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venerdì 13 gennaio 2012

Una famiglia viziosa

Ho sorpreso la cara sorellina a scopare con il nonno.

Sconvolto? Assolutamente No. Anzi ho provato un piacere immenso vederla con le gambe completamente spalancate ed appoggiate sulle spalle del vecchio, ingrifato come un porco, mentre le sbatteva il suo bel cazzone nel sacro santurum,.

La scoperta della relazione incestuosa non mi ha affatto infastidito; anzi, mi ha coinvolto emotivamente.
Certamente, come primo impatto è stato un evento scioccante.
Tuttavia, colsi immediatamente il lati positivi, perché mi ha consentito di mettere in luce un aspetto della personalità della cara sorellina che ignoravo: quello della zoccola; che offriva in ogni caso piacevoli opportunità.

Alice: una troia depravata! chi l’avrebbe immaginato che la ragazzina acqua e sapone, quella che tutti credono una santarellina immacolata, altro non era che una porca, devota al cazzo?
Anche spregiudicata direi, considerato che ha avuto l’ardire di liberarsi dei freni inibitori morali per soddisfare la propria bramosia, addirittura con il supremo congiunto; fregandosene dei tabù imposti da un’educazione religiosa secolare.

Per meglio comprendere i fatti è doveroso raccontare tutta la storia.

L’anno scorso, in primavera, la nonna paterna ci ha lasciati. Il nonno Beppe, in preda allo sconforto, andò in depressione. Voleva raggiungere la sua amata Teresa.
Papà e mamma decisero, unanimemente, che sarebbe stato meglio per lui se fosse venuto ad abitare da noi.
Così, un mese dopo, avvenne il trasloco. Il nonno fu sistemato in una stanza al piano terra.
La camera, era molto accogliente ed aveva una porta finestra che dava direttamente nel giardino.

Dopo circa un mese notai che il nonno Beppe trascorreva le notti con la luce accesa.

Una sera mi prese la curiosità di controllare che cosa stesse combinando, così, con discrezione, decisi di dare una sbirciata dalla finestra.
Non volevo violare la sua privacy, ma fui spinto da semplice preoccupazione. Amavo il nonno e vederlo soffrire in quel modo mi provocava una grande compassione.

Lo trovai seduto sul letto, con gli occhi che fissavano il vuoto. Le mani appoggiate sulle ginocchia e lo sguardo perso nel nulla. Provai molta pena per lui.

Il nonno, nonostante l’età, era ancora un uomo vigoroso. Di corporatura tozza, con una abbondante massa adiposa che gli circondava il girovita, normale alla sua età.

Così, nei giorni successivi, per tirargli su il morale, lo trascinavo fuori dalla sua stanza portandolo a zonzo per la città, anche al fast food, in compagnia della mia ragazza.
In quei momenti, quando non pensava alla nonna, era un uomo allegro e simpatico. Un ottima compagnia, che scherza e raccontava storie ironiche, facendo ridere a crepapelle.
In pochi mesi, la sua simpatia aveva conquistato tutti, persino la mia ragazza, diventando di fatto un membro importante della famiglia.
Tutti, compresi mamma e papà, si facevano in quattro per regalargli un po’ di serenità.

Una sera di fine luglio, come di consueto, prima di raggiungere la mia stanza, mi avvicinai alla finestra della sua camera, per dare la solita occhiata.
Appena appoggiai il naso al vetro scorsi una scena che mi sembrò inverosimile. Credendo di avere avuto un fenomeno ottico, strofinai gli occhi.
Quindi, accostai nuovamente il naso al vetro: non mi ero sbagliato. La scena era insolita e stava succedendo realmente sotto i miei occhi.

Il nonno era seduto sul letto, nella stessa posizione di sempre. Questa volta però c’era qualcosa di nuovo. Non indossava i pantaloni. Era nudo dal bacino in giu. Un particolare attrasse la mia attenzione: Il suo cazzo, scuro e duro, spuntava dal grembo, dritto come una torre d’avorio.
Lo vidi deglutire, poi guardò il suo cazzo e dalla bocca fece colare un rivolo di sputo che colpì in pieno la cappella. Quindi afferrò il cazzo ed iniziò a menarlo su e giù.
Era incredibile, il nonno si stava sparando una sega, come i ragazzini.
La scena mi era sembrata assurda ed in quel momento provai un po’ di imbarazzo per lui.
Ritenendo che non fosse corretto assistere a quel gesto intimo, feci un passa indietro, per allontanarmi. Proprio in quel preciso istante avvertì la sua voce.
Pronunciava un nome di donna, ma non era quello della sua amatissima Teresa.

“Alice! Mmm, hai un culo da favola! Quanto mi piace!

Assurdo, la donna che il nonno stava desiderano altro non che era Alice, mia sorella.
Incredibile! Si stava sparando una sega bramando il culo della nipotina! Non potevo credere alle mie orecchie.
Stavolta la curiosità divenne morbosa. Il sentimento che il nonno provava per Alice mi turbò, stimolando i sensi.

“Alice! Siiii! Vieni dal nonno! Devi avere un fichetta strettaaaa! Mmmm

Cribbio! quelle parole mi stavano facendo sballare. A sentire parlare il nonno in quel modo mi eccitai tantissimo.

“Dai piccolina! Fatti scopare dal nonno! Aliceeeee ! mmmmm

Non ce la feci più. Quel depravato mi aveva contagiato con le sue farneticazioni incestuose. Così tirai giù la lampo dei pantaloni ed afferrai il cazzo, che era già in tiro, ed iniziai a segarmi, in perfetta sintonia con quella del nonno.
Feci scivolare la mano sul cazzo alla stesso ritmo. Le parole che pronunciava erano sconvolgenti, perché anelavano ad un rapporto incestuoso, che solo immaginarlo mi faceva venire le pelle d’oca. Mentre accompagnavo il nonno in quella frenetica pugnetta, mi rappresentavo Alice, nuda a pecorina, che si faceva inculare da lui. Quel pensiero era troppo eccitante. Il nonno continuava a parlare…

Siii! Aliceee… il tuo culo, mmm tutto dentrooooo!

Cazzo! stava fantasticando di rompere il culo alla cara sorellina. Era incredibile. Il nonno si stava masturbando sognando il culo di Alice. Era troppo per me.
Il cazzo del nonno era quasi scomparso dalla vista. La sua mano scorreva veloce e senza soluzioni di continuità. Come pure la mia. La situazione era incandescente, una vera e propria apoteosi dei sensi, una sinfonia di delirio allo stato puro.

Il nonno continuava a sognare, ad immaginare la figa di Alice, mentre io lo accompagnavo, coinvolto pienamente in quelle fantasie inaudite. Cribbio, in quel momento avrei voluto che Alice fosse li, in quella stanza, a pecorina, a soddisfare la sua brama; i desideri di un vecchio porco; un vero e proprio depravato.

Il delirio del nonno continuò per un bel pezzo. Alla fine si distese sul letto e dando sfogo alle sue fantasie erotiche, diede dei colpi possenti fino al sacrificio estremo:

Aliceeee! Mmmmm! Mmmm hahhhhhhh.

Il nonno spruzzò fiotti di sperma sul suo ventre. Nello stesso istante il mio cazzo si liberò di tutto il piacere che avevo accumulato in quei momenti frenetici. Godetti all’unisono con il nonno. I nostri cazzi sparsero il seme del desiderio, il nonno per Alice; io per la sua perversa fantasia.

Ci furono altri episodi analoghi, e quasi sempre finivano per trascinarmi in quel circolo vizioso della sua perversa immaginazione.

Una sera di fine agosto la situazione cambiò completamente. Quella sera ero uscito a piedi. Quindi rincasai senza fare rumori, verso l’una circa, come di consueto, prima di andare a letto, decisi di fare la solita capatina alla finestra del nonno.
Attraversai il prato, appena arrivato sotto l’albero di ciliegio, vidi che davanti alla finestra del nonno c’era qualcuno.
Feci un passo indietro, eclissandomi dietro il tronco dell’albero. Aguzzai lo sguardo ed in contro luce notai le forme del suo corpo, che si delineavano in ogni particolare. Non c’era alcun dubbio era Alice.
Non appena gli occhi si adattarono all’ambiente in penombra cominciai a notare alcuni particolari. La cara sorellina stava fissando l’interno della stanza, mentre le sue mani erano impegnate in una pratica sconvolgente.
Una impastava le grosse tette e l’altra si dimenava frenetica in mezzo allo scoscio.
Incredibile, le fantasie erotiche del nonno avevano contagiato anche lei. Del resto era impossibile, resistere a quelle performance sensuali.
Per cui era andata in crash con gli ormoni; anche perché era lei l’oggetto del desiderio del nonno, ed il suo nome alitava in quella stanza, come unico motivo di quel folle gesto di estrema libidine.

Infatti, era molto presa mentre guardava ed ascoltava il delirio di quel vecchio porco. Il suo corpo si agitava, le sue anche si dimenavano serpentine. Stava godendo come una maiala.
Davanti a tale scena era impossibile restare imperturbati.
Nonostante fossi reduci di una gran galoppata di sesso con Alessia, quella maialona di Alice provocò un vero miracolo. Il cazzo mi venne duro come l’acciaio.

La situazione divenne veramente incredibile: Il nonno si stava masturbando pensando a lei; Lei si stava sgrillettando la figa sognando il cazzo del nonno ed io mi stava segando dietro di lei immaginando di romperle il suo bel culetto.

Quello strano menage continuò per alcuni giorni.

All’inizio di settembre avvenne qualcosa che cambiò radicalmente la storia.

Mentre ero nascosto dietro il tronco di ciliegio, a bramare il culo di Alice, vidi una scena che mi provocò una forte scossa alla spina dorsale.
Sono quegli episodi che accadano una sola volta nella vita, ed è per questo che diventano dei momenti indimenticabili.

Alice, ad un tratto, iniziò a battere le nocche contro il vetro della finestra. Subito dopo la sagome tozza del nonno comparve davanti ai suoi occhi. Le ante della finestra si aprirono, Alice ed il nonno iniziarono a fissarsi in silenzio, per un periodo che mi sembrò lunghissimo.
Cazzo! Non potevo credere a quello che stavo assistendo. Alice stava offendo le sue grazie al nonno. Con quel gesta avrebbe infranto il tabù dei tabù: l’incesto.
La testa mi girava come un vortice, ero preso da un senso di vertigini, la terra sembrava che stesse sprofondando sotto i miei piedi.
Il nonno capì subito le intenzioni di Alice, infatti la fece entrare velocemente, poi, circospetto, diede un’occhiata in giro e chiuse nuovamente le ante della finestra.
Aspettai alcuni minuti prima di avvicinarmi. Poi presi coraggio e con le gambe tremolanti mi accostai a quella fonte di luce e di turbamento.
La scena che si presentò davanti ai mie occhi era di una sensualità sconvolgente. Il nonno, nudo, era seduto sul letto con le gambe aperte, in mezzo c’era Alice, inginocchiata, anche lei nuda. I suoi biondi e lunghi capelli lisci ondeggiavano sulle gote al ritmo costante del movimento del capo, mentre la sua bocca lentamente fagocitava ogni centimetro del lungo cazzo del nonno.
La mano del nonno, appoggiata sul suo capo, seguiva quella sconvolgente evoluzione.
La pelle si increspò, come se fossi stata colpita da una folata di vento gelido.

Ad un certo punto il nonno afferra Alice dalle spalle, lei interrompe il pompino, alza il capo e lo fissa.

“Vieni allungati sul letto, voglio leccarti la figa!

Alice, come una perfetta scolaretta, si adagiò supina sul letto, spalancando le gambe, in quella posizione oscena esibì una figa pelosa e bellissima.
Il nonno, strabuzzò gli occhi, si riprese subito e dopo essersi asciugato la bava con una mano, si inginocchiò subito tra le sue cosce spalancate; agendo con determinazione, senza esitare, affondò la faccia in quella nicchia di piacere.
Appena il nonno iniziò a immergere la faccia tra le cosce di Alice, lei cominciò a muovere il bacino in mode serpentino, gemendo come una cagna in calore.

Quella scena era troppo forte per le mie coronarie. Il sangue iniziò a pulsare nel petto come le rapide di un fiume in piena, tormentando le vene del cazzo.
Ero in pieno delirio dei sensi, avevo gli occhi incollati alla finestra; mentre la mano scivolava rapidamente trascinando freneticamente la pelle del cazzo.

Dopo alcuni minuti abbondanti di quel trattamento orale, il nonno si alzò in piedi. Fissò a lungo il corpo di Alice, poi afferrò le sue natiche, facendole sporgere dal bordo del letto, fino a farle assumere la posizione che preferiva.

Le sollevò le gambe, costringendola ad allargarle completamente, poi le fece flettere verso l’interno.
In quella posizione, Alice ostentava una magnifica figa, esposta al ludibrio del nonno, in tutta la sua conturbante sensualità. .

Il nonno brandendo la fava come una mazza, la usò come un martello colpendo diverse volte le labbra della fica; infine puntò la grossa e lucida cappella contro la vulva vaginale. Quindi sì appoggiò con le ginocchia al bordo delle letto, e con il peso del corpo spinse fino a far sparire il grosso cazzo scuro all’interno della fica di Alice.
Nello stesso istante Alice emise un sordo singulto, che echeggiò nella stanza.

Il nonno, assunta la posizione giusta, iniziò a chiavarla senza alcuna remore. Ogni affondo era accompagnato da un singulto ovattato ma costante. La cara sorellina stava godendosi quella grossa fava. Da come si lamentava direi con molto gusto.

Sembrava che stessi vivendo un sogno, eppure sotto i miei occhi si stava dipanando la scena che alcune settimane prime avevo solo fantasticato. Alice sul letto del nonno, con le gambe oscenamente spalancate ed appoggiate alle sue spalle, mentre lui che la penetrava profondamente, facendola tremare dal godimento. Una scena da infarto.

La mia mano si muoveva convulsa sul cazzo, al ritmo veloce degli affondi del nonno. Io, Alice ed il Nonno, uniti in una fantastica miscela di piacere. Il mio pensiero era quasi fuso a quello di Alice e del Nonno. Guardavo e godevo.

Dopo alcuni minuti il nonno afferra un “poggia piedi”, fa inginocchia Alice sopra, facendole poggiare le mani sul pavimento.
Rimasi di stucco, perché Alice, in quella posizione, si esibiva in una pecorina strabiliante, da mozzare il fiato. Il culo rotondo e candido come la neve puntava in alto, contro sguardo del Nonno, stravolto dalla libidine.
Le sue mani grinzose si posarono su quella pelle liscia a bianca, facendole poi scivolare lungo i fianchi e verso l’interno coscia.
Il nonno ansimava come un vecchio caprone, poi, sopraffatto dalla tentazione di affondare la faccia in mezzo a quel culo da favole, si inginocchiò ed iniziò a leccare avido le labbra vaginali.
Poi si mise nuovamente in piede, si avvicino con il bacino, brandendo il suo grosso cazzo. Quindi, senza ulteriore indugio, infilò la grossa cappella nello scoscio, dando poi inizio ad un movimento caratterizzato da spinta possenti. Era un vera e propria furia della natura; il suo cazzo scompariva ed affiorava dalla figa ad un velocità incredibile. La cara sorellina doveva godere come una pazza. I suoi lamenti erano la chiara testimonianza. Inoltre doveva avere una figa infuocata dal piacere, perché continuava a muovere il bacino sempre più veloce.
Dopo una mezzora abbondante, il nonno afferra fianchi di alice ed iniziò a scoparla senza pietà.
Dalla mia posizione vedovo chiaramente il suo cazzo sparire completamente nello scoscio di Alice.
Il nonno era in una posizione dominante, per cui i suoi coglioni pendenti sbattevano frequentemente contro il manto peloso del monte di venere.

Ora i lamenti di Alice si sentivano perfettamente, ed erano sincronizzati con gli affondi del nonno. Ogni affondo un acuto. La corale tra il nonno ed Alice andò avanti per parecchi minuti.

Il nonno, ad un tratto, iniziò ad aumentare il ritmo; Gli affondi divennero sempre più veloci e devastanti, tali da costringere Alice ad ansimare con lamenti convulsi ed incomprensibile. Il cazzo, grosso e lucido, usciva ed entrava dalla sua fica con una frequenza incredibile, senza darle un attimo di tregua.
Alice era in preda al delirio estremo, ansimava e si agitava come un diavolo in preda alle fiamme dell’inferno.

Ad un tratto il nonno estrae il cazzo e lo punta sulla schiena di Alice. Continuò a menarlo per alcuni minuti, fino a quando contrasse le spalle e fiotti di sperma spruzzarono sulla candida pelle dei glutei e della zona lombare.
Alcuni rivoli scivolarono lungo lo scoscio, impregnando la peluria della figa che, oscenamente dilatata, riverberava la luce nel liquido seminale del Nonno e dei suoi umori vaginali, mentre gocciolava spessa sul pavimento.

In quel preciso istante mi lasciai andare all’estremo orgasmo, strinsi le natiche contro il muro, strofinando la schiena tra la persiana e la finestra, quindi chiusi gli occhi immaginando di fottermi il bellissimo culo di Alice, infine fiotti di sperma impregnarono la mano.
Dopo essermi ripreso mi sistemai i pantaloni e fuggì via.

La mia camera da letto era attigua a quella di Alice. La sentì entrare. Percepì i rumori tipici dell’acqua che scorreva nelle condutture. La maiala, dopo le fatiche di ercole, si stava lavando la fica. Dopo alcuni minuti ci fu un silenzio di tomba. Infine giunse il riposo dei giusti.

Quella scoperta, comunque, aprì nuovi scenari. Le grazie della sorellina avevano conquistato i miei pensieri…. E qualcosa altro…

Dopo aver scoperto il rapporto incestuoso tra Alice ed il Nonno, la convivenza con la cara sorellina divenne una sofferenza immane.
Quando la vedevo aggirarsi per la casa, non poteva fare a meno di osservarla con una voglia sfrenata.
Il suo corpo non era più un mistero per me. L’avevo visto nudo e conoscevo perfettamente ogni particolare anatomico di quel magnifico e longilineo fisico d’adolescente.
Le volte che mi parlava, fissavo le sue labbra carnose, che si erano schiuse attorno al grosso cazzo del nonno; la sua dolce lingua, che si era soffermata con rara perizia a seguire i contorni della grossa cappella; le sue manine delicate ed affusolate, che con grazia avevano soppesato i coglioni del nonno; le sue tette abbondanti; che erano state preda della mani del nonno ed avevano accolto il suo grosso cazzo masturbandolo.
Il pensiero divagava fino a raggiungere agli estremi confine della più bassa depravazione che si possa immaginare

La libidine per lei era penetrata profondamente nella mia mente, impregnando ogni cellula del mio organismo. La desideravo immensamente. Solo che, non sapevo come fare per averla.
Mi sembrò assurdo e fuori luogo affrontare di petto la situazione, rinfacciando la verità e magari ricattare la cara congiunta. Non ero il tipo. Odiavo la prepotenza.
E’ anche vero che l’audacia aiuta la fortuna.
Ma un conto era ottenere una cosa con il ricatto; un conto era averla con il consenso.

Alice aveva dimostrato una predisposizione naturale al sesso, era una troia innata e si capiva benissimo, ma questo non giustificava un gesto di prepotenza da parte mia. Il nonno ed Alice scopavano per libera scelta di entrambi, senza alcuna prevaricazione.
Dopotutto si trattava di due adulti, ed io che diritto avevo di entrare con arroganza nella loro vita privata e chiedere il dazio?

Porco cane, mi sembrava di impazzire; perché mi ero impantanato in un bel casino, un vero e proprio labirinto dei sensi. Desideravo Alice, ma non riuscivo a trovare una via adatta per arrivare a lei, senza compromettere la serenità della quiete domestica.

Gli incontri tra Alice ed il Nonno avvenivano sempre più frequentemente. La cara sorellina arrivò persino a sperimentare la sodomia. Una sera vidi il grosso cazzo del nonno che gli apriva lo sfintere penetrandola profondamente nel retto anale.
Assistere a quelle supreme effusioni anali scatenavano ogni volta emozioni incontrollate.
Loro scopavano ed io mi masturbavo, in perfetta sincronia, accordati come due strumenti musicali di un’unica orchestra.

Quella situazione, comunque, cominciò a starmi stretta, mi resi conto che restare lì ad osservare Alice in quelle condizioni non bastava più.
Iniziai a diventare irrequieto. Perché mi faceva soffrire come un vero affamato di fica. Persino nei momenti più intimi che trascorrevo con Alessia, la mia ragazza, non potevo fare a meno di pensare a lei.
Alice aveva colto quell’atteggiamento nervoso. Del resto non era stupida, considerato che lei era il motivo di quello stato d’agitazione.

La cosa che più mi sorprendeva, in quei momenti di tensione emotiva, era il modo in cui ricambiava lo sguardo; una strana espressione. I suoi occhi, infatti, esprimevano curiosità più che interesse, come se stesse controllando un esperimento scientifico.

Inoltre, emerse un altro aspetto del suo comportamento che mi aveva suscitato la molta perplessità. Era diventata più sfacciata. Spesse volte, infatti, irrompeva nella mia camera in mutande e reggiseno ed inventava scuse inutili per intrattenersi.
In quelle circostanze si allungava sul letto, assumendo posizioni sexy incredibili; quando incrociava le gambe, mostrava un meraviglioso scoscio, con la vista dei candidi glutei rotondi che incorporavano divinamente le succinte mutandine; le tette abbondanti sembravano sofferenti ristretti nell’angusto spazio del reggiseno; scene che avrebbero fatto perdere la pazienza perfino ai santi.
Ma la presenza in casa dei genitori e del nonno, soprattutto della mamma, frenava qualsiasi iniziativa, perciò mi limitavo ad osservarla con bramosia; per poi sfogare il desiderio accumulato con l’amata Alessia.

In quel clima infuocato, l’aspetto più strano che mi fece riflettere molto, fu l’atteggiamento di mamma e papà. Stentavo a riconoscerli.
La cara sorellina, in passato, non avrebbe mai osato presentarsi in camera mia mezza nuda, perché sarebbe stata redarguita severamente dalla mamma. Ora invece, si comportava in modo libertino, senza preoccuparsi delle reazioni di entrambi i genitori.
Persino papà, che non aveva tollerato nemmeno le minigonne, sembrava indifferente di fronte a quelle provocazioni, lasciando intendere un atteggiamento benevole verso il suo modo di proporsi così lascivo.

Cominciai a sentirmi un estraneo in casa. La mia famiglia era irriconoscibile.
Anche mamma sembrava un'altra persona, lei che era sempre stata molto attenta a scegliersi vestiti casti, aveva cambiato gusti e stile di vita.
Gli abiti erano diventati più corti ed attillati. Con particolare attenzione ai decolté, che lasciavano intendere i grossi seni e le forme abbondanti dei fianchi. Alcune volte, quando sedeva sul divano, o per distrazione o perché lo voleva di proposito, accavallando le gambe scopriva un bel tratto di coscia.
Lo spettacolo era superbo. Perché in quella postura ostentava un magnifico contrasto tra il chiaro della pelle ed il nero degli autoreggenti, che esaltavano l’aspetto conturbante e sensuale della sua femminilità.
Quelle circostanze mi provocavano dei gravi dilemmi interiori, perché, per quanto mi sforzassi, non riuscivo a reprimere il desiderio sessuale verso di lei, regolarmente accompagnato da un’erezione imponente.
Un po’ alla volta cominciai ad apprezzare anche il suo modo di proporsi.
La mamma era ancora giovane e non aveva perso le fattezze dell’età giovanile. Una donna matura, ed avvenente, che, spesse volte, aveva suscitato le attenzioni morbose dei miei compagni di scuola. Così, anche lei, come Alice, iniziò a stimolarmi i sensi, turbando i pensieri più intimi.

In quel periodo Alessia doveva essere molto euforica. Perché ero più attivo e sempre in tiro, ed ogni occasione era buona per scopare.
Naturalmente, mentre sfogavo le passioni erotiche con Alessia, mi lasciavo andare in fantasie iperboliche, perché il motivo che scatenava l’azione dei miei desideri, oltre ad Alice, era più di tutto la mamma. Un vero e proprio depravato, degno nipote del nonno Beppe.

All’epoca, per ovvie ragioni, fui subito consapevole che la mamma rappresentava un bellissimo miraggio, un sogno impossibile da realizzare. Lei era il tabù per eccellenza, un santuario difficile da profanare. Mentre Alice era più alla mia portata, con lei potevo sperare in un eventuale cambiamento di programma; dovevo solo aspettare il momento opportuno per avere la chiave adatta ad aprire quella maledetta porta che ci teneva separati.

“la realtà non è sempre come ci appare” e “Oltre l’apparenza a volte scopri un mondo totalmente diverso da come lo avevi immaginato”

In questi due aforismi si cela il risvolto della medaglia.

Quanto volte ci siamo stupiti, allorquando abbiamo riscontrato che il giudizio espresso non corrispondeva assolutamente a quello che si credeva fosse la realtà.
Eppure succede che uno viva un intera esistenza accanto ad un persona senza mai conoscerla a fondo.

Una notte di ottobre, come di consueto, prima di raggiungere la mia stanza, andai davanti alla finestra dell’alloggio del nonno.
Oramai sapevo cosa mi aspettavo. Invece mi sbagliavo. Quello che trovai non corrispose affatto a quello che avevo pensato fino la sera precedente. Le cose erano nuovamente cambiate.

Quella sera incollai la faccia al vetro della finestra. Rimasi frastornato, perché la scena che si stava dipanando sotto i miei occhi non corrispondeva affatto a quella che avrei dovuto trovare.

Trovai il nonno nella solita posizione, seduto sul letto, nudo con il suo enorme ventre che le cadeva sul grembo, e le gambe spalancate. Solo che c’era un particolare nuovo sconcertante ed imprevedibile.
Mia sorella Alice non più in quella stanza, c’era un altra donna che stava succhiando l’uccello al nonno.

Dopo aver osservato con maggior sforzo, fui in grado di capire chi fosse. Dopo averla riconosciuta, cominciai a barcollare, il respiro si bloccò alla gola, ed il terreno sotto i piedi sembrava che stesse cedendo. Dovetti appoggiarmi alla persiana per non perdere l’equilibrio ed evitare di rovinare a terra come un sacco di patate.

Tra le cosce spalancante del nonno c’era la mamma, inginocchiata a pecorina, completamente nuda e le stava succhiando avida il grosso cazzo scuro.
Ogni tanto sollevava il viso, sorridente, poi si ficcava il cazzo in mezzo alle tette e continuava a stimolarlo. Era una scena da infarto. Il grosso seno della mamma pigiavano il cazzo del nonno. Le sue mani serravano i grossi meloni e si muovevano attorno al cazzo; Era uno scenario che poteva ammazzare qualsiasi cardiopatico. La cappella, quando faceva capolino tra quelle due candide montagne, diveniva subito preda della sua bocca vogliosa. La succhiava e la leccava con ingordigia, come se avesse tra le labbra il più gustoso cono al gelato.

“Dai, brutta bestia! Ora tu mi lecchi la figa!

La mamma prese il posto del nonno, ed aspettava con le gambe spalancate che il vegliardo si gettasse in mezzo alle sue cosce.

La figa della mamma era un capolavoro d’arte retrò. Il pelo nero le copriva il monte di venere, mentre le labbra erano grosse e scure. In mezzo spuntavano, come creste di un gallo, le propaggine della labbra interne, anche esse scure e sporgenti.
Il nonno affondò la bocca in quella delizia della natura. Si era incollato come un poppante, e stava raspando ogni fenditura con accanimento. Intanto continuava a menarsi il cazzo, per tenerlo in erezione.
Dopo alcuni minuti di quel sublime trattamento linguistico la mamma:

“Adesso vieni! voglio gustarmi il tuo cazzone!

La voce della mamma era irriconoscibile. Stravolata dall’eccitazione. Il nonno si alzò in piede ostentando il suo enorme ventre; poi, brandendo il cazzone, come una mazza da baseball, puntò la grossa cappella contro la figa ed in un baleno affondò dentro con il resto del corno. Nello stesso istante sentì la mamma che emetteva un singulto acuto. Era del tutto naturale visto che il cazzo del nonno era di notevoli dimensioni, del resto anche Alice ebbe la stessa reazione.
Quando il vecchio cominciò a muoversi dentro la figa, la mamma prese ad ansimare come una cantante lirica.

Il nonno la stava scopando senza darle un attimo di tregua. Il suo grosso pancione schiacciava il ventre della mamma, mentre il suo bacino si muoveva veloce, spingendo il cazzo in profondità.

Le gambe della mamma erano completamente spalancate e flesse verso il materasso, il nonno le teneva ferme con le mani, mentre le martellava la figa.

Non era possibile restare inerti ed impassibili davanti a tanta aggressività erotica. Come nelle altre precedenti occasioni, iniziai ad accompagnare quel sommo concerto di sesso a colpi di sega. Oramai era la solita musica, loro scopavano ed io mi masturbavo.

“mmmm hoooooo… Lo vogliooo nel culoooo!

Come è strana la vita; nel giro di poche settimane avevo scoperto di essere il fratello di una grande zoccola ed il figlio di una gran puttana.
La mamma si comportava e parlava come la peggiore sgualdrina dei bordelli del periodo fascista.

A quelle parole fece seguire l’azione concreta; la porca s’inginocchiò sul pavimento, appoggiandosi alla sponda del letto. In attesa di ricevere la grazia anale. Quella posizione mi colpì come un fulmine in piena tempesta ormonale, perché metteva in evidenza le rotondità boriose di un culo magnifico e la nicchia pelosa di una figa favolosa; una combinazione conturbante da far resuscitate i morti. Per questo gli dedicai alcun colpi frenetici di sega.
Il nonno, intanto, da dietro, osservò lo spettacolo come un lupo famelico, poi sputò sulla cappella e dopo averla lubrificata a dovere, flettendo le ginocchia, si abbasso quel tanto da permettergli di rivolgere la punta del suo grosso cazzo contro il buco del culo. La penetrazione avvenne all’istante. Da li capì che la mamma era abituata a prendere nel culo quei grossi cefali.
Non appena il nonno cominciò a muoversi dentro il retto anale, lei riprese nuovamente a gemere con acuti che risuonavano nella stanza come un canto lirico.

In quei momenti il cuore palpitava al ritmo frenetico di quella assurda scopata. Il nonno da dietro, aggrappato ai fianchi della mamma, sembrava uno sciatore lanciato in una discesa libera. In quella posizione spingeva con forza, trapanando il culo come una trivella in cerca di petrolio.

Io, intanto mi ero messo a guardare senza curarmi di nascondere la mia figura; in quegli istanti concitati ero completamente in estasi davanti a quel scenario inaudito, che vedeva la mamma protagonista assoluta, in una veste nuova; una troia, degna madre di un'altra troia, che sconvolgeva la mia anima fino alla radice.

Dopo una un quarto d’ora abbondante, Il nonno cominciò a latrare come un cane idrofobo, erano i segnali che preannunciavano una poderosa sborrata.
Infatti, dopo avere assestato alcuni affondi devastanti, si attaccò ai fianchi, e senza staccarsi dal culo della mamma, iniziò a spingere fino all’estremo sacrificio:

Haaaaaaaaaaaaaaaaaa griuuuuuuuuuuuu ooooooooooooo!

Le stava riempiendo il buco del culo.

In perfetto tempismo io stavo sborrando nella mia mano agognando di essere al suo posto.


Le sorprese non erano ancora finite.

Il giorno dopo, a pranzo, il Nonno, la Mamma ed Alice stavano tranquillamente seduti al tavolo. La loro espressione serena non tradiva alcuna emozione. Eppure, tra loro, esisteva un legame intimo e perverso, che li univa idealmente, tutti e tre assieme, non c’era alcun dubbio.
Alice doveva sapere che il nonno si scopava la mamma, così pure la mamma doveva essere a conoscenza della tresca che c’era tra il nonno ed Alice. Cribbio quel pensiero mi stava facendo impazzire.
La mamma sorrideva in modo malizioso ad ogni battuta del nonno.
A vederla mangiare, mentre addentava i bocconi di carne, mi faceva pesare ai momenti in cui quelle labbra polpose si erano aperta attorno al cazzo del Nonno.
Scrutai le mani del nonno, mentre spezzavano il pane, la mente ritornò indietro, agli istanti in cui si erano chiuse sulle grosse tette della mamma e di Alice, impastandole come argilla fresca.

Papà, mi sembrava ignaro, ostentava la solita indifferenza, mentre ascoltava distratto le notizie del telegiornale.
Alice sedeva alla mia sinistra. La sua sfacciataggine si era allargata di trecento sessanta gradi. Infatti, appena entrata da scuola si era cambiata subito, indossando una t-shirt scollata ed ampia, da cui si intravedevano le tette, dritte e sode, nonostante non portasse il reggiseno, il tutto abbinato ad un paio di pantaloncini stretti e ficcati nello scoscio, che lasciavano immaginare chiaramente la sua magnifica fica ed il suo borioso lato B.
Sembrava un diavolo tentatore che, stordendo i sensi con effluvi sensuali, emanati dal suo corpo longilineo, provocava uno stimolo erotico irresistibile.
Ad un tratto vidi il braccio della mamma che, in modo innaturale, si muoveva sotto il tavolo. Alzai lo sguardo e mi accorsi che i suoi occhi mi fissavano intensamente. Come se volessero parlare. In un attimo divenni sensibilissimo ed attento a tutti i particolari inauditi che stavano accadendo attorno a quel tavolo.

Infatti, mi accorsi che la coscia nuda di Alice era completamente schiacciata contro la mia gamba, a tal punto da avvertire il tepore del suo corpo.
In quel momento percepì dei tremori, come se fosse in preda alle convulsioni della febbre.
Teneva il cucchiaio immerso nel brodo, facendo girare i cappelletti in modo tale da creare un vortice al centro del piatto. Era strana; fissava la pietanza senza mangiare, con il capo reclino.
Con discrezione tentai di dare un'occhiata al suo scoscio. Appena ebbi la possibilità farlo mi venne un colpo. La scena che vidi mi fece capire che in quella casa si stava esagerando, anzi il nonno stava esagerando. La sua audacia rasentava l’incoscienza.
La presenza di papà e la mia non lo faceva desistere dall’azione oscena che stava ponendo in essere, senza preoccuparsi delle eventuali conseguenze. Si stava comportando in modo osceno.
Si era tolto la scarpa, ed il suo piede destro era completamente infilato nello scoscio di Alice. Lei lo aveva accolto spalancandogli le cosce.
Tuttavia, nonostante il risentimento iniziale, non potei fare a meno di eccitarmi per quella situazione incredibile.
Il piede del nonno si muoveva tra le cosce di Alice in modo frenetico. Cristo dove cazzo trovava tanta energia. Il nonno era un vero flagello divino.
Alzai lo sguardo e mi accorsi che anche lui mi stava fissando. Guardandolo bene colsi una leggera estasi nel suo modo di fissare. La mamma, lo puntava a sua volta, mentre il suo braccio si muoveva sotto il tavolo. Ma che cazzo stava succedendo?
Poi mi venne un flash. Porca puttana, era tutto chiaro, la mamma gli stava sparando una pugnetta.
Quel pensiero mi provocò un tremore lungo tutto la schiena, la pelle si increspò, ed il cazzo esplose nelle mutande.
Ad un tratto Alice si voltò verso di me. I suoi occhi erano completamente sconvolti dall’estasi di piacere che gli stava provocando il piede del nonno. Mi guardava con un’intensità tale da farmi venire la pelle d’oca. Mi posò una mano sul collo e mentre stava avvicinando la sua bocca alla mia suonò il cellulare. L’incantesimo si ruppe immediatamente.

“E’ Alessia!

Mi girai verso di loro, facendo una panoramica sui volti. Un’espressione di delusione comparve immediatamente su quello della mamma e del nonno. Anche papà, che sembrava indifferente, mi guardò con un’espressione perplessa. Ma la cosa che più di tutti mi lasciò basito fu lo sguardo alterato di Alice. Come se avesse perso il primo premio alla lotteria nazionale.

Mi alzai ed andai in giardino. Ero troppo eccitato. Il corpo era ancora agitato, mentre le immagini del piede del nonno tra le cosce di Alice e della mano della mamma attorno al cazzo del Nonno, turbinavano nella mente, suscitandomi sensazioni estreme.

“Ciao Alessia! dove sei?
“Sono a casa! Sto studiando! Lo sai che domani ho l’esame!
“Senti ho voglia di vederti! Ora!
“Mario! Sei di nuovo in crisi?
“Si! Ti amo! E ti desidero tantissimo!

Il mio corpo fremeva come una corda di violino. Ogni cellula del corpo era scossa dal desiderio per Alice e la Mamma. Sarei voluto entrare in casa, prenderle dalla mano e trascinarle in camere mie. I miei sensi bramavano la loro carne. La voglia di scoparle aveva impregnato ogni lembo del mio cervello. Non riuscivo a pensare ad altro. La presenza di papà mi aveva bloccato. Qualsiasi iniziativa mi sembrava assurda davanti a lui.
Era un peccato perché avevo colto un atteggiamento lussurioso di Alice nei miei confronti. Eppure avrei giurato che le sue labbra sensuali puntavano verso la mia bocca.
Porca puttana ma che cazzo era successo alla mia famiglia.
Come cavolo aveva fatto quel trio infernale ad arrivare al quel livello d’immoralità, in poco tempo.

“Alessia sto arrivando!
“Ma Mario!

Chiusi il cellulare. Entrai in cucina, loro erano ancora lì, seduti, anche papà mi scrutava in modo strano.

“Ciao! Vado da Alessia! Ci vediamo stasera!

La mamma:

“Mario! Aspetta! Prima dobbiamo parlarti!

Dobbiamo parlarti? E di che cosa? Accidenti il mistero si stava infittendo. Avevo capito che tra il nonno, la mamma ed Alice c’era un’intesa. Quello che non mi tornava ancora era il ruolo di papà. Lui mi sembrava totalmente estraneo ai fatti, eppure dentro di me sentivo che in qualche modo anche lui era coinvolto in quel menage.

“Mamma, sarà per un'altra volta, Vado ciao!

Dopo mezzora di auto arrivai a casa di Alessia. I suoi genitori non c’erano. Perfetto. In pochi secondi la raggiunsi nella sua stanza. La trovai allungata sul letto, davanti al grande tomo di diritto, aperto a metà.
Non le lasciai neanche il tempo di parlare. Le saltai addosso, baciandola, abbracciandola con una foga tale da lasciarla sbigottita. La spogliai come un maniaco. Avevo il cazzo duro da più di un’ora e mi faceva un male del diavolo. Dovevo ficcarlo dentro la sua calda figa, altrimenti impazzivo.
La sentì fremere sotto il mio corpo, il mio ardore l’aveva coinvolta, perciò appena appoggiai la cappella del cazzo sulla sua passera la trovai completamente umida di umori.
Tanto meglio, così potei sprofondare dentro di lei evitando i preliminari, che in quello stato mi sembravano una pratica fastidiosa. Dovevo sfogare subito la mia libido e, cosa c’era di meglio che la figa di Alessia? La scopai con un’energia che rasentava la forza dei super eroi, in quel momento aveva il potere divino dell’universo concentrato nel mio cazzo, che felicemente scivolava tra le calde pareti della figa di Alessia.
Non le davo un attimo di tregua, si agitava freneticamente ed ansimava dal profondo della gola, poiché in prede al grande piacere che le stavo provocando, e, a mia volta, ricevendo. Ero impazzito dal desiderio, e lo stavo sfogando con impeto incredibile, perché in quel momento Alessia rappresentava le donne che amavo e bramavo con tutto me stesso, lei compresa.

Alla fine, esausti e mantidi di sudore, come se avessimo corso la maratona di New York, ci rilassammo sprofondando dolcemente nella morbida moquette.

“Mario! Ma che ti ha preso?
“Non lo so! A volte mi viene questo grande desiderio di te!
“Mi sembra incredibile! Le mie amiche darebbero la vita per avere un uomo come te!
“Cosa è una proposta?
“Provaci e ti ammazzo!

Ridemmo come scemi. Dopo esserci ripresi, ricominciammo dall’inizio. Questa volta con maggiore temperanza ed attenzione per i preliminari.

“Ei ragazzi! Ma che cazzo state facendo?

La voce di Franco, il fratello minore di Alessia, mi destò dal sonno e da un sogno incredibile: Sognai la mamma, completamente nuda, che indossava delle superbe calze nere, autoreggenti. Era sdraiata sul divano del salotto, mentre si stava esibendo in posizioni sexy da infarto. Mentre osservavo con una voglia sfrenata quelle evoluzioni conturbanti da capogiro, ci raggiunse Alice, vestita solo di un body stocking, nero, retato, che le copriva il corpo esile in modo straordinario.
Poi tutte e due si inginocchiarono davanti a me ed insieme iniziarono a succhiarmi il cazzo.

“Ei ragazzi! Ma siete impazziti! Alessia, cazzo vestiti! Guarda che tra poco arrivano i vecchi!
“Porca puttana che ora sono! Cazzo abbiamo dormito per due ore!

Io era ancora intontito.

“Mario sei rincoglionito? Porca puttana vestiti! - Poi rivolgendosi alla sorella – Cazzo lo hai distrutto! Dovresti darti una calmata!
“Franco vedi di andare a fanculo! – mostrandosi nuda davanti al fratello – ora togliti dai coglioni e lasciami vestire!

Franco, incurante della mia presenza, si avvicinò a sua sorella, la prese dai fianchi:

“Ei sorellina! Lo sai che sei un gran pezzo di figa! hahah
“Avvedi sto stronzo! Fa il cretino anche me adesso!
“ahahah E perché non dovrei?

Alessia, sorridente, le posò le mani sul petto e lo spinse con una forza tale da farlo cadere sul letto. Franco fece in tempo ad afferrarla dai polsi trascinandosela dietro nella caduta.

“hahahah sorellina, hai visto che alla fine mi sei addosso!

Alessia si ritrovò seduta sul grembo di Franco, cavalcandolo come un’amazzone, in quella posizione iniziò a sorridere e mosse leggermente i fianchi. Mentre lui le aveva afferrata dalle natiche, imitando un coito.

“ahahah Ti piacerebbe e?
“E perché no? ahahahah

Alessia si voltò verso di me.

“E tu non fai nulla? Sto stronzo ti sta insidiando la ragazza sotto il tuo naso e non muovi un muscolo?

Li guardai intensamente. Il loro scherzo mi aveva eccitato. Infatti, avevo il cazzo duro. Non risposi, mi avvicinai alle spalle di Alessia. Lei intuì immediatamente la situazione. Era turbata.
Iniziai ad accarezzarle la spalle, poi facendo scendere la mani lungo la schiena raggiunsi il seno. Cominciai a baciarla sul colle e sulla bocca.

“ahahaha Ei voi due che cazzo state facendo?
“Sshhhhh!

Franco smise di sorridere. Capì subito che non stavo scherzando. Al culmine dell’eccitazione la spinsi contro suo fratello, costringendola ad appoggiarsi con il seno sul suo petto. La obbligai a mettersi a pecorina, con il culo completamente esposto al mio sguardo. Franco, sotto di lei, era completamente basito ed immobile.
Con un dito iniziai a spingere contro il buco del culo. Appena la penetrai cominciò ad ansimare.

“Ei siete pazzi!

Dopo averle frizionato il buco del culo, afferrai il cazzo come l’elsa di una spada, appoggiai la cappella contro l’orifizio e lentamente iniziai a spingere fino ad entrare completamente con il resto del corno.
Non era la prima volta che la inculavo, quindi fu facile affondare profondamente nel suo retto.

Hooooooooooo! Mmmmm mi fai impazzireeeeee

Dopo alcuni affondi penetranti, il flusso erotico ed i singulti di Alessia iniziarono a coinvolgere anche Franco. Le sue mani, infatti, cominciarono a muoversi lungo i fianchi di sua sorella. Si era eccitato. Allora decisi di spingere oltre l’acceleratore:

“Dai Franco! Che aspetti! Scopati tua sorella!

“Ma…. Io….

Non fece in tempo a rispondere che Alessia, sconvolta dal piacere, appoggio le sue labbra bollenti sulla sua bocca e lo baciò con passione.

Subito dopo percepì i movimenti spasmodici di Franco, mentre era intento a togliersi i pantaloni. Alla fine avvertì il singulto di Alessia:

“Hoooooooooooo siiiiiiiiiiiiiii mmmmm è bellissimoooooooooo!

Suo fratello le aveva ficcato il cazzo nella figa. E da come si muoveva si percepivano le spinte convulse e possenti che stava dando nello scoscio di sua sorella. E pensare che tutto era iniziato per scherzo.

Alcuni minuti dopo, cambiammo posizione. Mentre io la penetravo da sotto, il fratello, da sopra, le stava trapanando il culo.
Alessia stava impazzendo dal piacere. Sembrava un’indemoniata Quei due si desideravano da tanto tempo. Lo avevo intuito subito, fin dalle prime battute. Per cui mi fu facile realizzare il loro fantasma. Ma nello stesso tempo aveva dato sfogo anche ai miei desideri.
Alice mi aveva corrotto nell’anima e nel corpo. La perversione si era impossessato di ogni cellula del mio organismo. Solo il vizio e l’amore estremo potevano dare pace ai sensi sconvolti dalla lussuria.
Il fratello la scopò in tutte le posizioni. Alcune volte se la sbatteva a pecorina, mentre lei succhiava il mio cazzo e viceversa. Alla fine si inginocchiò e continuò a succhiare i cazzi fino a farli sborrare simultaneamente. Gli spruzzi di sperma la colpirono sul viso, coprendole gli occhi, il naso e la bocca, poi iniziarono a colare lungo il mento e sul collo.

Franco:
“Ei ragazzi ma che cazzo abbiamo fatto?
“non ti è piaciuto?
“Si! ma….
“Shhhhhh! Non dire nulla! Qualsiasi parola potrebbe essere fuori luogo!
“Ma cazzo mi sono scopato mia sorella!
“E allora?

Alessia si alzò in piedi, leccandosi le dita sporche di sperma. Poi sorridendo con molta malizia.

“Franco! Non ti preoccupare! È stato bellissimo! E voglio che capiti ancora!
“Sì anche io lo voglio!

Poi entrambi mi guardarono in modo curioso; Franco, sorridendo:

“Potremmo coinvolgere anche quella gran figa di tua sorella! Che ne pensi? Mmmm l’idea non mi dispiace affatto! Ahahahah
“Anche a me! Ahahah

Ridemmo tutte e tre come scemi. Ora avevo anche io i miei complici.

Facemmo appena in tempo a rivestirci. I genitori di Alessia, trafilati e carichi di borse della spesa fecero la loro entrata trionfale.
La mamma di Alessia, Carla, che aveva un debole per me, mi pregò di restare per la cena. Era una donna simpatica, un po’ robusta, ma tutto sommato piacente.

Quando rientrai a casa era gia notte fonda. La finestra della camera del nonno era regolarmente illuminata. Decisi di avvicinarmi, per dare una sbirciatina e vedere chi delle due donne di casa le stava facendo compagnia.
Appena appoggiai il naso alla finestra mi venne un colpo. Il mistero che agitava lo spirito della mia famiglia finalmente si svelò sotto i miei occhi.
Guardando quelle magnifiche evoluzioni erotiche capì infine il disegno divino. Ora sapevo cosa dovevo fare. Sorridente mi appoggiai allo spigolo della finestra per gustarmi sereno la scena che si stava dipanando davanti ai miei occhi.
Il nonno era sdraiato supino per terra, Alice lo stava cavalcando, e papà da dietro se la stava inculando con una foga incredibile. In pratica, la sorellina lo stava prendendo nel culo e nella figa, contemporaneamente.
Ero stanco ma felice. Così decisi di lasciare sfogare quella perversioni estreme. Mentre raggiungevo la camera mi vennero in mente mille idee. Soprattutto Pirandello, con i suoi personaggi in cerca di autore.
Io avevo tutti gli attori che volevo, non mi restava altro che scrivere la sceneggiatura.

Mentre salivo le scale interne incontrai la mamma. Sembrava che mi stesse aspettando.
Era coperta da un succinto body, cortissimo, trasparente. Si vedeva che sotto non aveva nulla. La luce alla sue spalle esaltava la magnificenza dei fianchi e l’abbondanza delle tette. Era una visione da infarto. Vederla in quella mise mi fece bollire il sangue nelle vene. Il cazzo si impennò come un cavallo infuriato. Il desiderio che provavo esplose nella mia mente facendomi venire le vertigini, dovevo averla subito. Il suo sguardo si posò su di me con un’intensità tale da farmi venire la pelle d’oca. Così senza esitare mi avvicinai l’afferrai dai fianchi, la spinsi contro il muro e le ficcai un mano in mezzo alle cosce.
Poi mi attaccai alla sua bocca e la baciai con una foga tale da toglierle il respiro.

“Mamma!
“Mario! Finalmente! Vieni in camera…
“Siii!

Cingendole i fianchi la seguì fino alla camera da letto. Appena entrati, fece scivolare il body lungo i fianchi rotondi, illuminati splendidamente dalla tenue luce dell’abatjour, poi, completamente nuda, si sedette sulla sponda, con le gambe oscenamente spalancate, e mi invitò con un gesto della mano a raggiungerla… Stavolta non stavo sognando…..

Così va la vita

Guzzon59 ( claudiogusson@ymail.com)

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