Il
corteo funebre avanzava lento, lungo il viale che portava al
cimitero. Il dolore e l’afflizione si manifestavano come un brusio
di voci, che si spandeva da quel cordone grigio e cupo.
Il
mio posto era a fianco di mia figlia Angela, giovane vedova
inconsolabile, dal cuore spezzato, che sofferente procedeva lenta
appoggiata al mio braccio.
Marco,
il marito, appassionato di motori, era morto a bordo della sua
potente motocicletta, a seguito di un terribile incidente stradale.
Angela
sembrava una sposa in nero. Un lungo velo di tulle le copriva i
capelli ed il volto, il tutto abbinato ad un vestito nero che la
facevano apparire come un cigno nero.
Stava
patendo una sofferenza immane, che difficilmente sarebbe stata
rimossa in tempi brevi, visto che con il suo Marco aveva vissuto una
intensa relazione d’amore; il matrimonio era stato il giusto
corollario di quel rapporto caratterizzato da una forte passione.
Dopo
la tumulazione ed il consueto saluto a parenti ed amici, la tenevo
serrata al mio fianco per trasmetterle il mio affetto, e consolare
il suo dolore.
Una
volta a casa, dopo l'ennesima crisi di pianto, la somministrazione di
un tranquillante le diede una apparente serenità, in questa
occasione le feci una proposta:
“Angela!
Sei ancora giovane! Potrebbe essere utile se riprendessi gli studi
universitari! Sarebbe una ottima occasione per distrarti e pensare di
ricominciare una nuova vita!
“ohhh
papà mi sento vuota! Non riesco ad immaginare la mia vita senza
Marco! Ohhhhh (pianto)
La
mia ex moglie:
“Angela!
Ti voglio Bene! Se vuoi? puoi venire a stare da me! Un po’ di
compagnia ti farebbe bene! E poi c’è tua sorella Alessia che
sarebbe contentissima averti accanto! Ti vuole un sacco di bene! Cosa
ne dici?
Con
la mia ex moglie eravamo divorziati da circa diciotto anni. Lei si
era rifatta una vita con un professore di scuole medie, da cui aveva
avuto una figlia.
Per
quanto mi riguardava vivevo ancora una vita da singolo. Anche perché
avendo una personalità libertina, la libertà riacquistata mi ha
dato la possibilità di soddisfare la ma indole, evitando
prudentemente di impelagarmi in un nuovo rapporto, che si sarebbe
rivelato senza altro squallido e claustrante come il primo.
“Vi
ringrazio tutte e due! Ma per il momento preferirei restare a casa
mia! Qui ci sono i miei ricordi più belli! Per adesso non voglio
chiudere definitivamente con il passato! ed ho bisogno ancora di
vivere in questa casa per qualche tempo!
“Da
sola? In questa casa? No! Non puoi chiuderti come una suora di
clausura! con il tuo dolore! No! Non possiamo lasciarti da sola!
Angela!
Mia
moglie:
“Angela
vieni da me? Dai!
“No!
Mamma! Ho bisogno di stare ancora a casa mia! Non sarà per sempre!
Lasciatemi qualche tempo poi si vedrà!
La
mia ex moglie mi guardò impotente, come se cercasse il mio aiuto.
Ricambiai lo sguardo e assentendo con il capo:
“Allora,
se me lo consenti? potrei venire a stare con te! Almeno fino a quando
non decidi di scegliere se tornare dalla mamma oppure di prendere in
considerazione l’idea di riprendere gli studi universitari! E’
importante che non ti lasci soffocare dal dolore!
L’espressione
di mia moglie si tranquillizzò subito, significava che la mia
proposta di fare compagnia ad Angela era di suo gradimento. Così
rivolgendosi a sua figlia:
“Tesoro!
Papà ha avuto una buona idea! Facciamo come ha detto lui! Ti farebbe
bene avere un po di compagnia in questi momenti!
Angela
mi abbracciò e mi strinse con forza e singhiozzando:
“Come
vuoi tu papà! Ohhhhh mio dio Marco non c’è più ohhhhhh (pianto)
Dopo
esserci accomiatati dagli amici e da mia moglie. Rimasti soli
accompagnai Angela in camera sua.
Ero
preoccupato perché il suo viso malinconico era una maschera di
sofferenza ed era pallido come un cadavere; nulla di allarmante visto
che era la manifestazione di un dolore che le stava lacerando il
cuore. Tuttavia mosso da compassione, l’abbracciai e:
“Tesoro!
E’ da alcuni giorni che non tocchi cibo! Sei debole e ti stai
riempiendo di tranquillanti! Finisci per crollare! Devi mangiare
qualcosa!
“ohhhhhh
Papà! Marco! Non c’è in casa! MARCO DOVE SEI! Ohhhhhhh (pianto
disperato);
Era
in preda ad un attacco d’ansia, e non sapevo come calmarla. Ad un
certo punto la sento debole ed incapace di reggersi in piedi, la
sostengo e per evitare che cadesse a terra, la presi in braccio e la
portai nella camera da letto.
“ohhhhhhh
MARCO DOVE SEI? MARCOOOOO (pianto a dirotto)
Mi
faceva pena vederla in quello stato. Qualsiasi gesto di consolazione
mi sembrava inutile. Mi resi conto che la mia semplice presenza non
era sufficiente a lenire il suo dolore. Cosi andai nel bagno e
dall’armadietto delle medicine mi procurai la bottiglietta del
tranquillante. Pensai che alcune gocce in più le avrebbe abbassato
la tensione e indotta a dormire. Ne versai alcune gocce in un
bicchiere d’acqua e lo feci bere ad Angela.
Gli
effetti si manifestarono subito. Aveva smesso di piangere. Restò
immobile a fissare il soffitto, sembrava in catalessi. Mi apparve
strano come effetto, perché restava ferma a fissare il vuoto. Lo
sguardo era privo di espressione.
“Tesoro
stai bene?
La
scossi da una spalla, ma lei mi guardava come se fossi un estraneo.
Pieno di compassione mi sedetti sul bordo del letto, vicino a lei,
iniziando ad accarezzarle il viso, in attesa che si addormentasse.
Ad
un certo punto i suoi occhi si sgranano e mi puntano intensamente. Mi
sembrava assurdo, ma sembrava che l'effetto fosse stato contrario.
Tuttavia l’espressione angosciata era totalmente scomparsa,
sostituita da un sorriso malizioso e uno sguardo vivo.
“Angela!
Stai bene?
“Certo
che sto bene!
La
voce era sicura e ferma, totalmente cambiata. Più calma. Sembrava
che il dolore per la morte del marito si fosse volatizzato nel nulla.
Ad
un certo punto iniziò a fissarmi ostentando un espressione
provocante. Poi fece un
gesto che mi lasciò basito. Si scopri le cosce fino all’anca e, guardandomi fisso, con un ghigno malizioso, cominciò ad accarezzarsele. Rimasi perplesso davanti a quel gesto lascivo e inaudito per una figlia, considerato che ero suo padre. Tuttavia la scena, fortemente provocante, metteva a nudo le sue cosce candide, interrotte da calze nere, una differenza cromatica provocante.
gesto che mi lasciò basito. Si scopri le cosce fino all’anca e, guardandomi fisso, con un ghigno malizioso, cominciò ad accarezzarsele. Rimasi perplesso davanti a quel gesto lascivo e inaudito per una figlia, considerato che ero suo padre. Tuttavia la scena, fortemente provocante, metteva a nudo le sue cosce candide, interrotte da calze nere, una differenza cromatica provocante.
Non
riuscivo ad ignorare quella scena ed a fare a meno di guardarla.
Nonostante
Ad
un tratto allargò le gambe, mostrandomi uno scoscio da infarto. I
suoi occhi continuavano a guardarmi intensamente, mentre la sua lingua
lambivano le labbra. Poi prese ad accarezzarsi le cosce, tenendole
spalancate al massimo. Le mutandine nere coprivano lo spazio
vaginale, perdendosi tra i glutei rotondo e bianchi. Era una immagina
dannatamente eccitante.
Angela
sembrava in preda al demone dell’eros. Un satanasso in calore che
mi stava seducendo con la sua giovane sensualità.
Mi
domandai: “Ma che cazzo di farmaco le ho propinato? Possibile che
il tranquillante abbia agito sul carattere, annullando i
suoi freni inibitori e la sua coscienza? Era emersa una aspetto
perverso della sua personalità? Mi guardava come se fossi un
estraneo. Forse lo stato di confusione le mostrava un realtà
totalmente deformata! Ero perplesso, tuttavia non riuscivo
distogliere lo sguardo dall'incavo vaginale. Si muoveva e si toccava
il seno, le cosce e lo scoscio in modo passionale, lasciando
intendere una mente eccitata, che si agitava piena di voluttà ed in
modo impudico e trasgressivo.
Dopo
essersi accarezzato le cosce e rovistato il solco vaginale, si alzò dal
letto e senza distogliere lo sguardo dal mio, cominciò a spogliarsi.
Muovendo in modo serpentino il corpo si sbottonò il vestito e dopo
alcuni movimenti di danza, lo fece scivolare ai suoi piedi. Rimase in
lingeria nera, mutandine, reggicalze e reggipetto, merlettati. Il
tulle trasparente del capo, la copriva mostrando un immagine
stupefacente. Era una figura erotica eccitante che emanava un
attrazione potentissima. Ma non era finito lì, perché ballando,
continuò con un conturbante striptease teatrale. Si sfilò le
mutandine nere ed il reggipetto, restando in reggicalze e nuda,
avvolta solo nel tulle nero.
davanti a quella scena il
respiro si bloccò in gola. Era mia figlia, ma in quel momento non
vedevo altro che la sua giovane e sensuale bellezza, che mi aveva
scosso come un fulmine a cielo sereno. Figlia o meno, non potevo fare
a meno di valutare l’aspetto sensuale di quella situazione assurda.
Dopo
l’iniziale sbigottimento tentai di riprendermi dallo shock, cercando
anche di controllare i miei impulsi, fortemente minacciati dalla
seduzione sensuale di Angela, le sussurrai:
“Angela!
Che… che co..sa stai facendo?
Ero
emozionato ma anche maledettamente eccitato. Cercai di affidarmi a
quel poco di lume della ragione che ancora esisteva nella mia testa.
Era difficile dare un senso diverso all’evidenza di quanto stava
succedendo. Angela mi stava provocando un terremoto di adrenalina di
immane potenza, e mostrandosi in quella mise super sexy, aveva messo
a dura prova la resistenza dei miei sensi ed il senso
dell’orientamento.
“MMMM
Non ti piaccio! Mm?
Anche
la sua voce era diversa. Era sensuale e suadente. Stentavo a
riconoscere mia figlia. Alla fine mi resi conto che in quel momento,
in quella camera da letto, non c’era più mia figlia ma un donna
eccitata che si stava offrendo con una forza alla quale era difficile
resistere.
Il
velo trasparente che le pendeva dal capo, esaltava in un modo sublime
le linee sinuose del suo giovane corpo nudo. Stavo sudando freddo.
Ero inchiodato davanti a lei, a fissare il balletto sensuale di
Angela, che in calze nere e reggicalze, coperta da un velo scuro
trasparente, mi stava provocando in modo sfacciato. Il peggio era
che anche i miei freni inibitori si stavano frantumando, avvertendo
un attrazione fatale verso il suo corpo e sodotto dal suo
comportamento trasgressivo. I miei sensi erano ormai
irreversibilmente compromessi e quindi non ero più in grado di
resistere a quella tentazione del diavolo. Si aprì una via a senso
unico, che mi spingeva solo in una direzione.
Nella
penombra della camera da letto davanti a mia figlia, trasformata in
una Salomè che danzava nuda con il chiaro scopo di sedurre, quindi
mi restavano poche possibilità che potessi sottrarmi a quella azione
devastante, che mi stava trascinando in circolo vizioso, con la forza passionale della sua bellezza.
Affascinato
e ormai sedotto dallo splendore del suo corpo, candido ed esaltato da
un abbigliamento sexy, affidai le mie intenzioni ai soliti impulsi
irrazionali. Alla fine fui totalmente sedotto, per cui, in sinergia
perfetta con le sue intenzioni, con naturalezza le sussurrai:
“Sei
una vedova da consolare! Non c’è dubbio!
“Si!
Mi
avvicinai e l'attirai verso di me, quindi l’afferrai dai fianchi
stringendoli forte.
La compattezza del mio cazzo duro come la pietra,
ingrossato oltre misura, si incastrò sublimemente nel suo caldo
scoscio.
I
suoi occhi mi fissavano incantati. Lucidi e pieni di voglia di andare
oltre.
“Salomé!
così hai sedotto il tuo Erode? È quello che vuoi? Bene!
La
baciai con passione. Le mani si posarono sui fianchi accaldati,
accarezzando con grande slancio il suo corpo fremente. Le mani
affamati di quel cibo prelibato; le muovevo verso gli angoli più
intimi. Le sue natiche sode accolsero i miei tentacoli e divennero
materia da plasmare, guidate dalla mia mente infuocata dal desiderio;
proseguendo a baciarla sul collo e sulla bocca, fino a confondere la
mie labbra alle sue carnose.
La
ragione ci aveva completamente abbandonato.
Angela
continuò a stupirmi perché si inginocchiò al mio cospetto, e, dopo
aver armeggiato sulla zip dei pantaloni, sorridente raggiunse il suo
scopo, perché mi aveva estratto un cazzo duro come l’acciaio, che
borioso puntava verso l’alto.
Le
sua mani lo accarezzarono lungo tutta la sua lunghezza, poi
saldamente lo strinsero con energia, il tutto continuando a fissarmi
con un pizzico di malizia, che mi fecero tremare il coccige. La pelle
divenne d'oca quando vidi le sue labbra carnose guarnire la cappella
e poi, a seguire, la sua lingua leccarla come un gustoso gelato, ed
infine sparire ed ingrossare le gote.
Iniziò
così un piacevole e lento pompino, sottolineato da un lieve maneggio
dei
coglioni da parte delle sue mani delicate, che in perfetta
sinergia con la bocca mi mandavano in estasi.
Angela,
sorprendentemente si dimostrò una eccellente bocchinare, che si
impegnava al massimo delle sue capacitò, affinché gli effetti
diventassero incisivi. I suoi occhi sorridevano quando leggevano
dalla mia espressione dell'apprezzamento di quel pompino. Il godimento
era così forte che avevo difficoltà a reggermi in piedi.
Vista
l’impossibilità di sopportare ulteriormente quello energico
stimolo, la fermai e dopo averla baciata con passione la feci
adagiare sul letto. Vederla distesa sul letto, era come ammirare una
dea dell’olimpo. Il motore della sua passione era partito al
massimo. Per tenerlo vivo, senza indugio, impregnato di bramosia, mi
tuffai tra le sue cosce aperte, guidato da una libidine senza limiti,
ed alimentata dalla bella vista dalla sua giovane e corpulenta fica.
L'azione
era illuminata dalla bellissima vista dello suo scoscio, per cui
agivo come un affamato di sensazioni. Inoltre, esaltate dalla
differenza cromatica del bianco delle cosce con il nero delle calze,
il mio agire ere impetuoso, affondando la bovva completamente tra le parti
molli della fica, come un indemoniato posseduto da un anima dannata.
I lamenti erano forti ed intensi:
mmmmmmm
si mmmmmmmmm si si mmm godo....
Agivo
con forza ed in modo estenuante.
“si
si mmmm si mmmmm godo mmmmm
Il
sapore degli umori impregnavano le fessure della fica, che avevo
separato per mettere a nudo la carne viva della sua fica poi con
tutta la lingua iniziai a raspare con grande accanimento.
L’eccitamento era talmente forte che la mia bocca agiva senza
soluzione, attecchendo coma una ventosa alle parti molli della fica;
In questo modo, lei godeva a squarcia gola, riempiendo l’aria della
camera da letto dei suoi intensi singulti:
“mmmmmm
aaaaaaaa mmmmm si mmmmmm
Sentirla
gemere mi infondeva una forza ulteriore. La bella e giovane vedova si
lasciava consolare. Il fatto che fosse anche mia figlia rendeva
quell’immagine dannatamente esaltante. Friggevo nel desiderio
carnale incestuoso, al pensiero che la donna che in quel modo
generoso stava immolando la sua intimità al mio ardore, era mia
figlia. Una sensazione vertiginosa che a stento riuscivo a
controllare.
Mi
ero spogliato e una volta nudo mi innalzai sulle ginocchia, in mezzo
alle sue cosce spalancate. Lei mi guardava trepidante, impaziente che
il mio cazzo duro si ficcasse nella sua figa grondante di umori. Non
era il caso di farla aspettare. Strusciai la cappella tra le labbra
umide e calde, su e giu, e lei:
“mmmmmm
si mmmm prendimi mmmmm ora mmmmm
Voce
sensuale ed eccitata, con la quale mi implorava di impalmarla con il
mio cazzo.
Tremavo
dall’emozione per quel gesto estremo, che sarebbe stato un salto senza
ritorno. Mentre strusciavo il cazzo tra le fessure della fica mi
rendevo conto che stavo per entrare in un emisfero straordinariamente
rivoluzionario, rispetto ai i miei canoni morali, eppure dannatamente
eccitante ed attraente.
Era
assurdo che una giornata di dolore si fosse trasformata in un evento
imprevedibile, che avrebbe cambiato la storia della mia vita. Era un
salto nel buio! Ma l’esitazione durò poco, ero troppo eccitato per
tirarmi indietro.
La
fissai, le baciai il seno dai turgidi capezzoli e poi, brandendo il
cazzo come un coltello affilato, puntai nuovamente la rotonda e tesa
cappella nella feritoia della sua magnifica fica, e senza distogliere
lo sguardo dal suo, spostai il corpo in avanti, fermandomi solo
quando avvertì il caldo intenso della sua cavernosa figa avvolgere
il mio cazzo.
“mmmmm
si si mmmmm mmmmm lo voglio mmmm si si
Incitato
dalla sua voce implorante, mi allungai sopra di lei e, bilanciandomi
sulle braccia, iniziai a chiavarla con grande energia. Le sue cosce
velate da calze nere si innalzavano ai lati dei miei fianchi,
tremanti come oscillanti steli neri di una fiore, indotti dal ritmo
forsennato del mio agire dentro la sua fica.
“to
to to Salomè mmmmmm Salomè mmmmm
“Si
si mmmm si si mmmm fammi impazzire mmmmm voglio impazzire mmmmmm
Non
sapevo se si rendesse conto di quanto stava succedendo. Non sapevo se
fosse cosciente che l’uomo che la stava chiavando con forza, era
sua padre. Ed io, vinto dall’emozione, dalla sensualità della sua
bellezza, dalla lascivia del suo comportamento, mi ero lasciato
andare in quella follia incestuosa, forse anche con l’intento di
consolare il suo dolore. Ma una cosa mi era chiaro, Angela in quei
momenti aveva rimosso il dolore e lo sconforto che l’affliggevano,
immergendosi con sentimenti d'estasi, in quel rapporto al quale
partecipava, in perfetta sintonia tra mente e corpo; perché la
sentivo condividere intensamente a quel coito innaturale ed assurdo,
per come si era verificato.
“mmmmm
aaaaaaaaa mmmmmmm si si si si go oo do mmmm go oo do mmm si
si si
Dopo
averla scopata alla missionaria, passai in rassegna il suo fondo
schiena. Ora si trovava in una superba pecorina offrendo alla mia
visto il suo fondo schiena straordinariamente incantevole.
L’abbigliamento sexy, velo, calze e reggicalze esaltavano il suo
corpo e accrescevano in me la brama, che si stava sfogando con grande
enfasi nella sua fica. Ero una saetta che colpiva duro.
Aaaaaa
mmmmmmm aaaaaaaa si si si mmm godo mm godo
Le
posizioni si alternavano in modo estenuanti, senza tregua. Angela in
quei momenti si stava concedendo con grande entusiasmo e la sentivo
godere intensamente.
Aaaaaaaa
si mmmmmmmm
Alla
fine di una lunga sequela di affondi nella tipica posizione della
missionaria,
fissandola negli occhi, mi lasciai andare agli ultimi
colpi, profondi, penetranti e devastanti, prima di abbandonarmi a una
lunga e sublime sborrata nel suo utero.
Poi
per inerzia continuai a chiavarla fino all’estremo sacrificio:
aaaaaaaaaaaa
mmmmmmm
Quindi,
alla fine siamo arrivati al rilassamento fisico, dopo gli immani
sforzi di quella chiavata straordinariamente esaltante, ai limiti del
follia, che ci ha dato sensazioni inaudite e mai provate prima di
allora.
Mi
abbandonai al fianco della bella addormentata, sul suo letto
matrimoniale, adagiata come un angelo scuro, che aveva trasformato un
triste sudario in un alcova sublime e fonte di inaudito piacere.
Fui
destato dal sonno.
“papà!
“Si!
Che c'è?
Mi
ritrovai nudo, sul letto matrimoniale, davanti a mia figlia, anche
lei nuda. Reggeva una tazza di caffè. Situazione estremamente
imbarazzante. Poi lei con un sorriso:
“papà!
So che ti piace amaro!
“Certo!
Lo
sorseggiavo mentre lei mi fissava con un sorriso malizioso. Lo
sguardo provocante mi fece capire che quell'incontro non sarebbe
stato un episodio isolato; la vedova voleva essere ancora consolata!.
Così
va la vita
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