Il sesso è uno
tra gli aspetti più importanti nella vita di un uomo.
Non tutti,
però, riescono a viverlo in modo pieno e soddisfacente.
Sin dalle
prime esperienze, ognuno, cerca di capire quali elementi ideali favoriscono
l’innesco che accende la scintilla del desiderio e scatena la libido.
La mente
umana, quindi non è semplice. La sua complessità è ancora un mistero.
Lo sa bene
la nostra eroina Eloisa, che scoprì in modo casuale le sue naturali inclinazioni,
e le situazioni ideali nelle quali la sua mente provava emozioni forti, tale da
farle raggiungere il piacere sessuale pieno, che in condizioni di normalità non
le era mai capitato di sperimentare. Buona lettura.
Primo
capitolo: Il tecnico della caldaia.
Eloisa, una
mattina, chiamò un tecnico specializzato in caldaie, perché la sua era andata
in blocco.
Si presentò
un’ora dopo.
Dopo i
convenevoli, lo accompagnò negli scantinati, ove si trovava la centrale
termica.
Eloisa non
andò via, restò sulla porta a guardare il tecnico che si muoveva nella stanza.
Era un uomo
maturo di mezza età, pelato. La tuta gli stava stretta, sporgendo sul davanti come
una grossa testuggine adiposa.
Nella sua mente,
mentre fissava le spalle del tecnico, scattò il solito meccanismo, che la
proiettava in uno stato di alterazione psicofisica che abbatteva qualsiasi
freno inibitorio.
I suoi occhi
iniziarono a brillare intanto che fissava intensamente l’ignaro tecnico,
intento a controllare i manometri, le leve e i tubi.
Come un
copione ormai recitato tante volte, il fuoco della bramosia divampò improvvisamente
nelle sue vene, diventando un incendio di passione.
Seguendo
quegli istinti bestiali iniziò a sbottonarsi la camicetta fino a togliersela.
Senza
fermarsi, continuò a slacciarsi la gonna, lasciandola cadere sul pavimento.
Rimase in
reggiseno e mutande.
Si era
eccitata ed il respiro divenne affannoso.
Il suo corpo
si era accaldato, e la febbre del desiderio lo stava infiammando annullando nel
contempo qualsiasi barlume di ragione.
Eloisa, come
ipnotizzata dalla bramosia, continuò slacciandosi il reggiseno e le mutandine.
Era nuda,
come madre natura l’aveva creata.
Dopo essersi
accarezzata il seno e leccato i capezzoli turgidi, eccitata come una cagna in
calore si avvicinò al tecnico, toccandogli un braccio.
Questi, si
voltò:
“Signorina
credo di aver capito il problema vede....... ma...... ma …lei è nuda?
Le prese un
colpo, quando si trovò di fronte Eloisa nuda, che lo fissava con uno sguardo stralunato,
come se fosse posseduta da qualche spirito demoniaco.
Scattò
subito in piedi. Imbarazzato per quella scena imprevista.
Era comunque
uno spettacolo piacevole da osservare, e non ci mise molto a superare
l’impaccio iniziale, quindi, ripresosi dallo shock prese a squadrarla con cura,
dalla punta dei piedi fino alla testa.
Eloisa,
ricambiando lo sguardo, appena notò la luce del desiderio accendersi negli
occhi dell’uomo, ebbe un moto interiore intenso, che le fece vibrare il basso
ventre.
Intanto,
dopo un lungo silenzio, l’uomo esordì:
“Cazzo, che pezzo
di figa che sei!
Il tecnico lentamente
cominciò a prendere coscienza di ciò che stava succedendo sotto i suoi occhi.
Non era una cosa normale trovarsi all’improvviso davanti un gran pezzo di
figliola nuda.
Eloisa, era
una donna giovane, aveva solo venti otto anni, e si trovava nel pieno splendore
del suo vigore fisico, solido e statuario, che emanava una sensualità a cui era
impossibile resistere.
Il seno, una
quinta abbondante, si teneva su senza alcun sostegno, la vita era stretta e i
fianchi larghi e rotondi, era alta di statura con gambe lunghe e robuste.
Era uno
spettacolo ammirarla. Da togliere il fiato.
Eloisa prese
subito l’iniziativa, prima che il tecnico si rendesse pienamente conto di
quanto gli stava succedendo.
Si avvicinò
a lui e iniziò ad accarezzargli l'inguine, fino a, quando la sua mano, chiusa
sullo spessore, cominciò ad avvertire i segni dell’eccitazione.
Sorrise con
malizia quando percepì un’erezione piena.
La mano, infatti,
stava stimolando un cazzo già in tiro. Lei, attraverso la tenue stoffa, lo segò
per alcuni istanti, senza distogliere lo sguardo dall'uomo.
L’operaio,
tuttavia, era ancora impacciato.
Ci sono
persone che, quando si trova davanti una donna audace e piena d’iniziativa
rimangono completamente disarmati, come bambini ingenui.
Eloisa ormai
conosceva perfettamente quel tipo di reazione. Così, sorridente, senza fermarsi
nella sua azione lasciva e perversa, continuò a sollazzarlo con foga.
Dopo averlo
stimolato a lungo, si abbassò ai suoi piedi, gli aprì la zip, armeggiò quel tanto
da tirargli fuori il cazzo, duro e scuro come la pece.
La cappella
era tesa e grossa come una biglia di bigliardo, completamente bagnata di
liquido seminale, che rifletteva la lieve luce della lampadina.
La ragazza,
fissò con bramosia quel cazzo leccandosi le labbra, poi mosse il polso
iniziando a masturbarlo lentamente in tutta la sua lunghezza.
La sua mano,
si agitava su e giù, spostando la pelle tesa fino alla base del cazzo.
Il viso di
Eloisa era una smorfia di passione, un vezzo di cupidigia che attirava lo
sguardo libidinoso del tecnico.
Dopo aver
fissato intensamente l’operaio, abbassò lo sguardo sul pene, divenne seria,
aprì la bocca e se lo fece scivolare in fondo alla gola.
Il cazzo era
talmente voluminoso che le sue gote si riempirono come un palloncino.
Eloisa, deliziata
da quel cibo prelibato, intraprese con foga un sublime pompino, avendo cura
ogni tanto di leccare i contorni della cappella e la lunghezza dell'asta.
Godeva a
sentire quel cazzo anonimo pulsargli nella bocca.
L'operaio, sotto
le lisciate di lingua e succhiate di cappella, si era eccitato come un toro da
monta.
In piena
frenesia dei sensi, con modi rudi, afferrò Eloisa dalle ascelle, la sollevò in
aria e la costrinse a sedersi su un tavolino.
Poi si gettò
con la faccia tra le sue cosce spalancate, dando sfogo ad un desiderio che non
riusciva più a contenere, quindi presa a leccarle le fenditure della figa e a
succhiare il clitoride, come se fosse una delizia della natura.
Soddisfatto,
si alzò in piedi con una voglia di chiavarla immediatamente.
Eloisa,
finalmente aveva ceduto il testimone all’operaio, che agitato come un cane
idrofobo, la bacio e la pomiciò con palpeggi e carezze prolungati, in ogni
parte del corpo, sembrava un anima ingorda.
“Cristo!
quanto sei bona! Dammi un pizzicotto! Ho paura di svegliarmi!
“Non stai
sognando animale! Ti stai approfittando di me! Bastardo!
Considerò
quella risposta strana per una che aveva dimostrato uno slancio sensuale senza porsi
limiti, comportandosi come la peggiore zoccola di strada che avesse mai
conosciuto.
L’operaio
capì subito che razza di donne fosse, perversa e trasgressiva.
Aveva
intuito che le piaceva giocare il ruolo della donna sottomessa. Era pane per i
suoi denti.
Si buttò su
di lei come un rapace, leccandole il collo, le tette, dimostrando un impeto e
una frenesia de dei sensi senza alcun controllo.
Quella donna
lo aveva ammaliato dandogli una gran voglia di scoparla come la peggiore troia,
senza alcun rispetto.
Seguendo un
istinto bestiale si era incuneato in lei, nella tipica posizione della
cortigiana,
Eloisa si
trovò seduta sul tavolino con le gambe spalancate e lui in piedi, dentro le
cosce, con la grossa cappella schiacciata contro le fenditure della vagina.
Appena la
punta varco l’ingresso della vagina, l’afferrò dalle natiche e spinse in avanti.
Il grosso
bulbo, come una saetta, varcò il pertugio della fica, separando con forza le
piccole labbra, e scivolando interamente in quel forno infuocato.
“mmmmmmmmmmm
siiiiiiiiiii animaleeeeeeeeeeeeeee scopamiiiiiiiiiiii
Il ventre
adiposo dell'operaio si arrestò flaccido sul pube vaginale, servendo come punto
d’appoggio al cazzo che, duro come la roccia, entrava trivellando la fica in
tutta la sua profondità.
“Troionaaaaaaaa
ti piace il cazzo! Tieeeeeeeee puttanaaaaaaaaaaaaa
“Bastardooooooooooooo
mmmmm animaleeeeeeeeee
Le piaceva
essere insultata e insultare a sua volta.
Godeva a
sentirsi dentro quel cazzo duro, che le stava dando quel piacere che con il
marito non avrebbe mai raggiunto.
La sua figa,
in perfetta simbiosi con la sua mente alterata dalla libidine, reagiva dandole
quei sublimi orgasmi che non riusciva a raggiungere in situazioni normali.
Pura estesi
dei sensi
“mmmmmmmmmmmmm
siiiiiiiiiiiiiiiii bastardoooooooooooo il tuo cazzo mi sta uccidendooooooooo
godooooooooeeee
“Sei una
troiaaaaaaaaaaaa mmmmm to o to di spacco in dueeeeeeeeee zoccolaaaaaaaaa
L'operaio, in
quei momenti, le teneva serrata a se, con le gambe oscenamente spalancate, dando
sfogo alla sua folle bramosia.
Si spostava
freneticamente in orizzontale, in modo convulso, urtando con violenza nello
scoscio di Eloisa.
“Siiiiiiiiiiiiii
fottimi bastardooooooooo stai approffitando di me? Bastardooooooooo
“Troiaaaaaaaa
è questo che vuoi? Tooooooooooooo mmmm ti piace il cazzoooooo?
“Siiiiiiiiiiii
sono una troiaaaaaaaaaa fottimi forteeeeeeee mmmmmmm animaleeeeee
Vi
chiederete coma mai una ragazza di venti otto anni, di ottima famiglia, educata
in una scuola cattolica, quindi con regole morali severe, felicemente sposata,
con una figlia di cinque anni, potesse aver raggiunto un livello tele di
trasgressione sessuale?
Eppure,
Eloisa non proveniva da un ambiente degradato. Era perfettamente inserita nel
tessuto sociale medio alto, e lavorava come segretaria alle dipendenze di un
Notaio.
Il marito,
trenta sei anni, ingegnere, era impiegato nell'ufficio tecnico di una grande
società edilizia.
Eloisa,
nonostante l’apparente regolarità della sua vita, era succube di una
perversione sessuale, che le accendeva un fuoco lussurioso, trasformandola in
una Messalina insaziabile e ninfomane affamata
di cazzi.
Una specie febbre
interiore che la trasformava in una libertina che non si poneva alcun limite.
La sua mente
si alterava, mutandola in una macchina di sesso, capitava in circostanza in cui
si veniva a trovare da sola con un uomo sconosciuto.
Tale
attitudine divenne l'unica possibilità in cui potesse soddisfare pienamente i
suoi istinti sessuali.
In quelle
circostanze, infatti, raggiungeva l’apoteosi del piacere arrivando ad avere degli
orgasmi intensi. Si concedeva ad uomini sconosciuti che, nella sua mente perversa,
lei immaginava fossero degli uomini che si approfittavano di lei. Erano dei rapporti
sessuali occasionali che scaturivano in circostanze imprevedibili.
Torniamo
indietro nel tempo e percorriamo insieme le fasi della sua perversione mentale.
Secondo
Capitolo: Una scoperta piacevole.
Il suo primo
rapporto sessuale fu un disastro. Il suo fidanzato, per quanto si fosse
sforzato, non riuscì a suscitarle alcuna emozione.
Nei rapporti
successivi, per non sentirsi inadeguata, dovette fingere di provare qualcosa.
Questo la
faceva sentire frustata perché, rispetto alle sue amiche, non aveva ancora
provato un orgasmo
Quella
situazione le stava provocando dei gravi problemi psicologici, ai limiti della
depressione.
Eppure il
suo fidanzato s’impegnava con preliminari lunghissimi e accurati, ma era tutto
inutile perché non le davano alcun piacere.
Un giorno
successe un fatto che cambiò radicalmente la sua vita, facendogli scoprire
sentieri inesplorati, attraverso i quali scoprì la vera natura della sua
perversa personalità.
All'epoca
aveva diciotto anni. La scuola era finita da alcuni giorni ed Eloisa si stava
preparando ad affrontare gli esami di maturità.
“Eloisa!
“Mamma sono
in bagno!
“Sto uscendo!
Non so a che ora potrò rientrare! Volevo avvisarti che stamattina dovrebbe
passare l'antennista per sistemare il decoder e la parabola! Mi raccomando non
lasciarlo da solo! Non vorrei che se ne andasse in giro a curiosare!
“Tranquilla
mamma! Lo controllerò!
“Ciao Tesoro
a dopo!
“Ciao mamma!
Quando il
campanello suonò Eloisa era ancora nella doccia, per questo, si presentò alla
porta in accappatoio ed un asciugamano attorcigliato attorno ai capelli.
Eloisa,
quando aprì, si trovò di fronte un vecchietto con una barba lunghissima e
bianca. Sembrava babbo natale.
“Buongiorno
signorina!
“Buongiorno!
Lei è l'antennista?
“Si! Vedo
che l’ho disturbata? Se vuole torno un altro giorno!
“No, per
carità? Non ha disturbato affatto! La mamma si è raccomandata di riceverlo!
“Come vuole
lei!
“Venga la tv
è di là!
Eloisa
accompagnò il canuto antennista in salotto, dove si trovava la tv con il
decoder incorporato.
La ragazza
si sedette sul divano e, rispettosa delle consegne ricevute dalla madre, rimase
in salotto a controllare.
L'antennista,
dopo aver armeggiato con la scatoletta dei contatti, prese il telecomando e
cominciò a impostare i programmi in digitale.
Eloisa, in
quel momento, da tergo mentre lo stava osservando, improvvisamente, la sua mente
cominciò a fantasticare.
Iniziò a
rifletter sul fatto che si trovasse da sola in casa, con uno sconosciuto, quasi
nuda, che poteva approfittare di lei.
Quel
pensiero si rivelò talmente forte emotivamente, che le provocò un sussulto al
basso ventre.
La pelle iniziò
a fremere e la spina dorsale prese a tremarle.
Si sentiva
accaldata, avvertendo un forte prurito alla figa, che divenne incontenibile.
Alla fine,
quel fastidioso pungolo al basso ventre, ebbe la meglio sulla sua volontà.
Le venne una
voglia irrefrenabile di placare in qualche modo quel pizzicore fastidioso.
Senza
rendersene conto, allargò le cosce, si scoprì il bacino, e con una mano
cominciò a sfregare le fenditure della figa ed il clitoride.
“Ecco,
signorina è tutto a posto! Cazzo! Ma che state facendo?
Gli occhi
gli uscirono fuori delle orbite appena vide Eloisa con le gambe oscenamente
aperte, intenta a sgrillettarsi il clitoride e le labbra della fica.
Nel momento
in cui l'antennista posò il suo sguardo su di lei, Eloisa ebbe un moto
inaudito, nella vagina, le pareti si contorsero in forti spasmi. Un godimento
intenso le invase la figa, facendole provare una sensazione che non aveva mai
provato prima di allora.
“Mmmmmmmmmmm
siiiiiiiiiii la pregoooooooooo non mi faccia del male mmm
L'Antennista
era confuso. Trovarsi quella ragazza in preda all'estasi le provocò un’eccitazione
incredibile.
“Del male?
Ma io...
“Siiiiiiiiii
fammi del maleeeeeeeeeeeeeeee daiiiiiiiiii vieni bastardooooooooo
Non se lo
fece ripetere una seconda volta. Alla sua età difficilmente le sarebbe capitata
un’occasione ghiotta come quella.
Si lanciò su
Eloisa come un pirata, atterrando in mezzo alle sue cosce aperte.
Le mani
secche, tremolanti, presero a muoversi sulle cosce, sui fianchi, sulle tette. Sembrava
un essere affamato che non aveva toccato cibo da almeno un secolo.
Per lui quel
ben di dio era un miraggio, un vero miracolo per uno della sua età.
“Bastardoooooooo
ora vorresti scoparmiiiiiiiiiiiii? Bastardo non farlooooooooooooooooo siiiiiii
falloooo
L'antennista
era disorientato dalle parole di Eloisa, ma si riprese subito perché stava riflettendo
sul senso della parole, e trovò che non corrispondeva affatto allo loro vero
significato. Era un modo strano di manifestare i propri propositi.
Non c’era
alcun dubbio. La ragazza aveva una gran voglia di scopare. Se quella era la sua
volontà perché farla soffrire in una inutile attesa?
Così, con
mani tremanti, si aprì la zip dei pantaloni e tiro fuori il cazzo duro e
palpitante.
All'età di
sessanta cinque anni era ancora un uomo forte e virile.
Il vecchio
canuto, si trovò inginocchiato tra le sue cosce spalancate, impaziente di scoparsi
quel fiore di bontà.
Brandendo
il cazzo iniziò a menarlo tenendo, pigiando la cappella turgida tra le
piccole labbra della figa.
Iniziò a spingere
tenendo la sommità della cappella schiacciata contro le fenditure umide della
figa imberbe, poi con forza si mosse in avanti con il bacino fino a, quando non
la vide completamente sparire in quella fucina infernale.
Mmmmmmmmmmmmm
bastardooooooooooooo nooooooooo cattivoooooooo hhhhhhhhhhh
Eloisa
appena percepì il voluminoso cazzo dentro di se, capì che stava vivendo un
momento emozionante straordinario.
Inizio ad
ansimare come se fosse in preda ad un demone, poi cominciò a muoversi con
frenesia, cercando di farlo entrare tutto dentro di lei.
“Bastardoooooooooo
il tuo cazzzzzzzzzzzo mi sta violentandoooooooooooooo
In quegli
istanti la sua mente delirava ed il suo corpo iniziò ad avvertire un terremoto
di sensazioni inaudite, che non aveva mai provato prima di allora.
“Daiiiiiiiiiiiii
bastardooooooooooooooo fottimiiiiiiiii con violenzaaaaaaaaaaaaaa
“Sei un
diavolo! To to to to piccola troiaaaaaaaaaaaaa mmmmm ti piace il cazzooooooo
troiaaaaaaaaaaaaaaa
“Bastardoooooooo
ti stai divertendo con la mia ficaaaaaaa, sono una troiaaaaaaaaaaaaa mmmm
siiiiiiiiiiii
L'antennista
non si aspettava una ragazza giovane e sboccata. Sembrava un vulcano in piena
eruzione.
Si agitava
come un satanasso, come se fosse stata morsa dalla tarantola.
Non solo ma
avvertiva anche le sue unghie conficcarsi nella pelle della schiena.
Pensò che quello
fosse il giusto prezzo da pagare come compenso, per avere avuto il piacere di fottere
un bocconcino così prelibato.
L’antennista
si trovò coinvolto in una situazione straordinaria, un’esperienza unica che
nutriva la sua mente e sui sensi, così per dare forza alla sua azione, la
teneva saldamente di fianchi, incuneandosi tra le sue cosce aperte, e puntellandosi
sulle ginocchia, le stava sconquassando la figa stantuffandola come una trivella.
I movimenti,
prima furono convulsi, poi divennero sempre più regolari. Alla fine trovò un
ritmo costante, veloce, e senza soluzione di continuità.
“Mmmmmm
bastardooooooooooo mmmmm mi stai facendo godereeeeeeeeeeemmmm
“Cribbio che
figa calda che haiiiiiii mmmmm ragazzina sei un demoniooooooo
Il cazzo era
coperto degli umori secreti in abbondanza, e luccicava riflettendo la luce del
giorno.
Dai bordi
della figa fuoriusciva una sostanza biancastra a limacciosa, che colava in
rivoli spessi sui coglioni del vecchio e si perdevano nei candidi glutei
carnosi di Eloisa.
Eloisa,
sembrava preda di uno stato d’animo ascetico, era felice di quel benessere
psicofisico, e scoprì per la prima volta la piacevole sensazione di avere un
orgasmo. La sua vagina era un vero e proprio terremoto di emozioni, che la
costringevano a contorcersi come una serpe.
Eloisa, era
in pieno delirio dei sensi, il suo corpo era fuso in uno stato di perfetta
simbiosi tra la materia e lo spirito, concedendosi totalmente allo sconosciuto.
Eloisa,
quindi, si aprì l'accappatoio spremendosi le sue meravigliose tette ed
offrendole generosamente allo sguardo del vecchio antennista. Questi, senza
esitare un istante, compiaciuto di tanta bellezza, vi affondò la faccia,
facendosi accarezzare dolcemente da quei due grossi meloni dalla pelle liscia e
vellutata.
Eloisa era
una magnifica cavalla, una giovane puledra imponente, con un fisico da
maggiorata. Il vecchietto nonostante vedesse il suo cazzo affondare in quelle
tenere carne, stentava ancora a credere ai suoi occhi. Era senza altro un
giorno memorabile per lui, che gli sarebbe rimasto scolpito per sempre nella memoria.
Tuttavia
quello spettacolo era troppo eccitante per lui, così, sconvolto da quel
panorama idilliaco, fu subito aggredito dai primi conati di sborra, che stimolavano
la base del cazzo, impazienti di sfogarsi in quel cono vulcanico.
Di
conseguenza aumentò il ritmo forsennato degli affondi, trasformando il suo
cazzo in uno obelisco roccioso, che stimolava la figa di Eloisa in modo
devastante.
Ci furono
una sequenza di colpi micidiali che mandarono Eloisa in una orbita celestiale.
Le pareti della figa sotto quello sfregamento costante si contorsero come se
fossero percorse da corrente elettrica ad alto voltaggio.
La ragazza,
sottoposta a quei movimenti tellurici, si lasciò andare a degli acuti
formidabili che esaltavano l'immenso orgasmo che stava provando.
“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
mmmmmmmm sto morendoooooooooooooooooooo dal godimentoooooo
“Troiettaa to to to to
mmmmmmmmmmmm mmm
Eloisa nello
stesso istante avvertì un caldo intenso che le riempiva la figa.
L'antennista,
ripresosi immediatamente da quella fantastica scopata, si chiuse velocemente la
zip dei pantaloni, afferrò la borsa degli attrezzi, spaventato per quanto era
successo, fuggì via, senza neanche farsi pagare.
Eloisa,
rimase immobile, lunga distesa sul divano, giacendo in uno stato comatoso, in
piena estasi, a godersi le ultime palpitazioni del corpo ancora in
fibrillazione per quella insolita e straordinaria scopata.
Era felice
perché finalmente anche lei aveva avuto il suo primo orgasmo.
Terzo
Capitolo: Il Meccanico
Da quel
giorno i rapporti con il suo ragazzo divennero noiosi ed abitudinari, perché
non riuscivano a darle le stesse emozioni che aveva vissuto con l'antennista.
Un mese dopo
iniziarono le vacanze estive. Eloisa, in compagnia del suo ragazzo, stava
trascorrendo al mare uno stupendo mese di luglio, nella casa dei nonni.
Un
pomeriggio, dopo aver trascorso una mattinata tediosa con il ragazzo, propose
di fare un giro in bicicletta. IL ragazzo rifiutò l'invito, decidendo di
restare in spiaggia a godersi il sole.
Eloisa
decise di farsi una pedalata da sola, verso l'interno del territorio, in
direzione di un paesino che distava dalla costa solo tre chilometri.
Dopo un
chilometro di strada periferica, notò un’auto ferma sulla sua corsia.
Da suo punto
di osservazione notò due gambe spuntare dall'altro lato dell’auto.
Fu colta di
sorpresa ma anche dalla preoccupazione che fosse successo qualcosa di brutto.
Era una strada poco trafficata, quindi decisa di fermarsi per controllare.
Si avvicinò
e vide un uomo che stava trafficando sotto l'auto. Al suo fianco c'era una
cassetta degli attrezzi. Era un meccanico.
Eloisa fissò
subito il suo inguine. Notò che era particolarmente voluminoso, sotto doveva
celarsi un cazzo di notevoli dimensioni. Probabilmente non era così. Ma la sua
fantasia si era già messa in moto. Per cui quel pensiero le venne in testa in
modo del tutto naturale, eccitandola.
Si guardò
attorno e si accorse che lì non c’era anima viva. Era sola, con quello
individuo. Iniziò ad agitarsi al pensiero che il tipo potesse saltar fuori ed approfittare
di lei.
Suggestionata
dalla forza cieca del suo istinto animalesco, in lei divampò il fuoco della
lussuria, che iniziò a scaldarle le vene, come lava incandescente.
La sua mente,
passò da uno stato di quiete ad uno stato alterato dalla libidine, quindi prese
a fantasticare sulle intenzioni lascive di quello individuo. Si mosse come un
automa, quando si inginocchiò davanti alle sue gambe aperte.
Alla fine, la
sua volontà fu sopraffatta da impulso morboso di toccare quel pacco voluminoso.
Posò la mano
sullo spessore, lo cinse e prese a sfregare quello che percepiva essere il
cazzo dello sconosciuto.
“Chi cazzo
é?
La voce
dell'uomo era irriconoscibile, perché rimbombava nelle parti vuote dell'auto ed
arrivava a lei come se parlasse da un megafono.
“La prego, non
si muova!
Anche lui
udiva la voce della ragazza ovattata ed irriconoscibile. Fece per uscire da
sotto l’auto, ma Eloisa lo fermò.
“La prego me
lo lasci toccare!
Eloisa aveva
la voce alterata dall'eccitazione, quando invitava con insistenza lo
sconosciuto a lasciarla fare.
Il meccanico,
sedotto da quella voce femminile, sensuale e gentile, cedette alle sue
intenzioni, anche perché, dal suo punto di vista, notò delle splendide gambe e
uno scoscio da infarto.
Le apparve
uno spettacolo fantastico, vide le mutandine di cotone bianche attorcigliate
nei glutei pieni e candidi come neve, che infondeva una forte eccitazione.
Gli fu
impossibile contraddire quel giglio di sensualità.
Quindi,
compiaciuto da quello spettacolo sensuale, decise di assecondarla.
Eloisa, era eccitata
da quella situazione insolita, che concretizzava manipolando con frenesia l’inguine
del meccanico fino a, quando non avvertì il cazzo crescergli nelle mani, facendogli
raggiungere una rigidità notevole.
Emozionata e
succube di una curiosità morbosa, i suoi istinti in fiamme la spinsero ad
azzardare qualcosa di più audace.
Decise di scoprire
quella meraviglia della natura, che pulsava nelle sue mani come, se avesse vita
propria, suscitandole un pungolo insopportabile nel basso ventre.
Così, con
mani nervose gli sbottonò i pantaloni, e dopo avere divaricato gli orli della
cerniera, armeggiò per alcuni istanti nella mutande, ed infine fece spuntare un
cazzo duro e pulsante come un vibratore che si innalzava in aria come un
obelisco di carne.
“mmmmm
che belloooooooo !
Eloisa, rimase
incantata da quel gioiello, sembrava una bambina meravigliata di trovarsi nelle
mani il più bel giocattolo del mondo.
Lo cinse con
cura, accarezzandolo con entrambe le mani. Le piaceva percepire il suo tepore.
Poi sentirlo pulsare mentre lo toccava la eccitava da morire.
“Daiiii
ragazzinaaa che aspettiiiiiii fammi una segaaaaaaaaaoooooooo
“Sei un
bastardoooooooo lo sai che sono una ragazzaaaaaa indifesaaaaaaaa
L'uomo
rimase perplesso da quella risposta inaspettata. Ma i suoi dubbi svanirono
immediatamente appena sentì le mani della ragazza che iniziavano a manipolare
la pelle, facendola scorrere veloce lungo tutta la lunghezza del pene, fino
alla base.
“aaaaaaaaaa
sei tremenda ti piace giocare alla ragazzina ingenuaaaaaa hahahah ma sei una
troiaaaaaaaaaaa
“Bastardo te
ne approfitti perché sono piccola! Mmmmmmmmmm
“mmmm
ragazzina sei un demonio! Una vera zoccola hahahah Continua così, Non ti
fermere!
Eloisa si
sentiva umiliata da quelle parole. Ma era proprio quello che voleva sentire
perché le provocavano della forti emozioni. Gli dava godimento ascoltare lo sconosciuto,
mentre la insultava chiamandola troia.
Dopo averlo
lavorato con cura. Eloisa per tenerlo in tiro continuò a masturbarlo, con
forza, tirando giù la pelle e scoprendo una cappella grossa e sanguigna.
“Ei
ragazzina se sei quella che immagino, adesso dovresti fare qualcosa di meglio!
Non credi?
Eloisa aveva
già deciso cosa fare, quindi, si avvicinò con la bocca ingoiando quel palo,in
tutta la sua lunghezza.
“Siiiiiiiiiii
era quello che volevooooooooo mmmmm dai fammi vedere come succhi il cazzo!
Eloisa
faceva scivolare le labbra, inumidendo il palo con la sua saliva. La luce del
sole brillava sulla pelle tesa e sulla cappella quando lei, con cura per i
particolari, lo leccava seguendo i contorni e le nervature.
“Ragazzina
mi stai facendo morireeeeeeeee mmmm dai montamiiiiiiiii voglio sentire la tua
micetta!
Eloisa
considerò il desiderio come un vero e proprio ordine. Ormai sottomessa in tutto
alla volontà di quello individuo, si spostò le mutande di lato, scoprendo la
vagina, già intrisa abbondantemente di umori e impaziente di farsi penetrare da
quel palo ruspante.
Eccitata
come una giumenta in calore, cavalcò immediatamente sul grembo del meccanico.
Inginocchiandosi
fece coincidere la punta del cazzo contro le fenditure della figa, poi si
abbassò ulteriormente, lasciandosi impalare interamente da quel pennone, fino a
che il suo scoscio si congiunse con l'inguine dello sconosciuto.
“Eiiiiiiiiiii
siiiiiiiii! cazzo che figa caldaaaaaaaaa dai muoviti troiaaaaaaaaa
Eloisa appena
se lo sentì dentro di lei, presa a muoversi in verticale, flettendo le cosce,
mentre facevano leva sulle ginocchia.
“Mmmmmm
bastardooooooo ti piace approfittare di meeeeeeeeeeee
“Sei una
strana, ma zoccola hahahah dai fammi
vedere come ti muovi mmm
Eloisa
alternava movimenti in verticale a quelli in orizzontali, tormentando quel
cazzo che se ne stava piantato in profondità dentro di lei. Quella situazione
l’aveva mandata in estasi. In pochi mosse iniziò ad avvertire le stesse
sensazioni che aveva provato con l’antennista.
Si muoveva
come se fosse posseduta dal diavolo. Il suo spirito era entrato in una fase
ascetica straordinaria, che le faceva provare un piacere immenso.
Quel
movimento convulso piacque anche allo sconosciuto.
“Cribbio
mmmmm mi stai facendo impazzire piccolaaaaaaaaaaa non so se potrò resistere mm
Eloisa
appigliandosi alla portiera dell’auto, dava al suo movimento un ritmo possente.
Si accorse che il cazzo dello sconosciuto era diventato più duro e lui ansimava
con suoni gutturali.
Si capiva
che era arrivato alla fine del gioco.
“Bastardoooo
stai godendoooooooooooooooo come un porcoooooooooooo
“Siiiiiiiiiii
piccolaaaaaaaaa tieeeeeeeeeeeeeee mm tieeeee ti riempiooooooooooo la
figaaaaaaaaaaaa
“aaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
siiiiiiiiiiiiiiiiii godoo mmmm
Eloisa,
nell'istante in cui il caldo liquido seminale inondava il suo utero, avvertì un
fremito al basso ventre e le pareti vaginali si contorsero in forti spasmi.
“Aaaaaaaaaaaaaaaa
mmmmmmmmmmmmmmmm godooooooooooooo
“Diavolo di
una ragazzinaaaaaaaaaaaa chi ti ha mandato il demonio mmmmmmm
Eloisa, dopo
essersi agitata per alcuni minuti, prese una lunga boccata d’aria, e ancora in
affanno, si alzò velocemente da quel posto.
Sali sulla
bicicletta pedalò con forza, scomparendo dietro la prima curva.
Il meccanico
uscì da sotto l'auto con il cazzo floscio, che le pendeva fuori della cerniera lampo,
ancora aperta.
Corse in
mezzo alla strada ma non vide nulla. Quel demonio era sparito. Si toccò il
mento dubitando persino se quella straordinaria avventura fosse realmente
successa. Si guardò la punta del cazzo ancora impregnata di sborra e di umori
limacciosi, pensando tra se: Sarà successo veramente? Cribbio che demonio di
ragazza!
Eloisa
arrivò a casa dei nonni ancora trafilata. Le forti emozioni che aveva vissuto
la tenevano desta, ed il suo corpo vibrava come se folate di vento gelido lo
colpissero in modo violento.
Corse in
bagno a lavarsi la figa. Non solo, ama anche per prendere fiato.
Si guardò
allo specchio. Era raggiante di gioia.
“Per giove è
stato bellissimo!
Mentre si sciacquava
la figa, la massaggiava a fondo stimolando le labbra ancora scosse dal forte
orgasmo.
Quando uscì
dal bagno trovò sua nonna ad attenderla.
“Eloisa hai
visto il nonno?
“No!
“Quel
vecchiaccio! Lo sai cosa ha fatto?
“No!
“Ha preso
gli attrezzi di lavoro ed è andato ad aggiustare un’auto? Ma ti rendi conto?
Eloisa
sorrise. Suo nonno aveva fatto il meccanico per tutta la vita, ed era stato apprezzato
per le sue doti e capacità professionali, quindi non c’era da stupirsi se qualcuno
ancora lo cercasse.
“Ma dai
nonna! È la sua passione! Il nonno è stato il miglior meccano della zona! Vuol
dire che qualcuno ancora si ricorda di lui! E poi è ancora un uomo forte! Che
male c'è?
“C'è che
alla sua età dovrebbe pensare a riposarsi altro che lavoro!
“ahahahah
nonna dì piuttosto che lo vorresti sempre in casa hahahah
Nello stesso
istante si sentì il rombo del motore di un’auto. Eloisa, incuriosita, insieme
alla nonna, si affacciò sul balcone per vedere quello che stava succedendo.
Appena vide
l’auto le venne un colpo, ed ebbe l'impressione di non sentire più le
gambe. Le mancava subito il respiro e sbiancò in volto come un
cadavere.
Suo nonno
era entrato nel cortile guidando l'auto che avevo notato ferma al bordo della strada.
Quando vide suo nonno scendere dall’auto, stava quasi per svenire.
La cassetta
degli attrezzi, i pantaloni e le scarpe che calzava, erano uguali a quelli
indossati dallo sconosciuto con cui aveva scopato.
L'emozione le
fu talmente forte che dovette appoggiarsi alla ringhiera.
Tra se
pensò:
“E'
pazzesco! Lo sconosciuto era mio nonno!
Appena il
nonno entrò in casa Eloisa ebbe la conferma ai suoi dubbi. Lungo il bordo della
cerniera lampo si notavano perfettamente alcuni aloni dei suoi umori e tracce
ancora umide dello sperma.
Il nonno
appena la vide sorrise, ignaro di quanto era successo prima.
“Ciao
tesoro! Non sei in spiaggia con il tuo ragazzo?
“Oggi non
avevo voglia! Ho fatto una lunga passeggiata in paese!
“Brava!
La nonna.
“Allora hai
aggiustato la tua auto?
Il nonno si
toccò il mento.
“Certo!
“E ti sei
anche divertito! Non mi sembri stanco?
“ahahah
niente affatto, anzi è stata la giornata più bella della mia vita!
“Addirittura!
E' soltanto un’auto! Sei esagerato!
“Sarà! Ma ti
assicuro che è stata una giornata fantastica!
Eloisa
sapeva cosa intendeva dire con quelle parole, quindi rabbrividì dall’imbarazzo.
“Va bene!
Sei un feticista se provi tanta gioia per una auto! Ora vai a lavarti che il
pranzo è pronto!
Poi
rivolgendosi a Eloisa.
“Tesoro,
dovresti andare a cercare il tuo ragazzo! – la vide pallida - Che hai ti senti
male?
“No!
No! Sto bene! Un colpo di caldo! E' già passato!
Eloisa era
sconvolta dal pensiero di aver fatto sesso con suo nonno. Non riusciva ancora
ad accettare quella verità scabrosa. Solo a pensarci provava un senso colpa, ed
una immensa vergogna, che la faceva sentire sporca.
Mentre
andava a cercare il suo ragazzo, ripensava a quanto era successo. Non riusciva
a dare un significato a tutto. Quando passò vicino alla l'auto si soffermò a
riflettere, e, come si fosse accesa una lampadina, ebbe una reazione inaudita
perché, tra se, pensò:
“Ma chi
cazzo se ne frega! È stata una scopata magnifica! Per me rimarrà uno
sconosciuto!
Si scrollò
di dosso i sensi di colpa come se fossero pezzettini di polvere fastidiosa.
Rifletté su
quei momenti, accettando anche l’incesto, nonostante che fosse condannato dalla
morale e del senso comune.
Alla fine si
convinse che, trattandosi di suo nonno, faceva diventare quell'evento ancora più
speciale.
L'incesto,
l’era piaciuto, e fu felice al pensiero che lo sconosciuto fosse suo nonno,
anzi l’aggiunta di quel nuovo elemento di straordinaria sensualità le stava
provocando un piacevole senso di benessere. Non le sarebbe dispiaciuto avere un'altra
occasione con suo nonno.
Quarto
Capitolo: Il macellaio e l’elettricista
(e poi di nuovo il nonno).
Quei momenti
magici erano scolpiti nella sua memoria. Ogni tanto pensava con nostalgia alle
meravigliose sensazioni che aveva vissuto con quei sconosciuti, soprattutto con
suo nonno.
In un bar,
una volta, decise persino di farsi abbordare dal primo che capitava. Ma rimase
delusa, perché non le diede quelle sensazioni forti sperava di provare.
Un anno dopo
lasciò il suo ragazzo e fu assunta come segreteria presso un notaio.
Si sposò, ma
la vita matrimoniale non le diede quelle forti emozioni che cercava.
La sorte, in
ogni modo, si ricordò di lei.
Una mattina
nell'ufficio del notaio. Il dottor Bianchi:
“Eloisa,
questo documento è un contratto di vendita, il venditore mi ha appena
telefonato informandomi che è impossibilitato a venire! E' un atto urgente!
dovresti recarti a questo indirizzo, dovrebbe essere una macelleria. Se
Maometto non va alla montagna? Allora andiamo noi da lui!
“Va bene dottore!
Ci vado subito!
“Mi
raccomando, non dimenticare di scrivere gli estremi di un suo documento d’identità
valido!
“Certo
Dottore!
Eloisa
infilò l’atto in una cartellina e si avviò verso il garage. Dopo un quarto
d'ora abbondante arrivò all'indirizzo che aveva indicato il notaio.
La
macelleria era chiusa. Unico particolare aveva la saracinesca abbassata a metà.
Eloisa si
avvicinò e bussò sul metallo con colpi energici.
Da dentro si
sentì una voce di uomo.
“Chi è? E'
chiuso!
“Buongiorno
sono la segretaria del Dottor Bianchi!
“A si! la
stavo aspettando! Il dottore mi ha avvisato del suo arrivo! Aspetta! che tiro
su la saracinesca!
La tirò su
quel tanto da permettere ad Eloisa di passarvi sotto.
Il macellaio
era il tipico omone, di mezza eta, alto e robusto.
“Purtroppo,
ero impossibilitato a venire, per colpa della cella frigorifero! sta perdendo
energia. Dentro c'è carne congelata e non vorrei che andasse perduta! Sto
aspettando un elettricista! Venga si accomodi pure nel mio ufficio!
Il macellaio
camminava davanti ad Eloisa.
Lei, in quell’istante
si guardò attorno. Notò che i locali erano in penombra. Si sentì subito
soffocare dal panico, si vide in trappola, indifesa, di fronte a quello uomo
grande e grosso, che poteva approfittare di lei.
Mentre
pensava a quella situazione, la mente iniziò a fantasticare. Si stava
eccitando.
Così iniziò a
sentire una sensazione forte che la saliva dal basso ventre.
Alla fine i
suoi sensi s’infiammarono di desiderio estremo di sesso, e la ragione venne
meno, diventando un automa privo di volontà, mossa solo da un fuoco interiore
di lussuria, che senza alcun controllo divampò nelle sue vene con tutta
la sua potenza dirompente.
Tremava
tutta. Il corpo sembrava scosso da brividi di febbre. Si era eccitata.
Mentre
l'omone parlava, lei si era fermata.
Seguendo i
suoi istinti bestiali, iniziò a spogliarsi.
Quando finì
di togliersi l’ultimo indumento, entrò nell'ufficio, completamente nuda,
tenendo in mano solo la cartellina dei documenti.
Il
macellaio, stava rovistando nel cassetto alla ricerca di una penna, appena la
trovò alzò lo sguardo verso di lei.
“Eccola! Mi
passi il documento! Porca puttana! Cazzooooooooooo ma lei è... è nudaaaa!
“ti
dispiace?
“No!
Sorrise
beffardo.
“Che cosa vorresti
farmi?
“Secondo te?
L'omone scattò
in piedi come una molla, girò attorno alla scrivania, avvicinandosi a Eloisa.
Le afferrò i
fianchi e se la tirò verso di se, impastandole le natiche con forza.
Il macellaio
era un uomo perverso, spesso aveva approfittato del suo ruolo per ricattare
alcune clienti inadempienti, facendo loro capire che con una scopata il debito
poteva anche essere saldato.
“Vuole
approfittare di me?
“Certo! Mi
piace il tuo gioco! Io sono il cattivo e tu l'ingenua segretaria! Ahahahah mi
piace ahahah
La risata era
mordace, e fece increspare la pelle di Eloisa. Alla fine aveva trovato il tipo
giusto. Un vero animale.
Il macellaio
emozionato come un ragazzino, con un braccio liberò subito la scrivania di
tutti gli oggetti che vi erano sopra, facendoli cadere a terra in un assordante
rumore che fece rabbrividire Eloisa.
“Ecco il tuo
giaciglio! Accomodati principessa!
La prese da un braccio e la fece
stendere sul tavolo.
“Cristo! Sei un gran pezzo di fica!
Non so da dove cominciare!
Le mani del
macellaio si muovevano frenetiche. Guidate da una mente eccitata, presero
a razzolare in ogni parte del corpo di Eloisa.
“Bastardooooooooo
mi vuoi violentareeee animaleeeeeeeee
La mente di
Eloisa era completamente in preda al fuoco della lussuria.
L’omone la
stimola con accanimento in ogni
parte, provocandole delle sensazioni forti.
Era la prima
volta che si trovava in balia di un vero maniaco sessuale.
L'uomo le
pungolava la figa ficcandole tutte le dita dentro. Non si accontentava, ma le
entrava nella vagina con la mano intera, volgendo le sue perverse
attenzione al buco del culo che iniziò a
tormentare nello stesso modo.
La mente di
Eloisa era in subbuglio. Stava godendo. Nessuno prima di allora le aveva
allargato il buco del culo in quel modo osceno. L’azione dell’uomo non aveva
tregue. Incalzante come la mente del suo autore, che le mandava in estasi i
sensi, mentre già gli orgasmi si succedevano con una frequenza incredibile.
Il macellaio
era un vero sadico e spesso, la colpiva con violenti schiaffi sulle natiche.
Aaaaaaaaaaaiiii
bastardooooooooooooo mi stai facendo maleeeeeeeeee animaleeeeeeeee
“Troionaaaaaaaaaaaaaa
Devi provare il dolore per apprezzare il piacereeeeeeee tieeeee godiiiiiiiiiiii
to
sciaf sciaf
sciaf…..
Quel
trattamento agro dolce piaceva a Eloisa, che nonostante urlasse dal dolore
lancinante, restava inerte a subire quella sublime tortura.
Il
macellaio, nel frattempo, si era spogliato velocemente presentandosi
completamente nudo davanti allo sguardo sconvolto di Eloise.
Il suo cazzo
era duro e pulsante e pronto per invadere la sua intimità.
Non fece in
tempo a contemplare quel grosso palo che fu subito presa dai capelli e spinta
con la testa verso l’inguine del maniaco, il quale brandendo il cazzo come una
mazza glielo ficcò tutto in bocca.
Toooooooooo
succhiaaaaaaaaaaa troiaaaaaaaaaaaaaa
Mentre la
teneva ferma, prese a scoparla con forza nella gola. Eloisa dovette darle un pugno
nello stomaco per fermarlo e riprendere fiato.
“Bastardoooooooooooo
mi stai soffocandoooooooooooo
Eloisa sputò
saliva e conati di vomito. Ma fece appena in tempo a prendere una boccata
d'aria che la grossa cappella le penetrò nuovamente in gola. I suoi occhi
lacrimavano a causa degli sforzi che dovette fare per non soffocare.
“Voglio
incularti stronzaaaaaaaaaaaaaaaa giratiiiiiiiiiiiiiiii
Eloisa si
mise a bocconi sulla scrivania, mentre il macellaio da tergo riprese a colpirla
con forti schiaffi sulle natiche. La pelle era diventata rossa cremisi. Le
impronte della mano si vedevano nitidamente sulla pelle candida.
“Bastardooooooooooooooo
mi fai maleeeeeeeeeeeeeee
Si lamentava,
ma non face nulla per sottrarsi da quelle violente carezze. Eloisa godeva come
non mai. Il dolore si era miscelato al piacere in una sintesi idilliaca subliminale,
che le stava dando delle sensazioni inaudite.
Il
macellaio, in preda alla più bassa brama, dopo averla colpita con altri
schiaffi, le allargò le natiche e puntò la grossa cappella contro l'orifizio
anale, quindi spinse fino a, quando non vide il cazzo sparire nello sfintere.
“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
sei un animaleeeeeeeeeeee bastardoooooooooooooooo
Una volta
dentro, l'afferrò dai fianchi e cominciò a martellarle l’ano con una violenza
incredibile.
“mmmmm
troiaaaaaaaaaaaaaaa ti piace tooooooooooooooooo ti spacco il culoooooooooo
“mmmmm
bastardoooooooooooooo animaleeeeeeeeeeeee
La mente di
Eloisa era in fermento. Gli orgasmi si succedevano con un’assiduità che non
aveva mai provato prima di allora.
Il macellaio
era un maniaco violento.
Le sue mani
colpivano ogni parte del corpo. Gli schiaffi impattavano brutalmente contro le
natiche, sulla schiena e sui fianchi.
Una sequela
di colpi devastanti che davano a Eloisa emozioni nuove. Il suo ano era
squassato dal cazzo del macellaio, mentre la pelle era infiammata dalle
percosse.
Il macellaio
alternava l'inculata alla scopata, a secondo della sua folle fantasia, seguendo
solo la sua depravazione.
Ad un tratto
si udirono dei colpi provenire dall'ingresso.
“Cazzo è
l'elettricista! Aspetta non ti muovere!
Indossò un
grembiule, che le copriva solo il davanti, e si avviò verso l'ingresso.
Eloisa
rimase sdraiata sulla scrivania, sofferente dal dolore che le bruciava la pelle
infiammata, e fremente dall’eccitazione che le veniva dal culo slabbrato, come
una cagna in calore.
Dopo alcuni
minuti entrò il macellaio, seguito da un ragazzino.
“Ecco la
vacca! Ti piace?
Il ragazzo
apparve titubante. Poi prendendo coraggio:
“Cazzo è una
figa galattica!
“ahahah ti
piace allora! Dai che aspetti! Divorala hahahah
Mentre il
ragazzo si stava spogliando, il macellaio riprese a martellare il culo di
Eloisa.
“MMMmm che
troiaaaaaaaaaaaaaaaa totottototot mmmm
Eloisa
guardò il ragazzo ormai nudo. I suoi occhi strabuzzarono fuori delle orbite
appena notò un particolare. Il cazzo di quel ragazzino era enorme, grosso e
lungo.
Anche il
macellaio, fu sorpreso, appena vide quel dono della natura:
“Cribbio che
arnese! Con quello le donne le sventri hahahah! dai ficcaglielo nel culo voglio
vedere la troia come lo prende hahahah
Il macellaio
si spostò lasciando il posto al ragazzino. Il quale brandendo quell’enorme
obelisco di carne puntò la grossa cappella contro il buco del culo di Eloisa,
già abbondantemente slabbrato.
Il grosso
bulbo ci mise pochi secondi a forzare l’orifizio anale e poi, scomparve tutto dentro.
“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
maledettttttttttttttto mi staiiiiiiii spaccandoooooooo
il
macellaio:
“Cribbio è
entrato tutto! E’ impressionante! Ahahahah Dai ficcaglielo tutto dentro! Fai godere sta troia!
Il giovane
elettricista si attaccò ai fianchi di Eloisa e iniziò a muoversi in senso
orizzontale verso di lei. Il suo grembo impattava contro le natiche arrossate
dagli schiaffi, penetrandola fino alla base del cazzo.
“Aaaaaaaaaaaaaaaaaagggggggggg
mmmmmmm bastardooooooooooooo animaleeeeeeeeemm
Il ragazzino
si fece coraggio:
“Grandissima
troiaaaaaaaaaaaaaa tooooooooooo ti spacco in dueeeeeeeeeeeeeee
“Sei un
bastardooooooooooooooooooooooooooooooooo mmmmmmm
Il
macellaio:
“Ei
Giulietta e Romeo, ci sono anche io hahahahahah adesso ti faccio stare zitta
hahah
Cosi
dicendo, alzando il suo cazzo bagnato dagli umori, ficcò la cappella nella
bocca di Eloisa.
Con entrambe
le mani le tenne fermo il capo, iniziando una sequela di affondi, e chiavandola
selvaggiamente in profondità.
Le azioni
del macellaio e dell’elettricista furono devastanti. Eloisa per la prima volta
stava vivendo delle emozioni uniche e straordinarie.
Il culmine
lo raggiunse, quando stava cavalcando il giovane elettricista ed il macellaio,
nello stesso istante, da tergo la stava inculando con una violenza inaudita.
Doppia
penetrazione. Un’esperienza nuova, che la proiettò in un mondo fantastico, fatto
di sensazioni straordinarie ed orgasmi talmente intensi, da farle perdere il
senso del tempo e della ragione.
Eloisa, alla
fine, era in ginocchio, mentre i due uomini smanettavano i loro cazzi sulla sua
faccia, e lei trepidante ed eccitata, attendeva di ricevere quel nettare degli
dei, in bocca, sugli occhi, sul mento e sui seni. Era l’apoteosi della
lussuria, un’epifania di sesso che aveva toccato tutti i tasti delle emozioni, quello
che mai avrebbe potuto immaginare se non lo avesse realizzato.
Quinto
capitolo: L’idraulico.
Eloisa, da
quel giorno incontrò più volte il macellaio, il quale, vista la sua attitudine,
le organizzò anche una gang bang con l’elettricista ed altri amici.
Il lupo
perde il pelo ma mai il vizio.
Una mattina
lo scarico del lavandino si era otturato. Il lavello rimase pieno d’acqua.
Chiamò un idraulico.
Mentre era
in attesa dell’idraulico, suonò il campanello.
“Nonno! Che
sorpresa! Che ci fai in città!
“Ciao
tesoro! Niente di speciale! Alcune commissioni urgenti!
Eloisa ritorno
indietro nel tempo, a otto anni prima. Quella scopata le era rimasta incisa
profondamente nella mente. Guardò suo nonno con un pizzico di nostalgia.
“Ero passato
dal tuo ufficio per salutarti, ma mi hanno detto che stamattina eri rimasta a
casa per un problema!
“Si, infatti!
sto aspettando l’idraulico. Lo scarico del lavandino della cucina è intasato!
“Visto che
sono qua, potrei dargli una occhiata?
Eloisa
guardò suo nonno. Si sentiva in imbarazzata al pensiero di quello che poteva
succedere.
“Ho già
chiamato l’idraulico!
“Perché
spendere soldi! Sono un meccanico e di tubi me ne intendo ahahah richiamalo e
digli che il problema è stato risolto!
Eloisa
chiamò la ditta dicendo che il problema non sussisteva più.
“Tuo marito
mi pare che abbia una borsa degli attrezzi da qualche parte!
“Si! in
garage, vado a prenderla!
Il nonno,
mentre aspetta, si era tolto la giacca, poi prese un asciugamano e lo stese tra
le ante aperte del mobiletto del lavandino. Senza attendere l’arrivo della
nipote si ficcò sotto il lavabo, restando fuori solo dal bacino.
Eloisa
appena entrò in cucina vide suo nonno steso sotto il lavandino. Nello stesso
istante ebbe un moto che le fece vibrare la spina dorsale, perché le venne in
mente l’episodio che aveva vissuto con lui.
“Tesoro,
passami la chiave inglese!
Gliela
porse.
Eloisa stava
inginocchiata al suo fianco, per quanti sforzi facesse, le era impossibile
distogliere lo sguardo dal suo inguine. Sapeva che sotto la stoffa dei
pantaloni si celava un cazzo che già conosceva bene.
Più lo
fissava e più era difficile resistere a quella forza interiore, che le bruciava
dentro, una energia impossibile da controllare, che iniziò a pulsare nelle sue
vene, e non c’era nulla da fare per vincerla.
Quelle erano
le circostanze ideali che esaltavano la sua depravazione.
La sua mente
fu subito preda del fuoco della lussuria. Il sangue nelle vene iniziò a bollire
raggiungendo temperature infernali.
Sola in
casa, con suo nonno. Era una condizione mentale che aveva già sperimentato con
sconosciuti. L’eccitazione le veniva in modo naturale da dentro e le
sconvolgeva la mente.
Il gesto,
quindi, scattò in modo istintivo. Il richiamo di quel cazzo le partiva da un desiderio
bestiale incontrollabile. La sua mano si chiuse a coppa sullo spessore e strinse
fino a, quando non percepì la sua consistenza.
“Tesoro che
stai facendo?
“Ti vuoi
approfittare di me? Vero Nonno?
“Non
capisco!
“Lo hai già
fatto una volta! Ricordi? E ora sei qui per farlo di nuovo! Nonno sei un
Bastardoooooo
La mente del
nonno scattò come il meccanismo di un orologio. Quella frase lo fece tornare
indietro nel tempo di otto anni.
Tra se
pensò: “”Ma certo! Quella ragazza sconosciuta era lei””.
“Ora
so chi sei! Sei quel demonio di ragazza! Dio quanto ti ho cercata!
“Mi hai
cercata? Non ti è bastato avere approfittato di una ragazzina ingenua! Vuoi
farlo ancora?
La mente di
Eloisa era alterata dalle emozioni , mentre i suoi pensieri rivedevano
l’episodio del passato.
Suo nonno,
uomo pratico e di carattere giulivo, si adattò subito alle circostanze.
“Daiiiiiiiii
tiralo fuori e leccaloooooooooo, se ricordo bene sei brava?
“Nonnoooooo
sei un Bastardooooooooooooo animaleeeeeeeee
Eloisa, le
sbottonò subito i pantaloni, razzolò tra le sue mutande e finalmente sotto i
suoi occhi fece apparire quel cazzo che le tormento i sogni.
“Vuoi
approfittare della tua nipotinaaaaaaaaa ?
“Siiiiiiiii
lo sogno da una vitaaaaaaaaa e chi si è scordato, quel giorno sei stata un
demonioooo
Non finì la
frase che la bocca di Eloisa si impossessò del suo cazzo.
“MMMMMMMMMMMMm
siiiiiiiii nipotinaaaa se avessi saputo che eri tu…..
Eloisa
sembrava posseduta dal demone della lussuria. Ingollava il cazzo di suo nonno e
nello stesso tempo si tormentava la figa. Il suo corpo fremeva come se un
uragano lo stesse strattonando violentemente.
La
situazione era sconvolgente, perché non si trattava del solito sconosciuto.
L’uomo che stava stimolando era suo nonno. Il solo pensiero dell’incesto le
aveva infiammato ogni cellula del suo corpo.
Il cazzo del
vecchio antenato pulsava nelle sue mani, sembrava che avesse un anima. Lo stava
spompinato a dovere, avendo cura di
leccarlo in ogni parte. Ad un tratto si fermò, pensò che era arrivato il
momento di montare su quel palo. Così, si spostò di lato il perizoma, e cavalcò
il grembo di suo nonno, impalandosi sulla sua lancia, fino a quando i glutei
non toccarono l’inguine.
Come allora,
facendo leva sulle ginocchia, flettendo le cosce, agotava il bacino con
movimenti in verticale, per poter stimolare il cazzo in tutto la sua lunghezza.
Ai movimenti in verticale alternava quelli in orizzontale strusciando le labbra
della figa sulla pelle ruvida dell’inguine di suo nonno.
“MMMMMMMMMMMMMm
siiii riconosco la tua figa… calda come l’inferno… sei un demonio Eloisaaaaaaaa
mmmm
Stavolta il
nonno aveva più libertà di movimento, così, mentre la nipote si muoveva sopra
di lui, le sue mani potevano accarezzare la pelle liscia e vellutata delle
cosce.
“Eloisaaa
fermati andiamo in salotto! Il pavimento è duro per la mia schiena!
Eloisa si
arrestò subito. Si alzò avviandosi verso il divano del salotto. Mentre
attendeva impaziente l’arrivo del vecchio si liberò della gonna e le mutandine,
poi, sdraiata, attendeva con le gambe oscenamente divaricate, intanto che una
mano sgrillettava il clitoride.
Era
eccitata. Il pensiero di suo nonno in quella situazione incestuosa le aveva
scombussolato i sensi.
Il vecchio
la raggiunse quasi subito, si accostò a lei, le prese le tette e ci ficcò
dentro il cazzo.
“Tesoro sono
sempre stato attratto dalle tue tette! Mmm quando veniva a casa non poteva fare
a meno di ammirarle! Ora mi voglio togliere uno sfizio che mi ha tormentato la
mente per tanti anni hahahah
“Nonnooooo
sei un maialeeeeeeee mm
“E tu sei
una porcaaaaaaaa hahahah degna nipote hahaha
Eloisa serrò
il cazzo di suo nonno tra i grossi seni, leccando la cappella quando
spuntava dai meloni. Il vecchio si stava trastullando con le tette, chiavandole
con immenso piacere.
A Eloisa
piaceva quel moto, per lei era una sensazione elettrizzante sentire la
turgidezza del cazzo tra i propri seni.
Il vecchio,
toltosi quello sfizio, si apprestò subito a soddisfarne un altro, si
inginocchiò tra le cosce oscenamente spalancate, e immerse la faccia nello
scoscio. Dando libero sfogo alla sua perversa fantasia.
La lingua la
fece muovere freneticamente tra le fenditure della fica, razzolando come una
lima tra il buco del culo e il clitoride.
“mmmm
tesoro… è morbido come il burro… profumata come una rosaaaaaaaaaa
Il vecchio
si stava inebriando a quella fonte di piacere che emanava un forte odore di
sesso che lo eccitava coma un caprone pronto alla monta.
Ogni tanto
affondava la faccia tra le grosse tette facendosi accarezzare da quelle due
montagne di morbidezza.
“Dioo mi
sembra di sognare! Sei un dea! bella e sensuale! Ti ho vista crescere! Tesoro e
devo dire che sei venuta su molto bene
“Nonno sei un
bastardo! ci godi ad approfittare di tua nipotee? Mmmm
“siiiiiiiiiii
quando è troiaaaaaaaaaaaaa siiiiiiii hahahah
Dopo quella
risata, in pieno delirio, brandendo con determinazione il cazzo, schiacciò la
grossa cappella tra le fenditure della vagina e penetrò sua nipote con un
impeto tale che Eloisa fremette come un fuscello, sentendosi quasi svenire
dalle forti sensazioni.
“mmmmmmmmmmm
nonnooooooooooooooo sei un animaleeeeeeeeeeee
Sentire
ansimare la nipote le infondeva un’energia incredibile, che somatizzava con
possenti spinte dentro di lei. Ogni affondo con il bacino la spostava verso
l’alto, facendola sbattere contro la spalliera del divano. Gli affondi erano
intensi e profondi.
“Girati ho
voglia di scoparti a pecora!
Quando
Eloisa si mise a quattro zampe.
“Mio dio sei
bellissima! Spero che non mi venga un infarto! Tesoro quante emozioni mi stai
suscitandoo
“Nonnooooooooo
mmmm
Il nonno,
rinvigorito da quel panorama da infarto, iniziò a fottere senza tregua la
nipote da tergo. Con una foga inconsueta per uno della sua età. La bellezza di
sua nipote agiva in lui da vero e proprio stimolante. Una immagine che lo
eccitava oltre qualsiasi immaginazione.
“Nonnoooooooooooo
sto godendooooooooo mmmm bastardoooooooo mi stai facendo morireeeeeeeeemmmmmm
“Eloiseeeeeeeeeeee
sei fantasticaaaaaaaaaaaa toto
In quei
momenti avvertiva le pareti vaginali che si stringevano come morse infuocate
attorno al suo cazzo. Gli spasmi, inoltre, segnalavano gli orgasmi che stavano
tormentando il basso ventre di suo nipote.
“Nonnoooo
sborrami nel culooooooooooooooo oraaaaaaaaa
Il vecchio,
sfilò il cazzo dalla figa, e puntò la grossa cappella contro il buco del culo.
Entrò facilmente, in quanto era oscenamente slabbrato, grazie anche alle
spianate devastanti che le avevano fatto il giovane elettricista ed il
macellaio.
Una volta
che il cazzo sprofondò nello sfintere, il vecchio prese a spingere con maggiore
forza.
Alla fine,
vinto dai conati di sborra, afferrò le tette di sua nipote e stringendole con
forza, svuotò nelle sue budella, tutto il suo ardore.
Eloisa
appena sentì il caldo dello sperma invaderle lo sfintere.
“mmmmmmmmmmm
sei un maialeeeeeeeeeeeeee mmmmmmm
“Siiiiiii e
tu sei una scrofaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
I due corpi
si contorsero in un orgasmo estremo, e trovarono pace solo dopo che le
vibrazioni di quel piacere svanirono lentamente.
Epilogo.
Eloisa, con
l’esperienza incestuosa, aveva fatto la quadratura del cerchio. Il piacere come
fine estetico. Eloisa ricordava il vecchio D’Annunzio.
Il corpo
come strumento di piacere, ma ciò che dava la possibilità di sfruttare quella
macchina perfetta era la sua mente perversa, che sapeva cogliere gli aspetti
più gaudenti della vita, a prescindere da qualsiasi paletto etico o morale.
Quello che
le importava di più era godersi la vita, una epicurea allo stato grezzo, che
dava importanza solo ai sensi. Parafrasando una famosa frase: “Io esisto perché
esiste il piacere!”
Per lei non
esistevano ostacoli. Era diventata una artista raffinata, che aveva fatto della
sua vita un opera d’arte, di pura estetica.
Michelangelo
aveva dipinto la cappella Sistina, mentre lei aveva dato un senso estetico alla
cappella dei suoi amanti.
Cosi va la
vita.
Guzzon59
(claudiogusson@ymail.com)
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