Stavo
imprecando per l’ennesima volta, dopo che mia moglie Angela mi
aveva informato che a casa di mia figlia Alessia era in corso una
vera e propria battaglia campale.
Conoscendo
l’aggressività di mia figlia immaginai scenari da incubi. Ma la
mia preoccupazione maggiore fu per il piccolo Mirko, costretto da
quei due pazzi ad assistere a scene inaudite di violenza verbale.
Dovevo
correre velocemente a casa di mia figlia ed arrivare in tempo per
evitare che la situazione degenerasse, peraltro già compromessa.
“Bastardo
tu e la tua famiglia! Siete una razza di schifosi bastardi! Figlio di
puttana!
“Bum!
Bum! Crash! Crak!
Alessia
urlava indemoniata, mentre suppellettili e piatti si schiantavano
contro la porta della camera da letto, lanciati con forza atletica.
Imprecava
contro il marito, che si era rifugiato dentro, insultandolo con un
linguaggio improponibile e degno degli scaricatori di porto.
Mi
guardai attorno, quando sotto il tavolo, rannicchiato come un
ranocchio, scorsi mio nipotino Mirko che assisteva terrorizzato ed
impotente a quel teatrino di violenza.
Lo
presi in braccio e lo portai subito nella sua cameretta. Gli feci il
solletico per indurlo a ridere e cercare di dargli un minimo di
serenità d’animo.
Le
urla di sua mamma arrivavano anche lì, sempre più forti e con
contenuti che mi sembrava impossibile potessero uscire dalla sua
bocca. Era il caso di intervenire e fermare quei due sciagurati.
La
raggiunsi, le afferrai i polsi, ed urlando a mia volta:
“Basta!
Adesso calmati! Basta! Stai terrorizzando Mirko!
Mi
fissò basita, come se no mi vedesse, aveva gli occhi sgranati e
gonfi di rabbia. Tuttavia tacque all’istante e dopo aver lanciato
un ultimo grido isterico si accasciò sul pavimento.
La
sostenni subito affinché non cadesse malamente; poi lentamente
l’accompagnai verso il divano, dove si allungò abbandonandosi ad
un pianto liberatorio.
Bussai
alla porta della camera dal letto:
“Andrea
sono io! Apri per cortesia!
“Si!
Così quella pazza mi ammazza! Non sono mica scemo!
“Non
fare l’idiota e apri sta cazzo di porta! Altrimenti la butto giù!
Il
tono deciso e fermo della mia voce ebbe il suo effetto.
Andrea
aprì la porta.
I
segni rossi in faccia erano la testimonianze di due schiaffoni che
mia figlia Alessia gli aveva assestato con forza.
Lo
presi da un braccio e lo trascinai in cucina e dopo aver chiuso la
porta.
“Ma
che cazzo combini?
“Niente!
Lo sai come è fatta Alessia! Si incazza per un non niente!
“Ma
stavolta la cosa mi sembra molto seria! Mi dici che cazzo è successo
per farla incazzare come una iena?
Dopo
un lungo silenzio:
“allora?
“Ecco!
Cioè! Ha letto un sms!
Che Andrea non fosse un stinco di santo, mi era noto, ma non era un cattivo ragazzo. Del resto
io non ero certo l’angelo innocente che avrebbe dovuto fargli la
paternale.
Andrea
era un puttaniere, come me.
Sapevo che razza di animale fosse, ma fino a quando riusciva a farla
franca e tenere nascosto i suoi intrallazzi la cosa non mi
interessava più di tanto, ma quel giorno.
“Ma
porca puttana! Sei proprio un cretino! Se devi tradire almeno
fallocon intelligenza! E cercati zoccole che non si attaccano al
cellulare e poi ti scassano i coglioni con gli sms!
“Non
è come credi! Io… io..
“Senti
Andrea! Con me non attacca! Non sono un idiota! E neanche stupido!
Guardami in faccia e da uomo a uomo! Dimmi che cazzo è successo! Ti
ha sgamato! Vero?
Diventò
rosso fuoco e con imbarazzo:
“Si…
ho fatto una cazzata!
“Una?
Lasciamo perdere!
Guardai
quel coglione da quattro soldi.
“Certo
che sei proprio un cazzone!
Era
impacciato e si grattava la testa evitando il mio sguardo.
“Adesso
che cosa faccio?
“Dovresti
chiarirti con Alessia! Inventa una cazzata qualsiasi! Dille che hai
dato il tuo numero di telefono per sbaglio a una amica e quella ha
frainteso il gesto! Cerca di salvare sto cazzo di matrimonio! E fallo
per il bene di Mirko!
“Ci
ho provato a giustificarmi! Non c’è stato verso! Era furiosa! Se
provo ad avvicinarmi quella mi ammazza! E poi mena peggio di un
pugile!
Lo
diceva mentre si massaggiava la mascella.
“Facciamo
così! Tu stasera sparisci! Chiamo mia moglie e le dico che questa
notte dormi a casa nostra! Io rimango qui e cerchrò di sistemare le
cose! Almeno tenterò di far capire ad Alessia che non vale la pene
distruggere un matrimonio solo per qualche sospetto! È così?
“Be..
si!
“Non
è così?
“Credo
che il contenuto del messaggio sia un po’…!
“Ho
capito! Sei proprio un cretino! Va bene ormai è fatta! mi inventerò
qualcosa! Ora togliti dai coglioni!
Andrea
andò via. Prima di raggiungere mia figlia Alessia mi occupai di mio
nipote. Dopo averlo messo a letto e calmato, si addormentò.
Ritornai
in salotto. Sul divano non c’era più nessuno. Mentre mi guardavo
attorno sentì dei lamenti provenire dal bagno. Entrai e trovai una
scena pietosa. Alessia in ginocchio con la faccia nella tazza del
cesso e stava vomitando l’anima.
Per
terra c’era una bottiglia vuota di un super alcolico. Cazzo, se
l’era scolata tutta.
Mi
inginocchiai al suo fianco preoccupato. Dopo averla ripulita notai
che Il suo sguardo era completamente svanito nel nulla. Era già
ubriaca marcia.
Rideva
come una pazza e parlava in modo incomprensibile. Tuttavia il
colorito roseo del volto mi dava subito un po’ di tranquillità.
Me
la caricai in spalle trasportandola nella sua camera, dove la
scaricai gettandola sul letto. Iniziò subito a dormire in modo
pesante; Meglio così avrebbe smaltito la sbornia.
Presi
un cuscino e una coperta e raggiunsi il divano.
Capitolo
primo: la provocazione. (scritto da guzzon59)
Stavo
nel bagno seduto sul cesso, quando lo sguardo vagando cadde su una
pila di riviste appoggiate sul ripiano inferiore del mobiletto, posto
sotto il lavandino.
Mi
venne voglia di leggere qualcosa.
Erano
dei settimanali femminili. Mentre sfogliavo e osservavo la copertina
dei giornali, sotto gli occhi si materializzò una rivista porno.
Superata
la sorpresa per l’insolita scoperta, pensai che un po’ di svago
mentale in quel momento non era sbagliato. Mi assicurai che la porta
del bagno fosse chiusa. Mi misi comodo sulla tazza del cesso ed
iniziai a sfogliare la rivista.
Tette,
fighe, cazzi enormi che si infilavano in ogni buco, si alternavano
sotto il mio sguardo eccitato man mano che le pagine della rivista
venivano sfogliate.
Ad
un certo punto capitai su una serie di immagini che mostrava la foto
di una giovane donna con un omino attempato. La scena si svolgeva sul
posto di lavoro tra il capo ufficio e la sua giovane segretaria. La
giovane attrice dopo i preliminari fatti di leccate di fica e
succulenti pompini, veniva chiavata dal vecchio, sul divano
dell’ufficio, in tutte le posizioni. A pecorina, smorza candela e
di fianco. C’erano alcuni scene nelle quali l’attrice succhiava
il cazzo e leccava con perizia la cappella e lo scroto che
racchiudevano i grossi coglioni del arzillo attore.
Le
foto cominciarono a stimolare i miei sensi che si catalizzarono in
chiavate immaginarie con le mie giovani colleghe di lavoro; in pochi
secondi mi ritrovai a gestire un enorme erezione. Il cazzo spuntava
dal mio grembo come una grossa torre, e anelava di ricevere le
attenzioni della mia mano.
La
soluzione fu opportuna perché come palliativo si rilevò un rimedio
efficace contro il fastidio mentale e fisico che stava turbando il
mio corpo. In quei momenti un desiderio immenso stava già
campeggiando nei miei pensieri; tuttavia immedesimandomi nel
personaggio maschile fui colto da un leggere imbarazzo perché la
giovane ragazza che lavorava nel mio ufficio altro non era che mia
figlia. Gestivo un agenzia di assicurazione e lei lavorava come
segretaria. Paradossalmente stavo immaginando un improbabile rapporto
sessuale proprio con lei.
Mentre
guardavo la rivista, con una mano avevo già dato inizio alle danze menando il
cazzo in modo estenuante.
In
quegli istanti di puro diletto ero completamente sprofondato in una
azione di autoerotismo totale, che mi aveva alienato dalla realtà.
Ma
le pene della vita a volte irrompono come un tempesta a ciel sereno e
ti riportano bruscamente con i piedi per terra.
Un
grido arrivò mentre ero intento a sollazzarmi il cazzo, super
eccitato dalle foto di quell’omino attempato impegnato a chiavarsi
la sua giovane segretaria, parodia di un immaginario rapporto
incestuoso con la mia segretaria di lavoro, che peraltro era mia figlia.
Mi
fermai all’istante.
Pensai:
“Cazzo il piccolo Mirko!
Ero
in mutande, me le tirai su e corsi subito in camere di mio nipotino.
Lo trovai che dormiva serenamente. Non era stato lui a urlare.
Andai
allora in camera da letto di mia figlia. La trovai stravaccata sul
letto pancia in giù mentre ronfava rumorosa come un animale.
In
quel preciso istante notai un particolare sconvolgente.
Alessia
si era spogliata, sparpagliando i vestiti per ogni dove, ed in quel
momento giaceva prona in mezzo al letto, completamente nuda.
Mentre
la fissavo sorpreso, un altro particolare colpì la mia mente; fu
come se una meteorite infuocata lanciata a velocità supersonica
avesse impattato contro la mia testa.
Alessia
in quel momento riposava con le gambe divaricate al massimo; quella
posa mostrava il suo lato conturbante, ma soprattutto provocante,
perché in quel modo ostentava l’incavo vaginale completamente
esposto al mio sguardo; la figa era in bella vista ed emanava una potente attrazione
erotica.
Per
quanto mi sforzassi di moderare i miei pensieri libidinosi, non ebbi
la forza di allontanarmi da lì; Ero ipnotizzato da quella nicchia di
piacere e come un falena attratta dalla luce, mi avvicinai
inginocchiandomi ai piedi del letto, per poter apprezzare da vicino
quell’angolo di paradiso.
Ero
ancora super eccitato dalla visione delle immagini porno ed il mio
desiderio inappagato fremeva dalla voglia e brama di sfogarsi; così
davanti a quel imprevista provocazione sensuale, il mio cazzo diventò
duro e pulsante, di nuovo voglioso di altre cure. Mi leccavo le
labbra mentre lo immaginavo entrare in quel cunicolo carnoso,
succulento e sicuramente caldo come una fucina.
La
tentazione mi assalì come la febbre, arrivando all’ennesima
potenza.
Il
lume della ragione era ormai distrutto dagli ormoni impazziti; Mi
ritrovai come un pervertito a sbavare davanti a quella fica corposa,
così comincia a menare con frenesia il cazzo. Più fissavo la fica
di mia figlia e più aumentava il desiderio di toccare quella nicchia
di piacere e quindi il movimento della mano.
Alla
fine cedetti alla tentazione. Nel bel mezzo di una azione sinergica tra la
pugnetta e la mente, decisi che toccarla sarebbe stata un sensazione
piacevole in più. Così allungai la mano e iniziai ad accarezzarla
con tocchi leggeri: prima mi limitai a sfiorarla per apprezzarne la
morbidezza e il tepore.
Si
sa che l’appetito viene mangiando, cosicché, dopo alcuni passaggi
tenui, aumentai la pressione e la punta delle dita affondarono in
quella palude umida e calda. Le labbra molle si aprirono subito alla
pressione delle dita facendoli passare oltre.
Nel
momento in cui affondavo le dita nella carne viva della figa, Alessia
emise un leggero singulto. Tuttavia lo stato di ebbrezza la teneva
ancora in uno stato di incoscienza.
Le
intenzioni lascive guidavano le mie azione. Mi concentrai per darle
maggiore godimento. Per cui, man mano che incalzavo con le dita nella
sua fica la sentivo ansimare sempre più forte. Quei lamenti erano
cosi intensi, che stimolarono la mia eccitazione infondevano maggiore
voglia di andare oltre.
Ma
andare oltre significava provare sensazioni più forti rispetto al
semplice contatto fisico. Voleva significare una vera e propria
congiunzione carnale con mia figlia.
Nessun
contrasto interiore poteva fermare la brama di sesso che ardeva nella
mia mente, esortandomi ad andare oltre. Del resto non mi sembrava un
ostacolo invalicabile considerato che in quegli istanti non percepivo
più alcun codice etico o morale, quindi nessuno poteva impedirmi di
andare oltre.
Secondo
capitolo. Un desiderio di andare oltre (scritto da guzzon59)
Mi
venne naturale sfilarmi le mutande, salire sul letto e gattonando
inginocchiarmi tra le gambe aperte di mia figlia; dal mio grembo
spuntava un cazzo duro come la roccia, che brandito come una spada,
minacciava quell’ingresso carnoso, umido e tanto desiderato dalla
mia mente, ormai senza alcun difesa.
Mi
distesi sopra il dorso di mia figlia, fino a far collimare la grossa
cappella del cazzo contro la nicchia della figa in ombra e dare sfogo
ai miei istinti: la sentivo soda e sensibile al tatto, così appena
battei contro la vulva vaginale ebbi un brivido al coccige, perché
la trovai morbida e calda.
Quella
piacevole sensazione di vertigini rafforzò i miei propositi
incestuosi, per cui nulla più poteva cambiare le cose, perché la
voglia di andare oltre ormai aveva infettato ogni cellula del mio
cervello.
Strusciai
con forza la punta del cazzo tra le labbra umide ed appena avvertì
un lieve affondamento del glande, spinsi in avanti con energia e in
un attimo mi trovai con il cazzo interamente affondato in quella
fucina bollente e accogliente.
Alessia,
reagì subito a quella invasione carnale emettendo un lungo e forte
singulto.
Il
caldo intenso della sua fica mi diede una sensazione incredibile;
quel sentimento inaudito di incesto mi aveva subito ingalluzzito la
mente e così appoggiandomi saldamente sulle braccia iniziai a
muovere il bacino ed a chiavare mia figlia con immenso gaudio.
“Aaaaaaaaaaa
mmmmmm aaaaaaaaaaaaaa mmmmmm
Mio
dio, mi sentivo al settimo cielo. Il sesso incestuoso mi apparve
subito meraviglioso. Fissavo il culo e la schiena di Alessia, da
dietro poteva essere qualsiasi donna, ma non lei, quindi fin da
subito quella chiavata assunse connotati straordinari, apparendomi
assolutamente unica per le sensazione che trasmetteva.
Sensazioni
che contribuivano a far aumentare il mio ardore. Di fatto ci stavo
dando dentro alla grande. Il cazzo duro scivolava nella fica di mia
figlia a velocità supersonica, quasi mi dispiaceva che non potessi
andare più a fondo.
“mmmmm
mmmmm oooooooo mmmmmm
Alessia
ansima profondamente ad ogni immersione del mio cazzo. Nonostante
fosse ubriaca marcia ed incosciente in quel momento la sentivo viva e
partecipante al coito.
Mmmmmm
mmmmmmmmm
Pur
avendo la mente scompigliata dai fumi alcolici, la sentivo godere
intensamente, e agitarsi verso di me dimostrando di gradire l’azione
che il mio cazzo le stava provocando nel basso ventre.
Mmmm
aaaaaaaaaaaaa mmmmmmmm
Alla
lunga chiavarla da dietro mi faceva sentire al sicuro, sebbene in
realtà mi sentissi un ladro, poiché avevo approfittato di una stato
di incoscienza di mia figlia; tuttavia decisi di voltarla. Desideravo
chiavarla alla missionaria e guardarla in faccia per godermi le
espressioni del suo volto mentre gioiva dall’azione del mio cazzo.
Quando
la girai la trovai sveglia; i suoi occhi lucidi e aperti mi fissavano
intensamente, dandomi l’impressione che mi avesse riconosciuto;
quando però pronunciò il nome di Andrea capì che Alessia stava
vivendo quel rapporto sessuale in un mondo onirico, nel quale credeva
di scopare con suo marito.
In
ogni caso era uno spettacolo osservarla In posizione supina, perché
in quel modo ostentava due belle e grosse tette, che furono subito
preda della brama della mia bocca.
Le
baciai con foga leccando e succhiando i grossi capezzoli. Non mi
limitai solo e quello espediente, proseguì nella soddisfazione delle
mie intenzioni lascive andando ad affondare la bocca anche in mezzo
alle cosce dalla pelle bianca, che esaltava un giovane corpo robusto
ma piacente.
La
figa di Alessia si presentava slabbrata e umida, a causa dell’azione
del mio cazzo che l’aveva fatta sbrodolare abbondantemente come una
grondaia nel pieno di una pioggia torrenziale.
Dopo
aver ampiamente soddisfatto il palato mi gettai nuovamente sopra quel
corpo molle e accaldato, penetrandola con voluttà fino alla base dei
coglioni.
“mmmmmmmmmmmm
aaaaaaaaaaa
La
voglia di chiavare mia figlia cresceva in modo esponenziale, ed ogni
attimo era più intenso di quella precedente.
Per
avere una maggiore azione su di lei, le sollevai le gambe
appoggiandole sulle braccia, così, soverchiandola con il peso del
mio corpo, seguitai a martellare nelle sua fica con una energia
immane.
“mmmmmmmmmmm
aaaaaaaaaaaa mmmm
I
singulti nasali si alternavano a urli di piacere, sottolineando la
slittamento del cazzo fuori e dentro di lei, in una sequenza
costante, estenuante e senza soluzione di continuità. I quei momento
potevo avvertire i coglioni che urtavano con forza sul perineo
L’avevo
placcata con la schiena sul materasso e da sopra la stavo montando
con una foga degna di un feroce predatore.
Aaaaaaaaaa
mmmmmmmm aaaaaaaaaa
Dopo
una serie di affondi pieni e profondi, fino alla radice dei coglioni,
iniziai ad avvertire i primi impulsi di sborra.
Non
mi fermai un solo secondo ed aumentando il ritmo della ficcata, la
costrinsi ad urlare dal godimento.
Aaaaaaaaaaaaaaaaaa
aaaaaaaaaaaaaaa
Il
piacere che stava agitando il suo basso ventre doveva essere intenso,
perché le palpitazioni delle pareti vaginali che si avvertivano
chiaramente, lasciavano intendere che stava naufragando in un oceano
di orgasmi.
“aaaaaaaaaaaa
aaaaaaaaaaaaaaa
Al termine di quella maratona incessante, mi fermai incuneandomi con l’inguine tra le cosce aperte di
mia figlia, e mentre tenevo il cazzo profondamente immerso nella
vagina, e mi dilettavo con le sue tette, le sacche seminali si
svuotavano completamente nella cavità vaginale tormentata dal
godimento.
Quando
mi ripresi stavo ancora sopra Alessia, con la faccia immersa tra le
sue grosse tette.
Lei
invece stava ronfando di brutto. L’orgasmo aveva agito da calmante.
Il suo corpo era completamente rilassato.
Come
un ladro abbandonai la camera da letto.
Ritornai
al divano, la mente tuttavia era ancora scossa per quel rapporto
incredibilmente esaltante, ma alla fine trovai la quiete di morfeo e
mi addormentai.
Il
mattino:
“Papà!
“Che
cosa è successo?
“Niente!
Mi
strofinai gli occhi e dopo un breve attimo di confusione mentale
cominciai a prendere coscienza di dove mi trovassi e soprattutto ricordare quanto era successo la sera precedente.
Imbarazzato
fissai Alessia, con un pizzico di preoccupazione. Sospirai quando
capì dall’espressione serena del suo volto che non sospettava
nulla. Ripresi subito il controllo della situazione.
“Allora
come stai? Certo che ieri sera eri ubriaca marcia!
“Non
so che cosa mi sia preso! Non sono alcolizzata! Solo che volevo bere
qualcosa di forte! Poi mi sono lasciata prendere la mano e… non mi
ricordo più nulla!
“Già
ti sei scolata la bottiglia! ti ho travato nel bagno che vomitavi! Ma
visto che eri solo ubriaca a non stavi male ti ho portata al letto!
Imbarazzata.
“papà
scusami non volevo crearti fastidi!
pensai: fastidi? non immagini il piacere che mi hai dato!
pensai: fastidi? non immagini il piacere che mi hai dato!
“Tranquilla!
Piuttosto che cosa è successo ieri sera! Avevi perso completamente
la ragione! È la prima volta che ti ho vista così incazzata!
Sapevo
del SMS, ma feci finta di niente per cercare di imbastire un
discorso.
“Papà
lascia perdere! Ora sto bene! Non lo perdono quel bastaro! per il
bene di Mirko, faccio finta di niente! Me lo tengo così! Che faccio?
Lo ammazzo?
“Brava!
Sei saggia! hai ragione! Però non finisce così! Tu stai tranquilla!
a lui ci penso io a mettergli la testa a posto! Ora dovrà vedersela
con me!
“Papà
ti prego lascia perdere! Potresti scoprire una verità squallida che
potrebbe farti del male!
Appena
disse quella frase si portò una mano alla bocca. Come se si fosse
lasciato scappare qualcosa che mi riguardava. La fissai con uno
sguardo indagatore.
“Che
cosa intendi dire con verità squallida che potrebbero farmi male?
“Nulla!
E.. è’ così per dire!
Era
imbarazzata. Le tremava la voce ed evitava di guardarmi negli occhi.
Segni palesi che stava nascondendo qualcosa.
“Alessia!
Guardami in faccia! Ti conosco! Non sei capace di mentirmi! Che cosa
volevi dire?
Scoppiò
a piangere. L’Abbracciai:
“Adesso
mi preoccupi! Liberati del segreto che ti pesa come un macigno! Farà
del bene a te e, forse, anche a me!
Mi
fissò intensamente, poi asciugandosi gli occhi, strinse le spalle e
con una espressione disperata, respirò forte e senza guardarmi
sussurrò:
“Andrea
ha una relazione con la mamma!
Mi
alzai in piedi basito. Fui scosso da quella frase, come se mi
avessero infilzato lo stomaco con una lancia.
“Cosa?
Alessia
si coprì il volto con le mani, imbarazzata per la verità rivelata.
“Cosa?
La
guardai cercando il suo sguardo.
Si
era nascosto il volto con le mani.
“Cosa
dici?
Imbarazzata
continuò:
“Papà!
La mamma ha una tresca con Andrea! Da circa un anno! Il messaggio
conteneva porcate e altre oscenità che solo due porci pervertiti
come loro sono capaci di concepire! La mamma è una troia! Papà
rassegnati!
Ero
sconvolto.
Continuai
a interrogarla. Mi raccontò che aveva scoperto la relazione questa
estate. Per pudore lo accusava di avere un amante, senza rivelargli
che conosceva la sua identità, perché si vergognava di sua madre.
Sapevo
che mia moglie Angela possedeva un altro cellulare ma non avrei mai
immaginato lo scopo e il fatto che scambiasse messaggini erotici con
il genero degenerato.
Ripensandoci
tanti tasselli si mettevano a loro posto. Come la cura maniacale per
l’estetica. Angela è ancora una bella donna di cinquanta anni ed
anche se la relazione con Andrea mi sembrava incredibile, davanti a quelle rivelazioni tutto si accordava. Ero scioccato, tuttavia
ripensando a quanto era accaduto la sera precedente meditai:
“sono
un ipocrita e non dovrei reagire così! Dopo quello che ho fatto ad
Alessia, non ho alcun diritti di condannare Andrea! Chi lo fa se
l’aspetti! Dopo tutto, anche se a sua insaputa, gli ho reso pan per
focaccia!
In un silenzio tombale, riflettevo fissando intensamente mia figlia:
“Mia
cara Alessia mi sa che sei tu la vera vittima! Chissà come la prenderebbe
se conoscesse la verità? Forse no! Magari le darebbe una amara soddisfazione! In un certo qual modo anche lei ha tradito suo marito!
No? E’ aberrante quello che penso!
Stavo
in piedi davanti a mia figlia Alessia cercando una via d’uscita.
Non potevo permettere che Andrea la trattasse in quel modo e che la
facesse franca. Dovevo darle qualcosa che la mettesse alla pari con
quella canaglia di suo marito. In quel momento non ragionavo, ero completamente
impazzito.
Decisi di confessarmi, anche per togliermi un peso dalla coscenza, dopo averle separato le sue mani per scoprirle il volto.
“Alessia
guardami!
“Si
papà!
Aveva
gli occhi gonfi e bagnati dalle lacrime. Ormai ero partito di testa
e convinto che quello che stavo per fare fosse un gesto di compassione.
Non valutai le reazioni morali di Alessia.
“Tu
sei stata sincera con me! Ed anche io dovrei essere sincero nei tuoi
confronti! Ma la verità che dovrò confidarti è qualcosa di
sconvolgente che potrebbe darti un dolore maggiore e forse indurti ad
odiarmi! Ma credo che potrebbe darti un vantaggio!
L’espressione
del suo volto cambiò. Mi guardava perplessa.
“Un
vantaggio? Non capisco papà che cosa vuoi dirmi! Sapevi tutto? Eri
d’accordo con Andrea?
“No!
No! non sapevo nulla! Fino ad oggi! Non c’entra niente la
nefandezza di Andrea con quella che devo dirti! Anche se non sono
diverso da lui…
Pensai:
“Nefandezza per nefandezza!
Mi
sedetti al suo fianco e fissandola negli occhi iniziai a raccontare
quello che era successo la sera precedente, senza tralasciare nulla,
compreso il rinvenimento della rivista porno, la storia del capo
ufficio ed fatto che mi ero lasciato andare ad una tentazione più
forte della ragione e che, paradossalmente, non mi ero pentito di
quello che avevo fatto e che con lei ho provato un piacere che mai
avrei immaginato e che non ho mai provato con nessuna donna prima di
lei. Ero impazzito e non avevo riflettuto molto a quello che sarebbe
successo.
La
prima reazione fu un silenzio assoluto che sottolineò la fine del
racconto. Fu lei a rompere il ghiaccio. Con tono di voce sconvolta e
arrabiata.
“Io…
io… tu.. tu.. mio dio! Hai abusato di me! Tua figlia? è… è
stato sbagliato… tutto è sbagliato … io.. sono confusa! oh mio
dio!
Si
coprì nuovamente il volto. Ci fu Imbarazzo, vergogna e disperazione,
mi resi subito conto della cazzata che avevo fatto e non sapevo che
cosa sarebbe successo. Ero preoccupato.
Ripresi
la discussione per cercare di riportarla su un binario di
comprensione.
“Non
so cosa dire! so di aver fatto una cosa oscena! Certo ho approfittato
di te… ho ceduto ad un desiderio lussurioso e assurdo… ma.. credo
che se lo valutassimo da un punto di vista naturale, cioè a
prescindere dai legami di sangue che ci uniscono.. io, non so tu, ma
io non ci vedo nulla di sbagliato! E’ stato il destino!
Silenzio,
Poi con tono di voce irata continuai:
“Poi
alla luce di quello che mi hai confidato, sinceramente, considero
l’episodio come una piccola vendetta personale verso quel bastardo
che si è infilato nel letto di tua madre! Per non parlare di lei! Si
è dimostrata una zoccola delle peggiori specie per essere arrivata a
tradire la fiducia di sua figlia! E pensare che l’ho pure mandato a
casa! Porca puttana! Questa notte avranno senza altro festeggiato
alla grande! Alla nostra faccia! Ed io dovrei pentirmi?
Finalmente
Alessia alzò il capo, ritrovando una apparente serenità nel volto, poi quasi sussurrando rispose:
“Già!
Avranno senza altro festeggiato alla grande! Quel bastardo! Merita..
merita.. lo stesso trattamento…
Fissandomi
intensamente:
“..almeno
tu hai avuto la tua vendetta…..
Buttò
quella frase così, ma detta in quel modo sembrava priva di condanna
per aver approfittato di lei e quasi un approvazione alla mia azione,
poi continuando, infatti:
“Papà!
Eppure non so perché? ma non riesco a condannarti per quella che hai fatto! E poi….
“e
poi?
“Si!
Tu almeno ..cioe.. Si.. in un certo senso ti sei.. diciamo ... mmm ..vendicato!
Parole ambigue. La
mia mente le interpretò in solo modo. La situazione mi sembrava cambiata. Tra noi si era creato un contatto di complicità e tale da scatenare le mie
intenzioni lascive. Le sue parole sibilline, funzionarono da
catalizzatore dei miei ormoni. Perché mi suscitarono immediatamente un
pensiero trasgressivo che mi fecero eccittare in pochi secondi, concentrand tute le mie attenzioni sessuali psicofisiche verso
di lei.
Il
cazzo mosso da quegli impulsi foti, si era oscenamente ingrossato aumentando vistosamente il volume
dell’inguine. Mi coprì subito con la coperta per nasconderlo allo
sguardo di mia figlia.
Tuttavia
fu inutile, perché non l’erezione in atto che mi faceva fremere ma
era la mia mente in fermento che si erano nuovamente scatenata ed era in preda ad un
desiderio forte di possederla ancora; così senza pensare alle
conseguenze le risposi…
“possiamo
rimediare…. Se vuoi?
Orami avevo scoperto il vaso di pandora, tutto era possibile, così spinto da una voluttà incontenibile avevo scoperto le mie carte palesando le mie vere intenzione incestuose; per dare un segnale
preciso e forte, accompagnai la frase con una carezza leggera su un
ginocchio.
Lei,
fortemente turbata da gesto e dalle mie parole, mi fissava smarrita senza tuttavia fermare la mia mano, anzi in piena confusione balbettò:
“io…
io.. non so….. no lo so….
“Si
che lo sai.. si… che lo sai…. Sai cosa intendo! Vero?
Presi
coraggio e determnato le infilai la mano verso l’interno coscia, per dare un
preciso e chiaro segnale delle mie intenzioni, arrivando persino a lambire
l’incrocio delle cosce.
Le
cosce di Alessia non si chiusero. Cosi con la punta della dita
arrivai fino alla fonte dei miei desideri.
Fui
sorpreso quando scoprì che sotto la sottana non portava le
mutandine. Si era messa soltanto la sottoveste e sotto era
praticamente nuda.
Appena
ci fu il contatto tra il dorso della mia mano e la sua corpulenta
fica, che ormai conoscevo perfettamente, Alessia emise un lungo e
intenso sospriro.
“mmmmmmmmmm
Era
troppo per me, così decisi passare ai fatti, mi alzai in piedi e
senza curarmi della vistosa erezione che oscenamente si mostrava
davanti ai suoi occhi, le afferrai gli orli della sottana e l’aiutai
a sfilargliela:
Davanti
ai miei occhi impregnati di bramosia si materializzarono per prima le
sue grosse e meravigliose tette.
Ma
ero troppo eccitato per i impegnarle in accurati preliminari, folle
di desiderio carnale volevo realizzare subito il sogno che
incandescente bruciava ogni cellula del mio cervello. Così
fissandola negli occhi le ordinai;
“Lo
sai cosa voglio?
Mi
guardo e senza fiatare, fece un leggero cenno con il capo
Mi
sedetti al suo fianco, e mentre mi sfilavo le mutande, fissandola negli
occhi, le ordinai:
“Vieni!.... siediti
con le gambe aperte sul mio cazzo!
Il
cazzo duro e dritto come una grossa pannocchia, svettava borioso
sul mio grembo.
Lei
lo fissò con aria imbarazzata, pur avendo sentito quali fossero le
mie intenzioni, non sembrava ancora convinta ad ubbidire alla mia richiesta
apparendo indecisa e titubante.
Allora, la inclazai,
le presi una mano e la tirai verso di me, costringendola ad alzarsi e poi a sedersi
con le gambe aperte sul mio grembo.
Il
ferro era rovente e non dovevo lasciare che si raffreddasse. Lei,
docile come un agnellino, mi venne sopra cavalcandomi come un
amazzone; io da sotto, seduto sul divano brandivo il cazzo tenendolo
dritto e puntato con la cappella ingrossata contro l’apertura della
sua fica, già abbondantemente bagnata; infine, fu lei che, evitando
il mio sguardo per un senso di pudore, si sedette lasciando via
libera al mio cazzo di infilarsi come un serpente in quella tana
calda e umida. Nello stesso istante vidi il suo sguardo illuminarsi e
una smorfia di piacere comparire sul suo volto non più irato
Il
cazzo penetrato profondamente dentro l'aveva scossa e non le restava altro
che sospirare.
“mmmmmmmmmmmmm
mmmmmmmmmm
Quel
singulto così intenso mi diede una forza immane e con voce eccitata la incalzai
subito:
“Dai!
Mmmm Muoviti! Cavalcami mmmm come un amazzone, fammi sentire l’ardore
della tua fica! Alla faccia di quei due stronzi!
Gli stimoli erano forti per cui senza ulteriori incitamenti iniziò subito a muoversi con voluttà sul il mio grembo, in una sublime e strabiliante smorza candela, scatenata e selvaggia, la soluzione infine era stata di suo gradimento e anche mio.
La
vendetta stavolta era condivisa…. Pienamente.
Così
va la vita
Guzzon59
3 commenti:
Un'opera cruda sia nello stile che nella forma che hai voluto darle, foto incluse. Niente male!
Cleopatra Cruz
Scrittrice
http://sexiestnews.blogspot.it/
http://putadelacruz.blogspot.it
Molto bello, coinvolgente, per niente osceno....
Sono abituato ai tuoi lavori, e mi sono sempre piaciuti; spazi dall'ironia al tono quasi tragico con competenza.
Unico appunto purtroppo: almeno sul mio computer, risulta impagniato da schifo, con interlinea nullo e le lettere inferiori che vanno a incastrarsi in quelle della riga sopra.
Mi piacerebbe conoscerti Alessia per sentire le tue emozioni e sensazioni pulsanti
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