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venerdì 28 febbraio 2020

La fattoria del nonno - Il bordello

Una fattoria, un adolescente, Battista, la sua famiglia, storia che si sviluppa in cinque capitoli completi. Buona lettura.

Primo paragrafo: Gli sfollati.

La mamma Elvira, alla fine della seconda guerra mondiale, aveva perso ogni speranza che papà potesse rientrare dalla guerra; nell’estate del 1948 il Ministero della Difesa ci inviò una lettera, con la quale ci informava che papà era stato inserito nell’elenco dei soldati dispersi in Russia.

La vita in città cominciò a essere troppo onerosa per le nostre misere condizioni economiche. La mamma, non avendo un lavoro fisso, decise che non ci restava altro di tornare al paese d’origine.
Il nonno Attilio e la nonna Caterina, furono felici di ospitarci, fino a quando le cose non si fossero messe bene.

All’epoca avevo quindici anni e mia sorella Adele diciassette. La mamma aveva solo trenta otto anni, una giovane vedova di guerra, con la possibilità di rifarsi una nuova vita.

La littorina ci scaricò nella piazza del paese. Il carretto del nonno, attaccato ad un mulo assonnato dal caldo, era lì ad aspettarci.
Caricammo le valigie, io e Adele ci sedemmo sul cassone, mentre la mamma prese posto a fianco del Nonno.
Il nonno Attilio aveva sessanta anni. Era di statura imponente, con i capelli totalmente brizzolati. Faccia abbronzata e piena di rughe, le membra imponenti, forgiate dalle dure fatiche della campagna, esprimevano una forza ciclopica.

La nonna Caterina ci stava aspettando davanti all’ingresso della casa.
Appena scesi dal carro ci corse incontro, abbracciandoci con forza. Anche lei era energica e massiccia.
Fattore comune delle donne della mia famiglia erano le grosse tette.
La nonna mi aveva affondato il viso nelle sue enormi montagne.
Quell’aspetto caratterizzava anche il petto della mamma e di Adele.
Mi ricordo che Adele, già a dodici anni, ostentava delle tette che, a occhio e croce, dovevano riempire una quinta abbondante.
Qualche anno dopo, infatti, usò i reggipetto della mamma.

Il nonno Attilio:

Caterina! Guarda che bei nipoti che abbiamo! Battista! sei grande e grosso come me! Adele! Che candore e che bellezza! Dovrò guardarti a vista, perché i giovanotti del paese ti ronzeranno attorno come le mosche! Caterina! guarda le tette di tua nipote! Sono più grosse delle tue aahahahaha

Adele, d’istinto si coprì le sue enormi tette, arrossendo come un peperone.

La nonna:

Sciocchina! Non devi vergognarti! Le devi mostrare con orgoglio! La natura ti ha dato un dono prezioso! Che gli uomini di qui sanno apprezzare – schiacciando l’occhio al nonno - Guarda me e tua madre! Siamo orgogliose di averle grandi e grosse, come quelle delle vacche! Hahahah

Così dicendo le afferrò con entrambe le mani, soppesandole in aria. Cristo erano enormi.
Quell’incontro imbarazzante non finì lì. La nonna si avvicinò a Adele e gli sollevò la gonna e rivolto al nonno:

Guarda Attilio! Questo si che è un bel culo! Hai visto com’è bello grosso e rotondo? ahahahah

Il nonno appena vide il lato B di Adele, totalmente scoperto, strabuzzò gli occhi. Leccandosi le labbra:

Accidenti! Un culo così bello l’ho visto solo nei bordelli!
La nonna: “Attilio? Cosa vuoi dire che il mio fa schifo?

La nonna, risentita dalle parole del nonno, si alzò la lunga gonna ed espose il suo culone alla vista dei presenti.

ahahahah no! Vecchiaccia! Il tuo è ancora bello grosso! Hahahah Elvira, se ricordo bene, il tuo deva essere un posteriore di tutto rispetto! Dai fallo vedere anche tu ahahahah visto che ci siamo!

La mamma, dopo un attimo di esitazione, ci squadrò, sorridendo, si girò e tenendo alzata la gonna:

Papà, il mio è ancora quello di una volta! Figlia o no, so che ti è sempre piaciuto guardarlo aahahahah
ahahah Sei rimasta ancora una monella! Certo che mi piaceva! - strizzando l'occhio - E perché non avrei dovuto apprezzarlo? Ahahahah
Papà! Finiscila… ragazzaccio! Ahahah

Con Adele ci guardammo impacciati. Lei era diventata rossa ed io evitavo di guardare per nascondere l’imbarazzo.

Be, adesso dopo tutto sto spettacolo mi è venuta una fame da lupi! Vecchia è pronto il pranzo?
Si! È tutto sul tavolo!

Il pranzo era abbondante. Erano anni che non avevo visto una tavola bandita di ogni ben di dio.
Finalmente un pasto completo, dopo anni di stenti. Io, la mamma e Adele, ci siamo abbuffati come maiali.

La vita in campagna era dura. Il nonno mi portava tutte le mattine nei campi di Mais. Mi insegnò a governare le bestie. Adele e la mamma, aiutavano la nonna nelle altre faccende agreste: Nutrire i maiali, mungere le mucche e dare da mangiare agli animali di cortile, inoltre confezionavano le provviste per l’inverno.

In pochi mesi avevamo messo su parecchi chili. Il mio fisico si era rinforzato, i muscoli delle braccia e del petto cominciarono a gonfiarsi.
Adele somigliava sempre di più alla mamma e alla nonna; ostentava un fisico rotondo, un grande culo e due grosse tette, che campeggiavano sul petto come due montagne.
Il nonno quando la guardava se la mangiava con gli occhi. Dall’intensità delle occhiate si capiva che Adele gli piaceva e gli suscitava pensieri perniciosi, e non nascondeva nulla delle sue intenzioni, che io consideravo aberranti.

Nei campi, durante la sosta, parlavamo di tutto, ma soprattutto delle donne. Mi spiegava che in un paese vicino c’era una vecchia baldracca, che aveva trasformato la casa in un bordello, ospitando delle giovani ragazze, in miseria, che si prostituivano in cambio di cibo. Ma il suo chiodo fisso era Adele. Quando aveva esaurito gli argomenti:

Hai visto che culo ha tua sorella Adele?
Si è una bella ragazza!

Per pudore cercavo di non esternare giudizi lascivi su mia sorella.

Bella ragazza? Quella è pronta per una bella sgroppata te lo dice uno che se ne intende di femmine! Se non fosse stata mia nipote, ti assicuro, che a quest’ora gli avrei già fatto la festa! Ogni volta che la vedo il cazzo salta sugli attenti come un soldatino! Maremma maiala! A volte penso che non sarebbe poi cosa sbagliata farsi una bella galoppata con quella cavalla! Tutto al trotto - imitando la chiavata alla pecorina – quanto mi ispira quella ragazza! a te no?
Ma nonno! È tua nipote? Mia sorella?
E che vuol dire? Battista! Lo sai cosa diceva il mio vecchio?
No!
un buco non ha parenti e amici! E il buco delle donne sono tutti uguali! – toccandosi il cazzo - tua sorella me la sbatterei per benino! Ascolta i vecchi? Hai tanto da imparare!
Certo! Ma no quello che pensi tu!

Il nonno ridendo, si strinse la patta dei pantaloni, e fissandomi:

Battista! Adele è una manza da scannare! Ahahahahah con questa mannaia! Ahahahah scommetto che non vede l'ora di darla via! A quelle età sono diavoli!

Rimasi sconvolto da quella affermazione incestuosa.

Caro Battista! Il mondo della campagna è selvaggio! Fatica, sudore e fatica. L’unica soddisfazione la trovi a letto, nella figa di una donna! E sai una cosa? Anche loro la pensano come noi! Per loro un cazzo vale l’altro! Dopo averla usata una bella lavata nel tinello, poi è bella che pronta per una nuova scopata! Hahahah

Mio nonno mi faceva schifo. Non aveva nessun contegno e rispetto per Adele. Le sue nefande perversioni non si arrestarono solo a lei.

Tua madre, non ha avuto nessun uomo dopo che tuo padre è partito per la guerra?
No! La mamma è una donna fedele! Ha aspettato e aspetterà ancora che papà ritorni!
ahahahahha Battista! Tu le donne non le conosci! Mmmm così tua madre è anni che non scopa? Un’astinenza che andrebbe interrotta! Non sei d’accordo?

Rimasi basito. Il nonno stava esagerando. Non aveva rispetto per nessuno. Mi sembrava un vecchio maniaco sessuale. Indignato:

Ma nonno! Ora basta! Non accetto queste oscenità, non voglio che tu esprima giudizi sconci sulla mamma ed Adele!
ahahah ti sei offeso? Ma è solo per parlare! Ahahahah
Per parlare un cazzo! Tu stai facendo delle insinuazioni indecenti, che è anche peccato! Lo sai?
Peccato? Ahahah Battista, devi farne di strada tu, ma il nonno t’insegnerà tutto!

C’eravamo integrati perfettamente all’ambiente agreste. I vestiti cittadini scomparvero e, col passare del tempo, ci eravamo adeguati allo stile di vita del luogo. La mamma e Adele, presero l’abitudine di indossare vestitini con trame a fiori, simile a quelli che portava la nonna, chiuso davanti con una serie infinita di bottoni, ma con un’appariscente scollatura a V, che non celava nulla, ma lasciavano immaginare tutta la grandiosa magnificenza del petto.

Adele si occupava dei maiali e degli animali di cortile. La mamma e la nonna mungevano le mucche e aiutavano il nonno nella produzione del formaggio e del burro.
Per quanto mi riguardava, ero diventato il factotum della masseria. Aiutavo il nonno nei campi, spaccavo la legna, aiutavo anche le donne nei lavori di governo degli animali domestici.

Secondo paragrafo (scritto da guzzon59) Il Bordello.

Una domenica pomeriggio, dopo la messa e il sontuoso pranzo, il nonno mi fece indossare un suo vestito. Era un completo in fustagno marrone. Ero molto elegante. Anche il nonno ne indossò uno uguale, che poi era quello della domenica.

Quel giorno il nonno mi disse che mi avrebbe portato in un posto speciale. La nonna e la mamma ridevano sotto i baffi.
Adele, dubbiosa, esprimeva un’espressione perplessa, perché non capiva il motivo di quella gita e perché lei non poteva venire.

Più tardi seppi che il nonno, d’accordo con la nonna e la mamma, aveva deciso che era arrivato il momento di svezzarmi. Dovevo diventare un uomo. Nella tradizione contadina era consuetudine che il vecchio accompagnasse il giovane al bordello, per fargli conoscere la vita.

Adele! è un posto per uomini!

La mamma e la nonna in coro si sganasciarono dalle risate: Ahahahahahah

La nonna gli afferrò le guance e fissandola negli occhi.

Stupida! Quando sarà il momento, vedrai che certe cose le capirai!
Che cosa?

Il nonno rivolto a mia madre.

Dovresti aprire gli occhi a questa figliola! Prima che lo faccia qualche canaglia!

Adele, ignorando il significato insito in quelle parole insiste:

Non c’è un posto così anche per noi donne?

Il nonno esplose in una grassa risata, poi, riprendendo il fiato.

Questa si che è bella! Aahahahh Battista andiamo ahahahahahaha


Il carretto, trainato dal vecchio e sornione mulo, avanzava lentamente verso il paese vicino. Quando arrivammo ci fermammo in una grande piazza.
Dopo aver assicurato il mulo ad un anello di ferro, arrugginito, che pendeva dal muro di un palazzo antico, annerito dal tempo, ci siamo avviati per una stradina in terra battuta, che saliva verso la collina.

Ecco! siamo arrivati!
Ma dove stiamo andando?
E’ per il tuo bene! Vedrai che lo apprezzerai!
Il formaggio e le pagnotte di pane a cosa servono?
queste, mio caro nipote, ti apriranno le porte del paradiso hahahah

Lo guardai perplesso.

La casa era una catapecchia fatiscente. Il nonno tirò la corda della campana, dopo tre strappi, un’anziana signora apparve sulla porta. Poteva avere la stessa età della nonna. I capelli cotonati erano completamente bianchi e portava occhiali in oro, assicurati ad una catenina dorata.

Ei! Teresa! Buona domenica!
Attilio, quanto tempo! Qual buon vento ti porta qui? La vecchia non te la da più?
ahahahah magari si calmasse un pochino! Quella e peggio delle tue puttane! Hahahah
E sto giovanotto chi è?
Hai visto che bel ganzo? E’ mio nipote! L’ho portato da te! per svezzarlo!
ahahahah E’ un bel giovanotto! Se avessi qualche anno in meno, lo farei io ahahahah
hai merce buona?
Si! Ho due ragazze d’oro, che fanno al caso tuo! Sei venuto anche per te?
Be! Visto che sono qui! Hai detto che ne hai due d’oro? Non sono mica impestate?
ahahahh Sono pulite e sane! Credo che saranno pure di tuo gradimento!
ahahah bene! Entriamo allora!

La casa era un tugurio. Le mura erano ammuffite e completamente impregnate di fuliggine. L’arredo era fatiscente e sul tavolo c’erano ancora i resti del pranzo avanzato.


La voce rauca della vecchia riempì quei locali lerci.

Lina! Maria!

Da dietro una tenda quasi grigia, che fungeva da porta, uscirono due giovani ragazze. Dall’espressione del viso potevano avere la mia stessa età. I tratti del volto di una erano ancora adolescenziali.

La bionda si presentava con due tette enormi e un visino grazioso, un po grassa e fianchi larghi. Indossava una vestaglia trasparente, sotto era completamente nuda. Il pelo pubico era un triangolo dorato.

L’altra era una moretta con i capelli ricci, che incorniciavano un viso bellissimo, con occhi azzurri e labbra rosse incarnate. Le sue tette non erano grandi, la vita era stretta ed i fianchi larghi; mostrava un fisico longilineo, più alta rispetto alla bionda, aveva gambe tornite e ben modellate. Iniziai ad osservarla e lei ricambiò il gesto, fissandomi con un sorriso accattivante.

Madonna! Queste sono bambine! Quanti anni hanno!

La vecchia, indicando la bionda.

Lei è Lina e ha diciassette anni!

poi:

Lei è Maria, ha venti anni!
Il nonno: “Teresa! Ma sono minorenni!
La vecchia: “Che ti importa! Qui non fanno problemi! Ci vengono tutti! Nessuno ha mai detto nulla! Sai di chi sto parlando!



Si riferiva al Prete, al sindaco, al farmacista e ai ricconi del posto.

Il nonno: “Certo, lo immagino! Allora Battista! Quale preferisci?

Appena fui coinvolto, l’imbarazzo e la timidezza giocarono un brutto scherzo e diventai rosso come un peperone.

Intervenne la vecchia:

La vecchia: “Da come guarda Maria, senza altro lei!
Il nonno: “Vada per Maria! Io mi scopo la biondina!

Nello stesso istante, su un segnale della vecchia, la ragazza con un sorriso sgargiante, esibendo denti bianchissimi, si avvicinò e dolcemente mi strinse la mano.

Maria: “Seguimi!

Intanto il nonno, cingendo la vite di Lina, si avviò verso la tenda lercia e scomparve dietro quel grigiore, sicuramente in tempi migliori doveva essere bianca.

Appena il nonno sparì. La megera vedendomi titubante.

La vecchia: “Dai giovanotto segui Maria, vedrai che ti piacerà! Potessi svezzarti io mmmm che ti farei qui!

Per dare enfasi a quella frase mi afferrò l’inguine stringendolo. D’istinto serrai le gambe facendo un passo indietro.

hahahah un tenero pulcino! non aver paura! mmmm vedo che qui ce un bel pacco! Ahahaha dai Maria aiuta il pulcino a spiccare il volo hahahaha

La camera dalla mora era nelle stesse condizioni del resto della casa. Il letto lercio era coperto da un lenzuolo marrone, pieno di macchie, sicuramente gli aloni delle precedenti azioni di meretricio.

Non aver paura! Sarà bello!

Cosi dicendo, si sfilò la vestaglia restando completamente nuda. Era stupenda. Alta e vigorosa. Il monte di venere era completamente coperto da un vello nero e riccioluto. Le tette candide, avevano le aureole ampie e nere, in centro spuntavano capezzoli grandi come ciliegine.

IL nonno mi aveva messo in testa tanto di quelle oscenità su mia sorella Adele, che in quel momento mi veniva naturale immaginare le sue tette e associarle a quelle della ragazza.

La ragazza cominciò a spogliarmi.
Lentamente, mi aiutò a sfilare la giacca, poi sciolse la cravatta, levò il corpetto, la camicia, ed infine la camicia, scompigliando i capelli.

Quando fui a petto nudo gli occhi le s’illuminarono. Certamente non era abituata a
ricevere clienti della mia età. La frequenza media di quella catapecchia era dell’età del nonno, che poi non pagavano neanche in denaro. Infatti, dal soffitto pendevano pertiche, alle quali c’erano attaccati prosciutti, salsicce, pancette e ogni ben di dio. E sulle mensole, attaccate al muro, c’erano accatastati una lunga serie di file di caciotte e formaggi vari, a cui si sarebbero aggiunti anche quelli che aveva portato il nonno.

Le sue mani delicate s’impossessarono subito del mio pene, stimolandolo in tutta la sua lunghezza. Nello stesso istante dalla stanza attigua, separato da un muro sottile di mattoni, arrivarono le urla della ragazza bionda. Il nonno ci stava già dando dentro alla grande. La sentivo gridare come se la stessero scannando.

aaaaaaaa aaaaaaaaaaaaa aaaaaaaa aaaaaaaaa aaaaaaaaaaaaaaaaaaa
To to to…. Troia…. To… hai visto che cazzo? Cosa è? Grida! Ahahaha to to il cazzo del nonno to hahaha
aaaaaaaaaa aaaaaa aaaaaaaaaa aaaaaaaaaaa

Le grida di quella ragazza sembravano quelle di una maiale, mentre lo sgozzavano; mi faceva venire la pelle d’oca. Il nonno, fedele alla sua mentalità perversa e lussuriosa, la stava scopando con violenza ed insultandola come le sue vacche al pascolo.

Quelle urla mi colpirono, perché nel campo visivo della mia mente comparve un’immagine oscena ed inaudita. Era un gioco sottile della mente, condizionata dai racconti erotici del nonno, quando fantasticava scenari impossibili. Chissà perché, al posto della biondina immaginavo un'altra donna.
La mia mente mi mostrava una situazione completamente diversa. Per quanto mi sforzarsi di allontanarla da me, si presentava vivida nei particolari, perché in fondo era frutto del mio inconscio.

Pensai: forse era ciò che desideravo accadesse in quella stanza? Nonostante mi apparisse in tutta la sua terribile oscenità!

Immaginavo il nonno e Adele, mentre lui la stava scopando nella stalla. La scena era nitida anche nei particolari. Adele, come una scrofa si mostrava a pecorina, in mezzo alla paglia e il nonno, gran maiale da dietro, la montava con foga. Le sue enormi tette oscillavano al ritmo delle possenti spinte del vecchio, mentre lei mi sorrideva lasciva come una prostituta.

Le urla della biondina continuarono ad aleggiare nell'aria per parecchi minuti. Maria intanto si stava cimentando in un pompino sublime. Le fantasiose immagine mi avevano eccitato. Era un piacere percepire le sue labbra rosse e carnose, che avvolgevano il cazzo e scivolavano giù, fino in fondo alla base.

Ero eccitato. Le grida della ragazza, continuarono ad echeggiare nella stanza e le immagini incestuose tra il nonno e Adele, facevano da elemento stimolatore dei sensi, insieme agli piacere provocato da quel sublime pompino.

Vieni!

Maria si era stesa sul letto con le cosce spalancate, mostrando una stupenda biforcazione di afrodite. Le labbra della vulva vaginale erano rosse come quelle della bocca. Il pelo nero corvino le circondavano come la criniera di un leone. Era la prima fica che vedevo in vita mia.

Vieni su di me!

Mi allungai sopra di lei, soppesandomi sulle braccia. Ero emozionato e tremavo come un fuscello investito da un vento impetuoso. Lei colse quel turbamento interiore, e con dolcezza mi accarezzò il viso, baciandomi sulle labbra.
Intanto una sua mano si impossessò subito del cazzo guidandolo verso il paradiso. Il primo contatto tra la cappella e la vulva vaginale, scossero i miei sensi, che mi fecero vacillare come un ubriaco. Mi vennero i brividi alla schiena. Lei, m’incoraggiò con un sorriso malizioso, continuando a strusciare la cappella tra le fessure della figa, fino a quando non la fece entrare.

Ora spingi verso di me!


Tremante, come un fanciullo impaurito dall’ignoto, diedi una spinta leggera.
Trovai il pertugio oscenamente slabbrato, per cui, scivolai dentro senza tante difficoltà. Sicuramente spianato dal grande uso che ne aveva fatto. Così mi trovai dentro di lei fino alla base, con il pelo pubico confuso al suo. Un dolce tepore avvolse subito il mio pene. Era piacevole avvertire il dolce caldo di quel cunicolo creato dalla natura per dare godimento, simile alle babbucce, che infilavi ai piedi la sera, dopo averle riscaldate sul fuoco.

mmmmm ora muoviti! Scopami! Mmmmm
E’…. E’… bellissimo!

Non sapevo cosa dire.
In quel momento, dall’altra parte della parete, gli impropri del nonno arrivavano chiare e in tutta la loro limpida oscenità.
Erano parole sconce che non osavo ripetere a quella ragazza, perché mi sembrava di offenderla per quanto mi appariva dolce e sensibile.
Mi venne naturale trattarla con amore, riconoscente del grande bene che mi stava dando:

mmm ti amo… mmmm ti amo…

Mi comportavo come uno sciocco ingenuo, erano le uniche parole che riuscivo a pronunciare. Lei rideva mentre gli rivolgevo quelle frasi innocenti. Per una puttana che accoglieva clienti di tutte le risme, ma soprattutto animali di campagna come il nonno, abituati a scoparsi capre e asine, il mio candore doveva sembrargli un dono divino.
Tuttavia si concedeva con dolcezza assecondando il mio casto impegno, accarezzandomi con grazia e baciandomi con molta passione.

Stavamo scopando nella classica posizione della missionaria. Poi m’invitò a calmarmi. Perché stavo ficcando in modo convulso. Allora mi fermai e lei mi fece stendere al suo fianco, iniziando un piacevole preliminari fatti di baci carezze sul petto e sul ventre. Quando, fissandomi intensamente, si spostò sopra il mio grembo, impalandosi nuovamente sul mio cazzo, in una sublime smorza candela.
Quella posizione mi piaceva di più delle altre, perché mi permetteva di ammirare le sue meravigliose tette, il ventre piatto, i fianchi larghi e la vita stretta che accarezzavo con dolcezza, ed infine il suo viso angelico. Gli occhi azzurri, da gatta, mi fissavano con una intensità tale fa farmi tremare la schiena.

Ad un tratto vedo la faccia del nonno spuntare dietro le spalle di Maria.

Bravo Battista! Maremma maiala! Ci stai dando dentro alla grande ahahahah. Scusami se ti disturbo ma ho voglia di scoparmi anche io la moretta! Ci scambiamo le puttane? Ahahah

Sul volto di Maria apparve un’espressione di disappunto. Non reagì perché era rassegnata a quelle situazione e nella sua posizione di prostituta non era consentito deludere le richieste del cliente.

Il nonno non attese che mi staccassi da Maria, la sua bocca attaccò a leccare le tette e a baciare il collo delicato e la sua bocca carnosa. Mi faceva impressione vedere la bocca rugosa del nonno fondersi con quella candida di Maria.

Mi sentivo impacciato a scopare alla sua presenza. Maria aveva percepito quel momentaneo imbarazzo e riprese ad accarezzarmi con dolcezza il mio viso, aumentando i movimenti del suo bacino sul mio grembo. Alla fine mi rilassai e accettai l’intervento del vecchio.
All’improvviso il nonno la spinge verso di me, facendo urtare le sue graziose tette contro il mio viso. Sento qualcosa che urta il mio cazzo, lo avverto muoversi e strusciare, poi percepisco una possente spinta che sposta Maria in avanti. Quindi un urlo disumano uscire dalla sua bocca.

Aaaaaaaaaaa aaaaaaaaa aaaaaaaaaaa
Era simile a quello di Lina. Quando il nonno parlò! capì le cause:

Cazzo hai un culo stretto! Mmmmm Dai Battista tu spingi da sotto che io gli sfondo il culo a sta puttana!

Aaaaaa aaaaaaaa aaaaaaaaaaaaaaa

Maria non smetteva di gridare.

Dai zoccola! Fai godere mio nipote! Ahahah ti sfondo il culo puttana! To to to hahahahah

Il nonno la stava sodomizzando. Si era appoggiato sulle sue spalle e pressava con il bacino, tenendo il cazzo infilato profondamente nel suo sfintere.

Per me era una situazione incredibile. Maria era in mezzo, schiacciata contro la mia faccia. Notai che lei non aveva gradito l’ingerenza del nonno e sul suo volto campeggiava ancora una smorfia di disgusto, ma non diceva nulla. Tuttavia si sforzava di fissarmi negli occhi con la stessa dolcezza. Ogni tanto cercava la mia bocca per unirsi con passione alle mie labbra.

La sentivo sofferente. Il cazzo del nonno doveva dargli parecchio fastidio.

Aaaaaaa aaaaaaaaaaa aaaaaaaaa aaaaaaaaaaaa

In quel momento mi resi conto di un particolare che mi era sfuggito, distesa al mio fianco c’era la biondina. Anche lei, cercava la mia bocca per baciarmi. Poi scese verso il viso, leccando il collo e i miei capezzoli. Il risucchio dei capezzoli mi faceva venire la pelle d’oca.

Maria continuò a lamentarsi. L’azione del nonno era energica e quando spingeva, ci spostava entrambi in avanti.

Il mio corpo era scosso da mille sensazioni. Era un tumulto di emozioni inaudite che partivano dal cazzo e si diffondevano in ogni parte del corpo. Il nonno, intanto, si era trascinato Maria al bordo del letto, continuando ad incularserla a pecorina; al mio fianco c’era Lina, che si occupò subito del mio cazzo, succhiandolo con forza e leccandolo come se fosse una gustosa leccornia. Intanto il nonno stava scopando il culo di Maria

mmm hai un culo da favola mmmm to to to te lo spacco in due! Troia! mmmm
Aaaaaaaaaaaaa aaaaaaaaaaaaaa

Lina, dopo il piacevole pompino, lentamente conquistò il mio grembo, prendendo il posto di Maria. Il suo viso di adolescente mi fissava sorridente, mentre oscillava il bacino sopra il mio. Il suo ventre stimolava il mio cazzo, profondamente incuneato nel suo utero caldo e accogliente. I capelli biondi, sciolti, quando si abbassava per baciarmi, m’investivano come onde dorate.

In quelle condizioni era impossibile resistere oltre. I primi conati di sborra si annunciarono come fitte dolorose alle radici dei coglioni. Lina colse quel cambiamento, anche perché il cazzo era diventato più duro ed avevo intensificato gli affondi dentro la sua calda fica.

Ad un tratto si sposta di lato ed attacca a succhiarmi il cazzo, manipolandolo per portarlo all’estremo sacrificio, venne in aiuto anche Maria, liberata dalla violente inculata del nonno. Appena il nonno notò il posteriore di Lina, si spostò sulle sue natiche invadendo nuovamente il suo pertugio anale, poi riprese a pompare come un caprone.

Aaaaaaaaaa aaaaaaaaa aaaaaaaaaa

Era l’urla di Lina che sottolineava l’invasione del suo culo da parte del cazzo del nonno.

Il suo movimento era impressionante. Lina aveva difficoltà a tenersi. Oscillava in modo convulso avanti e indietro. Forse anche il nonno stava raggiungendo la fine di quella maratone.

Mmm che culo mmm to ti spacco pure il tuo troia! prendi zoccola to to
Aaaaaa aaaaaaa aaaaa aaaaaaaaaaaaaaa

Erano i singulti di Lina, che reagiva come poteva all’azione devastante del nonno.

Sto sborrando anche io! Battista vieni qui! Al mio fianco! Presto!

M’inginocchiai al suo fianco e insieme puntammo la punta del cazzo contro la faccia di Lina e Maria. Che stavano aspettando con la bocca aperta.

In quel momento lo vidi.

Il cazzo del nonno era mostruoso. Un palo della luce voluminoso e lungo. Ora capivo perché Lina e Maria gridavano in quel modo, mentre lui gli sfondava il culo con quell’ariete. Ad occhio e croce poteva essere lungo più di venti centimetri e un diametro di almeno otto centimetri abbondanti. Un cazzo asinino. Il mio, sebbene di notevoli dimensioni, sembrava uno stuzzichino vicino a quel scettro monumentale.

La mano del nonno, nonostante fosse nodosa e massiccia, non riusciva a cingerlo completamente; in quel momento la muoveva veloce, all’unisono con la mia, facendo scivolare la pelle tesa e nera come la pece.

Ora Battista! Mmmmmmmmmmmmmmmmmmm inondiamo la faccia di queste due
zoccole mmm to puttane bevete hahahaha

Uno schizzo copioso parti dalla cappella del nonno ed investì in pieno la faccia di Lina. Poi seguì il mio che fini nella bocca di Maria.
Mentre Lina era impegnata a pulire il cazzo del nonno, come poteva giacché aveva difficoltà a contenerlo tutto in bocca, Maria finiva di nutrirsi della mia sborra.

Battista ben venuto nel mondo degli adulti! Ora si che sei un vero uomo! Ahahahahahah grazie a ste due zoccole hahahahah

Il nonno mi portò altre volte in quel covo di piacere. Col tempo avevo imparato a dominare le puttane e a trattarle come meritavano. Lina e Maria, e le altre che le hanno sostituite, erano molto brave ed esperte, ed erano pazienti perché sopportavano tutto, senza dire nulla, ogni tipo di impropri da parte mia e del nonno. Il mio carattere cambiò, e nel giro di pochi mesi mutuai alcuni atteggiamenti del nonno. Anche a me cominciò a piacermi il culo delle puttane e a sottoporle alle peggiori torture.

I lavori agresti della fattoria, interrotti nel periodo invernale, ripresero in primavera del 1949.

Il mio corpo si era trasformato. Era diventato possente come quello del nonno. La frequenza del bordello mi fece diventare malizioso e di mentalità trasgressiva.
Come il nonno, cominciai a guardare Adele con occhi libidinosi. Aveva ragione lui, adesso che avevo gustato il corpo di una donna, lei mi appariva diversa, non dissimile dalle puttane che mi scopavo. La immaginavo aperta al mio ardore, mentre incassava gaudente il mio cazzo e fantasticavo come potesse essere la sua fica. Per questo, spinto dalla curiosità di scoprirlo, osai spiarla di nascosto mentre faceva il bagno nella tinozza, poi eccitato come un caprone correvo nella stalla a masturbarmi con violenza, fino farmi uscire l’anima dal cazzo.

Tuttavia, quella sofferenza avrebbe avuto il premio che meritava perché fu una questione di tempo e le cose cambiarono radicalmente.

Continua…. La sorella vacca.

Così va la vita.