Mario
si era fermato di fronte all'ingresso dell’appartamento di sua figlia Alessia, aveva
la punta delle dita appoggiate alla porta, era nervoso e teso come una corda di
violino.
Probabilmente
era stato un grande equivoco, ma sapeva di mentire a se stesso, come se volesse
allontanare da se una verità che lo aveva angosciato tutta la notte, e non smetteva
ancora di tormentarlo.
Provava
un senso di fastidio, indotto da una collera che covava sotto un’apparente normalità, che non avrebbe potuto controllare in ogni modo, perché la colpa di
sua figlia gli sembrava gravissima e difficile da perdonare.
Il
dubbio andava comunque sciolto ed i problemi affrontati a viso aperto, a
qualsiasi costo.
Alessia era emozionata ed attendeva trepidante
l'arrivo di suo padre.
Non
lo vedeva da circa un mese, quindi fu molto felice, quando gli ha telefonato
annunciando quella visita a sorpresa.
Ma
era anche molto inquieta, perché al telefono gli era sembrato agitato, ed
il tono della sua voce, non era dolce e cordiale come d’abitudine.
Proprio
in quell'istante suona il campanello. Alessia molla tutto e corre subito all'ingresso
appena apre la porta se lo trova di fronte con il volto imbronciato.
Alessia
gli sorride comunque, e tirandolo verso di se, prima di farlo entrare nell'appartamento se lo abbraccia forte, baciandolo su una guancia.
Mario
guardò la figlia sforzandosi di sorridere, malgrado le preoccupazioni che lo
affliggevano a causa dei motivi per cui era venuto.
Alessia
era una bella ragazza, capelli lunghi e neri, con un corpo ben modellato e
gli attributi femminili distribuiti nelle giuste proporzioni.
In
quella circostanza indossava un vestitino stretto sui fianchi, scollato e
corto, che mettevano in risalto il seno aggraziato e abbondante, i fianchi
rotondi e le gambe lunghe e sode.
Il
padre giudicò che il vestito fosse molto succinto e provocante, lo squadrò per bene
e gli rammentò la ragione della sua visita.
L’entusiasmo, quindi, si spense subito ed il viso divenne nuovamente crucciato e deformato da una
smorfia di sdegno.
Alessia,
nonostante avesse colto quello strano atteggiamento, abbozzò un ghigno di
circostanza ed invitò il padre ad entrare:
"Entra Papà, dai vieni in salotto!"
Gli
prese il braccio, trascinandolo con slancio verso il soggiorno.
Alessia
aveva notato chiaramente il cambio di umore sulla sua faccia, quindi divenne
irrequieta e curiosa di capire il motivo di quello strano comportamento, ma
sopratutto di conoscere la ragione di quella visita inaspettata.
Pertanto,
facendo buon viso e cattivo sangue, ostentava un sorriso cordiale, e sedendo al
suo fianco, sul divano, aspettava che fosse lui a parlare per primo.
Mario
iniziò a fissare la figlia dai piedi alla testa, quindi, si sforzò di controllare
il tono della voce e le forti emozioni che stava provando.
Fu
del tutto inutile, perché vederla vestita in quel modo gli ricordava il motivo della
visita, quindi facendosi prendere dall’ira, scattò in piedi incollerito, e respirando
veloce ed in modo affannoso, con un tono di voce alto urlò:
"Penso che dovrei arrivare al punto della
questione, Alessia!"
Alessia, sorpresa da quello scatto d’ira, lo fissò perplessa, attendendo una spiegazione
per quel modo di fare.
Il
padre, senza moderare il tono, aggiunse:
"O
dovrei chiamarti Luana?
Appena
Mario pronunciò quel nome, il viso di Alessia diventò bianco, sembrava che il
sangue gli fosse defluito dal corpo. La sua mente iniziò a preoccuparsi, a
chiedersi angosciata i motivi che avevano indotto suo padre a pronunciare quel
nome. Lui sapeva tutto! Com’era possibile? La conferma gli arrivò subito.
"Ti
stai chiedendo coma faccio a conoscere questo nome? Bene ora te lo spiego per
bene! Ieri notte stavo navigando in Internet, quando mi sono imbattuto in certi
annunci con tanto di fotografie! Sono entrato ed ho iniziato a sfogliare le
pagine. C’erano tante foto di ragazze nude! Erano escort che offrivano le loro
prestazioni sessuali! Alessia! In un primo tempo non ho creduto a quello che
vedevo. Ma appena sono arrivato alla pagina di Luana stavo quasi cascando dalla
sedia! Eri tu! Ed eri completamente nuda! Ho pensato che fosse una ragazza di
nome Luana che ti somigliava. Alla fine ho dovuto arrendermi davanti
all’evidenza! Quella ragazza in pose oscene eri proprio tu! Una troia come le
altre, che si prostituiva per denaro! Alessia tu fai la PUTTANA!
Alessia
ascoltò le parole del padre, imbarazzata, come se fosse stata investita da una
valanga di merda, era disorientata e giaceva inerte sul divano, in uno stato di
catalessi totale, mentre il suo cervello sembrava impazzito alla ricerca affannosa
di una giustificazione plausibile a quelle accuse.
Poi
balbettando:
"Per
favore, Papà, tu non capisci!
Il
padre rapidamente bloccò qualsiasi reazione, prima che potesse proseguire, l’aggredì
verbalmente senza placare la sua ira, che aumentava fino ad esplodere come un
vulcano in eruzione.
"Che cosa non dovrei capire? È difficile
capire che sei una puttana! Quello che non capisco com’è potuto accadere? Ti ho
crescita nel migliore dei modi possibile e ora vedo il tuo corpo venduto come
vile merce, al migliore offerente e le tue gambe allargarsi a qualsiasi uomo
che ti offre del denaro! Non puoi negare l’evidenza!
Lei
si afflosciò sul divano, come una bambola di pezza inanimata. La testa piegata
in giù, poi respirando affannosamente rispose con un tono di voce appena
percepibile, quasi un bisbiglio:
"Sì!
È vero!"
Mario
quando sentì sua figlia ammettere la verità, esplose in un impeto di collera
incontrollato, si lanciò come una furia su di lei gli afferrò i polsi e la
costrinse ad alzare la testa.
Mentre,
la fissava rabbioso, la sua mente stava pensando a come punirla, improvvisamente
gli venne in mente il castigo adatto alle circostanze, proprio quello che
meritava quella sfacciata.
"Tu
mi hai deluso. Meriti una punizione per le porcate che combini!
Si
sedette al suo fianco, le strinse i polsi e la trascinò sopra il suo grembo a
faccia in giù, poi le scoprì il culo fino alla vita. Prima che Alessia si
potesse opporre iniziò a picchiare forte con il palmo della mano.
Il
rumore secco degli schiaffi rimbombava nella stanza mischiandosi ai singulti di
Alessia.
“schiaffff
schiaffff schiaffff schiaffff
"ai iiiiiiiiiiiiii Per favore, Papà, no ooooo
mi stai facendo male!"
“Zitta mmmm troia è quello che meriti! sei una puttana! to to mmm
Alessia
gridava la sua disperazione, mentre il padre le stava scorticando la pelle delle
natiche, accanendosi come un cane rabbioso.
Nonostante
il dolore fisico e la sofferenza che stava subendo dal padre, Alessia cominciò
a pensare che quella punizione, dopo tutto, non era diversa da quella che pativa
da certi clienti, da cui traeva molto diletto.
Mentre
subiva le sculacciate del padre, si sorprese per quello che stava provando, il
dolore si era trasformato in piacere, sentiva la mano paterna che colpiva le
sue natiche, già abbondantemente arrossate, che gli dava una sensazione piacevolmente
inaudita.
La
figa iniziò a pulsare ed i capezzoli a indurirsi accentuando la loro
sensibilità, sensazioni che gli provocavano brividi e gradevoli godimenti che aumentavano ogni qual volta il palmo della mano impattava sui suoi glutei.
Ad
un tratto si accorse di un particolare sbalorditivo, che le sballò completamente
la mente. Anche il padre si era lasciato trascinare emotivamente da quella
situazione incandescente, come i suoi clienti si era eccitato, ed in quello istante
percepiva chiaramente il suo cazzo duro, che premeva contro il suo ventre e lo
avvertiva palpitante spingere da sotto.
Quella
situazione imbarazzante fece scattare in lei una reazione improvvisa, un
pensiero che la infastidì subito.
"Aspetta un minuto!"
Disse
con rabbia,
"Papà!
Come hai fatto a trovare i miei annunci su Internet, su un sito a pagamento?
Quella
frase, lo colpì come un maglio, facendogli bloccare la mano in aria.
Alessia,
ne approfittò e si divincolò dal grembo paterno, saltando in piedi, lo
fronteggiò con tono duro.
"Tu
cercavi una puttana da scopare! Le ragazze di quel sito non si trovano
facilmente nelle pagine libere! Bisogna essere membri! Inoltre per vedere me
devi essere almeno un VIP! Tu stavi cercando un ESCORT, quando ti sei imbattuto
nelle mie fotografie! Vero Papà?"
Mario
sbiancò in viso. Alessia osservò la reazione del padre. Non si era sbagliata.
Lui stava cercando una ragazza a noleggio, una come lei.
Poi
Alessia, intuendo la verità, si eccitò al pensiero che il padre non era differente
dai suoi clienti. L'eccitava l’idea che l’aveva osservata nuda, forse
desiderata, così cambiando il tono della voce, con un timbro più suadente.
"Cosa
hai pensato quando hai visto le mie fotografie? Papà? Guardami in faccia quando
ti parlo!
Mario
aveva un’espressione impacciata e confusa. I ruoli si erano invertiti.
Alessia,
prendendolo di petto, s’inginocchiò davanti a lui, scivolandogli come una gatta
in calore tra le gambe aperte.
Poi
posò le mani sulle cosce e lentamente le fece scorrere fino a raggiungere il
cazzo duro del padre, che palpitava sotto la stoffa. Appena lo cinse ebbe un
moto.
"Oh,
questa è bella! Cosa è? L’effetto che ti hanno fatto le mie foto o il mio culo
mentre lo prendevi a schiaffi? Ti è piaciuto vero? Sei un pervertito!
"Alessia, tesoro, per favore, tu non dovresti
comportarti così! Sono tuo padre!"
“Mio
padre? Mio padre non è uno che cerca le puttane su internet! No tu non sei mio
padre! Sei un cliente!
Mario
ha bisbigliato qualcosa di incomprensibile mentre tentava di respingerla via da
se.
Alessia
resistette alle spinte del padre e fissandolo negli occhi.
"Scommetto
che questo ti piacerà moltissimo! Sei venuto a cercare un escort? Hai trovato un ESCORT!
Dopo
aver pronunciare quelle parole, rapidamente afferrò le spalline del vestito tirandole
giù fino al costato. Le sue mammelle
piene e sode rimbalzarono aggressive davanti agli occhi eccitati del padre, le
più belle che lui avesse mai visto.
Alessia
ormai aveva il controllo della situazione.
Così,
con un gesto repentino, afferrò le mani del padre e lo costrinse a toccare le
sue tette, nonostante protestasse.
"No,
Alessia, non posso!"
“Come?
Le hai cercate su internet! Che fai? non tasti la merce prima di provarla?
Alessia
lasciò le mani del padre sulle sue tette e lui, ormai succube della figlia, le
tenne su, continuando ad impastarle come panetti di pizza, soffermandosi ogni tanto
sui capezzoli turgidi.
Alessia
si era eccitata perché quella situazione incandescente aveva coinvolto anche i
suoi sensi. Abbassò lo sguardo sul grembo del padre, si morse le labbra, pensando
che sotto la stoffa c’era un cazzo duro e pulsante. Così seguendo il suo
istinto, senza esitare, aprì la patta dei pantaloni infilandoci la mano.
“Alessia
aaa no oooo non devi!
La
voce del padre era completamente stravolta e le parole non corrispondevano alle
reali intenzioni. Era eccitato come un montone pronto alla monta.
Alessia,
si impossessò del cazzo del padre e lo menò per alcuni minuti, dopo per
facilitare la sua azione, raggiunge la vita ed allenta la cintura, slacciando i
pantaloni e, con movimenti lenti, li fece scivolare giù, insieme alla biancheria
intima, fino alle caviglie.
Mario,
rimase completamente turbato, non riuscì ad opporre alcuna resistenza, era quasi
in trance, tuttavia continuò a spremere ed a soppesare con libidine le grosse
mammelle della figlia.
Lo
sconcerto è aumentato, quando vede Alessia piegarsi con il busto in avanti ed
infilare il suo cazzo in mezzo al seno. Con entrambe le meni afferra i grossi
meloni e serrandoli attorno al pene comincia a stimolarlo con un lavoro di tette.
"Non possiamo fare questa tesoro, per
favore fermati!"
Alessia,
ignorò le parole del padre, e sorridente lo guardò in faccia, mentre si leccava
le labbra. Lo aveva in pugno.
Le
grosse tette stringevano il cazzo paterno masturbandolo con forza, ogni tanto
la bocca di Alessia si impossessava del glande ghermendolo come una dolce
leccornia
"Sì,
che possiamo, Papà, so che lo desideri tanto. Ho voglia di farti un pompino! Non
vuoi vedere le labbra della tua bambina che avvolgono il tuo cazzo?"
La
mente di Mario era in subbuglio, pensava di vivere un incubo; non poteva essere
vero, doveva fermare sua figlia.
Fece
un ultimo tentativo di bloccarla. Le spinse il capo indietro, cercando di
allontanarla dal suo cazzo.
"Per favore, Papà, ho voglia di prenderti
il cazzo in bocca! Lasciami fare!"
Mario
aveva trovato quasi la forza di respingerla, quando la bocca di Alessia calò giù
chiudendosi attorno alla cappella del suo cazzo.
Quando, la sua lingua iniziò a lisciare il nerbo, si rese conto che lo desiderava anche
lui, ed in quel momento le apparve come la cosa più meravigliosa e naturale che gli fosse
capitato.
In
quelle condizioni era impossibile fermarla. Mario, alla fine si arrende ed
appoggiandosi al divano, rilassa le membra, mentre le sue mani guidavano le
evoluzioni di quel sublime pompino.
Alessia,
si staccò per un attimo dal cazzo, sorridente alzò la testa, guadando gli occhi
del padre:
"Ti
piace, Papà?"
"Stai zitta, piccola puttana, e riprendi
a succhiare il cazzo di papà!"
“Si…
così mi piaci papà! mmmm
Mario
sorrise mentre spingeva la testa della figlia giù, sul suo cazzo duro.
Ormai
si era spogliato di tutti i pregiudizi che lo bloccavano, il godimento fisico
che stava provando gli avevano annullato tutti i residui di freni inibitori.
Sua figlia faceva la puttana per mestiere. Non c’era nulla di male ad aiutarla
nel suo lavoro.
La
osservava incantato, mentre con grande impegno si stava cimentando in quel
piacevole pompino. Se fosse stato un medico avrebbe potuto visitarlo come
paziente, oppure un dentista o un odontoiatra, Sarebbe stato normale. Sua
figlia faceva la puttana. Lui come cliente o paziente perché non poteva
frequentarla? Al diavolo la morale. Era incesto si, ma a fin di bene perché
dimostrava a sua figlia che accettava il lavoro che aveva scelto. Ogni padre
dovrebbe essere orgoglioso del lavoro di sua figlia.
Mario
apprezzò molto l’abilità della figlia nel muovere la bocca. Pensò dentro di se,
almeno il mestiere della puttana lo faceva bene. Era brava ed attenta a
stimolare ogni particolare del cazzo, compresi i coglioni, e lo faceva con gran
maestria, segno di grande esperienza sul campo, forse la migliore nel suo ambiente.
"Mmm, ooo papà ti piace farti succhiare
il cazzo?"
Bisbigliò
Alessia.
"Certamente,
soprattutto quando la puttana è brava! Come te tesoro!
Mario
si sentiva orgogliosa di trarre piacere da quel pompino incestuoso, mentre
osservava la testa nera di sua figlia che si muoveva sul suo cazzo immaginando
gli uomini, vecchi e giovani, che si erano seduto sul quel divano, mentre lei
glielo prendeva in bocca.
Nonostante
tutto, gli sembrava ancora incredibile realizzare l’evidenza di quelle che
vedeva e cioè la sua dolce bambina inginocchiata davanti a lui con il suo cazzo
in bocca.
Tuttavia
quelle fantasie furono così incredibilmente reali ed eccitanti, che iniziò ad
avvertire i primi stimoli.
Man
mano che la bocca di Alessia incalzava sul suo cazzo, l’eccitazione aumentava,
così quando i primi conati di sborra le preannunciarono un imminente orgasmo,
afferrò la testa di Alessia e mosso il bacino verso l’alto chiavandola con frenesia
nella cavità orale.
"Tesoro
sto per sborrare!"
Alessia,
sentendo quelle parole, aumentò lo sforzo muovendo velocemente la bocca.
Senza
fermarsi ha continuando a succhiare fino all'estremo sacrificio. Al culmine del
piacere, Mario afferrò la testa della figlia, e tenendo il cazzo in profondità,
scaricò il suo caldo seme nella gola di Alessia, inondandogli la bocca.
Alessia
ne fu felice perché la sborra che gli stava riempiendo la bocca non era quella
del solito cliente, ma del padre, per questo motivo per lei aveva un gusto
speciale ed unico.
La
ingoiò tutta, fino all'ultima goccia, ed anche dopo, ha continuato a succhiare
il cazzo del padre fino a, quando non si è afflosciato nella sua bocca.
Alla
fine ha guardato in su, negli occhi del padre, e con tono felice:
"Ti
voglio bene, Papà!"
"Ti
voglio bene, anche io, bambina mia. Poi sorridente: Se lo sapesse tua madre?"
Mario
continuò a frequentare la figlia e poté apprezzare altre qualità che aveva
letto nel suo profilo in Internet.
Divenne
il suo miglior cliente e stimatore, lasciando commenti favorevoli nel profilo
di Luana, chiaramente con un falso nome.
Così
va la vita
Guzzon59
Nessun commento:
Posta un commento