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mercoledì 27 marzo 2013

Per scherzo ho scopato mia nuora...


L’ispettore Smithz era stato incaricato di verbalizzare il responsabile del reato d’incesto.
Suo figlio lo aveva sorpreso a letto con la moglie, mentre stavano consumando un rapporto sessuale incestuoso. Urla e schiamazzi, svegliarono tutti i condomini di quel centro residenziale, che incuriositi dal fracasso, avevano affollato le scale e i balconi. Tutti hanno assistito alla scena in cui il figlio pestava il padre e lo accusava di quello che aveva commesso con la nuora.

L’intervento della Polizia, chiamata da un condomino, aveva riportato l’ordine nel palazzo. L’episodio, raccontato negli atti degli agenti, per la magistratura era da registrare come reato. Perché il rapporto incestuoso, ormai di dominio pubblico, aveva creato scandalo nella piccola località, anche in considerazione che i due rei erano molto conosciuti, perché gestivano uno dei maggiori alberghi della zona.

Il vecchio ispettore Smithz, nel suo ufficio, riceve uno degli autori del crimine, al secolo Rossi Marcello, di anni 46, albergatore.

Ciao Enzo!
Buongiorno!

I due si conoscevano benissimo, ma nella circostanza l’ispettore doveva tenere un comportamento neutrale. Glielo imponeva il protocollo deontologico del suo mestiere.

Marcello era imbarazzato. Avrebbe preferito un altro poliziotto. Il giudice aveva affidato le indagini all’ispettore Smithz, quindi non si poteva disubbidire ad una disposizione della Magistratura.

L’ispettore Smithz si schiarì la gola e, assumendo un atteggiamento marziale:

“Sorvoliamo sull’episodio dell’altra sera. E’ tutto scritto nella relazione redatta dai Poliziotti intervenuti a casa di tuo figlio. Prima di cominciare una domanda? Intende presentare denuncia contro suo figlio per le lesioni e le percosse?
“No! Non mi sembra opportuno complicare le cose!
“Bene!
“il magistrato vorrebbe valutare la gravità dei fatti! Soprattutto sapere da quando lei, con sua nuora Fernanda, intratteneva la relazione incestuosa?
“Da quattro anni!
“Quindi, da prima che suo figlio la sposasse?
“Si!

Il figlio era sposato da due anni circa. L’ispettore era presente alle celebrazioni. Fu una cerimonia fastosa. Gli sposi, giovani e belli, erano apparentemente felici. La sposa in quella circostanza metteva in mostra un bel pancione, essendo al settimo mese di gravidanza.

Marcello guardava le mani di Smithz. Si muovevano nervose. Da come soppesava e girava la penna si capiva che quella risposta lo aveva infastidito.

“Enzo io… vorrei spiegarti, che non devi arrivare a conclusioni sbagliate!
“Mi scusi! La prego! Risponda solo alle domande!

Marcello fissò l’Ispettore, ma non ottenne alcuna soddisfazione. Abbassò il capo.

“Va bene!

Ad un tratto le mani dell’Ispettore Smithz batterono violentemente sul bancone. Quello schianto fece saltare Marcello sulla sedia. Il vecchio poliziotto alzò lo sguardo:

“Adesso spengo il registratore, e tu mi dici come cazzo ha avuto inizio sta storia!
“Enzo! Non giudicarmi, non è come pensi! Non ho approfittato di Fernanda. Lo so! tre anni fa lei aveva appena diciassette anni! Ma ti assicuro che non è come pensi!
“Il figlio che aspettava era tuo?

Marcello si sbiancò in volto. Voleva rispondere di no, ma pensò che non era il caso di mentire.

“Si è mio figlio!

Si sentì un rumore secco, che è rimbombato nella stanza come un tuono, era l’effetto di un micidiale pugno assestato sulla base del tavolo dall’Ispettore Smithz.

“Enzo… io no so che dire… credimi… ti prego di non condannarmi!

L’ispettore Smithz riprese a respirare. L’ira gli stava ottenebrando la mente. Doveva mantenere la calma.

“Va bene! Ora, racconta, come cazzo è cominciata! la tresca tra te e Fernanda!
“Non ci crederai. E’ iniziata per scherzo! Un gioco assurdo che avevamo organizzato con  Alberto, in danno di mia moglie, la sera, che è arrivato all’albergo e ci ha presentato Fernanda, come la sua fidanzata.

Marcello, si fermò a riflettere su quello che doveva dire. Voleva raccontargli tutto e date le circostanze, sarebbe stato opportuno evitare alcuni aspetti scabrosi, che mettevano in luce una personalità trasgressiva della nuora.

Marcello rimane in silenzio, ma riprende a pensare:

………Quella sera Alberto mi aveva presentato Fernanda, la sua nuova fidanzata. Dopo i convenevoli, con una scusa lo trascinai fuori.

“Ma che cazzo mi hai portato in casa! Coprispalle di seta trasparente; top nero succinto, pantaloni trasparenti di raso e tacchi a spillo. Truccata come una mignotta! Quella secondo me, l’hai rimorchiata sulla tangenziale! E’ una puttana! vero?
“ahahahha no! È vestita così perché stasera ha recitato in uno spettacolo musicale! Ti ricordi il film casinò?
“Si!
“Appunto! lei era un delle tante comparse! Hahah hai visto? Sembra autentica! hahahah
“E’ vero! L’ho scambiata per una di quelle! Scusami!
“Frequenta anche lei la mia stessa scuola! é al primo anno di liceo!
“ahahah che idiota!
“E’ una ragazza in gamba! Quando la conoscerai meglio, sicuramente t’innamorerai di lei!
“Andiamo a conoscerla meglio allora!

Mia moglie Teresa, che non conosceva i fatti, si teneva a debita distanza, scrutandola con una espressione diffidente e direi sdegnata. Quello che peggiorava ancora di più la situazione, fu il movimento della mandibola di Fernanda, che stava masticando una gomma.
Dissi ad Alberto di non riferire nulla a sua madre, e di tenermi la mano perché volevo fargli uno scherzo.

Teresa, appena ci vede, riprende il colorito del viso. Io, ridendo sotto i baffi, mi avvicino a Fernanda e la stringo dai fianchi.

“Che bella ragazza! Si! È proprio come l’hai descritta tu! Mi piace!

Alberto schiacciò l’occhio a Fernanda. Come dire: è tutto a posto.

Teresa, mi prese da un braccio, e con una scusa mi portò dietro il bancone della reception.

“Alberto ti aveva parlato di lei? Ma caspita l’hai vista bene?
“Si! È una povera ragazza di strada! Alberto mi ha detto che ha perso la testa per lui!
“Fa la puttana?
“Forse! E allora? Cosa c’è di strano? L’importante è che si vogliono bene!

In quel momento sarei voluto scoppiare dal ridere. L’espressione del viso era indescrivibile. Sembrava un vulcano in procinto di esplodere in lapilli e lava, incandescenti.

“Ma che cosa stai dicendo? Quella puttana non metterà mai piede in casa nostra!
“Non so se ha fatto la puttana? Magari con Alberto diventerà una brava ragazza!
“Sei pazzo! E tu accetti che tuo figlio si metta con una che l’ha data a tutta la città! Forse è anche malata!
“Anche se avesse fatto la puttana? Tu hai dei pregiudizi!
“Ma quali pregiudizi! Sei impazzito! Siamo una famiglia per bene! Pensa che situazione imbarazzante, quando la dovremo presentare a parenti e amici, con i quali, forse, ci ha fatto le marchette! Dio mio non respiro!
“Va bene! Poi parlo con Alberto! Ora andiamo di là e fai buon viso!
“E’ una parola! Hai visto? Come diavolo è vestita? Non ci vuole tanta fantasia ad immaginare che razza di mestiere fa!
“E tu fagli credere che è una brava ragazza! Ti prego! Fallo per Alberto!

Mi stavo scompisciando dal divertimento. Il suo viso era una cosa indefinibile. Lo scherzo era riuscito alla perfezione. Dovevo fare qualcosa? Qualcosa che la facesse uscire fuori dei gangheri.

“Va bene! mi sforzerò! Di trattarla da persona normale! Che dio mi aiuti!

Quando ritornammo nella hall, Alberto mi fece un segno. Anche lui si stava divertendo alle spalle di sua madre. Sul volto di Fernanda colsi un’espressione d’ironia. Quei due si erano messi d’accordo. Bene.

Fernanda appena mi vede:

“Signor Marcello! Ho come l’impressione di conoscerla! Però, non mi ricordo in quale occasione, io e lei, ci siamo conosciuti?

Teresa, appena sentì quella frase, si sbiancò in volto. Mi guardò in modo minaccioso. Secondo me, stava pensando che fossi stato uno dei tanti clienti di Fernanda. Si era agitata, presa dallo sbigottimento, afferrò il braccio di Alberto e se lo strascinò fuori.

Io e Fernanda, scoppiammo a ridere, all’unisono.

“Signor Marcello! Alberto mi ha detto che dobbiamo andare nel retrobottega!
“Chiamami Marcello! Signore mi pare un po’ pomposo! Vieni! E’ di là!

Entrammo nel retrobottega. Fernanda si tolse il coprispalle di seta e si piegò col busto in avanti. Appoggiandosi ad una cassapanca, ha assunto la posizione di novanta gradi. Si girò e con un sorriso sgargiante:


“Alberto ha detto di farci trovare in questa posizione. Tu con le mani sui fianchi e appena li senti arrivare devi fingere di schiaffeggiarmi ed insultarmi!
“hahah secondo me rischiamo un aggressione violenta! Ahahah mi piace come idea! Questo la manderà su tutte le furie e poi, insieme, grideremo sei su scherzi a parte! Hahahaha
“si! Si! sarà divertente! hahahah

Quando si piegò nuovamente in avanti fui attratto da un particolare. Fernanda, in quella posa mostrava un lato b fantastico. Appena lo vidi per bene, mi venne la pelle d’oca. I pantaloni erano talmente aderenti che mettevano in risalto uno scoscio da infarto. I glutei rotondi, che scendevano verso la nicchia vaginale, formavano un incavo da sballo.
Ci misi un secondo a somatizzare quel panorama provocante, con una possente erezione.
Lei, intanto, s’era mossa quel tanto da mettersi a pecorina, inarcando la schiena e mostrando un culo borioso, aggressivo e tentatore, tale da suscitare un terremoto di adrenalina di immane potenza. Rimasi imbambolato. Incantato da quel meraviglioso scenario.
Fui destato da Fernanda che divertita mi spronava:

“Dai! Adesso! Stanno arrivando!

Le voci di Alberto e Teresa si stavano facendo sempre più forti, erano dietro la porta.
Sento mia moglie che domandava ad Alberto, “E adesso dove cavolo sono andati?
Lui, che sapeva, disse: “forse sono entrati nel retrobottega!. Mia moglie: “Nel retrobottega? E perché?

Stavano entrando. Mi appoggiai subito con il palmo delle mani sulle natiche di Fernanda. Cribbio quel contatto mi fece sballare la mente. Era tonica e calda. Il cazzo sobbalzò istintivamente, come se avesse ricevuto un colpo di frusta. Lo sentivo rigido e pulsante, come un cavallo imbizzarrito e infervorato davanti al sedere della sua puledra, pronto per la monta.

“Ora colpisci!
“Schiaf schiaf schiaf

Era incredibile, stavo prendendo a scappellotti il culo di Fernanda. Più che schiaffi erano leggeri tocchi.

“Piccola monella!  Tiè! tiè! Sei venuta per provocarmi! Vero? Tiè monella!
“mmmmm si mmmm Mi piace! Ancora! si picchiami! Insultami! Ancora!

Chiunque in quel momento avrebbe travisato la scena. Un uomo che colpiva le natiche di una ragazza? Appariva, sicuramente, uno scenario sensuale. A Teresa sarebbe venuto un infarto. Per quanto mi riguardava ero compiaciuto di poter ammirare quel magnifico panorama. Un culo da cento e lode che mi stava facendo saltare le coronarie.  Se non fosse stata la fidanza di Alberto,  gli avrei schiaffeggiato le natiche con accanimento, approfittando di quella circostanza per soddisfare gli istinti sessuali in subbuglio e quello che in quel momento la mia mente agitata stava fantasticando.


Intanto la porta non si apriva. Un forte rumore mi fece bloccare la mano a mezz’aria. La maniglia si era rotta. Mi rivolsi a Fernanda. Sussurrando:

“E ora? Che facciamo?

Solo allora mi accorsi della strana luce che brillava nei suoi occhi. Mi venne una fitta allo stomaco. Fernanda era eccitata. Quella situazione ambigua l’aveva coinvolta emotivamente. Con voce quasi stravolta dell’emozione sussurra:

“Continuiamo a fingere! Vedrai che Alberto troverà il sistema di entrare!
“schiaf schiaf schiat

Gli schiaffi stavolta erano leggermente più pesanti.

“mmmmmmm si picchiami insultami! Siiiii mi piaceeeeee mmmmm trattami come una puttana! Ancora! ancora aaaa

Pensai: “Ha detto come una puttana? Caspita, la ragazza voleva giocare duro. Ora l’accontento! Che era anche quello che desideravo fare in quel momento. Inizia a picchiare più duro.

“Tiè! Zoccola! Tiè troia! Tiè puttana!
“si iiiiiii mi piace eeee insultami iiiii così ancora aaaaa si iiiii ancora aaaaa

I ceffoni erano molto forti e si sentivano echeggiare nella stanza. Inoltre, mi ero talmente fatto prendere la mano da quella situazione incandescente che esageravo anche con gli improperi. Ero super eccitato e non stavo affatto fingendo. La stavo colpendo seriamente e con violenza. La sentivo gemere dal godimento; il piacere datogli dai miei schiaffi aveva trasformato i lamenti finti in veri pianti di piacere.

“Hai un bel culo! Mmmm non resisto più

L’afferrai dai fianchi e pressai il grembo contro i suoi glutei, gli ficcai il cazzo ingrossato nella nicchia vaginale. Appena sentì il contatto iniziai a spingere e a strofinare con grande forza.

“mmmmmmmm si lo sento ooooo è duro ooo mmmm mi piace si iiii
“Sei una troia aaaa to.. to mmmm

Il gioco ci era sfuggito di controllo e ci aveva coinvolto in una giostra di sensazioni vertiginose. Non era più possibile fermarla e tornare indietro. Il divertimento continuava.

Gli accarezzavo il culo, le anche e poi, infilai le mani sotto il top,  e raggiunsi le tette. Appena le ebbi in mano, cominciai a stringerle forti.

“mmmmmm si mmmm mi piace eeeeeee

Ero diventato un cane idrofobo. Un leone inferocito che si stava nutrendo di una giovane antilope.

Nel frattempo sentivo mia moglie e Alberto che cercavano di aprire la porta. Li sentivo armeggiare, ma la porta rimaneva chiusa. Sicuramente ci voleva un falegname.

Quel problema non m’interessava più di tanto, perché ero concentrato a gustarmi quel giovane corpo.
Lo stimolo attraverso i pantaloni non mi bastava più. Dentro di me, cresceva la brama di andare oltre la sceneggiata. Così, con la mente stravolta dalla libidine, m’inginocchiai dietro di lei, afferrai gli orli dei pantaloni e li trascinai giù, insieme alle mutandine di cotone. Appena vidi le labbra della fica, chiuse e paffute, coperti da peli castani, avvertì una vera e propria scarica di adrenalina, che si diffuse come uno tsunami su tutto il corpo. In preda ai più bassi istinti animaleschi e dal desiderio carnale di quel giovane corpo, separai le grosse labbra ed infilai la lingua nei tessuti molli della vagina, unti e profumati come un fiore appena sbocciato. 

“mmmmmmmmmm si mmmmmmmmm si mmmmmmm mi piace eeeeee

Leccai con gusto, con ingordigia, in modo esagerato. La faccia era completamente immersa in mezzo allo scoscio. La tenevo ferma dai fianchi, mentre la bocca raspava come una iena affamata, razzolando con gusto tra le fantastiche labbra vaginali, il clitoride ed il buco del culo. Era cibo prelibato dal gusto speciale, più ne mangiavi e più ne volevi.
Completamente stordito da quel santuario del piacere, senza più il controllo della ragione, passai all’azione successiva:

“non ce la faccio più!

Il desiderio di quel corpo era diventato travolgente. Mi alzai in piedi. Mi aprì la cerniera lampo ed estrassi il cazzo, che duro come era, urtò contro le sue bellissime e rotonde natiche.
Fu una vera a propria liberazione dello spirito perché, non ne potevo più di tenerlo chiuso in quell’angusto spazio. La voglia di scoparla mi aveva sconvolto la ragione. Ormai nessuno in quel momento poteva fermarmi. Afferrai il cazzo e spinsi la cappella contro lo scoscio di Fernanda. La schiacciai con forza tra le fenditure della fica, strusciando su e giu, alla ricerca dell’ingresso vaginale. Appena sentì quel valico aprirsi al mio impeto, diedi una forte spinta in avanti. La penetrazione avvenne con facilità perché quel cunicolo delle meraviglie era completamente impregnato di umori vaginali. Scivolai in profondità, fino alla base.

“mmmmmmmmmmm si iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii mmmmmmmm
“mmm tooooo troia! Era questo che volevi? Vero? Mmm sei calda aaaaa mmm
“si iiiiiiiii si iiiiiiiiii si iiiiiiii mmmm scopami iiiiiiiii forte eeeeeee mmm sono una puttana aaaa ancora mmmm
“si sei una zoccola aaaaaaaaaaa tiè tiè

La insultavo e mi muovevo dentro di lei, in modo selvaggio. Ad ogni affondo sussultava. Le spinte erano talmente forti che dovetti tenerla ferma dai fianchi, perché veniva sollevata in aria.
Era un piacere indescrivibile chiavare quel sublime scoscio. Il mio cazzo, prolungamento ideale dei miei pensieri erotici, spariva dentro di lei ad una velocità impressionante. Ogni tanto, mi trattenevo bloccandomi in lei, profondamente.

“mmmmmmmmmmmmm si mmmmmmmmm è bellissimo oooooo mmmmmm
“tiè troia aaaaaaaaaaa tieeeeeeeee

Continuavo a colpirla con il palmo della mano. Gli schiaffi urtavano con violenza sulla pelle. In poco tempo i glutei erano diventati rossi. A Fernanda piaceva e anche a me.

La colpivo anche con il dorso della mano. E lei, indomata, continua a incitarmi.

Mmmmmmmm si iiiiiiii sto morendo dal piacere eee godo oooooooo godo ooooo ancora ancora aaaaaaa


Le sue imprecazioni mi mandavano in tilt. Stava godendo come una maiala. Le pareti vaginali si contorcevano dagli spasmi. La troia stava avendo degli orgasmi intensi. Il suo corpo vibrava e sussultava. Era impressionate.

In quel magazzino, in quelle condizioni, tutto sembrava stupefacente. Il suo candido fondo schiena, si agitava davanti al mio grembo, aperto e accogliente, e sembrava la base di una pera dalle linee perfette. La cosa che più mi faceva sballare, era di vedere il mio cazzo che ficcava la sua giovane fica, dagli orli allargati come un elastico, calda e accogliente.
Gli stavo sconquassando il corpo di sensazioni estreme. Il mio agire era quello di un uomo maturo, consapevole della fortuna, insperata, che gli era capitato. Un fiore di rara bellezza. Credevo di sognare. Sicuramente stavo sognando.

I primi pungoli di sborra, in ogni caso, mi riportarono alla realtà. Soprattutto i suoi lamenti.

“si si si mmmmm mmmm godo ooooooo mmmmm ancora ancora aaaa

Avevo aumentato i fendenti. Lo stimolo dell’orgasmo mi stava spingendo a dare il massimo. Ormai premevano alla base dei coglioni, che erano pronti e rigidi nello scroto. Più battevo con forza e più loro urtavano con prepotenza il perineo di Fernanda.

“Sto per sborrare eeeeeeeeeeeeeee
“si si mmmmm sto godendo ooooooo ancora

I suoi lamenti erano diventati una cacofonia continua di imprecazioni. Mi piaceva sentirla gemere. Quando raggiunsi l’apice, un attimo prima di eiaculare, estrassi il cazzo, impregnato di umori vaginali, limacciosi e unti, e mi lasciai andare ad una abbondante sborrata. Appoggiai il cazzo sulla zona lombare, strofinandolo sulla pelle candida, poi mi lasciai andare cospargendogli la schiena di liquido seminale, bianco e denso come lo sciroppo di orzata.

“si iiiiiii troia aaaaaaaaaaaaaa tie eeeeeeeeee

Alcuni minuti dopo, la ragione iniziò a stabilirsi. A sangue freddo. Guardai il culo di Fernanda.

“Che cazzo abbiamo fatto? Oddio no! E adesso?

Fernanda non rispondeva. Presi dei fazzoletti di carta da un cassetto e gli pulì la schiena. Fernanda si alzò in piedi e si tirò su i pantaloni. Mentre i fianchi oscillavano in modo serpentino. I calzoni erano aderenti e lei doveva entrarci fino alla cintola.

La guardai. Cristo! quanto era bella! Solo allora mi resi conto di aver fatto una cazzata.
Fernanda aveva ancora i tratti del viso dell’adolescente. I suoi occhi azzurri mi fissavano. Non sapevo cosa dire. Ero roso dal senso di colpa. Fu lei a rompere quel silenzio imbarazzante.

“è stato bellissimo!

D’istinto la tirai verso di me e l’abbracciai forte. Stavamo al centro della stanza, stretti l’uno nell’altro, in silenzio. La sentivo tremare. Poi con un filo di voce flebile, appena percettibile ha sussurrato:

“Marcello! È stato bello!

Gli sollevai il mento. La fissai negli occhi. Mi resi conto di aver fatto una grande cazzata.

“Fernanda! Abbiamo fatto una sciocchezza! Lo sai?
“A me è piaciuto!
“Ok! Ma quello che è successo qui dentro dovrà restare un segreto! Tu sei la ragazza di mio figlio è non ritengo normale che tra noi possa continuare! Sei d’accordo?
“Si!

La baciai sulla fronte, un gesto casto, forse per recuperare una parvenza di rispettabilità. Proprio in quello istante la porta si aprì.

“Brutta zoccola togli le mani di dosso a mio marito!
“Mamma fermati! Ahahahha è stato uno scherzo! Fernanda è una studentessa liceale! Frequenta la mia stessa scuola! È vestita così perché ha recitato in uno spettacolo musicale! Ahahaha ci sei cascata in pieno ahahahha come una pera matura hahahah

Mia moglie, con un’espressione confusa, mi fissò perplessa. Gli sorrisi, e con un cenno del capo gli dissi di si.

“E’ vero! Ti abbiamo fatto uno scherzo hahahah
“Sono la solita ingenua! Andate a quel paese! Scusami Fernanda! Ma sti due delinquenti non fanno altro che prendermi in giro! Non è la prima volta che mi fanno degli scherzi da preti! Ahahahah

Si abbracciò Fernanda. Prima di uscire guardai la stanza. Per me quel luogo era diventato sacro, perché aveva consacrato l’inizio del rapporto tra me e la mia futura nuora. Ripensandoci, tutto mi sembrava assurdo,        quella sveltina occasionale, nata da uno scherzo. Alberto aveva ragione, vedrai, quando la conoscerai ti innamorerai di lei! Se sapesse come l’ho conosciuta!

Dopo il fidanzamento ufficiale, passò un anno abbondante prima di incontrare intimamente la mia bellissima nuora. Del resto era inevitabile che succedesse, perché i contatti frequenti e il ricordo di quella stupefacente sveltina, mi tormentavano continuamente i sensi. Fernanda era maturata in una splendida donna. La ragazzina, adolescente, aveva lasciato il posto ad una donna aggraziata, affascinante e sensuale. Il desiderio di averla di nuovo tra le braccia, di possederla, di schiaffeggiarla e di insultarla, alla fine ebbero la meglio sulla ragione. Così durante un’assenza di Alberto, invitai Fernanda fuori a cene, e dopo finimmo in un motel,  e lì riprendemmo da dove avevamo interrotto.

Fernanda mi aveva confidato che dopo quel giorno non era stata più la stessa. Inoltre, non era più riuscita a provare le stesse emozioni. Alberto era troppo rispettoso e tradizionalista. Soprattutto non era trasgressivo, come me.
Lei anelava a sentire le emozioni di assaporare un frutto proibito condiviso con il partner; gli piacevo io e l’idea dell’incesto. Voleva di nuovo essere suppliziata e insultata come la peggiore delle cagne.  Ed io ero quello che poteva dargli le emozioni proibite che cercava.
Così diventammo amanti. In un incontro focoso mi chiese di fecondarla. Il matrimonio con mio figlio Alberto fu celebrato prima che nascesse il bambino.

Quando Marcello si destò da quei pensieri si ritrovò al cospetto dell’ispettore Smithz.

L’ispettore si stava spazientendo.

“Allora mi vuoi dire come e perché è iniziato?
“Lo vuoi proprio sapere?
“Si!
“Tua figlia è una grandissima troia! Se vuoi conoscere i particolari, chiedilo a lei! Adesso se permetti ho un albergo da gestire e qui, credo, che si sta perdendo tempo!

L’ispettore era completamente esterrefatto.

“A! una cosa? Quel troione di tua figlia da oggi verrà a stare a casa mia! Mia moglie mi ha lasciato! A me sta bene! Logicamente potrai immaginare perché? Stammi bene Enzo! Anzi! Papà! hahahah

Così va la vita

Guzzon59

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