Finalmente
diciotto anni!
Agnese
attese il raggiungimento di quella meta con grandi aspettative, ritenendola la
chiave che le avrebbe aperto un mondo fantastico.
Si
era preparata mentalmente per le possibilità di libertà che offriva.
I
genitori, avvocati famosi, per festeggiare degnamente la ricorrenza, la
iscrissero al ballo delle debuttanti.
L’avvenimento
rappresentava la cerimonia ufficiale che avrebbe sancito l’ingresso di Agnese nella società degli
adulti.
Era
l’addio all’adolescenza ingenua e spensierata.
Dopo
il ballo c’era il college, gli impegni universitari, che l’avrebbe introdotta
in un mondo completamente diverso da quello in cui aveva vissuto fino allora.
I
cavalieri serventi erano stati scelti nelle scuole militari e collegi del
paese, tra i più prestigiosi.
Erano
i rampolli del mondo che contava, mandati in quegli istituti ad imparare le
rigide regole di vita, che poi avrebbero messo in pratica per prendere in mano
le redini della nozione.
Tra
loro c’erano i futuri generali, capitani d’imprese, dirigenti di grandi
società, forse anche qualche ministro.
Poteva
essere l’occasione di conoscere l’uomo della propria vita.
Agnese
scelse con cura il vestito del debutto.
Era
semplice, scollato, non troppo lungo, bene aderente alla vita e bianco come il
suo candore.
La
sera della vigilia.
“Mamma?
Sei sveglia?
“Si
tesoro! è tardi!
“Non
riesco a prendere sonno!
“Se
non dormi domani sembrerai una mummia!
“sono
agitata e preoccupata! Ho paura di sbagliare tutto!
“Vieni
qui!
I
genitori di Agnese si erano separati da molti anni, lei in sostanza è cresciuta
con la madre, che, sebbene avesse una vita mondana molto intensa e libertina, si
guardava dal portarsi compagni occasionali a casa.
Preferendo
non avere legami eccessivamente morbosi.
Agnese
salì sul letto e si stese al fianco della madre, poggiando il capo sul suo
seno.
“Adesso
rilassati! Via quei brutti pensieri! Vedrai che domani andrà tutto bene!
La
coccolava accarezzandole i lunghi capelli castani chiari.
“Ci
sarà papà? Ha promesso che sarebbe venuto!
“Assolutamente
si! Non si perderebbe mai un avvenimento così importante per te!
“Mamma
il mio difetto! Credi che qualcuno lo noterà?
Agnese
era affetta da blesità. Un difetto di pronuncia che si manifestava, quando proferiva
la consonante “erre”, che diventava, di fatto, un “v”.
Per
lei fu una tragedia e col tempo diventò un complesso frustrante, che le provocò
molta difficoltà nelle relazioni con i compagni.
Parlava
poco e col passare degli anni divenne anche introversa, per paura di doversi esporre a causa
di quel difetto di pronuncia.
Per
questo motivo le amicizie con i ragazzi non furono molte, di conseguenza agli
occhi delle amiche appariva come una ragazza impacciata e timida, nonostante
fosse molto bella e intelligente.
Il
giorno del debutto, la Cadillac nera si fermò davanti al portone di casa.
Alla
guida c'era Giorgio, il padre di Agnese, che l'aveva presa a noleggio.
Agnese
e sua madre, appena la notarono, si affacciarono subito all’ingresso della
villa. Giorgio quando vide la figlia non poté fare a meno di emozionarsi.
La
sua bambina era diventata una donna. Vederla con il vestito della cerimonia, la
coroncina in testa e il bouquet di fiori, che le fece arrivare nella mattinata,
gli tolse il respiro di bocca.
Era
la più bella delle damigelle e lui sarebbe stato fiero di presentarla come sua figlia.
Quando
tutti i partecipanti arrivarono al castello medioevale, sfilando nei loro
meravigliosi abiti di cerimonia, i genitori si disposero davanti alla scalinata
di marmo, aspettando trepidanti l’ingresso dei figli.
Tutti
fissavano le lunghe gradinate, dalla quale le ragazze, a braccetto del
cavaliere servente, sarebbero scese in modo trionfale nella grande sala.
L’orchestra
partì con un valzer lento. Sulla cima delle scale comparvero le prime coppie, seguite
dalle altre.
Agnese
era la terza. La sua statura imponente spiccava nettamente su tutte.
Al
suo fianco c’era un giovane cadetto. Formavano una bella coppia.
La
madre e il padre, appena la videro, si guardarono commossi. Trattenendo a
stento le lacrime.
Nonostante
fossero avvocati di successo e preparati ad affrontare situazioni difficili, in
tribunale e/o in mediazioni conflittuali private, quel giorno sembravano
persone comuni.
I
ragazzi, una volta scesi, si disposero a cerchio. Il maestro di ballo si
collocò al centro del salone. Scrutò a una a una le coppie. Poi fece un segno e
queste, partirono una alla volta, iniziando a veleggiare al ritmo dolce del valzer
lento.
Ballavano
divinamente. Erano state preparate personalmente dal maestro.
I
ragazzi si erano accoppiati nel corso delle lezioni, per simpatia e anche per
attrazione fisica.
Il
compagno di Agnese si chiamava Silvio, aveva 21 anni, ed era al terzo anno
accademico. Era il figlio di un imprenditore che possedeva emittenti televisive
e società finanziarie sparse in tutta Italia, ed era anche il presidente di una
grande società di calcio.
Agnese,
quando lo conobbe, si legò subito a lui.
Gli piacque così tanto che si era presa anche una cotta.
Sua
madre lo aveva intuito dall’entusiasmo con cui aveva partecipato alle prove di
ballo, e delle buone maniere.
La
giovane coppia ballava con leggiadria. Era perfettamente coordinata.
Dopo
una serie di balli. Il maestro invitò i ragazzi a fare una pausa, informandoli
che nella stanza attigua era stato approntato un buffet.
Nello
stesso istante invitò i genitori ad approfittare di quella circostanza per
farsi qualche giro di valzer.
Giorgio
guardò sua moglie aspettando un cenno di assenso.
Valeria,
nonostante gli anni, era ancora una bella donna.
Aveva
scelto un vestito lungo e stretto che esaltava le sue forme di femmina
maggiorata.
Lei
gli sorrise e lo invitò a farsi avanti.
Quella
sera si era tenuta libera da tutti gli impegni mondani.
Appena
Giorgio cinse i fianchi dell’ex moglie provò un brivido alla schiena.
Dopo
tanti anni la percepiva ancora sensuale come la prima volta che l’aveva
conosciuta.
Ripensò,
suo malgrado, al giorno in cui, dopo una violenta baruffa, fece le valige ed
andò via.
Aveva
scoperto che il suo migliore amico, e collega, era il suo amante.
“Esci
ancora con quel coglione di consigliere comunale?
“No!
Appena ho capito che voleva fare sul serio l’ho mollato!
“Lo
sai che sei molta chiacchierata nell’ambiente?
“Si
Lo so, molti mi considerano una troia! Ahahah
E chi se ne frega! Mi godo la vita!
“Con
Agnese come va?
“Perfettamente!
Sai bene che la mia vita privata la tengo lontana dai riflettori!
“Si
lo so! Per questo ti ammiro! Hai fatto un bel lavoro con lei!
“Grazie
anche a te! Anche perché, fuori dei tribunali, non ci siamo mai scontrati sulla
sua educazione!
“Ahahahah
certo!
“Fa
caldo qui! Ci prendiamo un drink e andiamo sul terrazzo?
“Che
cosa è? Una proposta?
“ahahahahha
sei sempre il solito malizioso! Ahahah
Giorgio
afferrò due flute di spumante al volo, dal cameriere che stava passando in quel
momento, e con Valeria a braccetto si avviò verso il terrazzo.
“Anche
tu sei rimasto singolo? Perché?
“Basta!
Con le complicazioni! Dopo la rottura del nostro matrimonio ho pensato che
sarebbe stato meglio se non mi fossi più impelagato in un altro rapporto serio!
“Mi
dispiace! è anche colpa mia!
“Lascia
perdere! E’ inutile rimuginare sul passato! Forse è anche colpa mia!
Valeria,
lo fissò intensamente, si avvicinò a lui e gli passò la mano sul viso.
Dopo
tutto, una volta, lo aveva amato tantissimo.
Lo
aveva tradito fisicamente ma mai mentalmente.
Giorgio
fremette appena la mano di Valeria sfiorò la sua pelle. Era come se un soffio
di freddo le avesse sfiorato la schiena.
D’istinto
la cinse dai fianchi e la tirò verso di se. Posarono i flute sul muretto e si
abbracciarono con forza.
Valeria
ebbe un sussulto e sentì il suo corpo vibrare.
Tra
loro c’era ancora qualcosa. Sotto le ceneri era rimasta qualche brace accesa.
Giorgio
percepì la sensualità di Valeria.
Il
clima si era surriscaldato. Tra loro c’era ancora attrazione.
Le
bocche d’istinto si unirono e le lingue iniziarono a danzare con la melodia del
valzer lento che arrivava ovattato dall’interno del castello.
Giorgio
si era eccitato. Il suo cazzo esplose ingrossandosi e premendo contro il grembo
di Valeria. Il tessuto leggero del suo vestito non impediva di avvertire il
caldo delle sue membra.
Valeria,
eccitata, fremette, quando avvertì la grossezza del cazzo di Giorgio che
premeva contro il suo scoscio, impaziente di violare la sua intimità.
“Vieni!
Andiamo in macchina!
“Come
ai vecchi tempi?
“Si!
ahahahah
Si
afferrarono per mano e come ragazzini corsero verso la Cadillac nera
parcheggiata in un angolo dell’immenso parcheggio.
La
fortuna li aveva anche aiutati perché era parcheggiata lontano da occhi
indiscreti.
Giorgio,
appena fu vicino all’auto sentì dei gemiti, e fece subito segno a Valeria di
bloccarsi.
Qualcuno
aveva avuto la stessa idea di utilizzare l’auto come un’alcova.
Giorgio
si accostò per primo. Quello che vide gli fece venire la pelle d’oca. Nei sedili
posteriori c’era Agnese a pecorina e dietro di lei il Silvio, il suo cavaliere
servente, mentre si agitava scopandola con foga.
Non
aveva più il vestito indosso ed il reggiseno era stato spostato sotto le tette
scoprendo quelle meraviglie della natura.
Giorgio
si soffermò a guardare sua figlia. Era la prima volta che la vedeva nuda.
Nonostante
l’imbarazzante situazione, si fece coinvolgere emotivamente da quella
situazione incandescente,
Inoltre,
aveva ancora i sensi sconvolti.
L’eccitazione
scatenatagli da Valeria non si era placata. Pulsava viva nelle sue vene come
lava incandescente.
Cosicché
davanti a quelle scene infernali, nelle quali era in azione sua figlia, la
sensazione morbosa si stava rafforzando, facendogli palpitare il cazzo allo
stesso ritmo folle dei battiti del suo cuore, stimolato dai movimenti forsennati
di quei giovani amanti.
Si
soffermò ad fissare il corpo magro di Agnese. La sua bellezza era
impressionante.
Suo
malgrado, non riuscì a prendere le distanze da lei, trovandosi bloccato ad ammirarla
con la mente alterata dalla libidine, piuttosto che con gli occhi.
“Che
fai spii tua figlia adesso? Lasciamoli tranquilli e andiamo da un’altra parte!
Giorgio,
con la mente corrotta dal desiderio, ansimando, si girò verso Valeria l’afferrò
dai fianchi e se la tirò verso di se. Era eccitato come un montone pronto alla
monta.
Valeria,
per fronteggiare quello impeto dovette appoggiarsi con la schiena contro un’auto;
subendo l’assalto convulso di Giorgio, e, nel contempo, si lasciò coinvolgere
dalla libidine.
Del
resto anche lei sentiva una forte emozione interiore, all’idea che l’ex marito,
come un guardone maniaco, era eccitato da quella situazione incandescente.
Quindi,
lo lasciò fare, quando le sue mani le alzarono il vestito, e s’infilarono nel
perizoma.
Godette,
quando le dita di Giorgio iniziarono a tormentarle le fenditure della figa.
Allargò le gambe, quando lo vide inginocchiarsi e ficcare la bocca nello
scoscio e leccare in ogni parte.
Gemette
in silenzio, quando la sua bocca aveva afferrato il clitoride e lo stava
stimolando con forza, mentre alcune dita le sollecitavano il buco del culo.
Era
impossibile resistere a quello uragano d’emozioni.
Giorgio,
ere come impazzito dalla bramosia, si tirò fuori il cazzo, duro come una roccia,
menandolo contro lo scoscio di Valeria.
Valeria
lo notò subito, lo placco con una mano, e senza che lui glielo chiedesse, si
piegò al suo cospetto iniziando a fargli un lavoretto di bocca e di lingua.
Valeria
stava succhiando il cazzo, mentre Giorgio non riusciva a distogliere lo sguardo
da sua figlia.
La
vedeva nettamente, quando seduta sul suo Cavaliere Servente si lasciava
scopare. Soprattutto vedeva la sua figa assalita dal palo di quel giovane
cadetto che s’infilava in profondità, lasciando fuori solo i coglioni,
schiacciati dai candidi glutei.
Era
dannatamente eccitante guardare la figa di Agnese, oscenamente slabbrata, aperta
da quel palo impertinente, che nella sua azione devastante stimolava le labbra
ed il clitoride.
Il
viso di Agnese era deformato dall’intenso piacere che le veniva dal basso
ventre. Ansimando come una cagna in calore.
La
sua vocina lo esaltava a tal punto che afferrò la testa di Valeria, e cominciò
a scoparla in bocca, concordando i movimenti con quelli del giovane, quando
spingeva il suo grosso palo nella fica di Agnese.
Era
come scopare sua figlia a distanza. Ogni affondo nella bocca di Valeria
corrispondeva ad un acuto di Agnese, mentre il cazzo gli sconquassava la fica.
Ad
un certo punto non riuscì più a tenere a bada un incipiente orgasmo. E stringendo
il capo di Valeria gli scaricò un fluido di sperma nella gola. Nello stesso
istante il giovane cadetto cosparse di sborra il ventre di Agnese
Mmmmmmmmmmmmmm
godo oooooooooo
Dopo
che ebbe scaricato tutto il suo impeto, tirò su Valeria.
“Presto
allontaniamoci! Quelli hanno finito!
Giorgio
e Valeria, scapparono via da lì. Dopo alcuni metri. Valeria trascinò Giorgio
dietro una siepe.
“Che
cazzo ti è preso! Ed io che sono stata al tuo gioco!
“Non
lo so! Ho perso il controllo!
“Su
tua figlia?
“Già!
La situazione era… Cazzo! Anche tu del resto potevi fermarti!
Per
Valeria sarebbe stato impossibile rinunciare al piacere di una sborrata in
bocca. Era una maniaca del pompino con l’ingoio, ed era anche la sua
specialità.
“OK!
Abbiamo perso la testa tutte e due! Che facciamo stasera?
“Ne
parliamo dopo il ballo! Continuiamo il discorso a casa mia!
“ahahah
ci puoi giurare! Questa! caro mio! È un’opera
incompiuta!
“Cazzo!
Non sei cambiata! Hahahah Ora andiamo dentro va! Aspetta! Una cosa! Tua figlia
stasera ha bruciato in fretta le tappe!
Mi pare! Si può dire che oggi sia entrata a buon diritto nella società
degli adulti! Dovresti farle un discorsetto sui rischi!
“Già!
Anche io sono rimasta sorpresa! Pensare che ieri sera era agitata! Ma ho visto
che le è passata in fretta la paura hahahah
“Non
c’è dubbio! È nostra figlia hahahah
Stavano
entrando nella sala, quando videro Agnese che correva verso l’esterno in
lacrime. Giorgio cercò di fermarla, ma lei non lo vide e proseguì oltre.
Le
corse dietro fino a quando non riuscì ad abbrancarala da un braccio.
“Bastardo!
Lasciami stare! Sei come tutti gli altri! Mi hai promesso mari e monti e poi mi
hai preso in giro!
Piangeva
come una fontana.
“Tesoro
che cosa è successo?
“Papà!
Piangendo
si buttò nelle sue braccia. Dopo un po’ arrivò Valeria.
“Tesoro
che cosa è successo!
In
lacrime raccontò tutto.
Dopo
aver fatto sesso con Silvio. Erano rientrati nella sala. Appena dentro si
accorse che il ragazzo aveva preso le distanze, rideva facendo dei gesti ai suoi amici, in segno di
vittoria.
Inoltre
si mostrava anche distaccato.
Lei,
nonostante tale atteggiamento, cercò di stringersi a lui, baciandolo su una
guancia.
Silvio
si sottrasse da quello abbraccio, e, guardando negli occhi Agnese, con uno tono glaciale:
“Ma
che cazzo ti sei messa in testa! Sei bella, ma parli come un’oca! Da te volevo
solo una cosa: la figa! Adesso fammi il piacere di non soffocarmi, altrimenti
togliti dal cazzo!
I
genitori di Agnese rimasero basiti. Giorgio voleva entrare dentro e spaccare la
faccia al ragazzo. Valeria glielo impedì.
“Ora
dobbiamo pensare a nostra figlia! Cazzo!
Giorgio
si calmò. I due si guardarono attorno e si accorsero che Agnese era sparita.
“Cazzo!
Dove è andata?
“Oddio!
Speriamo che non faccia stronzate! Cerchiamola subito!
“Tu
vai dentro! Io la cerco fuori!
Giorgio
si avviò verso il parco. Ad un certo punto vide una sagoma scura che
rifletteva sullo specchio del laghetto artificiale.
Si
avvicinò alla sponda. La prima cosa che notò furono i vestiti di Agnese sparsi
sul prato.
Scrutò
il centro del lago e la vide. Immediatamente si buttò in acqua per
raggiungerla.
Gli arrivò da tergo afferrandola dalle spalle.
“Che
cavolo ti sei messa in testa! Usciamo subito da qui!
“Lasciami
stare papà! Voglio annegare qui!
“Ma
sei cretina! Non ne vale la pena! Tipi come lui è meglio perderli che trovarli!
“Papà
quello mi ha scopato e mi ha buttato nella spazzatura come uno straccio vecchio!
Gli ho dato la mia verginità! Cazzo! Mi sembrava un angelo ed invece era un
diavolo! Mi ha umiliato! Nessuno mi vuole! Sono un mostro! Non piaccio a
nessuno!
Piangeva
disperata. Giorgio se l’abbracciò, stringendola forte a se.
“Tesoro
sei ancora una ragazzina! E’ soltanto una brutta esperienza! Tutto qui!
“Papà!
Papà! Aiutami ti prego!
Giorgio
la teneva stretta tra le braccia, quando, durante le carezze, si accorse che
Agnese era completamente nuda.
Quella
scoperta gli fece tremare il corpo, come se fosse stato folgorato da una forte
scarica di corrente elettrica.
La
sua mente si destò, tornando indietro di alcune ore, quando Agnese era in
macchina intenta a scopare con il suo giovane cadetto.
Quel ricordo
lo eccitò; così, d’istinto, mosse le mani verso il basso, lungo la schiena, fermandosi
appena sopra la zona lombare.
Poi
abbassò lo sguardo a notò il seno a punta di Agnese, compresso contro la sua
camicia bagnata. Era un’immagine di straordinaria sensualità.
La
sua mente non aveva considerato quella variante conturbante.
Immediatamente
riemersero altri ricordi di lei, a pecorina, mentre quello sciagurato gli
trapanava la figa.
La
sua figa, si era stampata chiaramente nella sua mente, in modo particolareggiato.
Nonostante
gli sforzi di mantenersi neutrale da quei sentimenti, il suo cazzo si mosse
autonomamente, somatizzando i suoi desideri, così si ingrossò in pochi secondi
diventando duro e palpitante.
Le
carezze divennero sempre più lascive.
A
un certo punto superarono la linea dei fianchi, scendendo ancora più giù, fino a lambire le rotondità delle natiche.
Era
un piacere toccarla e stringerla.
“Papà
ti prego aiutami! Sto soffrendo!
“Certo
che ti aiuto!
Mentre
Agnese era attaccata alle sue spalle, Giorgio si sbottonò i pantaloni e
lentamente se li fece calare nell’acqua insieme alle mutande. Ora il suo cazzo
spingeva vivo e vegeto direttamente contro il monte di venere di Agnese.
“Papà!
Aiutami!
“Si
piccola lasciami fare! Papà ti aiuterà a superare questo brutto momento!
Lentamente
la sollevò su, costringendola ad aprire le gambe. Poi, separandogli le cosce, si incastrò nel suo
grembo.
Nel
momento in cui la solleva in aria, le tette bagnate strofinano sulla sua bocca.
Lui le baciò subito con passione.
Lui le baciò subito con passione.
Agnese
è quasi sospesa in aria, quando Giorgio, da sotto, punta la grossa cappella
contro l’apertura della figa.
Poi,
tenendola in braccio come una bambola, lentamente, la fa scendere verso il basso entrando con
il cazzo in quello inferno di fuoco.
“Papà!
Mmmmmmmmmm
“Papà
ti vuole bene! Lasciati fare mmmm
“Si
papà! Mmmm fai fai fai mmmmm
Il
cazzo di Giorgio scivolò interamente dentro la figa di Agnese. Alla fine della
corsa, solo i coglioni rimasero fuori.
Sudava
freddo. Per questo si fermò un attimo a prendere fiato, per scaricare la
tensione accumulatasi in quegli istanti vorticosi.
Il
suo cazzo intanto pulsava dentro la vagina di Agnese al ritmo impazzito del suo
cuore.
“Tesoro
papà ti aiuta!
“Si
papà aiutami! Mmmmmmmmm si lo voglio mmmm
Considerandolo
un assenso, gli afferrò le natiche e tenendola sospesa appena sopra il livello
dell’acqua, prese a muovere il cazzo da sotto, spingendo dentro fino a quanto
poteva.
“mmmmm
si mmmmm si papà mmmm
“Tesoro
mmmmm
Dopo
i primi colpi leggeri, iniziò a spingere con più veemenza. L’acqua non era
alta. Superava di poco i loro fianchi.
Giorgio,
in quelle circostanze, saldamente piantato con i piedi sul fondo del laghetto,
la teneva sollevata dalle cosce, quel tanto da poterla chiavare con più forza.
La
sua mente era completamente alterata dalla libidine.
Aveva
soppresso il controllo della ragione, e c’erano solo gli istinti primordiali a
guidare la sua audacia.
I
movimenti convulsi di Giorgio agitavano l’acqua, formando delle piccole onde,
che si allontanavano in cerchi concentrici.
Agnese
era attaccata alle spalle del padre, con le gambe incrociate ai suoi fianchi,
mentre incassava con godimento i suoi assalti spietati.
“Si
iiiiiiiii papà mmmmm mi piace eeeee
“Tesoro
mmmmm
Dopo
un po’, lo scroto andò in fibrillazione. Erano gli spasmi che gli
preannunciavano una imminente sborrata.
“Mmmmm
si si si si mmmmm
La
dolce voce di Agnese alterata dal godimento gli destava una forza incredibile.
Un
attimo primo di sborrare diede dei forti colpi, in sequenza, devastanti, che
mandarono la mente di Agnese in estasi.
“Godo
oooooooooo mmmmmmm
Era
un orgasmo.
Nello
stesso istante se la strinse forte a se, scaricando nelle profondità della
vagina, il suo fluido di sperma.
“Mmmmmm
tesoro ooooo si godo oooo
“Mmmmm
papà si mmmmmmmm
Alcuni
secondi dopo. La fissò negli occhi.
“Come
ti senti?
“Mi
sento benissimo papà! Hai ragione tu! Quell’idiota non merita la mia
sofferenza!
Giorgio
guardò sua figlia. Aveva l’aria di una persona serena. La scopata le aveva messo
il buon umore. Inoltre parlava con più scioltezza.
Si
rivestirono in fretta. Raggiunsero Valeria che, in preda alla disperazione,
aveva coinvolto altri invitati nelle ricerche.
Quando
li vide arrivare tirò un sospiro di sollievo. Poi si soffermò a guardare la
figlia.
Rimase
colpita dall’atteggiamento smaliziato che ostentava. Non sembrava affatto disperata.
Agnese
notò che al fianco di sua madre c’era Silvio.
In preda alla disperazione e al senso di colpa. Gli sorrise, si avvicinò, quando lo ebbe nel suo raggio
di azione, gli assestò un forte calcio nei coglioni. Lo lasciò sofferente a
terra, scavalcandolo con un passo.
“Agnese!
Gridò
Valeria con espressione sbalordita.
“Papà!
Andiamo a ballare?
“Certo
tesoro! Andiamo! Da adesso in poi papà si prenderà cura di te!
Ahahahahahah
(risata corale)
Valeria
guardò perplessa la figlia e il suo ex marito, abbracciati, con i vestiti
bagnati, mentre a passo di danza entravano nel castello.
Così
va la vita.
Guzzon59
(claudiogusson@ymail.com)
2 commenti:
Molto, molto buono, Claudio, come sempre.
Solamente, non riesci ancora a liberarti da cose come l'articolo "le" attribuito ad un soggetto maschile. Forse c'è anche qualche errore di sintassi e di forme verbali non congrue. Ma tutto considerato, sei proprio bravo.
Grazie per le sensazioni.
Spero di leggerti ancora, molto presto.
Ciao.
Ippolito
Grazie, ho riletto attentamente la storia e, credo, di aver eliminato l'uso improprio di "le". Grazie, la critica costruttiva mi aiuta a migliorare lo stile e la sintassi.
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