Nel
mese di Marzo dell’anno scorso ho ospitato per alcuni giorni il mio fratellino
Roberto, poiché doveva partecipare ad un concorso pubblico per un impiego
statale.
Il
fratellino, in quel periodo, si
era lanciato negli studi con molto accanimento e, somatizzando lo stress del
momento, si aggirava per casa come uno zombi, soppesando libri e fogli che
leggeva nervoso dove gli capitava.
In
quei giorni, per evitare di disturbarlo, gli avevo lasciato a disposizione
l’appartamento e, adeguandomi alle sue esigenze di studio, mi ero trasferita a
casa di un amico.
Alla
vigilia della prova d’esame telefonai a Roberto, per accertare che stesse bene
e fargli gli auguri. Lo chiamai più volte, senza ottenere alcuna risposta,
anzi, dopo alcuni minuti, era la segreteria telefonica a rispondere.
Cominciai
a preoccuparmi.
Cosi
decisi di raggiungerlo e dissi al mio amico che forse sarebbe stato meglio se
avessi passato la vigilia degli esami a casa, accanto a mio fratello, per
dargli fiducia e sicurezza. Era il mio fratellino e come sorella maggiore avevo il dovere morale di sostenerlo in quella prova così importante per la sua vita.
Appena
arrivata, trovai la casa immersa in un silenzio totale. Non si sentiva volare
una mosca. Pensai che stesse studiando nella sua stanza. Andai in camera da
letto, posai la borsa e dopo aver fatto toilette mi avviai verso la camera
occupata da Roberto. Lui non c’era. Il letto era completamente disfatto e
coperto di fogli e libri sparsi in ogni dove. Sulla poltrona giacevano i vestiti
e un accappatoio di spugna, che era ancora umido.
Mi
avviai allora verso il salottino. La stanza era in penombra, illuminata a
tratti dalla luce proiettata dal televisore, acceso senza il sonoro.
La porta
era semiaperta. Mi avvicinai e, prima di spalancarla, mi bloccai all’istante,
perché attraverso la fessura vidi una scena che mi lasciò basita.
La
natura intima di quel gesto consigliava di allontanarsi immediatamente dal
posto.
Ma
era anche una scena di straordinaria carica sensuale ed emotiva.
Roberto
era adagiato sul divano completamente nudo. Il suo corpo muscoloso occupava
tutto il mio campo visivo. La testa era appoggiata all’indietro. Gli occhi
erano chiusi.
Ma
quello che contorse le mie budella fu la sua mano destra. Era saldamente
attaccata al cazzo e si muoveva lentamente su e giù.
Il
membro di Roberto, mi colpì come una folgore, perché era grosso, rigido e
s’innalzava dal suo grembo piatto come un possente obelisco. Un magnifico
esemplare di cazzo. La cappella grossa e rotonda, rifletteva la luce
intermittente del televisore.
Roberto
non stava guardando nulla, ma dall’espressione del viso s’intuiva che lo stato d’estasi
stava immaginando fantastici scenari erotici.
Seguivo coinvolta la sua mano, scendere su e giù, e dentro di me cominciai a sentire un forte turbamento,
che scombussolava tutto il basso ventre.
Il
suo corpo era scolpito magnificamente, nulla a che vedere con quello adiposo e
flaccido del mio amico. Un giovane bello e prestante.
La
virilità del suo membro, rispecchiava palesemente una forza e un’energia che
solo ad immaginarla scatenata dentro di me, mi faceva increspare la pelle.
In
pochi minuti fui completamente ipnotizzata dal suo cazzo. Lo fissavo e fremevo
a vederlo torturato insistentemente dalla sua mano.
Mi
venne una gran voglia di toccarmi la figa, già abbondantemente fradicia. Le
dita si impregnarono subito del fluido umorale secreto in abbondanza,
affondando entro labbra infiammata dal desiderio, e quel contatto mi fece
subito tremare il corpo.
Mi
toccai con violenza il seno, e trovai una forte sensibilità nei capezzoli
turgidi come granelli di diamante.
Roberto
intanto, ignaro della situazione, continuava a darsi piacere e io a restare li,
come una scema a fissarlo, intensamente, in silenzio, senza perdermi nulla di
ogni piccolo particolare. Un adone, con il petto spazioso, le braccia forti, il
ventre piatto, le gambe robuste, ed un cazzo maestoso, che mi aveva
completamente sedotto.
Fratello
o no, in quel momento vedevo un meraviglioso esemplare di maschio che mi stava
suscitando una libidine che a stento riuscivo a controllare.
Dopo
l’ennesimo strofinamento della vulva vaginale, mi assalì una gran voglia di
toccare quello scettro, di sentirlo palpitare tre le mani. Di strapazzarlo,
baciarlo, leccarlo come il più squisito gelato cha abbia mai assaggiato.
Pensiero
e azione, si susseguirono automaticamente e mi inginocchiai ed entrai nella
stanza gattonando come un perfido felino, in procinto di saltare su quella
prelibata preda.
Roberto
continuava ignaro a tenere gli occhi chiusi, e a darsi il sublime piacere.
Quando
gli fui a ridosso, finalmente potei vedere quella meraviglia a distanza
ravvicinata. Cribbio, quanto era possente!
Mi
soffermai incantata ad ammirare il palo fraterno, le nervature, il prepuzio
robusto e la bellissima cappella, divisa divinamente dalle due parti del glande
in tensione.
L’apertura
in cima era cosparsa di liquido seminale, la pelle era talmente tirata che
potevo vedere i reticolati delle venature che si dipanavano come fiumi in
piena. I coglioni, grossi e pendenti, si muovevano al ritmo della mano. Le
gambe erano aperte e io potevo indugiare in mezzo, in ginocchio, a fissare
ammaliata quel miracolo della natura.
Lentamente
mi spogliai, via la camicetta, via la gonna, restando in reggiseno e
mutande.
Mi
accostai con la faccia per annusare l’odore del suo sesso. Nello stesso istante
avevo ripreso a stimolarmi la figa.
La
situazione era incredibilmente eccitante: Roberto stravaccato sul divano, con
le gambe aperte, a masturbarsi con gusto, ed io, inginocchiata tra le sue
cosce, a seguire l’evoluzione di quel gesto conturbante e a dare piacere alla
vulva vaginale, infiammata dal desiderio.
Alla
fine, travolta da una follia erotica impossibile da gestire, appoggiai le
labbra sulla cappella e presi a leccare il glande e nello stesso istante le
mani si strinsero attorno a quella di Roberto accompagnandola nella sua corsa
di piacere.
“Che
cazzo? Giulia? Ma che cazzo!
“SSSS
ti prego! Lasciami fare! Ti prego!
Roberto
si era destato dall’estasi e sgranando gli occhi mi fissava come se avesse
davanti a se un’aliena sbarcata da chissà quale mondo lontano. Mi guardava
impacciato. Tentò di ritrarsi, stringendo le gambe per cercare di allontanarsi
da me, ma gli fu impossibile disfarsi della mia presenza, perché mantenni la
posizione, come un valoroso soldato, tenendomi saldamente attaccata al suo
scettro che serravo con forza e con entrambi le mani.
“Roby…
ti prego! Lasciami fare! Ti prego ooooo
Ero
talmente eccitata di stringere in mano il suo cazzo, che in quel momento lo
avrei ammazzato se solo mi avesse impedito di andare oltre.
L’effetto
piacevole della sega stava comunque avendo la meglio.
Le
mie mani continuarono il lavoretto al posto delle sue, e suo malgrado, un po
alla volta stava abbassando la barriera di imbarazzo alzata a difesa delle sue
ultime forze.
“Giulia!
È… è sbagliato!
“Non
m’importa nulla! Ho voglia di darti piacere! Di toccare questo cazzo
meraviglioso! Lasciami fare!
“Io
ti lascio fare! Sei la sorella maggiore! Ma mettiti nei miei panni?
“Ci
sono! Sono tua sorella! E allora?
“Be!
Se non ci vedi nulla di sbagliato! È tutto tuo!
“mmmm
così mi piace mmmmmmm
Finalmente
cedette. Mi sedetti al suo fianco completamente esposta sul suo ventre, a deliziarmi
e a giocare con il suo cazzo duro.
Lo
segavo, lo leccavo, lo succhiavo soppesando i suoi stupendi coglioni, sodi e
duri come roccia.
Roberto
era più giovane di me di dieci anni. Il suo corpo massiccio era tonico e caldo
come una stube. Lo accarezzavo in ogni parte, nutrendomi degli angoli più
sensuali, baciavo i capezzoli, le ascelle, il petto, le spalle e poi finivo
sempre per abboccare al suo grosso cazzo, come un pesce affamato di quella esca
divina.
Era
la meraviglia della natura, che avessi mai visto. In quel momento era mio, solo
mio e lo stimolavo in tutta la sua lunghezza, ingoiandolo fino a far andare la
punta oltre l’ugola.
Anche
in quegli istanti cercavo di stimolarmi la figa, combinando i movimenti della
bocca con quelli delle mie dita che affondavano nella fessura ormai arrossata.
Mi sarebbe piaciuto se anche lui avesse preso quell’iniziativa, e cominciato a
dilettarsi con la mia micia, per questo lo fissavo, cercando di fargli capire
che avevo bisogno delle sue mani, che il mio corpo implorava un contatto fisico
forte.
Il
miracolo avvenne. Quando alcune dita della mano del caro fratellino si
intrufolarono nello scoscio alla ricerca della fica. Fu un piacere immenso,
quando la fica fu preda della sua lussuria.
Gli
aprì le cosce per facilitargli il compito.
La sua mano aveva ormai conquistato
la piazza e si stava comportando da padrone. Dopo un po’ la percepì in ogni
parte del corpo. Stringeva le tette e accarezzava il culo, perdendosi lungo i
fianchi e le cosce. Era nervosa e vogliosa di occupare tutto il territorio. La
mia bocca intanto incalzava sul cazzo, senza dargli tregua.
“Giulia
mmmmm non c’è la faccio più mmmmmm
Sentirlo
ansimare mi dava una gran forza. Così aumentai il lavoro di bocca. Ad un certo
punto le sue mani afferrarono il mio capo, e tenendolo fermo, sentì il cazzo che spingeva con energia dentro la mia gola. In pratica mi stava
chiavando in bocca.
“Mmmmm
Giulia aaaaaaaaa mmmmmmmmm
La
sborra uscì copiosa riempiendomi la gola e tracimando dai lati delle labbra. Il
fratellino continuò a scoparmi in bocca fino all’ultima stilla di sperma.
Roberto
superò l’esame e decise di restare ancora una settimana. I primi giorni ci
limitammo solo a piacevoli preliminari, perché ancora timorosi di infrangere il massimo
tabù. Ma una sera, in preda al delirio estremo, sconvolta dal desiderio di far
sesso, presi l’iniziativa e fui io ad impalarmi sul suo maestoso cazzo, con mio
grandissimo e immenso diletto. Poi fu il delirio e l’inferno dei sensi a
scandire i ritmi delle magnifiche scopate.
Così
va la vita
Guzzon59
3 commenti:
buonasera Guzzon, come va? Ottima descrizione
Trovo particolarmente eccitante questo racconto, in particolare quando la sorella lo sta spiando la descrizione di quello che lei sta vedendo provando è molto particolareggiata come in tutto il proseguo del racconto.
Personalmente sono del tuo stesso parere a riguardo dell'incesto e sicuramente guardandolo in altra prospettiva non ci vedo assolutamente niente di sbagliato
Molto piacevole e intrigante e descrizioni particolareggiate dalla sorella che spia il fratello sul divano fino alla logica conclusione. Trovo questi racconti che riguardano l'incesto particolarmente interessanti e che riescono a far comprendere che forse certi pregiudizi al riguardo dei rapporti incestuosi siano privi di senso ( se non c'è violenza qualsiasi forma di sesso è una cosa meravigliosa)
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