Molto
spesso, capita, che l'incesto tra consanguinei, avvenga in
circostanze del tutto occasionali, elemento costante causante, è
l'indotto di un impulso sessuale provocato, irrefrenabile, che,
quando si scatena, diventa devastante come uno tsunami, a prescindere
da tutti i vincoli della morale e dell'etica
La
mia storia comincia quando, in piena pubertà adolescenziale,
cominciai a prendere coscienza che il mio corpo stava mutando. Le
sensazioni nuove che provavo, influenzavano anche le mie intenzioni.
Capitava, sopratutto nei confronti delle donne, che iniziai a
guardarle da una nuova prospettiva.
Ricordo
che, durante le lezioni, venivo distratto dai particolari anatomici
delle mie compagne di scuola, che prima di allora avevo ignorato
completamente. Anzi, prima, nei loro confronti, provavo un senso di
fastidio a doverle contattare. Costretto dai docenti, che erano
patiti per i gruppi di studio.
La
tensione della pubertà, condizionata da quelle nuove sensazioni, mi
provocava effetti imprevisti. La mattina, infatti, mi svegliavo con
gli slip completamente impregnate di sborra.
Colpa
dei sogni erotico, sempre più frequenti. Rammento che l'oggetto dei
miei momenti onirici, riguardava quasi sempre la professoressa di
francese. Una splendida Milf.
La
sognavo nuda, in classe, con una figa pelosa e due tette che
sembravano grosse mongolfiere. Spesso la immaginavo in atteggiamenti
lascivi, mentre si leccava le labbra, soppesando le grosse tette, che
schiacciava come due palloncini.
Di
notte, capitava, che la sognavo mentre mi abbracciava, premendo le
grosse tette contro la mia faccia. In quei precisi momenti, il mio
cazzo duro, eccitato dalla situazione erotica, esplodeva in una
polluzione notturna, spargendo il seme negli slip.
Accadeva
anche, che a causa di quel fenomeno naturale, in classe, mi distraevo
a fissare le compagne di scuola che, ignare delle intenzioni lascive,
discostavano le cosce, esibendo un angolo fantastico, ed era un
piacere spiare le mutandine bianche o nere, che si perdevano tra i
paffuti glutei.
Ma
erano le cosce della professoressa di francese, che più di tutto, mi
coinvolgevano in una situazione emotiva incontrollata. Per darvi un
idea, era una meravigliosa milf, che vestiva con abiti corti ed
attillati, che esaltavano divinamente le parti migliori del suo
corpo. Fu proprio in una di queste situazioni che scoprì il modo di
soddisfare i pungoli dell'eccitazione. Capitò che, una mattina, la
provocazione fu tale, da rendere la durezza del cazzo insopportabile.
La
professoressa notò che ero distratto dalle mie fantasie, chiedendomi
se avessi qualche problema. Imbarazzato, domandai di andare in bagno.
Pensai, che allontanandomi dalla causa dei miei guai, mi sarei
calmato. Ma lo stato di eccitazione non solo non venne meno, ma, in
quelle condizioni, rendeva difficile pisciare, perché il cazzo duro,
puntava verso l'alto.
In
quei frangenti, durante lo sforzo, spingendo il cazzo verso il basso,
cominciai a percepire una piacevole sensazione. Cosicché, aumentai
il movimento della mano sulla pelle tesa, che amplifico il sublime
diletto. Quindi, mi venne naturale intensificare l'azione della mano,
facendola scivolare avanti e indietro, con energia e più continuità.
Il movimento, che si accordava perfettamente con le mie intenzioni
morbose, di cui ero succube, rivelò subito i suoi effetti piacevoli,
quindi prese un ritmo sempre più estenuante, fino a raggiungere un
andamento frenetico, che culminò con il massimo godimento. Il conato
di sborra si presentò alle radici del cazzo, come uno vulcano in
eruzione. Quando la sborra uscì, il godimento fu talmente forte ed
intenso, da indurmi a contrarre il corpo, per poterlo sopportare. La
sborrata fuoriuscendo, rivelò una sensazione liberatoria. Un senso
di rilassamento pervase subito il mio corpo. Che splendida
soddisfazione, in quel momento, intuì subito di aver scoperto il
modo di placare quei tormentoni.
Da
quel dì, la sega divenne un atto compulsivo. Le occhiaia scure e
profonde, rivelavano un attività auto erogena, frenetica ed intensa.
Ricordo che papà, ironicamente, mi avvertiva che l'atto, seppure
naturale, doveva effettuarsi con parsimonia, senza esagerazioni. Ma
un adolescente, non attrezzato come un adulto, non aveva altra
valvola di sfogo, che ricorrere alla sega, se voleva lenire i
desideri morbosi, che si scatenavano inattesi ed irresistibili.
Soprattutto quando la procace professoressa di francese, si
presentava in classe, provocante e bella.
Quell'abitudine,
senza controllo, fu proprio la causa che diede inizio ad un nuovo
capitolo della mia vita.
Non
ero figlio unico, avevo una sorella, più grande di me di qualche
anno, con la quale non correva buon sangue. Di fatto mi disprezzava,
considerandomi un bifolco ed ignorante. Sabrina, questo è il suo
nome, di carattere scontroso, era incline al facile litigio,
sopratutto per futili motivi. Era indisponente e bisbetica, che
tendeva a facili atteggiamenti aggressivi. Una scorbutica indomita,
che metteva in discussione tutto ed il contrario di tutto, insomma un
tracotante perennemente insoddisfatta.
Tuttavia,
a fronte di un carattere prepotetene, c'era un aspetto di lei che
contrastava con il suo comportamento burbero. Sabrina, di fatto, era
una ragazza dall'aspetto piacente e sensuale. Ed aveva un codazzo di
ragazzi che la corteggiavano.
Ritorniamo
al racconto, e al giorno del cambiamento radicale.
Quel
giorno, al rientro dalla scuola, dopo una mattinata stressante, a
causa delle verifiche di fine anno scolastico, pranzai svogliato e
velocemente poi, senza proferire parole, mi avviai verso il mio
eremo.
A
Sabrina, quell'atteggiamento non piaceva, a volte la sentivo
lamentarsi con la mamma:
“Mamma!
Quell'idiota non fa nulla! Mangia come un maiale! Guarda come ha
lasciato il tavolo! Non glielo devi permettere!
“Sabrina!
È un ragazzino! Lo sai che questo è il suo periodo più brutto! E'
un adolescente! Sta cambiando! Vedrai che tra qualche anno sarà
completamente diverso!
“Non
credo! Quando uno è peggio di un animale! Lo resterà per sempre!
“Certo
che tu non fai sconti! Ma perché non provi ad andarci d'accordo? È
tuo fratello!
“Mamma!
Stendiamo un velo pietoso! Con quell'idiota, non c'è nessuna
possibilità di intesa! È stupido come una gallina, e non ha
rispetto di nulla!
La
mamma la fissava come per dire “senti chi parla!
Ma
si guardava dal contraddirla, perché irascibile come era, sapeva che
sarebbe esplosa in uno scatto di rabbia incontenibile, venendo
investita da contumelie indicibili. Era meglio non stuzzicare il cane
che dormiva.
Quel
giorno, la mamma le raccomandò di tenersi a distanza da me, ed
evitare litigi inutili.
“Sabrina
tra un ora devo andare! Mi raccomando con tuo fratello! Ti prego
evita di scontrarti con lui! L'ultima volta mi ha chiamato la vicina
di casa, preoccupata, perché sentiva urla disumane!
“Non
ci sono problemi! Da qualche tempo, quello idiota non si fa vedere in
giro, si chiude nel bagno e ci resta ore e ore! Meglio, così se ne
sta alla larga!
La
mamma sorrise dell'ingenuità di Sabrina, che non aveva capito la
situazione.
Tuttavia,
non era così sprovveduta ed acqua e sapone, come voleva far credere.
Le sue esperienze le aveva avute e come, anche se i ragazzi, dopo
aver conosciuto il lato oscuro del suo carattere, scappavano via, a
gambe levate.
Qualche
ora dopo.
Ero
intento a giocare a subbuteo, calcio da tavolo, e, come di consueto,
cominciai a fantasticare sulla professoressa di Francese. In pochi
minuti mi trovai a gestire un tormentone inguinale insopportabile.
Proprio quella mattina la professoressa di Francese, si era
presentata vestita in modo così succinto, da offrire il massimo
della provocazione possibile. Una minigonna a campana, con balze,
esaltavano le sue meravigliose cosce abbronzate, che si svelavano
magicamente quando si sedeva o si appoggiava alla scrivania. Più
immaginavo quelle splendide cosce e più cresceva in me il desiderio
di soddisfare quel tormento. Alla fine cedetti ai sensi e corsi in
bagno, per unire l'utile al dilettevole. Mi ero comodamente seduto
sulla tazza del cesso, pantaloni e slip calati fino alle caviglie,
ginocchia separate al massimo, a sollazzarmi il cazzo, con una
piacevole pugnetta, muovendo la mano sue giù, saldamente cinta
attorno al tubero.
Tenevo
gli occhi chiusi, per favorire efficacemente l'attività onirica e
l'afflusso di immagini nella fantasia. Sopratutto i particolari delle
cosce spalancate, che la professoressa di francese, inavvertitamente,
concedeva alla vista, ogni volta che si alzava.
Più
l'immaginazione ferveva nella mia mente, più incisivi erano i
movimenti della mano, fino a quando il primo stimolo si presentò
alla radice del cazzo. Come d'abitudine, puntai il cazzo verso
l'interno della tazza del cesso, pregustando la sborrata imminente,
che mi avrebbe provocato quella meravigliosa sensazione di godimento
e di benessere.
Proprio
in quell'istante, durante la sequela finale dei movimenti frenetici,
accadde l'imprevisto.
“Ma
che cazzo stai facendo! Porco! Pervertito! Schifoso maiale! Almeno
chiudi la porta a chiave, quando ti dedichi a queste porcherie!
Sabrina
era entrata nel bagno. Imprudentemente mi ero dimenticato di chiudere
la porta a chiave
La
situazione mi colse alla sprovvista e, trovandomi mia sorella
davanti, non riuscì a fermare l'incombente conato di sborra, che
ormai si era impossessato dei miei sensi, cosicché, nonostante la
presenza di Sabrina, continuai a segarmi fino alla fine.
“Fermati
maiale! Pure davanti a me! Pervertito!
Un
conto e pensarlo, ma un altro è farlo. Non fui capace di fermarmi,
perché la natura del gesto era più potente della mia volontà. Anzi
la mia volontà era perfettamente allineata con l'impulso sessuale,
che pervadeva la mia mente.
Così,
brandendo un cazzo duro e pulsante, mi sfogai con un leggero singulto
di piacere, mentre mi lasciavo andare in una intensa sborrata.
Ma,
la situazione mi era sfuggita di mano (si fa per dire)
“Oddio!
Che schifo! Sei un pezzo di merda! mi hai impregnata tutta! Che
schifo oooohh !
Sorpreso
da mia sorella a masturbarmi, ero andato completamente nel pallone.
Era entrate quando ero in piena estasi dei sensi, per cui, avevo
inavvertitamente puntato il cazzo verso di lei. La sborra venne
proiettata in aria, come un annaffiatoio, colpendo Sabrina. Le gocce
di sborra investirono il suo viso, la canotta, la gonna in jeans e le
caviglie. Il liquido, spesso e bianco, colando formava dei rivoli,
che come fiumi, scendevano lungo le guance e sui piedi, perdendosi
negli infradito.
Sabrina,
con le mani sollevata in aria, schifata da quel liquido appiccicoso,
che colava sulla sue guancia e sulle gambe, esplose come un petardo,
sciorinando improperi ed ingiurie, che toccavano tutti i termini del
suo personale vocabolario.
“Sei
un demente! un mentecatto! Guarda che cazzo hai combinato! La mia
maglietta! La gonna! Cazzo le hai zozzate con quella schifezza! Oddio
ti odio!
Fui
totalmente soverchiato dalla reazione isterica di mia sorella.
Mortificato per la situazione imbarazzante, ero incapace di reagire,
quindi, restavo li, come un baccalà, ad incassare in silenzio e
rassegnato i suoi insulti.
Sabrina
in preda alla rabbia ed al ribrezzo, si tolse la canotta e si sfilò
la gonna. Poi si avvicinò al lavandino per lavarsi il viso e le
braccia.
Ero
come ammutolito e non mi mossi di un millimetro. Era talmente
scioccato, che restai con i calzoni e gli slip calati fino alle
caviglie, ed il cazzo ancora stretto in una mano.
Si
sa che la natura è impietosa con gli adolescenti. Trasforma i loro
corpi e plasma la loro mente, per un economia della specie, che è
quella della riproduzione. In quella fase, sono animali in balia dei
sensi, che si incendiano facilmente, al presentarsi di determinate
condizioni. Gli impulsi, agiscono sui giovani corpi come una
tempesta.
Sabrina,
in preda all'ira ed inconsapevolmente, togliendosi la canotta e la
gonna in jeans, era rimasta a petto nudo ed in mutandine. In quelle
condizioni, si era chinata sul lavabo, offrendo alla mia visione le
sue bellissime tette sode ed un stupefacente lato B. Diviso da
mutandine perizomate, che si perdevano tra le rotonde natiche.
Mentre
si lavava le mani, il seno oscillava ed il suo culo si muoveva
sinuosamente.
Si
sa, per un adolescente la vista di una donna nuda, era una
provocazione paragonata ad un uragano con una forza letale. Difatti,
fui letteralmente incanto dal suo bellissimo corpo, e dal magnifico
incavo vaginale. Davanti a quell'apparizione, la mia fantasia non
aveva bisogno di estrapolare scenari erotici dai ricordi, perché
l'immagine sensuale, di tette vere ed uno scoscio superbo, erano lì,
vivi e vegeti, in tutta la loro conturbante sensualità.
Incantato
da quel corpo stupefacente, messo in bella mostra, dannatamente
eccitante, mi destai dallo stato comatoso, come se avesse ricevuto
una scossa da una saetta. Ero giovane e forte, uno stato naturale
potente. In quei periodi, infatti, ero capace anche di farmi due
seghe consecutivamente. Quindi, il mio cazzo, indotto da quella
improvvisa provocazione letale, si scosse nuovamente e riprese a
crescere. Raggiunse in pochi secondi una notevole rigidità. Così mi
ritrovai a stringere un cazzo duro ed un'altra volta a trovarmi in
quelle condizioni, che richiedevano un impellente azione manuale, per
placarne il tormento.
Con
naturalezza, ripresa a segarmi con frenesia, fissando le tette e lo
scoscio di mia sorella
“Che
schifo! Qui ci vuole la candeggina!
Sabrina
in quel momento si voltò verso di me. Mi sorprese nuovamente a
segarmi. Sconcerto e ribrezzo. Ma questa volta all'ennesima potenza,
perché notò che il gesto traeva nutrimento dal mio sguardo, tutto
concentrato a fissare il suo corpo.
“Mio
dio! Ma che cazzo stai facendo! Sei un maniaco! Ma che razza di
maiale sei! Ti stai masturbando su di me? Sei malato!
Ero
incurante delle parole di mia sorella, per cui, continuai a
masturbarmi con frenesia. Il mio sguardo eccitato spaziava dalle
tette al triangolo vaginale, dove si delineavano, in modo chiaro, i
contorni della figa e la crine nera, che spuntava dai lati delle
mutandine.
“Tu
sei posseduto dal demonio! Cazzo fermati! Ti ho detto fermati!
Oramai
ero in preda di un demone lussurioso, che dominava la mia mente.
Sabrina,
a sua volta, in preda all'isteria, visto che le parole non avevano
avuto alcun effetto, reagi ligia alla sua indole scorbutica, quindi,
decise di ricorrere a vie di fatto. Scrollò con forza le mie spalle,
cercando di fermare la mia mano. Tentativo inutile. Ero troppo
eccitato e preso dalla sega. Quindi, visto che persistevo nella mia
azione, mi afferro dalle braccia, mi sollevò di peso dalla tazza del
cesso, scaraventandomi con forza sul pavimento.
Mi
ritrovai a terra, sdraiato supino, ai piedi di Sabrina. Impassibile,
continuai a masturbarmi, ormai l'impulso aveva il sopravvento,
annullando la mia volontà, tutto protesa nella morbosa attenzione
verso Sabrina. Ma sopratutto deciso ad arrivare al benessere finale.
Sabrina,
in piena collera e al colmo dell'ira, per dare più forza decisiva al
suo gesto, posò un piede sul mio petto.
“Adesso
fermati maiale!
In
quel preciso istante, il punto dei vista del suo scoscio cambiò
prospettiva. Da sotto potevo ammirare nei dettagli le grosse labbra
della figa. La tenue stoffa era trasparente e lasciava intravedere
ogni particolare degli anfratti vaginali. Per me divenne una visione
fantastica. Era come se Sabrina, con quel gesto, avesse gettato più
benzina sul fuoco.
Difatti,
la mia mano, davanti a quella nuova visione, riprese a muoversi con
maggiore energia sul cazzo duro.
“Sei
un pazzo scatenato! Guarda le conseguenze del tuo comportamento da
maniaco! To! Sei uno strofinaccio!
Sabrina,
ormai senza più controllo, fece un gesto inaudito, schiacciò il
piede impregnato di sborra sulla mia faccia.
“Questo
è quello che sei! Un animale! To! Schifoso! Adesso mi pulisco il
piede con la tua faccia! Sei uno zerbino!
Il
piede di sabrina premeva sulla bocca e sulle guance. Quel contatto mi
piacque. La mia reazione fu sorprendente e Sabrina fu colta dallo
sconcerto.
Afferrai
il suo piede, dopo averlo baciato, iniziai a leccarlo. La mia lingua
iniziò a spaziare tra le dite impregnate di sborra, il dorso e
l'alluce, che succhiavo. La pelle morbida mi dava una sensazione
incredibile, ed alimentava la mia fantasia.
Sabrina
rimase a bocca aperta. Il mio gesto l'aveva spiazzata e colta alla
sprovvista. Non sapeva più cosa dire. Inoltre, da come guardava,
lasciava intendere che le sensazioni impreviste, che avvertiva,
l'avevano colta alla sprovvista.
Una
altra avrebbe tirato indietro il piede, ma lei, stranamente, lasciò
che la mia bocca si nutrisse della sua pelle. Non gridava più,
fissava con sguardo confuso. Percepivo il suo atteggiamento smarrito.
Durò poco, perché colsi una piccola reazione, che lasciava capire
che il gesto non le era indifferente, infatti restava inerte, davanti
a quegli stimoli così forti. Poi fece un gesto palese, chiuse gli
occhi, e lasciò che continuassi a stimolarle il piede. Leggeri
mugugni sottolineavano un incipiente accondiscendenza al mio gesto.
La
mia lingua, intanto, leccando, saliva fino alle caviglia e poi
scendere giù fino alla punta delle dita del piede. Ormai il
coinvolgimento di Sabrina, fu totale, ed ogni tanto gemeva in
silenzio, soprattutto quando le succhiavo l'alluce.
Ormai
avevo capito che fu totalmente sensibilizzata emotivamente, da quel
gesto inaspettato, non parlava più, anzi restava in estasi a farsi
stimolare il piede.
Per
cui, decisi in quel momento, di osare qualcosa di più invadente, mi
venne la voglia di azzardare un altro gesto, le strappai le
mutandine, mettendo a nudo la sua meravigliosa fica; fu la prima
volta che ne vedevo una dal vivo.
La
mia reazione, davanti alla visione della fica di mia sorella, fu
quella di una tempesta ormonale di potenza immane. La mano si mosse
velocemente sul cazzo, quasi a volerlo stritolare. Avevo inarcato la
schiena, come se volessi congiungermi alla fica di mia sorella.
Sabrina
non si oppose a quel gesto estremo, talmente presa dal piacere che le
stavo provocando al piede. Quella situazione, anzi credo, che abbia
messo in moto una aspetto della sua personalità, quella di
feticista. In linea con la sua perversione. Infatti, godeva a tenermi
schiacciato a terra, a sottomettermi al suo volere, come se quel
gesto trasgressivo, la eccitava in modo morboso. Schiacciava il suo
piede sulla mia bocca, cercando di ottenere il massimo piacere
possibile. La sua mente si era esaltata a tal punto che, mentre mi
dilettavo a leccarle i piedi, lei, inaspettatamente, attaccò a
masturbarsi con frenesia la fica, fornendomi un altra prospettiva
della sua stupefacente fica. Ma anche qualcosa di inedito, che fino
ad allora avevo completamente ignorato. La masturbazione femminile.
Che meraviglia assistere da vicino alla stimolazione di una fica. Le
dita di Sabrina sollecitavano le grossa labbra, poi, si infilarono
nella fica, fino a scomparire all'interno.
Ma
la cosa durò poco, perché Sabrina, dopo qualche minuto di un
violento sgrillettamento della fica, fissò il mio cazzo ed
incredibilmente imprecò.
“Cazzo!
Non ce la faccio più! Non ce la faccio più ùùùùùùùùùùù!
In
quell'istante non capì il senso si quelle parole, ma poi scoprì che
cosa intendesse con quella frase.
Sabrina
allargò le gambe e si sedette sul mio grembo. Intrappolando il mio
cazzo duro nel suo scoscio. Praticamente fu completamente schiacciato
dalla sua fica, serrato tra le grossa labbra, che percepì calda a
morbida. Seduta su di me, cominciò ad agitarsi, a stimolare la
consistenza del mio cazzo, muovendo il bacino avanti e indietro.
“mmmmmm
bastardo animale! Mmmmmmm ora ci masturbiamo insieme mmmmm
Sabrina
era come impazzita, perché si esaltava ad insultarmi, mentre godeva
dello stimolo che riceveva la sua fica, dalla compattezza del mio
cazzo.
Ma
la situazione mutò, perché la situazione si era talmente
surriscaldata, che lo stimolo si rivelò presto insufficiente a
soddisfare il grande desiderio di sesso, che ardeva nella mente di
Sabrina.
Così,
in preda ad un folle desiderio carnale, sollevò il bacino, brandendo
il mio cazzo dritto, puntò la cappella contro la vulva della sua
fica. Si sedette lasciandosi impalare fino alla sua base
Mio
dio, che cosa è? Pensai.
Ero
una situazione sconvolgente per la mia mente. Per la prima volta
avvertivo il mio cazzo dentro una figa, neppure immaginato fino ad
allora, fu come venire fulminato da una saetta di grande potenza.
Era
la mia prima volta e non avrei mai immaginato che fosse cosi
meraviglioso. Il tepore intenso, che avvolgeva il mio cazzo, mi
infuse uno impeto che mi indusse a spingere con più forza verso
l'alto. Era meglio della sega.
Pensai:
Mio Dio! È meraviglioso.
Sabrina
delirava! Era completamente fuori di cervello!
“mmmmmm
si! andiamo tutte e due all'inferno! Bastardo mmmmo! mmmmm si! stai
fermo! animale! Mi muovo io mmmm Bastardo non ti muovere! Mmmmmmm
ahhhhhhhh si mmm animale non ti muovere mmmm ahhhhhhh
Sabrina
era una vera dominatrice. Il movimento del suo bacino era convulso e
violento, come il suo carattere burbero
Mi
teneva bloccato contro il pavimento, completamente appiattito a
terra, mentre si agitava su di me, indiavolata, alternando l'atto con
delle oscillazioni energiche del bacino, ma restando incollata al mio
inguine.
“mmmmmmm
si mmmm cazzo sto godendo mmmmmmm aaaaaaaaaa animale mmmm
Gli
orgasmi si succedevano con una frequenza impressionante. Percepivo le
pulsazioni delle pareti vaginali, stringersi attorno al cazzo, mentre
lei gridava come una pazza. Sabrina aveva perso il senso del tempo e
della realtà. Mi cavalcava cercando di ottenere da quel rapporto
incestuoso, il massimo piacere. Si era dimenticato persino che fossi
suo fratello. La sua fica aveva fagocitato interamente il mio cazzo e
lo stava stimolando in modo robusto. Ma si svegliò presto da quello
stato idilliaco, quando all'improvviso sentì il mio urlo animalesco.
“ahhhhhhhhh
grgggggggggggg gggggg aaaaaaaaaaaaaaaaa
Ero
giunto al culmine, non ne potevo più, quindi stimolato da quel
movimento brutale, arrivai subito all'apice del piacere. Disorientato
dal godimento afferrai i fianchi di mia sorella, la sollevai in aria,
inarcando la schiene, pressando il mio cazzo nell'incavo vaginale,
quindi, mi lasciai andare in un sublime e liberatorio conato di
sborra, inondando la fica di Sabrina. Quel giorno scopri un altro
modo di soddisfare i tormenti inguinali. Lei, inorridita, prese
subito coscienza della realtà, per cui, con il consueto carattere
bisbetico, gridò, scrollando le mie spalle
“Mio
Dio no!
oooooooooo no oooooo che cazzo hai fatto! no ooooo! Porca puttana!
Animale! Ti ammazzo se mi hai messo incinta!
Cosi
va la vita.
Guzzon59
(claudiogusson@ymail.com)
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