E’
possibile che il disprezzo di una suocera si possa trasformare in un desiderio
carnale?
Tutto
ebbe inizio, quando mia moglie rimase gravida del secondo figlio. Nel corso della
gestazione si verificarono avvenimenti imprevedibili a seguito dei quali ho potuto conoscere mia suocera sotto un punto di vista totalmente
diverso, rispetto allo stereotipo della suocera impicciona.
Prima
che diventasse la mia conturbante amante, che ha trasformato le comuni scopate in
sublimi incontri di sesso, ai miei occhi era una strega scassa palle, che non
perdeva occasione per ficcare il naso negli affari della famiglia.
Nonostante
abitasse dalla parte opposta della città, era capace, quotidianamente, di
interferire nella mia vita privata. Non c’era possibilità di tenerla lontana da
casa mia, e le sue arti da megera erano sempre più incisive. Era talmente
presente nella mia vita che ho temuto che alla fine potesse mettere in crisi il
rapporto con mia moglie.
Vi
domanderete come fu possibile un cambiamento così radicale? Andiamo per ordine.
Quando
Sara arrivò al settimo mese di gravidanza, nel corso di un normale visita
ginecologica, il dottor Rossi gli diagnosticò una gestazione a rischio. Sara in
quel periodo fu ricoverata in ospedale, perché ebbe delle minacce d’aborto,
quindi, aveva necessità di ricevere le cure necessarie per affrontare la grave
situazione e portare a termine il parto senza rischi. Tutto questo successe un
mese primo del lieto evento.
Mi
ritrovai così a dover gestire la casa, con una bambina di sette anni.
In
primis rifiutai categoricamente l’offerta di aiuto di mia suocera. Non la
sopportavo e preferivo tenerla lontana il più possibile.
Nei
primi giorni non ci furono problemi. Dopo una settimana, però, la
maestra di mia figlia mi convocò, chiedendomi se ci fossero dei problemi in famiglia, in
considerazione che la bambina da qualche giorno era triste, scoppiava in crisi
di pianto e appariva trasandata nell’abbigliamento.
Gli ho spiegato la situazione. Per prima cosa mi consigliò di affidare la bambina a mia
suocera. Non era il caso che gli rispondessi, la ringraziai lo stesso per il suggerimento.
Appena
uscito dalla scuola ho trovato la strega davanti al cancello, come se avesse
captato quella conversazione, ed aveva un’aria aggressiva. Era sul piede di
guerra.
Lisa,
appena la vide, le corse incontro, abbracciandola con grande affetto. Dovetti
ammettere che la maestra, forse, poteva avere ragione.
Mio
suocera, alzò gli occhi e tenendosi abbracciata la bambina, mi fissò con uno
sguardo di sfida, poi con tono determinato disse:
“Alberto!
Credo che sia venuto il momento di metter da parte i nostri dissapori e trovare
una soluzione! Per il bene della bambina e di Sara, che soffre molto a causa
dei nostri continui litigi!
“Cesira!
Togliti dalla testa di portarmi via Lisa! Lei rimane con me!
“Se
Maometto non va alla montagna, allora, la montagna va da lui! Se non hai nulla
in contrario potrei venire io, a stare in casa vostra?
Guardai
mio suocero. Stranamente quella proposta non gli fece nessun effetto. Anzi, mi
guardava attendendo una mia decisione. In cuor suo, credo, che sperasse che io accettassi
l’offerta di Cesira, per togliersela dai piedi per un breve periodo.
Mi
fece pena e pensai che per un mese, forse, avrei potuto dargli un po’ di serenità,
in considerazione che era un’intera vita che la sopportava.
“Va
bene! Io mi sistemerò nella stanza di Lisa, tu e lei nella camera matrimoniale.
Rivolgendosi
a suo marito. Col tono di un generale:
“Tu
vai a casa! Prendi la valigia e portala da Alberto! si trova in camera, è già pronta! Io vado con
loro! Mi occuperò subito di Lisa!
Mio
suocero abbassò le spalle in segno di sottomissione e corse a casa.
Una
decisione sofferta, ma lo feci per il bene di mia figlia. Guardai mia suocera con
disprezzo. Cristo aveva previsto tutto, per questo la valigia era già pronta.
La megera mi aveva sorpreso, i suoi poteri erano immensi. Camminava una spanna sopra
di me, non c’era dubbio.
Prima
di andare a casa, siamo passati in ospedale a salutare Sara. Cesira gli riferì
subito la novità. Sara fu contenta della decisione. Per certi aspetti sperava
che quel mese di forzata convivenza fosse l’occasione giusta per conoscerci
meglio.
Del
resto, mia suocera, era ancora un oggetto sconosciuto. Fin dal primo giorno che
entrai in casa sua, mi fece una brutta impressione, quindi rimossi subito
l’interesse di approfondire la sua conoscenza. In seguito mi limitai a
costruire un rapporto meramente formale, senza approfondire ulteriormente il
legame. Tra noi non ci fu mai alcun dialogo oltre allo scontato come stai? Bene
grazie! Buon giorno e buona sera! Un abisso!
Il
suocero si mosse come un fulmine, dopo aver recapitato la valigia, salutò
velocemente e si dileguò subito, probabilmente correva a festeggiare la
momentanea acquisita libertà.
Pensai
a Teseo nella tana di Medea. Mi aspettavo di vedere i capelli biondi cotonati
di Cesira trasformarsi in tante teste di serpenti e, con sguardo di fuoco,
tramutarmi in pietra. Mi vennero i brividi.
“Alberto!
“Si!
“Ti dispiacerebbe
portarmi la valigia in camera! È pesante per me!
“Certo!
Afferrai
il manico, ma dovetti sforzarmi in modo smodato per sollevarla e trascinarla
fino in camera da letto. Era pesante come un macigno. Che cavolo ci aveva messo
dentro?
Mentre
la trasportavo, chissà per quale mistero, la valigia si aprì e tutto il
contenuto si riversò sul pavimento del corridoio.
In
quella confusione di cosmetici e vestiti, sparsi per terra, notai un oggetto
che attirò la mia attenzione, mettendomi in imbarazzo di fronte ai suoi occhi.
Si trattava di un grosso vibratore che, tranquillamente, stava rotolando in
mezzo al corridoio fermandosi contro la porta del bagno.
Cesira
lo notò subito, seguendolo con lo sguardo. Poi, con disinvoltura, lo raccolse e
lo posò sul letto, celandolo sotto il pullover. Sorridente si rivolge a me.
“Meglio
che Lisa non veda certi oggetti! Sarebbe imbarazzante spiegargli la loro
funzione!
Ero
completamente basito. Mi soffermai a guardarla per alcuni istanti ancora. Ormai
la mia mente era stata sconvolta da quello oggetto che apparve come un vero
alieno. Prima di allora mai avrei immaginato mia suocera come donna. Quello artificio,
di cui conoscevo perfettamente la sua funzione, la collocava in un limbo che a
solo pensarci mi faceva quasi ribrezzo.
Cesira
raccolse il resto degli indumenti e li gettò sul letto.
“Li
sistemo dopo, adesso vado a preparare il pranzo!
Io
intanto avevo chiuso la valigia. La lasciai ai piedi del letto. Non era più
pesante, in considerazione che metà dei vestiti si erano sparsi per
terra e poi raccolti dalla suocera.
Andai
a giocare con Lisa, nella sua camera da letto.
“Papà
che fai? Questo pezzo non va qui! Lo vedi? Ha un altro colore!
Stavamo
componendo un puzzle, effettivamente quel pezzo stonava in mezzo ad un cielo
completamente azzurro visto che era verde ed era un pezzo del prato.
Ero
distratto, la mente era ancora turbata da quel grosso vibratore che rotolava in
mezzo al corridoio. Era un oggetto che apparteneva a mia suocera e, sicuramente,
lo utilizzava. Proprio l’uso dell’artefatto mi aveva turbato.
La
suocera era una donna di cinquanta cinque anni. Dalla figura rotonda, di media
altezza. Il seno era abbondante e i fianchi larghi. Insomma una figura di donna
matura che mai avrei guardato due volte. A me piacevano le ragazze giovani, di
bella presenza, vita stretta, fianchi larghi e gambe affusolate e ben tornite.
La suocera era una donna attempata, in carne, che non avrebbe mai attirato il mio
interesse.
Pensarla
vogliosa di sensazioni e intenta a darsi piacere, con quel grosso vibratore,
stranamente, mi teneva eccitato. La mia mente immaginava le sue parti intime, infiammate
dallo stimolo di quello artefatto in funzione, che con le sue vibrazioni,
costanti e ripetitive, le provocavano un piacevole godimento.
Stavo
seduto a terra, intento a comporre il puzzle, e quei pensieri si erano
impossessati della mia testa. Sentivo il corpo eccitato, per cui, mi trovai a
somatizzare quelle sensazioni assurde, quindi, a dover gestire un incipiente
erezione, fastidiosa in quella postura.
Dopo
un’ora abbondante, la faccia sorridente della suocera fa capolino nella stanza,
incorniciata nei capelli biondi e cotonati.
“Venite!
il pranzo è servito!
Lo
disse in senso ironico, perché aveva parafrasato il titolo di una famosa
trasmissione televisiva. Ricambiai il sorriso. Forse fu la prima volta. Stranamente
la vidi come una donna sensuale, quasi simpatica.
Poi,
reagì a quel pensiero inaudito, e dentro di me dissi:
““Ma
che cazzo mi prende! È mia suocera perbacco! Devo togliermi quei pensieri
scabrosi dalla testa!
Considerazioni
di Guzzon59: Alberto, in effetti, si era eccitato e suoi sensi alterati dalla
libidine lo inducevano a guardare sua suocera sotto un altro punto di vista.
Tutta colpa di quel maledetto vibratore, ma anche della crisi di astinenza da
fica che la gestazione della moglie aveva indotto. Del resto era naturale che
reagisse in quel modo, considerato che erano mesi che non aveva più fatto sesso
con la moglie. E’ bastato, quindi, una semplice situazione trasgressiva creata
dalla suocera a far scatenare la crisi di quell’astinenza forzata di fica, che cominciava
a dare i suoi primi effetti sconvolgenti, come il desiderio per Cesira ..…..
Il
protagonista continua a raccontare ….
Portai
Lisa in bagno per farle lavare le mani. Nella circostanza notai che nel cesto
degli indumenti da lavare, posto sulla lavatrice, giaceva il grosso reggiseno
della suocera.
“Aspetta
che adesso ci asciughiamo le mani!
Mi
ero abbassato a prendere l’asciugamano dal mobiletto posto vicino alla
lavatrice. Quel gesto mi costrinse ad avvicinare il naso agli indumenti intimi
di Cesira. Le narici furono subito aggredite da un piacevole profumo di sandalo.
Era il reggiseno e valutai che la grandezza delle coppe dovevano accogliere due
grossi seni. Quel pensiero mi fece immaginare il volume delle sue tette e subito
il cazzo scattò sugli attenti come un soldatino ubbidiente.
Considerai
quella situazione assurda, com’era stato possibile che l’immagine di una
suocera megera e accanita rompipalle si fosse dissolta come neve al sole e in solo
pochi minuti era diventato l’oggetto di un desiderio così morboso?
Sentivo
il corpo vibrare come una corda di chitarra al solo pensiero di Cesira in
azione mentre si dava piacere utilizzando il grosso vibratore e forse si
massaggiava anche le grosse tette, succhiandosi i capezzoli.
“papà
ho le mani bagnate!
La
voce di Lisa mi destò da quel pensiero pernicioso.
“Si
tesoro, ecco l’asciugamani! Strofina bene, soprattutto tra le dita!
“Ecco
papà ho fatto!
“Bene
adesso andiamo a mangiare! Mmm che buon profumo!
Lisa
corse fuori del bagno gridando “Nonna Nonna arriviamo!
Li
raggiunsi in cucina.
Cesira
era ancora intenta a spadellare davanti ai fornelli, notai che si era cambiata
di abito. Indossava un vestito, molto scollato, con fantasie di fiorellini e
non molto lungo, chiuso davanti da una serie di bottoni che partivano dal petto,
dal quale sporgeva il seno voluminoso.
Le
gambe robuste, spuntavano dal vestito come candide steli. La pelle era bianca e
liscia.
Calzava
delle ciabatte di cotone.
Oramai
avevo i sensi alterati e sensibili a cogliere tutto ciò che poteva eccitarmi.
Guardandola percepivo ogni minimo particolare.
Sebbene
fosse una donna matura, tutto sommato, non era malvagia. Una donna è tale a
qualsiasi età. Anzi lei poteva vantare una maggiore esperienza di vita.
Ma
che cavolo stavo pensando? Mi ero rincoglionito del tutto. Tutto mi sembrava
incredibile, eppure ero lì, seduto al tavolo, a fianco di Lisa, a fantasticare
su mia suocera. Ero eccitato e non sapevo come placare quel fuoco che mi stava
bruciando l’anima.
“Scusate
vado un attimo in bagno!
Corsi
in bagno e mi chiusi dentro. Abbassai i pantaloni e le mutande liberando il
cazzo dall’angusto spazio in cui palpitava con sofferenza.
Lo
ghermì con una mano ed iniziai a muovere il polso. Il movimento divenne sempre
più veloce. Ad un tratto mi cade l’occhio sul grosso reggiseno di mia suocera.
Seguendo l’istinto lo afferrai avvicinandolo al naso per odorarlo. Il profumo
mi inebriò le narici. Il pensiero prese a fantasticare sui grossi meloni che
quelle federe dovevano accogliere. Me li immaginai enormi, bianchi e
aromatizzati, con grossi capezzoli neri e turgidi. Esaltato da quel pensiero ho
infilato la faccia nelle grosse coppe. Rimasi sorpreso nel costatare che erano talmente
voluminosi che accoglievano interamente il mio volto.
Il
capo di abbigliamento esaltava la mia azione, trasmettendo più energia alla
mano. Alla fine mi lasciai andare in una copiosa sborrata desiderando di farlo
tra le grandi mammelle di Cesira.
La
sega mi aveva dato una parvenza di tranquillità. Tirai lo sciacquone del water
ed uscì. Raggiunsi Lisa e Cesira. Quando rividi la suocera per poco mi venne un
colpo. Si era seduta accavallando la coscia. Ormai i miei sensi erano
perdutamente sconvolti. Qualsiasi particolare mi mandava completamente in tilt.
Dovetti
ammettere che la cara suocera aveva un bel paio di cosce. La pelle era liscia e
bianca come la neve. Mi era impossibile evitare di osservarle. Andai a sedermi
dalla parte opposta del tavolo per togliere dalla mia visuale le sue cosce
accavallate. La presenza di Cesira in casa stava diventando un vero e proprio
tormento ormonale. E tutto per colpa di un maledetto vibratore.
Mangiai in fretta. Come al solito non scambiammo nemmeno una parola.
Quel
giorno anticipai di almeno due ore l’apertura dell’ufficio dell’agenzia di
assicurazione che gestivo insieme ad un amico. Un vecchio compagno di scuola.
Quando
Matteo arrivò fu sorpreso di trovarmi in ufficio.
“Sbaglio
o è la prima volta che arrivi prima di me?
“Già!
Ho la suocera in casa! Sai com’è?
“Alla
fine hai ceduto! Ahahahahh ti capisco! La mia per fortuna vive in una altra
città!
“la
mia adesso vive in casa mia!
“ahahahah
non ci posso credere! Dopo tutto quello che mi hai detto di lei! Immagino le
scenate e i litigi! Ti conviene venire a vivere qui ahahahahah
“quasi
quasi! Tuttavia debbo ammettere che è una donna discreta! Sa stare al suo
posto! Infatti si occupa di Lisa con grande esperienza e la bambini è serena!
“A
proposito Sara come sta?
“Bene!
Lo sai che dovrà stare in ospedale fino al termine della gestazione!
“e
per tutto questo periodo tua suocera vivrà con te?
“Si
“ahahahahah
dio hahahah vorrei diventare un mosca per assistere alle scenate ahahahahahah
Matteo
rideva in modo sguaiato, ignaro di quanto era successo quel giorno, e mi venne
la pelle d’oca al pensiero di quello che avrebbe detto se solo avesse
immaginato come stavano realmente le cose. Altro che risate. Gli sarebbe venuto
un infarto. La verità era che mi tenevo alla larga da Cesira perché non
riuscivo a tenere a bada la pulsione sessuale e l’istinto di saltargli addosso,
Matteo sicuramente mi avrebbe preso per un matto.
Le
sette di sera. Il rientro a casa, lo temevo perché rappresentava un nuovo
innesco di quelle sensazioni forti che avevo vissuto con tormento quel
pomeriggio.
Prima
avevo fatto visita a Sara:
“Come è andato il primo giorno di convivenza con mia madre?
“Bene! Abbiamo fumato il
calumet della pace! Comunque, non ti preoccupare, eviterò di provocarla! Gli
darò sempre ragione!
“ahahah in pratica ti
comporterai come papà!
“Già tuo padre, mi è parso
felice della decisione di tua madre!
“Certo! Povero papà! Hai fatto
bene! Così potrà stare tranquillo anche lui! Una pausa fa bene a tutti! Dai
resisti, considera che la mamma è un’ottima cuoca! Approfittane! Ahahah
“Forse da questo punto di vista
non mi dispiace accoglierla in casa!
Guardai Sara con un senso di colpa.
Se sapesse che quel pomeriggio i miei ormoni erano andati in subbuglio per le
tette di sua madre? Sarebbe una tragedia!
La
cena si svolse senza tanti problemi. Lisa, dopo le otto, andò a dormire nel
lettone matrimoniale. Cesira dopo aver pulito la cucina si sistemò in salotto,
sulla poltrona, a guardare la TV.
Quella sera mi ero accordato
con Matteo. Erano anni che non mi dedicavo una serata esclusiva con il mio
vecchio compagno di avventure. La verità forse era che volevo stare lontano dai
guai. Preferivo andare in giro per bar e a chiacchiere di cazzate. Verso le
dieci di sera rientrai.
Cesira si era allungata sul
divano. Stava dormendo davanti alla televisione, ancora accesa. Era un classico
che succedeva spesso anche a mia moglie. Anche Sara, a volte, si addormentava
sul divano. Notai che la coperta di cotone era scivolata sul pavimento. Mi
venne naturale raccoglierla per rimboccargliela sui piedi. Però non avevo fatto
i conti con i miei sensi.
Cesira dormiva beata con il
respiro forte. Si era messa su un fianco in posizione fetale. Il vestito
chiaramente lasciava scoperte le cosce. Afferrai la coperta, ma prima di
posargliela sulle gambe mi venne la voglia di
dare un occhiata al suo culo, che era quasi scoperto.
Mi sporsi quel tanto da poter
avere una visione completa dello scoscio. Con sorpresa scoprì che la cara
suocera portava il perizoma. I grossi e candidi glutei erano divisi da quel
lembo di stoffa che si allargava in corrispondenza della fica. La superficie di
tessuto nero era ampia facendo immaginare una figa corpulenta.
Quel panorama mi suscitò una
libidine incredibile. Era una nicchia di piacere che mi attirava a tale punto
che avrei voluto ficcarci dentro la bocca e leccare tutto quello che si vedeva.
La pelle delle chiappe era liscia e si notavano i pori della pelle. Dovetti
riconoscere che la cara suocera, alla faccia dell’età anagrafica, ostentava ancora
una pelle liscia e senza smagliature, anche se le fattezze erano quelli di una
donna matura.
Il cazzo sobbalzò con energia,
pulsando al ritmo folle del cuore. Ero eccitato.
Forse mi ero soffermato un po
troppo ad ammirare il culo di Cesira, fatto sta, che sentivo una strana
sensazione, come se qualcuno mi stesse osservando.
Spostai lo sguardo verso il
capo e mi trovai di fronte la faccia di Cesira. Mi stava fissando con una
espressione basita.
Imbarazzato, con mani frementi
le porsi la coperta e sparii in un batter d’occhio, quasi fuggendo, verso la
camera da letto di Lisa.
Mi appoggiai con le spalle
contro la porta, quasi a voler creare una distanza mentale da quella situazione
in cui avevo fatto una figura di merda.
Imprecavo contro di me. Mi
vergognavo per quello che avevo fatto. Cazzo, mi aveva beccato, mentre le stavo
guardando il culo.
Mi stavo disperando, quando due
tocchi alla porta mi riconducono alla realtà.
“Alberto!
Era Cesira. Cribbio sicuramente
era venuta a rimproverarmi per aver osato violare la sua intimità, come un
pervertito guardone. Mi asciugai la faccia dal sudore, secreto a seguito
dell’agitazione di quella situazione imbarazzante. Mi sforzai di prendere il controllo del mio comportamento, quindi, convincermi che non era
successo nulla. Dopo una abbondante boccata d'aria, aprì la porta.
“Si!
Il corridoio era in penombra e cesira, con il suo corpo
massiccio, riempiva la porta. Le tette attirarono subito il mio sguardo, come se mi
avessero ipnotizzato. Guardai intensamente le gambe mezze scoperte.
Era una situazione infernale. La
notte e l’intimità che quella penombra suggeriva, mi stavano sconvolgendo i
sensi. Il cazzo nei pantaloni sembrava un cavallo imbizzarrito, era furioso e scalpitava come un folle alla ricerca di un rimedio che lo potesse placare. Sapevo che c’era solo un modo per soddisfare quelle esigenze impellenti,
ficcarlo nella fica di Cesira.
“Domani mattina, se la cosa non
ti dispiace, io potrei portare Lisa a Scuola! Così dopo faccio anche la spesa!
“Si.. si ii come vuoi!
Cesira aveva colto il mio
imbarazzo. Era una donna intelligente e non lasciava trasparire le sue
emozioni. La sua voce non tradiva i suoi sentimenti. Eppure mi aveva sorpreso a
guardargli il culo, non ci poteva essere alcun dubbio sulle mie intenzioni,
visto che ero completamente piegato su di lei in modo osceno.
“Alberto ti senti bene?
“Si.. si ! non ti preoccupare
un leggero mal di testa!
“Ti prendo un’aspirina?
“Non ti preoccupare! Una bella
dormita e poi passa! Buona notte!
Mi fissava con una intensità
tale da farmi tremare la schiena. Aveva capito l’origine del mio malessere.
Aveva intuito tutto, e sicuramente avrebbe voluto aiutarmi, ma non aveva il
coraggio di fare il primo passo.
“Buona notte! Se ti serve
qualcosa chiamami! Io stasera dormirò sul divano! Lisa occupa tutto il letto e
mi dispiace disturbarla!
“Aspetta! Prendi tu la stanza
di Lisa! Non mi pare giusto che tu dorma sul divano!
“Alberto! Non ti preoccupare!
Ci sono abituata! Praticamente dormo sul divano anche a casa! Anzi mi troverei
male a cambiare! Io vado, se ti serve qualcosa CHIAMAMI!
Il tono con cui aveva detto
“chiamami” era stato volutamente diverso dal resto della frase, come se mi
avesse detto che era disponibile a tutto e se ti va “chiavami”!
Nel letto mi rigiravo e
rigiravo, senza prendere pace. Ero eccitato e il cazzo non ne voleva sapere di
placarsi era come un tafano che disturbava i pensieri impedendo di farmi
prendere sonno.
Dovevo fare qualcosa. Alla fine,
decisi di recarmi in bagno a farmi una sega, almeno avrei sfogato quella
morbosa voglia di scopare che non trovava pace.
Con il cazzo duro come una
roccia mi diressi verso il bagno. Appena arrivai davanti alla porta sentì un
ronzio. Era simile al rumore del mio rasoio, ma meno rumoroso. La fessura
inferiore della porta era illuminata. Subito pensai a Cesira.
Mi chiesi che cosa potesse
essere quel rumore, costante e regolare. Mi venne in mente subito il grosso
vibratore.
D’istinto appoggiai l’orecchio
alla porta per verificare quell’intuizione.
Si percepivano perfettamente
lievi sospiri. Mi appoggiai con la spella alla porta. Cribbio, non c’era alcun
dubbio. Dentro c’era Cesira in azione. Si stava sgrillettando la figa con quel
grosso vibratore. Quel ronzio costante mi stava tormentando la mente.
Afferrai il cazzo e come un
pazzo iniziai a farmi una sega. La mano seguiva gli impulsi del mio cervello,
completamente eccitato dall'azione di Cesira che occupava totalmente il campo visivo
mentale con il suo atto lascivo. La immaginavo con le gambe spalancate, intenta a
sfogarsi con quel grosso vibratore, ronzante, infilato interamente nella figa.
Il mio corpo si stava agitando,
quando la porta, dietro la spinta del mio impeto, per motivi misteriosi, si
spalancò.
Mi ritrovai dentro il bagno,
con la mano attorno al cazzo. Davanti a me vidi Cesira, seduta sul cesso, con le gambe oscenamente spalancate.
Era nuda. Le tette erano
enormi; così mi apparivano. Immaginarle era un conto, ma vederle dal vivo era tutto una
altra storia. La loro vista esaltò la mia bramosia come un potente afrodisiaco.
Cesira si stava dando piacere con lo stesso impegno con cui io stavo
tormentando il mio cazzo duro. Con una mano si stava massaggiando le grandi tette
e con l’altra manovrava il grosso vibratore, per metà infilato nella fica.
Era una scena sconvolgente. Ero
super eccitato. Nonostante la situazione fosse imbarazzante, non c’era ragione
che potessi fermarmi,anzi, continuai a masturbarmi con maggiore energia.
Cesira, quando mi vide non disse nulla. Anzi,
fissava il mio cazzo, incantata dal suo potere, leccandosi le labbra. La sua
mano prese ad agitare quel grosso manufatto di plastica con grande forza,
spingendolo dentro quanto meglio poteva. Il suo ronzio lo faceva diventare un
oggetto speciale.
Ormai tre me e lei no c’erano
più regole. Le circostanze ci avevano messi in una situazione che non lasciava
altre soluzioni che quella di darci piacere.
Seguendo le mie pulsioni
sessuali, ormai ingovernabili, mi avvicinai a lei e gli afferrai le tette, iniziando a massaggiarli con
forza.
“Ti piacciono?
“Si! Sono magnifiche!
Erano enormi e piacevole al
tatto. Mi venne naturale ficcarci dentro il cazzo, sfogando quel desiderio che
si era impossessato della mia mente.
Cesira serrò il seno attorno al
mio cazzo, facendolo sparire dentro. Poi iniziò a muovere le tette
masturbandomi.
“Testone! Quando ti ho sorpreso
a guardarmi il culo mi hai fatto infiammare la fica! Se non mi sgrillettavo
impazzivo!
“Anche io mi sono eccitato a
guardarti il culo! Dovevo spararmi una sega altrimenti impazzivo pure io! Mmm che belle
tette che hai Cesira!
“E tu hai un bel cazzo!
Ero in piedi tra le cosce
spalancate, con il cazzo ficcato dentro le sue tette, mentre la tenevo ferma dalle
spalle, chiavandole con forza.
Cesira, ad un certo punto, molla
le tette e, con entrambe le mani, afferra il cazzo menando la pelle tesa sulla
massa spugnosa.
La lingua inizia ad agitarsi
sul prepuzio, seguendo le linee corpose del glande ingrossato al massimo.
La bocca si apre come il cono
di un vulcano incandescente e accogli il cazzo in tutta la sua lunghezza.
Cesira è straordinariamente brava
a succhiare e soppesare i coglioni, fagocitandoli uno per volta. Era uno
stimolo che mi faceva venire i brividi alla schiena.
“mmmm Cesira mmm sei brava
aaaaaaammm
Infilai le dita nei capelli
biondi e cotonati e, tenendo ferma la testa, presi a chiavarla nella bocca. Il
cazzo, incredibilmente, penetrava profondamente, fino in fondo alla gola. Era
una sensazione da brivido. Cesira lo accoglieva senza alcuna difficoltà.
“Alberto! Lo voglio nella fica!
Non aspettavo altro. Avevo
desiderato la sua fica, come un affamato. Finalmente era giunto il momento di
realizzare quel desiderio che non mi aveva dato pace. Mi inginocchiai subito tra
le sue cosce aperte, lei intanto aveva estratto il grosso vibratore. Brandendo
il cazzo schiacciai la grossa cappella tra le fenditure della fica. Fu gioco
facile, perché, la vidi scivolare dentro, come se avesse intagliato il burro.
Era caldissima. Era un immenso
piacere sentire la sua figa corpulenta avvolgere il mio cazzo.
“mmmmmmmmmm Alberto mmm è
bellissimo… scopami con forza mmmmm
“Sei stato uno stupido! Tutto
questo tempo perduto ! testone mmmmm dai recupera il tempo perso e scopami iii
mmmm fammi sentire il tuo cazzo adesso mmm vai mmm
Guardai Cesira. I suoi occhi
brillavano come due diamanti. Era straeccitata. Mi venne una gran voglia di
baciarla. E così feci.
Mentre le stavo martellando la
fica, assaporavo le sue morbide labbra, facendo danzare le lingue in evoluzioni
serpentine.
Dopo alcuni colpi, la cara
suocera si mise a pecorina, offrendo un panorama degno della situazione. Il suo
grosso culo, quella che poco prima mi aveva fatto perdere la ragione, ora era
davanti a me in tutta la sua grandiosa boriosità.
Era un piacere vedere sparire
il mio cazzo in mezzo alle sue grosse chiappe, vederlo circondato dagli orli
allargati della fica, adattatasi in modo sublime al volume del pene.
I coglioni, liberi nel
movimento, sbattevano violentemente contro la corpulente fica e il monte di
venere che facevano un tutto uno con il ventre, scandendo il ritmo di quella
meravigliosa scopata.
Era una donna matura, ma
chiavarla era una gioia immensa. Non avrei mai immaginato un piacere cosi
sublime.
Il suo corpo voluminoso occupava
tutto il mio campo visivo. Avevo voglio di toccare e stringere tutto: le tette,
il ventre, il culo e le cosce. Tutto mi piaceva e mi eccitava.
Al suo cospetto sembravo un
fringuello. Il mio corpo magro si era incastrato nel suo fisico corpulento e massiccio.
La chiavai sul pavimento del
bagno in tutte le posizioni.
Mentre le stavo stantuffando il
buco del culo, la suocera, contemporaneamente, si era ficcato il grosso tubero
artificiale nella fica, e lo spingeva in
profondità, perfettamente coordinata ai miei affondi. Fu lì che raggiunsi il
punto estremo.
“Cesira….. mmmmm sto per
riempierti il buco del culo di sborra mmmm
“mmmm Alberto mmmmmmmmmm si
iiiiii mmmm
Alla fine, mi fermai con il
grembo incastrato tra i suoi grossi glutei, il cazzo infilato tutto nel culo, e
i coglioni, inturgiditi, si sfogarono inondandole le viscere.
Mmmmmmm
La serata goliardica con la
cara suocera era ancora all’inizio.
Abbiamo continuato il nostro
menage sul divano. Ci siamo cimentati in piacevoli e lunghi preliminari, nel
corso dei quali ho potuto assaporare la fragranza della sua fica, e poi abbiamo
scatenato l’inferno.
Quando la chiavavo mi osservavo
riflesso sul vetro del mobile, mi sembrava strano vedere quella immagina
bizzarra con me, sottile come una sogliola, sopra il suo corpo massiccio, che
fremeva e godeva come una grande troia in calore.
Così va la vita
Guzzon59 (claudiogusson@ymail.com)