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lunedì 19 marzo 2012

Appuntamento al buio

E’ ormai noto che la gioventù di oggi è completamente allo sbando. Priva di valori, senza punti di riferimento in famiglia, totalmente lasciati a se stessi, ancora in fase di maturazione si atteggiano a persone adulte. Pulcini che spiccano il volo senza le ali. Disposti a tutto, anche ad accettare le proposte più indecenti, per l’unico valore in cui credono e di cui non ne dispongono: il denaro.
Per contro gli adulti, gli anziani, che hanno perso la bussola dell’orientamento. Vedono il mondo scorrere frenetico sotto i loro occhi e capiscono che sono esclusi da quel giro di giostra perché antiquati. Mordono voraci qualsiasi opportunità che capita tra le loro mani, pagando con l’unico mezzo che hanno a disposizioni in abbondanza: il denaro.
Che cosa succederebbe se questi due mondi, diametralmente opposti, si dovessero incontrano?
Buona lettura.


Sara ed Alessia, appena diciottenne, frequentanti l’ultimo anno dell’I.T.C., sono nel cortile, a confabulare tra loro:

Sara: “Hai visto il mio ultimo tatoo? è una strafigata!
“dove lo hai fatto?
“Dietro, sopra il culo ahahahah!
“Cazzo! Così quando andrai in piscina tutti lo vedranno?
“Si e devono rosicareeeee! E tu non dovevi farti il piercing?
“E’ una parola i vecchi non mollano neanche un centesimo? Mi hanno tagliato i fondi!
“E tu ti preoccupi per questo?
“Lo sai che per avere una ricarica del cellulare mi tocca lavare una montagna di piatti! E fare la cretina con i vecchi! Porcaccia miseria! Cazzo non posso permettermi nulla! Pensa che l’altro giorno ho visto delle scarpette da urlo, una vera figata! Be, per me sono irraggiungibili!
“Sai, io sti problema di povertà li ho risolti! Non ho trovato una miniera d’oro però ci sono arrivata vicino!
“Non mi dire che quello sfigato di Michele ti paga tutti i capricci?
“Magari! Quello da me vuole una sola cosa! Poi posso andare a vaffanculo! No! si tratta di ben altro, anche piacevole!
“Si, dando via la figa sulla via nazionale! Non fa per me!
“Cara mia ci sono altri sistemi per guadagnare senza dover dar via la figa!
“Che io sappia non esistono uomini che regalano il loro denaro per un sorriso! Ahahahah
“Per un pompino si!
“Saraaaaaaaaaaaaa sei impazzitaaaaaaaaaa!
“No! È un lavoretto pulito ed anonimo, nessuno ti riconosce, quando finisci, poi ti ritrovi un bel gruzzoletto in mano!
“Pulito insomma! Su Internet ho letto che in Inghilterra ci sono dei locali dove i clienti ficcano il loro cazzo in un buco e dall’altra parte ce qualcuno, uomo o donna, che gli fa il lavoretto! E per caso uno di questi?
“No! Telo dico solo se decidi di venire!
“Allora tieniti il tuo segreto del cazzo! Non fa per me!
“Ci vediamo stasera su Facebook?
“non so quanto durerà ancora, perché i vecchi hanno intenzione di staccarmi anche quello!
“Sei proprio messa male!
“Cercherò di sopravvivere!

Alessia, prima di rientrare a casa si fece il giro del centro storico, dei negozi. I suoi occhi riflettevano la bellezza dei vestitini esposti ma anche la grande delusione di non poterli acquistare. E’ una bellissima ragazza, alta, capelli lunghi e neri, occhi di ebano e la pelle perennemente abbronzata. Nelle fattezze ricorda le odalische arabe, mentre muovono sinuosamente il bacino, nel loro tradizionale ballo.

Gli uomini si girino a guardarla incantati, lei percepisce quelle occhiate libidinose e se ne risente, provando un senso di repulsione. Nella sua testa riecheggiavano le parole di Sara.

“Un pompino? Ed io dovrei mettermi in bocca il cazzo di quei schifosi sconosciuti? E’ assurdo.
Eppure ci sono anche risvolti positivi, la disponibilità di denaro. Porcaccia miseria ma perché non ho la spregiudicatezza di Sara?”

Quando varcò la soglia di casa, la sua testa era ancora assorta in quei pensieri.

La madre.
“Ma dove cazzo hai la testa? E’ questo l’ora di rientrare? Ora vai in cucina mangia e poi pulisci tutto! Mi raccomando i piatti lavali bene, lo sai che tuo padre si incazza se trova tracce di formaggio o altro.
“Ma porca puttana! Possibile che in questa casa devo fare tutto io! Ti sei dimenticata di Marco e Laura, anche loro vivono in questa maledetta casa!
“Non rispondere a tua madre! Maleducata! Marco è impegnato negli esami universitari! Non è come te cha vai male a scuola e non sappiamo se quest’anno prendi il diploma! E poi non ti vergogni ? tua sorella ha solo undici anni!
“Ed io alla sua età lavavo già i piatti! Mamma svegliati! Marco ti sta prendendo in giro! Tutti sanno che è un puttaniere! Lo vedono in giro a fare lo sbruffone!
“Non parlare così di tuo fratello svergognata! Dovresti pulirti la bocca ogni volta che parli di lui!

Si sa le madri hanno sempre avuto un debole per i figli maschi, e la madre di Alessia non era diversa dalle altre, stravedeva per il figlio Marco, che negli studi era un mediocre.
La sorellina Laura era una vera iena, si era arruffianata il padre e viveva di maldicenza, non faceva altro che sputtanare la sorella, mettendola in cattiva luce agli occhi dei genitori.

La madre prima di lasciare l’appartamento si rivolse ancora alla figlia.

“Visto che non hai nessun rispetto per gli altri! meriti lo stesso trattamento! Ti sei giocata la ricarica del cellulare! E stasera, cara mia, stacchiamo l’ADSL, così non scrivi quelle cretinate su Facebook! Ma come ti viene in mente di dire che la tua famiglia e gente ritardata!
“Laura! Quella stronza di Laura! È stata lei a riferirti tutto? Oddio vi odiooooooo tuttiiii! Ti prego la ricarica no! Quella mi serve altrimenti perdo i contatti con i miei amici!
“Così impari ad avere più rispetto per gli altri, soprattutto per i tuoi familiari che si spaccano la schiena per mantenerti agli studi!

Alessia si chiuse in un silenzio tombale, che non lasciava prevedere nulla di buono. Dopo aver pranzato, lavò i piatti. Poi, in lacrime si rifugiò nella stanza che condivideva con la sorella.
Laura era lì intenta a leggere un libro della scuola. Appena la vide.

“Sei una vipera! Vorrei che ti seccasse la lingua!

Laura aveva capito che non era il caso di rispondere a tono. Chiuse il libro e, da vigliacca, scappò via.
Alessia si era ficcata la faccia nel guanciale e piangeva dalla disperazione. Malediva la sorte per averle dato quella famiglia di merda. Ad un tratto ripensò alle parole che gli aveva detto la sua amica Sara.

“non è necessario dare via la figa! Con un pompino risolvi tutti i tuoi problemi! E’ anonimo a nessuno interessa sapere chi sei!
Si alzò decisa, uscendo dalla stanza afferrò il telefono, sul tragitto incrociò sua sorella Laura, non la scansò, anzi di proposto gli diede una spinta violenta facendola cadere a terra!

“Hai! Mi hai fatto male! Stasera lo dico alla mamma!
“Falla finita brutta stronza! Altrimenti ti prendo a schiaffi!

Laura guardò l’espressione irata di Alessia, e si spaventò. Si Alzò veloce e corse veloce in camera.

Alessia con  il telefono cordless entrò in bagno sbattendo la porta. Si sedette sul cesso e compose il numero di cellulare di Sara e dopo alcuni squilli l’amica rispose.

“Chi è?
“Ciao Sara! Sono Alessia!
“A sei tu? Ma da dove chiami? Non è il tuo numero di cellulare?
“Lo so è il telefono di casa! Ho finito i crediti! E mia madre non mi vuole dare i soldi per la ricarica!
“Che stronza! E’ proprio una ritardata, come hai scritto su Facebook!
“Già! E lo sai novità! Quella cretina di Laura le ha riferito quello che avevo scritto su Facebook!
“Che stronza! Dio! E come ha reagito tua madre!
“Male! mi ha tagliato tutte le risorse! Compreso internet!
“Io il problema l'ho risolto con la chiavetta! Così non devo rendere conto a nessuno!
“Ma costa un casino! Come fai a mantenerla!
“Te lo già detto no! Un pompino ogni tanto!
“Cristo! Non so dove trovi il coraggio!
“Il difficile è cominciare! Poi ci trovi anche gusto!
“E’ una parola!
“Sei libera per le cinque di stasera!
“Si! Ma se faccio tardi sono cazzi miei!
“Non ci vuole molto! È una questione di mezzora! E poi ti ritrovi un casino di soldi in tasca!
“Io provo a venire! Ma non ti garantisco se avrò il coraggio di farlo!
“Sei capace a fare i pompini?
“Insomma non è il mio lato più forte!
“L’importante è prenderlo in bocca e farlo venire! Tanto quelli non vedono le differenze!
“Ma chi sono?
“Se vieni te lo spiego!

Alessia posò il telefono, sentiva un forte crampo allo stomaco, come se si rendesse conto che stava per fare una cazzata. Ma aveva bisogno di soldi, e questo tagliava la testa al toro.

Alle cinque in punto si presentò al Bar del centro, luogo dell’appuntamento. Trovò Sara seduta in luogo appartata. La raggiunse e si sedette di fronte a lei.

“Per prima cosa procurati i fazzolettini di carta, sono molto utili. Ora seguimi!

La seguì fino al cinema Astra. Noto in città perché il pomeriggio trasmetteva film hard. Era frequentato solo da persone anziane e qualche ragazzino.

“Per stavolta il biglietto te lo pago io!
“Cristo! Mi vergogno!
“Dai! Non ci vedrà nessuno! La sale è completamente in penombra!

Entrarono e si sedettero in fondo alla sala. In quel momento a tutto schermo si vedeva il grosso cazzo di un attore che si muoveva nel culo dell’attrice.

“Li vedi! Sono tutti seduti su file diverse! E tra loro c’è tanto spazio!
“Si li vedo!
“Ora ascoltami! La maggior parte di loro hanno già il cazzo fuori dai calzoni! E si stanno sparando una sega!
“Cristo!
“Non è il caso di scandalizzarti! Allora tu ti avvicini e ti siedi a fianco! Loro capiscono subito! Ma prima di metterti a fare il lavoretto, allunga la mano. Se il tipo non sgancia allora tu ti alzi. Non ti preoccupare, loro non ti lasciano andare via. Prima che tu abbia fatto il gesto ti ritrovi un bel bigliettone nella mani.
“Ho paura di non essere all’altezza!
“Forza Alessia! Si tratta solo di fare un pompino! Guarda quel signore sulla tua destra! Mi sembra un tipo adatto per iniziare! Ora vai!

Alessia si alzò, titubante, si rendeva conto che quello che stava per fare era considerato un grave errore da quel poco di senso morale che ancore le restava in testa.
Dopo aver percorso il corridoio di destra, entra nella fila e con passo quasi claudicante si siede al fianco del signore. Era buio e si distingueva appena la sagoma ed il profilo del suo volto, a volte illuminato dagli sprazzi di luce dello schermo. Era un Signore sulla cinquantina, occhiali e baffi.
Alessia allunga una mano ed attende. Ad un tratto avverte il contatto della carta moneta che si posa sulle sua mani, la stringe e la infila nella tasca dei jeans.
Il Signore solleva le spalle e posa le mani sulla spalliera dei seggiolini ed attende. Il suo cazzo è già fuori, pulsante in attesa della bocca di Alessia.
Alessia si fa coraggio, prima afferra indecisa il grosso cazzo che appena si intravede al buio, dopo averlo menato, decide di prenderlo in bocca. Si piega dischiude le labbra ed ingoia la grossa cappella, il sapore è sempre lo stesso, non è diverso da quello del cazzo di Fabio, il suo ragazzo.
Non appena le sue labbra iniziano a scivolare lungo l’asta il signore allunga una mano alla ricerca della sue tette. Alessia reagisce con un gesto di stizza, e subito si stacca.

“No! No! Non staccarti! Perdonami! Ti giuro che non lo faccio!

La sua voce era gentile, sembrava una persona educata. Alessia lo perdona e riprende a succhiare il suo grosso cazzo. Ha difficoltà ad ingoiarlo, il suo diametro è notevole, e le sue gote sono completamente intasate da quella enorme massa di carne.
Comunque, insiste e porta a termine la prima missione. Non appena sente il tipo che si irrigidisce, si stacca, e continuando a segarlo gli lecca la cappella quando uno schizzo di sperma la colpisce in pieno volto, poi prosegue fino l’ultima goccia.
Prende un fazzolettino si pulisce il viso e sparisce.
Il cuore le batteva forte. Si sentiva sporca, meschina, ma aveva intasca un biglietto di cinquanta euro. Questo le garantiva la ricarica del cellulare e la soddisfazione di qualche capriccio. Non doveva più elemosinare denaro dai suoi genitori, umiliandosi.
Raggiunge Sara, si sentiva euforica, in un impeto di gioia le mostrò la banconota da cinquanta euro.

“Cazzo ti è andata bene per essere una principiante! Quel vecchiaccio della malora mi ha rifilato soltanto venti euro!

Oramai aveva preso coraggio, aveva avuto il battesimo di fuoco e si sentiva più spavalda. I clienti successivi vennero affrontati con più spregiudicatezza. Aveva imparato a riconoscere il taglio delle banconote, se non erano della misura a lei gradita si alzava, spesse volte veniva fermata e compensata nella giusta misura.

Aveva preso l’abitudine di andare un volta alla settimana, e quando il gruzzolo era consistente, anche dopo due settimane. Alessia, aveva capito che non era il caso di farsi prendere la mano. A lei le bastava avere quel poco per mantenersi la chievetta di Internet, la ricarica del cellulare e, di tanto, togliersi qualche capriccio estetico.
Le volte che andava al cinema riusciva a fare anche fino a dieci pompini. Il suo ragazzo Fabio iniziò ad apprezzarla, ogni volta le faceva i complimenti asserendo che era diventata una pompinara di tutto rispetto.
Alessia, nella pratica, stava imparando a maneggiare il cazzo, capiva quale erano i lati più sensibili, come i contorni della cappella, e agli uomini piaceva quando si soffermava a leccare quelle linee.
Ai genitori aveva raccontato che ogni tanto aiutava una amica, che possedeva un negozio di abbigliamento. I genitori l’avevano sempre sottostimata, ma da quando notarono che Alessia era diventata autonoma nella gestione delle proprie finanze, iniziarono ad apprezzarla.
Un giorno trovò quella iena di Laura a lavare i piatti. La guardò con soddisfazione.

“Finalmente hanno capito di che pasta sei fatta! Ora capirai cosa si prova a dover essere la sguattera della casa! Ahahaha
“Alessia! Ti prego dammi una mano! È troppo per me!

La guardò gli fece pena. Aveva l’espressione sconvolta.

“Alessia! So che adesso lavori! Sai! Mi piacerebbe anche a me guadagnare qualche soldino!
“Laura, lascia perdere! Accontentati di quei pochi spiccioli che i nostri genitori ti passano!
“Ma non bastano mai! E poi, non sono più una bambina e qualche ragazzino comincia a guardarmi!
“In effetti! Non sei maluccio! Hai messo su un bel culo e le tette stanno già spuntando!
“Potrei venire con te? Imparo subito, così potrei darti un mano?
“hahahahah, tu, hahaha, lascia perdere! Non fa per te!

Alessia mise una mano in tasca e tirò fuori un bigliettone da venti euro.

“Tieni, se ti serve qualcosa dimmelo, ma ti prego prima di cercarti un lavoro avvertimi! Mi raccomando non ti fare incantare da qualche stronzetta di amica!
“Non capisco!
“Capirai! Prendi! Ora laviamo sti piatti!

Laura fissò sua sorella, come se la vedesse per la prima volta. Si pentì per tutto il male che le aveva fatto in passato. In un momento di emozione se l’abbracciò.

“Alessia, scusami per quello che ti ho fatto! Ti voglio bene! Tantissimo!
“Lo so! Lo so! Ora sbrighiamoci prima che entrino quei ritardati!
“ahahah, è vero Alessia! Sono dei ritardati! Ahahahahah

Alessia era contenta di aver ricucito il rapporto con sua sorella. Ora lei conosceva i pericoli che incombevano a quella età e volle evitare che anche lei ci cascasse.
Una scema era più che sufficiente in casa.

Il destino, non guarda in faccia nessuno, tratta tutti allo stesso modo, non fa discrezioni e/o favori, a nessuno.

Un pomeriggio, Alessia e Sara, esauriti i fondi, ritornarono al cinema Astra a rimpinguare le scarse finanze. Come di consueto si sedettero in fondo alla sala. Dopo aver dato un occhiata panoramica alla sala. Sara:

“Cazzo!
“Che c’è?
“ Lo vedi quello, in terza fila?
“Si, mi sembra un anziano signore!
“E un vecchio pieno di fisime! Quello ogni volta che gli faccio il lavoretto non fa altro che chiedermi di sedermi sopra di lui. E un vecchio libidinoso! Ti ficca le mani da dappertutto. I primi tempi lo lasciato con il cazzo in tiro. Poi visto che i bigliettoni era grossi gli ho lasciato toccare soltanto le tette. Ma è petulante. Cristo non lo sopporto!
“Se vuoi ci provo io!
“OK! Stai attenta che quello stringe le tette, e con le mani rudi che si ritrova ti fa anche male!
“Non ti preoccupare! Ho imparato a tenere a bada i tipi come lui!
“allora buona fortuna!

Alessia aveva imparato a muoversi con disinvoltura. Tutte le volte che passava accanto a persone sconosciute, sentiva il loro fiatone, perché erano intenti a spararsi le seghe davanti alle scene hard che si succedevano sullo schermo. Molti di loro sono stati suoi clienti, ma un po alla volta ha imparato a scegliersi quelli giusti. La stragrande maggioranza dei quegli stronzi pretendevano il lavoretto gratis. Lei li mandava al diavolo.
Arrivò a destinazione e si sedette a fianco del vecchio. Non appena si accomodo percepì la sua manona in mezzo alle cosce.
Sara si era raccomandata di non parlare mai, perché poteva capitare qualcuno che la riconosceva, un vicino di casa, un amico di famiglia o un professore.
Alessia afferrò la mano e la spedì al mittente.

“Dai! Fammi toccare la fighetta!

Appena il vecchio finì di parlare la pelle di Alessia si increspò, come se fosse stata colpita da una folata di vento gelido.
C’era una ragione, perché il vecchio seduto al suo fianco era suo nonno, il padre di sua madre.
Non ebbe il tempo di sentirsi sprofondare che il vecchio le posò nella mani due bigliettoni da cinquanta euro. Cazzo nessuno aveva mai pagato quella cifra.

“Dai, fammi sentire la tua boccuccia! Bella bambinaaaa dacci dentroooo  vieni!

Così dicendo il vecchio afferrò la mano di Alessia spingendola sul suo enorme cazzo. Non appena Alessia toccò il cazzo di suo nonno gli venne la pelle d’oca. Inoltre le gambe cominciarono a tremarle e la schiena a scricchiolare come se fosse percossa da corrente elettrica. Lo stomaco era in preda a dai crampi ed il respiro le si era bloccato in gola.

“Ei! Che aspetti! Ti ho già pagata!

Ti ho già pagata, e già. Alessia, era uno schiaffo, che lo sbloccò da un stato di catalessi. E’ vero aveva pagato. Che cazzo doveva fare? Non aveva il coraggio di alzarsi, perché quel vecchio petulante la tratteneva con forza. Che fare? Dopo tutto era un cliente pagante, forse il migliore. Ma era anche suo nonno e se avesse preso il suo cazzo in bocca avrebbe commesso un peccato, punito dalla legge morale e dalla chiesa. Norme di vita che a livello inconscio agivano ancora da deterrente.
Cazzo due bigliettoni da cinquanta euro e quando li avrebbe guadagnati? Guardò il profilo di suo nonno, gli voleva un sacco di bene, ed in altri momenti se lo sarebbe abbracciato e coccolato. Ma in quella occasione lei era un anonima puttanella, una ragazzina viziata che si procurava il denaro per i suoi capricci praticando il mestiere più antico del mondo. No, suo nonno era un ottimo cliente e meritava il meglio. Contò fino a dieci poi si piego sul grembo del vecchio ed accolse la grossa cappella nella bocca.
Il trauma iniziale fu superato. Man mano che la sua bocca incalzava su quella enorme fava, percepiva dentro di se un senso di piacere.
Il cazzo di suo nonno pulsava dentro la sua bocca e per lei sentirlo duro nella gola le dava un senso di ebbrezza, che non aveva mai provato prima di allora.
Ad un tratto si accorse che si era eccitata. Il cazzo di suo nonno le aveva scombussolato il basso ventre e si era bagnata. Era la prima volta che si faceva coinvolgere emotivamente da un cliente.

Ad un tratta percepisce la mano di suo nonno che si infila nella maglietta alla ricerca delle sue tette. Appena le sente, le afferra ed inizia a palparle con forza.

“Caspiterina! Sono sode! Quanti anni hai? sei giovane!

Appena Alessia percepì il contatto delle mani del nonno sulle sue mammelle, gli venne voglia di reagire, ma c’era qualcosa dentro di lei che la frenava. Forse era il rispetto reverenziale per il vecchio avo, e non se la sentiva di deluderlo. Se a lui le piaceva toccare la sue tette lei era felice di accontentare suo nonno. Così lo lasciò fare.
In quei momenti si accorse che il cazzo era in collegamento mentale con il vecchio, perché mentre la sua mano incalzavano le sue mammelle il cazzo diventava più duro e pulsante.

“Ei ragazzina! Hai i capezzoli turgidi! Sei eccitata? Dai vieni sopra di me! Che te lo faccio sentire nella fighetta!

Quella richiesta fece sussultare le membra di Alessia. In quel momento effettivamente era molto eccitata dalla situazione inaudita che si era creata. L’imprevista presenza di suo nonno le aveva scombussolato i sensi. Quel contatto così intimo, proibito dalle leggi morali, un tabù, le dava una sensazione straordinaria. Prendere il cazzo del nonno nella figa doveva essere altrettanto straordinario. Del resto sarebbe stata la prima volta che andava oltre il normale pompino.

“Se vieni sopra di me ti do altri cento euro!

Alessia reagì fisicamente a quella offerta e pensò: Nonnooooooo che faiiiiii. Il vecchio prese quella reazione come un tecnica di trattativa, allora estrasse dalla sua tasca due biglietti da 100 euro e le ficcò nella mani della ragazzina.

“Tieni! Sono duecento euro! Ora ti prego vieni sopra di me!

Appena Alessia senti la ruvidezza della carta moneta, gli si increspò la pelle.
Cristo erano due cento euro. Un altro dilemma stava arrovellando la sua testa. Nel frattempo il vecchio aveva deciso per lei, le stava sbottonando i jeans e la sua mano si stava già facendo strada nel suo scoscio.

“Dio santissimo che fighettaaaaaaaaaaaa dai abbassati i pantaloni e siediti su di meeeee ti pregooooooooo!

Lo sentiva implorante. Una sensazione di disorientamento le stava annebbiando il cervello, aveva perso la cognizione del tempo e della spazio. La sua figa era in subbuglio, perché alcune dita della mano di suo nonno la stavano penetrando con violenza. Le sentiva mentre si muovevano dentro di lei, e la cosa scioccante era che le piaceva.
Come un automa si abbassò i pantaloni a mezza coscia, si alzò in piedi. Nello stesso istante suo nonno teneva fermo il grosso cazzo che si innalzava nel buoi come una torre rocciosa.
Alessia si era seduta tante volte sul grembo del nonno, ma mai in quella condizioni. Le sue natiche erano nude, il suo scoscio, con la figa pulsante di desiderio, pronta da immolarsi su quel palo atavico.
Nel momento in cui si abbassò, la cappella di suo nonno, dimostrando un talento pari a quello di un segugio, impattò dritto contro la vulva vaginale, e senza alcuna resistenza affondò in mezzo alle labbra, immergendosi sulla via dell’utero, quindi la penetrò completamente, fino alla base dei coglioni.

“Cribbiooooooo come sei strettaaaaaaaa mmmmm ora muoviti ti pregoooo
“mmmmm

Alessia avrebbe voluto gridare dal piacere immenso che stava provando. Il cazzo di suo nonno pulsava dentro la sua vagina, dandole delle sensazioni incredibili.
Il suo corpo fremeva come un fuscello sbattuto dal vento impetuoso.
Appena iniziò a muovere il bacino in orizzontale, le mani di suo nonno si attaccarono alle sue mammelle, mentre la sua bocca raspava sul collo, come un lumacone.

Nonostante tutto, le piaceva sentire le mani di suo nonno addosso, le dava una forza incredibile. Infatti continuò a muoversi con più forza, stimolando quella enorme massa di carne che palpitava dentro la sua figa.

“Diavoli di una ragazzinaaaaaaaa mmmm dai cosììììììì sei l’infernooooooooo mmmmm
“mmmmm mmmm!

Dopo alcuni minuti di intesa partecipazione a quel coito di dannati, Alessia percepì i fremiti di suo nonno, il suo cazzo era diventato più duro, e lo sentiva mentre cercava di farsi strada dentro di lei, cercando di raggiungere la massima profondità possibile. Stava sborrando.

“Ei, stai godendo anche tu, cribbio la tua fica mi stra stritolando il cazzooooooo
“mmmmm mmmmmmm!

In effetti anche Alessia stava provando un orgasmo da sballo.
Nello stesso istante il caldo seme di suo nonno le inondò l’utero.

“oooooooo dioooooooo sei un diavolooooooooo mmmmm perché non gridiiiiiiii
“mmmmm mmmmmm

Non appena sentì il cazzo di suo nonno che si stava afflosciando nella sua fica, si alzò dal suo grembo, con la sborra che le colava abbondante dalla fica, poi con difficoltà si tirò su i jeans, quindi, prima di fuggire da quello inferno, abbracciò il vecchio e le diede un bacio sulla guancia.

“ahahah ti è piaciutooooooooo ti aspetto martedì prossimoooooo ciao amoreeeee!

Trafilata, con il respiro in affanno, raggiunse Sara.

“Ei ma che cazzo hai fatto, ho visto che ti sei messa sopra di lui! Ma sei impazzita! Senza precauzioni! Con uno sconosciuto! Ma lo sai che rischi di prenderti una malattia?
“Non rompere! Mi andava di farlo! E poi non era affatto petulante!
“ti piace? Se le cose stanno così è tuo! Almeno fatti pagare per le prestazioni extra! Ahahah

Alessia non disse a Sara che suo nonno le aveva dato ben trecento euro. Poi guardò la sua amica.

“Credo che non verrò più qui!
“Vuoi rinunciare a questa fonte di guadagno!

Alessia non voleva rinunciare a nulla. Solo che aveva avuto un idea. E se le cose fossero andate secondo quanto aveva sperato, la sua fonte di reddito sarebbe durata per un bel pezzo.

“E’ troppo rischioso! Non vorrei che mi capitasse di incontrare qualcuno che mi conosce! Scusami ma il nostro rapporto finisce qui!
“Ma non puoi! Ho bisogno di una complice! Da sola non sarei capace di farlo!
“Ma allora quel giorno anche per te era la prima volta?
“Si!
“Ma come facevi a sapere tutte quelle cose?
“Le avevo lette su una rivista! Sai quelle inchieste che fanno i giornalisti! Comunque è stata una bella idea non trovi?
“Ma i soldi per i tuoi capricci dove li prendevi?
“Rubavo!
“Cosa?
“Li rubavo ai miei genitori! Senti non puoi lasciarmi così!
“Vuoi una complice! Rivolgiti ad Ilaria! Quella è perennemente in crisi! Sono sicuro che in lei troverai un ottima spalla! Ahahah
“Non sarà mai come te!
“Ci vediamo domani a scuola!

Si salutarono, Sara la guardò con grande rammarico. Era una ottima compagna di avventure. Poi pensò ad Ilaria. Doveva ricominciare da capo. Bo, che glie ne fregava, sarebbe andato bene lo stesso, in fondo si trattava solo di prenderlo in bocca, tutte le donne sarebbero state in grado di farlo. Sorrise.


Quella sera Alessia cenò serena e felice. Era contenta di aver regalato a suo nonno un momento di piacere. Suo nonno aveva lavorato un vita, si era sacrificato per dare un futuro ai figli. Inoltre aveva una moglie che era una vera megera. Sempre incazzata, e pronta a rimproverarlo per qualsiasi stronzata. In fin dei conti si sentiva legato a lui, perché condivideva un destino di vessazioni e umiliazioni familiari.

La domenica successiva erano tutti invitati a casa del nonno. Alessia, in passato lo viveva come un vero e proprio stress. Perché, mentre suo padre e gli zii restavano in cucina a giocare a carte, sua madre, la nonna e le ziii si mettevano a chiacchierare in salotto, mentre i suoi cugini uscivano fuori nel cortile a giocare con la sorella Laura. Il nonno si chiudeva nello studio a guardarsi la televisione, lei, l’unica nipote adulta, si annoiava a morte, e per rompere la monotonia passeggiava nella casa tra la cucina, il salotto ed il balcone. Ogni tanto andava dal nonno e se lo coccolava, perché nessuno lo sopportava, anzi lo lasciavano volentieri da solo.
Suo fratello Marco inventava mille scuse per non venire.

Ma quella domenica aveva un idea da realizzare. Se tutto fosse filato liscio, la sua fonte di reddito avrebbe iniziato a funzionare come un orologio svizzero.
Per l’occasione volle vestirsi da figa, così indossò una minigonna in jeans, cortissima, ed una magliett attillata, che esaltavano le sue meravigliose tette. Il perizoma succinto copriva soltanto le fenditure della figa, lasciando scoperte le protuberanze delle grossa labbra.
Non appena gli ziii la videro si soffermarono con libidine a fissarle le cosce e le tette. Ormai aveva fatto l’abitudine a quegli sguardi lascivi.
Anzi, per ripagarli della stessa moneta, si comportò da civettuola, strusciandosi volentieri su di loro. In quei frangenti le sembrò di cogliere anche una certa allegria tra le loro gambe.
Sorrideva dentro di se, a pensare che, anche loro, potevano diventare delle potenziali fonti di reddito. Una vera spregiudicata. Durante i convenevoli non lesinava nulla. Si sedeva scosciando in modo osceno. Gli Zii non avevano occhi che per le sue straordinarie cosce. Si sentiva come l’ape regina, se solo avesse voluto avrebbe fatto di loro quello che voleva.
Ma lei non era venuto per questo. L’uomo che le interessava la ignorava. Non le dava neanche la minima soddisfazione di un sguardo fugace. Pensò che l’impresa sarebbe stata difficile.

Dopo il pranzo, le cose si stavano evolvendo secondo i canoni. Gli Zii, con il padre, rimasero in cucina a giocare a carte, tra bicchieri di whisky e fitta calotta di fumo che aleggiava sopra le loro teste, mentre le donnine si erano radunate in salotto a praticare il loro sport preferito, taglio e cucito su tutti i conoscenti, parenti inclusi.

Alessia si guardò attorno, e notò che i ragazzini erano scomparsi. Li sentiva vociare in cortile. Era arrivato il momento di mettere in atto il suo piano.
Con passo felpato si avvicinò alla porta dello studio, l’aprì ed entrò dentro. Suo nonno come d’abitudine sedeva sulla poltroncina a due posti, di fronte al televisore da trentadue pollici. C’era il solito spettacolo di intrattenimento domenicale, con tanto di ragazze, giovane e mezze nude.

“Ciao nonno! Posso farti compagnia?
“Certamente tesoro! Accomodati!

Sentire la voce di suo nonno le fece venire la pelle d’oca, perché le richiamava alla memoria quei momenti bellissimi vissuti con lui nel cinema Astra.
Alessia si sedette al suo fianco, non fece attenzione alla sua gonna che si ritirò lasciandole scoperte completamente le cosce. Del resto era quello che voleva. Il gioco della provocazione era iniziato.
Però lui non le notò e continuò a guardarsi la televisione. Neanche un occhiata veloce.
Fu il nonno a rompere il silenzio.

“Che profumo usi! È molto buono!
“Ti piace? E un profumo francese!
“Caspiterina! Mi sembra un profumo costoso! Sbaglio?
“No! Non ti sbagli nonno! Lo hai già sentito primo d’ora?

Alessia cominciò a calare le sue carte. Attendeva di sentire la risposta. Perché lei sapeva che era lo stesso profumo che si era messo quel giorno nel cinema astra.
Il nonno con un pizzico di impiccio.

“Si.. mm. Mi sembra di averlo sentito da qualche parte!
“Recentemente?

E qui il nonno di Alessia ebbe un attimo di riflessione. Per la prima volta abbassò lo sguardo sulle cosce di Alessia, soffermandosi, poi con voce rotta dalle emozione.

“Si… forse… ma non so dire in che occasione!

Alessia sentiva che era sulla strada buona. Lo stava provocando a dovere. Però non era sufficiente, ci voleva qualcosa che spingesse suoi pensieri in una direzione, verso di lei ed iniziassero a desiderarla come donna. Gli venne un idea.

“Nonno ma quanti DVD hai? Sono un casino!

Si era alzata, piegandosi davanti al carrello su cui era appoggiato il televisore, e iniziò a leggere i titoli dei DVD riposti sui ripiani inferiore, messi in fila.
Per poterli leggere dovette accentuare la posizione oscena, facendo in modo che il suo culo fosse ben visibile allo sguardo di suo nonno.
In quel modo esibiva uno scoscio da infarto. Il perizoma nero si perdeva tra i glutei rotondi e paffuti, mentre lo scoscio, parzialmente nascosto, appariva incastonato tre le cosce. Era una visiona carica di sensualità.

Alessia poté constatare l’effetto di quel gesto, osservando l’immagine riflessa di suo nonno nello specchio della credenza. I suoi occhi erano strabuzzati fuori dalle orbite ed incollati al suo culo. Inoltre poté vedere chiaramente la sua mano che si massaggiava la patta dei pantaloni.
Un sorriso beffardo sottolineò la sua contentezza, perché c’era riuscita, la provocazione aveva fatto centro. Il caro nonnino era eccitato e non aveva occhi che per il suo magnifico culo.

“Nonno hai i film di Tinto Brass? Che figata! Mettiamo questo!
“Ma Alessia! Non so se….
“Non sono mica pornografici! Ho letto che sono soltanto erotici!

Cosi dicendo infilo il DVD nel riproduttore ed attese che si avviasse il film.

“Nonno ti voglio bene! Vorrei abbracciarti!

Voleva buttare più benzina nel fuoco. Infatti si avvicinò al suo avo e con espressione ingenua si sedette sul suo grembo, trovando quello che cercava. Il cazzo era duro e palpitante, e lo sentiva perfettamente pulsare contro il suo culo.
Il nonno divenne rosso, colto da un moto di imbarazzo, che le fece abbassare lo sguardo, al fine di evitare di doversi vergognare.

“Nonno! Certo che alla tua età sei ancora arzillo! E’ inutile che fai il finto tonto lo sento perfettamente!
“Forse è meglio che ti alzi! Ho i nervi a fior di pelle e non so se riuscirei a controllarmi!
“Perché ti devi controllare?
“Alessia stai giocando con il fuoco!
“Perché! Non ti piacerebbe giocare con me! Lo sai che da bambina mi piaceva tanto giocare a cavalluccio!
“Ora non sei una bambina! E..
“E cosa?
“Basta, maledetta impertinente! Vuoi giocare? E allora giochiamo!

Cosi dicendo il nonno ficca un mano nelle cosce e comincia ad accarezzargli la figa.

“Diavolo di una nipote! Era questo che volevi? To….

Gli spostò il perizoma e gli ficco alcune dita nella figa.

“ooooooooo mmmmm mmmmm!
“Ti piace e?
“Si…. Mi piaceeeeeeeeeeeee mmmmm
“Adesso ti voglio mostrare qualcosa con cui potrai giocare meglio! Siediti qui!

Alessia prese posto al fianco di suo nonno, mentre lui si aprì la patta dei pantaloni ed esibì la sua possente erezione. Il suo cazzo scuro, con una cappella grossa e sanguigna, si innalzò boriosa e dritta sotto i suoi gli occhi furbi.

“Accidenti che palo!
“Dai toccalo! E fammi vedere di cosa sei capace di fare!

Alessia iniziò prima a menarlo, delicatamente, facendo scivolare la pelle tesa sulla massa carnosa ingrossata oltre il limite. Nel buio aveva intuito che era un cazzo notevole, ed ora che lo vedeva alla luce del giorno ne aveva la conferma.
Era talmente grosso che aveva difficoltà a cingerlo completamente. Comunque erano mesi che si era addestrata a lavorarsi cazzi come quello e sapeva in che modo stimolarlo.

Dopo averlo segata a dovere, si abbassò con il busto e lo prese in bocca. Non appena le sue labbra si chiusero attorno glande, grosso come una biglia di bigliardo, suo nonno si lascio andare…

“Cribbiooooooo sei bravissimaaaa mmm dai cosìììì

Ad un certo punto Alessia si stacca dal cazzo e si allontana da suo nonno.

“Bè… che cosa ti è preso….!
“Nonno tutto ha un prezzo! Tu quando saresti disposto a pagare affinché continui?
“Merda! Ma chi cazzo dici? …. Va bene! ti darò venti euro!

Alessia non si mosse di un centimetro.

“OK! OK! Vanno bene cento euro? No! Duecento? Cazzo! Allora ti darò quattrocento euro!

Alessia sorrise.

“Vorrei che mi pagassi subito!

Il nonno guardò sua nipote con aria truce. Si alzò, con il cazzo duro e palpitante che spuntava da sotto il grosso ventre. Era troppo eccitato per protestare. Dal cassetto di un comodino prelevò otto biglietti da cinquanta euro!

“tieni! Ora continua!

Alessia incassò con entusiasmo il denaro, ficcandoselo in una tasca posteriore della minigonna. Poi riprese ad accarezzare il grosso cazzo del nonno ed infine a succhiarlo.

“Sei più cara di quella puttanella dell’altro giorno, ma ne vale la pena!
“Chi? quella del cinema Astra?
“Cazzo! Come fai a soperlo?
“ahahahah! Non indovini?
“Eri tu! Oddioooooooo eri tuuuuuuuuuuu?
“Si! ahahah
“Sei stata grandeeee mmmm la tua boccaaaaaaa Nipotina dai fammela sentire di nuovooo Ahahahah

Alessia riprese a succhiare con più foga. Suo nonno, divenne più audace e spudorato.
Mentre lei lo stava spompinando lui le aveva ficcato alcune dita nella fica, e la stava stimolando con movimenti veloci.

“Dai vieni sopra di me! Ho un gran voglio di scoparti!

Alessia si sedette sopra suo nonno, facendosi impalare dal suo cazzone, fino alla base dei coglioni. Andarono avanti per alcuni minuti, fino a quando, il vegliardo non gli scaricò una tonnellata di sperma nella vagina.

“Nonno!
“Si tesoro!
“Mi prometti che non andrai più al cinema Astra?
“Te lo prometto, ad una condizione!
“Quale?
“Che tu mi venga a trovare più spesso!
“si! Però tu devi essere generoso?
“Certamente! Piuttosto che pagarmi un puttana qualunque preferisco pagare la puttana di casa! hahahah

Il giorno dopo Alessia, a scuola, ostentava superba il suo nuovo cellulare. Ormai non aveva più problemi economici. Il nonnetto provvedeva a tutti suoi capricci, dietro compenso in natura.

Intanto Laura osservava ed imparava……. Fra sei anni sarebbe toccato a lei soddisfare il vecchio…. e gli ziii …E pagarsi i capricci.

Così va la vita….

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