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martedì 17 marzo 2020

Una vedova da consolare

Il corteo funebre avanzava lento, lungo il viale che portava al cimitero. Il dolore e l’afflizione si manifestavano come un brusio di voci, che si spandeva da quel cordone grigio e cupo.

Il mio posto era a fianco di mia figlia Angela, giovane vedova inconsolabile, dal cuore spezzato, che sofferente procedeva lenta appoggiata al mio braccio.

Marco, il marito, appassionato di motori, era morto a bordo della sua potente motocicletta, a seguito di un terribile incidente stradale.

Angela sembrava una sposa in nero. Un lungo velo di tulle le copriva i capelli ed il volto, il tutto abbinato ad un vestito nero che la facevano apparire come un cigno nero.

Stava patendo una sofferenza immane, che difficilmente sarebbe stata rimossa in tempi brevi, visto che con il suo Marco aveva vissuto una intensa relazione d’amore; il matrimonio era stato il giusto corollario di quel rapporto caratterizzato da una forte passione.

Dopo la tumulazione ed il consueto saluto a parenti ed amici, la tenevo serrata al mio fianco per trasmetterle il mio affetto, e consolare il suo dolore.

Una volta a casa, dopo l'ennesima crisi di pianto, la somministrazione di un tranquillante le diede una apparente serenità, in questa occasione le feci una proposta:

Angela! Sei ancora giovane! Potrebbe essere utile se riprendessi gli studi universitari! Sarebbe una ottima occasione per distrarti e pensare di ricominciare una nuova vita!
ohhh papà mi sento vuota! Non riesco ad immaginare la mia vita senza Marco! Ohhhhh (pianto)

La mia ex moglie:
Angela! Ti voglio Bene! Se vuoi? puoi venire a stare da me! Un po’ di compagnia ti farebbe bene! E poi c’è tua sorella Alessia che sarebbe contentissima averti accanto! Ti vuole un sacco di bene! Cosa ne dici?

Con la mia ex moglie eravamo divorziati da circa diciotto anni. Lei si era rifatta una vita con un professore di scuole medie, da cui aveva avuto una figlia.

Per quanto mi riguardava vivevo ancora una vita da singolo. Anche perché avendo una personalità libertina, la libertà riacquistata mi ha dato la possibilità di soddisfare la ma indole, evitando prudentemente di impelagarmi in un nuovo rapporto, che si sarebbe rivelato senza altro squallido e claustrante come il primo.

Vi ringrazio tutte e due! Ma per il momento preferirei restare a casa mia! Qui ci sono i miei ricordi più belli! Per adesso non voglio chiudere definitivamente con il passato! ed ho bisogno ancora di vivere in questa casa per qualche tempo!
Da sola? In questa casa? No! Non puoi chiuderti come una suora di clausura! con il tuo dolore! No! Non possiamo lasciarti da sola! Angela!

Mia moglie:

Angela vieni da me? Dai!
No! Mamma! Ho bisogno di stare ancora a casa mia! Non sarà per sempre! Lasciatemi qualche tempo poi si vedrà!

La mia ex moglie mi guardò impotente, come se cercasse il mio aiuto. Ricambiai lo sguardo e assentendo con il capo:

Allora, se me lo consenti? potrei venire a stare con te! Almeno fino a quando non decidi di scegliere se tornare dalla mamma oppure di prendere in considerazione l’idea di riprendere gli studi universitari! E’ importante che non ti lasci soffocare dal dolore!

L’espressione di mia moglie si tranquillizzò subito, significava che la mia proposta di fare compagnia ad Angela era di suo gradimento. Così rivolgendosi a sua figlia:

Tesoro! Papà ha avuto una buona idea! Facciamo come ha detto lui! Ti farebbe bene avere un po di compagnia in questi momenti!

Angela mi abbracciò e mi strinse con forza e singhiozzando:

Come vuoi tu papà! Ohhhhh mio dio Marco non c’è più ohhhhhh (pianto)

Dopo esserci accomiatati dagli amici e da mia moglie. Rimasti soli accompagnai Angela in camera sua.

Ero preoccupato perché il suo viso malinconico era una maschera di sofferenza ed era pallido come un cadavere; nulla di allarmante visto che era la manifestazione di un dolore che le stava lacerando il cuore. Tuttavia mosso da compassione, l’abbracciai e:

Tesoro! E’ da alcuni giorni che non tocchi cibo! Sei debole e ti stai riempiendo di tranquillanti! Finisci per crollare! Devi mangiare qualcosa!
ohhhhhh Papà! Marco! Non c’è in casa! MARCO DOVE SEI! Ohhhhhhh (pianto disperato);

Era in preda ad un attacco d’ansia, e non sapevo come calmarla. Ad un certo punto la sento debole ed incapace di reggersi in piedi, la sostengo e per evitare che cadesse a terra, la presi in braccio e la portai nella camera da letto.

ohhhhhhh MARCO DOVE SEI? MARCOOOOO (pianto a dirotto)

Mi faceva pena vederla in quello stato. Qualsiasi gesto di consolazione mi sembrava inutile. Mi resi conto che la mia semplice presenza non era sufficiente a lenire il suo dolore. Cosi andai nel bagno e dall’armadietto delle medicine mi procurai la bottiglietta del tranquillante. Pensai che alcune gocce in più le avrebbe abbassato la tensione e indotta a dormire. Ne versai alcune gocce in un bicchiere d’acqua e lo feci bere ad Angela.

Gli effetti si manifestarono subito. Aveva smesso di piangere. Restò immobile a fissare il soffitto, sembrava in catalessi. Mi apparve strano come effetto, perché restava ferma a fissare il vuoto. Lo sguardo era privo di espressione.

Tesoro stai bene?

La scossi da una spalla, ma lei mi guardava come se fossi un estraneo. Pieno di compassione mi sedetti sul bordo del letto, vicino a lei, iniziando ad accarezzarle il viso, in attesa che si addormentasse.

Ad un certo punto i suoi occhi si sgranano e mi puntano intensamente. Mi sembrava assurdo, ma sembrava che l'effetto fosse stato contrario. Tuttavia l’espressione angosciata era totalmente scomparsa, sostituita da un sorriso malizioso e uno sguardo vivo.

Angela! Stai bene?
Certo che sto bene!

La voce era sicura e ferma, totalmente cambiata. Più calma. Sembrava che il dolore per la morte del marito si fosse volatizzato nel nulla.

Ad un certo punto iniziò a fissarmi ostentando un espressione provocante. Poi fece un
gesto che mi lasciò basito. Si scopri le cosce fino all’anca e, guardandomi fisso, con un ghigno malizioso, cominciò ad accarezzarsele. Rimasi perplesso davanti a quel gesto lascivo e inaudito per una figlia, considerato che ero suo padre. Tuttavia la scena, fortemente provocante, metteva a nudo le sue cosce candide, interrotte da calze nere, una differenza cromatica provocante.

Non riuscivo ad ignorare quella scena ed a fare a meno di guardarla. Nonostante
la situazione fosse assurda, notai dei particolari sensuali. Angela indossava calze nere tenute da reggicalze. Il pallore chiaro della sua pelle veniva esaltato dal nero degli indumenti intimi. Un abbigliamento molto sensuale.

Ad un tratto allargò le gambe, mostrandomi uno scoscio da infarto. I suoi occhi continuavano a guardarmi intensamente, mentre la sua lingua lambivano le labbra. Poi prese ad accarezzarsi le cosce, tenendole spalancate al massimo. Le mutandine nere coprivano lo spazio vaginale, perdendosi tra i glutei rotondo e bianchi. Era una immagina dannatamente eccitante.

Angela sembrava in preda al demone dell’eros. Un satanasso in calore che mi stava seducendo con la sua giovane sensualità.

Mi domandai: “Ma che cazzo di farmaco le ho propinato? Possibile che il tranquillante abbia agito sul carattere, annullando i suoi freni inibitori e la sua coscienza? Era emersa una aspetto perverso della sua personalità? Mi guardava come se fossi un estraneo. Forse lo stato di confusione le mostrava un realtà totalmente deformata! Ero perplesso, tuttavia non riuscivo distogliere lo sguardo dall'incavo vaginale. Si muoveva e si toccava il seno, le cosce e lo scoscio in modo passionale, lasciando intendere una mente eccitata, che si agitava piena di voluttà ed in modo impudico e trasgressivo.

Dopo essersi accarezzato le cosce e rovistato il solco vaginale, si alzò dal letto e senza distogliere lo sguardo dal mio, cominciò a spogliarsi. Muovendo in modo serpentino il corpo si sbottonò il vestito e dopo alcuni movimenti di danza, lo fece scivolare ai suoi piedi. Rimase in lingeria nera, mutandine, reggicalze e reggipetto, merlettati. Il tulle trasparente del capo, la copriva mostrando un immagine stupefacente. Era una figura erotica eccitante che emanava un attrazione potentissima. Ma non era finito lì, perché ballando, continuò con un conturbante striptease teatrale. Si sfilò le mutandine nere ed il reggipetto, restando in reggicalze e nuda, avvolta solo nel tulle nero.

davanti a quella scena il respiro si bloccò in gola. Era mia figlia, ma in quel momento non vedevo altro che la sua giovane e sensuale bellezza, che mi aveva scosso come un fulmine a cielo sereno. Figlia o meno, non potevo fare a meno di valutare l’aspetto sensuale di quella situazione assurda.
Dopo l’iniziale sbigottimento tentai di riprendermi dallo shock, cercando anche di controllare i miei impulsi, fortemente minacciati dalla seduzione sensuale di Angela, le sussurrai:

Angela! Che… che co..sa stai facendo?

Ero emozionato ma anche maledettamente eccitato. Cercai di affidarmi a quel poco di lume della ragione che ancora esisteva nella mia testa. Era difficile dare un senso diverso all’evidenza di quanto stava succedendo. Angela mi stava provocando un terremoto di adrenalina di immane potenza, e mostrandosi in quella mise super sexy, aveva messo a dura prova la resistenza dei miei sensi ed il senso dell’orientamento.

MMMM Non ti piaccio! Mm?

Anche la sua voce era diversa. Era sensuale e suadente. Stentavo a riconoscere mia figlia. Alla fine mi resi conto che in quel momento, in quella camera da letto, non c’era più mia figlia ma un donna eccitata che si stava offrendo con una forza alla quale era difficile resistere.

Il velo trasparente che le pendeva dal capo, esaltava in un modo sublime le linee sinuose del suo giovane corpo nudo. Stavo sudando freddo. Ero inchiodato davanti a lei, a fissare il balletto sensuale di Angela, che in calze nere e reggicalze, coperta da un velo scuro trasparente, mi stava provocando in modo sfacciato. Il peggio era che anche i miei freni inibitori si stavano frantumando, avvertendo un attrazione fatale verso il suo corpo e sodotto dal suo comportamento trasgressivo. I miei sensi erano ormai irreversibilmente compromessi e quindi non ero più in grado di resistere a quella tentazione del diavolo. Si aprì una via a senso unico, che mi spingeva solo in una direzione.

Nella penombra della camera da letto davanti a mia figlia, trasformata in una Salomè che danzava nuda con il chiaro scopo di sedurre, quindi mi restavano poche possibilità che potessi sottrarmi a quella azione devastante, che mi stava trascinando in circolo vizioso, con la forza passionale della sua bellezza.

Affascinato e ormai sedotto dallo splendore del suo corpo, candido ed esaltato da un abbigliamento sexy, affidai le mie intenzioni ai soliti impulsi irrazionali. Alla fine fui totalmente sedotto, per cui, in sinergia perfetta con le sue intenzioni, con naturalezza le sussurrai:

Sei una vedova da consolare! Non c’è dubbio!
Si!

Mi avvicinai e l'attirai verso di me, quindi l’afferrai dai fianchi stringendoli forte.
La compattezza del mio cazzo duro come la pietra, ingrossato oltre misura, si incastrò sublimemente nel suo caldo scoscio.

I suoi occhi mi fissavano incantati. Lucidi e pieni di voglia di andare oltre.

Salomé! così hai sedotto il tuo Erode? È quello che vuoi? Bene!

La baciai con passione. Le mani si posarono sui fianchi accaldati, accarezzando con grande slancio il suo corpo fremente. Le mani affamati di quel cibo prelibato; le muovevo verso gli angoli più intimi. Le sue natiche sode accolsero i miei tentacoli e divennero materia da plasmare, guidate dalla mia mente infuocata dal desiderio; proseguendo a baciarla sul collo e sulla bocca, fino a confondere la mie labbra alle sue carnose.

La ragione ci aveva completamente abbandonato.

Angela continuò a stupirmi perché si inginocchiò al mio cospetto, e, dopo aver armeggiato sulla zip dei pantaloni, sorridente raggiunse il suo scopo, perché mi aveva estratto un cazzo duro come l’acciaio, che borioso puntava verso l’alto.

Le sua mani lo accarezzarono lungo tutta la sua lunghezza, poi saldamente lo strinsero con energia, il tutto continuando a fissarmi con un pizzico di malizia, che mi fecero tremare il coccige. La pelle divenne d'oca quando vidi le sue labbra carnose guarnire la cappella e poi, a seguire, la sua lingua leccarla come un gustoso gelato, ed infine sparire ed ingrossare le gote.

Iniziò così un piacevole e lento pompino, sottolineato da un lieve maneggio dei
coglioni da parte delle sue mani delicate, che in perfetta sinergia con la bocca mi mandavano in estasi.
Angela, sorprendentemente si dimostrò una eccellente bocchinare, che si impegnava al massimo delle sue capacitò, affinché gli effetti diventassero incisivi. I suoi occhi sorridevano quando leggevano dalla mia espressione dell'apprezzamento di quel pompino. Il godimento era così forte che avevo difficoltà a reggermi in piedi.

Vista l’impossibilità di sopportare ulteriormente quello energico stimolo, la fermai e dopo averla baciata con passione la feci adagiare sul letto. Vederla distesa sul letto, era come ammirare una dea dell’olimpo. Il motore della sua passione era partito al massimo. Per tenerlo vivo, senza indugio, impregnato di bramosia, mi tuffai tra le sue cosce aperte, guidato da una libidine senza limiti, ed alimentata dalla bella vista dalla sua giovane e corpulenta fica.
L'azione era illuminata dalla bellissima vista dello suo scoscio, per cui agivo come un affamato di sensazioni. Inoltre, esaltate dalla differenza cromatica del bianco delle cosce con il nero delle calze, il mio agire ere impetuoso, affondando la bovva completamente tra le parti molli della fica, come un indemoniato posseduto da un anima dannata. I lamenti erano forti ed intensi:

mmmmmmm si mmmmmmmmm si si mmm godo....

Agivo con forza ed in modo estenuante.

si si mmmm si mmmmm godo mmmmm

Il sapore degli umori impregnavano le fessure della fica, che avevo separato per mettere a nudo la carne viva della sua fica poi con tutta la lingua iniziai a raspare con grande accanimento. L’eccitamento era talmente forte che la mia bocca agiva senza soluzione, attecchendo coma una ventosa alle parti molli della fica; In questo modo, lei godeva a squarcia gola, riempiendo l’aria della camera da letto dei suoi intensi singulti:

mmmmmm aaaaaaaa mmmmm si mmmmmm

Sentirla gemere mi infondeva una forza ulteriore. La bella e giovane vedova si
lasciava consolare. Il fatto che fosse anche mia figlia rendeva quell’immagine dannatamente esaltante. Friggevo nel desiderio carnale incestuoso, al pensiero che la donna che in quel modo generoso stava immolando la sua intimità al mio ardore, era mia figlia. Una sensazione vertiginosa che a stento riuscivo a controllare.

Mi ero spogliato e una volta nudo mi innalzai sulle ginocchia, in mezzo alle sue cosce spalancate. Lei mi guardava trepidante, impaziente che il mio cazzo duro si ficcasse nella sua figa grondante di umori. Non era il caso di farla aspettare. Strusciai la cappella tra le labbra umide e calde, su e giu, e lei:

mmmmmm si mmmm prendimi mmmmm ora mmmmm

Voce sensuale ed eccitata, con la quale mi implorava di impalmarla con il mio cazzo.

Tremavo dall’emozione per quel gesto estremo, che sarebbe stato un salto senza ritorno. Mentre strusciavo il cazzo tra le fessure della fica mi rendevo conto che stavo per entrare in un emisfero straordinariamente rivoluzionario, rispetto ai i miei canoni morali, eppure dannatamente eccitante ed attraente.

Era assurdo che una giornata di dolore si fosse trasformata in un evento imprevedibile, che avrebbe cambiato la storia della mia vita. Era un salto nel buio! Ma l’esitazione durò poco, ero troppo eccitato per tirarmi indietro.
La fissai, le baciai il seno dai turgidi capezzoli e poi, brandendo il cazzo come un coltello affilato, puntai nuovamente la rotonda e tesa cappella nella feritoia della sua magnifica fica, e senza distogliere lo sguardo dal suo, spostai il corpo in avanti, fermandomi solo quando avvertì il caldo intenso della sua cavernosa figa avvolgere il mio cazzo.

mmmmm si si mmmmm mmmmm lo voglio mmmm si si

Incitato dalla sua voce implorante, mi allungai sopra di lei e, bilanciandomi sulle braccia, iniziai a chiavarla con grande energia. Le sue cosce velate da calze nere si innalzavano ai lati dei miei fianchi, tremanti come oscillanti steli neri di una fiore, indotti dal ritmo forsennato del mio agire dentro la sua fica.

to to to Salomè mmmmmm Salomè mmmmm
Si si mmmm si si mmmm fammi impazzire mmmmm voglio impazzire mmmmmm

Non sapevo se si rendesse conto di quanto stava succedendo. Non sapevo se fosse cosciente che l’uomo che la stava chiavando con forza, era sua padre. Ed io, vinto dall’emozione, dalla sensualità della sua bellezza, dalla lascivia del suo comportamento, mi ero lasciato andare in quella follia incestuosa, forse anche con l’intento di consolare il suo dolore. Ma una cosa mi era chiaro, Angela in quei momenti aveva rimosso il dolore e lo sconforto che l’affliggevano, immergendosi con sentimenti d'estasi, in quel rapporto al quale partecipava, in perfetta sintonia tra mente e corpo; perché la sentivo condividere intensamente a quel coito innaturale ed assurdo, per come si era verificato.

mmmmm aaaaaaaaa mmmmmmm si si si si go oo do mmmm go oo do mmm si
si si

Dopo averla scopata alla missionaria, passai in rassegna il suo fondo schiena. Ora si trovava in una superba pecorina offrendo alla mia visto il suo fondo schiena straordinariamente incantevole. L’abbigliamento sexy, velo, calze e reggicalze esaltavano il suo corpo e accrescevano in me la brama, che si stava sfogando con grande enfasi nella sua fica. Ero una saetta che colpiva duro.

Aaaaaa mmmmmmm aaaaaaaa si si si mmm godo mm godo

Le posizioni si alternavano in modo estenuanti, senza tregua. Angela in quei momenti si stava concedendo con grande entusiasmo e la sentivo godere intensamente.

Aaaaaaaa si mmmmmmmm

Alla fine di una lunga sequela di affondi nella tipica posizione della missionaria,
fissandola negli occhi, mi lasciai andare agli ultimi colpi, profondi, penetranti e devastanti, prima di abbandonarmi a una lunga e sublime sborrata nel suo utero.
Poi per inerzia continuai a chiavarla fino all’estremo sacrificio:

aaaaaaaaaaaa mmmmmmm

Quindi, alla fine siamo arrivati al rilassamento fisico, dopo gli immani sforzi di quella chiavata straordinariamente esaltante, ai limiti del follia, che ci ha dato sensazioni inaudite e mai provate prima di allora.

Mi abbandonai al fianco della bella addormentata, sul suo letto matrimoniale, adagiata come un angelo scuro, che aveva trasformato un triste sudario in un alcova sublime e fonte di inaudito piacere.

Fui destato dal sonno.

papà!
Si! Che c'è?

Mi ritrovai nudo, sul letto matrimoniale, davanti a mia figlia, anche lei nuda. Reggeva una tazza di caffè. Situazione estremamente imbarazzante. Poi lei con un sorriso:

papà! So che ti piace amaro!
Certo!

Lo sorseggiavo mentre lei mi fissava con un sorriso malizioso. Lo sguardo provocante mi fece capire che quell'incontro non sarebbe stato un episodio isolato; la vedova voleva essere ancora consolata!.

Così va la vita



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