Non avrei mai immaginato che le nozze di mio figlio Carlo diventassero l’occasione per sperimentare il piacere unico di una scopata incestuosa.
Una storia incredibile ma vera.
Era domenica mattina, di un maggio che si
preannunciava caldo. Del resto eravamo quasi a giugno.
Appena è arrivato il fatidico momento del “si”, finalmente
ci siamo scaricati psicologicamente delle tensioni accumulate durante l’organizzazione della cerimonia nuziale, poi di corsa al ristorante dove abbiamo dato inizio ai festeggiamenti dei novelli
sposi.
Eravamo più di cento persone. C’erano i miei fratelli
e nipoti, alcuni cugini, insieme ai parenti della sposa e amici comuni.
Il pranzo nuziale è stato servito in pompa magna in un
clima d’allegria. Nel tavolo di fronte al mio si erano riuniti i nipoti e altri
giovani invitati, tutti insieme si divertivano con schiamazzi, risate e
incitamenti agli sposi del bacio.
Tra questi, c’era Annalisa, la figlia di mio fratello,
una giovane ragazza un po’ in carne, che avendo un carattere gioioso, si era scatenata.
La sua allegria era coinvolgente, perché alimentava un clima di festa con balli, trenini e quanto la sua mente fosse in grado di
realizzare. Aveva l’indole dell'animatrici di feste.
In quella circostanza notai che il cameriere si avvicinava più
volte al tavolo dei giovani, per rimpiazzare le bottiglie di vino, che consumavano con una frequenza preoccupante.
In poche ore l’allegria dei nipoti si stava
caratterizzando in una buona dose d’ebbrezza. La cosa non m’impensieriva perché
la festa sarebbe durata fino a tarda serata e c’era il tempo di smaltire
l’eventuale abuso di vino.
La scelta del ristorante “al moro” è stata azzeccata,
perché si trovava immerso in un gran parco, che formava una bellissima cornice di piante
verdi, ampi prati e piccoli boschi di alberi di platano. Lo sfondo si arricchiva di un
orizzonte fantastico, perché la tenuta terminava su una splendida scogliera, che scendeva a picco nel mare.
Nel tardo pomeriggio, durante la sosta, prima della
degustazione della torta e dello spumante, decisi di fare una passeggiata nel
parco, per aiutare lo stomaco a digerire.
Mi avviai insieme a mio fratello. Dopo aver attraversato
i lunghi viali fioriti, ci siamo seduti su una panchina posta ai bordi di un
prato verdissimo. Al centro c’erano i nipoti e i giovani amici che scherzavano
e giocavano. Tra essi notai che Annalisa era la più sfrenata, perché rideva in
continuazione.
“Ho l’impressione che tua figlia abbia esagerato con il
vino!
“Già! Si è fatta prendere dall'euforia della giornata!
Ma si! Ci sta! Sono giovani! Che si godano pure la vita!
“hai ragione! Magari potessi riavere quei momenti
d’incoscienza! Ricordi? Come ce la siamo goduta anche noi, quella meravigliosa
età!
“E’ vero! Avranno tempo per pensare ai problemi della
vita!
Un po’ alla volta notai che i ragazzi stavano tornando
al ristorante.
Anche mio fratello mi invitò a rientrare, gli dissi che
l’avrei fatto dopo aver fumato una sigaretta. Così mi diressi verso la
scogliera per gustarmi una bionda e, nello stesso tempo, ammirare il panorama
incantevole offerto dal mare.
Mentre ero concentrato a fissare l’orizzonte,
incantato a guardare la linea sottile tra il cielo e il mare, avvertì la
presenza di qualcuno dietro le mie spalle.
“Zio! È uno spettacolo bellissimo!
Era Annalisa.
“Zio, mi offri una sigaretta!
Gliela porsi in mano. Mi accorsi che aveva difficoltà
a portarla alle labbra. Allora, l’aiutai ad appoggiarla alla bocca. Tirai fuori
l’accendino e gliel’accesi.
Fece un lungo tiro.
Guardò di nuovo l’orizzonte e poi si accostò a me.
“Zio! Mi reggi per cortesia! Mi gira la testa e ho
difficoltà a stare in piedi!
“Hai esagerato con il vino!
“E’ colpa di Nicola! Si è messo in testa di
ubriacarmi! E io da stupida gli ho detto che sarei stata in grado di sopportare
l’alcool!
“ahahahah sei matta!
“Già!
L’abbracciai, cingendogli la vita. Aveva un vestitino
sottile e leggermente largo ma, aderente al corpo. La stoffa era piacevole al
tatto. La mano si chiuse su un fianco.
Annalisa dopo alcuni tiri, buttò la sigaretta a terra
e posò la testa sulla mia spalla, abbracciandomi a sua volta.
“Zio! Mi sento bene in questo momento! Tutto mi sembra
incantevole!
“ahahah sarà l’effetto del vino! Ci sediamo su quella
panchina?
“Aspetta! Mi è venuta voglia di fare pipì!
“Allora sarebbe meglio che rientrassi al ristorante!
“No! Non voglio perdermi questo momento! Ti dispiace
se la faccio dietro quell’albero?
“Ok! Ahahah aspetta che mi allontano!
“Zio! Ti prego! accompagnami! Ho difficoltà a stare in
piedi!
“Non credi che sia un po’ imbarazzante per me!
Assistere a qualcosa di così intimo?
“sono tua nipote! Praticamente una figlia! Da piccola
mi hai visto tante volte fare pipì nel giardino dei nonni! Ti ricordi!
“ahahah certo! Facevi incazzare la nonna!
Mi prese per mano e, con passo insicuro mi trascinò
dietro il grosso tronco di platano. Senza badare a me, con disinvoltura, si
alzò il vestito leggero e si abbassò le mutandine nere, fino alle ginocchia,
quindi si piegò come una rana verso il terreno iniziando a pisciare. La scena
mi lasciò di stucco.
Annalisa era una ragazza in carne, con fianchi larghi,
cosce rosa e la pelle liscia senza smagliature. Appena si sollevò il vestito e
si abbassò le mutandine, la sua figa pelosa mi assalì come una forza occulta della
natura, dando un forte scossone ai sensi. Ma quello che scosse i miei pensieri
furono gli autoreggenti neri che mettevano in evidenza la pelle candida della
cosce.
La figa corpulenta mi apparve una nicchia piacevole e molto
sensuale. In quella posizione le grosse lebbre si aprirono lasciando emergere quelle
interne crestate e sormontate in cima dal clitoride. Uno scroscio d’urina
iniziò ad uscire formando un laghetto giallo tra i bianchi glutei e le cosce
spalancate. Avrei dovuto girarmi, ma lo spettacolo era così seducente che
rimasi imbambolato a fissare come uno stoccafisso.
Annalisa, appena finito di pisciare, mi chiese di
aiutarla ad alzarsi, perché gli girava la testa. Quando, fu in piedi vidi che
indugiava a tirarsi le mutandine.
Mi guardava sorridendo. Poi mi porse la borsetta chiedendo
di tirare fuori un pacco di fazzolettini di carta.
“Zio! Ti chiedo un grande favore! Mi asciughi?
Quella richiesta mi fece venire la pelle d’oca.
Annalisa era completamente fuori di senno. Non si rendeva conto che la
situazione era imbarazzante. Rideva a scatti. Gli occhi erano completamente lucidi
e vuoti, oltre non s’intravedeva alcuna coscienza.
Con una vocina sensuale mi implorò nuovamente di
asciugarla. Ero scioccato, perché voleva significare che avrei dovuto ficcare
la mano in mezzo alle sue cosce.
Oltre tutto, ero anche agitato a causa del suo
comportamento, perché continuava a tenersi il vestito sollevato, cosicché le cosce
allargate, le mutandine abbassate e gli autoreggenti creavano uno scenario
da infarto.
Annalisa, completamente incosciente, aveva creato una situazione
infernale, che mi stava sconvolgendo emotivamente, suscitandomi un senso di lussuria che non avrei mai immaginare potesse accadere in quella giornata di letizia.
La visione della figa, delle cosce
coperte dagli autoreggenti, mi stava scatenando un terremoto di adrenalina. Il
cazzo reagì d’istinto e impazzito, ubbidì alle mie reazioni estreme, ingrossandosi
fino a diventare duro e pulsante.
Alla fine, dovetti cedere alla sue suppliche
insistenti. Tirai fuori un fazzolettino e tenendolo in mano lo appoggiai sopra
le lebbra ed il pelo bagnato della figa. Pressai nei solchi per asciugare
l’umidità. In quel momento Annalisa reagì con un lungo sussulto, gemendo in
modo sensuale.
“Mmmmmmmmmmmmmmmm
Quella reazione mi eccitò. E fui totalmente affascinato
dalla carnalità che emanava quei lievi singulti di piacere. La sentivo docile e
disponibile. Il suo respiro forte, affannoso, mi stava facendo impazzire la
fantasia.
La pelle della figa era morbida e calda. Il pelo era soffice.
Non riuscivo più a prendere le distanze mentali da un desiderio di sesso che la
morale comune condannava categoricamente, ma che un sentimento lussurioso cieco
e indifferente stava maledettamente animando i miei pensieri.
“mmmmmmm si mmmmmm mi piace zio mmmm
Dopo aver razzolato nell'incavo vaginale, notai che il
fazzoletto si era impregnato di liquido
e si stava disfacendo, quindi lo gettai. Lei prontamente reagì:
“No! Ti prego continua mmmm ti prego oooo continua
aaaa mi piaceva mmm
Stavo in silenzio ad ascoltarla. A meditare sul da
farsi. Alla fine, decisi di assecondare quelle suppliche incoscienti, che non
facevano altro che alimentare le mie intenzioni lascive, così vinto dalla forza
cieca della natura, infilai nuovamente la mano riprendendo a muovere le dita,
stavolta senza fazzolettino. Lei, intanto si era appoggiata al tronco del
platano, con le cosce spalancate, a godersi il piacevole stimolo. Attraverso la
pelle delle cosce avvertivo il suo corpo fremere.
La voglia di accarezzarla mi spinse a maggiore ardore,
quindi strinsi con forza la vulva vaginale, provocando delle reazioni estreme,
tremori e respiri affannosi con il movimento veloce del petto. Vederla ansimare
e godere mi eccitava, per cui mi accanì ancora di più attaccando a pungolare con
maggiore energia. Il desiderio di vederla gioire, alla fine, mi portò ad
affondare alcune dita nella carne viva, penetrandola in profondità.
“mmmmmm si mmmm si mmmmmmmmmmm si si mmmmm
Annalisa diffondeva una energia sessuale incredibile, allo
stato bestiale, che era impossibile placare. Mi ero fatto prendere dal gioco. In
sostanza la stavo scopando con il dito medio. La vagina in pochi minuti si era
impregnata di umori che colavano copiosi sul dorso della mano.
In quel momento si era aggrappato alle spalle e
tenendosi serrata a me, si lasciava stimolare come una porca. Era bellissimo
sentirla partecipare in quel modo.
“mmmm mmmmmmmmm si si mmmmm è meraviglioso mmmm godo
mmm
Non riuscivo più a fermarmi. Il sangue mi bolliva
nelle vene e in pochi secondi mi venne una gran voglia di andare oltre.
Mentre gli stimolavo la figa, decisi di sbottonarmi i
pantaloni e tirarmi fuori il cazzo, assecondando una grande brama di
masturbarmi, così, dopo aver armeggiato riuscì ad estrarre un cazzo rigido e
dolente. Finalmente stavo sperimentando su di me qualcosa di piacevole. In un
primo momento avevo deciso che mi sarei limitato a spararmi una sega, e nello
stesso tempo a dilettarmi a grattargli la figa. Ma non avevo fatto i conti con
i miei istinti bestiali. Col passare dei minuti mi venne un forte desiderio di rovistare
con il cazzo duro nello scoscio infuocato di Annalisa.
La voglia di infilarglielo in mezzo alle gambe dominava
ormai la mia mente. Così, mi appoggiai a lei, sollevandola quel tanto da poter ficcare
il pene in mezzo alle cosce calde. Glielo spinsi nell'incavo vaginale e poi
presi a masturbarmi con il movimento concitato del bacino. Sentivo il caldo
avvolgente della figa che scorreva sulla massa dura. Pensai che in quel modo avrei
preso due piccioni con una fava. Sollazzare il cazzo e stimolare la fica della
cara nipotina, in un sublime reciproco piacere dei sessi.
“Mmmmmmmm si si mmmm si zio mmmm ho voglia di sentire
il tuo cazzo dentro di me! Ho voglia di scopare mmm ora mmmm
“mmmm sei calda mmmm dio mi stai facendo impazzire
mmmm sei il demonio in persona! mmm che cazzo devo fare? Porca miseria anche io
ho un gran voglia di sbatterlo dentro sta fica infernale mmmmm
Fino a quel momento non ci avevo ancora pensato a fare
quel passo. Mi era rimasto un briciolo di ragione che mi tratteneva
dall'intraprendere quel gesto tremendamente proibito. Tuttavia, ero talmente
eccitato e la situazione era così compromessa che non riuscivo più a pensare ad
altro. Alla fine, in piena confusione dei sensi, i freni inibitori si sbriciolarono
e furono soverchiati dagli istinti animali, primordiali: così decisi di
accontentare la cara nipotina e gettarmi a capo fitto o se preferite con il
cazzo duro in quell’inferno incestuoso.
“ma si… muoia Sansone con tutti i filistei… non ce la
faccio neanche io! Nipote o no! Ho una gran voglia di chiavare! To mmm to mmm
prendilo tutto mmmm
“mmmmm si si si mmmmmmmm
Mi abbassai quel tanto da poter puntare la grossa
cappella tre le fenditure bagnate della fica di Annalisa. Fu gioco facile,
perché erano talmente impregnate di umori vaginali che scivolai dentro comodamente,
fino alla base dei coglioni. Un caldo torrido aggredì subito il cazzo e poi
fu l’inferno a scandire i ritmi di quella sconvolgente scopata.
“to to to mmmmm mmm
to to to cazzo come sei calda!
“Mmmmmmmmmm aaaaaaaaaaaaaaa mmmmmmmmmmm aaaaaaaaaaa
L’avevo placcata con le spalle contro il tronco del
platano e gli tenevo sollevato un a gamba per aiutarla a restare in piedi e nello stesso
istante poterla chiavare agevolmente in profondità. Mi sembrava di essere in
paradiso. Le cosce di Annalisa erano morbie e calde. La chiavavo con impeto e
con grande slancio emotivo.
Infatti, mi ero incastrato tra le gambe aperte e
ficcavo dentro la sua meravigliosa fica con un furore bestiale. Dovetti placare le sue labbra carnose per attutire i gemiti che erano diventati degli
acuti.
“Aaaaaa mmmmmmm aaaaaaaaaaaa mmmmmmmmmmm
Erano acuti e suoni gutturali, che si alternavano, in una
sequenza quasi lirica, sottolineando quel concerto di archi e violini. I
fendenti erano secchi e profondi. La sentivo tremare come un fuscello. Gli
occhi erano sbarrati e lucidi. Si teneva aggrappata alle spalle, mentre
incassava la mia azione impettuosa.
“Mmmmmm aaaaaaaa mmmmmmmmm
Dopo alcuni colpi micidiali, cominciai a sentire i
primi impulsi di sborra che avevano assalito la radice del cazzo. Allora mi
strinsi a lei, e iniziai a martellare con più forza, penetrandola con un cazzo
duro e indeformabile come l’acciaio, che trasformarono i colpi in azioni devastanti, tali da sconquassargli la fica.
Alla fine di una serie di movimenti convulsi e
continui, mi bloccai dentro di lei, la strinsi dai fianchi e mi abbandonai dentro
il suo utero, scaricando una intensa e lunga sborrata e poi fu il diluvio universale
a diffondersi dentro di lei.
“Mmmmmm to to
mmm to to mmmmmmmm zoccola mmmm puttanella ti piace il cazzo e? to to
mmm to
“Mmmmmmmm si mmmmmmmmmmmmmm si si mmmm mi piace mmmm
Fu l’unico momento in cui mi sfogai, proferendo parole
oscene, che si intonavano perfettamente alla situazione.
Nello stesso istante sentì qualcuno che stava urlando
il mio nome. Cazzo era mio fratello e il padre di Annalisa. Mi composi in fretta.
Gli tirai su le mutandine e gli aggiustai il vestito. Era già alle mie spalle.
“Che sta succedendo?
Annalisa era completamente in catalessi. Dopo la
scopata si era rilassata e stava appoggiata al tronco del platano come un
manichino inanimato. Sembrava una zombie.
“Si è sentita male!
“Lo sapevo che finiva così! Sta cretina! E’ ubriaca! Tu
vai dentro che ti stanno aspettando per il taglio della torta! A lei ci penso
io! Ei aspetta! Hai i pantaloni tutti sporchi di vomito?
Erano gocce di sperma e fluido vaginale.
“Urca!
“Porca miseria! Sta cretina! Tieni! Pulisciti con
questo.
Mi porse un fazzolettino di carta.
Mi dileguai in fretta, lasciandoli lì, lui a sostenere
Annalisa, mentre stava cercando di rianimarla. Impresa difficile, poiché era completamente
in coma e appagata fisicamente, non gli restava altro che portarla a casa e
metterla a letto.
Dopo un quarto d’ora vidi mio fratello che stava
brindando insieme agli altri. Mi avvicinai:
“Annalisa che fine ha fatto?
“E’ in auto che sta dormendo beata! Quando si
riprenderà faremo i conti! Quella cretina stava rovinando la serata!
“L’hai lasciata da sola?
“No! Con lei c’è papà! Ha detto che non gli piacciono
i dolci e non beve più da tanto tempo! Per fortuna altrimenti mi sarei perso
questo momento!
“Ah!
Al termine della serata, quando tutti gli invitati erano andati via e gli sposini fuggiti in viaggio di nozze, notai papà che stava entrando nel ristorante.
Mi avvicinai per salutarlo. Lo sguardo mi cadde sulla
cerniera lampo dei suoi pantaloni, era aperta e cosa sconvolgente, i bordi
erano completamente impregnati di “vomito”, se così è lecito chiamarlo.
Durante la serata, spesso, mi ero chiesto se Annalisa,
dopo i postumi della sbornia, si fosse ricordato qualcosa di quel giorno speciale.
La mente non l’aiutò a ricordare l’evento, ma ci penso
madre natura a farlo emergere, quando alcuni mesi dopo la sua pancia iniziò a
ingrossarsi rivelando una gravidanza imbarazzante e misteriosa, considerato che
la ragazza non era fidanzata.
Unico dilemma: chi era il padre?
Così va la vita.
Guzzon59