I
primi anni furono caratterizzati da un duro lavoro in cantiere. Poi un giorno, grazie
ad un imprenditore di origini italiane, ebbe la sua opportunità e diventò un professionista
di successo.
Nella
terra dei canguri ha incontrato Sandy, una ragazza meticcia, che aveva nel suo
DNA origini aborigeni, cinesi e inglesi.
Il
risultato era strabiliante, una ragazza dalla pelle perennemente abbronzata, occhi
a mandorla, color turchesi e capelli castani chiari.
Quando
veniva in vacanza Italia incantava il paese per la sua bellezza, senza pari.
Suscitando
il mio orgoglio di suocero.
Dalla
loro unione sono nati due figli, George che ha ventidue anni e Annalisa di
venti uno.
George
ha sempre dimostrato poco attaccamento all’Italia, preferendo i paesi a
vocazione anglosassone.
Così
dopo alcune sporadiche visite, ha smesso di venire a trovarmi, scegliendo
l’America come meta abituale, sia per le vacanze che per gli studi.
Annalisa,
invece ha amato la nostra patria, imparando perfettamente la lingua e anche il
dialetto.
Dopo
le scuole primarie, si è iscritta in un college di Sidney scegliendo un iter di
studi che comprendevano il Greco, il Latino e la letteratura Italiana.
Si
stava avviando a diventare una vera studiosa della nostra cultura.
Le
vacanze in Italia includevano di solito le visite nei siti archeologi degli
antichi insediamenti Greco e Romani e degli antichi etruschi nonché le città d’arte
famose in tutto il mondo.
Purtroppo
la passione per gli studi classici era talmente sentita da farle trascurare il
proprio aspetto.
Era
come ammirare una Ferrari camuffata da cinquecento.
La
sua bellezza era il risultato degli incroci di molte razze, che si notavano nei
tratti somatici del viso, in modo incantevole. Uno splendore assoluto.
Quando
era in Italia i ragazzini del paese, giravano con i motorini come folli, tutti
attorno alla mia casa, come le mosche.
Ma
lei, indifferente a quel carosello di testosterone, li ignorava in modo
crudele, preferendo approfondire i propri interessi culturali piuttosto che farsi
distrarre dagli svaghi della sua età.
Diceva
che l’Italia era un meraviglioso libro con tante pagine di rara bellezza, da
ammirare incantati perché erano uniche al mondo.
In
Australia si sentiva anche orgogliosa delle sue origini Italiana, perché riteneva
che il nostro paese fosse il fondamento di tutta la cultura mondiale.
Adesso
partiamo con la storia. Buona lettura.
L’inverno nell’emisfero settentrionale corrisponde all’estate di quello australe.
Mio
figlio Mario, il natale scorso, ci volle con lui in Australia, per festeggiare
la ricorrenza sulla spiaggia.
Era
una cosa insolita per le nostre abitudini, che includevano babbo natale a bordo
di una slitta trainata dalle renne, che sfrecciava nel cielo e sui tetti
innevati.
Una
settimana dopo che eravamo arrivati ci giunse la notizia che l’altro mio
figlio, Antonio, era rimasto coinvolto in un sinistro stradale, per fortuna,
senza conseguenze gravi.
Solo
che si era fratturato entrambe le gambe, ed era costretto a muoversi su una
sedia a rotelle. Quindi bisognoso di un’assistenza continua.
Decidemmo
di anticipare il rientro. La sera precedente al viaggio di ritorno mia moglie
si ammalò, forse furono le preoccupazioni che l’avevano resa debole, quindi facilmente esposta alle minacce dell’influenza.
I
biglietti erano già stati comprati.
Allora
Annalisa si offrì di accompagnarmi nel viaggio di ritorno.
Arrivati
al paese andammo direttamente da mio figlio Antonio.
Alcuni giorni dopo:
“Nonno!
Visto che domani è la vigilia di capodanno, mi piacerebbe andare a visitare
Roma! E’ la prima volta che mi trovo in Italia, in pieno inverno!
“Sono
d’accordo tesoro! Piuttosto che restare qui ad annoiarsi!
Il
giorno successivo ci mettemmo in viaggio verso la capitale.
Avevo
prenotato un albergo nei pressi di Genzano, una località non lontana da
Roma.
Lo
stesso giorno ci recammo a Roma con un trenino locale, che partiva da Velletri.
Quel
giorno i musei stranamente erano tutti aperti. Annalisa volle visitare quelli
vaticani.
“Annalisa,
ti confesso che la visita al museo, sinceramente, non mi entusiasma molto! Ti
dispiacerebbe se restassi fuori? Così ne approfitto per farmi un giretto nei
dintorni!
“Va
bene nonno! Non ci sono problemi! Quando ho finito ti chiamo sul cellulare!
“Va
bene tesoro! Ci vediamo dopo!
Iniziai
a gironzolare per le vie attorno al Vaticano. Ad un certo punto mi fermai
davanti ad un negozio d’abbigliamento per donne. Nella vetrina vidi esposto un
vestito che fece scattare la mia curiosità.
Era
un vestitino leggero, con fantasie di fiori, non molto lungo. Sarebbe stato
perfetto per Annalisa.
Quella
ragazza mi preoccupava. Non curava molto il suo look. Anche quel giorno si era
messa i soliti jeans larghi e un maglione di lana ampio, che nascondeva tutta
la sua bellezza.
A
volta non riuscivo a capire perché si trascurasse in quel modo.
A
casa non faceva altro che restare incollata al computer a consultare siti
archeologici. Testi in italiano antico e del medioevo.
Guardai
la vetrina, e notai che ai piedi del vestito c’erano anche delle scarpette, con
un piccolo tacco. Fissai quegli indumenti pensando ad Annalisa. Avrebbero
esaltato divinamente il suo aspetto femminile, che lei trascurava.
Sarebbe
stato un bel regalo. Alla fine mi decisi ed entrai.
“Buon
giorno!
Mi
trovai davanti una bella ragazza. Molto simile a mia nipote.
“Buon
giorno signorina!
“Desidera?
“Mi
interessa quel vestito esposto in vetrina, e anche le scarpe, sa! Sono per mia
nipote!
La
ragazza mi fissò con un sorriso ironico. Probabilmente non aveva creduto una
sola parola. Certamente avrà pensato che il vestito fosse per la mia amichetta.
Gli
restituì il sorriso, ammiccando con gli occhi: come per dire che ci aveva
azzeccato.
Sinceramente
il suo giudizio non mi interessava.
“Conosce
le misure di sua mmm nipote?
“Si!
Più o meno ha la stessa taglia di lei!
“La
mia?
“Si!
“Vuole
che provi il vestito?
“Mi
farebbe un gran favore!
La commessa si allontanò con il vestito e le
scarpe.
Nello
stesso istante entrò una giovane ragazza. Era molto raffinata nei modi e teneva
in braccio un cagnolino di piccola taglia. Vestiva con abiti succinti che
mettevano in risalto le sue stupende forme.
Fu
accolta da un'altra commessa. Insieme si avviarono nella stanza attigua. Mentre
si allontanava guardai la schiena della ragazza, completamente scoperta.
Camminava flessuosamente, come le modelle. Un piede dietro all’altro. Il suo
culo oscillava sublimemente. Era impossibile restare indifferenti davanti a
tanta provocazione.
Ero
ancora un uomo virile e non disdegnavo di lanciare occhiate a quel tipo di
ragazze.
A
volte rimproveravo la mia mancanza di coraggio. In paese c’erano amici, della
mia stessa età, che mi raccontavano di storie avuto con giovani ragazze. C’era
da spendere parecchio denaro, ma ne valeva la pena.
Chissà,
forse quella era un escort?
Da
come si muoveva e dai vestiti che indossava lo era sicuramente.
Chissà
quanto avrebbe preteso per una notte d’amore?
Domanda
che non avrebbe avuto risposta, perché non possedevo il coraggio di procurarmi quel tipo
di piacere.
Anche
se mi sarebbe piaciuto tanto, almeno una volta, scopare con quel genere di
ragazze.
Come
dire: una botta di vita! E la cosa che più mi affascinava molto.
Ero
in piena contemplazione estetica, a fantasticare su quella ragazza, con
un’imponente erezione, in atto, quando:
“Eccomi!
Mi
girai e trovai il sorriso della ragazza e suoi occhi divertiti che mi fissavano
in attesa di un responso.
Mi
aveva sorpreso a guardare la ragazza di prima, con espressione libidinosa.
Deglutì dall'imbarazzo poi, ritrovando l'autocontrollo:
Deglutì dall'imbarazzo poi, ritrovando l'autocontrollo:
“Bello!
Si mi piace! Credo che lo prenderò!
“Mi
permette un suggerimento?
“Si!
dica pure!
“Questo
vestito è bello! Ma un po troppo pudico! Certo esalta le gambe, ma una giovane
ragazza, oggi, punta più a mostrare il proprio corpo che a coprirlo! Preferisce
un vestito leggero e sexy! Vuole piacere al suo uomo, affascinarlo con la
sensualità! Nella stanza vicino ci sono vestiti che sicuramente potrebbero
piacere alla sua amichetta!
“
- Sorrido – grazie del suggerimento! Ho capito che cosa intende lei. Ma vede il
vestito che ho scelto, e che lei sta indossando in maniera perfetta, è
veramente un regalo per mia nipote!
La
ragazza arrossì in modo visibile, poi, imbarazzata.
“Mi
scusi! Se sono apparsa un po invadente!
“No!
Tranquilla! È il suo mestiere dare consigli! Anzi la ringrazio per il
suggerimento! Ma prendo questo vestito e anche le scarpe!
“Mi
scusi di nuovo, lei si può accomodare alla cassa, mentre io confeziono il
vestito! Desidera una carta particolare o la busta della casa?
“Va
bene anche quella della casa! Grazie molto gentile!
La
ragazza ritornò nei camerini. Quando arrivai alla cassa notai che anche la
ragazza che avevo ammirato poco prima si stava avvicinando.
Ci
trovammo affiancati l’uno all’altro.
Aveva
in braccio il suo cagnolino dallo sguardo birichino.
I
suoi occhi scuri e lucidi mi scrutavano con ferocia, senza perdermi di vista.
Vennero
le commesse, e ognuna recava in mano una busta rossa, con i disegni della casa.
Stavo
per estrarre il bancomat dal portafoglio, quando il cagnolino, interpretando
quel gesto come un’aggressione, inizia ad abbaiare, e poi si lancia sopra il
bancone, creando una confusione tra le commesse e la giovane ragazza, che
tentava di afferrarlo.
La
piccola peste non ne voleva sapere di farsi acchiappare, salto sui pacchi. Le
Commesse nel tentativo di bloccarlo fecero cadere a terra le due buste rosse.
Appena
mi passò vicino lo afferrai al volo dalle gambe posteriori, sollevandolo come
un coniglio, poi lo cinsi dalla pancia.
“Ei
piccolo! Ne hai fatto di casino e? ahahah
“scusate!
Non so che cosa gli è preso! – poi rivolta al suo cagnolino - Chicca! Sei stata
cattiva lo sai? Se lo prese in braccio – lo baciò sul capo – poi rivolgendosi di
nuovo a noi – chiedo scusa – sono dispiaciuta!
“Non
si preoccupi! Il simpaticone – scusa! La simpaticona ha voluto divertirsi un
pochino! Hahah
Guardai
in faccia la ragazza. I suoi occhi erano di uno azzurro profondo. Le labbra
della bocca erano carnose e rosse come ciliegie. Da vicino il suo decolté
appariva ancora più accentuato, e si intravedevano le sue meravigliose tette.
Il
corpo, emanava un profumo di sandalo, forte e molto sensuale, ed era stretto in
un vestito attillato e cortissimo, si intuiva nei particolari.
Il
ventre piatto scendeva verso il monte di venere facendo un piccolo affossamento,
e poi c’erano le cosce e le gambe. Lunghe e toniche.
La
fissai con un senso di libidine che mi stava stordendo i sensi. Il mio cazzo
ebbe un sussulto che mai prima di allora aveva avuto.
Quella
ragazza era una super figona, un diavolo tentatore che meritava pienamente
tutto il mio interesse.
Le
commesse, nel frattempo avevano recuperato le buste e le poggiarono sul
bancone.
Da
galantuomo lasciai che la ragazza pagasse per primo, così oltre al decolté ebbi
modo di ammirare e apprezzare anche il suo culo rotondo.
Prima
di allontanarsi con la busta:
“Scusate
di nuovo! Buon giorno!
“Buon
giorno!
La
fissai intensamente nel momento in cui usciva dal negozio, compiacendomi del
suo passo flessuoso, e del suo corpo divinamente accordato nei movimenti alla
sua camminata da modella. Un uomo anziano l'attendeva davanti all'ingresso con un soprabito in mano, coprendola subito per proteggerla dal freddo.
“Mi
scusi! Ecco il conto!
Mi
voltai e trovai lo sguardo divertito delle due commesse che ridevano sotto i
baffi in modo ironico.
Mi
avevano beccato in piena contemplazione, di quel magnifico esemplare di fauna
femminile.
Più
tardi raggiunsi piazza S.Pietro. Dopo un quarto d’ora suonò il cellulare.
“Nonno
sto uscendo adesso!
“Sono
in Piazza S. Pietro, vicino alla fontana!
“Eccoti!
Ti ho visto! sto arrivando!
Annalisa
arrivò in pochi minuti. Appena mi vide, scorse anche la busta rosa che tenevo
in mano.
“Che
cosa è quella busta che tieni in mano!
“E’
un regalo per te! Un vestito!
“Un
vestito? Un vestito tipo gonna?
“Si!
“Ma
nonno! Lo sai che non mi piacciono quei vestiti!
“Tesoro!
Per una volta mi piacerebbe che buttassi via quei jeans!
“Ma
nonno! Non mi piace vestirmi in quel modo! Non è pratico! Preferisco i jeans!
“Adesso
l’ho comprata e non torno certamente indietro a restituirla! Anzi stasera andiamo
a mangiare una pizza e mi piacerebbe che tu lo indossassi! Ti prego fallo per
me!
“OK,
faccio un’eccezione! Però non me l’ho porto in Australia!
“sono
certo che ti piacerà! Sai nella vita, alla fine, dovrai indossarli quei
vestiti! Quando sarai una professionista! Ed è meglio che cominci ad abituarti
“Nonno!
Mi sembra di sentire parlare la mamma! Fino allora preferisco i jeans! Larghi!
Quelli attillati non mi piacciono!
Gli
porsi la busta. Lei l’afferrò con la solita indifferenza, senza aprirla.
“Non
sei curiosa di vedere come è fatta?
“Nonno
la vedrò stasera in albergo!
“Va
bene! Io credo che sarai bellissima con quel vestito!
Dopo
aver visitato altri siti archeologici, finalmente, rientrammo in albergo. I
piedi non li sentivo più per quanto avevo camminato.
Restai
sotto la doccia per un’ora abbondante.
Annalisa,
in quel momento, era nella sua camera, e stava sicuramente consultando la guida
della città, forse anche i libri che aveva comprato al mercatino dell’usato.
Erano
già le sette di sera ed il cellulare non squillava. Allora chiamai io.
“Tesoro
che stai facendo? Ti sei ricordata che stasera andiamo in pizzeria?
“No!
Lo so! Stavo leggendo alcune pagine del libro che ho comprato oggi!
“Mi
raccomando, sarebbe cosa gradita se ti mettessi il vestito che ti ho regalato, anche le scarpe!
“Uffa
nonno! Non mi sento a mio agio! Lo sai!
"Ti
prego per una volta mi piacerebbe vederti vestita da donna!
“Va
bene! Uffa! Faro un’eccezione al mio stile! ma solo per farti piacere!
“Grazie
tesoro! Vedrai, sarai un incanto stasera! A dopo!
Andai
nel bagno ad asciugarmi i capelli. Dopo una mezzora abbondante suona il
cellulare. Era Annalisa.
“Nonno!
C’è un problema! Il vestito che hai comprato credo che non sia adatto alla
serata!
“Annalisa!
E’ adatto a te! L’ho scelto con cura! Ti prego, Tesoro fammi contento, almeno
per una volta!
“Ma
nonno! Sei sicuro di quello che hai comprato? Lo trovo molto strano!
“Annalisa,
tu indossalo! E vedrai che quando lo avrai addosso cambierai opinione!
“Indosserò
il vestito! Quando lo vedrai cambierai opinione! Per me ti sei sbagliato!
“OK!
Quando l’avrai indossato chiamami!
“Va
bene nonno! Lo indosso solo per farti piacere!
Ma non penso che potrò uscire conciata in quel modo!
“Tu
indossalo!
Dopo
un'altra mezzora mi chiamò
“Nonno
potresti venire in camera mia?
“Vengo
subito!
Quella
testona cercava di imbrogliarmi.
Quello
era il vestito adatto a lei.
Mi
presentai davanti alla sua stanza; la porta era aperta. Entrai. Annalisa era
ancora in bagno.
Mi
sedetti sulla sponda del letto.
“Tesoro
sei li?
“Si!
Adesso arrivo!
Uscì
dal bagno.
Appena
la vidi, dovetti poggiare le mani sul materasso per evitare di cadere a terra.
Non
mi sembrava vero. Era una visione sconvolgente.
Non
poteva essere Annalisa.
Calze
nere, reggi calze nere merlate, perizoma rosso, scarpe rosse cromate, con tacco
a spillo Minigonna azzurra, che lascia scoperto il culo e lo scoscio. Reggiseno
rosso, e un corsetto azzurro, simile a quelle dei toreri, in testa aveva un
cappellino da aviatore azzurro.
Era
di una bellezza travolgente. Più bella della ragazza che avevo visto nel
negozio quel pomeriggio.
...mi
svegliai due ore dopo. Ero steso sul letto di Annalisa, indossavo solo la
camicia. Tra le gambe pendeva un cazzo moscio e oscenamente impregnato di sperma.
L’odore
di sborra mi sollecitava le narici. Il cazzo, inoltre, era completamente unto di una
sostanza limacciosa.
Gli indumenti erano sparsi sul pavimento, in ogni dove.
I miei e quelli di Annalisa.
Sul letto c’erano le calze e reggicalze.
Il perizoma rosso lo avevo attorno al collo come una collana.
Il letto era completamente disfatto.
C’era solo il materasso. Le lenzuola e i cuscini giacevano sulla sedia.
I miei e quelli di Annalisa.
Sul letto c’erano le calze e reggicalze.
Il perizoma rosso lo avevo attorno al collo come una collana.
Il letto era completamente disfatto.
C’era solo il materasso. Le lenzuola e i cuscini giacevano sulla sedia.
L’armadio
era aperto. Mancavano i vestiti di Annalisa e la sua Valigia.
Ma
che cavolo era successo? Sembrava che fosse passato un urgano.
Ero
completamente stordito. Cercai di fare mente locale su quanto fosse accaduto in
quella camera.
A
questo punto è meglio che intervenga io, Guzzon59, per spiegare il mistero.
Il
nostro eroe è un po confuso e non è in grado di raccontare nei
dettagli i retroscena di quello che gli appariva un disordine senza alcuna
ragione.
Dove
eravamo rimasti? Si.
Il
nonno si era trovato davanti sua nipote Annalisa, in lingeria intima, apparteneva alla ragazza che aveva ammirato nel negozio.
Le
buste si erano scambiate accidentalmente durante la confusione creata dal
piccolo cagnolino.
La mente del vecchio, appena vide la nipote in quella mise, andò completamente in tilt.
Perse il senso del tempo e il lume della ragione.
Ecco
come andarono le cose:
“Ti
sei sbagliato vero? Scommetto che non sono questi i vestiti che hai comprato!
“Io….
Io… non so… accidenti… sei magnifica…. Vieni qui! siediti sulle mie ginocchia!
“Ma
nonno! Che dici? Non è il momento di scherzare!
“Dai!
Vieni dal nonnino!
Annalisa,
ingenuamente, non avvedendosi dello sguardo libidinoso che offuscava la mente di suo nonno, seccata andò a sedersi sulle sue ginocchia.
“Nonno!
Adesso mi rimetto i jeans! Ok?
“Un
momento! Che fretta! Non ti andrebbe di divertiti un pochino prima?
“Divertirmi?
Ma nonno che cavolo dici?
Accennò
un gesto, per alzarsi, ma le mani di suo nonno furono come morse d’acciaio,
che la tennero ferma.
“Aspetta!
Sei bellissima! Oggi ti ho vista in quel negozio! Hai fatto bene a venire qui!
“Nonno!
Che stai dicendo! Ora smettila di dire sciocchezze!
Il
nonno prese ad accarezzare le gambe, coperte dalle calze di seta nere. Toccare
quelle gambe era come accarezzare un pelle di velluto.
“Nonno!
Che stai facendo?
La
sua mente era completamente sconvolta da quell'apparizione divina.
La Ferrari finalmente si era tolta i panni della Cinquecento e splendeva di luce
propria.
Era
una luce a cui era impossibile resistere. Il nonno si sentiva come una falena
attratta dalla luminosità di quella rara bellezza, senza pari.
La mano iniziò a scorrere all'interno coscia, lambendo la pelle scoperta e,
finalmente, arrivò alla fonte che alimentava il desiderio della sua mente, immergendola totalmente nel suo calore.
“Nonno!
No non puoi fare così! Sono tua nipote!
“Non
sei mia nipote! Sei la puttana che ho visto oggi! Non mi imbrogli!
“Nonno
ti prego smettila!
Il
suo sguardo era allucinato, come la sua mente. La mano intanto si era incuneata
tre le cosce, strofinando con forza la figa.
“Cristo
quanto sei bella! Mmm
Con la bava alla bocca, con mani frementi le
strappò il corsetto, lasciandola in reggiseno.
Annalisa
nulla poteva contro quella forza della natura. Sembrava impotente di fronte a
tanta audacia. Inoltre il rispetto che nutriva per il suo avo le impediva di
opporsi con violenza a quella azione scellerata.
Intanto
il nonno gli aveva abbassato il reggiseno, esponendo le sue meravigliose tette.
Quando
le vide.
“La
natura è stata molto generosa con te! Mmm belle e sode! Ho voglia di baciarle!
Così
fece. Le sue labbra si chiusero sui capezzoli, che divennero turgidi come
marmo, nonostante la riluttanza di Annalisa.
“Nonno!
No no no !
“Sei
bellissima! Le tue tette mi fanno impazzire!
La
spinse con le spalle sul letto. Gli allargò le cosce, ficcandoci dentro la
faccia. Leccò il perizoma rosso, la pelle, il monte di venere, il ventre. Tutto
quello che trovò davanti.
Sembrava
in preda a un delirio senza controllo. Succube delle sue emozioni, le sue mani tremavano mentre toccavano ogni parte del corpo
di Annalisa. Le stringeva a coppa sulle tette sode, massaggiandole con forza.
“Nonno!
Ti prego smettila!
Annalisa
opponeva una flebile resistenza fisica. Si lasciava manipolare come una
bambola. Era completamente in balia di suo nonno.
Il
nonno in preda al caos estremo dei sensi, ha voglia di vedere la fica di quella giovane puttana, quindi sposta di lato il perizoma esponendola al suo sguardo. Scopre una figa imberbe e
completamente rasata. Le grosse labbra si stringevano fino a toccarsi. In mezzo
si notava solo un cenno delle piccole labbra. Il clitoride invece era molto
sviluppato e fu quello che attirò la sua attenzione.
In
preda ad una cupidigia ormai senza dominio, iniziò a raspare tra le fenditure
della figa. Le separò leccando con ingordigia la carne viva.
Mmmmmm
nonno! Che fai iiiiiiiiiiiiiiii
La
voce di Annalisa tradiva ormai una palese emozione. Nonostante si stesse
opponendo a quella azione, senza più controllo, suo malgrado, non poteva ignorare
gli stimoli che la bocca di suo nonno gli provocava quando le strusciava le parti intime.
“Hai
una figa profumata! Mmmm
Iniziò
a leccare il clitoride. In pochi secondi divenne duro, come un piccolo cazzo.
Era talmente sporgente che si poteva succhiare facilmente.
“Mmmmmm
nonno ooooo smettila aaaaaaaaa mmmmm
Le
gambe di Annalisa erano sparse e appoggiate sulle spalle di suo nonno. Il
vecchio porco si stava dilungando a deliziarsi di quella nicchia di piacere.
Dopo
alcuni minuti iniziò a penetrarla con il dito medio.
Mentre la scopava con la mano si sbottonò i pantaloni.
Mentre la scopava con la mano si sbottonò i pantaloni.
Annalisa
era completamente scioccata. Nel momento in cui suo nonno si era staccato da
lei, per togliersi i pantaloni e le mutande, continuò a restare sul letto con
le gambe spalancate.
“Ora
mettiti così!
Si
faceva manovrare senza opporre alcuna resistenza. Suo nonno la tirò a se.
Facendo collimare il suo scoscio con il grosso cazzo che sporgeva duro da sotto
il ventre adiposo.
Lo
brandiva facendo scivolare la grossa cappella tra le fenditure della figa. Con
il glande colpì più volte il clitoride. Suscitando lamenti gutturali di sua
nipote.
Poi
schiacciò la grossa cappella nella spaccatura della figa e spinse fino a quando
il grosso bulbo separò le piccole labbra.
La
punta del cazzo era completamente immersa nella calda fica. Il vecchio porco invece
di spingere dentro il resto del cazzo, continuava a muoverlo facendolo girare
come un mestolo nella pasta.
"Mmmmm
nonno no! È sbagliato!
Ad
un tratto afferrò le sue cosce e diede una spinta in avanti facendo sparire
tutto il cazzo dentro la figa di Annalisa.
"Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
no no no aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
"Cribbio
che fica calda e stretta mmmmmm sapevo che era una tana infernale! Mia bella
puttana mmmm to to to
La
insultava e la scopava con una violenza tale da spostare il letto. La rete
cigolava ad ogni affondo. Annalisa era completamente ipnotizzata da
quell’azione. Fissava un punto indefinito della stanza e gemeva ad ogni
affondo.
Grgggggggggggg
mmmmmmmmmmmmm no non mmmmmm
Le
gambe di Annalisa si innalzavano in aria, oscenamente spalancate ed appoggiate
sulle braccia di suo nonno.
La
coppia diabolica era completamente stesa sul letto. I movimenti del vecchio
porco erano incessanti e devastanti. La figa di Annalisa era completamente
scardinata dal cazzo di suo nonno. I
grossi coglioni, avvolti in uno scroto molle e pendente, sbattevano contro il
perineo.
Mmmmmm
grrrrr mmmmmmmmm
Annalisa,
suo malgrado, non riusciva più a sopprimere l’orgasmo che il cazzo di suo nonno gli stava provocando. Nel momento in cui le pareti vaginali si contorcevano,
con le dita serrava le lenzuola, come se le volesse lacerare.
Il
vecchio, dopo una serie continua di colpi profondi e micidiali, si ferma.
“Girati
mettiti a pecorina!
Annalisa
sembrava priva di volontà. Acconsentiva ai suoi desideri senza battere ciglio, eseguendo gli
ordini di suo nonno come un perfetto soldatino.
Nell'istante in cui si inginocchiò sul letto, esponendo il suo meraviglioso culo.
“Dio
mio… questo è il paradiso!
Davanti a quella scena da infarto, si
abbassò come un cane idrofobo, iniziando a leccare il buco del culo e la figa
oscenamente slabbrata dal suo cazzo.
Con
un dito cominciò a lavorarle il buco stretto. Un rivolo di sputo lubrificò quel
cunicolo, facilitando la penetrazione del dito medio.
“Nonno
no no lì no!
“Zitta
troia! Sei una puttana! Ti pago per tutto! Hai capito! Tutto compreso!
“Non
sono una puttana! Sono tua nipote!
Il
vecchio era indifferente a quelle suppliche; prima infila un dito, poi due,
alla fine sono tre.
L’orifizio
anale si era dilatato a sufficienza, per cui, sputò un altro rivolo di saliva e
prese a scoparlo con tre dite.
"Mmmm
no no mi fai male mmmmm
“Ora
ti inculo troia! Poi vedremo se ti farà male il buco del culo!
Cosi
dicendo, fa cadere un rigagnolo di saliva nella cavità slabbrata dalle sue
dita, lubrifica il pertugio del culo, quindi si avvicina con la cappella del
cazzo, la schiaccia contro l’apertura, e spinge lentamente, facendo penetrare
il resto del cazzo nello sfintere.
“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
mi fai male aaaaaaaaaaa
“Stai
zitta troia.! Ora ti scopo il culo!
Non
gli diede il tempo di replicare. L’afferrò dai fianchi e iniziò a martellare l'ano. L’orifizio, un po alla volta si adattò alle dimensioni del suo cazzo.
Poi
lo vide scivolare dentro senza alcuna resistenza da parte di Annalisa, probabilmente
non sentiva più il dolore, ma il piacere. Infatti se ne stava a pecorina,
incassando il nerbo nel culo, gemendo lievemente.
"Mmmmm
sei un bastardo… lo dirò a papà! Bastardo mmmmmm
“Zoccola!
Puttana! Troia! Tie tie… Ti spacco il culo! To to to
Mentre
s’inculava la nipote, le assestava dei forti schiaffi sulle natiche.
Il
rumore secco della mano contro le natiche, si confondeva con il cigolio della
rete del letto e dello sciabordio del cazzo mentre penetrava nel culo. Era un coro
di rumori e di sensazioni straordinarie.
“Troia
sto per sborrare mmmm anzi ho voglia di sborrarti in bocca!
Cosi
dicendo, la costringe ad inginocchiarsi davanti a lui. Mena il cazzo per alcuni
secondi, poi l’afferra dai capelli e tenendole il viso all'altezza del cazzo
colpisce la fa faccia con fluidi di sborra.
Il
liquido biancastro, si cosparge sugli occhi, sul naso, sulla bocca e sul petto,
colando in lunghi e spessi rivoli.
Annalisa
restò per un attimo in ginocchio con la testa abbassata. In silenzio. Suo nonno
si era buttato sul letto, spossato.
Dopo
mezzora abbondante. Il vecchio si desta nuovamente da quel senso di
spossatezza, e trova sua nipote seduta per terra con la schiena appoggiata al
letto. La guarda.
Cribbio
le calze nere esaltavano le sue cosce. La fissa intensamente. La scintilla del desiderio
si accende di nuovo.
“Vieni
qui, stenditi al mio fianco!
La
ragazza si alzò e come un automa si sedette sulla sponda del letto.
“Sei
meravigliosa! Hai un corpo stupendo!
“Ma
nonno! Sono Annalisa!
“Non
sei Annalisa! Tu sei una puttana! C’è ancora una cosa che non mi hai fatto?
“Che
cosa?
“Il
pompino! Ti pago anche per questo! Ora succhiamelo!
“Ma
nonno! Io!
“Tu
sei una puttana! Hai capito? Ora succhia sto cazzo!
Annalisa
afferrò il cazzo di suo nonno, muovendo il polso.
“Che
aspetti a succhiarlo?
Era
completamente soggiogata da suo nonno. Non riusciva ad opporre alcuna
resistenza. Così, riluttante abbassò il capo, spargendo i lunghi capelli sul
ventre molle di suo nonno, aprì la bocca e cercò di ficcarsi dentro le gote il
grosso cazzo sporco di sperma e sostanze limacciose.
Fece
del suo meglio.
“Mmm
il pompino non è il tuo forte. Vieni qui e stenditi sul letto!
Ubbidì
all’ordine di suo nonno.
Il
vecchio si era messo in ginocchio sul letto, in mezzo alle cosce spalante della
nipote.
Le
palpeggia la fica, facendo scorrere la punta delle dita tra le labbra umide.
Poi le infila nella carne viva.
"Mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm
“Sei
bellissima! ho voglia di scoparti!
Il
vecchio, aveva un’erezione imponente in atto, si stese su sua nipote, strusciò
la cappella tra le labbra della figa, avanzò con il bacino e la penetrò
nuovamente fino in fondo.
Poi
si appoggiò con la pancia sopra il ventre piatto di Annalisa e iniziò a
chiavarla.
"Mmmmmm
sei una puttana di classe! To to to
Le
aveva afferrato le gambe, costringendola ad appoggiarle sulle sue spalle.
Poi, puntando le braccia sul materasso inizio a martellare in profondità.
"Mmmmmmmm
Annalisa,
ormai rassegnata, suo malgrado, rispondeva all’azione del cazzo con leggeri
lamenti.
Il
vecchio porco, dopo un quarto d’ora abbondante, scaricò una altra copiosa
sborrata, allagando la vagina di sua nipote.
"MMMM
sei stata magnifica!
In
una mano si trovò il suo perizoma rosso. Lo annusò e, ridendo, ci infilò dentro
la testa. Poi si abbandono sul letto come un sacco di patate, addormentandosi
con un forte respiro.
Annalisa
si sottrasse dal suo abbraccio.
Si
tolse subito gli indumenti che gli aveva regalato suo nonno.
Corse
nel bagno, si fece una doccia, per lavarsi di dosso quella sensazione di
sporco.
Si
vestì in fretta.
Con
la valigia in mano, scappò via, da quel luogo di torture.
Prese
un taxi e si fece portare all'aeroporto Prenotò il primo volo per Parigi, da
dove sarebbe ripartita alla volta di Sidney.
Il
nonno si sveglio sul letto di Annalisa.
Da
adesso in poi sarà il nonno che racconta la storia. Guzzon59 rientra nella
schiera dei lettori.
…Ero
confuso. Mi guardai attorno. Che cazzo ci facevo nudo nella stanza di Annalisa?
Mi
sentivo spossato. Il corpo era eccessivamente sensibile e reagiva al contatto
con le cose.
Mi
toccai i coglioni doloranti. Guardai il cazzo. Era sporco. Le cosce e il ventre
erano impregnati di sperma.
Corsi
in bagno ad immergere il viso nell'acqua fredda. Mi guardai allo specchio
osservando le gocce d’acqua che scendevano lentamente sulla pelle rugosa del
viso.
“Dio
mio no! Che cazzo ho fatto?
Il
ricordo cominciò ad emergere nettamente. Annalisa, io, l’avevo sodomizzata. Mi
sentivo un mostro per quello che avevo fatto. Non c’era nessuna giustificazione
che potesse dare un senso a quella che avevo fatto ad Annalisa.
Mi
vergognavo come una carogna. Annalisa sarà corsa a raccontare tutto ai suoi
genitori. Mio figlio, mia moglie, mia nuora, i parenti. Che cosa avrebbero
pensato di me? Un maniaco sessuale, ecco cosa ero diventato!
Il
senso di colpa mi stava distruggendo la mente. Piangevo e mi disperavo. Ormai
il danno era stato fatto e non c’era modo di rimediare.
Raccolsi
i miei indumenti e scappai in camera mia. Mi barricai dentro, spensi le luci, e
mi rannicchiai ai piedi del letto, nel buio totale.
In
quell’angolo, avrei atteso il mio destino struggendomi l’anima. Sarei finito in
galera, giustamente, facendo soffrire tutti.
Tutto
questo è successo solo per aver dato sfogo ad un impulso primordiale, che non
ho saputo controllare.
Non
potevo più considerarmi un uomo.
Mi
ero addormentato. Il suono del cellulare mi sveglia.
“Nonno!
Sei in camera?
“Si!
Tesoro perdonami! Per il male che ti ho fatto!
“Aprì
la porta! Sono qui!
Mi
alzai. Gli aprì la porta. Lei era in piedi, con la valigia in mano. Entrò e
chiuse la porta a chiave.
Accese
la luce e si sedette sul letto.
“Nonno!
Volevo scappare in Australia! Ma ho perso l’aereo!
Non
riuscivo a guardarla in faccia. Fu lei ad avvicinarsi. Sedendosi al mio
fianco. Poi poggio la testa sulla
spalla, sussurrando:
“Non
sono arrabbiata con te!
“Non
sei arrabbiata con me? Ma ti ho fatto del male!
“Sono
arrabbiata con me stesse! Ho riflettuto molto! Sono veramente una cretina!
“Non
capisco!
"Sono stata io a provocarti! Avrei dovuto evitare di
indossare quei vestiti! Ti confesso che mi sentivo a mio agio vestita da troia!
Avrei dovuto immaginare a cosa andavo incontro con quegli indumenti addosso! La
tua reazione è stata naturale! Non ho resistito alla tentazione di provocarti!
"Altro che cretina! salta fuori la tue vera natura!
“Cretina
per quello che mi stavo perdendo! Quello che mi hai fatto mi è piaciuto!
Solo che... insomma.. vorrei che tu continuassi a dominarmi! come hai fatto prima!
La
guardai perplesso.
“Nonno!
“Si
tesoro!
“Stasera
voglio stare qui, con te! Voglio essere la tua puttana!
Così
va la vita.
Guzzon59
(Claudiogusson@ymail.com)
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