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sabato 28 luglio 2012

Nonno! ho perso l'aereo!

Quando mio figlio Mario conseguì la laurea in ingegneria, lasciò l’Italia ed emigrò in Australia, stabilendosi a Sidney.
I primi anni furono caratterizzati da un duro lavoro in cantiere. Poi un giorno, grazie ad un imprenditore di origini italiane, ebbe la sua opportunità e diventò un professionista di successo.
Nella terra dei canguri ha incontrato Sandy, una ragazza meticcia, che aveva nel suo DNA origini aborigeni, cinesi e inglesi.
Il risultato era strabiliante, una ragazza dalla pelle perennemente abbronzata, occhi a mandorla, color turchesi e capelli castani chiari.
Quando veniva in vacanza Italia incantava il paese per la sua bellezza, senza pari.
Suscitando il mio orgoglio di suocero.

Dalla loro unione sono nati due figli, George che ha ventidue anni e Annalisa di venti uno.
George ha sempre dimostrato poco attaccamento all’Italia, preferendo i paesi a vocazione anglosassone.
Così dopo alcune sporadiche visite, ha smesso di venire a trovarmi, scegliendo l’America come meta abituale, sia per le vacanze che per gli studi.

Annalisa, invece ha amato la nostra patria, imparando perfettamente la lingua e anche il dialetto.
Dopo le scuole primarie, si è iscritta in un college di Sidney scegliendo un iter di studi che comprendevano il Greco, il Latino e la letteratura Italiana.
Si stava avviando a diventare una vera studiosa della nostra cultura.
Le vacanze in Italia includevano di solito le visite nei siti archeologi degli antichi insediamenti Greco e Romani e degli antichi etruschi nonché le città d’arte famose in tutto il mondo.

Purtroppo la passione per gli studi classici era talmente sentita da farle trascurare il proprio aspetto.
Era come ammirare una Ferrari camuffata da cinquecento.
La sua bellezza era il risultato degli incroci di molte razze, che si notavano nei tratti somatici del viso, in modo incantevole. Uno splendore assoluto.
Quando era in Italia i ragazzini del paese, giravano con i motorini come folli, tutti attorno alla mia casa, come le mosche.
Ma lei, indifferente a quel carosello di testosterone, li ignorava in modo crudele, preferendo approfondire i propri interessi culturali piuttosto che farsi distrarre dagli svaghi della sua età.
Diceva che l’Italia era un meraviglioso libro con tante pagine di rara bellezza, da ammirare incantati perché erano uniche al mondo.
In Australia si sentiva anche orgogliosa delle sue origini Italiana, perché riteneva che il nostro paese fosse il fondamento di tutta la cultura mondiale.

Adesso partiamo con la storia. Buona lettura.

L’inverno nell’emisfero settentrionale corrisponde all’estate di quello australe.
Mio figlio Mario, il natale scorso, ci volle con lui in Australia, per festeggiare la ricorrenza sulla spiaggia.
Era una cosa insolita per le nostre abitudini, che includevano babbo natale a bordo di una slitta trainata dalle renne, che sfrecciava nel cielo e sui tetti innevati.

Una settimana dopo che eravamo arrivati ci giunse la notizia che l’altro mio figlio, Antonio, era rimasto coinvolto in un sinistro stradale, per fortuna, senza conseguenze gravi.
Solo che si era fratturato entrambe le gambe, ed era costretto a muoversi su una sedia a rotelle. Quindi bisognoso di un’assistenza continua.
Decidemmo di anticipare il rientro. La sera precedente al viaggio di ritorno mia moglie si ammalò, forse furono le preoccupazioni che l’avevano resa debole, quindi facilmente esposta alle minacce dell’influenza.
I biglietti erano già stati comprati.
Allora Annalisa si offrì di accompagnarmi nel viaggio di ritorno.
Arrivati al paese andammo direttamente da mio figlio Antonio.
Alcuni giorni dopo:

“Nonno! Visto che domani è la vigilia di capodanno, mi piacerebbe andare a visitare Roma! E’ la prima volta che mi trovo in Italia, in pieno inverno!
“Sono d’accordo tesoro! Piuttosto che restare qui ad annoiarsi!

Il giorno successivo ci mettemmo in viaggio verso la capitale.
Avevo prenotato un albergo nei pressi di Genzano, una località non lontana da Roma.
Lo stesso giorno ci recammo a Roma con un trenino locale, che partiva da Velletri.
Quel giorno i musei stranamente erano tutti aperti. Annalisa volle visitare quelli vaticani.

“Annalisa, ti confesso che la visita al museo, sinceramente, non mi entusiasma molto! Ti dispiacerebbe se restassi fuori? Così ne approfitto per farmi un giretto nei dintorni!
“Va bene nonno! Non ci sono problemi! Quando ho finito ti chiamo sul cellulare!
“Va bene tesoro! Ci vediamo dopo!

Iniziai a gironzolare per le vie attorno al Vaticano. Ad un certo punto mi fermai davanti ad un negozio d’abbigliamento per donne. Nella vetrina vidi esposto un vestito che fece scattare la mia curiosità.
Era un vestitino leggero, con fantasie di fiori, non molto lungo. Sarebbe stato perfetto per Annalisa.
Quella ragazza mi preoccupava. Non curava molto il suo look. Anche quel giorno si era messa i soliti jeans larghi e un maglione di lana ampio, che nascondeva tutta la sua bellezza.
A volta non riuscivo a capire perché si trascurasse in quel modo.
A casa non faceva altro che restare incollata al computer a consultare siti archeologici. Testi in italiano antico e del medioevo.

Guardai la vetrina, e notai che ai piedi del vestito c’erano anche delle scarpette, con un piccolo tacco. Fissai quegli indumenti pensando ad Annalisa. Avrebbero esaltato divinamente il suo aspetto femminile, che lei trascurava.
Sarebbe stato un bel regalo. Alla fine mi decisi ed entrai.

“Buon giorno!

Mi trovai davanti una bella ragazza. Molto simile a mia nipote.

“Buon giorno signorina!
“Desidera?
“Mi interessa quel vestito esposto in vetrina, e anche le scarpe, sa! Sono per mia nipote!

La ragazza mi fissò con un sorriso ironico. Probabilmente non aveva creduto una sola parola. Certamente avrà pensato che il vestito fosse per la mia amichetta.
Gli restituì il sorriso, ammiccando con gli occhi: come per dire che ci aveva azzeccato.
Sinceramente il suo giudizio non mi interessava.

“Conosce le misure di sua mmm  nipote?
“Si! Più o meno ha la stessa taglia di lei!
“La mia?
“Si!
“Vuole che provi il vestito?
“Mi farebbe un gran favore!

La commessa si allontanò con il vestito e le scarpe.
Nello stesso istante entrò una giovane ragazza. Era molto raffinata nei modi e teneva in braccio un cagnolino di piccola taglia. Vestiva con abiti succinti che mettevano in risalto le sue stupende forme.
Fu accolta da un'altra commessa. Insieme si avviarono nella stanza attigua. Mentre si allontanava guardai la schiena della ragazza, completamente scoperta. Camminava flessuosamente, come le modelle. Un piede dietro all’altro. Il suo culo oscillava sublimemente. Era impossibile restare indifferenti davanti a tanta provocazione.
Ero ancora un uomo virile e non disdegnavo di lanciare occhiate a quel tipo di ragazze.
A volte rimproveravo la mia mancanza di coraggio. In paese c’erano amici, della mia stessa età, che mi raccontavano di storie avuto con giovani ragazze. C’era da spendere parecchio denaro, ma ne valeva la pena.
Chissà, forse quella era un escort?
Da come si muoveva e dai vestiti che indossava lo era sicuramente.
Chissà quanto avrebbe preteso per una notte d’amore?
Domanda che non avrebbe avuto risposta, perché non possedevo il coraggio di procurarmi quel tipo di piacere.
Anche se mi sarebbe piaciuto tanto, almeno una volta, scopare con quel genere di ragazze.
Come dire: una botta di vita! E la cosa che più mi affascinava molto.

Ero in piena contemplazione estetica, a fantasticare su quella ragazza, con un’imponente erezione, in atto, quando:

“Eccomi!

Mi girai e trovai il sorriso della ragazza e suoi occhi divertiti che mi fissavano in attesa di un responso.
Mi aveva sorpreso a guardare la ragazza di prima, con espressione libidinosa. 
Deglutì dall'imbarazzo poi, ritrovando l'autocontrollo:

“Bello! Si mi piace! Credo che lo prenderò!
“Mi permette un suggerimento?
“Si! dica pure!
“Questo vestito è bello! Ma un po troppo pudico! Certo esalta le gambe, ma una giovane ragazza, oggi, punta più a mostrare il proprio corpo che a coprirlo! Preferisce un vestito leggero e sexy! Vuole piacere al suo uomo, affascinarlo con la sensualità! Nella stanza vicino ci sono vestiti che sicuramente potrebbero piacere alla sua amichetta!
“ - Sorrido – grazie del suggerimento! Ho capito che cosa intende lei. Ma vede il vestito che ho scelto, e che lei sta indossando in maniera perfetta, è veramente un regalo per mia nipote!

La ragazza arrossì in modo visibile, poi, imbarazzata.

“Mi scusi! Se sono apparsa un po invadente!
“No! Tranquilla! È il suo mestiere dare consigli! Anzi la ringrazio per il suggerimento! Ma prendo questo vestito e anche le scarpe!
“Mi scusi di nuovo, lei si può accomodare alla cassa, mentre io confeziono il vestito! Desidera una carta particolare o la busta della casa?
“Va bene anche quella della casa! Grazie molto gentile!

La ragazza ritornò nei camerini. Quando arrivai alla cassa notai che anche la ragazza che avevo ammirato poco prima si stava avvicinando.
Ci trovammo affiancati l’uno all’altro.

Aveva in braccio il suo cagnolino dallo sguardo birichino.
I suoi occhi scuri e lucidi mi scrutavano con ferocia, senza perdermi di vista.  
Vennero le commesse, e ognuna recava in mano una busta rossa, con i disegni della casa.


Stavo per estrarre il bancomat dal portafoglio, quando il cagnolino, interpretando quel gesto come un’aggressione, inizia ad abbaiare, e poi si lancia sopra il bancone, creando una confusione tra le commesse e la giovane ragazza, che tentava di afferrarlo.
La piccola peste non ne voleva sapere di farsi acchiappare, salto sui pacchi. Le Commesse nel tentativo di bloccarlo fecero cadere a terra le due buste rosse.
Appena mi passò vicino lo afferrai al volo dalle gambe posteriori, sollevandolo come un coniglio, poi lo cinsi dalla pancia.

“Ei piccolo! Ne hai fatto di casino e? ahahah
“scusate! Non so che cosa gli è preso! – poi rivolta al suo cagnolino - Chicca! Sei stata cattiva lo sai? Se lo prese in braccio – lo baciò sul capo – poi rivolgendosi di nuovo a noi – chiedo scusa – sono dispiaciuta!
“Non si preoccupi! Il simpaticone – scusa! La simpaticona ha voluto divertirsi un pochino! Hahah

Guardai in faccia la ragazza. I suoi occhi erano di uno azzurro profondo. Le labbra della bocca erano carnose e rosse come ciliegie. Da vicino il suo decolté appariva ancora più accentuato, e si intravedevano le sue meravigliose tette.
Il corpo, emanava un profumo di sandalo, forte e molto sensuale, ed era stretto in un vestito attillato e cortissimo, si intuiva nei particolari.
Il ventre piatto scendeva verso il monte di venere facendo un piccolo affossamento, e poi c’erano le cosce e le gambe. Lunghe e toniche.
La fissai con un senso di libidine che mi stava stordendo i sensi. Il mio cazzo ebbe un sussulto che mai prima di allora aveva avuto.
Quella ragazza era una super figona, un diavolo tentatore che meritava pienamente tutto il mio interesse.

Le commesse, nel frattempo avevano recuperato le buste e le poggiarono sul bancone.
Da galantuomo lasciai che la ragazza pagasse per primo, così oltre al decolté ebbi modo di ammirare e apprezzare anche il suo culo rotondo.
Prima di allontanarsi con la busta:

“Scusate di nuovo! Buon giorno!
“Buon giorno!

La fissai intensamente nel momento in cui usciva dal negozio, compiacendomi del suo passo flessuoso, e del suo corpo divinamente accordato nei movimenti alla sua camminata da modella. Un uomo anziano l'attendeva davanti all'ingresso con un soprabito in mano, coprendola subito per proteggerla dal freddo.

“Mi scusi! Ecco il conto!

Mi voltai e trovai lo sguardo divertito delle due commesse che ridevano sotto i baffi in modo ironico.
Mi avevano beccato in piena contemplazione, di quel magnifico esemplare di fauna femminile.

Più tardi raggiunsi piazza S.Pietro. Dopo un quarto d’ora suonò il cellulare.

“Nonno sto uscendo adesso!
“Sono in Piazza S. Pietro, vicino alla fontana!
“Eccoti! Ti ho visto! sto arrivando!

Annalisa arrivò in pochi minuti. Appena mi vide, scorse anche la busta rosa che tenevo in mano.

“Che cosa è quella busta che tieni in mano!
“E’ un regalo per te! Un vestito!
“Un vestito? Un vestito tipo gonna?
“Si!
“Ma nonno! Lo sai che non mi piacciono quei vestiti!
“Tesoro! Per una volta mi piacerebbe che buttassi via quei jeans!
“Ma nonno! Non mi piace vestirmi in quel modo! Non è pratico! Preferisco i jeans!
“Adesso l’ho comprata e non torno certamente indietro a restituirla! Anzi stasera andiamo a mangiare una pizza e mi piacerebbe che tu lo indossassi! Ti prego fallo per me!
“OK, faccio un’eccezione! Però non me l’ho porto in Australia!
“sono certo che ti piacerà! Sai nella vita, alla fine, dovrai indossarli quei vestiti! Quando sarai una professionista! Ed è meglio che cominci ad abituarti
“Nonno! Mi sembra di sentire parlare la mamma! Fino allora preferisco i jeans! Larghi! Quelli attillati non mi piacciono!

Gli porsi la busta. Lei l’afferrò con la solita indifferenza, senza aprirla.

“Non sei curiosa di vedere come è fatta?
“Nonno la vedrò stasera in albergo!
“Va bene! Io credo che sarai bellissima con quel vestito!

Dopo aver visitato altri siti archeologici, finalmente, rientrammo in albergo. I piedi non li sentivo più per quanto avevo camminato.
Restai sotto la doccia per un’ora abbondante.
Annalisa, in quel momento, era nella sua camera, e stava sicuramente consultando la guida della città, forse anche i libri che aveva comprato al mercatino dell’usato.

Erano già le sette di sera ed il cellulare non squillava. Allora chiamai io.

“Tesoro che stai facendo? Ti sei ricordata che stasera andiamo in pizzeria?
“No! Lo so! Stavo leggendo alcune pagine del libro che ho comprato oggi!
“Mi raccomando, sarebbe cosa gradita se ti mettessi il vestito che ti ho regalato, anche le scarpe!
“Uffa nonno! Non mi sento a mio agio! Lo sai!
"Ti prego per una volta mi piacerebbe vederti vestita da donna!
“Va bene! Uffa! Faro un’eccezione al mio stile! ma solo per farti piacere!
“Grazie tesoro! Vedrai, sarai un incanto stasera! A dopo!

Andai nel bagno ad asciugarmi i capelli. Dopo una mezzora abbondante suona il cellulare. Era Annalisa.

“Nonno! C’è un problema! Il vestito che hai comprato credo che non sia adatto alla serata!
“Annalisa! E’ adatto a te! L’ho scelto con cura! Ti prego, Tesoro fammi contento, almeno per una volta!
“Ma nonno! Sei sicuro di quello che hai comprato? Lo trovo molto strano!
“Annalisa, tu indossalo! E vedrai che quando lo avrai addosso cambierai opinione!
“Indosserò il vestito! Quando lo vedrai cambierai opinione! Per me ti sei sbagliato!
“OK! Quando l’avrai indossato chiamami!
“Va bene nonno! Lo indosso solo per farti piacere!  Ma non penso che potrò uscire conciata in quel modo!
“Tu indossalo!

Dopo un'altra mezzora mi chiamò

“Nonno potresti venire in camera mia?
“Vengo subito!

Quella testona cercava di imbrogliarmi.
Quello era il vestito adatto a lei.
Mi presentai davanti alla sua stanza; la porta era aperta. Entrai. Annalisa era ancora in bagno.
Mi sedetti sulla sponda del letto.

“Tesoro sei li?
“Si! Adesso arrivo!

Uscì dal bagno.

Appena la vidi, dovetti poggiare le mani sul materasso per evitare di cadere a terra.
Non mi sembrava vero. Era una visione sconvolgente.
Non poteva essere Annalisa.

La ragazza che stava in piedi davanti a me indossava una lingeria da sballo:
Calze nere, reggi calze nere merlate, perizoma rosso, scarpe rosse cromate, con tacco a spillo Minigonna azzurra, che lascia scoperto il culo e lo scoscio. Reggiseno rosso, e un corsetto azzurro, simile a quelle dei toreri, in testa aveva un cappellino da aviatore azzurro.

Era di una bellezza travolgente. Più bella della ragazza che avevo visto nel negozio quel pomeriggio.


...mi svegliai due ore dopo. Ero steso sul letto di Annalisa, indossavo solo la camicia. Tra le gambe pendeva un cazzo moscio e oscenamente impregnato di sperma.
L’odore di sborra mi sollecitava le narici. Il cazzo, inoltre, era completamente unto di una sostanza limacciosa.

Gli indumenti erano sparsi sul pavimento, in ogni dove.
I miei e quelli di Annalisa.
Sul letto c’erano le calze e reggicalze.
Il perizoma rosso lo avevo attorno al collo come una collana.

Il letto era completamente disfatto.
C’era solo il materasso. Le lenzuola e i cuscini giacevano sulla sedia.
L’armadio era aperto. Mancavano i vestiti di Annalisa e la sua Valigia.

Ma che cavolo era successo? Sembrava che fosse passato un urgano.
Ero completamente stordito. Cercai di fare mente locale su quanto fosse accaduto in quella camera.

A questo punto è meglio che intervenga io, Guzzon59, per spiegare il mistero.

Il nostro eroe è un po confuso e non è in grado di raccontare nei dettagli i retroscena di quello che gli appariva un disordine senza alcuna ragione.

Dove eravamo rimasti? Si.

Il nonno si era trovato davanti sua nipote Annalisa, in lingeria intima, apparteneva alla ragazza che aveva ammirato nel negozio.
Le buste si erano scambiate accidentalmente durante la confusione creata dal piccolo cagnolino.

La mente del vecchio, appena vide la nipote in quella mise, andò completamente in tilt. Perse il senso del tempo e il lume della ragione.

Ecco come andarono le cose:

“Ti sei sbagliato vero? Scommetto che non sono questi i vestiti che hai comprato!
“Io…. Io… non so… accidenti… sei magnifica…. Vieni qui! siediti sulle mie ginocchia!
“Ma nonno! Che dici? Non è il momento di scherzare!
“Dai! Vieni dal nonnino!

Annalisa, ingenuamente, non avvedendosi dello sguardo libidinoso che offuscava la mente di suo nonno, seccata andò a sedersi sulle sue ginocchia.

“Nonno! Adesso mi rimetto i jeans! Ok?
“Un momento! Che fretta! Non ti andrebbe di divertiti un pochino prima?
“Divertirmi? Ma nonno che cavolo dici?

Accennò un gesto, per alzarsi, ma le mani di suo nonno furono come morse d’acciaio, che la tennero ferma.

“Aspetta! Sei bellissima! Oggi ti ho vista in quel negozio! Hai fatto bene a venire qui!
“Nonno! Che stai dicendo! Ora smettila di dire sciocchezze!

Il nonno prese ad accarezzare le gambe, coperte dalle calze di seta nere. Toccare quelle gambe era come accarezzare un pelle di velluto.

“Nonno! Che stai facendo?

La sua mente era completamente sconvolta da quell'apparizione divina.
La Ferrari finalmente si era tolta i panni della Cinquecento e splendeva di luce propria.
Era una luce a cui era impossibile resistere. Il nonno si sentiva come una falena attratta dalla luminosità di quella rara bellezza, senza pari.

La mano iniziò a scorrere all'interno coscia, lambendo la pelle scoperta e, finalmente, arrivò alla fonte che alimentava il desiderio della sua mente, immergendola totalmente nel suo calore.

“Nonno! No non puoi fare così! Sono tua nipote!
“Non sei mia nipote! Sei la puttana che ho visto oggi! Non mi imbrogli!
“Nonno ti prego smettila!

Il suo sguardo era allucinato, come la sua mente. La mano intanto si era incuneata tre le cosce, strofinando con forza la figa.

“Cristo quanto sei bella! Mmm

Con la bava alla bocca, con mani frementi le strappò il corsetto, lasciandola in reggiseno.

Annalisa nulla poteva contro quella forza della natura. Sembrava impotente di fronte a tanta audacia. Inoltre il rispetto che nutriva per il suo avo le impediva di opporsi con violenza a quella azione scellerata.

Intanto il nonno gli aveva abbassato il reggiseno, esponendo le sue meravigliose tette.

Quando le vide.

“La natura è stata molto generosa con te! Mmm belle e sode! Ho voglia di baciarle!

Così fece. Le sue labbra si chiusero sui capezzoli, che divennero turgidi come marmo, nonostante la riluttanza di Annalisa.

“Nonno! No no no !
“Sei bellissima! Le tue tette mi fanno impazzire!

La spinse con le spalle sul letto. Gli allargò le cosce, ficcandoci dentro la faccia. Leccò il perizoma rosso, la pelle, il monte di venere, il ventre. Tutto quello che trovò davanti.
Sembrava in preda a un delirio senza controllo. Succube delle sue emozioni, le sue mani tremavano mentre toccavano ogni parte del corpo di Annalisa. Le stringeva a coppa sulle tette sode, massaggiandole con forza.

“Nonno! Ti prego smettila!

Annalisa opponeva una flebile resistenza fisica. Si lasciava manipolare come una bambola. Era completamente in balia di suo nonno.

Il nonno in preda al caos estremo dei sensi, ha voglia di vedere la fica di quella giovane puttana, quindi sposta di lato il perizoma esponendola al suo sguardo. Scopre una figa imberbe e completamente rasata. Le grosse labbra si stringevano fino a toccarsi. In mezzo si notava solo un cenno delle piccole labbra. Il clitoride invece era molto sviluppato e fu quello che attirò la sua attenzione.

In preda ad una cupidigia ormai senza dominio, iniziò a raspare tra le fenditure della figa. Le separò leccando con ingordigia la carne viva.

Mmmmmm nonno! Che fai iiiiiiiiiiiiiiii

La voce di Annalisa tradiva ormai una palese emozione. Nonostante si stesse opponendo a quella azione, senza più controllo, suo malgrado, non poteva ignorare gli stimoli che la bocca di suo nonno gli provocava quando le strusciava le parti intime.

“Hai una figa profumata! Mmmm

Iniziò a leccare il clitoride. In pochi secondi divenne duro, come un piccolo cazzo. Era talmente sporgente che si poteva succhiare facilmente.

“Mmmmmm nonno ooooo smettila aaaaaaaaa mmmmm

Le gambe di Annalisa erano sparse e appoggiate sulle spalle di suo nonno. Il vecchio porco si stava dilungando a deliziarsi di quella nicchia di piacere.

Dopo alcuni minuti iniziò a penetrarla con il dito medio. 
Mentre la scopava con la mano si sbottonò i pantaloni.

Annalisa era completamente scioccata. Nel momento in cui suo nonno si era staccato da lei, per togliersi i pantaloni e le mutande, continuò a restare sul letto con le gambe spalancate.

“Ora mettiti così!

Si faceva manovrare senza opporre alcuna resistenza. Suo nonno la tirò a se. Facendo collimare il suo scoscio con il grosso cazzo che sporgeva duro da sotto il ventre adiposo.

Lo brandiva facendo scivolare la grossa cappella tra le fenditure della figa. Con il glande colpì più volte il clitoride. Suscitando lamenti gutturali di sua nipote.

Poi schiacciò la grossa cappella nella spaccatura della figa e spinse fino a quando il grosso bulbo separò le piccole labbra.

La punta del cazzo era completamente immersa nella calda fica. Il vecchio porco invece di spingere dentro il resto del cazzo, continuava a muoverlo facendolo girare come un mestolo nella pasta.

"Mmmmm nonno no! È sbagliato!

Ad un tratto afferrò le sue cosce e diede una spinta in avanti facendo sparire tutto il cazzo dentro la figa di Annalisa.

"Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaa no no no aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
"Cribbio che fica calda e stretta mmmmmm sapevo che era una tana infernale! Mia bella puttana mmmm to to to

La insultava e la scopava con una violenza tale da spostare il letto. La rete cigolava ad ogni affondo. Annalisa era completamente ipnotizzata da quell’azione. Fissava un punto indefinito della stanza e gemeva ad ogni affondo.

Grgggggggggggg mmmmmmmmmmmmm no non mmmmmm

Le gambe di Annalisa si innalzavano in aria, oscenamente spalancate ed appoggiate sulle braccia di suo nonno.

La coppia diabolica era completamente stesa sul letto. I movimenti del vecchio porco erano incessanti e devastanti. La figa di Annalisa era completamente scardinata  dal cazzo di suo nonno. I grossi coglioni, avvolti in uno scroto molle e pendente, sbattevano contro il perineo.

Mmmmmm grrrrr mmmmmmmmm

Annalisa, suo malgrado, non riusciva più a sopprimere l’orgasmo che il cazzo di suo nonno gli stava provocando. Nel momento in cui le pareti vaginali si contorcevano, con le dita serrava le lenzuola, come se le volesse lacerare.
Il vecchio, dopo una serie continua di colpi profondi e micidiali, si ferma.

“Girati mettiti a pecorina!

Annalisa sembrava priva di volontà. Acconsentiva ai suoi desideri senza battere ciglio, eseguendo gli ordini di suo nonno come un perfetto soldatino.

Nell'istante in cui si inginocchiò sul letto, esponendo il suo meraviglioso culo.

“Dio mio… questo è il paradiso!

Davanti a quella scena da infarto, si abbassò come un cane idrofobo, iniziando a leccare il buco del culo e la figa oscenamente slabbrata dal suo cazzo.

Con un dito cominciò a lavorarle il buco stretto. Un rivolo di sputo lubrificò quel cunicolo, facilitando la penetrazione del dito medio.

“Nonno no no lì no!
“Zitta troia! Sei una puttana! Ti pago per tutto! Hai capito! Tutto compreso!
“Non sono una puttana! Sono tua nipote!

Il vecchio era indifferente a quelle suppliche; prima infila un dito, poi due, alla fine sono tre.
L’orifizio anale si era dilatato a sufficienza, per cui, sputò un altro rivolo di saliva e prese a scoparlo con tre dite.

"Mmmm no no mi fai male mmmmm
“Ora ti inculo troia! Poi vedremo se ti farà male il buco del culo!

Cosi dicendo, fa cadere un rigagnolo di saliva nella cavità slabbrata dalle sue dita, lubrifica il pertugio del culo, quindi si avvicina con la cappella del cazzo, la schiaccia contro l’apertura, e spinge lentamente, facendo penetrare il resto del cazzo nello sfintere.

“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaa mi fai male aaaaaaaaaaa
“Stai zitta troia.! Ora ti scopo il culo!

Non gli diede il tempo di replicare. L’afferrò dai fianchi e iniziò a martellare l'ano. L’orifizio, un po alla volta si adattò alle dimensioni del suo cazzo.
Poi lo vide scivolare dentro senza alcuna resistenza da parte di Annalisa, probabilmente non sentiva più il dolore, ma il piacere. Infatti se ne stava a pecorina, incassando il nerbo nel culo, gemendo lievemente.

"Mmmmm sei un bastardo… lo dirò a papà! Bastardo mmmmmm
“Zoccola! Puttana! Troia! Tie tie… Ti spacco il culo! To to to

Mentre s’inculava la nipote, le assestava dei forti schiaffi sulle natiche.
Il rumore secco della mano contro le natiche, si confondeva con il cigolio della rete del letto e dello sciabordio del cazzo mentre penetrava nel culo. Era un coro di rumori e di sensazioni straordinarie.

“Troia sto per sborrare mmmm anzi ho voglia di sborrarti in bocca!

Cosi dicendo, la costringe ad inginocchiarsi davanti a lui. Mena il cazzo per alcuni secondi, poi l’afferra dai capelli e tenendole il viso all'altezza del cazzo colpisce la fa faccia con fluidi di sborra.

Il liquido biancastro, si cosparge sugli occhi, sul naso, sulla bocca e sul petto, colando in lunghi e spessi rivoli.

Annalisa restò per un attimo in ginocchio con la testa abbassata. In silenzio. Suo nonno si era buttato sul letto, spossato.

Dopo mezzora abbondante. Il vecchio si desta nuovamente da quel senso di spossatezza, e trova sua nipote seduta per terra con la schiena appoggiata al letto. La guarda.

Cribbio le calze nere esaltavano le sue cosce. La fissa intensamente. La scintilla del desiderio si accende di nuovo.

“Vieni qui, stenditi al mio fianco!

La ragazza si alzò e come un automa si sedette sulla sponda del letto.

“Sei meravigliosa! Hai un corpo stupendo!
“Ma nonno! Sono Annalisa!
“Non sei Annalisa! Tu sei una puttana! C’è ancora una cosa che non mi hai fatto?
“Che cosa?
“Il pompino! Ti pago anche per questo! Ora succhiamelo!
“Ma nonno! Io!
“Tu sei una puttana! Hai capito? Ora succhia sto cazzo!

Annalisa afferrò il cazzo di suo nonno, muovendo il polso.

“Che aspetti a succhiarlo?

Era completamente soggiogata da suo nonno. Non riusciva ad opporre alcuna resistenza. Così, riluttante abbassò il capo, spargendo i lunghi capelli sul ventre molle di suo nonno, aprì la bocca e cercò di ficcarsi dentro le gote il grosso cazzo sporco di sperma e sostanze limacciose.

Fece del suo meglio.

“Mmm il pompino non è il tuo forte. Vieni qui e stenditi sul letto!

Ubbidì all’ordine di suo nonno.

Il vecchio si era messo in ginocchio sul letto, in mezzo alle cosce spalante della nipote.
Le palpeggia la fica, facendo scorrere la punta delle dita tra le labbra umide. Poi le infila nella carne viva.

"Mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm
“Sei bellissima! ho voglia di scoparti!

Il vecchio, aveva un’erezione imponente in atto, si stese su sua nipote, strusciò la cappella tra le labbra della figa, avanzò con il bacino e la penetrò nuovamente fino in fondo.

Poi si appoggiò con la pancia sopra il ventre piatto di Annalisa e iniziò a chiavarla.

"Mmmmmm sei una puttana di classe! To to to

Le aveva afferrato le gambe, costringendola ad appoggiarle sulle sue spalle. Poi, puntando le braccia sul materasso inizio a martellare in profondità.

"Mmmmmmmm

Annalisa, ormai rassegnata, suo malgrado, rispondeva all’azione del cazzo con leggeri lamenti.

Il vecchio porco, dopo un quarto d’ora abbondante, scaricò una altra copiosa sborrata, allagando la vagina di sua nipote.

"MMMM sei stata magnifica!

In una mano si trovò il suo perizoma rosso. Lo annusò e, ridendo, ci infilò dentro la testa. Poi si abbandono sul letto come un sacco di patate, addormentandosi con un forte respiro.

Annalisa si sottrasse dal suo abbraccio.
Si tolse subito gli indumenti che gli aveva regalato suo nonno.
Corse nel bagno, si fece una doccia, per lavarsi di dosso quella sensazione di sporco.
Si vestì in fretta.
Con la valigia in mano, scappò via, da quel luogo di torture.

Prese un taxi e si fece portare all'aeroporto  Prenotò il primo volo per Parigi, da dove sarebbe ripartita alla volta di Sidney.

Il nonno si sveglio sul letto di Annalisa.

Da adesso in poi sarà il nonno che racconta la storia. Guzzon59 rientra nella schiera dei lettori.

…Ero confuso. Mi guardai attorno. Che cazzo ci facevo nudo nella stanza di Annalisa?
Mi sentivo spossato. Il corpo era eccessivamente sensibile e reagiva al contatto con le cose.
Mi toccai i coglioni doloranti. Guardai il cazzo. Era sporco. Le cosce e il ventre erano impregnati di sperma.

Corsi in bagno ad immergere il viso nell'acqua fredda. Mi guardai allo specchio osservando le gocce d’acqua che scendevano lentamente sulla pelle rugosa del viso.

“Dio mio no! Che cazzo ho fatto?

Il ricordo cominciò ad emergere nettamente. Annalisa, io, l’avevo sodomizzata. Mi sentivo un mostro per quello che avevo fatto. Non c’era nessuna giustificazione che potesse dare un senso a quella che avevo fatto ad Annalisa.

Mi vergognavo come una carogna. Annalisa sarà corsa a raccontare tutto ai suoi genitori. Mio figlio, mia moglie, mia nuora, i parenti. Che cosa avrebbero pensato di me? Un maniaco sessuale, ecco cosa ero diventato!

Il senso di colpa mi stava distruggendo la mente. Piangevo e mi disperavo. Ormai il danno era stato fatto e non c’era modo di rimediare.

Raccolsi i miei indumenti e scappai in camera mia. Mi barricai dentro, spensi le luci, e mi rannicchiai ai piedi del letto, nel buio totale.

In quell’angolo, avrei atteso il mio destino struggendomi l’anima. Sarei finito in galera, giustamente, facendo soffrire tutti.
Tutto questo è successo solo per aver dato sfogo ad un impulso primordiale, che non ho saputo controllare.
Non potevo più considerarmi un uomo.

Mi ero addormentato. Il suono del cellulare mi sveglia.

“Nonno! Sei in camera?
“Si! Tesoro perdonami! Per il male che ti ho fatto!
“Aprì la porta! Sono qui!

Mi alzai. Gli aprì la porta. Lei era in piedi, con la valigia in mano. Entrò e chiuse la porta a chiave.

Accese la luce e si sedette sul letto.

“Nonno! Volevo scappare in Australia! Ma ho perso l’aereo!

Non riuscivo a guardarla in faccia. Fu lei ad avvicinarsi. Sedendosi al mio fianco.  Poi poggio la testa sulla spalla, sussurrando:

“Non sono arrabbiata con te!
“Non sei arrabbiata con me? Ma ti ho fatto del male!
“Sono arrabbiata con me stesse! Ho riflettuto molto! Sono veramente una cretina!
“Non capisco!
 "Sono stata io a provocarti! Avrei dovuto evitare di indossare quei vestiti! Ti confesso che mi sentivo a mio agio vestita da troia! Avrei dovuto immaginare a cosa andavo incontro con quegli indumenti addosso! La tua reazione è stata naturale! Non ho resistito alla tentazione di provocarti!
 "Altro che cretina! salta fuori la tue vera natura!
“Cretina per quello che mi stavo perdendo! Quello che mi hai fatto mi è piaciuto! Solo che... insomma.. vorrei che tu continuassi a dominarmi! come hai fatto prima!

La guardai perplesso.

“Nonno!
“Si tesoro!
“Stasera voglio stare qui, con te! Voglio essere la tua puttana!

Così va la vita.

Guzzon59 (Claudiogusson@ymail.com)

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