La
mia famiglia vanta una lunga tradizione di maestri cuochi. Mio nonno
è stato persino accreditato durante il G8 a Genova, insieme ai
cuochi che hanno preparato i piatti dei grandi della terra. Papà da
provetto gourmet ha seguito le sue orme e ora gestisce un avviata
struttura di ristorazione. Tanto per restare in tema ha sposato anche
una cuoca del Tirolo, per cui la passione per la cucina mi è stata
trasmessa nel mio DNA.
Come
si dice, buon sangue non mente, dopo l'istituto alberghiero stavo
frequentando un accademia per chef, viste le origini ero il primo del
corso. Per questo motivo il maestro chef mi annunciò che ero stato
scelto per conseguire un master in Francia, per pochi eletti, che mi
avrebbe aperto le porte di una carriera sicura e ricca di
soddisfazioni. Per accedere al master dovevo prima partecipare ad una
preselezione che si sarebbe svolta in Umbria, alla quale oltre ai
migliori studenti italiani, dovevo confrontarmi anche con cuochi
affermati delle migliori ristorazioni italiane. Professionisti con le
palle che avevano anni di esperienza alle spalle.
Non
dissi nulla ai miei genitori. Lo avrei fatto solo se fossi stato
scelto per partecipare al master francese.
Il
luogo ove si sarebbero svolte le selezioni era una pittoresca
località delle campagne Umbre, ai piedi di una zona collinare ricca
di boschi. La cascina era un maniero che per la circostanza si era
trasformata in una vera e propria arena culinaria. Un mio amico mi
disse che avrei incontrato molte persone provenienti da ogni angolo
d’Italia, tra queste molte belle ragazze. Insomma mi fece capire
che se avessi voluto avrei potuto arricchire non solo l’esperienza
professionale. Mi strofinai le mani in segno di gioia.
Ai
miei genitori inventai una balla colossale, gli dissi che per una
settimana sarei stato ospite di un amico. Tutto era stato programmato
nei minimi dettagli. Nessun imprevisto avrebbe potuto scalfire quel
piano diabolico.
Ma
come è noto, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.
Raggiunsi
la località umbra in moto, una domenica sera. Quando arrivai mi
trovai davanti un antica costruzione medioevale in pietra, una vera
fortezza imponente, con una torre sormontata da un tetto a forma di
cono. Le cinte erano possenti alte almeno due metri. All’interno
tutto era arredato secondo lo stile medievale. Arazzi, candelabri
giganti, lampadari enormi di cristallo. Insomma un vero e proprio
castello signorile.
Arrivai
insieme ad altri ragazzi, ci presentammo, tra questi notai subito una
bellissima ragazza. Una mora stupenda, occhi verdi e pelle
abbronzata. Era siciliana. Bella da morire. Da come ricambiava lo
sguardo intuì che anche io ero di suo gradimento. Eravamo all’opposto,
io biondo nordico e lei mora del sud, una coppia perfetta. Si
chiamava Valentina e anche lei frequentava una scuola simile alla
mia.
Ci
accolse il direttore della struttura. Un signore distinto sui
quaranta anni circa. Guardandolo meglio mi resi conto che aveva un
volto noto. Poi mi venne un flash, lo riconobbi subito: era un cuoco
famoso che partecipava a trasmissioni di successo incentrate sulla
cucina.
Con
lui c’erano i suoi collaboratori. Tre chef, una donna e due uomini
e poi alcuni inservienti. Le stanze erano accoglienti anche se
arredate con mobili antichi. Ogni stanza ospitava due persone.
Come
compagno di stanza mi capitò in sorte un giovane napoletano di
origine Nigeriana, si chiamava Gabriel, molto simpatico. Facemmo
subito amicizia; lui era molto loquace e mi parlò della cucina
tipica di Napoli accennandomi a qualcosa della sua terra di origine.
Una miscellanea molto interessante.
Alla
fine finimmo per parlare delle ragazze che si erano presentate con
noi.
“Marco!
Ho visto le occhiate che ti lanciava la bella moretta! Secondo me ti
fila!
“E’
troppo presto per dirlo! Vedremo! E tu cosa ne pensi della cinesina!
Ho visto come ti fissava il fior di loto! Ahahahah
“ahahahah
si! Mannaggia! Cazzo! Se mi piace la cinesina! Abbiamo una settimana
di tempo! Basterà!
“ahahah!
Prima pensiamo alla selezione! Che è più importante!
“già!
Ahahah
Gabriel
era un ragazzo curioso.
“Vado
a farmi un giretto! E ne approfitto per conoscere gli altri!
Mi
lasciò solo. Sistemai i vestiti e la valigia. Mi feci una doccia nel
bagno comune dove incontrai altri ragazzi e alcuni adulti, con i
quali ho subito legato. Insomma era una bella compagnia.
In
quella sessione eravamo circa una ventina.
Qualche
ora dopo Gabriel ritornò tutto euforco con un ghigno che le
deformava la faccia.
“Marco!
Non sai che ti sei perso! una figa galattica! Da leccarti i baffi! E’
arrivata in Taxi! Roba raffinata! Mi sono subito offerto di portarle
la valigia!
“Ti
avrà preso per un inserviente! Aahah
“No!
Mi sono presentato subito! Dovevi vederla! Bella e arrapante!
“La
vedrò domani!
“Già!
Sai, non è una ragazzina! Avrà più di quaranta anni! Una bionda
teutonica! Tutte curve! Vedessi che pezzo di figa! Una milf!
“Be!
Tu dovresti avere qualche chance! Alle tardone piacciono molto i
ragazzi di colore! Ahahah
“ahahah
si! Si! Da domani mi metto subito a lavoro! Quella prima di domenica
prossima! Me la voglio sbattere come un sandwich! Avanti e dietro!
Così! To to to ahahahah Mannaggia! Ahahahah (strappazzò il cuscino)
“cazzo!
Ahahahah ma sei proprio fissato tu! con la figa!
“che
cosa c’è di più bello nella vita? oltre a Napoli! È?
“Milano!
Ahahahha
“Ma
vai! Ahahah polentone ahahahah
(In
coro) ahahahah
“Vado
a farmi una doccia! va!
Gabriel
si spogliò con molta disinvoltura. Appena lo vidi nudo, come sua
mamma lo aveva fatto, rimasi impressionato. Il suo cazzo era di una
misura sproporzionata. Mi vennero i brividi ai lombi a pensarlo
all’opera. Sicuramente la vecchia tardona lo avrebbe apprezzato
molto.
“Ei!
che ne dici! Ne vale la pena! Ahahah
“Porca
puttana con quel trapano! La nordica la metti K.O! Ahahahha
(in
coro) ahahahah sapessi quante soddisfazione ha dato! Ahahah
Gabriel
era un vero portento. Mi ha tenuto sveglio fino a tarda notte. Non
smetteva di parlare e di raccontare le sue avventure. Alla fine credo
di aver ceduto alle lusinghe di morfeo e mi sono perso parte dei sui
logorroici racconti.
Il
mattino seguente tutti svegli. Toilette e poi nel refettorio a fare
colazione. Man mano che i corsisti facevano il loro ingresso Gabriel
non smetteva di parlare o sparlare. Questa mi sa che… mmm questa
qua non andrà lontano… questo dorme in piedi… cazzo questo mi
sembra un figlio di ndrocchia! Insomma ne aveva per tutti. Alla fine
arrivò la tardona teutonica.
Appena
fece il suo ingresso il cibo mi rimase in bocca, sgranai gli occhi
come se un fascio di luce accecante mi avesse abbagliato. Muto e
basito. Non credevo ai miei occhi. La donna che Gabriel stava
ammirando con la bava alla bocca altro non era che mia madre. Ma come
è stato possibile che ci fosse anche lei in quel posto?
Gabriel
la salutò con un sorriso che metteva in mostra denti bianchissimi,
poi rivolto a me.
“Hai
visto che roba? Dall’espressione del tuo volto! Mi sa che la
tardona piace anche a te! Si vede che ti ha impressionato! Aaaah
Quella è una topa di classe! Non c'è che dire!
Gabriel
non avrebbe mai potuto immaginare il motivo della mia reazione.
Riflettendo
su quella situazione assurda tentai di dare un senso alla presenza
della mamma in quel posto. Pensai che forse non era assurdo vederla
lì. E’ stata insignita di molti premi per le sue capacità
professionali. E' una eccellente cuoca che ha sempre declinato inviti
o proposte di lavoro che l’avrebbero allontanata da papà. Ma
perché non c’era lui? Che cosa era successo?
Appena
mi vide anche lei rimase di sasso. Non si aspettava di trovarmi lì.
Mentre io tardavo a riprendermi lei riprese subito il controllo della
situazione e con un gesto appena percettibile ma eloquente mi fece
segno di stare zitto. Mi sfilò davanti con disinvoltura continuando
a parlare con un'altra signora.
“Cazzo!
hai visto che purchiacca! Che culo! Che tette! Mannaggia!
Mi
risentì un pochino per quelle frasi sconce che riguardavano mia
madre. Ma dovevo far buon viso e cattivo sangue.
“Allora!
L’hai vista la bella topona teutonica! Mmmmm
“Si!
“Non
dici nulla? Non ti piace? Non dirmi di no! Cazzo! ma hai visto che
pezzo di fica? Bionda! Alta e messa bene pure di gambe!
“ma
potrebbe essere tua madre!
“Mia
madre? Sono per caso biondo? Hahahahah
“ahahahahh
ma sei scemo!
“Hai
notato che non fa altro che guardare da questa parte! Mi sa che uno
di noi due gli piace!
Effettivamente
la mamma ogni tanto mi lanciava uno sguardo. Forse anche lei stava
cercando di capire perché non l’avevo informata.
Il
destino inoltre ha giocato anche un altro scherzo: la mamma e
Valentina sono finite nella stessa camera.
Dopo
colazione ci trovammo tutti in un grande salone con tanti tavoli come
a scuola. Attorno a noi c’erano quadri e arazzi di tutte le specie,
un corridoio portava alle cucine che erano ampie, con i piani cottura
esattamente allineati.
Il
direttore dell’accademia ci illustrò il programma e poi ci divise
in quattro squadre formate da cinque elementi. La mamma mi ignorava.
Non so come facesse a controllarsi. Io ero emozionato e stupito per
la sua presenza. Mi aveva fatto cenno di non dire nulla e sono stato
al suo gioco. Ma volevo capire il perché di questa scelta
dell’anonimato.
Si
fecero le squadre e la mamma capitò proprio nella mia, mentre
Gabriel e Valentina finirono insieme nella stessa squadra. Ci rimasi
male ma la sorte ha voluto che fossimo concorrenti e avversari e no
alleati.
Nel
mio gruppo oltre a me capitò la cinesina, che si chiamava Chiara; un
altro ragazzo, la mamma e il signore distinto che Gabriel aveva
etichettato come vecchio marpione, Vincenzo, toscano di Livorno. Una
bella squadra assortita.
Vincenzo
dimostrò subito il suo interesse per la mamma. Non sapendo che fossi
il figlio, in più occasioni mi aveva confessato che la mamma era una
donna piacente e che non gli sarebbe dispiaciuto approfondire la sua
conoscenza, nonostante avesse messo in chiaro di essere felicemente
sposata.
Appena
ebbi l’occasione chiesi alla mamma che cavolo ci facesse lì?
Perché non mi aveva detto nulla? E come cavolo ci era arrivata!
“Colpa
di tuo padre! Lo sai che lui sogna la stella dei migliori ristoranti!
Qualche tempo fa l’associazione ristoratori ci ha contattati! Ha
detto che eravamo candidati a prendere la stella! Però uno di noi
due doveva avere nel suo curriculum la frequenza di questo corso di
specializzazione, con profitto, anche se non venivi selezionato per
il master in Francia! Insomma era sufficiente la frequenza e il
titolo di merito o attestato! Lo sai come è fatto tuo padre! Ha
inventato mille scuse per non venire! Quello non si fida dei suoi
dipendenti! E’ fatto così! vuole avere tutto sotto controllo!
Così, visto che si trattava di una sola settimana, ho dovuto
cedere e accettare di frequentare l'accademia! Anche io volevo farti
una sorpresa, ma mi sa che sei stato tu a farla a me!
“Incredibile!
E adesso?
“Adesso
tu ti impegni ad arrivare tra i primi dieci! E’ importante che tu
riesca ad andare in Francia! Se hai bisogno di qualche consiglio!
Sono qua! A me interessa solo la frequenza! E sai una cosa? Sono
felice di averti trovato qui! Sono due settimane che non ti facevi
vivo! E’ meglio che non si sappia che sei mio figlio! Conosco bene
l'ambiente e vorrei che ti valutassero per le tue capacità!
“Come
vuoi tu! Visto che siamo qui! Be adesso godiamoci sta vacanza!
Lontano da quel rompiballe di papà! Ahahah
“già!
Ahahahahah
Alla
fine avere la mamma al fianco poteva diventare strategicamente un
vantaggio. Lei era una cuoca eccellente ed i suoi consigli mi
avrebbero aiutato.
Infatti
la nostra squadra si rivelò la migliore.
Intanto
Gabriel in più occasioni cercava di intortarsi la mamma con scuse
banali. Essendo un ragazzo allegro e spiritoso, nonché napoletano
verace, non gli era stato difficile conquistare la sua simpatia.
Inoltre la mamma notando che mi era diventato amico, estese anche a
lui il suo affetto, e lui, ignaro del legame di parentela che ci
univa, equivocò l’atteggiamento aperto della mamma,
interpretandolo come un segno palese che la tardona sotto sotto
sperava di farsi fottere da un giovane stallone.
Tutte
le sere, in camera, era stressante. Non faceva altro che ripetere le
stesse parole, di parlare della mamma, diventata una fissazione. Si
era intestardito a tal punto da non accorgersi dell’atteggiamento
di palese disponibilità della cinesina e di una tardona di Verona,
non male.
“Allora,
visto che siete molto legati, e per questo ti invidio, ti ha parlato
di me? Secondo te è interessata a me? Hai visto come ride quando
siamo insieme? E poi i suoi occhi azzurri quando mi fissano mi fanno
sciogliere il sangue come o sangue e San Gennaro! Madonna!
“no!
Gabriel! Rassegnati! È una donna seria! Ti sei fatta un idea
sbagliata di lei! Perché non punti alla cinesina o a quella tardona
di Verona! Io con Valentina mi sono portato già avanti! Stamattina
c’è scappata una mezza pomiciata! E tu che fai? perdi tempo con
una che manco ti vede? Svegliati!
“Senti!
Stamattina ho invitato Valeria (la mamma) per domani sera, io, te e
Valentina andiamo fuori, a farci una pizza! Poi se sei d’accordo!
Ce la portiamo in discoteca! Che ne pensi?
“Ma
sei scemo? E lei ha accettato?
“Si!
Anzi era entusiasta! Veramente ha accettato su proposta di Valentina,
Ho l’impressione che le piaccia molto! Ma? Speriamo che non sia
lesbica!
“Ma
vai a cagare! Ahahah che cazzo vai a pensare!
Pensai:
Effettivamente la mamma si era legata a Valentina, credo, che lo
facesse perché aveva capito che mi piaceva! Ecco perché ha
accettato di uscire con noi, per controllarmi.
Che
situazione imbarazzante.
La
sera successiva dopo le prove di cucina e l’ennesimo successo,
uscimmo tutte e quattro. Per l’occasione quel figlio e ndrocchia di
Gabriel, con le classiche lusinghe napoletane, era riuscito a farsi
prestare l’auto da Vincenzo, una piccola utilitaria.
Partimmo
alla volta di Perugia. Alla fine invece della pizza optammo per un
ristorante tipico del posto. Da cuochi esperti giudicammo che le
pietanze non erano tanto male. La mamma non vista, mi aveva sganciato
cento euro con la raccomandazione di pagare il conto.
Valentina,
non sapendo il legame che avevo con la mamma, convinta che Gabriel le
piacesse, le aveva consigliato di vestirsi in modo sexy. Cosi si
presentò con un vestito aderente, corto, che esaltava in modo
eccessivo il suo corpo. Mi soffermai a guardarla e dovetti ammettere
che la mamma era ancora una bella donna matura; pensai che non fosse
così strano che un ragazzino come Gabriel potesse perdere la testa
per lei.
In
ogni caso, in quella storia c'era qualcosa che non quadrava. La bugia
aveva creato un equivoco e soprattutto un giudizio sbagliato sul
rapporto che c’era tra me e la mamma. Spesse volte lei si era
lasciata andare in carezze un po troppo materne, che agli occhi dei
miei amici venivano interpretate in modo errato. Gabriel più volte
espresse il dubbio che la tardone forse si era invaghito di me. Ma io
ribattevo che era solo uno slancio di affetto, dettato dalla sua età.
Ma lui ammiccava e schiacciandomi l'occhio:
“Affetto?
Secondo me tu hai più chance di me! Di fottere la tardona!
Dopo
la cena, mezzi allegri, su insistenza di Valentina, andammo in una
discoteca del luogo. Mi sentivo imbarazzato. Secondo me a pochi
ragazzi è capitato di andare in discoteca con la propria mamma. Lei
per contro non sembrava affatto impacciata. Anzi accolse la proposta
con molto entusiasmo. Con Valentina si era amalgamata perfettamente,
pettegolavano come civette, parlavano sottovoce, e la mamma
esplodeva in grasse risate quando Valentina le sussurrava qualcosa
alle orecchie.
Dentro
trovammo il caos della folla avvolgente. Luci accecanti, specchi,
spintoni. Tuttavia la mamma sembrava di trovarsi a suo agio. Ad un
certo momento mi stringe la mano, come faceva quando ero bambino.
Gabriel notò subito il gesto e dall'espressione mi parve che ci
restò molto male. La mamma inconsapevolmente non si rendeva conto
che i suoi slanci di affetto erano fraintesi. Infatti quando la
musica si placò in un lento quasi statico, Valentina prese la mano
di Gabriel e lo trascinò in pista fissandomi con un espressione
contratta come dire: “fai lo scemo con la tardona? Tienitela!
La
mamma ghignava e beveva molti drink a base di alcol. Ad un certo
punto mi afferrò la mano e ridendo mi invitò a seguirla in pista.
Con voce bassa le sussurrai:
“Mamma!
Guarda che è un lento!
“E
allora? Vuoi che balli con un estraneo? No meglio con te! E poi ho
tanta voglia di abbracciarti! Così potrò farlo senza che il nostro
segreto possa essere svelato!
Mi
abbracciai la mamma. Le misi le mani sui fianchi tenendo le debiti
distanza dal suo grembo. Ma lei, in preda all'entusiasmo del momento.
“Ma
dai! stringimi! Cucciolo!
“Ma!
Mamma!
“ahahahha
E
tirandomi a se mi serrò così forte che il suo corpo massiccio
impattò contro il mio. La prima impressione che ebbi fu di un caldo
intenso che promanavano forte dalle sue membra.
La
mamma si comportava in modo materno, mi stringeva e poi in un slancio
di tenerezza appoggiò la testa sulla spalla. Quel gesto fu la goccia
che fece traboccare il vaso. Cercai lo sguardo di Valentina. Lo
trovai mentre mi fissava in modo truce, io le sorrisi. Lei alzò le
spalle e rispose con un gesto altrettanto esplicito, stringendosi a
se Gabriel. Insomma non so che cosa stesse succedendo ma sembrava
palese che le coppie si stessero invertendo.
Con
il passare del tempo notai che Gabriel aveva preso sul serio il
cambio delle coppie. Infatti lo vidi strusciarsi contro Valentina e
nello stesso tempo passare all'attacco con decise toccate di fondo
schiena.
L’atteggiamento
di Gabriel, la sua fantasia erotica in quel momento in piena
attività, agirono da catalizzatore verso i miei sensi; per cui mi
capitò di imitarlo inconsapevolmente, forse per ripicca verso
Valentina, e lentamente anche io iniziai a strusciarmi contro il
corpo della mamma. Non so se fosse vendetta o altro. Il fatto
imbarazzante fu che in pochi secondi avvertì il mio cazzo crescere e
diventare duro come una pietra. Il grembo della mamma si rivelò un
accogliente incavo caldo. Avvertivo il suo corpo sinuoso e molto
sensuale. Insomma mi ero confuso mentalmente e sfogando un impulso
naturale pressai il mio inguine contro il grembo della mamma.
Incredibilmente
non ci fu alcuna reazione contraria. Anzi lei continuava a muoversi
attaccata a me. Avvertivo il suo ventre caldo e vivo, molto incollato
al mio. Man mano che mi stringevo a lei tremavo e percepivo un
latente desiderio sessuale. Ero completamente smarrito in un limbo
fuori dal tempo.
Il
mio cazzo duro premeva contro il grembo della mamma e credo che la
stessa cosa succedeva tra Gabriel e Valentina. Ad un certo punto mi
resi conto che Valentina ormai aveva preso una altra strada. Ci
rimasi male quando Gabriel e lei iniziarono a baciarsi con grande
passione. La mamma intanto se ne stava attaccata a me ignara di
quanto stava accadendo e del disastro che aveva provocato con il suo
atteggiamento materno.
Ormai
Valentina era definitivamente persa e ritenni la mamma responsabile
di quanto stava succedendo. Mentre la stringevo cominciai a delirare
una vendetta assurda. La fissai e lei ricambiò il solito sorriso,
poi con voce ingenua:
“Tranquillo!
Non ti preoccupare! È una reazione naturale! Non ci fare caso!
Pensai:
“Naturale? Avvertire un cazzo duro contro il suo grembo e
considerarlo un gesto naturale? Ma era il cazzo del figlio!
Ad
un certo punto Gabriel e Valentina spariscono.
La
musica cambiò in dance.
La
mamma, che aveva intuito:
“Secondo
me non perdi nulla! Era solo una bella ragazza! E basta!
Pensai:
“ma era proprio quello che mi interessava!
Continuando:
“Per
me non era adatta a te! Troppo farfallina! Hai visto? Alla prima
occasione si è comportata per quello che era! una troia!
“Ma
mamma! Se non mi avessi trascinato in pista non sarebbe successo!
Fece
spallucce e sorrise.
Quella
sera andò tutto storto. Gabriel ottenne quello che aveva sperato di
avere dalla mamma. In macchina. Ma non contento chiese a mia madre se
potevano scambiarsi le camere. La mamma fu entusiasta di
accontentarli. Gabriel chiaramente mi schiacciò l'occhio come per
dire: “hai visto? Che avevo ragione!
La
mamma quella sera aveva un po’ esagerato nel bere.
Io
ero totalmente deluso per il due di picche che avevo ricevuto da
Valentina.
La
sera in camera dal letto.
La
mamma cantava e ballava come una ragazzina. Era felice di condividere
con me la stanza. Sentirla cantare mi dava un nervoso. Così la
lasciai sola e andai a farmi una doccia.
Passai accanto alla stanza
che occupava Valentina, chiusi gli occhi dalla rabbia quando percepì
i suoi singulti. Gemeva come una scrofa. Pensai alla scena di sesso
in atto tra lei e Gabriel ed immaginai il grosso cazzo scuro che in
quel momento le stava sconquassando la figa.
Pensai:
Cazzo! E pensare che gliela avevo offerta io su un vassoio di
argento! Se non ci fosse stata la mamma tra i piedi a quest'ora avrei
potuto esserci io la dentro!
Bestemmiai
come uno scaricatore di porto.
Al
ritorno trovai la mamma stesa sul letto. Porca puttana. Era nuda con
gli autoreggenti nere ancora calzati.
La
guardai mentre dormiva di traverso sul letto. Le grosse tette nude si
innalzavano imponenti.
Più
la fissavo e più mi rendevo conto di quanto fosse arrapante. Cazzo,
pensai, Gabriel aveva ragione, la mamma era un gran pezzo di fica e
che fica.
In
quel momento trovarmela in camera in quelle condizioni diventò mio
malgrado una vera tentazione. Mi sedetti al suo fianco la fissai per
bene.
Appena
avvertì la mia presenza:
“ooh
Giorgio! Che fai? Non vieni a letto?
Giorgio
è il nome di papà. Mi aveva scambiato per lui.
Le
sue tette erano un richiamo della natura. Più le guardavo e più
aumentava la voglia di toccarle. Saranno morbide o dure?
“ohhhh
Giorgio! Vuoi scopare? E?
Quella
richiesta mi sconvolse le budella.
Pensai:
“Che faccio? Magari mi accontento di toccare solo le tette!
Ero
super eccitato. Il pensiero ritorno in discoteca. Cazzo mi son
sentito bene incollato a mia madre. Naturalmente il cazzo si era
nuovamente destato adeguandosi alla situazione incandescente. Lo
fissai mentre spuntava dal mio inguini duro e palpitante come un
giovane puledro davanti ad una vecchia giumenta in calore.
La
tentazione di toccare le tette della mamma era troppo forte, per cui,
mi lasciai trasportare da quel richiamo e titubante allungai la mano
posandolo su una tetta.
La
pelle era liscia e calda. Avvertivo la solidità e la tenerezza che
quel tocco trasmetteva.
Le
massaggiai prima lentamente, poi con maggiore intensità, lei lo
percepì ed aprì gli occhi fissandomi e sorridendo:
“Giorgio
sei un biricchino! Ti piacciono le mie tette?
Mi
fermai dalla timore che mi avesse riconosciuto.
Sentendo
il nome di papà, nonostante mi avesse squadrato il volto e non
vedendo alcuna espressione di sorpresa, poiché gli occhi rimasero
completamente sbiaditi, ripresi a massaggiare con più forza.
“mmmmm
sento che il tuo cazzo è già duro!
Mi
aveva afferrato il cazzo e lo stringeva in tutta la sua lunghezza. La
sua mano, saldamente afferrata al palo, lo stimolava facendo
scivolare la pelle su e giù.
Un
brivido di freddo mi tormentò il fondo schiena, era incredibile a
quando stava succedendo sotto i miei occhi. Non credevo fosse
possibile una cosa del genere.
“Sei
il solito biricchino! Mmm quanto è duro!
Ma
stava succedendo veramente. Mi ripresi e fissai la mano della mamma
che mi stava masturbando. Era troppo per me. Allora mi buttai sul suo
petto e iniziai a toccare e baciare le grosse tette. La follia
erotica si era impossessato della mia mente.
Era
impossibile resistere a quella provocazione.
Ad
un certo punto la mamma mi fece una richiesta insolita.
“Giorgio!
Chiavami in bocca! Coma sai fare tu! Mmmm dai sfondami la gola!
Era
impressionante sentire la mamma parlare in quel modo. Non so se si
rendesse conto di chi fossi. Tuttavia era troppo eccitante e
impossibile tirarsi indietro, per cui ubbidendo alla sua richiesta,
ancorché invogliante, mi alzai e mi misi davanti alla sua faccia.
Lei mi fissava dal basso verso l'altro, con il capo che pendeva dal
bordo del letto. Che strana posizione pensai. Forse con papà la
facevano spesso.
Ero
completamente nudo e con un imponente erezione in atto. Afferrai il
cazzo e lo spinsi verso il basso avvicinando la grossa cappella alla
sua bocca.
Fissai
le sue labbra carnose, che erano quasi a contatto con la cappella del
mio cazzo.
“Ma
si! Mi hai rovinato la serata! Adesso ti punisco! Ti accontento!
Schiacciai
la cappella sulle labbra che magicamente si aprirono. Il cazzo
scivolo in bocca fino in fondo. Poi attaccai a chiavarla di brutto.
Come mi aveva implorato lei.
“ti
piace il cazzo in bocca! Hai fatto di tutto per allontanarmi da
Valentina! Ora questa sarà la punizione che meriti! To! Ti sfondo la
gola!
“Mmmmmmmmmmmmmmmm
Non
poteva rispondermi. Il mio cazzo scivolava nella sua bocca fino alla
base dei coglioni. Nello stesso istante mi tenevo aggrappato alle sue
grosse tette.
To
to to mmmmmmmm
Mi
ero fatto trascinare totalmente in quella situazione inaudita. Ero
completamente in delirio e come un folle stavo chiavando la bocca
della mamma, come se fosse una vera fica. Visto che c'ero, diedi
sfogo alla mia perversione e così di tanto in tanto mi dilettavo a
battere il cazzo sulle tette e a masturbarmi schiacciandolo tra i due
grossi meloni; mentre lei mi leccava i coglioni. Spesso mi allungavo
verso le cosce bianche, per razzolare con la mano nella grossa e
corpulenta fica. La fonte della mia vita.
Pensai:
da li sono uscito e ora? Cazzo ho voglia di ritornarci! Che faccio?
Fu
lei a decidere per me.
“Ora
chiavami! Gio oo ora gioca con la mia fica! Mmmmm
Non
bisogna mai disubbidire alla mamma.
“Con
grande piacere!
Mi
predisposi davanti alla sue cosce spalancate, nella posizione della
missionaria. Inizia a giocare con la sua fica. Strusciavo la grossa
cappella tra le molli umide labbra. Era affascinato dalle sue cosce
bianche, esaltate divinamente dalle calze scure.
“Gioooooo
che fai? Chiavami ora! Mmmmm
In
quel momento era anche il mio più grande desiderio, così dopo una
leggera spinta, affondai con il cazzo dentro il suo utero, fino alla
base dei coglioni e via con l'arrosto nel forno.
“aaaaaaaaaaaaaa
mmmmmmmmmmmmmmmmmm si biricchino..... biricchino......
“mmmmmm
ora pagherai per quella che mi hai fatto! Mi hai fatto perdere una
scopata mmmm galattica mmmm to to to mmmm con quella mega fica di
Valentina aaaaaaaaa
“Si
si così mmmmmm così mmmmmmmm biricchino mmmmm si mmmm godo mmmm
mmmmm
Iniziai
a chiavarla con grande foga, senza darle un attimo di tregua. Rabbia
ed eccitazione mischiate, che mi davano una energia distruttiva.
Tutto sommato, pensai, la serata non era finita male. Mentre scopavo
la mamma mi rendevo conto di quanto fosse emozionante quel rapporto e
soprattutto esaltante.
In
quel castello lei era l’oggetto del desiderio di quasi tutti i
maschi presenti. Ed io ero il fortunato che se la stava infornando
alla grande. Inoltre, il fatto che fosse la mamma magnificava ancora
di più la mente e mi trasmetteva sensazioni vertiginose. Guardavo la
mamma e non capivo se fosse così lucida da rendersi conto che era
suo figlio a chiavarla di brutto e no papà.
Il
mio corpo era più sottile rispetto a quello grosso di papà. Un
fuscello in mezzo ad un tempesta che si dimenava come un diavolo. Il
mio cazzo scivolava veloce dentro la fica della mamma fino a quanto
potevo.
La
fica della mamma era completamente aperta al mio cazzo. Le labbra
erano tirate al massimo, fino a ridursi ad un sottile orlo teso e
arrossato che attorniava il volume del mio cazzo.
Il
clitoride era ben visibile, una bottoncino spianato che tremava al
ritmo folle dei miei affondi.
“To
to mmmmm dio quando sto godendo mmmmm
“si
si mmmm Gio mmm biricchino mmmm divertiti mmm divertiti mmm come fai
sempre! Mmm godo
Stavo
galoppando sul corpo della mamma alla massima velocità. Avevo
trovato un ritmo regolare, veloce e distruttivo.
Lei
se ne stava con le cosce spalancate ad incassare il mio ardore,
mentre godeva come una maiala.
Dopo
una sequela di affondi secchi, le radici del cazzo mi annunciarono la
fine di quella galoppata incestuosa, fatta di rabbia, eccitazione,
vendetta e tutto quello che la mia mente ormai fuori controllo
immaginava e mischiava.
“Mmmmmm
non ce la faccio più ùùùùùùùùù mmmmm
“Aaaaaaaaaaaaaa
siiiiiiiiiii biricchino ooooooooooooo
Sborrai
nella fica della mamma fino all’ultima goccia, poi preso dalla
curiosità volli fissare quella apertura slabbrata, la fonte della
mia esistenza, mentre sputava il liquido bianco e spesso che lei
aveva creato.
Rimasi
a riflettere. “Cazzo quel buco che mi aveva dato la vita mi ha dato
un godimento incredibile.
Così va la vita.
Guzzon59