Gita
scolastica galeotta, già, doveva essere una evasione dalla noia della scuola ed
invece si è trasformata in una avventura meravigliosa che ha cambiato la mia
vita e dato luogo ad episodi inimmaginabili.
Lo
so che alcuni fatti accadono perché trovano riscontro anche in recessi
attitudinali che con pazienza non attendono altro che scatenarsi al verificarsi
di determinate condizioni. In pratica, è come dire, che il destino è già
scritto nel nostro DNA.
Sono una donna di quaranta anni. Sposata con un piccolo
imprenditore che, tra alti e bassi, riesce a far sopravvivere la sua azienda.
Ho due figlie. La prima non è di mio marito ma è nata da un relazione
adolescenziale che è stata la causa delle vicende che sto per raccontarvi
All'epoca
dei fatti avevo appena sedici anni e frequentavo il liceo. Eravamo nel mese aprile, il
periodo delle gite scolastiche.
Firenze
fu la più gettonata, per via del suo glorioso passato culturale e per la
presenza di vestigi e opere d’arte magnifiche del medioevo.
In
tutto eravamo sessanti alunni, del terzo anno.
Un
pullman e via verso la città di Dante.
In
quel periodo amoreggiavo con Marco. Prima di quella gita non avevamo mai avuto
l’opportunità di poterci appartare per dare libero sfogo alla nostra passione;
gli incontri erano fugaci e occasionali, quasi sempre fatti di brevi ed estenuanti
pomiciate dietro la scuola, prima delle lezioni, o durante la festa
di compleanno di amici in comune, ma non andavano mai oltre.
Quindi,
ero partita illibata e mai violata da un uomo.
In
albergo prendemmo posto in camere che ospitavano quattro persona, le donna da
una parte e i maschietti da una altra. Fin da subito si capì che i controlli
dei professori accompagnatori sarebbero stati tranquillamente aggirati. Infatti
nei primi giorni si verificavano molti movimenti notturni.
La
mia amica Jessica era tra le più scatenate. Lei, diversamente da me, aveva già
scopato e, credo, che in quell'albergo lo facesse con più di un ragazzo, forse
anche due alla volta.
Nonostante
fossimo diametralmente opposte come stile di vita, eravamo amiche e tante volte aveva cercato di coinvolgermi nelle sue avventure ma, sapendo come andavano a finire certe cose, rifiutavo di seguirla.
Inoltre
ero perdutamente innamorata di Marco, e qualsiasi avventura che non
comprendesse la sua presenza, non mi interessava.
Lui,
però, diversamente dagli altri ragazzi, era timoroso degli insegnanti e, per
tale motivo, aveva paura di invitarmi in una avventura notturna.
I
giorni passavano e non succedeva nulla. Le effusioni amorose si limitavano a
qualche bacetto dato velocemente durante le visite guidate nei musei o in
albergo.
Ma
alla vigilia del rientro a casa, fui io a farmi avanti. Ero stufa di essere
presa in giro dalle amiche con cui condividevo la stanza.
Così
osai invitare Marco, fissandogli un appuntamento notturno. Ci incontrammo
all'una di notte.
Dopo
il prima assaggio di baci e pomiciata senza alcun controllo, lui mi prese per
mano e mi disse:
“Qui
possono scoprirci! Diego mi ha detto che al piano di sopra ci sono alcune
stanze libere! Ci vieni?
Fissai
il suo sguardo. Come sempre mi faceva battere forte il cuore. Lo amavo alla
follia e lo avrei seguito anche all'inferno.
Risposi
di si, non valutando le conseguenze nefaste di quel consenso.
Entrammo
in una stanza dove c’erano due letti separati. La luce della luna penetrava
illuminando gli arredi e i letti. Per certi aspetti era un atmosfera molto
romantica. Iniziammo subito a baciarci. Lentamente senza staccarci di un solo
millimetro e respirando solo quando eravamo in debito di ossigeno,
raggiungemmo un letto.
Nella
confusione dei baci mi trovai sdraiata
con lui sopra di me, incastrato in mezzo alle mie cosce spalancate
mentre spingeva il suo bacino contro l’incavo vaginale. Sentivo la durezza del
suo cazzo che premeva con energia sul mio pube.
Le
sue mani sembravano tentacoli che si muovevano su ogni parte del mio corpo. Le
sentivo scivolare sulle cosce, sui fianchi, mentre stringevano il seno.
Il
mio corpo stimolato incessantemente sembrava una torcia umana. Il caldo
avvampava il basso ventre, il contatto dal suo cazzo duro, che premeva
continuamente, esaltava la mia immaginazione.
Lentamente,
in piena frenesia dei sensi, iniziammo a spogliarci. Le bocche erano
praticamente fuse. Non si erano mai staccata un secondo. Dopo alcuni minuti
sentì le sue mani che avevano afferrato gli orli delle mutandine e le stavano
sfilando lentamente. Per facilitargli il compito inarcai la schiena.
Quando
fui nuda avverti le sue dita che già stavano stimolando le fenditure della
figa.
Gemetti
forte quando percepì alcune dita affondare dentro di me. I capezzoli dei seni
erano super sensibili a qualsiasi contatto. Per cui avvertivo brividi intensi
quando il suo petto premevano contro i capezzoli.
Ad
un certo punto sento il suo pene spingere contro l’apertura della figa. La differenza di spessore
rispetto alle dite si avvertiva chiaramente. Capì subito che era anche grosso
di volume ed ebbi la certezza di quello che immaginavo quando incuriosita
allungai una mano e lo strinsi.
“ti
amo amore mmmm ti desidero! Sei bellissima! Ti amo,
Mentre
spingeva il suo cazzo nella mia figa, lo sentivo sussurrare parole dolci, che
in qualche modo alleviarono la paura che avevo a fantasticare quel grosso
cazzo duro dentro di me.
All'improvviso
ho percepito che le mie parti intime si stavano divaricando, cedendo alla
pressione del suo cazzo. Poi lo sentì entrare tutto dentro di me. Dio mio il
dolore fu grande.
Aaaaaaaaaaaaaaaa
mmmmmmmmmmmmmm Mmmmmmmmmmmmm
Dovetti
mordere la sua spalla per soffocare l’urlo ed evitare che ci scoprissero.
Marco si fermò dentro di me, e poi con dolcezza baciava il mio viso sussurrando
parole d’amore. Poi, lentamente, prese a
muoversi.
Mi
sentivo la figa ingombra ma non era una sensazione di fastidio, anzi il dolore
lentamente svaniva ed il movimento lento del suo cazzo cominciò darmi piacere.
“Mmmmmmm
è bellissimo mmmm si! mi piace mmmm Marco ti amo mmm ti amo.
“mmm anche io ti amo! Amore!
Rotti
gli indugi iniziammo a chiavare di brutto. Mi aveva sollevato le gambe in aria
facendo leva sulle braccia robuste e in quella posa inizio a martellare duro.
Mmmmmm
dio mmmm dio godo mmmmmmmmm ti amo ti amo mmmmm dio quanto ti amo si si mmmmm
“mmm
sei magnifica! Ti amo tesoro! Amore mmm
Marco
incitato dalla mie parole continuò a scoparmi con grande impeto. Fino a quando…
“Mmmmmmmmmmmmm
si
“Mmmm
grhhhhhhhhhhhhh ghaaaaaaaaaaaaaaa
Il
suo corpo prese a tremare. Mi teneva stretta e lo sentivo fremere mentre
continuava spingeva il suo cazzo dentro di me. Poi si placò e lentamente
riprese a respirare.
In
quel periodo era scema e persa per lui, quindi non pensai il rischio al quale
l’idiota poteva espormi sborrando dentro il mio utero.
Dopo
la gita non ci furono più altre occasioni simili.
Un mese dopo lo lasciai perché avevo scoperto che mi tradiva con una altra ragazza. La delusione mi aveva amareggiata, pensai che non valeva più la pena di soffrire per un uomo, mi venne in mente lo stile di vita di Jessica, che si godeva la vita indifferente alle critiche, cosicchè accolsi i suoi consigli folli: che mi incitava a reagire dicendo “chiodo scaccia chiodo, gli uomini sono come i birilli uno vale l'altro”.
Così, accettando i suoi suggerimenti iniziai a frequentare altri ragazzi, con i quali spesso ci scopavo senza tanti patemi d’animo. Dopo due mesi di intensa attività sessuale Marco mi era già passato completamente di testa.
Ma ci pensò madre natura a ricordarmi la grande cazzata
che aveva commessoUn mese dopo lo lasciai perché avevo scoperto che mi tradiva con una altra ragazza. La delusione mi aveva amareggiata, pensai che non valeva più la pena di soffrire per un uomo, mi venne in mente lo stile di vita di Jessica, che si godeva la vita indifferente alle critiche, cosicchè accolsi i suoi consigli folli: che mi incitava a reagire dicendo “chiodo scaccia chiodo, gli uomini sono come i birilli uno vale l'altro”.
Così, accettando i suoi suggerimenti iniziai a frequentare altri ragazzi, con i quali spesso ci scopavo senza tanti patemi d’animo. Dopo due mesi di intensa attività sessuale Marco mi era già passato completamente di testa.
Tre
mesi dopo il primo rapporto, una serie di malesseri, caratterizzati da vomito e
giramento di testa, insospettirono la mamma, che preoccupata pensò subito ad una visita
ginecologica.
Avendo avuto in passato dei cicli sfasati, anche di mesi, all'epoca non mi ero preoccupata eccessivamente, ma l'esito fu:
incinta di tre mesi.
Genitori furiosi. Cazziatoni
a raffica. Pianti e disperazione. Quello che aggravò la situazione fu il fatto
che Marco non faceva più parte della mia vita. Dissi tutto ai miei genitori. Li
pregai di non coinvolgerlo. Così dopo lunghi litigi accettarono le mie condizioni.
Sarei diventata una ragazza madre con un figlio di padre sconosciuto.
Cambiai
liceo così nessuno dei miei compagni seppe quello che mi era successo.
Secondo capitolo
(scritto da Guzzon59) La gravidanza.
Ma la storia non finisce
qui. Inizia ora.
Ero
al settimo mese di gravidanza. Il pancione ormai aveva deformato il mio corpo.
I miei genitori mi avevano proibito qualsiasi contatto esterno. Jessica
continuava a chiamarmi per sapere il motivo della mia sparizione. Le dissi che
avevo cambiato scuola e che i miei genitori mi avevano proibito di frequentarla.
La
gravidanza procedeva senza tanti problemi perché ero una ragazza sana e con una
salute di ferro. Ma qualcosa era successo in me. Quei due mesi trasgressivi e
libertini vissuti intensamente con la mia amica Jessica mi avevano aperto gli
occhi e cambiato carattere.
Il
sesso mi era piaciuto molto e non vedevo l’ora di ritornare a farlo, ma
stavolta con le dovute precauzioni.
Ma
nello stato di gravidanze in cui mi trovavo non potevo certamente praticarlo come avrei
voluto, anche perché miei genitori mi avevano vietato di uscire e di vedere ragazzi.
Insomma, con la gravidanza in corso d'opera ebbe inizio una vita di clausura e
di privazioni mondane.
La
gravidanza inoltre aveva accentuato la mia sensibilità e molto spesso sentivo i
pungoli del desiderio che tormentavano i miei sensi.
Per
lenirli cercavo di pensare ad altro. Ma era del tutto inutile. Dovevo toccarmi,
stimolarmi fare qualcosa per dare piacere alle mie parti intime, che infuocate dal desiderio stavano
soffrendo molto.
A
volte mi chiudevo nel bagno e usavo quel che passava il convento. Il manico di
una spazzola divenne un dildo ideale che iniziai ad usare regolarmente ed in
modo spossante.
La
forma allungata di una bottiglia di grappa servì la causa divinamente. Più si
avvicinava il momento della gestazione e più sentivo con maggiore intensità i
pruriti del sesso. Le mie voglie avevano forma fallica. Persino durante le
visite dal ginecologo dovetti sforzarmi per non gemere quando il dottore
infilava il suo attrezzo multiplo per ispezionare l’interno della vagina o mi toccava
con le dita inguantate. Era un vero supplizio.
Ormai
ero quasi all'ottavo mese di gravidanza ed i pungoli del desiderio carnale
continuavano a tormentarmi rendendomi la vita un vero inferno. Nel frattempo mi
ero procurato un oggetto a forma fallica, di vetro, che faceva bene il suo
mestiere. Con quello, dopo una lunga ed estenuante masturbazione, riuscivo a
raggiungere un certo stato di benessere, ma non era sufficiente.
Il
cazzo di un uomo era insostituibile. Il contesto di una scopata con un uomo era
unica per il piacere che dava. Toccare un uomo mentre ti scopa e stimolargli il
cazzo duro durante i preliminari dà emozioni uniche e non ripetibili con uno
strumento stupido e inanimato,
Questo
pensavo mentre mi trovavo in camere da letto dei miei genitori, dove in un momenti
di crisi, mi ero spogliata per darmi piacere.
I
miei erano fuori e prima di sera non sarebbero rientrati.
Mi guardai allo specchio
mentre mi toccavo il seno e mi accarezzavo il grosso pancione. Poi presi a
toccarmi la figa. Separai le labbra e iniziai a strofinare la punta delle dita
tra il perineo ed clitoride pizzicandolo. Mi guardavo allo specchio perché il
grosso pancione mi impediva di vedere direttamente la mia fica che in quel momento
era maledettamente arsa dal desiderio.
Mi ero portato dietro il
fallo di vetro. Efficace nei preliminari, lo puntavo contro il clito e poi lo
facevo scendere giù. Prima di infilarmelo nella fica lo strusciavo tra le
fenditure molli per ottenere quel piacere che desideravo da impazzire.
Mi
ero seduta sul bordo del letto con le cosce aperte riflessa davanti allo specchio. Mi toccavo il seno e la
fica prima di dare inizio alla penetrazione. Dopo che mi ero stimolata a dovere
iniziavo a giocare con il dildo di vetro, facendolo scorrere lungo la fessura
della fica, in una azione sospesa prima di farlo entrare.
Poi,
quando la voglia diventava insopportabile, finiti i preliminari della
penetrazione presi a chiavarmi con forza.
Mi trovavo in una situazione di stallo: supina sul lettone matrimoniale, intenta a chiavare con il dildo, con le le gambe
completamente spalancate, mentre lo muovevo con molta frenesia nella mia fica.
Estraneata dal mondo ero completamente presa dall'estasi dei sensi. Con il corpo infuocato come se fossi posseduta dal demonio.
In tale situazione di estasi estrema, con i sensi completamente esaltati dal piacere, accadde l’imprevisto che cambiò la storia della mia vita.
Estraneata dal mondo ero completamente presa dall'estasi dei sensi. Con il corpo infuocato come se fossi posseduta dal demonio.
In tale situazione di estasi estrema, con i sensi completamente esaltati dal piacere, accadde l’imprevisto che cambiò la storia della mia vita.
Ad
un certo punto qualcuno fermò la mia mano. Poi nello stesso istante percepì
qualcosa di caldo e solido che
cominciava a spingere per entrare nella mia fica.
Era
impossibile che fosse solo frutto della mia immaginazione ma lo sentivo reale, grosso
e duro mentre divaricava le labbra bagnate e arrossate; poi lo avvertì entrare
dentro di me e iniziare a muoversi lentamente.
“mmmmmmmmmmmm si
siiiiiiiii
Il gemito mi usci
naturale. Presi subito coscienza della situazione e non ebbi più alcun dubbio e non stavo sognando; quello che era entrato nella mia fica era un
cazzo duro e grosso. Lo sentivo perfettamente muoversi e palpitare dentro di me.
Alzai lo sguardo e
quello che vidi mi lasciò di sasso, perché mi trovai davanti la faccia di papà, sconvolta
dal godimento, mentre nudo, si muoveva sopra di me impegnato in una estenuante
chiavata.
Non credevo ai miei
occhi. Fu come se si fosse materializzato dal nulla o dalla mia fantasia, eppure
stava li, sopra di me, intento a scoparmi con grande energia.
Appena lo guardai negli
occhi, vidi riflessa la mia stessa passione e per questo non gli dissi nulla.
Poi chiusi i miei e mi concentrai sul coito, perché stavo godendo come una maiala! Quindi predisponendomi alla sua azione accettai di fatto e di buon grado di farmi sbattere da lui come una troia in una scopata terribilmente eccitante.
Poi chiusi i miei e mi concentrai sul coito, perché stavo godendo come una maiala! Quindi predisponendomi alla sua azione accettai di fatto e di buon grado di farmi sbattere da lui come una troia in una scopata terribilmente eccitante.
Papà non parlava ma lo
sentivo ansimare in silenzio mentre si muoveva sopra e dentro di me.
Dopo qualche minuto
cambiammo posizione. Mi ero messa a pecorina. Dalla forza che imprimeva quando
spingeva il suo cazzo dentro di me capi che quella posa gli piaceva molto. Le sua
mani come artigli, mi tenevano ferma mentre lui come un fantino in corsa si
agitava dietro di me ficcando il suo cazzo tutto dentro la fica. Dio che goduria avvertire quel cetriolo di
carne scivolare nel mio utero e lo espressi a chiare lettere.
Papà continua a stare
zitto ma agiva. Dopo diverse posizioni mi trovai sopra di lui, in una strana
smorza candela. Gli davo le spalle, lui mi reggeva dai fianchi e io mi agitavo
sul suo grembo serrando il suo cazzo duro interamente nella mia fica
“mmmm si si mmmmmm
Il cazzo di papà era
quanto di meglio potessi sperare in quel momento. La mia mente infiammata dal
desiderio carnale si stava finalmente sfogando nel modo in cui aveva anelato
durante l’autoerotismo estenuante fatto con un dildo di vetro.
Mmmm ai mmmmmm dio sto
godendo mmmm si si mmmm
Ero pazzo di gioia e
felice di sfogare la voglia che avevo represso in quei lunghi mesi di
gravidanza. Mi sentivo al settimo cielo mentre il cazzo di papa incessante
entrava in profondità dentro di me.
Dopo diverse intense pose fatte in tutte le maniere che papà gradiva, alla fine ci ritrovammo a
scopare in una stupefacente missionaria. Papà mi sovrastava completamente. Lui si
era incuneato tra le mi cosce aperte. Il suo ventre appoggiato al mio pancione.
Ma la cosa straordinaria era il movimento energico del suo bacino tra le mie gambe
spalancate mentre spingeva il suo meraviglioso cazzo dentro la mia fica
ingorda e affamata di sensazioni forti.
Qualsiasi scopata mi
avrebbe dato sensazioni strabilianti, ma quella era unica nel suo genere, perche si trattava di un rapporto incestuoso che si rivelò
straordinariamente emozionate, perché suscitava sentimenti inauditi che non è facile
descrivere.
Il rapporto incestuoso
esaltava l’azione di papà e la mia. Nonostante lo stato di gravidanza mi
scopava con grande energia e forza.
Alla fine di una lunga e
possente penetrazione sentì la sua calda sborra che inondava il mio utero come
un fiume in piena.
“Aaaaaaaaaammmmm
mmmmmmmmmmmmmm
Papà alla fine dovette urlò
per dare enfasi al suo sfogo.
Quel giorno segnò l’inizio di una
meravigliosa relazione. E pensare che tutto era cominciato con una stupida gita
scolastica.
Papà mi aveva confessato
che mi stava spiando da molto tempo.
Quel pomeriggio era
rientrato prima del previsto dimenticandosi di avvisarmi; quando mi sorprese in camera a masturbarmi rimase incantato dal mio
corpo per cui restò a guardarmi in silenzio perché la scena lo eccitava; poi sedotto dalla sensualità dei miei gesti decise di partecipare idealmente sparandosi una sega; ma la provocazione del
mio corpo accaldato era talmente irresistibile che non ha saputo controllare la
tentazione di unirsi ai giochi.
Prima di
avvicinarsi aveva imprecato con se stesso per le intenzione sbagliate, ma poi, vinto dal desiderio carnale giustificò il gesto pensando: “questa non desidera altro che chiavare! E che cazzo! Non
sono mica di pietra! Devo mettere fine alle sue sofferenze! Ora ci penso io!
Così va la vita!
Guzzon59