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mercoledì 12 settembre 2012

Chi disprezza la nuora alla fine…..


Il proverbio dice che chi disprezza compra..... è possibile che dietro un sentimento di repulsione si nasconda un grande desiderio di possedere.....

buona lettura


Una mattina

“Buon giorno Signorina! Sono il Dottor Alberto Rossi!

La ragazza stacca lo sguardo dal monitor: Buon giorno dottore!

“Ho un appuntamento con il Dottor Bianchi! Credo alle ore 10.00 circa!

Alberto Rossi, avvocato penalista in pensione, si è presentato nel mio studio legale puntuale come un orologio svizzero. Voleva una consulenza professionale su faccende private, attinenti ad interessi patrimoniali di famiglia, che era la mia competenza, essendo avvocato civilista.
Premetto che Alberto ha esercitato l’attività forense fino alla veneranda età di 70 anni.
Tuttavia, essendo ancora uomo vigoroso, con la mente lucida, ha continuato la sua passione accettando la nomina di Giudice di Pace.
E’ stato un penalista di primo ordine. Ricordo che, ancora giovane studente in legge, con entusiasmo correvo alle udienze dibattimentali in cui si esibiva con un eloquio brillante ed una orazione da grande trascinatore.
Lo ricevo in piedi, come a volergli tributare tutta la mia stima.

Entra nell’ufficio, ammiccando un mezzo sorriso, mi ricorda subito che la visita è principalmente d’interesse e poi di cortesia.

M’invita ad ascoltare con piena attenzione e dato che gli argomenti che avrebbe trattato erano insoliti, non dovevano essere giudicati ma analizzati con mente distaccata e professionale.
Poi aggiunse che la vicenda richiedeva un riserbo assoluto e che la sua divulgazione avrebbe creato dei veri e propri disastri in famiglia, gettando discredito sulla dignità del suo casato.

Gli feci un cenno con la testa, annuendo all’invito e, appoggiando le mani sulla scrivania, lo guardai aspettando che cominciasse a parlare.

“La questione riguarda Carlo e la moglie Alessia!

Carlo era suo figlio, un amico personale di lunga data, dai tempi del Liceo.

“Dimmi!
“Vado, dunque, al nocciolo della questione! E’ possibile apportare alcune modifiche al testamento?
“Certo!
“Ma vedi c’è un problema, anzi una svolta radicale, vorrei lasciare la metà del mio patrimonio ad Alessia!

Era la nuora. Quella rivelazione mi lasciò letteralmente basito. Sapevo che c’erano stati dei dissapori tra loro!  Che cosa era successo da fargli cambiare completamente opinione sulla nuora? La richiesta suscitò la voglia di capire i motivi di tanta generosità verso una persona che lui non aveva mai apprezzato, facendo un gesto che avrebbe danneggiato economicamente il figlio.

“Sul tuo volto, noto un velo di perplessità! In questo momento non ritengo utile che tu conosca i motivi della mia azione, quello che voglio da te è un consiglio professionale!
“Alberto, le tue parole mi lasciano letteralmente stupito. Conosco tuo figlio, che tra l’altro è un amico fraterno e ritengo che lui non sarà entusiasta della notizia!
“Credi forse che io sia diventato completamente rincoglionito?
“No! Affatto! Potrei aiutarti nella decisione, ma devo capire almeno i motivi di un’azione così importante! Considera che tuo figlio, per difendere l’integrità del patrimonio, ha tenuto Alessia fuori dei suoi affari e, tra l’altro, credo che abbia stipulato un contratto di divisione dei beni!
“E’ vero! Non ha mai nutrito molta fiducia in sua moglie! Ancora adesso non capisco che cosa lo abbia spinto a sposarla!
“La sua bellezza! O forse per sfidarti!
 “Certamente per ripicca nei miei confronti!
“C’è per caso qualche problema tra Carlo e Alessia!
“Si! Il loro matrimonio è naufragato! Il divorzio è imminente!

La notizia mi lasciò perplesso. Stavolta stentavo a capire, perché Alberto aveva sempre sperato che il figlio divorziasse da Alessia. La decisione di cambiare il testamento proprio alla vigilia di un evento tanto desiderato e che si stava anche realizzando, mi apparve ancora più incomprensibile.
Approfittando di un momento di pausa, lo incalzai.

“La modifica dell’atto, in ogni caso, potrebbe creare dei problemi tecnici! Giacché l’entità del tuo patrimonio è di notevole consistenza! Suggerirei piuttosto l’istituto della donazione di qualche bene, che oltre ad essere la scelta migliore è, nello stesso tempo, un atto che potrebbe soddisfare le tue aspettative e, soprattutto, eviterebbe il sorgere di eventuali contenziosi tra Alessia e gli eredi legittimi!  
“No! Voglio lasciare la metà dei miei beni ad Alessia!

Quella volontà fu espressa con determinazione e appariva irremovibile. Com’era possibile tanta generosità? Alberto, da quello che sapevo, non aveva mai nutrito simpatia per la nuora.

Ricordo bene il periodo del fidanzamento di Carlo. Le difficoltà incontrate nel fare accettare Alessia a suo padre.  Spesso si era lasciato andare alla disperazione e, in quei momenti tragici, mi aveva confessato che il padre era contrario all’unione con Alessia, in quanto la considerava una furba in cerca di fessi ricchi da sposare.
Che cambiamento! Che cosa era successo?

“Alberto! prima di esprimere il mio giudizio vorrei almeno conoscere i motivi di tale decisione! Per trovare un cavillo a cui affidarci!

Mi fissò con un’intensità incredibile. Ebbi difficoltà a sostenere il suo sguardo. Alla fine fu lui a cedere e, abbassando gli occhi, cominciò a parlare, come se fosse entrato in uno stato ascetico.

Mi misi comodo, in posa di ascolto, lui intanto non stava fiatando ma riflettendo. Poi iniziò a parlare fissando il muro.

““Sono quaranta anni che vivo da solo! Carlo ormai ha la sua vita! Dopo il suo matrimonio ho cercato di rispettare la sua scelta di avere una casa propria, evitando di comportarmi come un vecchio impiccione! Lo so che forse ho esagerato a tenerlo distante! Ma vedi! Ho avuto l’esempio negativo di mio padre! Quello che era diventato! Un vecchio petulante che per affermare la sua autorità, cercava ogni scusa per inserirsi nella mia vita privata! Fino a rovinarla! Io non volevo fare il suo stesso errore! Anche se non ho mai accettato il matrimonio di Carlo con Alessia,

Proseguendo:

““Quando mi sposai credevo che la mia vita si concludesse felice, nella mia vecchia casa con Teresa. Invece la vita, coma sai, a volte ci riserva sorprese amare e dolci, come se un burattinaio intrecciasse i nostri destini a suo piacimento, senza alcuno scopo se no quello di procurarsi un divertimento proprio fine a se stesso, un cinico che gioca sulle nostre spalle.

“”Teresa, mia moglie, si è separata da me che ero ancora giovane, lasciandomi Carlo in tenera età. Ho affrontato quella decisione con coraggio, e con l’aiuto di mia madre sono riuscito a dare a mio figlio quello che avrebbe voluto e desiderato anche lei, il meglio. Carlo è un valido imprenditore, perché è riuscito a creare dal niente una grande azienda di distribuzione alimentare, con diverse filiali sparse in tutta la regione.

““In questi anni non ho mai voluto colmare l’assenza di Teresa con un'altra donne. Le occasioni ci sono state, ma non ho mai visto in loro quello che io volevo da una compagna.
Certo, ero ancora un uomo giovane e vigoroso e, quindi naturale che sentissi dentro di me un forte desiderio di divertirmi. Così ho fatto un compromesso con me stesso. Di rispettare il celibato di fronte agli occhi di mio figlio e, al di fuori delle mura domestiche, di sfogare le pulsioni sessuali ed il desiderio carnale con qualsiasi puttana che mi fosse capitata nel raggio di azione, clienti, colleghe di lavoro e amiche, che contattavo a causa del mio lavoro, evitando relazioni complicate con legami sentimentali e duraturi.”””

…si ferma a riflettere….

Alberto prende un attimo di pausa. Mentre lo ascoltavo, mi venne in mente che, nel nostro ambiente, era ricordato come un vero lupo famelico, la fama di donnaiolo lo aveva fatto diventare un mito. Un dubbio, però, ha arrovellato la mia testa per tanti anni: Mia madre era molto legata a sua moglie e, stranamente non gli ha mai rimproverato la separazione. Continuando a tenere con lui un legame d’amicizia  che mi ha sempre insospettito.

Ritornai a concentrarmi sul racconto…

Alberto continua:

““L’anno scorso, alla vigilia di Natale, ho avuto un incidente stradale che mi ha cagionato dei problemi alla schiena. Le conseguenze del sinistro mi hanno lasciato gli arti inferiori semi paralizzati. Dopo due mesi di degenza, all’atto delle dimissioni dall’ospedale, Carlo disse che non era opportuno che andassi a vivere da solo nella mia abitazione. Giacché, ero ancora convalescente e bisognoso di cure mediche. Mi propose di andare a vivere a casa sua, dove, senza preoccuparmi eccessivamente, mi avrebbe attrezzato una stanza per poter effettuare tranquillamente le sedute di fisioterapia per il recupero della funzionalità delle gambe.


…. Il dottor Rossi smette di parlare. Da qui in poi è il suo pensiero ad esprimersi:

““Nonostante le proteste, dovetti cedere alla sua insistenza ed accettare, malvolentieri, la reclusione forzata presso la casa di Carlo, che significava la perdita della libertà, della privacy e, soprattutto, la fine dei miei giochetti erotici con le puttane che acconsentivano a prestare la loro preziosa opera a domicilio, dietro lauti compensi. Insomma quella decisione ha rappresentato la fine del piacere che come un drogato, appagavo con le troie di strada per colmare i frequenti momenti di sconforto e di solitudine.

““Così ebbe inizio la mia vita di prigioniero, un vero calvario. Carlo ed Alessia, con la massima gentilezza possibile, hanno cercato, in tutti i modi, di farmi sentire a mio agio. Ma era impossibile perché, non conoscendo le mie abitudini, nonostante la loro buona volontà, non potevano darmi quello stile di vita a cui ero avvezzo da anni. Insomma iniziai a sentire la mancanza delle puttane. Ero come un leone in astinenza, seduto sulla sedia a rotelle che si aggirava per la casa come un animale braccato.
I miei 70 anni non mi pesavano affatto. Mi sentivo ancora forte e vigoroso, e qualche notte, sotto l’impulso cieco dei sensi eccitati, sognavo di trovarmi nelle braccia calde di troie sconosciute. Quei momenti onirici sublimi e piacevoli mi provocavano sofferenti erezioni che sfociavano di solito in polluzioni notturne incontrollate.
La cosa mi recava molto imbarazzo, soprattutto agli occhi di mia nuora.

“Una sera ho deciso di confidare le mie esigenze a Carlo, soprattutto le pene che stavo soffrendo in quelle condizioni. Mi rivolsi a lui da uomo a uomo e gli chiesi se poteva aiutarmi a trovare una soluzione, arrivai persino a proporgli di invitare qualche mia “amica”, le sere in cui lui e sua moglie erano fuori, per le serate mondane. Lui mi ascoltò attentamente e da, uomo, rispose che comprendeva pienamente le mie esigenze ma che certe emozioni, date le condizioni di salute in cui versavo, potevano essere pericolose! Mi disse che avrebbe consultato un medico per farmi prescrivere dei calmanti! Accidenti a lui ed al medico pensai! Ma che razza di uomo era! Cominciai a riflettere su alcune situazioni tra lui e la moglie, che mi fecero pensare che Carlo, da quel punto di vista, avesse dei grossi problemi nei rapporti intimi.

“Lo mandai al diavolo. Afferrai le ruote della carrozzella e facendola impennare uscì come una saetta dallo studio per andare a rintanarmi in camera mia. A sbollire la rabbia. Possibile che un uomo come lui, imprenditore, mondano, non capiva le mie necessità.

“Dopo alcune settimane, in cui c’eravamo completamente ignorati, di proposito, Carlo mi affrontò chiedendomi di parlargli. Io lo ignorai volutamente mandandolo a quel paese. La scena si ripeteva frequentemente e sotto gli occhi attenti di mia nuora Alessia, che preoccupata tentava di capire i motivi del mio malumore. Con lei non avevo alcun tipo di rapporto. Il mio disprezzo era più che sufficiente a tenerla lontano. Del resto lei lo percepiva e si teneva a debita distanza.

“Alla fine Carlo mi costringe ad incontrare un medico, che, mentendo spudoratamente, disse che nelle mie condizioni di salute certe abitudine non erano più consigliati. Si capiva che si erano messi d’accordo. Quello idiota mi prescrisse alcune pillole, credo al bromuro, che avrebbero dato la pace ai miei sensi.

“Ormai era una guerra a tutti gli effetti, e da buon stratega riuscì ad ingannarli tutti, perché facevo finta di prendere le pastiglie, ma regolarmente le gettavo nella spazzatura. Mi chiusi in un mutismo totale e non chiesi più nulla. Carlo, dopo un po’, si tranquillizzò, riducendo l’asfissiante controllo. Il coglionazzo, fesso come era, non avrebbe mai potuto intuire dal mio atteggiamento il piano che avevo escogitato.”””

“Un sabato pomeriggio, Carlo ed Alessia uscirono, per andare da amici che li avrebbero ospitati per il fine settimana. Per l’occasione presero un badante pakistano che si doveva occupare di tutto, soprattutto tenermi d’occhio in caso avessi tentato di fare cose assurde.
Appena vidi la loro auto uscire dal cortile, mi strofinai le mani. Chiamai il pakistano.

“Vieni andiamo su! Ti devo parlare!

“”Docile come un cagnolino, spinse la carrozzella fin dentro la stanza.

“Li vedi questi?
“Si!
“Sono cinquanta euro! Sono tuoi!
“Ma dottore! Io non so se posso accettarli! Suo figlio mi ha detto…
“Fesserie! Lascia perdere quell’imbecille! Non devi fare altro che chiudere gli occhi!
“Chiudere gli occhi? Non capisco!
“Ora ti spiego! Tra mezzora arriverà una signorina! Tu la farai entrare poi l’accompagnerai fino in camera da letto! Quindi dovrai sparire per almeno due ore! Hai capito?
“Ma il signor Carlo mi ha detto di….
“Ma che razza di uomo sei! Non ti pare che sia malvagio trattare un vecchio in modo così spietato? In fondo non chiedo altro che avere un momento di piacere! E che cazzo! Tieni! e non rompere più i coglioni! Ora vai giù e aspetta la signorina! Mi raccomando! Con discrezione! E soprattutto non fare domande inutili e inopportune!

“”Lo lasciai con il malloppo nella mani e lo sguardo basito. Mi spinsi verso il letto e mi preparai a ricevere la troietta, che avevo contattato poco prima. Il suo nome era Denise, d’arte chiaramente, era una segretaria che avevo conosciuto alcuni anni prima. Una bella cavallona, bionda e formosa, che mi avrebbe sollazzato il cazzo e dato alcune ore di intenso piacere.

“”Dopo una mezzora sentì il trillo dell’ingresso e alcuni secondi dopo qualcuno stava già bussando alla porta della camera. Gridai di entrare. La stanza era in penombra e c’era solo la luce soffusa delle abatjour. Appena si aprì la porta intravidi la sagoma imponente di Denise. Io ero già sul letto che aspettavo trepidante che lei si avvicinasse a me. Quando si fu accostata al bordo del letto si aprì il soprabito e nella penombra riuscì ad intravedere il suo meraviglioso corpo coperto solo da un babydoll trasparente, calze nere e reggicalze, senza reggiseno. Era fantastica.

“”Nei preliminari Denise era insuperabile. La sua bocca riusciva a fagocitare il mio cazzo in tutta la sua lunghezza, chiavandomi con la bocca in modo strabiliante. Sapeva alternare il lavoro di bocca con quello delle tette. Era straordinaria. Il mio cazzo subiva un vero e proprio tormento subliminale, senza alcuna tregua. Alla fine, al culmine di quello intenso trattamento di piacere, si alza in piedi sopra di me, poi si abbassa facendo collimare la sua figa pelosa sulla mia bocca. Profumava come le rose. Era un piacere sublime immergersi in quella fragrante vulva vaginale, caratterizzata da grosse labbra interne che sporgevano come la cresta di un gallo. Mentre le succhiavo il clitoride e le piccole labbra, lei mi sbocchinava energicamente il glande, ingoiandolo con il resto del cazzo fino in fondo alla gola.
Era una sensazione bellissima. Mi sentivo felice di poter accarezzare un culo rotondo e morbido come la gomma piuma. Dopo quel sessantanove da oscar si alza in piedi come la statua della libertà, con le gambe divaricate. In quella posizione, lentamente, si abbassa lo scoscio sul mio grembo e tenendo dritto il cazzo lo fagocita con la figa fino alla base dei coglioni. Finalmente, dopo mesi di astinenza era meraviglioso avvertire il caldo tepore della gnocca attorno al cazzo. Denise cominciò a scoparmi in un smorza candela da infarto. Si muove con le anche come un satanasso, stimolandomi in modo sublime il pene, incastrato profondamente dentro la sua vagina infernale.
 
“”Mentre mi stava cavalcando come una selvaggia cavallerizza, con le sua grosse mammelle che sbattevano libere contro il mio volto, si accede la luce.

“Dio mio! Papà?

“”Denise lanciò un urlo di terrore.

“”Davanti al letto si era materializzata Alessia, mia nuora. Sembrava una statua di marmo. Ferma con lo sguardo incollato sopra di noi. Denise, presa dall’imbarazzo, si tirò di lato, afferrò il soprabito se lo infilò in fretta e uscì correndo dalla stanza, sbattendo la porta.

“Io rimasi fermo come un baccalà. Ero nudo sul letto, con il cazzo ancora duro, impregnato di umori vaginali, che si ergeva dritto dal mio grembo. Alessia era davanti al letto, stava bloccata e scioccata, a fissarmi. Mi feci coraggio e gli urlai:

“Come cazzo ti sei permesso di entrare nella mia stanza senza bussare!
“Ho... ho... Sentito dei lamenti ed ho pensato che tu stessi male..... Mi sono spaventata perché il pakistano appena mi ha visto è scappato via... ho temuto che ti avesse aggredito....
“Aggredito un cazzo! Mi stavo facendo una bella scopata! E tu che ci fai qui?
“Ho litigato con Carlo e l’ho lasciato con i suoi amici....  lui mi ha offesa davanti a tutti...
“Questa è buona! Tanto lo so chi sei! È inutile che fai la vittima! Carlo te lo sei sposato per i soldi! Ed ora fai la mogliettina offesa! Se sei coerente con te stessa, dovresti andartene da questa casa e ritornare a fare la troia da quattro soldi!

“”La stavo offendendo pesantemente.

“Il cazzo era duro e palpitante. Soffrivo perché non ero riuscito a placarlo. Cristo era ancora impregnato dagli umori vaginali di Denise.

“Guardai attentamente mia nuora. In quel momento indossava un vestito corto e scollato. Le gambe spuntavano sode e affusolate e, con le scarpe a spillo, sembravano lunghissime. Le sue tette si potevano immaginare nel dettaglio. La sua presenza mi suscitò un impulso sessuale inaudito verso di lei, incontrollabile.

“Così, con un impeto d’ira, mi alzai dal letto. Senza rendermi conto di poter camminare. Le andai vicino e l’afferrai da un braccio.

“Quella troia mi è costata cinquecento euro! E non ha finito il suo lavoro! Ora sono qui con il cazzo duro e cosa faccio? Una sega? No! non ci penso nemmeno! Visto che non sei diversa da Denise, sarai tu a finire il lavoro! Hai capito? Troia!

Non reagiva. Era completamente soggiogata dalla mia collera. La trascinai sul letto e la spinsi giù a bocconi. Le sollevai il vestito e le strappai le mutande. Poi, le allargai le gambe e mi avvicinai da tergo brandendo il cazzo. Ho schiacciato la cappella contro lo scoscio e lo strusciata su e giù, fino a quando non la vidi affondare con il resto del corno nella sua calda fica.

“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaa cosa fai aaaaaaaaaaaaaaaaaaaa ?
“Zitta troia! To to to! Quanto vuoi! To mmmm hai una fica stretta!
“Aaaaaa mi stai facendo male aaaaaaaaaa

Gridava e si agitava ma non faceva nulla per sottrarsi dalla mia azione. Gli stavo martellando la fica con una rabbia e un impeto inauditi. La tenevo quasi sollevata dai fianchi mentre sferzavo colpi possenti dentro la sua vagina.

Mmmmmm si si mmmmm sei una troia ,…. Ti piace il cazzo di tuo suocero? To to
Aaaaaa aaaaaa aaaaa

“”Ad un tratto smette di lamentarsi e allarga le gambe, mettendosi comoda a pecorina sul letto. Le sue mani erano contratte e stringevano le lenzuola, segno che stava incassando con piacere quei fendenti.
Il suo culo era stupendo. L’avevo disprezzata senza mai soffermarmi sulla sua bellezza ma, in quel momento, mentre le stavo trapanando la fica, non potevo fare a meno di ignorare il suo fondo schiena da oscar. Quella troia era dannatamente ben attrezzata. Ogni tanto mi prendevo il gusto di strizzarle le tette e schiaffeggiare le candide natiche.

“Mmmmmm sei un gran figa… mio figlio ha scelto bene! Mmmmm

Alla fine successe una cosa che mi sorprese piacevolmente.

“mmmm si iii, finalmente un cazzo vero! Quel frocio di tuo figlio non mi scopava da anni! Mmm dai montami bastardo! Avevi ragione tu! sono una troia! E adesso posso sfogarmi! Scopami mmmm hai un cazzo all’altezza della mia fica mmmm montami mmmm
“ahahahahhaha maledetta, lo sapevo che eri una troia! Ora si che si ragiona hahahah mmmm to to, dopo voglio anche il tuo culo troia mmmm tieni
“fai pure! Me l’hanno già sfondato, quando avevo quindici anni! Mmmmmm ed è un sacco di tempo che non lo prendo nel culo! mmmmmm
“Sara mio piacere rinverdire la vecchia gloria hahah Io me ne intendo di troie hahah sapevo di non essermi sbagliato mmmm to to to to

Me la chiavai per una mezzora abbondante. Si tolse il vestito e ci buttammo sul letto. Riprendemmo da dove avevo lasciato con Denise. Ora c’era la mia bellissima nuora a muoversi sopra di me, in un sublime smorza candela!

“Mmmmm dai muoviti veloce così mmmm
“Mmm hai un cazzo possente per l’età! Mmm tuo figlio non ti somiglia per niente! Non mi ha mai fatto godere una volta! Con te è un orgasmo continuo mmmmm si si si si
“Ho sempre pensato a Carlo come ad un coglione, concentrato solo a far soldi! Che idiota! Mmmm dai troia! muovi sto culo mmmmmmmm

La serata finì in bellezza. Con lei a pecorina sul letto mentre le spianavo lo sfintere e sul più bello.

“Papà! Alessia! Che cazzo state facendo?
“Un momento che sto per sborrare nel culo di tua moglie mmmmmmm to to mmm
Alessia: si si mmmmm mmmm godo mmmmmmmmmm si

Carlo assistette basito all’atto finale di quella meravigliosa scopata. Mi alzai dal letto, nudo, con il cazzo ancora impregnato di sborra gocciolante. Mi avvicino a Carlo.
Era scioccato per la scena di prima

“Stasera tolgo il disturbo! Credo di essermi rimesso bene! Grazie anche a quella troia di tua moglie!

Mi rivolsi ad Alessia.

“Vuoi venire a vivere con me? Mi farebbe piacere avere al fianco una troia come te!

Alessia guardò suo marito.

“Credo di non avere altra scelta! Certo! No mi dispiace il ruolo di troia! Visto che tutti lo hanno sempre pensato è arrivato il momento di farla! Ahahahahahah


Siamo nuovamente nello studio legale del Dottor Bianchi, che sta riflettendo su quella strana proposta.

Il dottor Alberto Rossi, si desta dai suoi pensieri, ritrovandosi di fronte l’avvocato Bianchi.

“Allora? Che cosa è successo dopo l’incidente?
“Niente! Alessia ha litigato con suo marito ed è venuta a vivere con me! Mi assiste amorevolmente da buona nuora! Mi ero sbagliato su di lei! è una brava ragazza e non merita l’odio di Carlo! Temo che dopo il divorzio Carlo non le darà un centesimo! Così vorrei garantirle una certa sicurezza economica, almeno, ricompensarla per tutto quello che sta facendo per me!
“Capisco!

Il dottor Bianchi riflette:

In realtà non avevo capito assolutamente nulla. Mi sembrava solo gratitudine per le cure che la nuora stava offrendogli come una normale badante.
La vita è strana. La donna che disprezzava e considerava una volgare cacciatrice di doti, alla fine aveva fatto breccia nella sua anima indurita, spingendolo a tanta generosità.

“Il testamento non è possibile modificarlo! Perché è impugnabile dall’erede legittimo! Io suggerirei l’istituto della donazione!
“Bene! Facciamo come dici tu! Iniziamo dalla casa in cui abitiamo! La dono a lei!

Alberto, dopo la consulenza, prima di accommiatarsi.
“Dai un abbraccio affettuoso a tua madre! Da parte mia!
“Sarà fatto!

Il vecchio riflette:
“La madre! Che troia! Avrei voluto un centesimo per tutte le volte che me la sono inculata! A quest’ora sarei miliardario!

Così va la vita 

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