Una
fattoria, un adolescente, Battista, la sua famiglia, storia che si
sviluppa in cinque capitoli completi. Buona lettura.
Primo
paragrafo: Gli sfollati.
La mamma
Elvira, alla fine della seconda guerra mondiale, aveva perso ogni
speranza che papà potesse rientrare dalla guerra; nell’estate del
1948 il Ministero della Difesa ci inviò una lettera, con la quale ci
informava che papà era stato inserito nell’elenco dei soldati
dispersi in Russia.
La vita in
città cominciò a essere troppo onerosa per le nostre misere
condizioni economiche. La mamma, non avendo un lavoro fisso, decise
che non ci restava altro di tornare al paese d’origine.
Il nonno
Attilio e la nonna Caterina, furono felici di ospitarci, fino a
quando le cose non si fossero messe bene.
All’epoca
avevo quindici anni e mia sorella Adele diciassette. La mamma aveva
solo trenta otto anni, una giovane vedova di guerra, con la
possibilità di rifarsi una nuova vita.
La littorina
ci scaricò nella piazza del paese. Il carretto del nonno, attaccato
ad un mulo assonnato dal caldo, era lì ad aspettarci.
Caricammo le
valigie, io e Adele ci sedemmo sul cassone, mentre la mamma prese
posto a fianco del Nonno.
Il nonno
Attilio aveva sessanta anni. Era di statura imponente, con i capelli
totalmente brizzolati. Faccia abbronzata e piena di rughe, le membra
imponenti, forgiate dalle dure fatiche della campagna, esprimevano
una forza ciclopica.
La nonna
Caterina ci stava aspettando davanti all’ingresso della casa.
Appena scesi
dal carro ci corse incontro, abbracciandoci con forza. Anche lei era
energica e massiccia.
Fattore
comune delle donne della mia famiglia erano le grosse tette.
La nonna mi
aveva affondato il viso nelle sue enormi montagne.
Quell’aspetto
caratterizzava anche il petto della mamma e di Adele.
Mi ricordo
che Adele, già a dodici anni, ostentava delle tette che, a occhio e
croce, dovevano riempire una quinta abbondante.
Qualche anno
dopo, infatti, usò i reggipetto della mamma.
Il nonno
Attilio:
“Caterina!
Guarda che bei nipoti che abbiamo! Battista! sei grande e grosso come
me! Adele! Che candore e che bellezza! Dovrò guardarti a vista,
perché i giovanotti del paese ti ronzeranno attorno come le mosche!
Caterina! guarda le tette di tua nipote! Sono più grosse delle tue
aahahahaha
Adele,
d’istinto si coprì le sue enormi tette, arrossendo come un
peperone.
La nonna:
“Sciocchina!
Non devi vergognarti! Le devi mostrare con orgoglio! La natura ti ha
dato un dono prezioso! Che gli uomini di qui sanno apprezzare –
schiacciando l’occhio al nonno - Guarda me e tua madre! Siamo
orgogliose di averle grandi e grosse, come quelle delle vacche!
Hahahah
Così
dicendo le afferrò con entrambe le mani, soppesandole in aria.
Cristo erano enormi.
Quell’incontro
imbarazzante non finì lì. La nonna si avvicinò a Adele e gli
sollevò la gonna e rivolto al nonno:
“Guarda
Attilio! Questo si che è un bel culo! Hai visto com’è bello
grosso e rotondo? ahahahah
Il nonno
appena vide il lato B di Adele, totalmente scoperto, strabuzzò gli
occhi. Leccandosi le labbra:
“Accidenti!
Un culo così bello l’ho visto solo nei bordelli!
La nonna:
“Attilio? Cosa vuoi dire che il mio fa schifo?
La nonna,
risentita dalle parole del nonno, si alzò la lunga gonna ed espose
il suo culone alla vista dei presenti.
“ahahahah
no! Vecchiaccia! Il tuo è ancora bello grosso! Hahahah Elvira, se
ricordo bene, il tuo deva essere un posteriore di tutto rispetto! Dai
fallo vedere anche tu ahahahah visto che ci siamo!
La mamma,
dopo un attimo di esitazione, ci squadrò, sorridendo, si girò e
tenendo alzata la gonna:
“Papà, il
mio è ancora quello di una volta! Figlia o no, so che ti è sempre
piaciuto guardarlo aahahahah
“ahahah
Sei rimasta ancora una monella! Certo che mi piaceva! - strizzando
l'occhio - E perché non avrei dovuto apprezzarlo? Ahahahah
“Papà!
Finiscila… ragazzaccio! Ahahah
Con Adele ci
guardammo impacciati. Lei era diventata rossa ed io evitavo di
guardare per nascondere l’imbarazzo.
“Be,
adesso dopo tutto sto spettacolo mi è venuta una fame da lupi!
Vecchia è pronto il pranzo?
“Si! È
tutto sul tavolo!
Il pranzo
era abbondante. Erano anni che non avevo visto una tavola bandita di
ogni ben di dio.
Finalmente
un pasto completo, dopo anni di stenti. Io, la mamma e Adele, ci
siamo abbuffati come maiali.
La vita in
campagna era dura. Il nonno mi portava tutte le mattine nei campi di
Mais. Mi insegnò a governare le bestie. Adele e la mamma, aiutavano
la nonna nelle altre faccende agreste: Nutrire i maiali, mungere le
mucche e dare da mangiare agli animali di cortile, inoltre
confezionavano le provviste per l’inverno.
In pochi
mesi avevamo messo su parecchi chili. Il mio fisico si era
rinforzato, i muscoli delle braccia e del petto cominciarono a
gonfiarsi.
Adele
somigliava sempre di più alla mamma e alla nonna; ostentava un
fisico rotondo, un grande culo e due grosse tette, che campeggiavano
sul petto come due montagne.
Il nonno
quando la guardava se la mangiava con gli occhi. Dall’intensità
delle occhiate si capiva che Adele gli piaceva e gli suscitava
pensieri perniciosi, e non nascondeva nulla delle sue intenzioni, che
io consideravo aberranti.
Nei campi,
durante la sosta, parlavamo di tutto, ma soprattutto delle donne. Mi
spiegava che in un paese vicino c’era una vecchia baldracca, che
aveva trasformato la casa in un bordello, ospitando delle giovani
ragazze, in miseria, che si prostituivano in cambio di cibo. Ma il
suo chiodo fisso era Adele. Quando aveva esaurito gli argomenti:
“Hai visto
che culo ha tua sorella Adele?
“Si è una
bella ragazza!
Per pudore
cercavo di non esternare giudizi lascivi su mia sorella.
“Bella
ragazza? Quella è pronta per una bella sgroppata te lo dice uno che
se ne intende di femmine! Se non fosse stata mia nipote, ti assicuro,
che a quest’ora gli avrei già fatto la festa! Ogni volta che la
vedo il cazzo salta sugli attenti come un soldatino! Maremma maiala!
A volte penso che non sarebbe poi cosa sbagliata farsi una bella
galoppata con quella cavalla! Tutto al trotto - imitando la chiavata
alla pecorina – quanto mi ispira quella ragazza! a te no?
“Ma nonno!
È tua nipote? Mia sorella?
“E che
vuol dire? Battista! Lo sai cosa diceva il mio vecchio?
“No!
“un buco
non ha parenti e amici! E il buco delle donne sono tutti uguali! –
toccandosi il cazzo - tua sorella me la sbatterei per benino!
Ascolta i vecchi? Hai tanto da imparare!
“Certo! Ma
no quello che pensi tu!
Il nonno
ridendo, si strinse la patta dei pantaloni, e fissandomi:
“Battista!
Adele è una manza da scannare! Ahahahahah con questa mannaia!
Ahahahah scommetto che non vede l'ora di darla via! A quelle età
sono diavoli!
Rimasi
sconvolto da quella affermazione incestuosa.
“Caro
Battista! Il mondo della campagna è selvaggio! Fatica, sudore e
fatica. L’unica soddisfazione la trovi a letto, nella figa di una
donna! E sai una cosa? Anche loro la pensano come noi! Per loro un
cazzo vale l’altro! Dopo averla usata una bella lavata nel tinello,
poi è bella che pronta per una nuova scopata! Hahahah
Mio nonno mi
faceva schifo. Non aveva nessun contegno e rispetto per Adele. Le sue
nefande perversioni non si arrestarono solo a lei.
“Tua
madre, non ha avuto nessun uomo dopo che tuo padre è partito per la
guerra?
“No! La
mamma è una donna fedele! Ha aspettato e aspetterà ancora che papà
ritorni!
“ahahahahha
Battista! Tu le donne non le conosci! Mmmm così tua madre è anni
che non scopa? Un’astinenza che andrebbe interrotta! Non sei
d’accordo?
Rimasi
basito. Il nonno stava esagerando. Non aveva rispetto per nessuno. Mi
sembrava un vecchio maniaco sessuale. Indignato:
“Ma nonno!
Ora basta! Non accetto queste oscenità, non voglio che tu esprima
giudizi sconci sulla mamma ed Adele!
“ahahah ti
sei offeso? Ma è solo per parlare! Ahahahah
“Per
parlare un cazzo! Tu stai facendo delle insinuazioni indecenti, che è
anche peccato! Lo sai?
“Peccato?
Ahahah Battista, devi farne di strada tu, ma il nonno t’insegnerà
tutto!
C’eravamo
integrati perfettamente all’ambiente agreste. I vestiti cittadini
scomparvero e, col passare del tempo, ci eravamo adeguati allo stile
di vita del luogo. La mamma e Adele, presero l’abitudine di
indossare vestitini con trame a fiori, simile a quelli che portava la
nonna, chiuso davanti con una serie infinita di bottoni, ma con
un’appariscente scollatura a V, che non celava nulla, ma lasciavano
immaginare tutta la grandiosa magnificenza del petto.
Adele si
occupava dei maiali e degli animali di cortile. La mamma e la nonna
mungevano le mucche e aiutavano il nonno nella produzione del
formaggio e del burro.
Per quanto
mi riguardava, ero diventato il factotum della masseria. Aiutavo il
nonno nei campi, spaccavo la legna, aiutavo anche le donne nei lavori
di governo degli animali domestici.
Secondo
paragrafo (scritto da guzzon59) Il Bordello.
Una domenica
pomeriggio, dopo la messa e il sontuoso pranzo, il nonno mi fece
indossare un suo vestito. Era un completo in fustagno marrone. Ero
molto elegante. Anche il nonno ne indossò uno uguale, che poi era
quello della domenica.
Quel giorno
il nonno mi disse che mi avrebbe portato in un posto speciale. La
nonna e la mamma ridevano sotto i baffi.
Adele,
dubbiosa, esprimeva un’espressione perplessa, perché non capiva il
motivo di quella gita e perché lei non poteva venire.
Più tardi
seppi che il nonno, d’accordo con la nonna e la mamma, aveva deciso
che era arrivato il momento di svezzarmi. Dovevo diventare un uomo.
Nella tradizione contadina era consuetudine che il vecchio
accompagnasse il giovane al bordello, per fargli conoscere la vita.
“Adele! è
un posto per uomini!
La mamma e
la nonna in coro si sganasciarono dalle risate: Ahahahahahah
La nonna gli
afferrò le guance e fissandola negli occhi.
“Stupida!
Quando sarà il momento, vedrai che certe cose le capirai!
“Che cosa?
Il nonno
rivolto a mia madre.
“Dovresti
aprire gli occhi a questa figliola! Prima che lo faccia qualche
canaglia!
Adele,
ignorando il significato insito in quelle parole insiste:
“Non c’è
un posto così anche per noi donne?
Il nonno
esplose in una grassa risata, poi, riprendendo il fiato.
“Questa si
che è bella! Aahahahh Battista andiamo ahahahahahaha
Il carretto,
trainato dal vecchio e sornione mulo, avanzava lentamente verso il
paese vicino. Quando arrivammo ci fermammo in una grande piazza.
Dopo aver
assicurato il mulo ad un anello di ferro, arrugginito, che pendeva
dal muro di un palazzo antico, annerito dal tempo, ci siamo avviati
per una stradina in terra battuta, che saliva verso la collina.
“Ecco!
siamo arrivati!
“Ma dove
stiamo andando?
“E’ per
il tuo bene! Vedrai che lo apprezzerai!
“Il
formaggio e le pagnotte di pane a cosa servono?
“queste,
mio caro nipote, ti apriranno le porte del paradiso hahahah
Lo guardai
perplesso.
La casa era
una catapecchia fatiscente. Il nonno tirò la corda della campana,
dopo tre strappi, un’anziana signora apparve sulla porta. Poteva
avere la stessa età della nonna. I capelli cotonati erano
completamente bianchi e portava occhiali in oro, assicurati ad una
catenina dorata.
“Ei!
Teresa! Buona domenica!
“Attilio,
quanto tempo! Qual buon vento ti porta qui? La vecchia non te la da
più?
“ahahahah
magari si calmasse un pochino! Quella e peggio delle tue puttane!
Hahahah
“E sto
giovanotto chi è?
“Hai visto
che bel ganzo? E’ mio nipote! L’ho portato da te! per svezzarlo!
“ahahahah
E’ un bel giovanotto! Se avessi qualche anno in meno, lo farei io
ahahahah
“hai merce
buona?
“Si! Ho
due ragazze d’oro, che fanno al caso tuo! Sei venuto anche per te?
“Be! Visto
che sono qui! Hai detto che ne hai due d’oro? Non sono mica
impestate?
“ahahahh
Sono pulite e sane! Credo che saranno pure di tuo gradimento!
“ahahah
bene! Entriamo allora!
La casa era
un tugurio. Le mura erano ammuffite e completamente impregnate di
fuliggine. L’arredo era fatiscente e sul tavolo c’erano ancora i
resti del pranzo avanzato.
La voce
rauca della vecchia riempì quei locali lerci.
“Lina!
Maria!
Da dietro
una tenda quasi grigia, che fungeva da porta, uscirono due giovani
ragazze. Dall’espressione del viso potevano avere la mia stessa
età. I tratti del volto di una erano ancora adolescenziali.
La bionda si
presentava con due tette enormi e un visino grazioso, un po grassa e
fianchi larghi. Indossava una vestaglia trasparente, sotto era
completamente nuda. Il pelo pubico era un triangolo dorato.
L’altra
era una moretta con i capelli ricci, che incorniciavano un viso
bellissimo, con occhi azzurri e labbra rosse incarnate. Le sue tette
non erano grandi, la vita era stretta ed i fianchi larghi; mostrava
un fisico longilineo, più alta rispetto alla bionda, aveva gambe
tornite e ben modellate. Iniziai ad osservarla e lei ricambiò il
gesto, fissandomi con un sorriso accattivante.
La vecchia,
indicando la bionda.
“Lei è
Lina e ha diciassette anni!
poi:
“Lei è
Maria, ha venti anni!
Il nonno:
“Teresa! Ma sono minorenni!
La vecchia:
“Che ti importa! Qui non fanno problemi! Ci vengono tutti! Nessuno
ha mai detto nulla! Sai di chi sto parlando!
Si riferiva
al Prete, al sindaco, al farmacista e ai ricconi del posto.
Il nonno:
“Certo, lo immagino! Allora Battista! Quale preferisci?
Appena fui
coinvolto, l’imbarazzo e la timidezza giocarono un brutto scherzo e
diventai rosso come un peperone.
Intervenne
la vecchia:
La vecchia:
“Da come guarda Maria, senza altro lei!
Il nonno:
“Vada per Maria! Io mi scopo la biondina!
Nello stesso
istante, su un segnale della vecchia, la ragazza con un sorriso
sgargiante, esibendo denti bianchissimi, si avvicinò e dolcemente mi
strinse la mano.
Maria:
“Seguimi!
Intanto il
nonno, cingendo la vite di Lina, si avviò verso la tenda lercia e
scomparve dietro quel grigiore, sicuramente in tempi migliori doveva
essere bianca.
Appena il
nonno sparì. La megera vedendomi titubante.
La vecchia:
“Dai giovanotto segui Maria, vedrai che ti piacerà! Potessi
svezzarti io mmmm che ti farei qui!
Per dare
enfasi a quella frase mi afferrò l’inguine stringendolo. D’istinto
serrai le gambe facendo un passo indietro.
“hahahah
un tenero pulcino! non aver paura! mmmm vedo che qui ce un bel pacco!
Ahahaha dai Maria aiuta il pulcino a spiccare il volo hahahaha
La camera
dalla mora era nelle stesse condizioni del resto della casa. Il letto
lercio era coperto da un lenzuolo marrone, pieno di macchie,
sicuramente gli aloni delle precedenti azioni di meretricio.
“Non aver
paura! Sarà bello!
Cosi
dicendo, si sfilò la vestaglia restando completamente nuda. Era
stupenda. Alta e vigorosa. Il monte di venere era completamente
coperto da un vello nero e riccioluto. Le tette candide, avevano le
aureole ampie e nere, in centro spuntavano capezzoli grandi come
ciliegine.
IL nonno mi
aveva messo in testa tanto di quelle oscenità su mia sorella Adele,
che in quel momento mi veniva naturale immaginare le sue tette e
associarle a quelle della ragazza.
La ragazza
cominciò a spogliarmi.
Lentamente,
mi aiutò a sfilare la giacca, poi sciolse la cravatta, levò il
corpetto, la camicia, ed infine la camicia, scompigliando i capelli.
Quando fui a
petto nudo gli occhi le s’illuminarono. Certamente non era abituata
a
ricevere clienti della mia età. La frequenza media di quella
catapecchia era dell’età del nonno, che poi non pagavano neanche
in denaro. Infatti, dal soffitto pendevano pertiche, alle quali
c’erano attaccati prosciutti, salsicce, pancette e ogni ben di dio.
E sulle mensole, attaccate al muro, c’erano accatastati una lunga
serie di file di caciotte e formaggi vari, a cui si sarebbero
aggiunti anche quelli che aveva portato il nonno.
Le sue mani
delicate s’impossessarono subito del mio pene, stimolandolo in
tutta la sua lunghezza. Nello stesso istante dalla stanza attigua,
separato da un muro sottile di mattoni, arrivarono le urla della
ragazza bionda. Il nonno ci stava già dando dentro alla grande. La
sentivo gridare come se la stessero scannando.
“aaaaaaaa
aaaaaaaaaaaaa aaaaaaaa aaaaaaaaa aaaaaaaaaaaaaaaaaaa
“To to
to…. Troia…. To… hai visto che cazzo? Cosa è? Grida! Ahahaha
to to il cazzo del nonno to hahaha
“aaaaaaaaaa
aaaaaa aaaaaaaaaa aaaaaaaaaaa
Le grida di
quella ragazza sembravano quelle di una maiale, mentre lo sgozzavano;
mi faceva venire la pelle d’oca. Il nonno, fedele alla sua
mentalità perversa e lussuriosa, la stava scopando con violenza ed
insultandola come le sue vacche al pascolo.
Quelle urla
mi colpirono, perché nel campo visivo della mia mente comparve
un’immagine oscena ed inaudita. Era un gioco sottile della mente,
condizionata dai racconti erotici del nonno, quando fantasticava
scenari impossibili. Chissà perché, al posto della biondina
immaginavo un'altra donna.
La mia mente
mi mostrava una situazione completamente diversa. Per quanto mi
sforzarsi di allontanarla da me, si presentava vivida nei
particolari, perché in fondo era frutto del mio inconscio.
Pensai:
forse era ciò che desideravo accadesse in quella stanza? Nonostante
mi apparisse in tutta la sua terribile oscenità!
Immaginavo
il nonno e Adele, mentre lui la stava scopando nella stalla. La scena
era nitida anche nei particolari. Adele, come una scrofa si mostrava
a pecorina, in mezzo alla paglia e il nonno, gran maiale da dietro,
la montava con foga. Le sue enormi tette oscillavano al ritmo delle
possenti spinte del vecchio, mentre lei mi sorrideva lasciva come una
prostituta.
Le urla
della biondina continuarono ad aleggiare nell'aria per parecchi
minuti. Maria intanto si stava cimentando in un pompino sublime. Le
fantasiose immagine mi avevano eccitato. Era un piacere percepire le
sue labbra rosse e carnose, che avvolgevano il cazzo e scivolavano
giù, fino in fondo alla base.
Ero
eccitato. Le grida della ragazza, continuarono ad echeggiare nella
stanza e le immagini incestuose tra il nonno e Adele, facevano da
elemento stimolatore dei sensi, insieme agli piacere provocato da
quel sublime pompino.
“Vieni!
Maria si era
stesa sul letto con le cosce spalancate, mostrando una stupenda
biforcazione di afrodite. Le labbra della vulva vaginale erano rosse
come quelle della bocca. Il pelo nero corvino le circondavano come la
criniera di un leone. Era la prima fica che vedevo in vita mia.
“Vieni su
di me!
Mi allungai
sopra di lei, soppesandomi sulle braccia. Ero emozionato e tremavo
come un fuscello investito da un vento impetuoso. Lei colse quel
turbamento interiore, e con dolcezza mi accarezzò il viso,
baciandomi sulle labbra.
Intanto una
sua mano si impossessò subito del cazzo guidandolo verso il
paradiso. Il primo contatto tra la cappella e la vulva vaginale,
scossero i miei sensi, che mi fecero vacillare come un ubriaco. Mi
vennero i brividi alla schiena. Lei, m’incoraggiò con un sorriso
malizioso, continuando a strusciare la cappella tra le fessure della
figa, fino a quando non la fece entrare.
“Ora
spingi verso di me!
Tremante,
come un fanciullo impaurito dall’ignoto, diedi una spinta leggera.
Trovai il
pertugio oscenamente slabbrato, per cui, scivolai dentro senza tante
difficoltà. Sicuramente spianato dal grande uso che ne aveva fatto.
Così mi trovai dentro di lei fino alla base, con il pelo pubico
confuso al suo. Un dolce tepore avvolse subito il mio pene. Era
piacevole avvertire il dolce caldo di quel cunicolo creato dalla
natura per dare godimento, simile alle babbucce, che infilavi ai
piedi la sera, dopo averle riscaldate sul fuoco.
“mmmmm ora
muoviti! Scopami! Mmmmm
“E’….
E’… bellissimo!
Non sapevo
cosa dire.
In quel
momento, dall’altra parte della parete, gli impropri del nonno
arrivavano chiare e in tutta la loro limpida oscenità.
Erano parole
sconce che non osavo ripetere a quella ragazza, perché mi sembrava
di offenderla per quanto mi appariva dolce e sensibile.
Mi venne
naturale trattarla con amore, riconoscente del grande bene che mi
stava dando:
“mmm ti
amo… mmmm ti amo…
Mi
comportavo come uno sciocco ingenuo, erano le uniche parole che
riuscivo a pronunciare. Lei rideva mentre gli rivolgevo quelle frasi
innocenti. Per una puttana che accoglieva clienti di tutte le risme,
ma soprattutto animali di campagna come il nonno, abituati a scoparsi
capre e asine, il mio candore doveva sembrargli un dono divino.
Tuttavia si
concedeva con dolcezza assecondando il mio casto impegno,
accarezzandomi con grazia e baciandomi con molta passione.
Stavamo
scopando nella classica posizione della missionaria. Poi m’invitò
a calmarmi. Perché stavo ficcando in modo convulso. Allora mi fermai
e lei mi fece stendere al suo fianco, iniziando un piacevole
preliminari fatti di baci carezze sul petto e sul ventre. Quando,
fissandomi intensamente, si spostò sopra il mio grembo, impalandosi
nuovamente sul mio cazzo, in una sublime smorza candela.
Quella
posizione mi piaceva di più delle altre, perché mi permetteva di
ammirare le sue meravigliose tette, il ventre piatto, i fianchi
larghi e la vita stretta che accarezzavo con dolcezza, ed infine il
suo viso angelico. Gli occhi azzurri, da gatta, mi fissavano con una
intensità tale fa farmi tremare la schiena.
Ad un tratto
vedo la faccia del nonno spuntare dietro le spalle di Maria.
“Bravo
Battista! Maremma maiala! Ci stai dando dentro alla grande ahahahah.
Scusami se ti disturbo ma ho voglia di scoparmi anche io la moretta!
Ci scambiamo le puttane? Ahahah
Sul volto di
Maria apparve un’espressione di disappunto. Non reagì perché era
rassegnata a quelle situazione e nella sua posizione di prostituta
non era consentito deludere le richieste del cliente.
Il nonno non
attese che mi staccassi da Maria, la sua bocca attaccò a leccare le
tette e a baciare il collo delicato e la sua bocca carnosa. Mi faceva
impressione vedere la bocca rugosa del nonno fondersi con quella
candida di Maria.
Mi sentivo
impacciato a scopare alla sua presenza. Maria aveva percepito quel
momentaneo imbarazzo e riprese ad accarezzarmi con dolcezza il mio
viso, aumentando i movimenti del suo bacino sul mio grembo. Alla fine
mi rilassai e accettai l’intervento del vecchio.
All’improvviso
il nonno la spinge verso di me, facendo urtare le sue graziose tette
contro il mio viso. Sento qualcosa che urta il mio cazzo, lo avverto
muoversi e strusciare, poi percepisco una possente spinta che sposta
Maria in avanti. Quindi un urlo disumano uscire dalla sua bocca.
“Aaaaaaaaaaa
aaaaaaaaa aaaaaaaaaaa
Era simile a
quello di Lina. Quando il nonno parlò! capì le cause:
“Cazzo hai
un culo stretto! Mmmmm Dai Battista tu spingi da sotto che io gli
sfondo il culo a sta puttana!
“Aaaaaa
aaaaaaaa aaaaaaaaaaaaaaa
Maria non
smetteva di gridare.
“Dai
zoccola! Fai godere mio nipote! Ahahah ti sfondo il culo puttana! To
to to hahahahah
Il nonno la
stava sodomizzando. Si era appoggiato sulle sue spalle e pressava con
il bacino, tenendo il cazzo infilato profondamente nel suo sfintere.
Per me era
una situazione incredibile. Maria era in mezzo, schiacciata contro la
mia faccia. Notai che lei non aveva gradito l’ingerenza del nonno e
sul suo volto campeggiava ancora una smorfia di disgusto, ma non
diceva nulla. Tuttavia si sforzava di fissarmi negli occhi con la
stessa dolcezza. Ogni tanto cercava la mia bocca per unirsi con
passione alle mie labbra.
La sentivo
sofferente. Il cazzo del nonno doveva dargli parecchio fastidio.
“Aaaaaaa
aaaaaaaaaaa aaaaaaaaa aaaaaaaaaaaa
In quel
momento mi resi conto di un particolare che mi era sfuggito, distesa
al mio fianco c’era la biondina. Anche lei, cercava la mia bocca
per baciarmi. Poi scese verso il viso, leccando il collo e i miei
capezzoli. Il risucchio dei capezzoli mi faceva venire la pelle
d’oca.
Maria
continuò a lamentarsi. L’azione del nonno era energica e quando
spingeva, ci spostava entrambi in avanti.
Il mio corpo
era scosso da mille sensazioni. Era un tumulto di emozioni inaudite
che partivano dal cazzo e si diffondevano in ogni parte del corpo. Il
nonno, intanto, si era trascinato Maria al bordo del letto,
continuando ad incularserla a pecorina; al mio fianco c’era Lina,
che si occupò subito del mio cazzo, succhiandolo con forza e
leccandolo come se fosse una gustosa leccornia. Intanto il nonno
stava scopando il culo di Maria
“mmm hai
un culo da favola mmmm to to to te lo spacco in due! Troia! mmmm
“Aaaaaaaaaaaaa
aaaaaaaaaaaaaa
Lina, dopo
il piacevole pompino, lentamente conquistò il mio grembo, prendendo
il posto di Maria. Il suo viso di adolescente mi fissava sorridente,
mentre oscillava il bacino sopra il mio. Il suo ventre stimolava il
mio cazzo, profondamente incuneato nel suo utero caldo e accogliente.
I capelli biondi, sciolti, quando si abbassava per baciarmi,
m’investivano come onde dorate.
In quelle
condizioni era impossibile resistere oltre. I primi conati di sborra
si annunciarono come fitte dolorose alle radici dei coglioni. Lina
colse quel cambiamento, anche perché il cazzo era diventato più
duro ed avevo intensificato gli affondi dentro la sua calda fica.
Ad un tratto
si sposta di lato ed attacca a succhiarmi il cazzo, manipolandolo per
portarlo all’estremo sacrificio, venne in aiuto anche Maria,
liberata dalla violente inculata del nonno. Appena il nonno notò il
posteriore di Lina, si spostò sulle sue natiche invadendo nuovamente
il suo pertugio anale, poi riprese a pompare come un caprone.
Aaaaaaaaaa
aaaaaaaaa aaaaaaaaaa
Era l’urla
di Lina che sottolineava l’invasione del suo culo da parte del
cazzo del nonno.
Il suo
movimento era impressionante. Lina aveva difficoltà a tenersi.
Oscillava in modo convulso avanti e indietro. Forse anche il nonno
stava raggiungendo la fine di quella maratone.
“Mmm che
culo mmm to ti spacco pure il tuo troia! prendi zoccola to to
“Aaaaaa
aaaaaaa aaaaa aaaaaaaaaaaaaaa
Erano i
singulti di Lina, che reagiva come poteva all’azione devastante del
nonno.
“Sto
sborrando anche io! Battista vieni qui! Al mio fianco! Presto!
M’inginocchiai
al suo fianco e insieme puntammo la punta del cazzo contro la faccia
di Lina e Maria. Che stavano aspettando con la bocca aperta.
In quel
momento lo vidi.
Il cazzo del
nonno era mostruoso. Un palo della luce voluminoso e lungo. Ora
capivo perché Lina e Maria gridavano in quel modo, mentre lui gli
sfondava il culo con quell’ariete. Ad occhio e croce poteva essere
lungo più di venti centimetri e un diametro di almeno otto
centimetri abbondanti. Un cazzo asinino. Il mio, sebbene di notevoli
dimensioni, sembrava uno stuzzichino vicino a quel scettro
monumentale.
La mano del
nonno, nonostante fosse nodosa e massiccia, non riusciva a cingerlo
completamente; in quel momento la muoveva veloce, all’unisono con
la mia, facendo scivolare la pelle tesa e nera come la pece.
“Ora
Battista! Mmmmmmmmmmmmmmmmmmm inondiamo la faccia di queste due
zoccole mmm to puttane bevete hahahaha
Uno schizzo
copioso parti dalla cappella del nonno ed investì in pieno la faccia
di Lina. Poi seguì il mio che fini nella bocca di Maria.
Mentre Lina
era impegnata a pulire il cazzo del nonno, come poteva giacché aveva
difficoltà a contenerlo tutto in bocca, Maria finiva di nutrirsi
della mia sborra.
“Battista
ben venuto nel mondo degli adulti! Ora si che sei un vero uomo!
Ahahahahahah grazie a ste due zoccole hahahahah
Il nonno mi
portò altre volte in quel covo di piacere. Col tempo avevo imparato
a dominare le puttane e a trattarle come meritavano. Lina e Maria, e
le altre che le hanno sostituite, erano molto brave ed esperte, ed
erano pazienti perché sopportavano tutto, senza dire nulla, ogni
tipo di impropri da parte mia e del nonno. Il mio carattere cambiò,
e nel giro di pochi mesi mutuai alcuni atteggiamenti del nonno. Anche
a me cominciò a piacermi il culo delle puttane e a sottoporle alle
peggiori torture.
I lavori
agresti della fattoria, interrotti nel periodo invernale, ripresero
in primavera del 1949.
Il mio corpo
si era trasformato. Era diventato possente come quello del nonno. La
frequenza del bordello mi fece diventare malizioso e di mentalità
trasgressiva.
Come il
nonno, cominciai a guardare Adele con occhi libidinosi. Aveva ragione
lui, adesso che avevo gustato il corpo di una donna, lei mi appariva
diversa, non dissimile dalle puttane che mi scopavo. La immaginavo
aperta al mio ardore, mentre incassava gaudente il mio cazzo e
fantasticavo come potesse essere la sua fica. Per questo, spinto
dalla curiosità di scoprirlo, osai spiarla di nascosto mentre faceva
il bagno nella tinozza, poi eccitato come un caprone correvo nella
stalla a masturbarmi con violenza, fino farmi uscire l’anima dal
cazzo.
Tuttavia,
quella sofferenza avrebbe avuto il premio che meritava perché fu una
questione di tempo e le cose cambiarono radicalmente.
Continua….
La sorella vacca.
Così va la
vita.