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giovedì 23 aprile 2020

Sorella bisbetica


Molto spesso, capita, che l'incesto tra consanguinei, avvenga in circostanze del tutto occasionali, elemento costante causante, è l'indotto di un impulso sessuale provocato, irrefrenabile, che, quando si scatena, diventa devastante come uno tsunami, a prescindere da tutti i vincoli della morale e dell'etica

La mia storia comincia quando, in piena pubertà adolescenziale, cominciai a prendere coscienza che il mio corpo stava mutando. Le sensazioni nuove che provavo, influenzavano anche le mie intenzioni. Capitava, sopratutto nei confronti delle donne, che iniziai a guardarle da una nuova prospettiva.

Ricordo che, durante le lezioni, venivo distratto dai particolari anatomici delle mie compagne di scuola, che prima di allora avevo ignorato completamente. Anzi, prima, nei loro confronti, provavo un senso di fastidio a doverle contattare. Costretto dai docenti, che erano patiti per i gruppi di studio.

La tensione della pubertà, condizionata da quelle nuove sensazioni, mi provocava effetti imprevisti. La mattina, infatti, mi svegliavo con gli slip completamente impregnate di sborra.

Colpa dei sogni erotico, sempre più frequenti. Rammento che l'oggetto dei miei momenti onirici, riguardava quasi sempre la professoressa di francese. Una splendida Milf.



La sognavo nuda, in classe, con una figa pelosa e due tette che sembravano grosse mongolfiere. Spesso la immaginavo in atteggiamenti lascivi, mentre si leccava le labbra, soppesando le grosse tette, che schiacciava come due palloncini.
Di notte, capitava, che la sognavo mentre mi abbracciava, premendo le grosse tette contro la mia faccia. In quei precisi momenti, il mio cazzo duro, eccitato dalla situazione erotica, esplodeva in una polluzione notturna, spargendo il seme negli slip.


Accadeva anche, che a causa di quel fenomeno naturale, in classe, mi distraevo a fissare le compagne di scuola che, ignare delle intenzioni lascive, discostavano le cosce, esibendo un angolo fantastico, ed era un piacere spiare le mutandine bianche o nere, che si perdevano tra i paffuti glutei.

Ma erano le cosce della professoressa di francese, che più di tutto, mi coinvolgevano in una situazione emotiva incontrollata. Per darvi un idea, era una meravigliosa milf, che vestiva con abiti corti ed attillati, che esaltavano divinamente le parti migliori del suo corpo. Fu proprio in una di queste situazioni che scoprì il modo di soddisfare i pungoli dell'eccitazione. Capitò che, una mattina, la provocazione fu tale, da rendere la durezza del cazzo insopportabile.

La professoressa notò che ero distratto dalle mie fantasie, chiedendomi se avessi qualche problema. Imbarazzato, domandai di andare in bagno. Pensai, che allontanandomi dalla causa dei miei guai, mi sarei calmato. Ma lo stato di eccitazione non solo non venne meno, ma, in quelle condizioni, rendeva difficile pisciare, perché il cazzo duro, puntava verso l'alto.

In quei frangenti, durante lo sforzo, spingendo il cazzo verso il basso, cominciai a percepire una piacevole sensazione. Cosicché, aumentai il movimento della mano sulla pelle tesa, che amplifico il sublime diletto. Quindi, mi venne naturale intensificare l'azione della mano, facendola scivolare avanti e indietro, con energia e più continuità. Il movimento, che si accordava perfettamente con le mie intenzioni morbose, di cui ero succube, rivelò subito i suoi effetti piacevoli, quindi prese un ritmo sempre più estenuante, fino a raggiungere un andamento frenetico, che culminò con il massimo godimento. Il conato di sborra si presentò alle radici del cazzo, come uno vulcano in eruzione. Quando la sborra uscì, il godimento fu talmente forte ed intenso, da indurmi a contrarre il corpo, per poterlo sopportare. La sborrata fuoriuscendo, rivelò una sensazione liberatoria. Un senso di rilassamento pervase subito il mio corpo. Che splendida soddisfazione, in quel momento, intuì subito di aver scoperto il modo di placare quei tormentoni.


Da quel dì, la sega divenne un atto compulsivo. Le occhiaia scure e profonde, rivelavano un attività auto erogena, frenetica ed intensa. Ricordo che papà, ironicamente, mi avvertiva che l'atto, seppure naturale, doveva effettuarsi con parsimonia, senza esagerazioni. Ma un adolescente, non attrezzato come un adulto, non aveva altra valvola di sfogo, che ricorrere alla sega, se voleva lenire i desideri morbosi, che si scatenavano inattesi ed irresistibili. Soprattutto quando la procace professoressa di francese, si presentava in classe, provocante e bella.

Quell'abitudine, senza controllo, fu proprio la causa che diede inizio ad un nuovo capitolo della mia vita.

Non ero figlio unico, avevo una sorella, più grande di me di qualche anno, con la quale non correva buon sangue. Di fatto mi disprezzava, considerandomi un bifolco ed ignorante. Sabrina, questo è il suo nome, di carattere scontroso, era incline al facile litigio, sopratutto per futili motivi. Era indisponente e bisbetica, che tendeva a facili atteggiamenti aggressivi. Una scorbutica indomita, che metteva in discussione tutto ed il contrario di tutto, insomma un tracotante perennemente insoddisfatta.

Tuttavia, a fronte di un carattere prepotetene, c'era un aspetto di lei che contrastava con il suo comportamento burbero. Sabrina, di fatto, era una ragazza dall'aspetto piacente e sensuale. Ed aveva un codazzo di ragazzi che la corteggiavano.

Ritorniamo al racconto, e al giorno del cambiamento radicale.

Quel giorno, al rientro dalla scuola, dopo una mattinata stressante, a causa delle verifiche di fine anno scolastico, pranzai svogliato e velocemente poi, senza proferire parole, mi avviai verso il mio eremo.

A Sabrina, quell'atteggiamento non piaceva, a volte la sentivo lamentarsi con la mamma:

Mamma! Quell'idiota non fa nulla! Mangia come un maiale! Guarda come ha lasciato il tavolo! Non glielo devi permettere!
Sabrina! È un ragazzino! Lo sai che questo è il suo periodo più brutto! E' un adolescente! Sta cambiando! Vedrai che tra qualche anno sarà completamente diverso!
Non credo! Quando uno è peggio di un animale! Lo resterà per sempre!
Certo che tu non fai sconti! Ma perché non provi ad andarci d'accordo? È tuo fratello!
Mamma! Stendiamo un velo pietoso! Con quell'idiota, non c'è nessuna possibilità di intesa! È stupido come una gallina, e non ha rispetto di nulla!

La mamma la fissava come per dire “senti chi parla!

Ma si guardava dal contraddirla, perché irascibile come era, sapeva che sarebbe esplosa in uno scatto di rabbia incontenibile, venendo investita da contumelie indicibili. Era meglio non stuzzicare il cane che dormiva.

Quel giorno, la mamma le raccomandò di tenersi a distanza da me, ed evitare litigi inutili.

Sabrina tra un ora devo andare! Mi raccomando con tuo fratello! Ti prego evita di scontrarti con lui! L'ultima volta mi ha chiamato la vicina di casa, preoccupata, perché sentiva urla disumane!
Non ci sono problemi! Da qualche tempo, quello idiota non si fa vedere in giro, si chiude nel bagno e ci resta ore e ore! Meglio, così se ne sta alla larga!

La mamma sorrise dell'ingenuità di Sabrina, che non aveva capito la situazione.
Tuttavia, non era così sprovveduta ed acqua e sapone, come voleva far credere. Le sue esperienze le aveva avute e come, anche se i ragazzi, dopo aver conosciuto il lato oscuro del suo carattere, scappavano via, a gambe levate.

Qualche ora dopo.

Ero intento a giocare a subbuteo, calcio da tavolo, e, come di consueto, cominciai a fantasticare sulla professoressa di Francese. In pochi minuti mi trovai a gestire un tormentone inguinale insopportabile. Proprio quella mattina la professoressa di Francese, si era presentata vestita in modo così succinto, da offrire il massimo della provocazione possibile. Una minigonna a campana, con balze, esaltavano le sue meravigliose cosce abbronzate, che si svelavano magicamente quando si sedeva o si appoggiava alla scrivania. Più immaginavo quelle splendide cosce e più cresceva in me il desiderio di soddisfare quel tormento. Alla fine cedetti ai sensi e corsi in bagno, per unire l'utile al dilettevole. Mi ero comodamente seduto sulla tazza del cesso, pantaloni e slip calati fino alle caviglie, ginocchia separate al massimo, a sollazzarmi il cazzo, con una piacevole pugnetta, muovendo la mano sue giù, saldamente cinta attorno al tubero.
 
Tenevo gli occhi chiusi, per favorire efficacemente l'attività onirica e l'afflusso di immagini nella fantasia. Sopratutto i particolari delle cosce spalancate, che la professoressa di francese, inavvertitamente, concedeva alla vista, ogni volta che si alzava.

Più l'immaginazione ferveva nella mia mente, più incisivi erano i movimenti della mano, fino a quando il primo stimolo si presentò alla radice del cazzo. Come d'abitudine, puntai il cazzo verso l'interno della tazza del cesso, pregustando la sborrata imminente, che mi avrebbe provocato quella meravigliosa sensazione di godimento e di benessere.

Proprio in quell'istante, durante la sequela finale dei movimenti frenetici, accadde l'imprevisto.

Ma che cazzo stai facendo! Porco! Pervertito! Schifoso maiale! Almeno chiudi la porta a chiave, quando ti dedichi a queste porcherie!

Sabrina era entrata nel bagno. Imprudentemente mi ero dimenticato di chiudere la porta a chiave

La situazione mi colse alla sprovvista e, trovandomi mia sorella davanti, non riuscì a fermare l'incombente conato di sborra, che ormai si era impossessato dei miei sensi, cosicché, nonostante la presenza di Sabrina, continuai a segarmi fino alla fine.


Fermati maiale! Pure davanti a me! Pervertito!

Un conto e pensarlo, ma un altro è farlo. Non fui capace di fermarmi, perché la natura del gesto era più potente della mia volontà. Anzi la mia volontà era perfettamente allineata con l'impulso sessuale, che pervadeva la mia mente.

Così, brandendo un cazzo duro e pulsante, mi sfogai con un leggero singulto di piacere, mentre mi lasciavo andare in una intensa sborrata.

Ma, la situazione mi era sfuggita di mano (si fa per dire)

Oddio! Che schifo! Sei un pezzo di merda! mi hai impregnata tutta! Che schifo oooohh !

Sorpreso da mia sorella a masturbarmi, ero andato completamente nel pallone. Era entrate quando ero in piena estasi dei sensi, per cui, avevo inavvertitamente puntato il cazzo verso di lei. La sborra venne proiettata in aria, come un annaffiatoio, colpendo Sabrina. Le gocce di sborra investirono il suo viso, la canotta, la gonna in jeans e le caviglie. Il liquido, spesso e bianco, colando formava dei rivoli, che come fiumi, scendevano lungo le guance e sui piedi, perdendosi negli infradito.

Sabrina, con le mani sollevata in aria, schifata da quel liquido appiccicoso, che colava sulla sue guancia e sulle gambe, esplose come un petardo, sciorinando improperi ed ingiurie, che toccavano tutti i termini del suo personale vocabolario.

Sei un demente! un mentecatto! Guarda che cazzo hai combinato! La mia maglietta! La gonna! Cazzo le hai zozzate con quella schifezza! Oddio ti odio!

Fui totalmente soverchiato dalla reazione isterica di mia sorella. Mortificato per la situazione imbarazzante, ero incapace di reagire, quindi, restavo li, come un baccalà, ad incassare in silenzio e rassegnato i suoi insulti.

Sabrina in preda alla rabbia ed al ribrezzo, si tolse la canotta e si sfilò la gonna. Poi si avvicinò al lavandino per lavarsi il viso e le braccia.

Ero come ammutolito e non mi mossi di un millimetro. Era talmente scioccato, che restai con i calzoni e gli slip calati fino alle caviglie, ed il cazzo ancora stretto in una mano.

Si sa che la natura è impietosa con gli adolescenti. Trasforma i loro corpi e plasma la loro mente, per un economia della specie, che è quella della riproduzione. In quella fase, sono animali in balia dei sensi, che si incendiano facilmente, al presentarsi di determinate condizioni. Gli impulsi, agiscono sui giovani corpi come una tempesta.

Sabrina, in preda all'ira ed inconsapevolmente, togliendosi la canotta e la gonna in jeans, era rimasta a petto nudo ed in mutandine. In quelle condizioni, si era chinata sul lavabo, offrendo alla mia visione le sue bellissime tette sode ed un stupefacente lato B. Diviso da mutandine perizomate, che si perdevano tra le rotonde natiche.
Mentre si lavava le mani, il seno oscillava ed il suo culo si muoveva sinuosamente.

Si sa, per un adolescente la vista di una donna nuda, era una provocazione paragonata ad un uragano con una forza letale. Difatti, fui letteralmente incanto dal suo bellissimo corpo, e dal magnifico incavo vaginale. Davanti a quell'apparizione, la mia fantasia non aveva bisogno di estrapolare scenari erotici dai ricordi, perché l'immagine sensuale, di tette vere ed uno scoscio superbo, erano lì, vivi e vegeti, in tutta la loro conturbante sensualità.

Incantato da quel corpo stupefacente, messo in bella mostra, dannatamente eccitante, mi destai dallo stato comatoso, come se avesse ricevuto una scossa da una saetta. Ero giovane e forte, uno stato naturale potente. In quei periodi, infatti, ero capace anche di farmi due seghe consecutivamente. Quindi, il mio cazzo, indotto da quella improvvisa provocazione letale, si scosse nuovamente e riprese a crescere. Raggiunse in pochi secondi una notevole rigidità. Così mi ritrovai a stringere un cazzo duro ed un'altra volta a trovarmi in quelle condizioni, che richiedevano un impellente azione manuale, per placarne il tormento.

Con naturalezza, ripresa a segarmi con frenesia, fissando le tette e lo scoscio di mia sorella

Che schifo! Qui ci vuole la candeggina!

Sabrina in quel momento si voltò verso di me. Mi sorprese nuovamente a segarmi. Sconcerto e ribrezzo. Ma questa volta all'ennesima potenza, perché notò che il gesto traeva nutrimento dal mio sguardo, tutto concentrato a fissare il suo corpo.

Mio dio! Ma che cazzo stai facendo! Sei un maniaco! Ma che razza di maiale sei! Ti stai masturbando su di me? Sei malato!

Ero incurante delle parole di mia sorella, per cui, continuai a masturbarmi con frenesia. Il mio sguardo eccitato spaziava dalle tette al triangolo vaginale, dove si delineavano, in modo chiaro, i contorni della figa e la crine nera, che spuntava dai lati delle mutandine.

Tu sei posseduto dal demonio! Cazzo fermati! Ti ho detto fermati!

Oramai ero in preda di un demone lussurioso, che dominava la mia mente.

Sabrina, a sua volta, in preda all'isteria, visto che le parole non avevano avuto alcun effetto, reagi ligia alla sua indole scorbutica, quindi, decise di ricorrere a vie di fatto. Scrollò con forza le mie spalle, cercando di fermare la mia mano. Tentativo inutile. Ero troppo eccitato e preso dalla sega. Quindi, visto che persistevo nella mia azione, mi afferro dalle braccia, mi sollevò di peso dalla tazza del cesso, scaraventandomi con forza sul pavimento.

Mi ritrovai a terra, sdraiato supino, ai piedi di Sabrina. Impassibile, continuai a masturbarmi, ormai l'impulso aveva il sopravvento, annullando la mia volontà, tutto protesa nella morbosa attenzione verso Sabrina. Ma sopratutto deciso ad arrivare al benessere finale.

Sabrina, in piena collera e al colmo dell'ira, per dare più forza decisiva al suo gesto, posò un piede sul mio petto.

Adesso fermati maiale!


In quel preciso istante, il punto dei vista del suo scoscio cambiò prospettiva. Da sotto potevo ammirare nei dettagli le grosse labbra della figa. La tenue stoffa era trasparente e lasciava intravedere ogni particolare degli anfratti vaginali. Per me divenne una visione fantastica. Era come se Sabrina, con quel gesto, avesse gettato più benzina sul fuoco.

Difatti, la mia mano, davanti a quella nuova visione, riprese a muoversi con maggiore energia sul cazzo duro.

Sei un pazzo scatenato! Guarda le conseguenze del tuo comportamento da maniaco! To! Sei uno strofinaccio!

Sabrina, ormai senza più controllo, fece un gesto inaudito, schiacciò il piede impregnato di sborra sulla mia faccia.

Questo è quello che sei! Un animale! To! Schifoso! Adesso mi pulisco il piede con la tua faccia! Sei uno zerbino!

Il piede di sabrina premeva sulla bocca e sulle guance. Quel contatto mi piacque. La mia reazione fu sorprendente e Sabrina fu colta dallo sconcerto.

Afferrai il suo piede, dopo averlo baciato, iniziai a leccarlo. La mia lingua iniziò a spaziare tra le dite impregnate di sborra, il dorso e l'alluce, che succhiavo. La pelle morbida mi dava una sensazione incredibile, ed alimentava la mia fantasia.

Sabrina rimase a bocca aperta. Il mio gesto l'aveva spiazzata e colta alla sprovvista. Non sapeva più cosa dire. Inoltre, da come guardava, lasciava intendere che le sensazioni impreviste, che avvertiva, l'avevano colta alla sprovvista.

Una altra avrebbe tirato indietro il piede, ma lei, stranamente, lasciò che la mia bocca si nutrisse della sua pelle. Non gridava più, fissava con sguardo confuso. Percepivo il suo atteggiamento smarrito. Durò poco, perché colsi una piccola reazione, che lasciava capire che il gesto non le era indifferente, infatti restava inerte, davanti a quegli stimoli così forti. Poi fece un gesto palese, chiuse gli occhi, e lasciò che continuassi a stimolarle il piede. Leggeri mugugni sottolineavano un incipiente accondiscendenza al mio gesto.

La mia lingua, intanto, leccando, saliva fino alle caviglia e poi scendere giù fino alla punta delle dita del piede. Ormai il coinvolgimento di Sabrina, fu totale, ed ogni tanto gemeva in silenzio, soprattutto quando le succhiavo l'alluce.

Ormai avevo capito che fu totalmente sensibilizzata emotivamente, da quel gesto inaspettato, non parlava più, anzi restava in estasi a farsi stimolare il piede.

Per cui, decisi in quel momento, di osare qualcosa di più invadente, mi venne la voglia di azzardare un altro gesto, le strappai le mutandine, mettendo a nudo la sua meravigliosa fica; fu la prima volta che ne vedevo una dal vivo.

La mia reazione, davanti alla visione della fica di mia sorella, fu quella di una tempesta ormonale di potenza immane. La mano si mosse velocemente sul cazzo, quasi a volerlo stritolare. Avevo inarcato la schiena, come se volessi congiungermi alla fica di mia sorella.

Sabrina non si oppose a quel gesto estremo, talmente presa dal piacere che le stavo provocando al piede. Quella situazione, anzi credo, che abbia messo in moto una aspetto della sua personalità, quella di feticista. In linea con la sua perversione. Infatti, godeva a tenermi schiacciato a terra, a sottomettermi al suo volere, come se quel gesto trasgressivo, la eccitava in modo morboso. Schiacciava il suo piede sulla mia bocca, cercando di ottenere il massimo piacere possibile. La sua mente si era esaltata a tal punto che, mentre mi dilettavo a leccarle i piedi, lei, inaspettatamente, attaccò a masturbarsi con frenesia la fica, fornendomi un altra prospettiva della sua stupefacente fica. Ma anche qualcosa di inedito, che fino ad allora avevo completamente ignorato. La masturbazione femminile. Che meraviglia assistere da vicino alla stimolazione di una fica. Le dita di Sabrina sollecitavano le grossa labbra, poi, si infilarono nella fica, fino a scomparire all'interno.

Ma la cosa durò poco, perché Sabrina, dopo qualche minuto di un violento sgrillettamento della fica, fissò il mio cazzo ed incredibilmente imprecò.

Cazzo! Non ce la faccio più! Non ce la faccio più ùùùùùùùùùùù!

In quell'istante non capì il senso si quelle parole, ma poi scoprì che cosa intendesse con quella frase.

Sabrina allargò le gambe e si sedette sul mio grembo. Intrappolando il mio cazzo duro nel suo scoscio. Praticamente fu completamente schiacciato dalla sua fica, serrato tra le grossa labbra, che percepì calda a morbida. Seduta su di me, cominciò ad agitarsi, a stimolare la consistenza del mio cazzo, muovendo il bacino avanti e indietro.

mmmmmm bastardo animale! Mmmmmmm ora ci masturbiamo insieme mmmmm


Sabrina era come impazzita, perché si esaltava ad insultarmi, mentre godeva dello stimolo che riceveva la sua fica, dalla compattezza del mio cazzo.


Ma la situazione mutò, perché la situazione si era talmente surriscaldata, che lo stimolo si rivelò presto insufficiente a soddisfare il grande desiderio di sesso, che ardeva nella mente di Sabrina.


Così, in preda ad un folle desiderio carnale, sollevò il bacino, brandendo il mio cazzo dritto, puntò la cappella contro la vulva della sua fica. Si sedette lasciandosi impalare fino alla sua base
 
Mio dio, che cosa è? Pensai.

Ero una situazione sconvolgente per la mia mente. Per la prima volta avvertivo il mio cazzo dentro una figa, neppure immaginato fino ad allora, fu come venire fulminato da una saetta di grande potenza.
Era la mia prima volta e non avrei mai immaginato che fosse cosi meraviglioso. Il tepore intenso, che avvolgeva il mio cazzo, mi infuse uno impeto che mi indusse a spingere con più forza verso l'alto. Era meglio della sega.

Pensai: Mio Dio! È meraviglioso.

Sabrina delirava! Era completamente fuori di cervello!

mmmmmm si! andiamo tutte e due all'inferno! Bastardo mmmmo! mmmmm si! stai fermo! animale! Mi muovo io mmmm Bastardo non ti muovere! Mmmmmmm ahhhhhhhh si mmm animale non ti muovere mmmm ahhhhhhh

Sabrina era una vera dominatrice. Il movimento del suo bacino era convulso e violento, come il suo carattere burbero
Mi teneva bloccato contro il pavimento, completamente appiattito a terra, mentre si agitava su di me, indiavolata, alternando l'atto con delle oscillazioni energiche del bacino, ma restando incollata al mio inguine.

mmmmmmm si mmmm cazzo sto godendo mmmmmmm aaaaaaaaaa animale mmmm

Gli orgasmi si succedevano con una frequenza impressionante. Percepivo le pulsazioni delle pareti vaginali, stringersi attorno al cazzo, mentre lei gridava come una pazza. Sabrina aveva perso il senso del tempo e della realtà. Mi cavalcava cercando di ottenere da quel rapporto incestuoso, il massimo piacere. Si era dimenticato persino che fossi suo fratello. La sua fica aveva fagocitato interamente il mio cazzo e lo stava stimolando in modo robusto. Ma si svegliò presto da quello stato idilliaco, quando all'improvviso sentì il mio urlo animalesco.

ahhhhhhhhh grgggggggggggg gggggg aaaaaaaaaaaaaaaaa


Ero giunto al culmine, non ne potevo più, quindi stimolato da quel movimento brutale, arrivai subito all'apice del piacere. Disorientato dal godimento afferrai i fianchi di mia sorella, la sollevai in aria, inarcando la schiene, pressando il mio cazzo nell'incavo vaginale, quindi, mi lasciai andare in un sublime e liberatorio conato di sborra, inondando la fica di Sabrina. Quel giorno scopri un altro modo di soddisfare i tormenti inguinali. Lei, inorridita, prese subito coscienza della realtà, per cui, con il consueto carattere bisbetico, gridò, scrollando le mie spalle

Mio Dio no! oooooooooo no oooooo che cazzo hai fatto! no ooooo! Porca puttana! Animale! Ti ammazzo se mi hai messo incinta!

Cosi va la vita.

Guzzon59 (claudiogusson@ymail.com)