a cagare! Ma guarda questo? che cosa si inventa! Non ci credo che una donna, come zia Elvira? si sia concessa a chi? ad un moccioso di quindici anni? Sei proprio fumato!

Non mi credi? Ti ricordi il vaso cinese, quello che la mamma, aveva messo ai piedi della scala?

Si me lo ricordo! Anche bene! perché lo trovammo in mille pazzi! La mamma, non sapendo chi fosse stato, ci ha puniti tutte e due! Niente pagetta il sabato sera!

Già! E se ti dicessi che, quel magnifico vaso, lo ha rotto la zia Elvira! mentre me la ingroppavo a pecora? E' stata la mia prima sveltina, non lo dimenticherò mai! Cazzo che scopata! Intensa, veloce, mentre tu, la mamma e papà, eravate in casa!

ma tu sei fuori!

Ti dico, che è successo! Quel giorno le avevo aperto la porta, era venuta a cercare la mamma! Era fantastica, portava un vestito attillato e molto corto! Che figa! Sai quante seghe mi sono sparato in suo onore? Comunque, quel giorno, le camminavo dietro, ma, quando ha iniziato a salire le scale, il suo fantastico culo si è svelato in tutta la sua meraviglia, davanti ai miei occhi! Appena ho intravisto le mutandine ficcate nel culo, ho perso la testa! Non ci ho visto più! ho agito d'istinto! Come un cane di strada in calore le sono saltato addosso! Un po di resistenza, qualche schiaffo! Ma, infine, quando le ho infilato la mano nella fica, ho subito avvertito un rilassamento. Aveva ceduto alle mia avance! Allora, ho colto l'attimo, e mi sono accanito nella sua fica, come una trivella. Il contatto con quella fica corposa mi sconvolse, perché non era come quella della mia ragazzina. Ero in uno stato di concitazione estrema, per cui, senza pensarci un secondo, le ho sfilato le mutande. Lei, se le lasciate sfilare, senza opporre alcuna resistenza. Ormai, era succube della mia audacia, che si stava scatenando su di lei, in modo tale che dovette aggrappata alla ringhiera, per non cadere. 

 

Le avevo spostato il vestito oltre i fianchi, ed il suo culo era completamente nel mio raggio d'azione. Avendo assunto una superba posizione a pecorina, sono bastati pochi gesti. Mi sono tirato fuori il cazzo duro, e, da tergo, glielo infilato nella nella fica, bagnata fradicia. Quindi, ho attaccato subito a chiavare come un demone. Pensa alle circostanze? Eravamo all'entrate, ai piedi delle scale, mamma mia! Che emozione. Credimi, l'adrenalina era alle stelle, fu la migliore chiavata della mia vita!

Sei folle! Inventane un altra, più grossa! ahahah

Non ti basta? ti ricordi quando la mamma ha litigato con papà! Perché aveva trovato un paio di mutandine da donna nel cestello della lavatrice? Notò subito che non erano le sue!

Cazzo! se me lo ricordo! Lo stava quasi caccciando di casa!

Caro Franco! Quelle mutande, erano della zia Elvira, le avevo tenute come trofeo, poi, distrattamente le avevo dimenticate nella tasca dei jeans, quindi, sicuramente, sono finiti nel cestello della lavatrice!


Franco restò in silenzio, a riflettere su quello che le avevo raccontato. Ma, proprio in quel momento suonò il suo cellulare.


Si! Non ti preoccupare! Certo! Ma si! Ma certo che vengo! Va bene! Va bene! Un abbraccio!


Infila il cellulare in tasca, poi, si rivolge a me, con aria scoraggiata.


Peppe! Mi devi fare un favore!

Dimmi!

Devo scappare! Era Marilena! Avevamo programmato un pomeriggio insieme! Ma, come hai visto anche tu! Per il casino che è successo qui; le cose si sono complicate! Mi devi aiutare!

ahahah! Cazzo! una vita da singolo non sei stato capace a farla! Ti sei liberata di una scassa palle, e subito ne trovi una altra peggio di quella! Ma che cazzo ti dice la testa!

Senti, lascia perdere le prediche! Se non hai impegni ti chiedo di restare e gestire la situazione! Soprattutto parla con Marco, che mi pare stia arrivando, fagli capire che non è serata!

Certo che ti aiuto! non ci sono problemi! Lo sai, i miei impegni iniziano dopo la mezzanotte!

Ma vai a cagare! Sono anni che mi riempi la teste con le tue fantasia! La zia Elvira? Ma chi ci crede! ahahah


Franco, ridendo, lasciò la casa. Non mi aveva creduto! Chissà come la prenderebbe, se sapesse che gli ho scopato anche l'ex moglie! La cara cognatina, una gnocca galattica, una sera cedette alle mie avance, concedendomi una succulenta sveltina, in cucina, mentre Franco dormiva in salotto, davanti alla TV! Le era piaciuto talmente che, da quel giorno, si concedeva frequentemente in estenuanti sveltine, consumate in ogni luogo ed in ogni circostanza, persino in officina.


Sara somigliava molto a sua madre. Come lei, era un gran pezzo di fica. L'apprezzamento estetico, comunque, restava circoscritto nell'ambito delle mie intenzioni libidinose, in considerazione che lei era mia nipote, quasi una figlia.


Dopo quel pensiero inopportuno, verso mia nipote, mi guardai attorno, c'era un silenzio tombale. Non mi azzardai a raggiungere Sara. Incazzata come era, sarebbe stata capace di mandarmi a fanculo! Meglio evitare i guai. Restai tranquillamente a fare il cane da guardia!


Mi accomodai in salotto ed accesi la televisione. Dopo circa mezzora suonano alla porta. Era Marco.


Eilà!

Ciao Peppe!

Senti! ambasciatore non porta pena! Ti devo informare di un problerma! è meglio che te lo dica subito! Poi vedi tu!


Gli raccontai cosa era successo.


Già, me lo immaginavo! Ti hanno messo di guardia eh! Tranquillo! Se quella non mi vuole vedere, peggio per lei, certamente non vado a sfondare la porta per cercarla! Ha deciso così! Amen! Vuol dire che stasera mi guarderò una partita di calcio!

Oh! oh! Vedo che sei un ragazzo saggio! Secondo me, il litigio rafforza il rapporto! Come si dice: l’amore non è bello se non è litigarello! Ahahah (in coro)


Gli diedi una bella pacca consolatoria sulla schiena, e, dopo alcuna battute, ci salutammo. Restai nuovamente da solo. Stavo per andarmene, ma pensai che quel silenzio era preoccupante. Cazzo! Sara aveva l’abitudine di ascoltare la musica a canna. E poi quando venivo a trovarla, anche se incazzata, dopo un po’ ritornava a cercarmi, perché era molto affezionata a me. Certo, era molto furibonda, ma non mi sembrava così disperata.


Pensai: “Che faccio? Prima di andare via, devo comunque informarla che Marco è passato! Ma si! Andiamo a romperle le scatole, magari la convinco a cambiare idea, così stasera esce con Marco, che mi faceva una pena.


Bussai con colpi leggeri. Poi la chiamai:


Sara! Sono lo zio Giuseppe! Mi senti? Posso entrare?


Nulla. Nessun segnale di fumo. Bussai ancora con energia. Niente. Allora decisi di entrare lo stesso. Meno male che la porta non era stata chiusa a chiave.


La trovai addormentata sul letto. Stava dormendo, adagiata su un fianco, nella classica posizione fetale, con le cuffie attaccate alle orecchie e, cosa strana, una mascherina notturna paraluce le copriva gli occhi. Il suo corpo era completamente rilassato. Stava dormendo sodo.


La guardai con tenerezza. Anche perché, in qualche modo, la consideravo una figlia.


Però in quel momento, forse mi ero soffermato troppo a guardarla, più del dovuto, perché, un po’ alla volta, cominciai a notare particolari del suo corpo, che mi suscitarono un interesse morboso. Sara non era più una bambina, e, quello che stavo ammirando, era un bello esemplare di femmina. In una posa, molto sensuale.


Come tutte le giovane ragazze, indossava pantaloncini in jeans a vita bassa, molto corti, che si perdevano nelle natiche, senza nasconderle.


Sara, stava distesa su un fianco, con il corpo completamente rilassato. Mi soffermai su altri particolari conturbanti: un top corto, aderente al seno, che lasciava scoperti i fianchi e l'ombelico, facendo immaginare un corpo in forma smagliante e piacevole a guardarsi. Il suo fondo schiena, inoltre, scrutato con maggiore perizia, cominciò a delinearsi in modo divino; un formidabile e sublime culo, che, con il resto del corpo, formava un armonia conturbante, tale da alimentare sentimenti estremi, che andavano oltre il mero ed asessuato affetto paterno.


Aveva due bellissime natiche, che quasi si toccavano, poiché il tenue lembo di stoffa dei jeans, si perdeva, fino a scomparire. Che dire delle gambe nude, perfettamente allineate, una sopra l’altra, che disegnavano una lieve collina in corrispondenza della anche, per poi declinare a picco verso i fianchi magri.


Mio dio, presi coscienza che Sara era una mega figa, che mi stava ispirando una bramosia aggressiva, che, in pochi secondi, cominciò a suscitarmi reazioni nelle parti bassi.


Per dirla tutto, il cazzo me lo sentivo duro e pulsante.


Più guardavo quel corpo provocante, più cresceva in me la voglia di toccarlo. Alla fine il desiderio sconfisse la ragione, così in preda ad un attacco di libidine senza controllo, mi distesi su un fianco, dietro di lei, a cucchiaio.


Mi trovai con la testa appoggiata su una mano, intento a contemplare quel giovane corpo, che mi ispirava intenzioni lascive. In poche parole, stavo sbavando come un vecchio porco, come succede di solito, sugli autobus, davanti a ragazzine che ti mostrano le cosce.


Naturalmente, davanti a quella immane provocazione, i miei sensi cedettero alla voglia di toccarla, così, in modo quasi meccanico, avvenne il primo contatto. Posai la mano sulla coscia e lentamente la feci scivolare verso le ginocchia.


Pensai: Che pelle liscia e morbida! E senza smagliature!


Che piacevole sensazione toccare una pelle giovane e fresca. Più la toccavo e più cresceva in me il desiderio di inoltrarmi verso le parti intime. Quel contatto incentivarono le mie le intenzioni lascive, così mossi il braccio in avanti, inducendo la mano, lentamente, a ficcarsi verso l'interno coscia. Qui, la freschezza della pelle scemava, lasciando il posto ad un dolce tepore.


Non mi ero reso conto che, forse, quello atto estremo, aveva oltrepassato un confine che non avrei mai immaginato. Ma, viste le mie attitudine da falco predatore ed opportunista, furono le mie intenzioni morbose a indurmi a quel gesto folle, verso mia nipote.


Guidato da una bramosia sconvolgente, che aveva stravolto le mie emozioni, mossi la mano, più a fondo, perdendomi abbondantemente all’interno delle coscie, fino a quando le dita, lambirono l’incrocio delle gambe, separate dalla fica da una leggera striscia di stoffa di jeans.


Ormai l'eccitazione si era impossessato stabilmente dei miei sensi,
consolidando le intezioni libidinose, così mi spinse oltre, ed azzardai un gesto inaudito. Spostai di lato quel lembo di jeans, e spinsi in avanti la punta delle dita, che affondarono nella fessura della fica, stimolando la carne viva. Vennero subito ammantate da un calore intenso. L'invasione delle parti intimi di Sara, provocò un leggero sussulto nel suo corpo, sottolineato da un lieve gemito.


mmmmm


Intanto il mio inguine, caratterizzato dalla compatezza del cazzo duro, in perfetta sinergia con lo stimolo della fica, spingeva contro i suoi glutei, incastrando la solidità del cazzo tra le natiche rotonde e sode.


Che delizia! stringere quel giovane corpo, mentre pressavo il cazzo tra i glutei, in quel incantevole incavo vaginale.


Con i sensi alterati dall'eccitazione, attaccai a pomiciarla di brutto. Le avevo  infilato le mani sotto la maglietta e, con grande piacere, potei ghermire le tette sode, dalla pelle morbida, poiché non indossava reggiseno.


La bella addormentata, tormentata dalla mia brama, alla fine si destò.


No! No! Marco! papà ti ha fatto entrare!


In quel momento avevo la mano infilata nei jeans e le dita, come le zampe di un ragno, stavano già stimolando con energia le parti molli della fica. Era fantastico trastullare quella giovane fica, già abbondantemente bagnata.


mmmmm Marco…. Dai mmmmm cazzo! Mmmmmm Non voglio! Sei il solito prepotente! Mmmmm vuoi scoparmi? Lo vuoi fare? Allora fallo! Io me ne resterò ferma! come una morta! Mmmmmm Ti piace scopare una morta? Non rispondi?


Sara, credendo che fossi Marco, per dispetto non si tolse la mascherina paraluce. Meglio così, pensai!


Nonostante si ribellasse a parole, nei fatti si lasciava toccare senza opporre resistenza. Segno che le piaceva farsi palpeggiare la fica. Inoltre, la stimolazione della vagina era talmente invasiva, che non riusciva più a stare zitta. Aveva allargato le cosce, per facilitare l'azione della mia mano, sebbene a parole non voleva darmi soddisfazioni.


ohhhhhhhh mmmmmm cazzo! Non voglio darti soddisfazioni! Vorrei essere una bambola inanimata mmmmm una statua mmmmmmm bastardo! Non ti do nessuna soddisfazione! Scopami! Pure! Ohhhh lo farai con una bambola!


In pratica mi respingeva a parole, ma, di fatto mi incitava ad andare avanti, assumendo posizioni che facilitavano il maneggio del suo corpo. Visto che nei fatti era disponibile. La feci mettere supina e le sfilai i pantaloncini in jeans. Anche in quella circostanza non fece alcuna resistenza.


Però, ebbi un sussulto quando le spostai di lato le mutadine e scoprì la sua magnifica fica, un oasi di piacere, dalle labbra scure, come i suoi capelli.


Pensai: che figa fantastica!


Era un peccato non poter interagire con Sara. Quando chiavo una donna, mi piace scambiare qualche parole, per cui, in quel contesto soffrivo non poter esprimere i miei sentimenti a parole. Vederla a cosce aperte, con la magnifica fica, in bella vista, offerta alla mia libidine, mi mandava in orbita. L'avrei dileziata di apprezzamenti, sublimando le linee fantastiche delle labbra. Mi toccava, comunque, ammirarla e tenere dentro di me le sensazioni che infondeva.


Dopo averla ammirata, agì come un predatore, vi appoggiai sopra la mia bocca, affamata di sensazioni inaudite, che, impregnandosi degli umori, secreti in abbondanza, iniziò a nutrirsi di quel nettare, e bearsi di quella fonte di piacere, unica e straordinaria.


Lo considerai un dono caduto dal cielo. Mai una occasione così inattesa mi apparve tanto meravigliosa. Il suo giovane corpo era un visione fantastica. Il mio cazzo si era talmente ingrossato da non riuscire più a restare inerte, davanti a tanta grazia.


ohhhhhh si! Bastardo! Lecca pure! Cazzo! Non mi hai mai leccata così! Ho capito! Ti piacciono le bambole! Va bene! Resterò inoperosa! Hooooooooooooo si mmmm cazzo! Ma che ti è successo? Mmmmm dio mmmm si ahhhhhhhhhhh si!


Sara non poteva mai immaginare, che a darle quel piacere intenso ero io. Modestamente, considerato uno dei migliori lecca fica del circondario. Parola delle mie amanti.


Dopo un intensa pomiciata, connotata da leccate di fica intensa, di bacia sul collo, palpate di tette e sfregamento della parti molli della fica, ritenni che era arrivato il momento per fare assaggiare a quella fantastica fica il mio cazzo.


Sara era perfettamente carburata e pronta alla seconda fase. Infatti, attendeva a cosce aperte che la chiavassi, anche se a parole non lo dimostrava.


Come vi avevo detto, le avevo sfilato i pantaloncini dei jeans, mentre le mutandine erano spostate di lato; avevo un debole per le sveltine e le scopate consumate in fretta, con donne ancora vestite.

Dicevo, ero talmente eccitato e impaziente di cogliere quel giglio di bontà, che non persi tempo a spogliarmi. Mi abbassai i pantaloni, insieme alle mutande, fino alle ginocchia. Dall'inguine, il cazzo duro spiccava davanti alla fica di mia nipote, con la grossa cappella che lambiva le fessure della vagina.


Prima del grande gesto, guardai mia nipote. Cazzo quel rapporto puzzava di incesto. Era la figlia di mio fratello, o, forse, la mia, chissà! Tuttavia, le intenzioni lussuriosi erano più forti della ragione, e furono loro a decidere il destino di Sara. Dopo tutto era una chiavata, come tante, fatte in circostanza affine, una botta e via, prima che si togliesse la mascherina.


Così, mi sporsi con il corpo su quello di Sara, poi, impugnando il cazzo con una mano, pressai la grossa cappella contro le fenditure della sua fica, razzolando su è giù. L'effetto si manifestò subito.



Ohhhhhhhh bastardo! Vuoi scoparmi! Mmm fai pure! Non mi muovo! ohhhhhhhhhh


Quel contatto mi diede una scarica di adrenalina. Pressando il cazzo, con forza, lo strofinai con maggiore incisività nell'apertura, separando le piccole labbra. Per alcuni secondo non andai oltre, strusciando la cappella nella carne viva. Mi piaceva sentirla gemere, anche se a parole asseriva di essere neutra. Mi divertivo a stuzzicarle la fica, perchè si intuiva che era impaziente di essere chiavata.


ohhhhhhhhhhh che fai! Non vedi che non collaboro! ohhhhhhhhhh


La pischella fremeva, vogliosa di cazzo. Alla fine, spinsi in avanti, prevaricando le labbra umide. Sentì la cappella addentrarsi e subito venne avvolta dal calore della intenso della fica. Fu una sensazione elettrizzante. Cazzo stavo per scopare la fica di mia nipote. Che delizia. Quel pensiero mi diede la forza di andare oltre. Ormai il danno era stato fatto. Una spinta possente ed il cazzo entro interamente dentro, fino alla vase dei coglioni.


Ahhhhhhhhhhhh mmmm di mmmm Marco mmmmmm Cazzo! Non ti immaginavo così cinico! Ohhhhhhhhhh


L'urla di piacere di Sara, mi diede l'impeto adatto alla circostanza, per chiavare con grande efficacia. Iniziai subito a muovermi, su e giù, in modo energico.


ahhhhhhhhhhhhh ma che ti è preso! Cribbio! Si! sei eccitato! Ho l'impressione che il tuo cazzo! Sia più duro e più grosso del solito! si ohhhhh si ohhhhh si....


Già! Le sue sensazione erano reali, infatti avvertivo il mio cazzo farsi strada in una fica stretta, direi poco usata, che lo serrava come un sacchetto sottovuoto. Erano anni che non provavo quella sensazione. Le donne che mi ero scopato, stupende milf, non avevano un condotto vaginale di primo pelo, come quello di mia nipote.


ahhhhhhhhhhhhhhhhhh si ohhhhhhhhhhhhhhh non riesco a fare la morta ohhhhhhhhhhhh si! Mi stai facendo godere! Come non mai! Ohhhhhhhhhhhh si! ohhhhhhhhhh si! Così ohhhh che ti è successo! Mi stai chiavando in un modo strepitoso! Ohhhhhhhh Si! È meraviglioso! Mi piace! Mmmm ti perdono! Cazzo se ti perdono!


Le parole di Sara ed il calore di quella giovane fica, che mi infondeva un piacere immenso, mi suscitavano la forza di chiavare in modo energico, cercando di infilare il cazzo, per quando potevo, tutto dentro e di spingere fino in fondo. Non avrei mai immaginato che una chiavata, rubata, strappata al destino di un altro, potesse darmi tanto godimento. Peraltro incestuosa! Che meravigliasa esperienza! Non ho parole adatte per esprimere le emozioni che stavo provando in quel momento.


Aaaaaaahhhhhhhhhh si si Mar.... co.. non resisto più.. mmmm dio sto godendo mmm ohhhhhhhhhh si hooooooooooooo


Gridava dal godimento. La fica pulsava, sembrava che avesse vita propria. Sara, ogni volta che gli spasmi vaginali si scatenavano, si contorceva come una biscia.


Ahhhhhhhhhhhh Marco, mio dio! Che cosa ti è preso? Non mi hai mai, dico mai, chiavata in questo modo! Il tuo cazzo è bellissimo! Lo sento! Duro e grosso! ohhhhhhhhhhhh si si ohhhhhhhhhhhh


Non potevo risponderle. Le sarebbe preso un colpo, se solo avesse immaginato, che il piacere che la stava mandando in orbita, proveniva dal cazzo del suo zietto preferito!

Mentre la chiavavo, mi deliziavo a guardare la sua bocca, dalle labbra carnose, che si lamentava dal piacere. L'avrei baciate volentieri, ma temevo che lei scoprisse l'inganno. Ma, un altra voglia illuminò le mie intenzioni. Se non potevo baciarla, forse, avrei potuto godere di quella bocca con un succulento pompino. Diedi le ultime spinte, prime di staccarmi.


Ahhhhhhhhh ohhhhhhhhhhhhhhh No! Che fai! Non fermarti! Cazzo!


Quando la trascinai fino al bordo del letto.


Che devo fare?


Dopo averla indotta a avvicinasi al mio inguine.


Certo! Ho capito!


Aveva capito, infatti, dopo averle guidato le mani verso il mio cazzo, lei, sebbene avesse gli occhi coperti dalla mascherina notturna, lo afferrò con tutte e due le mani, poi, dopo averlo menato su è giù, leccato la cappella ed il prepuzio, seguendo le linee del glande, se lo infilò in bocca, iniziando a succhiare in tutto la sua lunghezza.


Avrei voluto esprimere il mio gradimento, darle il mio apprezzamento, per il sublime pompino. Che sorpresa. Sara, si rivelò una provetta bocchinara.


Mentre mi stava deliziando il cazzo, con una prelibata pompa, accadde l'imprevisto. Sara si tolse la mascherina dagli occhi. Appena vide la mia faccia, restò di sasso. Mollo il cazzò ed indietreggiò sul letto, rannicchiandosi.


Porca puttana! Ma tu! Sei? Zio Giuseppe? Mio dio! Eri tu?

Sara! Ti spiego!

che cazzo vuoi spiegare! Ti sei approfittato di me! Toglimi le mani di dosso! Sei un porco!


Sara indietreggiò, verso il centro del letto. Mentre tentava di allontanarsi, gattonando indietro sui gomiti, le afferrai i piedi e la tirai verso di me.


Sara! Va Bene! Sono un porco! Denunciami pure! Me lo merito! Ma adesso non puoi lasciarmi in queste condizioni! Hai detto che nessuno ti aveva chiavato in questo modo! Ti prego! Lasciami finire! Finiamo quello che abbiamo cominciato!


Sara, non parlava più, mi fissava basita. Se ne stava davanti a me, appoggiata sulle braccia. Mi guardava con una espressione confusa. Tuttavia, notai un certo interesse verso il mio cazzo. Lo fissava in un modo che non lasciava dubbi, circa le sue intenzioni.


Dovevo fare qualcosa, dovevo battere il ferro fino a quando era caldo. Così, mi gettai sopra di lei. Lei si distese sul letto, senza oppore alcuna resistenza. Mi fissava in silenzio, mentre io, le separavo le gambe e, brandendo il cazzo, appoggiai la cappella contro le fessure slabbrate della fica, arrossate dall'azione pregressa del mio cazzo.


Il mio impeto fu tale che, la punta divaricò subito le fessure della fica, infilandosi tutto intero, con il resto del cazzo, fino alla base. Sara, emise un leggero singulto, restando muta e ferma. Ma cambiò espressione, quando attaccai a chiavarla energicamente ed in modo spossante.


ahhhhhhhhhhhhhh ohhhhhhhhhhhh ohhhhhhhh ohhhhhhhhhh

Ti piace! Lo so che ti piace! Vedi? che avevo ragione io! Lo so che ti piace! Dimmi che ti piace! mia dolce nipotina mmmmm


Mi ero steso sopra di lei, mentre teneva le gambe spalancate al massimo ed appoggiate sulle mie braccia. In quella posa, attaccai a chiavarla con grande forza, senza soluzione di continuità.


ahhhhhhhhhhh ohhhhhhhhhhh ohhhhhhhh


Sara continuava a fissarmi, ma stavolta il suo volto era un smorfia deformata dal piacere. Avevo fatto centro. Alla nipotina piaceva il mio cazzo. Alla fine, infatti, cedette!


Ohhhhhhhh Si! ohhhhhhhh Si! mmmm Zio...Mi piace ohhhhhh si! È stupendo! godo mmmm dio se mi fai godere! Mmmmm si si si mmmm più forte mmmmm

To.. to to mia dolce nipotina! Che bello! chiavarti mmmmm mmm to to ..

Qualcosa era cambiato. In quel momento coglievo un innovazione radicale nel suo atteggiamento. Quando affondavo il cazzo nella sua fica, inarcava la schiena, venendomi in contro.


Ahhhhhhhhhh si si mmmmmm si ahhhhhhh godo ohhhhhh Zio! Sei una canaglia!Sapevo che eri un grande puttaniere! Ma mai, avrei immaginato che ti saresti scopato anche tua nipote mmmm Comunque, non mi dispiace, essere caduta nella tua rete, ohhhhh si mmm ohhhhhhhhhh si


Avuto il suo pieno consenso. Cominciai a deliziarmi chiavandola in tutte le posizione che la mia mente contorta fantasticava. Finalmente la potevo baciare con grande passione.


Quando mi cavalcava a smorza candela, potei apprezzare l'agilità con la quale saltava sul mio grembo, fagocitando tutto il mio cazzo duro, nelle sua fica affamata di nuove sensazioni, fino in fondo.


haaaaaaaaaa si zio ohhhhhhhhhh zio, ohhhhhhhhhh quanto mi piaceva saltarti sulle ginocchia hahah ohhhhhhhh

Monella! Ora stai saltando sul mio cazzo! Salta salta mmmm che puledrina pazza che sei mmmmmm


A Sara piaceva scopare a pecorina, così, quando si mise a pancia in giù, sul letto, offrendomi la vista del suo stupendo scoscio, l'accontentai, accanendomi dietro quel fondo schiena in modo devastante, per darle quello che desiderava.


ahhhhhhhhhhhh ohhhhhhhhhhhh si mmm hooooooooo si Zio! Si mi stai mandando in orbita! Ahhhhhhhhhhhhhhhhhh


Per dare maggiore impeto alle spinte, in quelle occasioni, bilanciandomi sulle braccia, oscillavo il bacino sul culo di Sara, come un fantino, facendo scomparire il cazzo nella sua calda fica, in modo sconvolgente. Dal mio punto di vista la intravedevo, con gli orli stretti attorno alla compattezza del mio cazzo, tra i paffuti glutei, mentre lo facogitava tutto. Che piacevole spettacolo.


ahhhhhhhhhhhhh ohhhhhhhhhhhhh si si mmm godo mmm hoooooooooo si godo mmmm


Proprio in quella posa raggiunsi il culmine di quella maratona di sesso, rubato al destino di un altro, e che, il fato ha voluto regalarmi. Galoppando sulla schiena di Sara, saldamente afferrato dai suoi fianchi, la cavalcavo con grande veemenza.


ahhhhhhhhhhhh ahhhhhhhhhhhh ohhhhhhhhhhh si!


Arrivò la fine, quando stimolato dai conati di sborra, che si stavano annunciando alla base dei coglioni, mi venne un forte impulso di spingere ed intensificare gli affondi. Ci stavamo accoppiando come bestie.


ahhhhhhhhhhhh Zio ohhhhhhhhhhh si si mmmm ohhhhhhhh si mmm

Sara.... mmmmm to mmmmm mia dolce nipotina mmmmmma Ahhhhhh


Incollando l'inguine contro le sue natiche, spinsi a fondo, fino ad incastrare il cazzo dentro la sua calda fica. Infine, mi lasciai andare ad un intensa, piacevole e sublime sborrata. Tenni il cazzo dentro di lei, fino all'ultima stilla di sborra. infine mi lasciai andare sul letto, a riprendere fiato.


Guardavamo il soffitto, senza dire una parola. C'era un certo imbarazzo, che ci impediva persino di guardarci.

Vista la situazione, mi alzai per primo, senza guardarla, mi vestii e lasciai la camera da letto.


Una settimana dopo, in officina, Franco ricevette una telefonata.


Cazzo! Ancora? Va bene! Va bene!


Rivolto a me.


Peppe!

Si!

Mi fai un favore?

Certo? Di cosa si tratta!

Era Sara! Ha nuovamente litigato con Marco! Ha chiesto di te! Ha chiesto di pregarti di raggiungerla subito a casa, per sistemare le cose! Coma hai fatto l'altra volta! Mi dispiace, coinvolgerti nelle beghe di mia figlia!

Tranquillo! Nessun sacrificio! Anzi! Lo sai che considero Sara come una figlia!Aiutarla mi da grande soddisfazione!

Grazie, Peppe!

Adesso corro da Sara! E' meglio non farla attendere!


Così va la vita!


Guzzon59 (claudiogusson@ymail.com)

martedì 10 novembre 2020

Adele e l'idraulico

Adele, fin da piccola, riusciva a capire quando una persona mentiva. Riusciva a svelare quella coltre di ipocrisia, oltre la quale si nascondeva un apparente immagine di onestà, eccessivamente ostentata. La prima persona a cadere nella rete delle sue doti è stata sua madre.

Fu la prima immagina, l'icona della mamma, a frantumarsi, rivelandosi per quella che era. Una troia, depravata e priva di un minimo di moralità.

Aveva solo dieci anni, quando scoprì il vero volto di sua madre. Un particolare attirò la sua attenzione. La costante frequentazione di casa sua da parte di suo zio Aldo, il giovane fratello del padre. Faceva come mestiere l'idraulico, per questo, spesso, la madre lo chiamava per qualsiasi motivo. La cosa che l'aveva insospettita fu il fatto che suo zio Aldo, spesso e volentieri, arrivava quando suo padre non era in casa.

I primi tempi non ci aveva fatto caso, ma poi, qualcosa suscitò la sua curiosità.
 
Suo zio Aldo, dipendente di una ditta, poiché durante l'orario di lavoro non poteva soddisfare le richieste di sua cognata, considerato che l'intervento era a titolo gratuito, Adele aveva notato che, spesso e volentieri, arrivava durante la pausa pranzo, tra le tredici e le quattordici, arco di tempo in cui lei, uscita da scuola, solitamente pranzava in cucina.

Notò che lo stesso episodio si ripeteva quasi ogni settimana. La madre non faceva altro che lamentarsi dell'impianto di scarico del lavandino. Che il padre di Adele, insensibile alle sue lamentele, sebbene avesse promesso di aggiustarlo, non provvedeva ancora a far riparare.

Tutte le volte che suo zio Aldo arrivava con la cassetta degli attrezzi.

“Adele!
“Si mamma!
“Hai finito di mangiare?
“Si mamma!
“Bene! Lavati le mani e poi vai in camera tua, a studiare! Per intenderci! Ripassa un po’ di grammatica! La professoressa di Italiano, nell'ultima udienza, mi ha riferito che molto spesso sbagli i verbi!
“Ma mamma!
“Non voglio discutere! Ora fila in camera tua! Non uscire! Fino a quando non sarò io a dirtelo! Ci siamo capiti?
“Ve bene mamma!

Adele, saluta suo zio e, come un cane bastonato, raggiunge la sua cameretta. Ligia agli ordini di sua madre, non osava mettere il muso fuori dalla stanza. Attendeva che fosse lei a venirla a cercare.

Infatti, dopo un oretta abbondante, la porta della sua cameretta si apriva. La madre, compariva sorridente e solare, ostentando uno stato psicologico soddisfacente, come se avesse preso un energetico.
 
“ohhh la mia piccola Adele! Vieni! Hai studiato?
“Un pochino!
“Vieni in cucina! Ti ho preparato una cioccolata! Poi, con calma, riprendi a studiare! Senza ossessionarti!
“Va bene mamma!

Adele, si è sempre chiesto come fosse possibile, nell'arco di un ora, cambiare l'umore del proprio carattere in modo così radicale. Verso il padre l'atteggiamento era sempre scorbutico. La presenza del padre la innervosiva, con conseguenti scenate quasi isteriche. Mentre la presenza di suo zio Aldo, invece, agiva da placebo, la rendeva più serena, quasi solare. Un altro aspetto che aveva attirato la curiosità di Adele. La madre, sebbene fosse una donna attraente, con un bellissimo fisico, generalmente adottava un abbigliamento dimesso, che non esaltava eccessivamente le forme del suo corpo. Ma, quando lo zio Aldo frequentava la sua famiglia, per qualsiasi motivo, una pizza insieme alla sua famiglia, una gita, o al cinema insieme a sua moglie e suo figlio, lei si vestiva come se dovesse fare una sfilata di moda. Prediligendo vestiti succinti, che favorivano una fantasia erotica. Elisa, la moglie di suo zio, piccola di statura e leggermente in super peso, quasi sempre reagiva, e, dalla espressione del suo viso, lasciava intendere un palese disappunto contro quello atteggiamento libertino, che nel suo intimo, certamente, riteneva quello di una troia. Il padre di Adele, perennemente distratto da chissà quali problemi, davanti a quel comportamento manifestamente provocatorio, era cieco, molto indifferente.

Lo zio Aldo non era un uomo di bell’aspetto. Anzi, rispetto al padre di Adele, era grezzo e fisicamente svigorito, privo di tonicità muscolare. Il padre di Adele, per contro, avendo studiato, era un brillante funzionario di Banca, quindi, per l'immagine della banca, curava l'aspetto mantenendosi fisicamente in forma.

Ora vi chiederete, il perché di questo inciso?

Semplice, ho pensato che cercare di capire i gusti delle donne sia impresa impossibile. Non esistono stereotipi ben definiti, che, nell'immaginario femminile, prevalgano nell'ideale di uomo, quindi l'aspetto estetico non è tutto! Ma, ritengo, che ci siano altre doti che, certamente, fanno la differenza nella scelta. Questo lo scoprirete leggendo.

Detto questo, torniamo al racconto.

Adele, insospettita da tutte quelle strane circostanze, per la prima volta, decide di disobbedire a sua madre.

Lo zio Aldo, quel giorno, arrivò puntuale alle tredici. La madre di Adele, come di consueto, invita la bambina a raggiungere la sua cameretta, ordinandole di studiare e di restarvi fino a quando lei non sarebbe venuta a cercarla.

Adele, dopo aver raggiunto la sua camerette, attese una ventina di minuti circa. Poi, evitando di fare rumori, ritornò sui suoi passi. Quando arriva in cucina, con sorpresa non vide nessuno, invece trova la borsa degli attrezzi di suo zio Aldo, sul pavimento, davanti alle ante aperte del mobiletto sotto il lavandino. Inoltre, a terra scorge la giacchetta dell'azienda e cosa strana, i suoi pantaloni, appoggiati sulla sedia. Sul tavolo c'è un disordine pazzesco. Come se ci fosse stata una battaglia campale.

Infine, nota le mutandine da donna per terra ed il vestito di sua madre posato sulla spalliera di una sedia. Guarda quegli oggetti perplessa, cercando di dare un spiegazione logica a quel disordine, quando, da tergo, le arrivano dei forti sospiri, provenienti dalla camera da letto dei suoi genitori.

Con passo incerto, impaurita, si avvicina alla porta della camera da letto. E' una porta ad apertura a soffietto, si apre facendola scorrere di lato, verso il muro, dove si incassa totalmente. Quindi non ci sono problemi a spostarla verso destra. Lentamente, facendo leva sulla maniglia, riesce a muoverla quel tanto da permetterle di sbirciare dentro. La scena che le appare davanti è sconvolgente. Le era difficile darle un significato, considerato che, alla sua età, non aveva ancora affrontato l'argomento del sesso.

La madre era supina sul letto, nuda, con le gambe sparate in aria ed appoggiate sulle spalle di suo zio Aldo, il quale, disteso sopra di lei, appoggiato sulle braccia, faceva oscillare in modo energico il bacino, su e giù, tra le cosce aperte e sopra lo scoscio di sua madre. L'accanimento di suo zio su sua madre era impressionante.



La prima reazione fu di spavento, quindi tento di fuggire; fece due passi indietro, ma si fermò subito. Cercando di metabolizzare quella scena che le aveva sconvolto lo stomaco. Sentiva le budella che pulsavano, come se si stessero attorcigliando, in un groviglio di serpenti.

Tuttavia, dopo un lungo respiro, trovò la forza di tornare sui suoi passi. La curiosità era più forte della paura. Si appoggiò con una spalla al muro; sporgendosi lentamente ritornò a guardare la scena. Mise a fuoco un particolare inquietante. Dall'inguine di suo zio sporgeva un enorme cazzo, lungo e scuro come la pece, che, indotto dai violenti movimenti del corpo, si perdeva nelle gambe aperte di sua madre. Nota, con sbalordimento, che quel grosso coso, dopo ogni spinta, affondava tutto tra le cosce di sua madre. Li vedeva di fianco, quindi scorgeva nettamente l'enorme cazzo di suo zio sparire tra le gambe spalancate di sua madre.

Ogni affondo era sottolineato da intensi singulti della madre. Lei, reagendo a quella invasione devastante, lo serrava energicamente dalle spalle, come se volesse fondersi con lui. Il suo corpo ribatteva energicamente a quella irruzione possente, con poderosi tumulti corporei, scatti del bacino verso l'alto, che accadevano nello stesso istante in cui il cazzo del cognato penetrava profondamente dentro di lei.


Adele era letteralmente scioccata. Dopo aver assistito per pochi minuti a quella strana lotta, la paura ebbe la meglio, così richiuse la porta fuggendo verso la sua camera da letto. Tremava tutta, perché non riusciva a metabolizzare quel rapporto. Non capiva perché la madre stesse abbracciando suo zio, nudo. E poi quel coso, lungo e duro, che spariva tra le cosce di sua madre. Si chiedeva se fosse un patimento doloroso, in considerazione che la madre si stava lamentando.

La madre, un ora dopo, venne a cercarla. Come al solito era solare. Come se avesse preso una grossa dose di benessere. Era raggiante.

“Adele che cosa hai? Ti vedo un po’ pallida! Ti senti bene?
“Non è nulla! Prima mi faceva male la testa! Ma ora è passato!
“Aspetta!
Le toccò la fronte, per capire se fosse influenzata.
“Forse sei stanca! Vuoi restare?
“Mi hai preparato la cioccolata?
“Certo!
“Allora vengo!

Raggiunse la cucina, come al solito, lo zio Aldo, stava seduto sul divanetto, centellinando un caffè fumante.

“Ciao Adele!
“Ciao zio!

Adele, si trovò in imbarazzo, perché non riusciva a distogliere lo sguardo dalla patta dei pantaloni di suo zio, immaginando che sotto si celava quel coso lungo e grosso, che aveva visto in azione, mentre spariva tra le cosce di sua madre. Le venne un brivido alla schiena, quando immaginò che quel coso potesse fare la stessa cosa anche a lei.

“Adele, ogni giorno diventi sempre più una signorina e somigli a tua madre!
“cioè?
Ad Adele vennero i brividi. Perché pensò: Che cosa voleva dire con quella frase?
“che sei bella come lei!

Adele divenne rossa. Sua madre e suo zio, risero in modo sguaiato. Ma quando suo zio fece un gesto inaspettato, il suo corpo si scosse. Altre volte era accaduto che suo zio la prendesse sulle ginocchia. Ma quel giorno, dopo quello che aveva visto e, cosa sconvolgente, il ricordo dell'attrezzo che nascondevano i suoi pantaloni, quel gesto cambiò significato, e quindi fu terrorizzata.

Prima di sedersi sul grembo di suo zio, fissò l'apertura dei pantaloni, assicurandosi che fosse chiusa. Ma fu inutile, perché era talmente scossa che si vide come se si stesse immolando ad essere sacrificata sull'altare del peccato. Per cui, si sedette, rassegnata che quel coso sarebbe uscito dai pantaloni di suo zio, per invadere le sue cosce, allo stesso modo di sua madre.

Strinse le gambe ed attese alcuni istanti. Riprese a respirare sollevata, perché quel coso non dava segni di vita.

Lo zio la baciò e la coccolò per alcuni minuti. Adele, non si sentiva ancora sicura. Tuttavia, alla fine, quando le diede un bacio sulla fronte e l'aiutò ad alzarsi dal suo grembo, Adele ebbe una strana reazione. Provò delusione, per quello che non era successo. Si chiese perché quel coso con lei non aveva funzionato?

L'evento che le sconvolse lo stomaco, per cui, stette male per parecchi giorni, fu quando vide sua madre, inginocchiata davanti a suo zio, mentre prendeva il suo cazzo in bocca. La sorpresa si trasformò in disgusto, quando, dopo un accanimento della madre sul cazzo dello zio, che succhiava e segava con energia, vide uscire un liquido biancastro dalla punta, che come un getto si sparse sulla faccia e sulle tette della madre. Quando la madre prese a leccare e bere quel liquido dalla sua mano, rimase terribilmente scossa, che dovette correre in camera sua per vomitare.


Stessa situazione si verificò quando vide suo zio, con la faccia ficcata in mezzo alle cosce di sua madre, intento a leccarle la figa, estendendo l'azione al buco del culo, nel quale ci infilava qualche dito.

Adele, per non provare più disgusto, evitò di spiare sua madre.

Tuttavia, qualche anno dopo, alle scuole media, in età adolescenziale, dopo che la professoressa aveva affrontato il problema della riproduzione e della funzione degli organi genitali, le si illuminò la menta, pensando a quello che era successo tra sua madre e suo zio.

Un amica, volgarmente, le disse che in verità due scopano per procreare, unendo i loro sessi. Per cui, spinta dalla curiosità di approfondire l'argomento, di nascosto, visitò alcuni siti in rete, anche porno, dopodichè, si fece un quadro completo.

Ironicamente, ripensando a sua madre e suo zio, giunse alla conclusione che quei due stavano chiavando. Ma una cosa la lasciò impressionata. Le dimensioni del cazzo di suo zio. In rete nessuno degli attori, da lei osservati, lo superava per grandezza e potenza.

Inoltre, quando prese coscienza che l'enorme cazzo di suo zio Aldo, quando era duro, entrava nella vagina di sua madre, le provocò un fremito interiore.



Per capire meglio le cose, un giorno si procurò uno specchio, si chiuse in bagno. Poggiò lo specchio a terra, poi, gambe divaricate, si abbassò verso la lastra, fino ad avere una panoramica dettagliata della sua figa. La guardò con attenzione, spostò la folta peluria, che le era cresciuta sulle grossa labbra, poi, separando le piccole labbra, espose il pertugio vaginale, nel quale, come aveva visto nei film porno, entrava il cazzo.

Appena lo evidenziò, dopo aver disgiunto le piccole labbra, si alzò di scatto, impaurita.

Pensò: Mio dio! Coma fa quel grosso cazzo ad entrare in un buco così stretto? Deve essere doloroso!

Poi le venne un dubbio, rimuginò su un particolare. Sua madre, come le attrici porno, si lamentava, ma non era terrorizzata, le sue non erano certamente urla di dolore. Il mistero diventava sempre più complesso.

Si chiedeva, come fosse possibile che un cazzo grosso, invece di fare male, desse piacere?

Ma l'enigma duro poco, perché, toccandosi la figa, aveva percepito una sensazione di benessere, un piacere latente, che cresceva solo se avesse insistito. Infatti, un po’ alla volta, iniziò a stimolarsi la fica, pensando a sua madre e suo zio, fino a quando le venne la voglia di infilare un dito nella vagina. Il piacere fu immenso, sorrise soddisfatta, perché aveva finalmente scoperto che la penetrazione dava piacere e no dolore.

La sua mente, intanto, stava subendo una vera e propria trasformazione. La pornografia l'aveva talmente condizionata, che l'impulso dominante era quello di masturbarsi in modo estenuante, infilandosi dentro qualsiasi oggetto di forma fallica, per placare i pungoli del desiderio, che le tormentavano la mente e la figa.

Da quel momento, il suo accanimento aumentava in modo esponenziale e lo faceva sopratutto di notte.

Intanto la relazione tra sua madre suo zio non si era interrotta.

Adele, ironicamente, ripensando a sua madre e suo zio, arrivo alla conclusione che a sua madre le piaceva il grosso cazzo dello zio, per questo lo aveva preferito a suo padre.
Un pomeriggio, tormentata da pensieri libidinosi, decise di riprendere a spiare sua madre e suo zio.

Per Adele, quel rapporto rappresentò la sua educazione sessuale. Una vera e propria iniziazione al sesso. Le lezioni di sesso, tra sua madre e suo zio, le erano talmente penetrate nella mente, da condizionare per sempre la sua vita sessuale.

Diventata adulta, sperimentando personalmente il sesso, aveva cominciato a dare un senso a tutto quello a cui aveva assistito. Le rimase soltanto l'astio verso sua madre, perché aveva tradito il padre con suo zio. Risentimento che le rimase fino a quando, con una terapia d'urto, che scoprirete leggendo, si tramutò in comprensione e condivisione.

Adele, fu una adolescente irrequieta, e, diversamente dalle aspirazioni dei genitori, non concluse gli studi. Alla fine, dopo una serie infinita di esperienze, anche con uomini maturi, si sposò giovanissima. Appena ventiduenne. Per una strana coincidenza, il marito, come mestiere, faceva l'idraulico. Certamente fu una scelta indotta dall'inconscio.

Adele, durante l'adolescenza scrisse un diario, che teneva segretamente, chiuso a chiave. Come un diario di bordo, sul quale aveva riportato, anche nei dettagli, la descrizione degli incontri tra sua madre e suo zio, esponendo nei particolari le posizioni e sopratutto, la descrizione dettagliata del cazzo di suo zio. Che lo aveva tanto affascinato.

La vita sessuale di Adele sembrava appagante. Il marito non riusciva ancora a capire perché, la cara mogliettina, la sera, al rientro dal lavoro, si scatenava come una selvaggia, pretendendo che la scopasse prima di fare una doccia e con indosso ancora la tuta da lavoro.

Tuttavia, l'espediente funzionava, e le cose andarono avanti senza intoppi. Lui era pienamente soddisfatto di sua moglie, lei pure, purché venisse chiavata in situazione assurde. In cucina dopo una giornata di lavoro, oppure quando lei andava a cercarlo in cantiere, per farsi fottere in auto.

Ma, si sa, quello che la coscienza rimuove come impulso aberrante, a volte lo fa riemergere sotto forma di nevrosi, manifestandosi in atteggiamenti inconscio, determinati da impulsi irrazionali irresistibili, che vogliono liberare la bestia che il super io tenta di controllare, invano.

Adele non si è mai chiesta perché raggiungesse l'orgasmo solo in situazioni estreme, avendo come sfondo lo stesso denominatore: La figura dell'idraulico. Adele, suo malgrado, era cresciuta con quell'immagine, che si era scolpita nella sua mente come una valenza sessuale, e, quindi, l'aveva interiorizzata inconsciamente fino a condizionare i suoi desideri sessuali. Infatti, raggiungeva la piena soddisfazione sessuale solo a certe condizioni.

Si sa, l'inconscio è come un usuraio, quando ti mette davanti al dovuto pretende interessi salati.

E venne il giorno in cui la bestia trovò la via di fuga.

Adele, una mattina, durante le pulizie di casa, in fondo all'armadio rinvenne la scatola, nella quale c'era il cofanetto che custodiva il suo diario segreto. Presa dalla curiosità, si allungò sul letto ed iniziò a leggere.

…..La mamma, quel giorno si era messo le calze nere, per rendere più provocante il suo corpo. Lo zio, come un lupo famelico, si gettò sopra di lei, toccandola energicamente in ogni dove. La prese in braccio e la scaraventò sul letto, tuffandosi poi con la faccia in mezzo alle sue cosce spalancate al massimo. In quel modo, la mamma, dava allo zio una visione superba della sua fica.....

La lettura di quelle poche frasi, scatenarono subito i ricordi e un tumulto di adrenalina percosse il corpo di Adele. Come aveva fatto da ragazzina, mosse la mano verso la sua fica ed iniziò a sfregare la stoffa delle mutandine. Infossando le dita nei solchi umidi della fica.

“mmmmm cazzo! Mi sento eccitata!

Continuò la lettura.

…. La mamma, a pecorina, offriva di se una visione superlativa. Lo sguardo allupato dello zio, lasciava intendere che il suo punto di vista era sconvolgente! Infatti, dopo una succulenta abbuffata della fica della mamma, fatta di leccate intense ed estenuanti, lo zio, brandendo il suo enorme cazzo, bellissimo, si avvicinò allo scoscio della mamma ed in un lampo lo fece sparire nella sua fica. L'urlo di giubileo della mamma fu intenso! Lo zio prende quel gemito come un incitamento ed inizia a martellare duro! A battere forte dentro la fica della mamma, con il su martello! In modo devastante. …...... la gira, la spinge sul letto; stavolta mi danno una perfetta visione dei loro genitali. Vedo chiaramente i coglioni ed il cazzo dello zio, che si infila nella fica della mamma. Mamma mia! È spaventoso. Quel grosso cetriolo, mi spaventa! piace chiamarlo così, è impressionante come divarica il pertugio della fica e sprofonda dentro. Avverto un forte fremito, quando inizia a scivolare all'interno, pregno di umori, inducendo i coglioni a saltellare come due palline, su è giù....la mamma geme come una cagna in calore...

“Cazzo! Che scena stupenda! Mmm dio non resisto! Ohhhhhhhhhhh mi sembra di vederla! mmmmm



Adele era in pieno delirio dei sensi, le sue dita si agitavano, ficcate nella fica, mentre i suoi pensieri fantasticavano su quel simulacro, il cazzo di suo zio, che nella sua mente aveva assunto le sembianze di un sacro obelisco, possente. Le parole infuocate, che aveva appena letto, le avevano incendiato i sensi. Si sentiva un vulcano in procinto di esplodere. Il suo corpo fremeva e bruciava, come se avesse la febbre. Più si scopava la fica e più nella sua mente cresceva il desiderio del cazzo di suo zio.

“Mio dio! Non resisto più! Mio dio! Desidero il cazzo dello zio! Mmmm quel giorno! Quando mi sono seduta su di lui! Ecco perché rimasi delusa! Ho desiderato che mi penetrasse con il suo cazzo! Mmmm si ohh ahhhhhhhhh dio godo mmmmmm ahhhhhhhhhhh lo voglio! mmmm

Adele, aveva raggiunto una tremenda consapevolezza. Dal suo inconscio aveva tirato fuori una verità sconvolgente, che aveva rimosso per vergogna, ed ora emergeva come un desiderio inaudito; infatti, davanti a quelle pagine infuocate, emerse chiaramente una certezza, in tutto il suo potere persuasivo: Aveva rimosso il desiderio di essere chiavata da suo zio, come quella vacca di sua madre, con la quale, ora, sentiva di avere molte affinità.

Si alzò dal letto, recuperò il suo cellulare. Attese alcuni istanti, poi la voce di Marco, suo marito:

“Marco?
“Ciao tesoro?
“Ti prego vieni subito a casa! Sono eccitata! Ho voglia del tuo cazzo!
“Ma Adele! Che cavolo ti prende? A questa ora?
“Si! Sempre e dovunque!
“Cazzo! Mi piacerebbe! Ma ora sono impegnato in un lavoro delicato! Non posso lasciarlo!
“Ti prego!

La comunicazione si interruppe. Adele rifece il numero. Ma non ottenne nessuna risposta.

Pensò: Quello stronzo!. Cazzo! Mi sento un vulcano! Ho voglia di chiavare!

Provò di nuovo e stavolta ci fu il trasferimenti di chiamata all'ufficio della sua azienda.

“Pronto?

Rispose una voce di donna.

“Buongiorno! In cosa posso essere utile!
“Buongiorno signorina cerco Marco, mio marito! Ho visto che c'è stato il trasferimento di chiamata!
“Succede quando i dipendenti sono impegnati e non possono rispondere! Voleva qualcosa!
“Niente! Mi arrangio! Grazie e buongiorno!

Guardò delusa il cellulare. Fece scorre i contatti fino a fermarsi sul nome di suo zio. Pigiò la chiamata e, dopo alcuni secondi, irruppe la voce di suo zio, facendola sussultare. Già, a sentire la sua voce, fu colta da un fremito che le percosse il basso ventre. Non si chiese neanche perché lo ha chiamato:

“Zio Aldo?
“Ciao Adele!
“Zio ho un problema!
“E successo qualcosa?

Voleva confessargli che aveva un forte desiderio del suo cazzo. Ma si trattenne, nonostante stesse patendo i pungoli di una bramosia incontenibile.

“Zio lo so che sei impegnato! Stai lavorando?
“Si!
“zio! Sono disperata! Ho un problemino con il mio lavandino! Perde!
“Hai chiamato Marco?
“Si! L'ho chiamato, ma, in questo momento! Non può venire! (mentendo) E' fuori città! Zio è urgente! ti prego! Vieni tu! Sono tutta bagnata!

Adele su quello stato era sincera. Era veramente bagnata fradicia, ma di un desiderio incestuoso.

“Va bene! Sono a pochi isolati da te! Tra qualche minuto sarò li!
“Fai in fretta!

Dopo venti minuti. Il suono del campanello annunciò l'arrivo dello zio di Adele. Si presentò con la tuta da lavoro e con la cassetta degli attrezzi a tracollo.

Adele, appena lo vide si sciolse, facendo uno sforzo per controllare il suo comportamento, con molta difficoltà, inoltre, era irrequieta, perché non aveva elaborato una strategia.

“Ciao Adele!
“Ciao Zio! Ti lascio al tuo lavoro! Io non ci capisco nulla!

Che cosa gli dirà, quando suo zio scoprirà che non c'era nessun guasto?

“Va bene! Ora le do una occhiata! hai detto che c'è stata una perdita? Non vedo acqua sul pavimento?
“Lo asciugata prima che tu arrivassi!
“Va bene!
“Ci vediamo dopo!

Adele corse in camera sua, in preda ad una frenesia irresistibile. Una voglia incontenibile di toccarsi la fica. Era tremendamente eccitata. I suoi fantasmi finalmente si erano svelati. Si spogliò e cominciò a masturbarsi, con grande accanimento, pensando che oltre la porta c'era il suo fantasma, l'uomo che aveva segnata per sempre la sua educazione sessuale. Ora capiva che nei confronti della madre non provava astio, ma gelosia. Più pensava al passato e più la sua mano si agitava tra le sue cosce, stimolando l'intero spazio della vagina.

“mmmm ohoooo si mmmm si mmmm



Intanto, lo zio Aldo stava esaminando lo scarico del lavandino. Con sorpresa, perché il blocco si presentava perfettamente funzionante. Non c'era alcuna perdita d'acqua. Allora, cominciò a riflettere su quella strana situazione. C'era qualcosa che non gli quadrava. Adele, al telefono, era disperata, addirittura bagnata.

Aldo si grattava il mento, cercando di trovare un senso a quella situazione, che gli appariva assurda.

Allora, decise di raggiungere la nipote, per capire la natura di quella richiesta inutile. Sapeva che si era rintanata in camera da letto.

Quando raggiunse la porta, ebbe un momento di esitazione prima di entrare. Tuttavia bussò, per educazione.

“Adele?
“Si Zio!
“Potresti venire in cucina?
“Zio entra pure!

Aldo, su invito di Adele, entro in camera da letto, ma, appena scorse sua nipote, una coltre di imbarazzo calò sul suo viso.

Adele stava tranquillamente seduta in mezzo al letto a petto nudo, esibendo le sue meravigliose tette. Indossava solo delle succinte mutandine, che partendo dai lati dei fianchi disegnava un triangolo capovolto, con la punta in basso, che si perdeva tra i candidi glutei.

Aldo deglutì, come se gli mancasse il respiro. Guardò sua nipote, che nel frattempo aveva assunto una posiziona provocante; si era distesa sul letto con le cosce spalancate, offrendo allo sguardo di suo zio lo stupendo panorama del suo giovane scoscio. La provocazione era palese, non c'era alcun dubbio, circa le intenzioni di Adele.

Lo sguardo di Adele trascendeva la realtà, era completamente in estasi ed infuso di sensualità, di desiderio carnale di accoppiarsi con suo zio. Nella sua testa aleggiavano le scene di lui mentre scopava sua madre, in modo selvaggio, energico. Le sembrava di avvertire i gemiti della donna, che sottolineavano quella bestialità.

Quei pensieri, forti e penetranti, nonostante la presenza di suo zio, la indussero a spostare di lato la stoffa delle mutandine, mettendo a nudo la sua fica infiammata di sensazioni forti.

Aldo, ebbe un sussulto all'apparire di quella magnifica figa, fissando sconcertato quell'evoluzione imprevista. Ma la sua mente si destò e tornò indietro di molti anni, quando cominciò la relazione con sua madre. 

 
Quella scena le riportò alla memoria la proposta indecente che sua cognata le aveva confezionato, dopo averlo chiamata per una pseudo rottura dello scarico del lavandino. Corsi e ricorsi storici, pensò, perché davanti a lui si stava concretizzando la ripetizione di un evento del passato, che lo aveva coinvolto in un rapporto intenso e pieno di soddisfazioni.

Sua moglie non era bella come sua cognata, ed ora con sua nipote non c'era paragone.

A suo fratello gli aveva sempre invidiato quella donna bellissima, che lo faceva sognare. Lui, di condizioni umili, rispetto al fratello, non avrebbe mai potuto aspirare a scoparsi una fica di quella classe. Così, quando sua cognata si offrì a lui, senza condizioni, gli sembrò di toccare il cielo con un dito.

Ora, a distanza di tempo, la figlia, una strafiga galattica come lei, si stava offrendo a lui, ormai anziano e, certamente, non bello come suo marito Marco. Eppure quella ragazza, per un motivo incomprensibile, era davanti a lui, sul letto, con le cosce aperte, che le trasmetteva le sue intenzioni lascive.

Il suo giovane corpo, sussultava, quando la sua mano incideva profondamente nei solchi della fica, che Aldo immaginava infiammata dal desiderio di essere sfondata dal suo cazzo. Alla fine decise:



“Perché no? Non sei più una ragazzina! Davanti a tanta grazia, persino i santi perderebbero la ragione! Non sei la prima e non sarai l'ultima!

Dopo essersi disfatto dalla tuta da lavoro. Davanti allo sguardo di sua nipote esibì il suo grosso cazzo, enorme, che fece strabuzzare gli occhi di Adele.

La ragazza pensò: porca miseria che bestia! da vicino fa paura! Un conto era immaginarlo, un altro è vederlo a pochi centimetri dal naso!

“Adele! Vieni, accostati a me, lo vedi?
“Si mmm lo vedo mmmm è... è enorme! Fa paura!
“Prendilo in mano, poi succhialo, forte! Mi piacciono le donne che sono in grado di succhiare il mio cazzo!
“ohhhhhhhh si si mmm ci provo! Spero di non soffocare!
“ahahah non ti preoccupare! Finora nessuna è morta asfissiata! hahah

Adele, ricordò sua madre, e la sua capacità di soddisfare quel grosso cazzo, con la bocca e con le tette! Che erano più grosse delle sue!

Nei suoi ricordi non era esattamente come lo stava contemplando davanti al suo naso. Era gigantesco, un cazzo asinino. Si fece coraggio, dopo averlo ammirato, lo afferrò con mano tremante, in tutta la sua lunghezza, poi, lentamente iniziò a spostare la pelle tesa, avanti e indietro, stimolando la massa dura.



Mentre lo masturbava alternava lo sguardo, tra la grossa cappella, che la invogliava a leccarla, e lo sguardo intenso di suo zio, che la fissava con una espressione estasiata.

Aldo, quando Adele attaccò a cucciare quel grosso cetriolo, scuro come la pece, emise un sospiro di sollievo, poi, con tono divertito sussurrò:

“Cazzo! Mi sembra impossibile che la bambina che faceva cavalluccio sulle mie ginocchia, ora è qui, davanti a me, genuflessa, impegnata a succhiarmi il cazzo! Mi sembra incredibile! Mmm si! brava così... continua così!

Le parole di Aldo agirono da catalizzatore, spingendo Adele ad una prestazione più efficace possibile. Certamente le era impossibile ingollare quel grosso cazzo in bocca, ma faceva del suo meglio per stimolarne almeno due terzi.

Il cazzo riverberava la luce che penetrava dalle vetrate della finestra, per quanto fosse impregnato di saliva.

Aldo, al massimo del godimento, afferrò la testa di sua nipote e, tenendola ferma, cominciò un lento movimento del bacino, avanti e indietro. In pratica la stava scopando in bocca, prima lentamente, poi, con maggiore vigore. Ma faceva attenzione a non spingere troppo dentro, per evitare di soffocarla.



Tuttavia, quell'improvviso cambiamento di programma produsse un momentaneo debito di ossigeno, che indussero Adele a ritrarsi, liberando la gola da quel gigantesco ingombro, che a causa di quella energica azione penetrante, la stava asfissiando. Sputò rivoli di saliva schiumosa e muco, che si sparsero lungo il suo collo e le colarono sul petto. Lentamente si riprese, respirando grandi boccate d'aria.

Il motore dei sensi di Aldo era già a pieno regime, incalzando sua nipote, senza darle un minimo di tregua, la spinse sul letto e in piena euforia dei sensi, le sfilò le mutandine, mettendo a nudo la sua fica. Quando la vide, la toccò con le nocchia delle dita, scoprendo che gli umori l'avevano completamente impregnata, come un spugna.

“Cazzo! Che figa! Sei meravigliosa! Scusami, ma ho una grande voglia di fotterti subito, prima che mi svegli da questo sogno bellissimo! Nel mio letto pregno di sborra! hahahah

Quindi, si gettò sopra Adele, come un feroce predatore, le spalancò le gambe, separandole in aria al massimo. In quella posizione, come sua abitudine, brandendo il suo voluminoso cazzo, schiacciò la cappella tra le fenditure della fica, che tenera come il burro si aprirono, ingoiando il resto del grosso convoglio, fino a quanto poteva incassarne quella giovane fica. Con sua grande sorpresa, lo vide sparire dentro per quasi due terzi e oltre.



Aldo, eccitato come un montone, incalzò il momento, iniziando a pompare prima lentamente, dopo, quando la fica si era adattata alle dimensione de suo cazzo, a spingere duro, a battere come un martello pneumatico, con una potenza immane, che Adele conosceva benissimo, avendolo visto all'opera con sua madre.

Adele rimase impressionata da quella immane invasione. Non lo aveva immaginato in modo così sferzante. Avvertiva la sua fica dilatarsi, per adattarsi a quel grosso ingombro. E quando suo zio inizio a fotterla, avverti un terremoto, un intenso godimento, che non aveva mai provati prima di allora.

“To, piccola diavolo! Ti piace il cazzo dello zio? Lo hai desiderato? Non conosco i motivi che ti hanno indotta a farti chiavare da me! Ma sono grato al destino! Per avermi dato la possibilità di fottere una figa galattica come te mmmmmm to to
“ohhhhhhhhhhhh si mmmm dio! Non riesco a parlare! Non immaginavo che fosse così ahhhhhhhhhh dio
“Hai immaginato di scopare con me? Cazzo sei perversa!
“mmmm si da quando ero una ragazzina! Ho idealizzato il tuo cazzo, come un totem mmmmm ohhhhhhhhhhhhhh si hooooo si ahhhhhhhhhh
“tu mi nascondi qualcosa? Dimmi come è cominciato!
“ti ho spiato, ohhhhhhhhhhhh si ! mentre fottevi quella troia della mamma! Ma, mai ohhhhhhhhh avrei immaginato che il tuo ardore ahhhhhhhhhhh condizionasse la mia vita sessuale, ohhhhhhhhhhhhhh fino a desiderare di essere al posto di mia madre! Ahhhhhhhhhhh si si ohhhhhhhh All'epoca lo ignoravo, ma ora so, che era quello che ho desiderato più di tutto! Si ohhhhhhhhhhhh

Adele parlava con difficoltà. Il cazzo di suo zio gli stava sconvolgendo la fica.

“cazzo! Tu sapevi? Mmmm questo cambia le cose! Mmmm to to sei bella come tua madre, e come lei, sei una troia lasciva hahahah Si! Si! Anche tu mi darai tante soddisfazioni mmm si mmmmm ne sono sicuro mmmm
“ohhhhhhhhhhhhhh mmmm che male c'è? a desiderare il cazzo dello zio? Ohhhhhhhhh Chissà quante ragazze non hanno il coraggio di fare quello che ho fatto io! Ohhhhhhhhhhh Mmm si zio mm fottimi forte, si si fottimi come facevi con la mamma ahhhhhhhhhhh godo mmm cazzo se sto godendo! ahhhhhhhhhhhh è la prima volta che avverto ohhhhh questo tumulto! Non riesco a ragionare ohhhhhhhh Oh dio ohhhhhhhhhhh mi sembra di morire mmmm
“to to piccola diavolo! Mmmmmmm


Aldo, sovrastando sua nipote, stava martellando duro. Il suo grosso cazzo scivolava nella fica di sua nipote, stavolta profondamente, fino alla base e senza riguardi ed in modo devastante, inducendo lo scroto a battere violentemente contro il buco del culo ed il perineo.

La candida pelle di Adele contrastava con quella scura di Aldo, sopratutto risaltava la differenza di tonicità di pelle, quella di un uomo maturo e quella di una giovane donna. Ma tutto questo passava in secondo piano, perché era il desiderio di sesso che dominava gli impulsi dei nostri protagonisti, che soddisfacevano senza porsi limiti morali. Offrendo ad ognuno un piacere immenso.

Aldo, ad un tratto rallenta il ritmo degli affondi, fino a fermarsi, tenendo la grossa mole del suo cazzo dentro la giovane fica della nipote.

“no ohhhh no! non fermarti mmm continua!
“Tranquilla! La solita impazienza di voi giovane! Sono maturo ed avvezzo a godermi con parsimonia una scopata! Soprattutto con una giovane fica! Se permetti! Ora che ho soddisfatto la voglia di chiavarti! Vorrei soddisfare anche il palato! A proposito! Marco quando rientra?

“Non lo so! Non so dove è andato! Comunque, verso le tredici!
“Bene! Abbiamo ancora due ore abbondanti!

Aldo, ringalluzzito da quella cavalcata furiosa, si inginocchiò in mezzo alle cosce aperte di sua nipote. Cominciò tosto a stimolare la giovane figa, che appariva oscenamente slabbrata, a causa dell'azione del suo gigantesco cazzo. Iniziò a stimolare le piccole labbra ed il clitoride, pizzicandolo.

“Cazzo! È un secolo che non assaporo una fica così giovane! Che meraviglia!
“mmm si mmm mi piaci come la tocchi! Mmmm
“Ora, la voglia anche assaporare!

Cosi dicendo, unì la bocca alle labbra della fica, tenendole divaricate con le dita, affinché la sua lingua potesse infilarsi nella carne viva. Nella stanza aleggiavano le leccate di fica. Slurp, slurp, che provocavano un vero tormento nel basso ventre di Adele.



“Cribbio! Quando vi spiavo, mi chiedevo perché la mamma si contorcesse quando gliela leccavi! Mmm hooooooooooo si! ora capisco! Ohhhhhh si mmm godo mmm

Adele, in preda al forte godimento, afferrò la testa calva di suo zio ed iniziò a muovere il bacino, pressando le parti molli della sua fica contro la sua bocca, per ricavarne un godimento maggiore.

“ahhhhhhh si mmmm ohhhhh godo mmmmm ti prego riprendi a chiavarmi! Ohhh fammi sentire di nuovo il tuo grosso cazzo ohhhhhhhhhhh
“Subito! Mettiti a pecorina! È un punto di vista che prediligo, sopratutto davanti ad un culo perfetto come il tuo mmmm
“ti prego! voglio venire sopra di te! Voglio cavalcarti! È un sogno che mi ha tormentato per tanti anni, ora voglio realizzarlo!

Aldo, per accontentare la supplica di sua nipote, si sdraiò supino sul letto, Adele non perse tempo, gli saltò addosso impalandosi lentamente sul suo grosso cazzo.

“ahhhhhhhh si mmmm porca miseria, così lo sento meglio mmm cazzo quanto è grosso mmmmm ohhhhhhhhhhhhhh ho paura che il cazzo di Marco, da ora in poi, mi farà solo il solletico!
“ahahahahah sei tremenda! Ahahah Dai muoviti! Salta sul mio cazzo! Fammi vedere come sai galoppare mmm forza mmmm sei giovane e forte mmmmm cazzo! sei una selvaggia!

Adele in piena euforia, sollecitata da sua zio, prese una cadenza forsennato, saltando sul suo cazzo, parzialmente infilato dentro di lei, ad un ritmo pazzesco, il cazzo la penetrava profondamente sollecitandole la cervice uterina. Gli effetti si manifestarono immanentemente, in modo intenso.



“ahhhhh ohhhhhhhhhh si mmmm si mmmm ohhhhhhhhhhhh Porca miseria! è pazzesco! Ohhhhhhhhhh Quello che sento! Ahhhhhhhhh
“Lo sai che era la posizione che prediligeva tua madre, e, a quanto pare, anche la tua, cazzo! Buon sangue non mente! cavalchi bene! mmmmm vai vai vai mmmm

Dopo la cavalcata furiosa, si ritrovarono affiancati sul letto, mentre Aldo continuava a chiavarla da tergo, nella posizione del cucchiaio. In quel modo aveva la possibilità di spingere con forza maggiore rispetto allo smorza candela. Ma, la sua forza esplodeva nella missionaria, perché poteva imprimere più potenza alla penetrazione, e, secondo lui, suscitare maggiore godimento alla donna. Ed era vero.

Dopo una sublime pecorina, nel corso della quale Aldo non perse tempo a decantare la bellezza del culo di Adele, perfetto e non ancora intaccato dal tempo e privo di smagliature, un capolavoro dell'estetica.

“Cazzo! Hai un culo da oscar! Bello e rotondo, che piacere, vedere il mio cazzo sparire tra i tuoi glutei, candidi come la neve mmmm to to to mmmm dio sei perfetta!
“ahhhhhhhh si! si scopami così! Mmmm si hoooooooooooo



Il piacere che Adele percepiva era talmente intenso che smise di ribattere alle battute di suo zio, era concentrata a godersi il momento, soprattutto l'azione devastante del cazzo di suo zio, che agiva nella sua fica come una micidiale trivella.

“ahhhhhh si mmmm godo ohhhhhhhhhhh

Aldo provava grande soddisfazione, quando avvertiva gli spasmi dei muscoli vaginali, che durante l'orgasmo, serravano il suo cazzo, come se la fica avesse un anima a se. Che bella sensazione!

Aldo, spinti da quelle sensazioni ed avendo aumentato il ritmo degli affondi, iniziò ad avvertire l'imminente conato di sborra, che si manifestavano alle radici dei suoi coglioni; così girò sua nipote, con le spalle sul materasso, dopo averle massaggiato e baciato le bellissime tette. In quella posa, provvide ad incastrarsi nuovamente in mezzo alle sue cosce aperte. Quindi, schiacciando il suo grosso pancione, che premeva sul ventre piatto di Adele, riprese a chiavarla alla missionaria, con la solita energia. Era la scarica finale, quella che avrebbe mandato in orbita la cara nipotina. E così fu!

“ohhhhhhhhhhhhhhh ahhhhhhhhhhhhhhh sto per svenire ahhhhhhhhhhh
“To mmmm to mmmm sto per sborrare! Mmm cazzo to to to stai ferma così!



Aldo aveva costretto sua nipote a flettere le gambe verso il suo viso, poi, tenendole serrate, fece leva su di esse, appoggiandosi con tutto il suo corpo. Agiva con veemenza; sembrava un diavolo, il suo bacino oscillava veloce dall'alto verso il basso, inducendo il suo enorme cazzo a penetrare profondamente e con maggiore efficacia. E si sentivano gli effetti, forti!

“ahhhhhhhhhhhhhhh si ahhhhhhhhhhhhhhh ohhhhhhhhhhhhhhhhhh
“To mmmmm to mmmmm ora o mai più ohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh

Dopo una sequela ininterrotta di affondi, devastanti, Aldo si fermò con il cazzo piantato dentro la fica di sua nipote. Emise un gemito tremendo, che sembrava il ruggito di un leone, poi si lasciò andare, svuotando le sacche seminali nell'utero di Adele, incurante del fatto che quel gesto potesse avere conseguenza nefaste.



Del resto non gli importava un cazzo. In quel momento contava solo il suo godimento e la possibilità di svuotare, serenamente, la sua sborra nella fica di una donna sposata. E cosi sia!

Dopo alcuni minuti, Aldo era steso sul letto, sfinito, Adele, al suo fianco, invece, ancora in preda agli effetti dell'orgasmo, tentò di rianimare il suo grosso cazzo, prendendolo in bocca.

“Hei! fammi prendere fiato! Alla mia età certe fatiche pesano!
“ma zio! Non sei mica un vecchio relitto! Sei un cinquantenne! Forte e ancora in forma!


Comunque, la mattinata si concluse con una scopata anale, che lasciò il culo di Adele, largo come una oscena voragine, più estesa della fossa delle Marianne, scura e profonda.



Da quel dì, il cazzo di Marco era assolutamente inadeguato a soddisfare i desideri di Adele, ma fingere il contrario non le costava nulla, considerato che finalmente la sua coscienza si era rappacificata con i suoi impulsi sessuali più recessi, grazie a suo zio Aldo.

La relazione ebbe un risvolto inatteso, perché, dopo nove mesi nacque una stupenda bambina, sicuramente figlia di Aldo, considerato che era mora, come lui e sua nipote, mentre Marco era biondo e di razza vichinga.

Così va la vita!

Guzzon59 Claudiogusson@ymail.com