Per quanto mi riguardava la figura del nonno, rassegnato e dimesso, mi stava stretta, perché, a fronte del ruolo che la società affibbiava al vecchio, di rottamato del lavoro e completamente asessuato, la mia personalità invece era fondamentalmente attiva e trasgressiva.
Da
sempre ho tradito mia moglie, con chi mi capitava. Addirittura sono comparso anche
su una rivista porno amatoriale, con il viso coperto da una banda nera, mentre
mi inculavo una cugina.
Negli
anni del buum tecnologico, usando internet, sono riuscito a catturare molte
donne, anche giovanissime, con cui mi sono scatenato in motel, in macchina e persino
nelle aree di servizio delle autostrade.
Quei
vizi, dopo la pensione, erano diventati sempre più difficile da soddisfare, perché
mi costringevano ad affrontare dei lunghi viaggi e a dover inventare
giustificazioni assurde, scuse che apparivano sempre meno plausibili, in
considerazione che ero ormai un pensionato.
La
fortuna mi è venuta incontro. Ma come si sa, la dea bendata, a causa della
cecità, ha fatto un casino. Ha incrociato il destino di mia figlia Alessandra
al mio, in un intreccio di eventi, eccezionali, ed accaduti indipendentemente
dalle nostre volontà.
Due
anni fa, nella mia città, è stato aperto un club privè.
Essendo
un abituale frequentatore di Internet, con un profilo molto avanzato che aveva
migliaia di contatti, tramite una e_mail, mi hanno invitato all’inaugurazione
del locale.
La
pubblicità del Club, oltre alle solite offerte di sesso e all’assicurazione
della garanzia di massima riservatezza, aveva una novità, che mi ha incuriosito:
La Dark Room.
Cioè
una stanza completamente al buio, dove avevi la possibilità di incontrare una
partner sconosciuta, che era stata contatta e sedotta nella chat interna del
locale, con la quale c’era una affinità elettiva.
Questa
stanza completamente oscura aveva delle caratteristiche particolari. Si doveva
far sesso con chi capitava e senza dire una sola parola, perché non era
consentito svelare la propria identità.
Serviva
a proteggere le persone da eventuali rischi di ricatti. Insomma entravi e
scopavi, ignorando l’identità della partner; la quale poteva essere giovane o
anziana, bella o brutta. Insomma, un incontro al buio totale. Quella idea la
trovai straordinariamente brillante, perché nella pratica, dava la possibilità
di sfogare qualsiasi fantasie, senza alcun imbarazzo.
La
fortuna, però, mi ha abbandonato proprio il giorno dell’inaugurazione. Perché corrispondeva con la data nella quale
mia figlia Alessandra aveva fissato la cerimonia del battesimo di Alessio, il mio nipotino.
Imprecai
e maledissi il destino avverso, soprattutto mia moglie, perché fu lei a
scegliere la chiesa e il giorno. Era l’onomastico di un santo a lei cara, e
diceva che avrebbe portato fortuna ad Alessio.
Dovevo
inventarmi una scusa plausibile, perché non volevo perdermi l’inaugurazione del
Club Privè, anche in considerazione che per coloro che erano stati invitati
tramite e_mail, l’ingresso era gratis, con alcuni vantaggi.
Venne
il giorno e ci ritrovammo con tutti i parenti e gli amici presso la chiesa,
dove sarebbe stato celebrato il battesimo.
La
cerimonia ebbe luogo senza intoppi. Il problema sarebbe sorto nel pomeriggio,
durante i festeggiamenti al ristorante.
L’inaugurazione,
infatti, era stata fissata per le cinque, ed io entro quella ora dovevo cercare
una scusa per allontanarmi.
L’occasione
me la diede mia moglie. Aveva dimenticato le pastiglie antidepressive, che
assumeva a causa di una disfunzione ormonale.
Alessandra,
mia figlia, si offrì di andare a cercarle. Fui tempestivo a fermarla.
Lungo
il tragitto non facevo altro che pensare alla scusa che dovevo inventare per non
ritornare al ristorante. Ero incolonnato davanti ad un semaforo, ad
arrovellarmi il cervello, quando da dietro un auto mi diede una leggera spinta.
Qualcuno mi aveva tamponato. Perfetto.
Chiamai
Alessandra e gli dissi quanto che era successo, che stavo bene, e che sarebbe
stato meglio se fosse andata lei a prendere le pastiglie della mamma, perché avrei
perso tempo con i vigili urbani. Non era così perché, in realtà, ci eravamo
scambiati solo i dati delle assicurazioni e quelli personali.
Arrivai
puntuale nel cortile alla villa, dove era situato il club privè. Il locale,
all’interno era in penombra, le pareti color granato scuro, sembravano di
velluto, le luci sfumavo negli angoli, i divani e le poltrone erano sparsi in ogni dove, sui tavolini
si vedevano le bottiglie e bicchieri che solerti camerieri, di ambo i sessi,
molto sensuali, avevano l’accortezza di portare.
Le
ragazze esibivano minigonne da mozzare il fiato. C’erano angoli appartati, dove
già si potevano notare delle coppie in atteggiamenti intimi, a fare amicizia e
andare oltre. Le piste per il ballo erano già affollate dai clienti, ben
vestiti, e le donne abbigliate in modo succinto, si muovevano come odalische al
ritmo della musica.
Il
bancone del bar era dorato, e dietro c’erano due stupende ragazze di colore.
Stavo
osservando il locale, quando un signore, pressappoco della mia età, si avvicina
e mi accoglie con un gran sorriso. Era il gestore, si presenta e poi mi chiede
il nome. Mi presento, ma appena rivelo l’identità che avevo creato su Internet scoppia
in una gran risata.
“Sei
tu? il famoso Amantino? –
“Si,
mi conosci? –
“Certo,
ho conosciuto donne con cui sei stato! Debbo ammettere che sei un bel
mandrillone! Hahahah -
“Mi
difendo! –
“Mi
fa piacere che hai accettato il mio invito! Hai già visto la stanza dei
computers?
“La chat interna? -
“La chat interna? -
“Si!
E’ qualcosa di nuovo! Praticamente è l’anticamera della Dark Room! –
“Come
funziona?
“devi
prenotarti appena entri! Un ora costa 100 euro! Le donne non pagano! – I computer
sono collocati in stanze diverse, una per gli uomini e una per le donne, quindi
entri nella chat insieme con agli altri! Chi riesce a conquistare una donna on
line, ha la possibilità di incontrarla nella stanza buia! –
“quindi
garantisce l’assoluto anonimato? interessante? –
“
si molto! credo che un amante sconosciuta susciti più desiderio! Pensa! non la
conosci e puoi immaginarla come ti pare e piace! E senza tanti complicazioni! –
“cazzo è vero! –
“cazzo è vero! –
“vorresti
provarla?
“Perché
no? Dove devo pagare? –
“Oggi
offre la ditta! Vieni! –
“Grazie!”
Mi
portò in una stanza dove c’erano almeno una ventina di computers. In quel
momento più della metà era già impegnato. Mi sedetti ed entrai in rete. Non
c’era bisogno di username e password,
era stato tutto impostato. Entrai nella rete interna con il numero 13 e scelsi
come avatar l’immagine di un uomo maturo e a petto nudo.
Dall’altra
parte, c’erano già dieci donne in linea. Entrai e le salutai tutte.
Tutti
rispondono: “Ciao 13!
Scrissi:
“ma siete tutti seduti su questi sgabelli duri come la pietra! Non avete il
culo intorpidito?
Risponde
un uomo, il n.11 “io ho anche i coglioni intorpiditi! Hahah
Gl
rispondo: “attento che poi fai cilecca con il n.8!
La
donna n.8 incuriosita da quella risposta.
“perché
con me?
“Così!
Mi andava di dire il tuo numero!
La
donna n.3: “potrebbe capitare a me! Non ti pare!
Io:
“n.3! a te no! Ho idea che sai il fatto tuo!
La
n.8: “Questa è bella! A me deve capitare il cileccone a lei no!
La
n.3:“Tesoro! Mi sa che il n.13, è uno che se ne intende!
La
n.8:“se non lo conosci nemmeno!
Io:“n.3
sei una donna intuitiva! Ti stimo!
Il
mio scopo era quello di mettere le donne una contro l’altra e incuriosirle. Il
n.3 e il n.8 si stavano già contendendo il mio numero.
Il
n.8: “come fai a dire che lei è una donna intuiva! Perché io ti sembro una
sciacquetta?
Il
n.3: “bellezza! Rassegnati! Il 13 ha capito di che pasta sei fatta!
Dopo
alcuni minuti, di battute e risposte, mi arriva un e_mail in privato. Avevo
fatto bingo!
“Ti
aspetto nella stanza. Gli faccio vedere a quella sciocca di che pasta sono
fatta!
La
n.8 mi aveva dato un appuntamento. Sorrisi. Andai dal mio amico.
“Cazzo!
Complimenti sei il primo! Stasera, seguimi!
Mi
condusse in una cabina.
“La
vedi quella porta?
“Si”
“Ci
devi entrare nudo! Una cosa! Prima regola importante: non devi chiedergli il
nome e non devi parlare con lei! Potete solo toccarvi, accarezzarvi, baciarvi e
poi scopare. E’ obbligatorio l’uso del profilattico! Tieni è appeso a questo
nastro!
Dopo
essermi spogliato e appeso il nastro con il profilattico. Suona il cellulare.
“Papà
ma dove sei?
“Sono
andato a farmi visitare al pronto soccorso!
“Veniamo
subito!
“No!
Ho finito! Non è niente! riempio alcuni moduli e poi vi raggiungo!
“Come
vuoi papà!
“Mi
raccomando, non agitare gli altri!
“Va
bene papà! A dopo!
Spensi
il telefonino cellulare. La luce della cabina si spense. Fui subito investito
da una folata di aria proveniente dalla porta che si era aperta. Una voce di donna, fuori campo,
con tono sensuale ci invitava ad entrare e seguire la guida di una corda che si
trovava sulla destra.
Afferrai la corda e mi infilai nella stanza buia.
Era tutto nero. Escluso la vista mi restavano gli altri sensi. Infatti, in quei momenti mi arrivava solo il rumore di una persona che stava
respirando, era la donna che era entrata nella stanza con me. Era la n.8.
Con
una mano seguivo la corda e con l’altra tastavo il buio davanti a me.
All’improvviso la mano urtava contro un seno. La pelle era liscia e tiepida. Stringo
le dita. Caspita che tetta! Era molto voluminosa. La percepisco tonica e con
capezzoli molto sviluppati.
Quel
contatto improvviso mi provocò un brivido lungo la schiena. Quel gesto fece
sobbalzare anche lei. La sentì tremare. Avevo una gran voglia di parlare, ma le
regole erano regole. Anche lei si stava sforzando a stare in silenzio. Quella
situazione misteriosa mi piaceva. Mi aveva infiammato i sensi e la fantasia. Il
tatto e l’aroma del suo corpo erano gli unici stimoli dei miei sensi, che mi
permettevano di immaginarla. Sentivo il suo profumo. Era una fragranza forte
che mi stordiva. Ci misi poco a somatizzare quella situazione infernale.
Davanti a me c’era una donna, fremente e nuda. Il mio cazzo, come un segugio,
fece un sobbalzo. Sollevandosi repentinamente, tale da urtare con la punta
contro di lei.
Eravamo,
uno di fronte all’altro. La donna senza esitare un solo istante agì veloce, impossessandosi del mio cazzo. Lo afferrò con
una mano e con presa sicura iniziava a stimolarlo, facendo scivolare la pelle
sulla dura massa pulsante.
Mi
avvicinai ancora di più per facilitargli il compito. Nello steso istante
cominciai a baciarla sul collo. Il suo profumo mi faceva sballare la mente. Dopo
un po’ le labbra della sua bocca furono schiacciate contro le mie, così forti,
quasi da togliere il respiro.
La
toccavo con frenesia. Aveva un corpo massiccio. Non era molto alta. I capelli
erano corti. Cercai di immaginarla. Nel campo visivo della mia immaginazione mi
apparve il viso di una nota attrice, bionda. Da come era fatta poteva
corrispondere a lei.
Eravamo
molti eccitati. Quella situazione incandescente era veramente incredibile. Mi
trasmetteva sensazioni nuove e difficilmente immaginabili primi di allora. Sentivo
il suo alito aromatizzato sulle mie labbra. Era una percezione indescrivibile. Le
emozioni erano tante e forti. La stringevo, accarezzandogli il culo, che era grosso
e rotondo, con la pelle così morbida che sentivo le dita affondare.
Poteva
avere un’età approssimativa tra i quaranta e cinquanta. Era comunque una donna
sensuale. La figa era completamente rasata. Le dita penetrarono facilmente tra
le labbra umide, già abbondantemente bagnate, e s’impregnarono completamente del
fluido secreto. Stavo impazzando dal desiderio. In preda all’eccitazione, gli ficcai
il cazzo tra le cosce e cominciai a masturbarmi, strofinando il nerbo contro la
vulva vaginale. Lei era molto ricettiva e con partecipazione mi aiutava in
quella altalena di sensazioni. Lentamente, sostenendoci a vicenda, ci siamo seduti
per terra. Il pavimento era coperto da una morbida moquette. Una volta giù, m’inginocchiai
tra le sue cosce aperte. Al buio, seguendo solo l’istinto, infilai la bocca
nello scoscio. Appena la lingua toccò la carne viva e odorosa, lei sussultò
emettendo un lieve singulto. Senza tregua, mossi velocemente la punta della
lingua, facendola razzolare tra le fenditure umide ed il turgido clitoride.
La
donna misteriosa mi ispirava. Mi sentivo
come un vero uragano ed agivo con audacia, senza dargli tregua. Le mordevo con
forza le parti intime, strofinando la bocca nella carne viva della vagina. Ero
talmente impetuoso che la mia azione la costringeva a gemere ed ansimare con la
gola, mentre le sue mani mi serravano le spalle e mi accompagnavano in quel
meraviglioso cunnilingus. Dopo averla stimolata per un bel quarto di ora, fu il
suo turno, ma scelse il sessantanove, non gli andava di stare inerme a
succhiare il cazzo. Voleva continuare a provare quelle sensazioni, e contemporaneamente
a sollazzarmi il cazzo.
Mi
sdrai a terra e lei salì sopra il mio grembo, era massiccia, ma il ventre era piatto.
In quella posizione, iniziammo a darci un piacere reciproco. La bocca agiva
senza soluzione. La sua aveva fagocitato interamente il mio cazzo, e la sentivo,
mentre lo faceva affondare fino in fondo alla gola. Dio mio era incredibile. Riusciva
ad ingoiarlo interamente, fino alla base dei coglioni. Era bravissima. Nello
stesso tempo accarezzava e soppesava i coglioni con molta maestria. La schiena
mi fremeva tutta, come se sentissi le vertigini di una altezza assiderale. Un
vero e proprio turbinio di sensazioni che mi mandarono totalmente in delirio.
Senza
farmi cambiare posizione, si spostò con lo scoscio verso il mio grembo, e
tenendo il cazzo dritto, puntò la cappella contro la vulva vaginale.
Porca
puttana! mi ero dimenticato di indossare il profilattico.
Ormai
il dato era stato tratto. Il cazzo scivolò in quel tunnel infuocato, e fu
subito avvolto dalle pareti calde come una fucina. La donna, una volta seduta
sopra il mio grembo, con il cazzo piantato saldamente dentro la sua figa,
cominciò a dondolarsi come se ballasse il ballo del ventre.
I
movimenti prima erano lenti e poi diventarono sempre più veloci. Si muoveva
senza perdere il contatto con il mio cazzo, che era stimolato incessantemente dalla
sua caverna vaginale, in tutta la sua lunghezza.
In
quei frangenti gli toccavo le gambe, il meraviglioso e voluminoso culo, e
stringevo l’enorme seno, che a volta lei, abbassandolo, me lo sbatteva contro
la faccia.
Me
la chiavai in tutte le posizioni, possibili e immaginabili. Mi tolsi anche lo
sfizio di incularmela. Non ci fu alcun problema a penetrarla, giacché il culo
era abbondantemente slabbrato e spianato.
L’ultimo
atto mi vedeva sopra di lei, con le sue gambe oscenamente aperte e appoggiate
sulle mie spalle, mentre, incuneato tra le cosce, spingevo con forza il mio
cazzo dentro di lei. Appena arrivarono i primi conati di sborra, aumentai
l’andatura ed il ritmo degli affondi.
Lei
non poteva parlare, ma i gemiti gutturali, testimoniarono quelle che in quel
momento avvertiva. Ansimava, come se le mancasse il respiro, e gli sforzi erano
perfettamente accordati con gli spasmi vaginali che, a causa dell’orgasmo, si
contorcevano come forti presse, stritolandomi il cazzo.
“Mmmmmmmmmmmmmmmm
“Mmmmmmmmmmmmmmm
Eravamo
muti ed ansimanti, mentre il mio cazzo gli riempiva la figa. Esplosi
dentro di lei un carico caldo di sperma, nello stesso tempo, la baciavo con
gran passione e slancio. Poi mi abbandonai sopra di lei.
Ripresomi
da quella maratona pazzesca, dopo esserci strette le mani e baciati, ho
afferrato la corda e lo seguita fino alla porta della cabina, che era aperta.
Aappena
uscito dalla stanza, fui subito investito dalla luce. Era fastidiosa perché gli
occhi si erano assuefatti al buio.
Trovai
il mio amico, fuori ad aspettarmi.
“Un
esperienza incredibile! Che donna! Mi ha soddisfatto in modo stupefacente!
“ahahahah
pensa che nemmeno la conosci!
“Lo
sai, questa aspetto ha reso l’incontro molto più eccitante! Avevi ragione tu!
Una situazione misteriosa che esalta i sensi! Veramente bella come idea!
Complimenti! Credo, che avrà molto successo!
“Grazie!
Detto da Amantino! È più che un complimento!
Prima
di andare via ho fatto un giro per il locale, osservando attentamente tutte le
donne presenti. Nessuna mi dava l’idea che mi ero fatto della donna misteriosa,
che avevo incontrato nella Dark Room. Mi rassegnai a cercarla e andai subito via.
Raggiunsi
i parenti e quei pochi amici che erano rimasti ad aspettarmi.
Quel
pomeriggio sembrava che il destino si fosse accanito con mia moglie. Perche
anche mia figlia Alessandra ha avuto un problema, ed era arrivata in ritardo. Aveva
bucato una gomma. Mia moglie, si arrabbiò con me e mi fece un cazziatone della
madonna.
Ma
ero troppo euforico, per rispondergli. Dentro di me ero felice e appagato.
Nessuna cosa, in quel momento, poteva turbarmi, figurati una scenata di mia
moglie.
In
poco tempo, divenne un cliente VIP del Club Privè. Le chat non sempre andavano a
buon fine. La prima volta ebbi solo fortuna.
Le
altre volte ho dovuto pagare molte ore per avere la possibilità di poter
incontrare una donna. Col tempo mi resi conto che non era una donna qualunque
che stavo cercando, ma quella che avevo incontrato la prima volta.
Il
mio amico, per farmi un favore, mi lasciava sempre libera la postazione n.13,
ma il n.8 delle donne non era mai disponibile al dialogo, segno che non era la
mia donna misteriosa.
Dopo
un anno. Un sabato sera successe quello che ormai ritenevo una cosa impossibile.
Avvenne il miracolo che avevo sognato.
Appena
entrato nella Chat, il n.8 mi manda un messaggio privato. Era lei. Il cuore mi
batteva forte. Mi sentivo come un ragazzino alla prima cotta. Quella donna mi
aveva preso l’anima. La passione con cui aveva partecipato al coito, aveva
lasciato un segno profondo nella mia mente. Il mistero della sua identità
l’aveva trasformata in una divinità, una immagine eccezionale, che
continuamente riemergeva nei miei ricordi tormentandomi la mente. Finalmente
potevo rinnovare quel rapporto e chissà, magari avrei potuto sperare di conoscerla.
Ci
ritrovammo subito nella stanza. Anche lei era entusiasta di ritrovarmi e me lo
fece capire con i fatti e la passione e lo slancio che aveva messo durante
l’accoppiamento, che è stato molto più intenso della volta precedente.
Era
passato un anno esatto. Era dimagrata. Il seno non era più voluminoso come la prima
volta, comunque era ancora tonico.
Mi
apparve più giovane rispetto all’età che avevo immaginato la prima volta.
Tuttavia non era cambiato nulla. Me la chiavavo con grande passione. Anche
stavolta ci siamo dimenticati di usare il profilattico. Nella chat, ci
mettevamo d’accordo sui giorni in cui potevamo incontrarci.
Era
diventata una vera droga. Quello che provavo per lei non era dissimile all’amore.
Era una magnifica donna che riusciva a darmi sensazioni inaudite, e si concedeva
senza alcun limite. In chat spesso gli chiedevo se volesse rivelarmi la sua
identità. Mi rispondeva che era una donna impegnata e che era meglio mantenere
quel tipo di rapporto. Per lei, l’anonimato era preferibile perché gli avrebbe
evitato complicazioni ingestibili e problemi con le rispettive famiglie.
Decidemmo
quindi di incontrarci in quel modo. Al buio. Come amanti diabolici, consapevoli
che quel tipo di rapporto rafforzava il legame e rendeva gli incontri infuocati
sempre più eccitanti.
Durante
l’ultimo incontro mi sono accorto che aveva una ingessatura al polso della mano
sinistra. Mi riferì che si era procurata una lussazione a casa, mentre stava
spostando un mobile.
In
chat gli scrissi :
“Mi
piacerebbe mettere la firma sopra l’ingessatura! Oppure disegnarci una figura!
Così quando la vedi pensi a me!
“cosa
vorresti disegnarci?
“Un
cobra! Un grosso cobra rosso e verde! Così quando lo guardi, pensi al mio!
“mmmm
bello! Il tuo cobra hahah certo! mi piacerebbe! Mi hai eccitata! Ti aspetto
nella stanza! Mmmm ho la figa in fiamme!
“ed
io arrivo con il mio cobra a spegnere quelle fiamme infernali! Mmmm vengo oo
La
domenica successiva non ebbi la possibilità di incontrarla perché era stata
organizzata una riunione di famiglia.
Mia
figlia Alessandra aveva riunito i parenti per festeggiare il compleanno di
Alessio. L’impegno, comunque, mi faceva piacere, perché erano due settimane che
non avevo visto il mio nipotino.
La
giornata era stupenda. Un sole chiaro, che illuminava il giardino, ed esaltava
i colori delle rose fiorite.
Gli
altri erano tutti arrivati e stavano scherzando e bevendo. Mia moglie corse
subito ad aiutare Alessandra e sua cognata nei preparativi del pranzo.
Ero
nel giardino, impegnato in una discussione con mio genero e mio fratello,
quando ci interrompe Alessandra, portava un vassoio di bevande.
Rivolgendosi
a suo marito: “Invece di stare li a chiacchierare, offrì da bere a papà e allo
zio!
Mio
genero afferrò il vassoio con le bevande. Quando vidi la mano sinistra di
Alessandra mi prese un colpo. Dovetti sedermi, altrimenti sarei caduto a terra
come un salame, perché le gambe non rispondevano più ai miei comandi e
sembravano di burro.
“Papà
ti senti bene?
Alessandra
mi pose la mano ingessata su una spalla. E lo vidi perfettamente. Sul dorso era
stato disegnato un cobra. Perfetto, anche nei particolari. I colori, rosso e
verde, spiccavano in modo chiaro. Lo guardai sgomento.
Mio
genero:
“Hai
mai visto una cosa del genere? Pensa che ho dovuto passare un intero pomeriggio
a disegnarlo! Sta testona ha voluto anche colorarlo di rosso e verde! Mi ha
detto che lo aveva sognato!
“E’
vero! l’ho sognato!
Intervenni
io.
“Perché
proprio un cobra?
“Mi
ricorda un attore!
Mio
genero:
“Si
un attore! Diciamo che sei matta! Penso che le tue amiche, con cui ti incontri il sabato sera, ti mettono in testa strane idee?
“Uffa!
E tu che combini quando vai a giocare a pallone con i tuoi amici? Mi piace! È
bello vero papà?
Intervenni
io:
“Si
è molto bello! E anche grosso! Sembra vero! Il gesso si sta rompendo! Hai un
flacone di attack?
“si! ora lo vado a prendere!
Dopo
aver incollato la frattura, feci qualcosa in più. Ci incollai alcuni
pezzettini di gesso, uno dietro l’altro. Era una lettera scritta con l’alfabeto
braille, dei ciechi.
Avevo
avuto un terribile presentimento, che non
mi dava pace, tormentandomi tutta la giornata. Guardavo mia figlia
attentamente. Non era molto alta. I suoi capelli, un anno fa erano corti. Aveva
appena partorito e le sue tette si erano ingrossate. Il corpo era in
sovrappeso. In un anno era dimagrita. Ed il seno, dopo l’allattamento, si era
sgonfiato. Il culo comunque era sempre grosso e rotondo.
Non
c’era dubbio. Poteva essere lei la donna sconosciuta. Corrispondeva
perfettamente. Quell’idea mi fece venire i brividi.
Il
sabato successivo in chat:
“ciao
tesoro!
“ciao
cobra!
Evitava
di menzionare episodi della sua vita. Non voleva correre il rischio di essere
riconosciuta. Dopo gli incontri, spariva dalla circolazione. Si volatilizzava
come l’aria. Proprio quel comportamento mi faceva sorgere quei dubbi che mi
tormentavano. Cercavo di sapere più cose di lei, particolari che conoscevo solo io. Agivo
in quel modo per sciogliere una
curiosità che mi stava perseguitando la mente, come un tafano.
“Non
ti ho mai chiesto l’età?
“lo
sai che non si chiedono gli anni alle donne?
“certo!
Sei bionda o mora?
“mistero!
Voglio che mi immagini come la donna dei tuoi desideri!
“Ok!
Non ti sbottoni! Ti aspetto nella stanza!
“mmm
oggi mi sento ispirata! Corro!
Mi arrivò anche un e-mail dell’amministratore
della chat, che mi invitava a non insistere a chiedere cose private e di
rispettare le regole sull'anonimato.
Quel
giorno avevo il presentimento che avrei incontrato mia figlia Alessandra. Seguendo la
corda arrivai davanti a lei. Appena mi sentì vicino mi abbracciò. Ricambiai
quella effusione con un bacio passionale. Le mie mani iniziarono a scorrere
lungo la schiena e sul suo meraviglioso culo. Ero talmente eccitato che, per un
momento, non pensai ad altro. Mentre mi stava succhiando il cazzo, il polso
ingessato mi capitò in mano. Con il polpastrello del pollice strofinai nella
zona in cui avevo incollato i tre pezzettini di gesso. La schiena fu travolta
da una intensa e forte scossa elettrica. La mente sembrava che esplodesse come
una bomba. La donna misteriosa era Alessandra. Ora non avevo più dubbi. Toccai
i tre pezzettini di gesso. Toccai i capelli, il naso, le orecchie. Tutto
corrispondeva a quello che di lei ricordavo.
Avevo
commesso un incesto. Era una probabilità assai remota che potesse succedere, ma
possibile. Ed era successo proprio a me.
Alessandra
continuava a succhiarmi il cazzo. Io sapevo chi era lei, mentre lei certamente
ignorava la mia identità.
Non
riuscivo a prendere le distanze. Quel rapporto misterioso, si era arricchito di
un nuovo elemento, pazzesco. L’incesto.
La
frittata era stata ormai commessa. In me c’era un dilemma. Una parte avrebbe
voluto interrompere scappare via per sempre. Ma un'altra parte, mi teneva
inchiodato in quella stanza. eppure conoscevo la sua identità.
Il
suo impeto confondeva la mia ragione. Mi spinse sulla moquette. La sua
bocca si fuse alla mia. Mi venne addosso, strofinando il suo corpo al mio. Mi
piaceva. La volevo e la desideravo come l’aria. Sarebbe stato meraviglioso se anche lei fosse stato
a conoscenza della situazione. Stavo impazzendo.
Alla fine mandai
a fanculo quelle poche remore morali. E dando retta ai miei istinti più bassi,
decisi di restare.
L’abbracciai
e iniziai a toccarla. Stavolta con più enfasi. Ero straordinariamente impregnato
di desiderio, di voglia di far sesso con lei. Di scoparla.
La
sua figa aveva un altro sapore. Era quella di Alessandra. Mi sembrava di
impazzire. Quando mi incastrai tra le sue cosce aperte, la chiavai con grande
slancio, fino a farla tremare e ansimare forte dal piacere.
Il
rapporto è continuato per molti anni. In perfetta incognita.
Una
cosa che avrei voluto sapere era: come è stato possibile?
Sono
guzzon59: è giusto che il lettore conosca i particolari della storia.
Alessandra,
il giorno del battesimo, mentre stava ritornando al ristorante, casualmente incrocia
l’auto del padre. Non capisce perché sta andando dalla parte opposta. Alla
prima rotonda, incuriosita da quella condotta, fa un inversione di marcia e lo
segue. Lo vede, mentre si infila nel raccordo, della statale che porta in
periferia.
Quando
arriva davanti alla villa, dove stavano inaugurando il Club Privè, scorge
l’auto del padre che si infila nei parcheggi. Entra anche lei.
Gira
per alcuni minuti, alla ricerca dell’auto del padre. Quando trova l’auto, si accorge che la targa, quasi simile, differisce di un solo numero. Crede di essersi sbagliata.
Mentre
stava uscendo, sente l’auto che sobbalza da un lato. Scende e vede che una
gomma è completamente sgonfia. Comincia ad imprecare. Alle sue spalle compere
un misteriosamente un signore, molto gentile. Che si offre di aiutarla.
“Senta
venga dentro che le offro qualcosa da bere, mentre un mio dipendente le cambia la
gomma.
“Grazie!
Lei è molto gentile!
Appena
entrata, si guarda attorno e capisce che quello non è un locale qualunque. Si
sente subito scrutata dagli uomini, che notano il suo seno abbondante.
“Che
razza di locale è questo?
“Un
club privè!
“cosa?
“Non
mi dica che è capitata qui per caso!
“le
sembra strano, ma è così!
“Scommetto
che vorrebbe scappare via?
“In un certo senso mi sento imbarazzata! Devo confessare che mi sono sempre chiesto
che tipo di locali fossero!
“vuoi
visitarlo?
“sono
curiosa! Visto che debbo aspettare perché no?
Arrivati
alla stanza dei computers. Il tipo gli spiegò il loro uso. Alessandra rimase sbalordita.
“Ma
è possibile una cosa del genere?
Alessandra
fissava i computers, affascinata. Il tipo cogliendo un lume di curiosità negli
occhi della ragazza, gli propone di provare.
“vuole
provare?
“Sta
scherzando! Non sono quel tipo di donna che lei pensa!
“Le
chiedo scusa! Ho visto che guardava con curiosità! E’ solo una chat!
“Certo
so cosa è?! Navigo in internet! Ma questa è un po particolare! Non vorrei
trovarmi in una situazione imbarazzante!
“non
penso! Visto che è una chat anonima!
“Non
so!
Il
tipo cogliendo una morbosa curiosità e indecisione. Insiste.
“Dai!
Provi! Quando la gomma sarà stata cambiata verrò a cercarla!
Alessandra,
alla fine si lasciò convincere. Si sedette alla postazione n.8. Appena entrata
nella chat ha salutato tutti. Aveva dimestichezza con la Chat. Infatti in poco
minuti cominciò a scherzare con i maschietti in linea, anche con battute a doppio senso. Ad un tratto viene coinvolta dal misterioso n.13.
Alessandra
era scaramantica e credeva alle coincidenze della cabala, soprattutto al
significato dei numeri. Lo sconosciuto l’aveva provocata. Era una donna
competitiva.
Non gli piaceva essere umiliata, soprattutto dalle altre donne. Nelle chat, finiva sempre per litigare con tutti. Aveva capito che la tipa del n.3 era interessata al n.13.
In
un momento di irritazione, per fargli dispetto, e sottrargli l'osso di bocca, ha mandato il messaggio al n.13, che
lo invitava ad incontrarlo nella stanza buia.
Si
era fatta coinvolgere emotivamente nella discussione. Il n. 13 aveva la parlantina
svelta e appariva una persona intrigante. Alla fine, per battere la sua
avversaria, gli aveva mandato l’invito.
Alzò
subito le mani dalla tastiera. Come se bruciassero. Si sentiva in imbarazzo.
Pensò di aver combinato un guaio. aveva fissato un appuntamento vero e al buio. Non
sapeva cosa fare.
“Cosa
c’è?
“Ho
fatto una cazzata! Ho fissato un appuntamento con il n.13, mi dispiace non so
cosa mi ha preso! Certamente non posso onorare l’impegno. Lei capisce vero?
Il
tipo sorrise.
“Senti!
Sei capitata qui per caso? Non ti sembra una strana coincidenza?
“si!
“Nessuno
ti conosce! Non hai l’obbligo di frequentare il Club. Hai una grande occasione
per sperimentare qualcosa di straordinario! Ma dipendete da te!
“Cazzo
sono sposata! Non sono mica una puttana! Oggi abbiamo battezzato il nostro
bambino! È pazzesco quello che lei mi sta chiedendo!
“io
non ti sto chiedendo nulla! Sei tu che devi decidere! Noto solo che sei
confusa! Tieni bevi qualcosa di forte! Poi ci rifletti sopra!
Alessandra
dopo aver ingurgitato la bevanda alcolica. Appariva ancora confusa e pensierosa.
Il
tipo incalzando la situazione:
“Provarci
non ti costa nulla! nessuno saprà! quello che succederà in quella stanza rimarrà un segreto! te lo prometto! anzi non voglio neanche conoscere la tua identità! Dai!
Non ti preoccupare. Qui manteniamo il massimo riserbo! Te lo garantisco!
Gli
occhi di Alessandra erano lucidi. In cuor suo stava pensando a quello che
poteva succedere in quella stanza. Era tuttavia affascinata ma anche
spaventata. Era indecisa.
Il
tipo avendo notato quello atteggiamento confuso, incalzò ulteriormente la
situazione.
La prese da una mano.
La prese da una mano.
“Seguimi!
“aspetta!
Devo fare una telefonata! Devo togliermi un dubbio!
Alessandra
chiamò suo padre. Quando gli disse che si trovava al pronto soccorso tirò un
sospiro di sollievo. Meno male, non era lì, quindi nessuno l’avrebbe saputo.
Seguì
il tipo, lasciando che fosso lui a decedere per lei. Era tuttavia intrigata e
affascinata da quella situazione incandescente. Ma cosa incredibile. Era
dannatamente eccitata da quello che stava affrontando. Entrò nella cabina, si
spogliò ed attese che la porta si aprisse. Nell'attesa aveva aromatizzato il suo corpo con i profumi di alta qualità, offertigli dal gestore.
Alla fine, quando
è uscita dalla cabina, è fuggita via spaventata. Quella sera il senso di colpa l’aveva
tormentata. Ma, suo malgrado, il pensiero di quello incontro misterioso, gli
aveva dato delle emozioni eccezionali, e si era insinuato profondamente nella sua
mente.
Dopo
un anno, il ricordo di quell'incontro, che non l'aveva mai abbandonata, riemerse con forza, facendogli cedere al
desiderio di ritornare in quel club, per incontrare nuovamente l’uomo sconosciuto. Colui che gli aveva dato delle emozioni che non aveva mai provato prima di allora. Così una sera, decise di ritornare in
quel locale per cercarlo e rivivere nuovamente quelle sensazioni inaudite. In cuor suo ha sperato fortemente che il destino gli facesse ritrovare il partner sconosciuto.
Così fu.
Dopo alcuni anni, i rapporti con l’amante misterioso scemarono, perchè iniziò ad incontrare altri uomini.
Dopo alcuni anni, i rapporti con l’amante misterioso scemarono, perchè iniziò ad incontrare altri uomini.
Così
va la vita.
Guzzon59
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