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martedì 19 febbraio 2013

La casa nell'uliveto. Finalmente mia sorella Anna. 3^



Capitolo terzo: Finalmente mia sorella Anna.

Ovidio: "nell’amore non bisogna mai affrettare il piacere".

Nel 1941 le adunate dei giovani fascisti diventavano sempre più frequenti. C’era vento di guerra e si diceva che anche quelli della mia classe presto sarebbero stati incorporati nell’esercito e inviati al fronte. Portare la divisa divenne ormai un’abitudine.

Mia sorella col passare dei mesi diventava sempre più attraente; e si dimostrava anche disponibile a farsi corteggiare da me, facendomelo capire con comportamenti maliziosi. La mamma, avendo notato l’atteggiamento civettuolo di Anna, non perdeva occasione per dissuadermi a non incoraggiare quella condotta lasciva. Avvertendo di tenermi a debita distanza da lei.
Alla fine, Papà se ne accorse e in preda alla gelosia, in un impeto d’ira aveva minacciato di rompermi la testa, anche se mi avesse visto sfiorarla solo con un dito. Era in discussione il ruolo di maschio dominante.

Le mie furono promesse da marinaio. Non solo perseveravo negli atti di provocazione, per attrarre l’attenzione di Anna, ma quando mi capitava di trovarla da sola in casa, l’acchiappavo dai fianchi e la strattonavo con carezze, baci e profondi ditalini, che lei gradiva, senza respingermi.

Alla fine dell’estate del 1941, stavo ritornando da un’adunata, durata una settimana. Mentre percorrevo la strada che collegava il paese alla casa negli ulivi, in bicicletta, cento metri prima di arrivare, notai Anna. Stava camminando lungo il margine della via sterrata, insieme a Teresa e Agnese. Le bambine quando mi videro, esplosero in un grido di gioia e urlando il mio nome, corsero verso di me, facendomi le feste. Le abbracciai e le baciai con affetto. Trassi dalla tasca una stecca di cioccolato, la spezzai in due e ne diete a ciascuno una metà.

“Su! Ora, correte a casa, la mamma vi raggiungerà dopo!

Quando Teresa e Agnese sparirono oltre la curva, afferrai i fianchi di Anna tirandola a me con una forza tale da farla urtare contro il mio petto.
Lei ricambiò l’abbraccio vigoroso con un bacio passionale. In quei momenti le mie mani scivolarono lascive sul suo corpo, e intrufolandosi sotto la gonna s’impossessarono dei suoi glutei. Non portava le mutande. Lo sapevo.
La relazione che aveva intrecciato con la mamma aveva turbato Anna, avvicinandola ancora di più a me.

“Tuo figlio nascerà il prossimo mese!
“Già! Un incidente di percorso! La mamma era come impazzita dal piacere! Ha perso il controllo del suo corpo e mi ha coinvolto in un girone infernale! Era impossibile liberarsi dalla morsa delle sue cosce, e mi teneva serrato con una forza impressionante!
“Mi fa sballare l’idea che ti scopi la mamma! Mmm non sai quante volte ci penso al giorno!
“aahahah sei eccitata? Papà non ti basta più?
“papà mi fa schifo! È sempre ubriaco! Puzza come una carogna! Tu invece, sei bello, giovane e mi ecciti?
“Ti sei dimenticato Angelo?
“Non gli tira più! Ormai con lui ho perso ogni speranza! Io sono giovane e non voglio vivere come una suora di clausura!
“mmm Hai la perversione di una prostituta di Bordello! Pensaci! Potresti andare a lavorare in una casa di tolleranza! Li non avresti problemi di cazzi! Ahahah
“Dipende da te! Fratellone! Comincia tu a fottermi come una puttana! E fammi vedere che stallone sei diventato! Se hai soddisfatto la mamma!
“Hai notato vero? Ora è una donna appagata! Altro che papà! Era solo chiacchiere! Ahahah
“Mmmm dai fammi vedere cosa sai fare….

Così dicendo, mi afferrò dalle spalle baciandomi con una forza incredibile. Da come gli fremeva il  corpo, si intuiva che aveva una voglia arretrata di sesso.

“toglimi una curiosità da quanto tempo non scopi?
“con papà ho chiuso! L’ultima volta è stato un mese fa! Era ubriaco e mi ha vomitato sulla faccia! Le ho dato un calcio nei coglioni e le ho gridato che da quel giorno l’unico uomo che poteva toccarmi saresti stato tu!
“adesso capisco perché non mi rivolge più la parola! Mmm sorellona mettiamo in pratica i tuoi propositi! È una settimana che non metto il cazzo in una fica! E mi pare che la tua sia affamata ahahaha
“affamata? Fratellone se non la riempi immediatamente con il tuo pane muore di fame hahahahah

Quelle parole mi incitarono all’azione, così l’afferrai da una mano e la trascinai con forza nel campo attiguo, l’erba secca era alta, e dopo pochi passi, siamo scomparsi oltre quella barriera gialla.
Ridevamo come bambini, e in piena euforia ci siamo gettati a terra abbracciandoci, mentre le nostre bocche si fondevano senza alcun limite. In quella confusione di baci e carezze, le mani correvano sul corpo come se volessero penetrare nella pelle. Ridendo ci siamo rotolati e urtati più volte con i nostri grembi.
Il mio cazzo era diventato duro e pulsante e si era incastrato piacevolmente nel suo scoscio bollente.
Era talmente in tensione che sembrava quasi che volesse esplodere dall’euforia del momento.
Anna, dal canto suo, era una furia della natura, prese ad accarezzarmi il pacco con forza, stringendo lo spessore del pene, come se volesse stritolarlo attraverso la stoffa della divisa nera.
Avevo i pantaloni alla zuava e la camicia nera. Il fez era sparito da qualche parte.
Con la mente alterata dalla libidine, si abbassò sulle ginocchia, e con mani fremente prese a sganciarmi la cintura e ad aprirmi i bottoni della patta dei pantaloni. Stava quasi per strapparli. Quando riuscì a tirarmi fuori il cazzo i suoi occhi brillarono come le luci di una lanterna.



“mmmm fratello mio! Non sai quanto ho desiderato questo cazzo! Non poteva essere solo la mamma a goderselo? E No ahahah


La frase le morì in bocca, quando la cappella le riempì le gote. Era in preda all’eccitazione, perché lo segava, lo leccava e lo succhiava, con grande partecipazione emotiva.

Con il cazzo duro le saltai addosso, finendo in mezze alle sue cosce spalancate. La gonna era già piegata oltre i fianchi. Non portava le mutande quindi la punta del cazzo finì dritta contro la fenditura della figa. Era sotto di me e mi guardava fissa.

“Be? Che fai non entri?
“Ei sorellina! Il piacere può attendere! Prima te la voglio mangiare! Ahahah


Le sollevai le gambe in aria e tenendole flesse verso il suo busto, esposi la sua figa completamente al mio sguardo. Il pelo era castano chiaro e riccio. Le labbra erano scure e quelle interne erano molto sporgenti, come la cresta di un gallo. Il clitoride era sviluppato e solo a guardarlo t’invogliava a succhiarlo e leccarlo come il più gustoso dei dolci. Prima di lei avevo visto tante fighe, ma quasi tutte erano oscenamente slabbrate e ridotte male. Anna aveva una figa ancora stretta e integra, segno che non ne aveva abusato.

“Toglimi una curiosità! Oltre a papà e Angelo hai avuto altri uomini?

Non rispose subito. Mi fisso esitando.
“Hai avuto un altro uomo! Vero?
“Si! Una volta! Prima che diventassi l’amante di papà!
“Cazzo! E chi è stato?
“Il vecchio prete!  
“Chi? Don Camillo? Quel vecchio decrepito?
“Si Lui! Quel vecchio porco mi ha fatto scoprire il piacere del cazzo! Dopo è stato un inferno! Per rivivere quei piaceri ho dovuto scoparmi zucchine, cetrioli e carote. Ma non era la stessa cosa!
“E quando è successo?
“ Nel periodo di pasqua, la settimana seguente è andato via! Una vera tragedia.
“Come è accaduto! Non siamo fedeli praticanti?
“Veramente è successo qui, in casa nostra!
“In casa nostra? Adesso sono curioso! Raccontami tutto!
“E’ successo una settimana prima di pasqua. La mamma e papà erano andati all’uliveto della rupe. Ero sola in casa. Sento bussare. Apro e mi trovo davanti Don Camillo e alcuni chierichetti. Mi disse che era venuto a benedire la casa. Entra e comincia a girare per le stanze benedicendole. In quei momenti mi accorsi che non mi toglieva lo sguardo di dosso. Ad un certo punto mi chiese di offrirgli un caffè di cicoria. Invitò i ragazzini ad uscire e di aspettare fuori. Chiuse la porta con il chiavistello. Si guardò in giro circospetto. Poi fissandomi mi invitò ad avvicinarmi a lui. Si tolse i paramenti. Con voce tremula iniziò a farmi i complimenti, dicendo che ero una bella ragazzina, sviluppata per la mia età. Poi cominciò ad accarezzarmi le spalle e la schiena. A un tratto mi fissa negli occhi e fa scendere le mani sotto la gonna accarezzandomi le natiche. Tremava tutto sembrava che fosse in preda ai fremiti di febbre. Mi disse che dovevo avere un bel corpo e che gli sarebbe piaciuto vederlo. Si sedette davanti a me chiedendo di spogliarmi. Ero intimorita dalla sua autorità. Però, non ci vidi nessuna malizia nella sua richiesta!

“Però il vecchio porco! E poi?

“Ubbidì alla sua richiesta e mi tolsi il vestito, il reggipetto e le mutande. Quando fui nuda i suoi occhi sembravano quelli di un lupo,  quasi che volessero uscire dalle orbite. Mi invitò nuovamente ad avvicinarmi a lui. Intanto si era sbottonato la parte inferiore dell’abito talare. Quando abbassai lo sguardo notai che dal suo grembo spuntava il suo cazzo. Era lungo, grosso e nero come la pece. Mentre mi guardava con la bava alla bocca, lo accarezzava con una mano, muovendo la pelle veloce su e giu. Ad un certo punto con lo sguardo spiritato, si alzò in piedi, mi prese da una mano e, con il grosso cazzo che spuntava fuori, che traballava come la coda di un gatto, mi trascinò nella nostra camera da letto. 
Mi spinse sul materasso e mi aprì le gambe. Tremava come una foglia. Con gli occhi lucidi, si infilò con il grembo tra le mie cosce aperte, impugnando il cazzo duro, poi l’ho percepito mentre premeva contro la figa. Stringendo i denti continuò ad insistere con forza, fino a, quando l'ho sentito entrare tutto dentro di me. All’inizio fui colta da un dolore lancinante al basso ventre. 
Poi quando prese a muoversi veloce, il dolore svanì, lasciando il posto ad una piacevole sensazione che dal basso ventre si estendeva come un incendio violento, investendo il resto del corpo. Quel godimento mi faceva tremare la schiena ed il seno. La figa fremeva e l'azione del cazzo dentro di me dava un piacere inaudito. Il vecchio prete mi stava facendo sballare. Per questo ho pensato che la sua condotta fosse buona. Mentre mi stava montando con la foga di uno stallone, lo incitavo gridando che era bello e che mi piaceva. Don Camillo si era steso completamente sopra di me e tenendomi le gambe aperte e appoggiate sulle sue spalle mi penetrava profondamente con affondi sempre più forti. Ad un certo punto il suo impeto diventa più frizzante e gli affondi più veloci e penetranti. Alla fine, dopo una serie di colpi profondi e costanti, che mi indussero a gridare dal piacere a squarcia gola, estrasse il cazzo e scaricò schizzi di sborra bianca sulla pancia. Con il respiro in affanno si alzò subito in piedi; era agitato e si asciugava il sudore con un fazzoletto. Mentre si abbottonava i pantaloni mi fissava spaventato, sembrava terrorizzato, quindi afferrò i suoi paramenti scappando via, come un coniglio. Mi lasciò sul letto con le gambe ancora spalancate e il ventre impregnato di sborra e con una gran voglia di rifarlo nuovamente.

“ahahah povero Don Camillo se solo avesse immaginato la troia che eri! Non sarebbe scappato come un coniglio e con il senso di colpa hahahah quindi non è stato papà a toglierti la verginità! Adesso capisco tanto accanimento nei rapporti sessuali, da parte tua!
“E già! Scommetto che la mamma te lo ha detto, vero?
“Si! Ahahah mi ha detto che eri un diavolo!
 “All’inizio si! Don Camillo violentandomi mi aveva illuminato con la sua azione, facendomi scoprire il piacere del cazzo. Quando ci pensavo ero talmente eccitata che ci infilavo dentro qualsiasi oggetto a forma di cazzo! la mamma, in un momento di crisi d’astinenza, mi scopri con un grosso cetriolo infilato nella figa, non disse nulla! Qualche giorno dopo mi offrì papà su un piatto d’argento! secondo te? Potevo rifiutare?
“Hai accetto! Hahah Mi sembra logico! I momenti di crisi? con un grosso cetriolo nella fica! Ahaah Che zoccola che eri! Papà quante volte ti scopava al giorno?
“I primi tempi almeno quattro volte al giorno? Negli ultimi tempi invece una volta la settimana! Quando era ispirato! Quell’animale ora preferisce l’asina!
“L’asina? Ahahahahah
“Un mese dopo avergli dato il benservito! E’ rimasto incazzato per una settimana! Dopo non mi ha più cercato! La sera se ne va a dormire nella stalla, credo a scoparsi l’asina!
“ahahahah questa è bella! Anna mmmm mi hai eccitato con sta storia di don Camillo!,
“Adesso fammi vedere tu le stelle mmmmm

Le allargai le labbra della fica e ci ficcai dentro la punta della lingua. Anche lei aveva preso l’abitudine di aromatizzarsi la fregna. Sapeva di lavanda, come quella della mamma. Era un piacere estremo impregnarmi la bocca di quella dolce fragranza. Il suo pelo era morbido e profumato.

“mmm fratello mmm lo sai che è la prima volta che mi leccano la fica? Mmmm dio quanto è bello mmmmmm
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Le dita delle sue mani si erano infilate come serpenti nei capelli, scompigliandoli e tirandoli. Anna si agitava e contorcendosi cercava di incastrare più a fondo la mia testa tra le sue cosce. La mia azione la stava facendo delirare.
Nessuno prima di me gli aveva leccato la fica e lei apprezzava così tanto quel gesto che quasi non voleva che smettessi.                          

Ma il desiderio del cazzo alla fine ebbe la meglio.

“Che bello mmm ora scopami! Mmm ti prego scopami ora mmmmm sono un vulcano in eruzione spegnimi mmmmm

La supplica andava soddisfatta all’istante, così accostandomi con le ginocchia tra le sue cosce spalancate, mi avvicinai con il grembo, e brandendo il pene, premetti la cappella dentro quel pelo folto e scuro, e poi, come d’incanto, si aprì lasciando entrare il grosso bulbo. Dopo fu l’inferno ad avvolgere il mio corno.

“Mmmm si si si mmmm fratellino mmmmm si…. non sai quanto ho aspettato questo momento mmmmmm ora fattami forte mmmmm forte forte mmmm
“Mmm Anna mmm la tua fica e calda e accogliente mmmmmm Sorellina…. Non ho parole….

Si era sbottonata la parte superiore della veste scoprendo le sue meravigliose tette. La mamma era una donna sensuale e Anna le somigliava tantissimo. Era una versione più giovane di lei, tonica e soda. Mentre la montavo con foga, facevo scivolare le mani sulla pelle candida delle cosce, sui fianchi, e con la bocca leccavo, succhiavo e mordeva con gusto le grosse tette e i turgidi capezzoli.

Anna era letteralmente impazzita. La mia azione la stava facendo godere immensamente. Mi pressava le tette contro la faccia, per costringermi a baciarle e succhiarle. Ogni tanto mi afferrava il collo infilandomi la lingua in bocca, per cercare di trarre il massimo diletto possibile. Voleva essere stimolata in modo globale, senza che trascurassi alcuna zona erogene.

Era un vero uragano. Ho avuto tante donne calde, ma lei si stava dimostrando un vero satanasso, un diavolo in calore che bruciava come le fiamme dell’inferno.

Dopo averla chiavata da sopra, si era messa su un fianco ed io, tenendole una gamba sollevata, la scopava da tergo, ficcandolo con forza fino a far sbattere i coglioni contro il pube peloso. In quella posizione le poppavo le tette e la baciavo con passione. Finalmente, Anna era mia. Il sogno di una vita si stava realizzando in un campo di fieno.

Mentre le stavo devastando la fica a pecorina, alzai lo sguardo e mi scontrai con i visi incuriositi di Teresa e Agnese che nascoste dietro una frasca stavano spiando le performance mie e della loro madre.

“Cazzo! Ci sono Teresa e Agnese che ci stanno spiando? Che facciamo?
“Ignorale! Anche io alla loro età spiavo papà e mamma mentre scopavano! Anche tu lo hai fatto con me e papà quel giorno all’uliveto della rupe!
“Mi avevi visto?
“mmmm fratellone, sei proprio ingenuo ahahahahhaha lo sai che è stata la tua presenza che mi ha dato una energia incredibile! Sapere che tu eri lì a spiare mi ha fatto sbarellare la testa! Ho avuto degli orgasmi intensi! Se papà mi ha sborrato nella fica è stato anche colpa tua! Mmmm
“mmmm sei proprio una troia! Teresa e Agnese, diventeranno come te!
“e tu, gran maiale, quando verrà il loro tempo, sarai lì a raccogliere la loro virtù mmmm se ci penso!
“ahahahah be se la pensi così! Lasciamo che imparino come si fa la troia hahahahah poi sarà compito mio raffinare il mestiere hahahah

Afferrai le anche di Anna e cominciai a martellare la sua fica, con colpi devastanti.

“Anna! Mi piacerebbe incularti!
“Nel culo? Farà male?
“All’inizio, poi non vorresti più smettere!
“Lo fai anche con la mamma?
“Con lei non ci sono stati problemi! Qualcuno le aveva già ampiamente spianato il pertugio hahaha
“Allora? Che aspetti? Mmmm sono curiosa, all’idea di provare questa nuova esperienza!

Si mise nuovamente a pecorina. Le afferrai le natiche, le separai sputando un rivolo di saliva che centrò il buco del culo. Dopo averlo lubrificato a dovere, spinsi dentro l’indice facendolo entrare fino all’ultima falange.

“mmmm è piacevole! molto stimolante! Scusa, ma mi sembra di cacare! Mmm hahah dai fratellone.. non farmi aspettare…infilaci il cazzo! mmmmm sennò caco veramente hahahah
“aspetta! che prima allargo per bene il buco!  molte donne cacano veramente mentre le inculi hahaha è bene farsi un bel clistere prima ahaha
“ahahah e tu non farmi cacare ahahahah
“ahahahah dipende da te e da quello che hai mangiato ahahahah
“ahahah fratello non perdere tempo hh ho voglio di provare il tuo cazzo nel culo mmmmm dai iiii

Dopo aver infilato l’indice, lo lavorai per bene fino ad accoppiarlo con il dito medio. Insieme li mossi dentro, su e giù, chiavandole a dovere il pertugio stretto.

“Mmmm si mi piace… è bellissimo… ora prova con il cazzo ti prego mmmm
“ti accontento subito … è anche il mio desiderio sorellina mmmm


Feci cadere un altro rivolo di sputo. Ci immersi la cappella, cospargendola per bene. Poi la calcai contro l’orifizio, pressando fino a, quando lo vidi cedere. Appena il grosso bulbo entrò nello sfintere, l’afferrai dalle natiche e spinsi con forza il bacino. Era un diletto assistere al momento in cui il buco del culo si allargava, come un anello elastico stretto attorno al volume del cazzo. Alla fine fui completamente dentro.


“Mmmm dio che sensazione strana… fa male ma mmm però mi piace cazzo!   si mi piace mmmm
“Ora spingo un poco e poi lentamente ti chiavo il buco del culo!
“si si mi piace dai mmmmmm cazzo se mi piace mmmm

Continuai a spingere dentro, poi, quando la cavità anale si era adattata alla mole del pene, ho proseguito a ficcare con movimenti più veloci e profondi.

“aaaaaaaa mmmm si.. è bello! che sensazione mmmmmm si si mi piace è bellissimo mmmmmm

Il cazzo si colorò di marrone! Ma non me ne fregava nulla! Anna aveva un buco strettissimo. Mi serrava il cazzo dandomi uno stimolo sublime. Era una favola incularla, mentre mi compiacevo a ammirare le belle e candide natiche rotonde.

“Mmmmm si si si mi piace… cazzo sto godendo… mmmmmmm
“Anna mmmm Anna mmmm sei una selvaggia, meravigliosamente selvaggia e troia mmmmm
“sono troia, a te piacciono le troie mmmmmm porco mmmm
“buon sangue non mente! Dalla perversione dei nostri genitori che cosa poteva nascere hahahah
“già mmmmm dai chiavami il culo che mi piace mmmmm

Dopo alcuni colpi secchi e profondi, stavo arrivando al culmine di quella sodomizzazione estrema. I primi stimoli di sborra si stavano annunciando come fuochi d’artificio. Il cazzo era diventato duro come l’acciaio e penetrante come una trivella, senza sformarsi.

“Esci subito!
“Perche?
“voglio che mi sborri nella fica! Voglio un figlio da te! Mmm ti prego mmmm
“ma! Va bene! Se lo desideri!

Gli infilai il cazzo duro nella calda fica. Sembrava un forno in piena attività. Gli orgasmi l’avevano trasformata in una fucina incandescente. Furono sufficienti pochi colpi e poi la inondai di sborra.

“Mmmm si  si si mmmmm è meraviglioso mmmm fratello mmmm
“Anna mmmm grggg

Mentre ero in pieno orgasmo, stavo attaccato alle sue anche e ci rimasi incollato fino all’ultima stilla di sperma. Infine mi lasciai cadere al suo fianco. Lei mi saltò addosso baciandomi con grande passione.

Era meravigliosa, una vera passionaria. Una donna calda, che si era concessa completamente a me. Poche donne, prima di lei, erano state così calde e sensuali. Il legame di sangue aveva giocato un ruolo fondamentale e senza dubbio aveva esaltato quella meravigliosa scopata.

La mamma partorì a settembre. Anna otto mesi dopo. Avevo dato la vita a due figli, Alfredo e Giovanni. Un fratello e un nipote.

Nel 1943 la guerra mi coinvolse con la sua ferocia. Fui incorporato e inviato in Grecia. La mia compagnia era di stanza sull’isola di Cefalonia.
Mi arrivavano le lettere di Anna, scritte dalla figlia, Teresa. Erano lettere sentimentali. Di una donna innamorata. In quei momenti mi aiutarono a sopportare la tragedia di una guerra che non mi apparteneva. Spesso, mi chiedevo che cosa ci facessi li? In casa di gente che non ci aveva fatto nulla.

Nel 1943 ci fu anche l’armistizio con gli anglo americani. L’esercito Italiano fu allo sbando. I nostri ufficiali erano smarriti e non sapevano cosa fare; dovevano scegliere se continuare a combattere a fianco dei Tedeschi o deporre le armi e ritornare in patria e continuare la guerra a fianco dei nuovi alleati.

In quel caos totale fui anche baciato dalla fortuna, quando mi scelsero per imbarcarmi su una nave che salpò lasciando l’isola alla volta di Bari. Seppi che altri, più sfortunati di me, non ce la fecero ad abbandonare Cefalonia e furono tutti trucidati dai Tedeschi, come traditori.

Dopo aver combattuto nel nuovo esercito italiano, al comando diretto degli americani, ho continuato il servizio militare fino alla primavera del 1948, quando finalmente mi hanno congedato.

A casa sono arrivato nel mese di giugno del 1948, accolto come un eroe. 
Anna mi raccontò i particolari della morte di papà. Era successo nell’uliveto della Rupe, durante un’azione di rastrellamento dei tedeschi. In quella circostanza catturarono papà e ritenendolo un partigiano lo fucilarono sul posto. Il suo nome fu inserito nella lapide dei caduti e onorato ancora oggi come un eroe della resistenza.


Al ritorno dalla guerra rimasi per parecchi giorni chiuso in camera da letto, con mia sorella Anna: La trovai più matura, più sensuale ed in carne. Ripresi il discorso interrotto dalla guerra, ma maggiore impeto e con gli interessi.
In pratica abbiamo iniziato a vivere come una coppia.
Considerato che Angelo era un mulo di lavoro, ed era completamente estraneo alla vita di famiglia; lui la sera preferiva andare a dormire nella stalla, lasciando a me il suo compito coniugale.

La mamma era andata a vivere in casa del Marchese, portandosi dietro il piccolo Alfredo. La figlia del nobile uomo, una donna ormai anziana e acciaccata dall’età, era stata abbandonata dalla servitù durante lo sfollamento.
La Mamma non se l’era sentita di lasciarla da sola e cosi si è preso cura di lei, diventando di fatto la sua governante.
Quando andavo alla a far visita alla villa, era con lei che si doveva discutere la scelta delle sementi e stabilire gli importi delle spese da affrontare per la raccolta delle olive.
Si era raffinata nei modi. Indossava vestiti eleganti. Profumava come le puttane dei bordelli. Per certi aspetti era diventata molto simile a loro.

Le calze di lana erano state sostituite da quelle di seta, fine ed allacciati su con magnifici reggicalze.
Quando la incontravo, prima di discutere degli affari, mi costringeva a fare un bagno e poi, profumata come una puttana, mi riceveva in camera da letto e aggressiva come una erinni ,scatenava un immensa libido.
La vita della mamma era diventata quella di una nobile donna, inoltre diventò l’erede legittima di tutto il patrimonio, considerato che la marchese aveva fatto redigere il testamento a suo favore, nominandola erede universale. Tutto a vantaggio di Alfredo che sarebbe cresciuto in un ambiente raffinato, garantendosi così la possibilità di ricevere un’ottima educazione scolastica.

La vita alla casa nell’uliveto ritornò come ai vecchi tempi. Lavoro e sesso. Anna rimase nuovamente incinta.

Gli impegni di lavoro agreste ripresero con l’intensità di prima e furono equamente distribuiti tra me, Angelo e le figlie, Teresa e Agnese, ormai donne fatte.

Era l’autunno del 1949, Teresa era diventata una bella ragazza, aveva diciassette anni e iniziò ad esprimere un atteggiamento vivace ed interessato a me.
Agnese aveva solo quindici anni, ma ne dimostrava molti di più. Viveva in perfetta simbiosi con sua sorella maggiore, e anche lei non perdeva occasione per esprimermi il suo interessamento.
Del resto avevo solo venti sette anni ed ero nel pieno delle mie forze.


Continua… le nipoti che piacevole sorpresa……. fotterle insieme..

Così va la vita.

Guzzon59

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