Un sabato pomeriggio, in casa di mio fratello Franco, mi trovai davanti ad una tempesta. Mio fratello, spalle basse, incassava le urla di sua figlia Sara, che sbraitava, incazzata come una iena. Da quello che capii, era arrabbiata verso il suo ragazzo Marco.
“Papà se dovesse arrivare Marco, ti avverto! Guai a te se lo fai entrare! Non lo voglio vedere! Mandalo via! Hai capito? Perché se lo vedo, sarei capace di ammazzarlo!
“Ci risiamo? Ma possibile che siamo sempre alle solite? Siete peggio di cani e gatti! Che cavolo è successo stavolta?
“Lo so io! Non voglio più vederlo! Va bene?
“Va bene! Ve bene! Certo che sei la solita esagerata! E che cavolo! Potresti essere un po' più comprensiva! no?
Sara sgranò gli occhi, trattenendo una rispostaccia, poi sbruffò, scosse la testa, allontanandosi veloce. Il forte rumore della porta della sua camera da letto, sbattuta con grande forza, ha lasciato intendere che non era il caso di impicciarsi dei suoi affari.
Con Franco, ci guardammo basiti, senza dire una parola. Poi:
“Andiamo in cucina! Ti preparo un caffè!
Con mio fratello gestivamo una officina meccanica, molto avviata. Lui era la mente ed io il braccio. Dopo aver discusso di problemi aziendali.
“Certo che Sara ha un bel caratterino!
“Già! Tutto sua madre! Caratteri uguali! Di conseguenza sarebbe stato impossibile che potessero convivere! Sara, così, ha preferito venire a stare da me! Non è che mi dispiace, ma come hai visto! mi tocca fare il ruffiano o il messaggero di sciagure!
“ahahahah Ti avevo avvertito! Non sposarti! Guarda me! Mmm mi sento libero di fare quello che cazzo mi pare! E ti assicuro che a letto non ci vado mai da solo!
“Lascia perdere! Non voglio pensarci!
“Non ci crederai? Ma questa filosofia di vita lo imparata da ragazzino!
“Non è che sia una bella vita! una botta e via! Credo che siano importanti anche i punti fermi!
“Il tuo guai, è che sei una persona troppo seria! Troppo rispettosa! Guarda me? Non è che non rispetti le donne? Anzi! Ma preferisco non impegnarmi! Divertirsi si! Ma senza impegnarsi!
“Certo! Fino a quando ci sono quelle che la danno! Ci credo!
“Non è scontato! Ti sbagli! Le conquisto, perché conosco l'animo femminile! Non tutte sono desponibili a dartela! Vedi! Devi cogliere il momento giusto! Cioè, azzardare! Perché, nessuna donna te la da di sua spontanea volontà! Te la devi conquistare!
“Si! ha parlato il grande stratega! Ma fammi il piacere!
“Vuoi un prova? Non avevo compiuto ancora quindici anni, eppure, mi sono scopato una donna fantastica, matura, che tutti credevono irreprensibile e, direi, anche irragiungibile!
“Perché abitava ai piani alti! Ahahahahah
“Anche! Ahahah, se ti rivelassi il suo nome! Ci resteresti di merda!
“Lo so! Premi dalla voglia di dirmelo! Spara!
“Te la ricordi la zia Elvira?
“Chi? La cugina della mamma?
“Si! proprio lei!
“ma, non dire cazzate! E' risaputo che era una donna irreprensibile! Su di lei, non ho mai sentito pettegolezzi!“Ti assicuro! Franco, credimi! Lei è stata la prima, con la quale ho sperimentato il mio metodo!
“Ma vai a cagare! Ma guarda questo? che cosa si inventa! Non ci credo che una donna, come zia Elvira? si sia concessa a chi? ad un moccioso di quindici anni? Sei proprio fumato!
“Non mi credi? Ti ricordi il vaso cinese, quello che la mamma, aveva messo ai piedi della scala?
“Si me lo ricordo! Anche bene! perché lo trovammo in mille pazzi! La mamma, non sapendo chi fosse stato, ci ha puniti tutte e due! Niente pagetta il sabato sera!
“Già! E se ti dicessi che, quel magnifico vaso, lo ha rotto la zia Elvira! mentre me la ingroppavo a pecora? E' stata la mia prima sveltina, non lo dimenticherò mai! Cazzo che scopata! Intensa, veloce, mentre tu, la mamma e papà, eravate in casa!
“ma tu sei fuori!
“Ti dico, che è successo! Quel giorno le avevo aperto la porta, era venuta a cercare la mamma! Era fantastica, portava un vestito attillato e molto corto! Che figa! Sai quante seghe mi sono sparato in suo onore? Comunque, quel giorno, le camminavo dietro, ma, quando ha iniziato a salire le scale, il suo fantastico culo si è svelato in tutta la sua meraviglia, davanti ai miei occhi! Appena ho intravisto le mutandine ficcate nel culo, ho perso la testa! Non ci ho visto più! ho agito d'istinto! Come un cane di strada in calore le sono saltato addosso! Un po di resistenza, qualche schiaffo! Ma, infine, quando le ho infilato la mano nella fica, ho subito avvertito un rilassamento. Aveva ceduto alle mia avance! Allora, ho colto l'attimo, e mi sono accanito nella sua fica, come una trivella. Il contatto con quella fica corposa mi sconvolse, perché non era come quella della mia ragazzina. Ero in uno stato di concitazione estrema, per cui, senza pensarci un secondo, le ho sfilato le mutande. Lei, se le lasciate sfilare, senza opporre alcuna resistenza. Ormai, era succube della mia audacia, che si stava scatenando su di lei, in modo tale che dovette aggrappata alla ringhiera, per non cadere.
“Sei folle! Inventane un altra, più grossa! ahahah
“Non ti basta? ti ricordi quando la mamma ha litigato con papà! Perché aveva trovato un paio di mutandine da donna nel cestello della lavatrice? Notò subito che non erano le sue!
“Cazzo! se me lo ricordo! Lo stava quasi caccciando di casa!
“Caro Franco! Quelle mutande, erano della zia Elvira, le avevo tenute come trofeo, poi, distrattamente le avevo dimenticate nella tasca dei jeans, quindi, sicuramente, sono finiti nel cestello della lavatrice!
Franco restò in silenzio, a riflettere su quello che le avevo raccontato. Ma, proprio in quel momento suonò il suo cellulare.
“Si! Non ti preoccupare! Certo! Ma si! Ma certo che vengo! Va bene! Va bene! Un abbraccio!
Infila il cellulare in tasca, poi, si rivolge a me, con aria scoraggiata.
“Peppe! Mi devi fare un favore!
“Dimmi!
“Devo scappare! Era Marilena! Avevamo programmato un pomeriggio insieme! Ma, come hai visto anche tu! Per il casino che è successo qui; le cose si sono complicate! Mi devi aiutare!
“ahahah! Cazzo! una vita da singolo non sei stato capace a farla! Ti sei liberata di una scassa palle, e subito ne trovi una altra peggio di quella! Ma che cazzo ti dice la testa!
“Senti, lascia perdere le prediche! Se non hai impegni ti chiedo di restare e gestire la situazione! Soprattutto parla con Marco, che mi pare stia arrivando, fagli capire che non è serata!
“Certo che ti aiuto! non ci sono problemi! Lo sai, i miei impegni iniziano dopo la mezzanotte!
“Ma vai a cagare! Sono anni che mi riempi la teste con le tue fantasia! La zia Elvira? Ma chi ci crede! ahahah
Franco, ridendo, lasciò la casa. Non mi aveva creduto! Chissà come la prenderebbe, se sapesse che gli ho scopato anche l'ex moglie! La cara cognatina, una gnocca galattica, una sera cedette alle mie avance, concedendomi una succulenta sveltina, in cucina, mentre Franco dormiva in salotto, davanti alla TV! Le era piaciuto talmente che, da quel giorno, si concedeva frequentemente in estenuanti sveltine, consumate in ogni luogo ed in ogni circostanza, persino in officina.
Sara somigliava molto a sua madre. Come lei, era un gran pezzo di fica. L'apprezzamento estetico, comunque, restava circoscritto nell'ambito delle mie intenzioni libidinose, in considerazione che lei era mia nipote, quasi una figlia.
Dopo quel pensiero inopportuno, verso mia nipote, mi guardai attorno, c'era un silenzio tombale. Non mi azzardai a raggiungere Sara. Incazzata come era, sarebbe stata capace di mandarmi a fanculo! Meglio evitare i guai. Restai tranquillamente a fare il cane da guardia!
Mi accomodai in salotto ed accesi la televisione. Dopo circa mezzora suonano alla porta. Era Marco.
“Eilà!
“Ciao Peppe!
“Senti! ambasciatore non porta pena! Ti devo informare di un problerma! è meglio che te lo dica subito! Poi vedi tu!
Gli raccontai cosa era successo.
“Già, me lo immaginavo! Ti hanno messo di guardia eh! Tranquillo! Se quella non mi vuole vedere, peggio per lei, certamente non vado a sfondare la porta per cercarla! Ha deciso così! Amen! Vuol dire che stasera mi guarderò una partita di calcio!
“Oh! oh! Vedo che sei un ragazzo saggio! Secondo me, il litigio rafforza il rapporto! Come si dice: l’amore non è bello se non è litigarello! Ahahah (in coro)
Gli diedi una bella pacca consolatoria sulla schiena, e, dopo alcuna battute, ci salutammo. Restai nuovamente da solo. Stavo per andarmene, ma pensai che quel silenzio era preoccupante. Cazzo! Sara aveva l’abitudine di ascoltare la musica a canna. E poi quando venivo a trovarla, anche se incazzata, dopo un po’ ritornava a cercarmi, perché era molto affezionata a me. Certo, era molto furibonda, ma non mi sembrava così disperata.
Pensai: “Che faccio? Prima di andare via, devo comunque informarla che Marco è passato! Ma si! Andiamo a romperle le scatole, magari la convinco a cambiare idea, così stasera esce con Marco, che mi faceva una pena.
Bussai con colpi leggeri. Poi la chiamai:
“Sara! Sono lo zio Giuseppe! Mi senti? Posso entrare?
Nulla. Nessun segnale di fumo. Bussai ancora con energia. Niente. Allora decisi di entrare lo stesso. Meno male che la porta non era stata chiusa a chiave.
La guardai con tenerezza. Anche perché, in qualche modo, la consideravo una figlia.
Però
in quel momento, forse mi ero soffermato troppo a guardarla, più del
dovuto, perché, un po’ alla volta, cominciai a notare particolari
del suo corpo, che mi suscitarono un interesse morboso. Sara non era
più una bambina, e, quello che stavo ammirando, era un bello
esemplare di femmina. In una posa, molto sensuale.
Come tutte le giovane ragazze, indossava pantaloncini in jeans a vita bassa, molto corti, che si perdevano nelle natiche, senza nasconderle.
Aveva due bellissime natiche, che quasi si toccavano, poiché il tenue lembo di stoffa dei jeans, si perdeva, fino a scomparire. Che dire delle gambe nude, perfettamente allineate, una sopra l’altra, che disegnavano una lieve collina in corrispondenza della anche, per poi declinare a picco verso i fianchi magri.
Mio dio, presi coscienza che Sara era una mega figa, che mi stava ispirando una bramosia aggressiva, che, in pochi secondi, cominciò a suscitarmi reazioni nelle parti bassi.
Per dirla tutto, il cazzo me lo sentivo duro e pulsante.
Più guardavo quel corpo provocante, più cresceva in me la voglia di toccarlo. Alla fine il desiderio sconfisse la ragione, così in preda ad un attacco di libidine senza controllo, mi distesi su un fianco, dietro di lei, a cucchiaio.
Mi trovai con la testa appoggiata su una mano, intento a contemplare quel giovane corpo, che mi ispirava intenzioni lascive. In poche parole, stavo sbavando come un vecchio porco, come succede di solito, sugli autobus, davanti a ragazzine che ti mostrano le cosce.
Pensai: Che pelle liscia e morbida! E senza smagliature!
Che piacevole sensazione toccare una pelle giovane e fresca. Più la toccavo e più cresceva in me il desiderio di inoltrarmi verso le parti intime. Quel contatto incentivarono le mie le intenzioni lascive, così mossi il braccio in avanti, inducendo la mano, lentamente, a ficcarsi verso l'interno coscia. Qui, la freschezza della pelle scemava, lasciando il posto ad un dolce tepore.
Non mi ero reso conto che, forse, quello atto estremo, aveva oltrepassato un confine che non avrei mai immaginato. Ma, viste le mie attitudine da falco predatore ed opportunista, furono le mie intenzioni morbose a indurmi a quel gesto folle, verso mia nipote.
Ormai
l'eccitazione si era impossessato stabilmente dei miei sensi,
consolidando le intezioni libidinose, così mi spinse oltre, ed
azzardai un gesto inaudito. Spostai di lato quel lembo di jeans, e
spinsi in avanti la punta delle dita, che affondarono nella fessura
della fica, stimolando la carne viva. Vennero subito ammantate da un
calore intenso. L'invasione delle parti intimi di Sara, provocò un
leggero sussulto nel suo corpo, sottolineato da un lieve gemito.
“mmmmm
Intanto il mio inguine, caratterizzato dalla compatezza del cazzo duro, in perfetta sinergia con lo stimolo della fica, spingeva contro i suoi glutei, incastrando la solidità del cazzo tra le natiche rotonde e sode.
Che delizia! stringere quel giovane corpo, mentre pressavo il cazzo tra i glutei, in quel incantevole incavo vaginale.
La bella addormentata, tormentata dalla mia brama, alla fine si destò.
“No! No! Marco! papà ti ha fatto entrare!
In quel momento avevo la mano infilata nei jeans e le dita, come le zampe di un ragno, stavano già stimolando con energia le parti molli della fica. Era fantastico trastullare quella giovane fica, già abbondantemente bagnata.
Sara, credendo che fossi Marco, per dispetto non si tolse la mascherina paraluce. Meglio così, pensai!
Nonostante si ribellasse a parole, nei fatti si lasciava toccare senza opporre resistenza. Segno che le piaceva farsi palpeggiare la fica. Inoltre, la stimolazione della vagina era talmente invasiva, che non riusciva più a stare zitta. Aveva allargato le cosce, per facilitare l'azione della mia mano, sebbene a parole non voleva darmi soddisfazioni.
“ohhhhhhhh mmmmmm cazzo! Non voglio darti soddisfazioni! Vorrei essere una bambola inanimata mmmmm una statua mmmmmmm bastardo! Non ti do nessuna soddisfazione! Scopami! Pure! Ohhhh lo farai con una bambola!
In pratica mi respingeva a parole, ma, di fatto mi incitava ad andare avanti, assumendo posizioni che facilitavano il maneggio del suo corpo. Visto che nei fatti era disponibile. La feci mettere supina e le sfilai i pantaloncini in jeans. Anche in quella circostanza non fece alcuna resistenza.
Pensai: che figa fantastica!
Era un peccato non poter interagire con Sara. Quando chiavo una donna, mi piace scambiare qualche parole, per cui, in quel contesto soffrivo non poter esprimere i miei sentimenti a parole. Vederla a cosce aperte, con la magnifica fica, in bella vista, offerta alla mia libidine, mi mandava in orbita. L'avrei dileziata di apprezzamenti, sublimando le linee fantastiche delle labbra. Mi toccava, comunque, ammirarla e tenere dentro di me le sensazioni che infondeva.
Dopo averla ammirata, agì come un predatore, vi appoggiai sopra la mia bocca, affamata di sensazioni inaudite, che, impregnandosi degli umori, secreti in abbondanza, iniziò a nutrirsi di quel nettare, e bearsi di quella fonte di piacere, unica e straordinaria.
Lo considerai un dono caduto dal cielo. Mai una occasione così inattesa mi apparve tanto meravigliosa. Il suo giovane corpo era un visione fantastica. Il mio cazzo si era talmente ingrossato da non riuscire più a restare inerte, davanti a tanta grazia.
Sara non poteva mai immaginare, che a darle quel piacere intenso ero io. Modestamente, considerato uno dei migliori lecca fica del circondario. Parola delle mie amanti.
Dopo un intensa pomiciata, connotata da leccate di fica intensa, di bacia sul collo, palpate di tette e sfregamento della parti molli della fica, ritenni che era arrivato il momento per fare assaggiare a quella fantastica fica il mio cazzo.
Sara era perfettamente carburata e pronta alla seconda fase. Infatti, attendeva a cosce aperte che la chiavassi, anche se a parole non lo dimostrava.
Come vi avevo detto, le avevo sfilato i pantaloncini dei jeans, mentre le mutandine erano spostate di lato; avevo un debole per le sveltine e le scopate consumate in fretta, con donne ancora vestite.
Dicevo, ero talmente eccitato e impaziente di cogliere quel giglio di bontà, che non persi tempo a spogliarmi. Mi abbassai i pantaloni, insieme alle mutande, fino alle ginocchia. Dall'inguine, il cazzo duro spiccava davanti alla fica di mia nipote, con la grossa cappella che lambiva le fessure della vagina.
Prima del grande gesto, guardai mia nipote. Cazzo quel rapporto puzzava di incesto. Era la figlia di mio fratello, o, forse, la mia, chissà! Tuttavia, le intenzioni lussuriosi erano più forti della ragione, e furono loro a decidere il destino di Sara. Dopo tutto era una chiavata, come tante, fatte in circostanza affine, una botta e via, prima che si togliesse la mascherina.
Così,
mi sporsi con il corpo su quello di Sara, poi, impugnando il cazzo
con una mano, pressai la grossa cappella contro le fenditure della
sua fica, razzolando su è giù. L'effetto si manifestò subito.
“Ohhhhhhhh bastardo! Vuoi scoparmi! Mmm fai pure! Non mi muovo! ohhhhhhhhhh
Quel contatto mi diede una scarica di adrenalina. Pressando il cazzo, con forza, lo strofinai con maggiore incisività nell'apertura, separando le piccole labbra. Per alcuni secondo non andai oltre, strusciando la cappella nella carne viva. Mi piaceva sentirla gemere, anche se a parole asseriva di essere neutra. Mi divertivo a stuzzicarle la fica, perchè si intuiva che era impaziente di essere chiavata.
“ohhhhhhhhhhh che fai! Non vedi che non collaboro! ohhhhhhhhhh
“Ahhhhhhhhhhhh mmmm di mmmm Marco mmmmmm Cazzo! Non ti immaginavo così cinico! Ohhhhhhhhhh
L'urla di piacere di Sara, mi diede l'impeto adatto alla circostanza, per chiavare con grande efficacia. Iniziai subito a muovermi, su e giù, in modo energico.
Già! Le sue sensazione erano reali, infatti avvertivo il mio cazzo farsi strada in una fica stretta, direi poco usata, che lo serrava come un sacchetto sottovuoto. Erano anni che non provavo quella sensazione. Le donne che mi ero scopato, stupende milf, non avevano un condotto vaginale di primo pelo, come quello di mia nipote.
“ahhhhhhhhhhhhhhhhhh si ohhhhhhhhhhhhhhh non riesco a fare la morta ohhhhhhhhhhhh si! Mi stai facendo godere! Come non mai! Ohhhhhhhhhhhh si! ohhhhhhhhhh si! Così ohhhh che ti è successo! Mi stai chiavando in un modo strepitoso! Ohhhhhhhh Si! È meraviglioso! Mi piace! Mmmm ti perdono! Cazzo se ti perdono!
Aaaaaaahhhhhhhhhh si si Mar.... co.. non resisto più.. mmmm dio sto godendo mmm ohhhhhhhhhh si hooooooooooooo
Gridava dal godimento. La fica pulsava, sembrava che avesse vita propria. Sara, ogni volta che gli spasmi vaginali si scatenavano, si contorceva come una biscia.
Non potevo risponderle. Le sarebbe preso un colpo, se solo avesse immaginato, che il piacere che la stava mandando in orbita, proveniva dal cazzo del suo zietto preferito!
Mentre la chiavavo, mi deliziavo a guardare la sua bocca, dalle labbra carnose, che si lamentava dal piacere. L'avrei baciate volentieri, ma temevo che lei scoprisse l'inganno. Ma, un altra voglia illuminò le mie intenzioni. Se non potevo baciarla, forse, avrei potuto godere di quella bocca con un succulento pompino. Diedi le ultime spinte, prime di staccarmi.
“Ahhhhhhhhh ohhhhhhhhhhhhhhh No! Che fai! Non fermarti! Cazzo!
Quando la trascinai fino al bordo del letto.
“Che devo fare?
Dopo averla indotta a avvicinasi al mio inguine.
“Certo! Ho capito!
Avrei voluto esprimere il mio gradimento, darle il mio apprezzamento, per il sublime pompino. Che sorpresa. Sara, si rivelò una provetta bocchinara.
Mentre mi stava deliziando il cazzo, con una prelibata pompa, accadde l'imprevisto. Sara si tolse la mascherina dagli occhi. Appena vide la mia faccia, restò di sasso. Mollo il cazzò ed indietreggiò sul letto, rannicchiandosi.
“Porca
puttana! Ma tu! Sei? Zio Giuseppe? Mio dio! Eri tu?
“Sara! Ti spiego!
“che cazzo vuoi spiegare! Ti sei approfittato di me! Toglimi le mani di dosso! Sei un porco!
“Sara! Va Bene! Sono un porco! Denunciami pure! Me lo merito! Ma adesso non puoi lasciarmi in queste condizioni! Hai detto che nessuno ti aveva chiavato in questo modo! Ti prego! Lasciami finire! Finiamo quello che abbiamo cominciato!
Sara, non parlava più, mi fissava basita. Se ne stava davanti a me, appoggiata sulle braccia. Mi guardava con una espressione confusa. Tuttavia, notai un certo interesse verso il mio cazzo. Lo fissava in un modo che non lasciava dubbi, circa le sue intenzioni.
Il mio impeto fu tale che, la punta divaricò subito le fessure della fica, infilandosi tutto intero, con il resto del cazzo, fino alla base. Sara, emise un leggero singulto, restando muta e ferma. Ma cambiò espressione, quando attaccai a chiavarla energicamente ed in modo spossante.
“Ti
piace! Lo so che ti piace! Vedi? che avevo ragione io! Lo so che ti
piace! Dimmi che ti piace! mia dolce nipotina mmmmm
Mi ero steso sopra di lei, mentre teneva le gambe spalancate al massimo ed appoggiate sulle mie braccia. In quella posa, attaccai a chiavarla con grande forza, senza soluzione di continuità.
“ahhhhhhhhhhh ohhhhhhhhhhh ohhhhhhhh
Sara continuava a fissarmi, ma stavolta il suo volto era un smorfia deformata dal piacere. Avevo fatto centro. Alla nipotina piaceva il mio cazzo. Alla fine, infatti, cedette!
“Ohhhhhhhh Si! ohhhhhhhh Si! mmmm Zio...Mi piace ohhhhhh si! È stupendo! godo mmmm dio se mi fai godere! Mmmmm si si si mmmm più forte mmmmm
“To.. to to mia dolce nipotina! Che bello! chiavarti mmmmm mmm to to ..
Qualcosa era cambiato. In quel momento coglievo un innovazione radicale nel suo atteggiamento. Quando affondavo il cazzo nella sua fica, inarcava la schiena, venendomi in contro.
Avuto il suo pieno consenso. Cominciai a deliziarmi chiavandola in tutte le posizione che la mia mente contorta fantasticava. Finalmente la potevo baciare con grande passione.
Quando mi cavalcava a smorza candela, potei apprezzare l'agilità con la quale saltava sul mio grembo, fagocitando tutto il mio cazzo duro, nelle sua fica affamata di nuove sensazioni, fino in fondo.
“Monella! Ora stai saltando sul mio cazzo! Salta salta mmmm che puledrina pazza che sei mmmmmm
A Sara piaceva scopare a pecorina, così, quando si mise a pancia in giù, sul letto, offrendomi la vista del suo stupendo scoscio, l'accontentai, accanendomi dietro quel fondo schiena in modo devastante, per darle quello che desiderava.
Per dare maggiore impeto alle spinte, in quelle occasioni, bilanciandomi sulle braccia, oscillavo il bacino sul culo di Sara, come un fantino, facendo scomparire il cazzo nella sua calda fica, in modo sconvolgente. Dal mio punto di vista la intravedevo, con gli orli stretti attorno alla compattezza del mio cazzo, tra i paffuti glutei, mentre lo facogitava tutto. Che piacevole spettacolo.
“ahhhhhhhhhhhhh ohhhhhhhhhhhhh si si mmm godo mmm hoooooooooo si godo mmmm
Proprio in quella posa raggiunsi il culmine di quella maratona di sesso, rubato al destino di un altro, e che, il fato ha voluto regalarmi. Galoppando sulla schiena di Sara, saldamente afferrato dai suoi fianchi, la cavalcavo con grande veemenza.
“ahhhhhhhhhhhh Zio ohhhhhhhhhhh si si mmmm ohhhhhhhh si mmm
“Sara.... mmmmm to mmmmm mia dolce nipotina mmmmmma Ahhhhhh
Guardavamo il soffitto, senza dire una parola. C'era un certo imbarazzo, che ci impediva persino di guardarci.
Vista la situazione, mi alzai per primo, senza guardarla, mi vestii e lasciai la camera da letto.
Una settimana dopo, in officina, Franco ricevette una telefonata.
“Cazzo! Ancora? Va bene! Va bene!
Rivolto a me.
“Peppe!
“Si!
“Mi fai un favore?
“Certo? Di cosa si tratta!
“Era Sara! Ha nuovamente litigato con Marco! Ha chiesto di te! Ha chiesto di pregarti di raggiungerla subito a casa, per sistemare le cose! Coma hai fatto l'altra volta! Mi dispiace, coinvolgerti nelle beghe di mia figlia!
“Tranquillo! Nessun sacrificio! Anzi! Lo sai che considero Sara come una figlia!Aiutarla mi da grande soddisfazione!
“Grazie, Peppe!
“Adesso corro da Sara! E' meglio non farla attendere!
Così va la vita!
Guzzon59 (claudiogusson@ymail.com)