Quel lunedì mattina arrivai puntuale,
come sempre, prima di entrare, mi fermavo ad ammirare l’immensa vetrata che ricopriva la facciata
anteriore del palazzo della società finanziaria in cui lavoravo
come amministratore di titoli di borsa.
Mentre osservavo le nuvole
riflettere sulle lastre di vetro, mi venne un flash. Cazzo! Maledissi la mia
memoria, perché avevo dimenticato a casa una cartella contenente degli appunti importanti.
Chiamai Guido con il cellurare, era il
direttore amministrativo del nostro settore.
“Guido! Devo rientrare a casa! Ho
dimenticato alcuni appunti. Riguardano dei titoli da comprare sulla piazza
di Milano, ed oggi ho un incontro con l’acquirente! Il conte Sonetti!
“A!, quel cagacazzi! Non ti
preoccupare! Lui non è un cliente importante! Quando arriverà lo faremo aspettare! Tu
vai tranquillamente a casa! Recupera i documenti! E ritorna senza fretta!
“Grazie Guido!
Considerai quella dimenticanza un
grave errore. Nel mio lavoro non era concepibile una svista di memoria così
stupida. Per fortuna ero considerato un ottimo operatore di borsa e godevo la
stima dei vertici della società.
Pertanto, incazzato, rifeci il
tragitto a ritroso, fino ad imboccare nuovamente il corso alberato e quindi il
vialetto che finiva nel giardino di casa.
La casa era deserta. Mia moglie
Sara, a quella ora stava tartassando i suoi allievi con verifiche impossibili di
Storia. Roberto ed Alessia, erano a scuola.
Roberto era un bambino
grassottello di dieci anni. Alessia, era diventata un splendido fiore, aveva
appena compiuto diciotto anni ed era all’ultimo anno del liceo.
Era la gioia dei miei occhi.
Bellissima, con occhi azzurri e capelli lunghi e biondi. Il suo fisico era un
incanto. Se non fosse stata mia figlia sarei stato un suo accanito
corteggiatore.
La mia bambina era una favola,
trovavo conferma negli sguardi libidinosi degli uomini che l’assillavano,
quando eravamo in giro.
Devo confessare che quelle
occhiate lascive m’irritavano. Sono consapevole che prima o poi la mia
principessa sarebbe fuggita via con un cavaliere servente. Intanto me la
coccolavo tenendola stretta come una bambolina.
Entrai in casa, trovai gli
appunti, sul mobiletto vicino a letto, dove l’avevo lasciati la sera precedente
dopo averli consultati. Mentre uscivo dalla camera passai davanti a quella di Alessia, fui attratto dal forte
profumo che spandevano dal suo interno. Non riuscì a resistere alla voglia di
entrare.
Accarezzai la sedia del computer,
il letto che accoglieva il suo meraviglioso corpo. Osservai le foto che la
ritraevano in vari avvenimenti, al mare, in gita scolastica all’estero.
Era diventata grande la mia
bambina. I vestiti non erano più castigati. Ora indossava minigonne che
coprivano appena lo scoscio. Le magliette erano attillate e scollate, e
mettevano in risalato il seno abbondante, la vita stretta ed i fianchi larghi.
In quel momento ebbi un moto
innaturale per un padre. Ma a livello inconscio avevo difficoltà a reprimere
certi pensieri.
Del resto ritengo che sia una
cosa naturale, Alessia è una bella ragazza e sarebbe stato stupido ed ipocrita
negare che ero indifferente alle sue grazie.
Erano comunque istinti repressi e
tenuti a freno dentro di me, controllati dalla mia coscienza.
Ero consapevole che mai, in ogni
caso, avrei dato sfogo a quegli impulsi naturali, perché le regole morali erano
ancora forti dentro di me ed agivano da freni inibitori.
Mentre stavo per uscire
l’attenzione fu attratta dal suono che proveniva dal suo portatile.
Mi colse la curiosità di
controllare. Pigiai il bottone shift e lo schermo s’illuminò. Sulla barra degli
strumenti c’era il classico omino di messenger
color arancione.
C’era diversi messaggi tra cui
quello di un certo Giulio. Chi era? non l’ho avevo mai sentito nominare da
Alessia!
Mi venne un forte desiderio di
conoscerlo; forse era il suo amichetto. Così espansi la finestra di dialogo e
lessi i suoi messaggi.
“Ciao Ale XD.. Le hai viste le
foto che ti ho inviato? Sono straordinarie, tu e Chiara siete superbe mentre
quei grossi cefali si infilano in tutti i buchini! XD! Oggi si replica a casa
tua, a dopo! XDDD”
Leggendo quelle frasi mi venne la
pelle d’oca. La frase “I grossi cefali infilati in tutti buchini” mi lasciava intendere scenari terribili. Quindi mi
mancò il respiro e le gambe cedettero sotto il peso della paura di quello che
avrei scoperto.
Non mi reggevo in piedi e dovetti
sedermi. Cercai la cartella con le foto. Erano state salvate sul desktop. Dopo
averla aperta, avviai l’applicativo per visionarle.
Cominciai a sfogliarle una alla
volta, man mano che avanzavo con il mouse il respiro diventava sempre più
affannoso e le gocce di sudore, colavano abbondanti lungo la schiena, e divennero
fredde; lo stomaco era stritolato dai crampi.
Le foto ritraevano due ragazze
bendate, mentre attorno a loro c’erano almeno cinque uomini, di ogni età, di
cui non si vedeva il volto.
Proseguendo nella visione delle
foto vidi le ragazze che erano scopate alla pecorina, mentre succhiavano i
cazzi degli uomini che stavano davanti a loro. Poi mentre erano chiavate da
sotto, altri da sopra le sodomizzavano violentemente, schiacciando i coglioni
contro il perineo.
Le ragazze erano giovani e belle.
Una di loro aveva lo stesso fisico di mia figlia. Anche i capelli erano
identici.
Alla fine le ragazze erano
inginocchiate, mentre gli uomini a cerchio, inondavano la loro faccia di
sborra.
Terrorizzato arrivai all’ultima
foto, che mi lascio senza fiato. Ora non avevo alcuno dubbio sull’identità delle
ragazze. Una era Alessia l’altra una sua amica.
Si erano tolte le maschere sorridevano
con il volto completamente impregnato di sborra, che copriva persino gli occhi.
Anche Alessia sorrideva mentre la
sua lingua stava leccando i rivoli di sborra che colavano sulle labbra.
Non sembrava affatto che fosse
stata costretta. Dall’atteggiamento tenuto nelle pose fotografiche si capiva chiaramente che le
ragazze erano consapevoli di farsi scopare da quei diavoli.
Costernato, mi lasciai prendere
dalla disperazione. Non potevo credere a quello che avevo visto. Mi sembrò che
il mondo mi fosse crollato addosso.
Alessia era irriconoscibile. Mi
sembrava una persona estranea. Una Lucrezia Borgia, in preda ai vizi più
perversi, che si faceva scopare come una puttana di bordello da un branco di
uomini.
Ero in preda alla disperazione; e
assorto in quei pensieri dolorosi, quando sentì un forte rumore, provenire dal piano di sotto. Mi avvicinai alla porta e subito risuonò la voce di mia figlia che si
rivolgeva a qualcuno.
“Paolo sei proprio imbranato!
Quante volte sei venuto qui? E tutte le volte vai a sbattere contro quel
tavolino!
La voce del ragazzo.
“Ti sembra il posto dove collocare
un tavolino? Meno male che sono riuscito ad afferrare il vaso di ceramica prima
che si rompesse a terra!
“ahahahah! Sono sicura che primo
o poi lo romperai!
“Dai andiamo su! Ho una gran voglia
di scoparti, prima che arrivino gli altri!
“Vediamo se mi prendi?
Caspita stavano correndo in
camera. Non avrei fatto in tempo ad uscire. L’unico luogo, ove potermi
nascondere, era l’armadio a muro. Le ante erano larghe ed avevano le aperture
simili a quelle delle persiane.
Mi infialai appena tempo, perché
Alessia entrò veloce come un razzo e si lanciò sul letto, seguita come un
proiettile da un ragazzo. Attraverso le fessure potei osservare quello che
stava succedendo. Il ragazzo si tuffò su Alessia e cominciò a baciarla, con una
frenesia che rasentava la violenza sessuale. Ma si capiva che non era tale
perché Alessia rideva, lasciandosi mettere le mani in ogni parte del corpo,
compreso lo scoscio.
In pochi minuti l’aveva
completamente spogliata.
Nonostante il momento di
imbarazzo che stavo vivendo non potei fare a meno di ammirare il corpo perfetto
di Alessia. Era un incanto.
Anche quel ragazzo se la scrutò
per bene, poi l’afferrò e la gettò a gambe all’aria sul letto. Mentre si
spogliava:
“Cristo! Sei una figa da infarto!
Lo sai che Giulio stravede per te?
“Giulio? Verrà anche lui?
“Si! Peccato che non ci sia
Chiara! E’ indisposta! Credo che dovrai dividerti in due! I porci sono nello
stesso numero dall’altra volta!
“Ma chi sono? Li conosci?
“No! Hanno risposto in molti all’annuncio
in internet! Ma per opportunità ho dovuto accettarne soltanto sei!
“Cazzo in sei! Compreso Giulio?
“No Giulio è in più? Lui si
limiterà a scattare alcune foto!
“Dovrò bendarmi anche stavolta?
“E’ la regola! Sono persone
sposate! Qualcuno ha anche un ruolo importante in società ed hanno paura di
essere riconosciuti, soprattutto da te! Adesso falla finita! Il tempo stringe!
Ti decidi a succhiarmi il cazzo?
Alice sorrise, afferrò il suo
cazzo duro e cominciò a fargli un lavoretto di lingua prima di ficcarselo in
bocca.
Stentavo a credere a quello che
avevo sentito. Mia figlia faceva parte di un’organizzazione di depravati.
Una Gang Bang di gente sposata.
Cristo che razza di mostro avevo generato. Da dietro le ante dell’armadio
dovetti assistere alle porcate che stava combinando con quel tipo. Era un ragazzo
violento, e mentre la scopava la schiaffeggiava sulle chiappe e la insultava
con i peggiori epiteti. Lei si muoveva verso di lui con un impeto che lasciava
intendere un coinvolgimento emotivo senza limiti. Gli piaceva il modo in cui la
trattava.
I miei sentimenti erano in
conflitto. Da una parte provavo un dolore al petto a vedere Alessia trattata
come la peggiore puttana di strada, ma dall’altra parte, messo da parte l’amore
filiale, ero incantato a vedere mia figlia mentre si lasciava scopare come una
grande troia in tutte le posizioni.
Vederla nuda, fremere, mi faceva
venire la pelle d’oca. Tante volte avevo provato ad immaginare il suo bellissimo
corpo nudo. Ogni volta aveva somatizzato quei pensieri con una imponente
erezione.
Anche in quei momenti, il mio
cazzo pulsava come un cavallo furioso. Mi vergogno ad ammetterlo, ma avrei
voluto essere al posto di quel ragazzino, mentre la stava cavalcando alla
pecorina, ed il suo enorme cazzo le stava sconquassando il buco del culo.
“To! to troia aaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
“aaaaaaaaaaaaaaaa godo oooooooo
mmmmmm
Paolo afferrò i fianchi di
Alessia e tenendosi pressato contro le sue natiche, le sborrò nello sfintere.
Appena in tempo. Perché suonarono
alla porta.
“Cazzo sono loro! Aspetta che ti
bendo!
Si avvicinò al giubbotto che
aveva buttata ai piedi dell’armadio. Da una tasca trasse una mascherina, quelle
che si usavano durante il sonno. Si avvicinò da tergo ad Alessia e la bendò.
“Aspettami qui! Io vado ad aprire.
Alessia rimase sola,
inginocchiata sul letto, bendata, che aspettava di immolarsi al desiderio
perverso di uomini sconosciuti, che avevano invaso come dei selvaggi la mia
casa.
I primi ad entrare furono quattro
uomini. Erano di mezza età, forse più vecchi di me.
Furono seguiti da altri due, più
giovani di pochi anni. Appena videro Alessia sul letto.
“Cristo! Ma questa è una figa di
prima classe! È una ferrari!
“Puttana quanto è bona!
Si avventarono su di lei come dei
cani idrofobi. Mentre si aprivano i pantaloni le loro mani avevano già
accarezzato ogni lembo del corpo di Alessia, ed alcuni si erano aggrappati con
la bocca ai capezzoli turgidi delle grosse mammelle.
Il più vecchio, forse di sessanta
anni, sbavando come un cane rognoso, con il cazzo duro in mano salì sul letto,
afferrò la testa di Alessia ee ficcò la grossa cappella in bocca.
Lei non fece resistenza e
cominciò a succhiarlo ingoiandolo tutto fino in fondo della gola. Era brava e
si vedeva che aveva fatto molta pratica.
Gli altri quattro si avventarono a
turno ficcando il cazzo in bocca, mentre gli altri due, si spostarono nelle
parti basse infilando le mani in mezzo allo scoscio. Tenendo le gambe
spalancate le stavano impastando la figa come se fosse un panetto di pizza.
Dopo che Alessia, si era stese
con le cosce aperte, i tipi a turno iniziarono a leccargli la vulva vaginale.
Sembravano degli avvoltoi che si erano precipitati su una carogna e la stava
divorando lentamente.
Il vecchio bavoso, fu il primo a
ficcarglielo nella fica. Mentre Alessia stava succhiando due cazzi lui si era
messo sopra di lei e la stava scopando con un violenza incredibile. Vidi
chiaramente il suo grosso cazzo che spariva nella fica di Alessia ad una
velocità impressionante.
Poi a turno si stendevano sul letto,
costringendo Alessia a farsi scopare a smorza candela. Mentre la impalavano sui
loro cazzi, gli altri a turno glie lo sbattevano nel culo.
Era sconvolgente seguire l’aggressione
maniacale di quella banda di iene, che si stava scannando mia figlia.
Alessia non aveva un attimo
tregua, un cazzo in bocca, uno nel culo e uno nella figa, mentre con le mani
teneva in tiro gli altri che aspettavano il loro turno.
Quella scena mi aveva sconvolto.
Mi sentivo disorientato. La mia bambina era diventato un trastullo in mano ad
una banda di vecchi bavosi.
Ero quasi in catalessi, quando
uscì dall’armadio. Avvicinandomi come un automa al letto.
Mia figlia in quel momento era a
pecorina e stava succhiando il cazzo a due, gli altri quattro gli avevano appena
sborrato in faccia, e se ne stavano seduti a riprendere fiato, mentre le
impastavano le grosse tette.
Ad un tratto, Paolo, da dietro,
mi da un colpetto sulla spalla. Mi aveva preso per uno degli invitati.
“Ei Amico che fai! Non ti piace
la pollastrella?
“Io! Io!
“Coraggio! È la prima volta vero?
“Si!
“Buttati! Poi ti verrà naturale!
E’ una troietta che non aspetta altro! hahahah
Ero privo di volontà, ma
dannatamente eccitato. Così d’istinto, in preda ad una incontrollabile
libidine, mi sbottonai i pantaloni. Mi avvicinai al culo di Alessia, lo
accarezzai dolcemente. Mi sembrava di svenire. Il cazzo era duro e palpitante. Lo
presi con una mano e puntai la cappella contro l’apertura della figa, abbondantemente
slabbrata dai cazzi che aveva appena preso, e con una spinta possente lo
infilai dentro. Era un inferno incandescente.
Cominciai a chiavarla con un’enfasi
incredibile.
Gli altri uomini non facero caso
a me. Ero uno di loro.
Per aumentare l’effetto delle
spinte. L’afferrai dai fianchi rotondi e tenendomi stretta al suo meraviglioso
culo, spingevo per quanto potevo il mio cazzo dentro di lei, cercando la
profondità.
Dio mio, sembrava un sogno. Non
era vero, eppure mi stavo scopando mia figlia, insieme al branco. Quella
situazione era esaltante e rendeva qull’unione proibita estremamente eccitante.
Mi lasciai andare nel flusso
idilliaco, fondendomi idealmente con mia figlia. Era un piacere indescrivibile.
Spingevo con veemenza, sbattendo contro le sue natiche con una violenza
incredibile, mentre il cazzo, totalmente scomparso dentro di lei, scivolava
frenetico.
Alessia, forse aveva percepito
che chi la stava scopando in quel momento ci stava mettendo l’anima, perché la
sentii spingere contro il mio grembo, poi le sue mani da sotto afferrarono i coglioni
massaggiandoli con grazia.
“ooooooooooooo dai sbattami più
forte eeeeeeeeeeeee mmmm mi piace eeeeeeeeeeee mmm
La sua voce alterata dal
godimento mi fece raggrinzire la pelle.
Mi piegai sopra di lei, baciandole
le spalle, poi la tirai verso di me, staccandola per un attimo dal cazzo che
stava succhiando.
Desideravo baciarla e lo feci con
grande passione. Poi la lasciai andare verso il suo destino. I cazzi che stava
masturbando le sputarono in faccia tonnellate di sperma.
Dopo che ebbe finito con loro si
girò verso di me e prese il mio cazzo in bocca. Ero l’ultimo, ed aveva concentrato
le sue attenzioni su di me. Gli altri erano fuori gioco.
Dopo avermi spompinato a dovere si
sdraiò sul letto tirandomi in mezzo alle sue cosce oscenamente spalancate ed
accogliendomi tra le sue calde braccia. La mia bocca impattò contro le morbide
tette, mentre il cazzo trovò subito l’ingresso della sua figa infiammata.
Ripresi a scoparla, stringendola
forte e qualche volta la baciavo con una passione incredibile.
In quel momento mi resi conto che
avevo sempre desiderato mia figlia.
La osservavo sotto di me, con le
gambe aperte, le tette al vento, che si muovevano seguendo il ritmo impazzito
dei miei affondi.
Non vedevo i suoi occhi, nascosti
dalla maschera, ma potevo osservare la sua bocca, bella e carnosa, che si
lamentava in perfetto accordo con i miei potenti affondi dentro di lei.
Alla fine, vinto dall’immenso
piacere che stavo provando, scaricai gli ultimi colpi in sequenza, veloci, devastanti,
poi gli afferrai il culo e mi lasciai andare dentro di lei ad una poderosa
sborrata.
Ooooooooooooooo chi sei? iiiiiiiiiiiiii
un dio! oooooooooo mmmmmmmmm
Mi afflosciai esausto sopra di
lei, mentre il cazzo si stava ammosciando dentro la sua bollente figa.
Mi ripresi in fretta da quell’estasi
straordinaria, e dopo essermi rivestito velocemente, afferrai la cartella per
fuggire da quella stanza infernale.
Mentre correvo nelle scale,
Giulio, il secondo amico di Alessia, mi afferrò da un braccio.
“Ei amico fermati!
“Che cosa c’è?
“Tu sei stato l’ultimo vero?
“Si!
“Bene, gli sei piaciuto! così la
troietta mi ha detto di informarti che martedì prossimo, se sei libero, ti
vorrebbe incontrare a casa di Chiara!
“A casa di Chiara? A si! Ci sarò!
“MMM non dimentichi niente?
“Che cosa c’è adesso?
“Il disturbo! Mm lo sai che
l’organizzazione ha un suo costo!
“Quanto vuoi?
“Lo sai no? Sono duecento euro!
“OK! Tieni!
“Ce l’hai il mio numero di
cellulare? Tieni! Chiamami per la conferma!
“Va bene! Va bene! Ora devo
andare!
Stavo soffocando, dovevo scappare
lontano da quel luogo infernale. Ritornai a lavoro. Chiesi a Guido di
sostituirmi perché non ero nelle condizioni ideali per trattare l’affare.
Mi barricai nel mio ufficio a
riflettere su tutto quello che era successo.
Ero sconvolto, perché mi ero
appena scopato la mia dolce bambina e cosa, scioccante, mi era piaciuto.
Nonostante avessi scoperto che facesse
parte di una organizzazione di depravati mi era mancato il coraggio di fermarla.
Mi sentivo meschino, perché mi
ero comportato come quegli individui, in fondo non ero diverso da lei.
Quella parte di depravazione
forse l’aveva eredita da me.
Infatti non mi ero fatto nessun
scrupolo a farmi coinvolgere emotivamente in quella orgia di erinni.
Martedì si replicava. L’avevo
ripetuto mille volte dentro di me.
Cazzo! mi era piaciuto! mia
figlia mi piaceva! Ero scosso e mi sembrava ancora di sentire il suo corpo
fremere sotto di me. Ormai ero pazzo di lei.
La volevo ancora. Ed anche lei mia
passione la voleva! Non potevo mancare! Cosi decisi che ci sarei stato.
Appena parcheggiato l’auto in
garage, entrai in casa. Mia moglie mi accolse con un grande sorriso. Il bambino
era già seduto a tavolo in attesa del pranzo.
Mi ero appena lavato le mani in
bagno, quando sentì la voce di Alessia. Mi venne un brivido lungo la schiena.
Se solo avesse immaginato quello che era successo la mattina in casa sarebbe
rimasta scioccata.
La incrociai nel corridoio.
“Ciao papy! Lei è Chiara! Oggi è
nostra ospite!
“Piacere!
Accidenti, che sventola - pensai.
La guardai attentamente, non era male. In quel momento fissai anche Alessia,
negli occhi, lei percepì quel mio interessamento.
“Papà c’è qualcosa che devi
dirmi?
“Si! Come è andata stamattina a
Scuola?
Non volevo metterla in difficoltà
ma ero curioso di vedere che cosa mi avrebbe risposto. Guardò Chiara, le
sorrise, poi
Bene! Le solite cose! Nulla di
nuovo!
Chiara:
“Già, una mattinata monotona!
Insieme: “ahahahah!
“Ok! Ragazze, adesso è meglio
andare a pranzo, perché altrimenti si fredda!
Le afferrai entrambe dai fianchi,
e tenendole strette le accompagnai fino in cucina. Sorridendo.
Dentro di me già fremeva il
desiderio, e non vedevo l’ora di scoparmele con il resto del branco.
Si. Martedì si replica, e mi
sarei divertito, alla grande.
Così va la vita.
Guzzon59
(claudiogusson@ymail.com)
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