Silvio scrive…
….. se un indovino, un anno fa, avesse profetizzato che un
giorno avrei fatto sesso con mia sorella lo avrei preso per un folle.
Perché, mia sorella, nei miei pensieri, rappresentava
l’affetto e l’amore privo di qualsiasi coinvolgimento morboso.
L’adoravo e in lei non vedevo la donna che si celava dietro una
stretta congiunta dai tratti asessuati.
Da adolescenti avevamo persino dormito nello stesso letto,
trovandoci, al mattino, abbracciati e confusi uno nell’altro. In quelle circostanze,
comunque, mai mi trovai eccitato a causa della sua presenza.
La scopata, eppure, è accaduta lo stesso. Colpa di un caso
fortuito, un incidente e un equivoco, che hanno fatto in modo che si creassero
le condizioni ingannevoli che ci hanno indotto all’incesto, a soddisfare senza
alcun riguardo per la morale, un desiderio estremo di sesso.
Com’è successo? Ecco i fatti.
Mi chiamo Silvio e da circa tre anni seguo i corsi d’ingegneria
presso il politecnico dell’università di Torino. Passo molto tempo lontano di
casa e torno solo dopo aver sostenuto le sessioni d’esame.
Elena, studentessa liceale, sin da bambina, ha frequentato un corso
di danza classica, per questo motivo è stata inserita nel corpo di ballo della
scuola. Ogni anno, nelle assemblee spettacolo, si esibisce sul palcoscenico
insieme alle altre ragazze.
Lei e Anna, l’amica del cuore, formano una coppia
inseparabile e anche lei è brava nella danza. Il proverbio dice che chi si
somiglia si piglia. In effetti, Elena e Anna, per certi aspetti, sono molto
simili nel fisico. La differenza che le distingueva nettamente era il colore dei
capelli e degli occhi. Anna è bionda e occhi azzurri, mentre mia sorella Elena è
mora e occhi verdi. Tuttavia sono entrambe aggraziate nella forma del corpo e
nei movimenti.
Il giorno che conobbi Anna fui colpito dai suoi occhi
azzurri e dal viso angelico. Sguardo dolce, labbra incarnate e viso
incantevole. A tutto questo aggiungeva un corpo forgiato divinamente dalla
danza e ben modellato.
Mi presi una cotta madornale. Lo dissi ad Elena, perché
speravo che giocasse il ruolo della ruffiana, ma lei disarmò all’istante quel
fervore dell’anima, rivelandomi che la cara amica era felicemente fidanzata.
Ci rimasi male. Tra me dissi che il tempo era galantuomo e,
forse, in un futuro non molto lontano avrei avuto la mia occasione per
conquistarla.
La natura è ingrata, perché quando ci s’innamora perdutamente di
una persona che non ti corrisponde, non offre alcun rimedio alle sofferenze
immane, che si rinnovavano, con maggiore intensità, tutte le volte che incontri l'oggetto della passione.
La sua bellezza mi aveva soggiogato al punto che avrei fatto
di tutto per averla. Persino rapirla e nasconderla agli occhi del mondo. Mi era
entrata nel sangue e nessuna ragazza mi sembrava alla sua altezza.
Un amore non corrisposto è la casa più dolorosa che possa
esistere al mondo. Anna l’amavo come l’aria che respiravo e non solo
platonicamente, ma soprattutto fisicamente. Appena la vedevo, il modo di
parlare ed agire emanava una sensualità che colpiva i sensi e infondeva un
desiderio incontenibile.
Torniamo ai fatti era l'estate 2012.
Avevo terminato di sostenere alcuni esami scritti e non
avendo più nulla che mi tenesse a Torino, pensai di fare una rimpatriata.
Sapevo che mamma e papà quel fine settimana non erano a
casa. Si erano regalati qualche giorno di pausa in una località di cure
termali. Volevo fare una sorpresa alla cara sorellina.
Arrivai davanti a casa e trovai tutte le luci accese. Da
dentro arrivava una musica assordante. C’erano molti ragazzi e ragazze che
uscivano ed entravano, ridendo e schiamazzando.
Pensai: “La piccola peste stava approfittatondo dell’assenza
dei vecchi e darsi alla pazza gioia con una festa! Che cosa fare?
Decisi di farmi un giro, perché non volevo mettere Elena in
una situazione d’imbarazzo. Così andai al cinema. Dopo lo spettacolo, valutai
che dovessi lasciargli altro tempo, così rientrai dopo essermi rifocillato con una gustosa
pizza alla marinara.
A mezzanotte passata e luci erano tutte spente e
non si sentiva più il baccano di prima.
Stavolta però dovevo fare in modo di non spaventare la
sorellina ed entrare senza fare rumore. Probabilmente dormiva in camera sua.
La porta era chiusa e per fortuna non aveva lasciato le
chiavi nella serratura.
L'ingresso si trovava in un caos totale. Elena si era
divertita alla grande. Il disordine era ovunque.
Quando entrai in salotto per poco non caddi a terra dalla
sorpresa.
Una piacevole sorpresa.
Distesa sul divano, c’era la mia bella addormenta. Anna.
Era in mutande e reggiseno, a causa della calura estiva, e stava dormendo
beata.
Era adagiata su un fianco e mi dava la schiena. I lunghi
capelli biondi cadevano di lato, come una cascata dorata.
Ero emozionato. Davanti a me c’era l’oggetto del mio
desiderio. La donna che solo a pensarla faceva battere il mio cuore a mille
all’ora. Era lì, inerme ma capace di farmi tremare come una foglia.
La guardai attentamente. Le spalle, i fianchi e poi il suo
meraviglioso culo. Cristo era una favola. Le gambe lunghe e affusolate. Era una
tentazione troppo forte perché potessi resistere.
M’inginocchiai davanti a lei, come un devoto fedele davanti
alla statua della sua santa. Avevo timore di toccarla. Sembravo un santone con
le mani protese in aria, che si agitavano su quel corpo inerte, per carpire le
sue onde magnetiche.
Poi l’occhio mi cadde su un oggetto che stava
tranquillamente adagiato ai suoi piedi. Era una bottiglia di whisky, vuota.
Pensai:”Cazzo questa è piena come una zampogna!
Allora posai le mani sui fianchi, ma non ottenni alcuna
reazione. Poi infilai alcune dita sotto gli orli delle mutandine di cotone rosa,
accarezzando i glutei morbidi e rotondi. Ottenni solo un lieve sussulto ma Anna
restava assopita profondamente in uno stato d’assoluta inerzia.
Allora mi venne un’idea folle. Forse avrei potuto
approfittare di quella situazione. Mi pentì subito per quella idea insana
sentendomi un misero meschino.
La tentazione, in ogni caso, era molto forte, lei era la
donna che amavo e che il destino mi stava offrendo su un piatto d’argento.
Pensai: Mia sorella Elena era di sopra che dormiva. Se si
fosse svegliata? Che figura! Forse no! Probabilmente anche lei era ubriaca!
Alla fine, il desiderio prevalse sulla ragione e così,
decisi di approfittare di quell’occasione unica.
Per prima cosa spensi le luci del corridoio e del salotto.
Il buio avrebbe celato il misfatto. Ero troppo eccitato perché potessi lasciare
scappare quell’ottima opportunità.
Andai in camera mia e mi spogliai velocemente. Scesi in
salotto completamente nudo. La poca luce che filtrava dalle finestre mi
permetteva di orientarmi verso il divano.
Mi ritrovai nuovamente inginocchiato davanti alla mia dea.
Con cautela la girai. Non potevo vederla in volto, ma, non m’importava,
conoscevo bene quei lineamenti da fata che mi avevano fatto perdere la testa.
Per prima cosa posai le labbra sulle sue.
Con sorpresa, lei aprì la bocca e accolse la mia lingua. Era
puro istinto? La baciai con grande slancio e nello stesso istante accarezzavo
il suo ventre e le meravigliose cosce.
La pelle era liscia e fresca.
Quei pochi contatti mi diedero un’energia incredibile. Ero
super eccitato. Continuando a baciarla spostai l’attenzione alle tette. Spostai
il reggiseno liberando il seno dalla stoffa. Nel buio potevo vedere le linee
scure dei capezzoli. Erano una grande attrazione, irresistibili, che mi
obbligarono a succhiarli con forza.
“mmmmmmmmmmmmmmmmm
“amore mmmmm
IL mio amore che sospirava. Baciai il ventre piatto,
l'ombelico e quando arrivai al monte di venere, spostai le mutandine,
insinuandomi con una mano nella biforcazione vaginale. Il punto d’incontro
delle sue bellissime cosce.
Il vello era morbido al tatto. Le fenditure della fica erano
bagnate. Le dita affondarono nella figa molle e umida. Il caldo delle pareti
avvolse le dita. Con un dito ad uncino la stimolai a fondo. Il suo corpo sussultò,
quando entrai dentro di lei con due dita.
Stavo impazzendo dal desiderio. Afferrai gli orli delle
mutande e le tirai giù, fino a sfilarle completamente. Spostai una gamba di
lato e facendola andare fuori del divano, per divaricarla dall’altra. Poi in
ginocchio tra le sue cosce aperte, mi piegai con un forte desiderio di leccare
e succhiare la nicchia che custodiva la fonte di piacere estremo.
Era profumata. Gli effluii degli umori aggredirono le narici
stimolando la mia fantasia. Non stavo più nella pelle. Le impressioni che
ricevevo e stimolavano il mio cervello erano in continuo accrescimento.
Soddisfai subito la voglia di leccare e lo feci come un affamato, immergendo le
labbra nella vulva unta e umida.
Tra me dissi: ” il tempo è stato veramente galantuomo! Ringrazio
il fato per avermi dato questa meravigliosa occasione!
Dopo aver soddisfatto l’insaziabile lussuria per quella figa
grondante di umori, mi stesi sopra di lei, con il cazzo duro e voglioso di
entrare nelle sue intimità. Puntai la cappella contro le fenditure e razzolando
su e giù fino a che non trovai l’ingresso di quel forno caldo come l’inferno.
Fu una gioia immensa sentire il tepore avvolgersi attorno alla cappella.
Stimolato da quel contatto caldo, m’inoltrai dentro di lei. Quel
momento fu rilevato da un suo lungo sussulto di piacere. Poi, appoggiandomi sul
suo grembo piatto, gli sollevai le gambe, aprendole e sostenendole sugli
avambraccia. Poi scatenai l’inferno.
Muovevo veloce il bacino fino ad impattare contro il suo. Il
cazzo scivolava in quella caverna incandescente, senza alcuna tregua. Lei
continuava a gemere. Sentivo il suo corpo tremare e scuotersi ad ogni affondo.
“Tesoro mmmm ti amo mmmmm
Mi era impossibile non esprimergli i miei sentimenti. Anna
era mia. La sentivo gemere. Lo stato di incoscienza, tuttavia, non impediva al
suo corpo di provare il piacere che gli stavo suscitando.
Ad un tratto le su mani mi afferrano le spalle. Un riflesso
condizionato, che accolsi con grande gioia perché la sentivo viva.
Così, anche lei iniziò a partecipare a quel coito imprevisto
dall’ordine della cose. Probabilmente era in piena fase onirica. Non si rendeva
conto di quello che stava succedendo.
Per me, in ogni modo, era quanto di bello potesse accadere.
Mi scocciava scopare un corpo inerte a senso unico. Ora invece quel rapporto
era diventato più frizzante e forse condiviso.
Anna aveva spalancato le gambe per permettermi di insinuarmi
con più efficacia tra le sue cosce. Quando spingevo il cazzo dentro di lei la
sentivo fremere tutta, La sua figa sembrava una calda morsa e credo che si stesse
scuotendo dagli orgasmi.
Mmmmmmmmmmmmmmmm
La chiavavo e la baciavo. I seni erano diventati un dolce e
caldo cuscino. Era una situazione incandescente che mi stava facendo sballare
la testa. Aumentai il ritmo degli affondi perché sentivo i conati di sborra che
stavano cominciando a stimolare le radici del cazzo e dei coglioni.
Alla fine di quella maratona di sesso, dopo una sequenza
devastante di affondi, che provocarono un tumulto nel corpo di Anna, lo tirai
fuori e scaricai sul suo ventre la tensione del desiderio che avevo accumulato
in quei mesi.
“Anna aaaaaaa mmmmm ti amo ooooo sei mia aaaaaaa
“mmmmmmmmmmmmmm
Al termine di quel terremoto di emozioni mi placai sopra di
lei, inerte, con la bocca sulla sua. Sarei voluto restare tutta la notte in
quella posizione.
Dopo aver pulito lo sperma dal suo ventre. Gli rimisi le
mutande e gli sistemai il reggiseno. Non c’era stato bisogno di girarla perché lo
fece da sola. Accesi le luci del corridoio per raggiungere la mia camera. Diedi
un'altra occhiata alla mia dea soffermandomi sul culo.
Cribbio era di una sensualità che mi colpì nuovamente i
sensi. Anna era come la calamità. Tentai di allontanarmi da lei, ma il suo culo
mi attirava. Alla fine cedetti e ritornai indietro. Lasciai la luce accesa per
avere una visuale chiara. Mi inginocchiai nuovamente davanti a quella santa.
Spostai di lato le mutande e la nicchia vaginale mi aggredì con il suo
conturbante richiamo della natura, infiammando nuovamente i sensi.
Pensai: Visto che ho fatto trenta, facciamo anche trentuno!
L’unico timore che mi tormentava era il rischio che Elena si
svegliasse e ci sorprendesse. Ma l’emozione era incontenibile e
incontrollabile, ed euforico come un satiro in erezione, mi gettai come un
feroce predatore sopra di lei e da dietro la penetrai nuovamente.
Era uno spettacolo fantastico vedere il mio cazzo affondare
tra i suoi rotondi e morbidi glutei. Avvertivo il caldo intenso della sua fica
che infagottava il nerbo, accogliendolo in tutta la sua lunghezza.
L’afferrai dai fianchi la tirai su, mettendola a pecorina, e
poi come un folle, mi scatenai dentro quel santuario del piacere. Ero troppo
eccitato e dopo una sequenza di colpi devastanti sborrai di nuovo. Stavolta il
liquido seminale lo sparsi sulla zona lombare.
Dopo averla pulita, scappai via. Ero troppo emozionato.
Avevo soddisfatto un desiderio che mi tormentava da mesi, mi sentivo fortunato.
Perché, lei non era la mia donna e, sicuramente, non avrei più avuto un’occasione
del genere.
Considerai il destino folle e generoso per avermi dato
quella ghiotta possibilità, che ho sfruttato alla massima potenza.
Mi addormentai con il sorriso in bocca e la felicità nel
cuore.
La stanza fu schiarita dalle prime luci dell’alba e, non
avendo chiuso le persiane, i raggi del sole colpirono gli occhi. Dopo un lungo
sbadiglio, cercai l’orologio, erano già le dieci del mattino.
Indossai un paio di pantaloncini e scesi giù. Guardai in
salotto e notai che Anna non era più sul divano. Sentivo dei rumori provenire
dalla cucina.
Entrai cauto e trovai Anna, girata di schiena, che stava
pulendo il piano della cucina. Sul tavolo aveva accatastato lattine, bottiglie
e piatti.
Pensai: Ma Elena dove era? Forse quella dormigliona stava
ancora poltrendo!
“Ciao Anna!
Si girò:
Entrambi lanciammo un urlo disumano, per diversi motivi:
aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa (in coro)
“A sei tu! Che spavento!
“Elena? Che … che .. cosa hai fatto ai capelli?
“Li ho tinti! Ti piaccio in versione bionda?
“Anna dove è?
“In questo momento è a casa sua !
“Eri sola in casa?
“Si! perché me lo chiedi?
“Chi ha dormito in salotto?
“io! Ero troppo stanca per arrivare alla camera e così mi
sono lasciata andare sul divano! Scommetto che ieri sera mi hai scambiato per
Anna! ahahahahah
“Cazzo! Si!
Così va la vita.
Guzzon59
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